11 DIC 1990

Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sulla guerra nel Golfo persico

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 6 min 7 sec
A cura di Andrea Maori
Player
Registrazione video di "Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sulla guerra nel Golfo persico", registrato a Parlamento Europeo martedì 11 dicembre 1990 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Pannella (parlamentare europeo).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Brandt, Churchill, Democrazia, Fascismo, Golfo Persico, Guerra, Iii, Le Pen, Nonviolenza, Parlamento Europeo, Polemiche, Storia.

La registrazione video ha una durata di 6 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Marco Pannella

    parlamentare europeo

    Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Commissione, nel 1934, nel 1935, e nel 1936 quando le truppe italiane e fasciste uccidevano, sgozzavano e gasavano impunemente le popolazioni dell'Etiopia e la Libia, quando degli ebrei come Fermi, scienziati, uomini che agivano per la libertà come Sforza, Salvemini o altri, andavano da un paese all'altro dell'Occidente per chiedere che si smettesse di essere complici a nome della pace dell'irruzione, della crescita, della mostruosità delle dittature e delle guerre civili che si svolgevano in paesi come l'Italia e la Germania, anche allora c'era gente che gridava, collega Ephremidis, "Vogliamo la pace, la pace, la pace". Era la pace contro le popolazioni etiopiche, la pace contro le popolazioni libiche, la pace contro la popolazione dei Sudeti, la pace contro la popolazione della Polonia, la pace, la pace, la pace! Era la vigliaccheria pacifica contro il coraggio di coloro che non hanno mai accettato che la pace con i carnefici del loro popolo ed il loro ricatto potesse veramente portare la pace nel mondo. Sono gli stessi partigiani della pace che dicevano negli anni 50: "La pace, la pace, la pace", mentre Stalin e tutti i dittatori dell'impero comunista, dall'Estremo oriente all'Europa, erano dei carnefici, degli strumenti di guerra contro il loro popolo, contro la loro libertà ed i loro diritti. Coloro che difendono la non violenza, cari amici e compagni, avrebbero agito con onore se fossero andati, come abbiamo fatto durante vent'anni, nei paesi in cui esistevano le dittature per militare nella clandestinità distribuendo dei volantini contro i dittatori. Non eravamo ricevuti da Stalin o da Krusciov, non eravamo ricevuti dai capi di stato o dell'impero, come fate voi oggi, per chiedere che agissero con clemenza. Ci facevamo arrestare, per- ché andavamo a distribuire dei volantini, degli appelli alla ribellione ed alla non violenza, per difendere i diritti dei cecoslovacchi, dei russi e degli altri. Ecco in cosa consiste l'onore di coloro che sono per la nonviolenza. Andare alla corte dei carnefici per dialogare con loro e tornare esibendo, come hanno fatto molti, da Le Pen a Willy Brandt, i tristi regali del dittatore e del carnefice, è una cosa vergognosa e scandalosa! (Proteste in Aula) Va bene, signor Presidente, ritiro l'allusione a Willy Brandt. Non la merita. Parlo unicamente di Le Pen. Dico che quando Le Pen va a trovare il carnefice e tenta di farci vedere i tristi regali ricevuti dal carnefice, che è riuscito a strappargli pagandoli con la libertà, con i diritti del popoli dell'Iraq e del Medio oriente, dico che non si tratta di una politica onorevole, ma criminale. Come quella di Churchill che a tutti gli italiani che gli dicevano: "Non è vero che il popolo italiano sceglie liberamente di essere fascista", rispondeva: "Se fossi italiano sarei fascista. Ma dato che sono inglese, sono democratico". Io, se fossi ira- cheno sarei democratico, come sarei democratico se fossi cittadino del Kuwait! L'essenziale non è di rendere omaggio al carnefice perché possa far vedere al suo popolo, che sgona continuamente sia nella sua libertà che nella vita, che gode di un grande prestigio nel mondo. Sono dunque d'accordo, signor Presidente: con l'atteggiamento del Presidente del Consiglio: è veramente Patteggiamento meno peggiore che potessimo prendere. Lo l'ho già detto, dopo il mese di agosto, che la mia riconoscenza verso gli Stati Uniti non è codarda: hanno assunto la drammatica responsabilità di interrompere un avventura di cui non avremmo mai saputo, altrimenti, dove avrebbe potuto portarci.
    0:00 Durata: 6 min 7 sec