13 OTT 2013
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 1 ora 58 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 13 ottobre 2013 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Diritti Civili, Diritti Umani, Diritto, Giustizia, Istituzioni, Partiti, Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 58 minuti.

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  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Il Comitato di Radicali Italiani. Le dichiarazioni di Matteo Renzi su amnistia e indulto
    17:00 Durata: 2 min 7 sec
  • Pannella chiosa la posizione di Renzi su amnistia e indulto: “Ora in realtà Matteo Renzi è un opportunista, ma se si tiene presente che diventa uno che viene proposto ed imposto come leadership della sinistra, in realtà in lui sento di più odore di trasformismo”. “Temo che Renzi vada un po’ in buca in queste settimane. Siamo già arrivati al 38 per cento di favorevoli all’amnistia, quando invece sono 30 anni che la cronaca italiana induce a creare il riflesso securitario”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: “La questione di Matteo Renzi non è una sorpresa, se si tiene presente la storia italiana. Possiamo dire che in Europa si manifestano due tipi di tendenze politiche: quelle opportuniste che vengono da una grande conquista laica, nel momento in cui abbandonando i miti giacobini francesi si rivendica la politica come ‘opportunità’ da cogliere, mentre tradizionalmente nelle sinistre negli ultimi 100 anni di ispirazione marx-nazionale c’è il ‘trasformismo’, e Crispi a mio avviso è più ‘trasformista’ che ‘opportunista’”. “Ora in realtà Matteo Renzi è un opportunista, ma se si tiene presente che diventa uno che viene proposto ed imposto come leadership della sinistra, in realtà in lui sento di più odore di trasformismo”. “Temo che Renzi vada un po’ in buca in queste settimane. Siamo già arrivati al 38 per cento di favorevoli all’amnistia, quando invece sono 30 anni che la cronaca italiana induce a creare il riflesso securitario”. “Mentre viene fatto ignorare che in Italia la criminalità violenta, nei suoi effetti, è caduta abbastanza a picco negli ultimi 10 anni”. Adesso i media “sono costretti a far sì che quello di cui la cronaca deve sempre più occuparsi sono i suicidi e la mortalità per cause politiche. In Inghilterra continuava ad essere attuale il minatore e la miniera anche quando i morti per lavoro si erano molto ridotti grazie agli avanzamenti tecnologici, e quindi c’era una persistenza del sindacato inglese nell’attenzione e nel privilegio rispetto al minatore. Qui in Italia abbiamo dei lavoratori che si suicidano e hanno un alto tasso di morbilità, sono i poliziotti penitenziari, che producono una dose patologica di suicidi, perché le strutture ufficialmente, le carceri, sono luoghi di tortura di Stato, e quindi chi sta nelle carceri – il volontario, il personale amministrativo, il cappellano – sono tutti vittime di questa struttura. Malgrado tutto questo nelle carceri italiane, da due anni si è detto da parte di autorità competenti che bisogna dare un compenso alla società italiana, facendo dibattiti sulla giustizia, non solo sulle carceri”. Il tradimento della Costituzione italiana e dei trattati internazionali come quello della Cedu. L’obiettivo è “la fuoriuscita” dallo stato di flagranza criminale. Il Presidente della Repubblica e “l’obbligo” che lui sostiene esistere, non solo il “dovere”. Pannella saluta il messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere e il suo contenuto come “parte finalmente di un documento formale dello Stato italiano attraverso la parola, costituzionalmente ineccepibile perché attraverso un messaggio alle Camere e non le chiacchiere indirizzate alla gente”. “Oggi rappresentiamo un’attualità enorme per il fatto più enorme che c’è da guardare nel mondo contemporaneo, ed è per esempio l’Asia e il continente cinese. Queste battaglie che stiamo facendo spero che possano causare dei dibattiti anche in Cina. Stiamo mandando ora alle università cinesi il Manifesto di Ventotene tradotto in cinese, per organizzare dibattiti su democrazia e Stato di diritto, non più su Stati come dominati dalla Ragion di Stato”
    17:02 Durata: 11 min 15 sec
  • Sul messaggio del Presidente della Repubblica, Napolitano, alle Camere: Pannella insiste sulla “novità” compiuta dall’attuale Presidente che ha “scritto quasi sotto dettatura quello che sul problema carceri, diritto internazionale e nazionale noi abbastanza soli, ma con una risposta del tessuto sociale”, sostenevamo. “Il Presidente della Repubblica ha saputo esprimere un punto di vista non tradizionale per la partitocrazia”. Il Partito radicale transnazionale e il caso Cina

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Dopo il messaggio alle Camere su carceri e giustizia, tocca al Parlamento. Appare improbabile però che si trovi la maggioranza dei due terzi favorevole all’amnistia. Pannella: “Assolutamente d’accordo”. Come ne usciamo? “Con il fatto che la storia del Partito radicale nato in Italia è stata connotato dall’inizio dal possibile contro il probabile, puntare sul possibile contro quello che giustamente è probabile con il Parlamento che c’è. Noi continuiamo a leggere le cose in questo modo”. Pannella insiste sulla “novità” compiuta dall’attuale Presidente della Repubblica che ha “scritto quasi sotto dettatura quello che sul problema carceri, diritto internazionale e nazionale noi abbastanza soli, ma con una risposta del tessuto sociale”, sostenevamo. Ancora critiche per il silenzio dei sindacati, incluso quello dei metalmeccanici. “In questo momento, invece di occuparsi di far fuoriuscire uno Stato con violenze di classe enormi, perché oggi è il capitalismo di Stato quello che crea in nuce disoccupazione, cioè il debito pubblico è di Stato. Noi ci siamo mossi per denunciare che era di Stato, tanto è vero che abbiamo sottoposto l’urgenza del problema ‘debito pubblico’. Allora come ci si rispondeva? Sì, lo Stato ha un debito pubblico, ma abbiamo il risparmio delle famiglie. Coerentemente con questa tesi di Tremonti, che trovava a sinistra delle corrispondenze, si sono accorti che dove c’era da succhiare il sangue non era più lo Stato che era indebitato e rischiava il fallimento, ma era il ceto medio italiano, lì dove appunto le famiglie italiane avevano il 40 per cento della proprietà familiare, nemmeno in Danimarca”. Pannella si dice “incoraggiato dal politico Benedetto Croce. Quando, essendo il Re Vittorio Emanuele III scappato in Egitto”, e con i Repubblicani fuori dal Cln a differenza del Pli anche perché il re era visto come “frocio”, ricorda il leader radicale citando un suo compagno di classe repubblicano al Giulio Cesare, “Croce sosteneva: dobbiamo passare alla Repubblica e fare il referendum, però non solo Vittorio Emanuele III si deve dimettere, ma anche il figlio che comandava l’esercito italiano nell’aggressione alla Francia nel 1940. D’altra parte l’argomento di Croce era: noi dobbiamo pensare a quale repubblica e a quale monarchia. D’altronde, diceva, badate bene che sono i regimi monarchici che in Europa – tranne in Italia – ad aver resistito al comunismo, al nazismo e al fascismo, introducendo un elemento di ragionevolezza, di rispetto storicista della storia non ideologizzata”. La peste italiana e il rafforzamento dei populismi. I rapporti di Pannella con Jean-Marie Le Pen e l’incontro a poche ore dalla nascita della figlia Marine. “Oggi la figlia Marine è in testa ai sondaggi, ed è qualcosa che si sta diffondendo. D’altra parte anche Cameron, tutore della ragion di Stato, rischia di arrivare alle prossime elezioni con la proposta di uscire dall’Unione europea”. Le iniziative giurisdizionali internazionali dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni. Il caso del Vesuvio. I tassi di morbilità delle Puglie raccontati dal radicale Maurizio Bolognetti. “A livello Onu le cose che dicevamo sull’antiprobizionismo, con io che da liberista volevo le legalizzazioni, e i ragazzi che venivano da Tiburtino terzo o Pietralata mi dicevano ‘legalizzala Marco’. Oggi nel mondo, anche negli Stati Uniti, si sta affermando la posizione ‘legalizzazione’ per tutela degli ultimi”. “Il Presidente della Repubblica ha saputo esprimere un punto di vista non tradizionale per la partitocrazia”. Anche negli Stati Uniti “il Presidente è in dialettica formale con il Parlamento”. “Il presidenzialismo esalta, nelle strutture democratiche, il potere dei rappresentanti del popolo”. “Sento come urgenza del soggetto Partito radicale transnazionale, perché la possibilità c’è, di contribuire per esempio attraverso le cose che ha individuato Aldo Loris Rossi per aiutare la Cina a uscire fuori dalla situazione potenzialmente sia splendida sia terrorizzante per le dimensioni storiche che ci sono. Quindi ho chiesto ad Emma un aiuto per entrare in contatto con l’ambasciatore cinese nuovo per raggiungere Pechino come due mesi fa mi è riuscito a farlo attraverso l’ambasciata cinese e italiana all’Onu”. Il dibattito a distanza con le autorità cinesi su Prt, uiguri e tibetani
    17:13 Durata: 37 min 42 sec
  • Il dibattito pre-Congresso di Radicali Italiani: “Non so se andrò al Congresso di Radicali Italiani”. “Non è automatico che vada”. “Io ritengo che di qui al Congresso le cose circostanti e gli impegni che posso avere, devo fare la riserva: dipende anche da quello che accade dopo questo Comitato in vista di quel Congresso. E’ una riserva politica. In questo momento ho voluto sottolineare che la gestione di Radicali Italiani la ritengo politicamente assolutamente insoddisfacente. Noi cediamo al naturale istinto di fare roba all’italiana invece di fare come italiani il fronte del Partito radicale transnazionale”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito attorno a Radicali Italiani. Pannella: “Radicali Italiani non è ‘i Radicali italiani’. Sono intervenuto e devo dire che una qualche critica posso farla: Capezzone mi ascoltò; siccome giocava un po’ sul fatto che lui la notte andava un po’ in televisione, era ‘segretario dei Radicali Italiani’, io gli dicevo ‘non fare l’astuto, tu sei segretario di Radicali Italiani’ e ogni volta che viene millantato questo nome non è vero, è semplicemente un’associazione che ha quel nome. A questo punto c’è un problema, di cui mi sono fatto carico oggi: visto che solo il segretario di Radicali Italiani ha una sua presenza fissa settimanale in quanto tale in Radio… Visto che sono 7 le organizzazioni che compongono il Partito radicale, mi parrebbe che ce ne voglia una a mattina, sarebbe una cosa interessante che gli ascoltatori di ogni tipo sapessero che per mezzora c’è uno dei soggetti, che c’è questo palinsesto compatibile con altri impegni istituzionali della Radio”. Si tratta di “alimentare il contributo delle Associazioni che hanno avuto il merito di costituire il Partito radicale”. Sul palinsesto di Radio Radicale. “Non so se andrò al Congresso di Radicali Italiani”. “Non è automatico che vada”. “Io ritengo che di qui al Congresso le cose circostanti e gli impegni che posso avere, devo fare la riserva: dipende anche da quello che accade dopo questo Comitato in vista di quel Congresso. E’ una riserva politica. In questo momento ho voluto sottolineare che la gestione di Radicali Italiani la ritengo politicamente assolutamente insoddisfacente. Noi cediamo al naturale istinto di fare roba all’italiana invece di fare come italiani il fronte del Partito radicale transnazionale”. “Io non sono per lo scioglimento di qualcosa che fa parte della nostra durata come forma. Tanto è vero che ho già detto che il problema mio è rispettare le associazioni costituenti del Partito, sicché non voglio abolire l’intervento settimanale del segretario di Radicali Italiani, ma voglio invece che la Coscioni, Caino, anche l’Era perché ci credo” abbiano il loro spazio. Per Pannella le prossime priorità internazionali sono “il diritto alla verità” e “la lotta che da noi è ripresa, quasi soli, avendo individuato il motivo della peste umana politicamente parlando, cioè la Ragion di Stato che prevarica lo Stato di diritto”
    17:51 Durata: 20 min
  • La Rosa nel Pugno alle elezioni regionali in Basilicata e la candidatura di Elisabetta Zamparutti a presidente della Regione

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Il 17 e il 18 del mese prossimo si tengono in Basilicata le elezioni regionali. Abbiamo già deciso, credo che in questo momento si stanno presentando le liste, ci vogliono 500 sottoscrittori per il collegio di Potenza e 500 per Matera. Quello che vorrei ribadire è che le depositiamo come Rosa nel Pugno, con alcune variazioni sulle denominazioni che circondano la Rosa. Abbiamo aggiunto anche il termine ‘credenti’ per suscitare un dibattito, correggendo il ‘cristiani’ con ‘credenti’. Al primo posto, cominciando dal basso, c’è Emma Bonino. Avevo il penultimo posto, ma viene l’ex procuratore generale Bonomo, quindi io sono terzultimo”. “Poi in questa lista mi pare probabile che, tenendo presente dei dati oggettivi anche di stranezza, è candidata governatrice una persona nata non in Lucania ma nell’Alto Veneto, Elisabetta Zamparutti. E’ una provocazione: intanto è l’unica donna che mi risulti candidata a quella carica da molto tempo in Basilicata, ma poi questa donna ha una caratteristica, se noi prendiamo tutti i parlamentari lucani, la caratteristica – grazie alla sua collaborazione con Maurizio Bolognetti – è di avere, lei da sola, rappresentato il 35 per cento degli strumenti parlamentari – interrogazioni, interpellanze e mozioni – in cui venga citata la Basilicata, rispetto agli altri 5 eletti”. Maurizio Bolognetti sarà invece “capolista”. L’aiuto per la raccolta firme di compagni da tutta Italia. L’invito a premiare con la preferenza il capolista Bolognetti
    18:11 Durata: 10 min 30 sec
  • La raccolta referendaria, il contributo decisivo di Berlusconi al successo della raccolta sui quesiti pro riforma della giustizia e l'atteggiamento di Renzi: “Adesso Renzi ha detto: non li firmo i referendum, perché deve decidere il Parlamento. Longo ha preso quella responsabilità ma, come evidente, gli epigoni di Longo, dalla dignità drammatica, diventano con Renzi – come si dice – una comica”. Ancora sulle elezioni in Basilicata e sul ruolo di Radio Radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La sorte dei referendum. Il superamento delle 500mila firme necessarie per il deposito in calce ai 6 quesiti della giustizia e non per “il primo blocco di quesiti, quelli di Cambiamo noi, dove ci sono i più tradizionali obiettivi radicali”. La battaglia contro lo sterminio per fame nel mondo. Un altro commento sul “favoloso Renzi” che “vuole rottamare”: “Io non ho mai voluto rottamare i giovani, la storia radicale lo dimostra, mi pare. Lui invece vuole rottamare gli anziani. Il problema è che questo lo può fare uno che conosce l’anzianità; lui invece viene fuori tutto allegro, disinvolto, a Sky Tg ho visto la scena che gli è stata preparata per fare i suoi comizi, si trova oggi a ripetere una delle più inaudite espressioni del vecchio Pci. Quella in cui un compagno comunista rispettabilissimo come Luigi Longo, nel dicembre che doveva precedere quel referendum sul divorzio che l’Europa salutò dicendo che eravamo entrati in Europa grazie ai Radicali, che disse ‘questo referendum non si deve tenere perché sarebbe una iattura’”. Da qui l’idea di presentare un emendamento parlamentare alla Legge Fortuna. “Adesso Renzi ha detto: non li firmo i referendum, perché deve decidere il Parlamento. Longo ha preso quella responsabilità ma, come evidente, gli epigoni di Longo, dalla dignità drammatica, diventano con Renzi – come si dice – una comica”. Pannella ricorda il contributo decisivo di Berlusconi alla raccolta referendaria. L’attesa per le elezioni regionali in Basilicata. L’auspicio che vengano compagni dalle regioni vicine per raccogliere le firme e anche “assicurare un apporto alla campagna elettorale, spontaneo e radicale”. La candidatura di Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. “Per l’orografia del posto, in Basilicata spesso Radio Radicale non si sente bene. Spero che per le elezioni riusciremo a fare della Basilicata la regione – di quella zona – in cui Radio Radicale sarà meglio ascoltata”. Ancora sul palinsesto di Radio Radicale. Il possibile potenziamento delle trasmissioni di Aldo Loris Rossi e Enrico Salvatori
    18:21 Durata: 23 min 50 sec
  • Il ruolo di Emma Bonino come ministro degli Esteri: “A questo punto io devo dire che il vero problema è che in Italia il riconoscimento di Emma da parte del popolo c’è, ma grazie alla partitocrazia anti-costituzionale italiana, nessuno sembra quasi che possa ritenere che se vuole testimoniare stima e dare maggiore forza ad Emma bisogna votarci”. “Urgenza prioritaria è far conoscere quello che è Emma”. Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il ruolo di Emma Bonino come ministro degli Esteri: “A questo punto io devo dire che il vero problema è che in Italia il riconoscimento di Emma da parte del popolo c’è, ma grazie alla partitocrazia anti-costituzionale italiana, nessuno sembra quasi che possa ritenere che se vuole testimoniare stima e dare maggiore forza ad Emma bisogna votarci”. “Urgenza prioritaria è far conoscere quello che è Emma”. Conclusioni
    18:45 Durata: 13 min 29 sec