11 SET 1990

Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sul ruolo dei sindacati e degli ordini professionali

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 6 min 15 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sul ruolo dei sindacati e degli ordini professionali", registrato a Parlamento Europeo martedì 11 settembre 1990 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Pannella (parlamentare europeo).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Commissione Ue, Consiglio Europeo, Giornalisti, Iii, Lavoro, Medicina, Ordini Professionali, Parlamento Europeo, Sindacato.

La registrazione video ha una durata di 6 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Marco Pannella

    parlamentare europeo

    Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, mi rivolgerò a lei in francese dal momento che non è capitato spesso nel corso degli ultimi dieci anni che ci siamo trovati d'aocordo parlando la nostra lingua, l'italiano. Forse in francese troveremo una base di riflessione e di azione comune. Signor Presidente, credo che in questa circostanza stiamo affrontando un argomento che è stato analizzato sotto quasi tutti i punti di vista, e il "quasi" è importante. Potrei per esempio ricordare qui, e ne approfitterò, il diritto dei lavoratori ed il diritto dei lavoratori nei confronti dei loro sindacati. In Italia il Presidente del Consiglio sa che presto si voterà forse fin anche nelle caserme, ma non si vota ne nelle fabbriche né negli ufñci. Le direzioni sindacali si perpetuano, si cooptano, ed il diritto reale del cittadino-lavoratore di determinare in maniera democratica la gestione dei suoi strumenti storici di presenza nella società non conta. Vorrei tuttavia soffermarmi soprattutto su quella che è la situazione del lavoro intellettuale delle cosiddette professioni libere, e dico "cosiddette" perché penso a quello che stanno diventando e non a quello che dovrebbero essere. Ho aspettato pazientemente fino ad ora, nell'attesa che l'uno o l'altro dei nostri colleghi francesi, di sinistra se possibile, o della destra liberale, esprimesse la sua indignazione e la sua solidarietà nei confronti del nostro collega professore Schwartzenberg, che è stato condannato in modo violento e medievale ad una sanzione molto grave e disonorante per l'Ordine dei medici. Ogni qual volta un medico, un uomo di scienza, un uomo di coscienza, di cuore, pone problemi di deontologia reale, e quindi di ricerca, accade la stessa cosa. È stata la stessa cosa nel momento dell'aborto, credo, con il professore Miniel. Ecco che gli ordini professionali intervengono, puniscono, impediscono e, sempre di più, questa legge dell'interna corporis, che ritroviamo ancora allo interno di certi parlamenti, toglie alle professioni libere ogni libertà ed ogni diritto. È la stessa cosa con l'ordine dei giomalisti da noi, e nessuno fiata. Ho detto all'inizio che c'è questa sorta di tabù. Quando si parla dei lavoratori in realtà si parla dei sindacati che dovrebbero rappresentarli sempre, senza critica alcuna, anche quando gli stessi sindacati non vivono in modo democratico. Ma quando parliamo del problema dei medici, quando abbiamo un collega, un uomo come il professore Léon Schwartzenberg - e la mia solidarietà ed indignazione sono grandi dinanzi a questo silenzio qui che viene ferito nell'onore, nella coscienza, e denunciato per non aver rispettato la deontologia medica dall'ordine professionale che, forte di una legislazione tramandata, di leggi eccezionali - che erano alla base stessa del fascismo, il fascismo insopportabile arriva ad abolire i diritti, i doveri e l'uguaglianza di ogni uomo di fronte alla legge di tutti per avere delle giurisdizioni corporativiste, delle corporazioni, allora si sconvolge ogni conce- zione più elementare della vita; ed ecco che coloro che difendevano i punti di vista più conservatori, più critici, più crudeli, favorevoli in passato all'a- borto clandestino (questo flagello immondo), ecco che i rappresentanti dell'Ordine dei medici tentano di privare dell'onore e della capacità professionale medici i quali, in base alla loro deontologia ed al loro coraggio, cercano di sanare un ?agello sociale e guarirne anche le vittime. Adesso Léon Schwartzenberg pone il problema immondo del barbaro accanimento terapeutico, che è un atto di superbia scientifica contro coloro che agli occhi della natura, o di Dio se preferite, hanno vissuto il loro tempo e che hanno diritto, dopo la vita, ad una morte degna della condizione umana. Assistiamo alla condanna del nostro collega Schwartzenberg, che rappresenta l'onore di noi tutti e del nostro Parlamento, perché egli solleva questo problema in piena coscienza, quando è soltanto l'ideologia della società ad impedire l'avvento di una morte come Dio o la natura invece consentono, costringendo ad una sofferenza im- monda un essere umano, solo grazie al potere assurdo ed ateo di una scienza, che diventa scienza di stato. Cosa dobbiamo fare? Non e giunto il momento di dire no a tutto questo? Ebbene, allora pongo questo problema alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento: gli ordini professionali di Vichy danneggiano la Francia e la Parigi di oggi! Gli ordini professionali dei giornalisti in Italia fanno da cani da guardia ad un regime che deforma e non infomia. E la stessa cosa awiene anche in Spagna e in altri paesi. Credo che il problema dei diritti riguardi fin'anche dei lavoratori, dei cittadini lavoratori manuali ed intellettuali. Le centinaia di eccellenti pagine della relazione che abbiamo redatto non fanno quasi parola di quest'aspetto, come se il padrone fosse sempre solo quello di una volta, quello dell'epoca di Dickens, e non anche invece il sedere di pietra, burocrate, seduto sui lavoratori, sui loro diritti e sul diritto.
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