08 APR 2003

Intervento di Marco Cappato sulla riforma delle convenzioni sulle droghe

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 4 min 22 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Marco Cappato sulla riforma delle convenzioni sulle droghe", registrato a Parlamento Europeo martedì 8 aprile 2003 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Cappato (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Tra gli argomenti discussi: Afghanistan, Aids, Antiproibizionisti, Cannabis, Controlli, Criminalita', Droga, Onu, Oppio, Parlamento Europeo, Proibizionismo, Tossicodipendenti, V.

La registrazione video ha una durata di 4 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Marco Cappato

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    Signor Presidente, signor Commissario, ci sono dei colleghi che hanno deciso di intervenire non sulla relazione Buitenweg ma su delle motivazioni o sulla raccomandazione che l'ha ispirata. Questi colleghi trovano comodo cercare di dividere quest'Assemblea tra chi è contro le droghe, come loro, chi è a favore dei nostri ragazzi, dei nostri giovani, come loro, e chi invece è a favore delle droghe e vorrebbe tutti i nostri giovani morti. Prima di tutto diciamo che la droga oggi è la vostra droga, è la droga libera: libera di essere gestita dalla mafia, dalla criminalità organizzata, libera di ammazzare di overdose, libera di ammazzare di AIDS, libera di ammazzare nelle piazze e nelle strade delle nostre città. Noi, antiproibizionisti, semmai, contro la vostra droga libera e criminale, siamo per il controllo, siamo per la legge e per la legalità. Siamo per trattare chi consuma le droghe - quelle legali e quelle illegali di oggi - come dei consumatori, eventualmente come dei malati, ma non come dei criminali. Non si capisce come si possa fare la vostra prevenzione nei confronti di persone che vengono trattate come criminali. Fortunatamente, oggi il Parlamento europeo è chiamato a dibattere di ciò che è di sua competenza: non quindi della questione della droga libera, legale, proibita, ma di una valutazione ed eventuale riforma delle attuali politiche. Voi, con questo vi dovete confrontare, e con questo rifiutate di confrontarvi. Nel 1998 le Nazioni Unite, sotto le vostre Convenzioni internazionali, hanno detto: "Lanciamo un piano di dieci anni: 1998-2008, un mondo libero dalle droghe, A drug-free world: We can do it ". Questo era il grande slogan . E' stato provato di tutto, anche gli accordi finanziari con i talebani, soldi europei che sono stati dati al regime talebano, prima dell'11 settembre, per comprare l'eradicazione delle coltivazioni di oppio; abbiamo comprato le fumigazioni delle valli nelle Ande in Sudamerica, abbiamo comprato gli elicotteri, gli eserciti, abbiamo comprato la militarizzazione delle nostre società. Dopo cinque anni abbiamo la crescita del consumo di droghe, della produzione, la diversificazione del mercato, sempre più droghe, sempre più aggressive, nuove molecole, nuove sostanze. Ci troviamo dunque, oggi, dopo cinque anni, a confrontarci con una situazione di fatto, non con un dibattito ideologico. Quello che chiediamo, quello che chiede la relazione Buitenweg, è di accettare una valutazione dei risultati. Se oggi fossero applicate le nostre politiche al governo, credo che noi saremmo disposti ad accettare questa valutazione. Non si capisce perché voi non lo siate; anzi, si capisce perché: quando c'è un'ideologia, quando si trasferisce una morale dalla morale individuale di ciascuno di noi - e non credo che la mia sia necessariamente peggiore della vostra - a una morale di Stato, si costruisce lo Stato etico, e il proibizionismo si trasferisce dalle droghe al dibattito, alla scienza, tanto da trattare la cannabis e la foglia di coca come l'eroina. Vorrei vedere se sareste d'accordo a questa parità di trattamento, se fosse vostro figlio o vostra figlia ad essere consumatore o abusatore di cannabis o di eroina! Il discorso potrebbe andare oltre, ma ho finito il tempo a mia disposizione. Spero che i deputati di ogni parte politica accettino quantomeno la sfida del dibattito e della valutazione, non quella del confronto ideologico.
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