10 NOV 2013
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 10 novembre 2013 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    L’annuncio della ripresa dell’azione nonviolenta da parte di Marco Pannella perché il Parlamento dia seguito al messaggio presidenziale su carceri e giustizia. La questione Dalai Lama
    17:00 Durata: 1 min 53 sec
  • Pannella: “Ritengo sia urgente aprire, come titolo di prima pagina di queste nostre due ore, con una intervista che il Dalai Lama ha fatto ieri al Financial Times; una intervista pubblicata con molto rilievo, nella quale il Dalai Lama dice testualmente: ‘Noi siamo per restare nella Repubblica cinese con tutte le garanzie che evidentemente oggi devono essere assicurate al nostro popolo e a qualsiasi altro’. Una eco di quelle affermazioni che lui e Rebya Kadeer hanno già fatto: a noi quello che interessa è in fondo, in modo preliminare, che vi sia democrazia, diritto per il popolo Han, cioè per i cinesi che possono essere vissuti come ‘occupanti’. Di conseguenza vorrei subito anticipare che a mio avviso il Dalai Lama, che ha avuto già nel 1989 un Premio Nobel, possa essere ricandidato nuovamente quando non ci sono precedenti a mia conoscenza di Premi Nobel dati due volte allo stesso personaggio”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: “Uscire da una flagranza di reato rispetto al diritto positivo contemporaneo, europeo, internazionale e italiano, nel quale il nostro Stato si trova essendo produttore di tortura, di negazione di diritti umani e del diritto positivo”. “Ma ritengo sia urgente aprire, come titolo di prima pagina di queste nostre due ore, con una intervista che il Dalai Lama ha fatto ieri al Financial Times; una intervista pubblicata con molto rilievo, nella quale il Dalai Lama dice testualmente: ‘Noi siamo per restare nella Repubblica cinese con tutte le garanzie che evidentemente oggi devono essere assicurate al nostro popolo e a qualsiasi altro’. Una eco di quelle affermazioni che lui e Rebya Kadeer hanno già fatto: a noi quello che interessa è in fondo, in modo preliminare, che vi sia democrazia, diritto per il popolo Han, cioè per i cinesi che possono essere vissuti come ‘occupanti’. Credo che questa dichiarazione, in questo momento, ci aiuta nel dedicare iniziativa politica – non solo commento politico – rispetto a una delle situazione del mondo contemporaneo più difficili, interessanti e determinanti in buona parte del nostro presente e futuro vicino. Di conseguenza vorrei subito anticipare che a mio avviso il Dalai Lama, che ha avuto già nel 1989 un Premio Nobel, possa essere ricandidato nuovamente quando non ci sono precedenti a mia conoscenza di Premi Nobel dati due volte allo stesso personaggio. Ma credo che diventi opportuno perché è indubbio che da qualche decennio i Premi Nobel sono stati dati in base alle attualità politiche, anche partigiane: per cui abbiamo Obama Premio Nobel per la Pace con i suoi droni, con le sue Guantanamo e la sua tutela della ragion di Stato di Bush e Blair”. “Non è certo la prima volta, con Obama, che si può dire siano stati un po’ ‘prematuri’ nel darglielo”. “Oggi riproporre il problema di dare forse per due volte, per la prima volta, il Premio Nobel, per premiare comportamenti duraturi e durevoli, anche per l’importanza oggettiva di una iniziativa che si prende. A mio avviso l’intervista data ieri, e sparata con grande rilievo al Financial Times – devo a Emma Bonino la segnalazione, l’abbiamo scorsa insieme tornando da Matera”. “A me pare che sarebbe l’ora, vista la straordinaria importanza di una dichiarazione ufficiale del Dalai Lama, mentre ancora due mesi fa Pechino – ufficialmente rivolta a noi – chiedeva di cessare dall’attenzione che noi davamo per accreditare le posizioni uigure e tibetane. Abbiamo risposto allora, e la risposta in realtà è stata positiva”. “Avendoci loro minacciato di chiedere in apertura dell’Ecosoc la nostra messa sotto giudizio, con punizioni come anche la sospensione o l’espulsione, noi abbiamo risposto ‘no’ perché i risultati di questa nostra attenzione vanno a favore del popolo e anche dello Stato cinese”. Per Pannella c’è stata, nel Dalai Lama, “la crescita di una posizione”; il parallelo dei rapporti tra Trento, Bolzano e Roma. “Sarebbe assolutamente giustificato che un Premio Nobel venisse configurato per la seconda volta per il Dalai Lama, innovando perché non mi pare esistano Premi Nobel dati due volte allo stesso individuo”. Sulle derive estremistiche e violente anche nel buddismo in Asia; il caso dei “giovani tibetani”
    17:01 Durata: 27 min 2 sec
  • Pannella e il dibattito sul federalismo europeo: “In Spinelli c’era una previsione quasi ossessiva. Lui diceva: quando questo mondo, quello del 1941 contro il quale proponeva l’alternativa federalista e democratica, sarà finito, sapete cosa diranno? Noi Stati nazionali non siamo più fascisti, nazisti, eccetera, ma democratici. E questo lui lo scrive: a quel punto, dicendo che sono democratici, cosa che non possono essere per le dimensioni stesse della realtà e del mondo, questo sarà il momento più pericoloso. E ci siamo”. Pannella torna a evocare la tentata “rivincita della ragion di Stato contro lo Stato di diritto, dopo la vittoria concettuale di tre secoli fa della monarchia costituzionale rispetto alla monarchia assoluta”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito italiano sul federalismo europeo, le opinioni confliggenti di Panebianco e Scalfari. Pannella: “Da qualche settimana abbiamo annunciato che disponendo - e avendo ritrovato - una traduzione in cinese del Manifesto di Ventotene, la nostra iniziativa politica era quella di confermare come il contributo spinelliano e della nostra storia è contributo non solo per teorizzazioni di Amartya Sen”. “Non è detto che queste opposizioni includano motivi che appartengano alla nostra storia. Dipende da chi dice ‘viva il federalismo’. Proprio sul giornale di Scalfari ho avuto però una piacevole sorpresa: c’era un intervento di Barbara Spinelli nel quale diceva che Snowden e questo tipo di signori che fanno questi servizi sono ‘eroi’ e non ‘traditori’”. “In Spinelli c’era una previsione quasi ossessiva. Lui diceva: quando questo mondo, quello del 1941 contro il quale proponeva l’alternativa federalista e democratica, sarà finito, sapete cosa diranno? Noi Stati nazionali non siamo più fascisti, nazisti, eccetera, ma democratici. E questo lui lo scrive: a quel punto, dicendo che sono democratici, cosa che non possono essere per le dimensioni stesse della realtà e del mondo, questo sarà il momento più pericoloso. E ci siamo”. Pannella torna a evocare la tentata “rivincita della ragion di Stato contro lo Stato di diritto, dopo la vittoria concettuale di tre secoli fa della monarchia costituzionale rispetto alla monarchia assoluta”. “Noi come forza radicale abbiamo detto che il problema, di nuovo, della peste italiana, è che di nuovo le forze che negli anni ’20 da un Paese marginale come il nostro hanno fatto divampare il mondo attraverso colori diversi, ma per l’affermazione della violenza dello Stato”, si fanno avanti. “Noi adesso dovremo in queste settimane portare avanti un dialogo con qualche carta positiva in più rispetto a due mesi fa, perché come il Dalai Lama è informato di questo dibattito che si è aperto tra noi e i cinesi, a questo punto mi pare stanno con molta energia e franchezza confermando la convinzione della agibilità politica come scelta politica e non solo ideologica loro”
    17:28 Durata: 13 min 15 sec
  • L'affaire Cancellieri: “Il pudore e l’intelligenza dovrebbero indurre perfino Renzi a stare zitto, perché questo è un sistema nel quale dalle Leggi Mosca a tutta la realtà dei privilegi costanti, finanziari, di soldi e di posizioni giuridiche della componente della sinistra partitocratica, è indubbio!”. “Queste cose sono comuni al centro-sinistra e al centro-destra, le fanno insieme e quindi non le dicono”. “Io apprezzo, in una realtà di questo tipo, che la ministra non ha avuto un riflesso che sicuramente comunisti e dell’altra parte avrebbero avuto, di prudenza - dice: ‘Sì, è vero, magari questa cosa è ingiusta e bisogna risolverla, ma lo farò con prudenza, non lo dichiaro’ - Bene, io ho apprezzato questo da lei che ha già detto che l’amnistia è un imperativo morale, civile, politico e soprattutto strutturale, e l’ha detto da ministro”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella. Si tratta di “rivendicare ancora il diritto degli Italiani di conoscere la tesi e la scelta che noi proponiamo”. “Non in un solo dibattito a 3-4 milioni è stato permesso di parlare di questo: la flagranza che noi denunciamo del nostro Stato dei peggiori reati contemporanei”. La vicenda che ha coinvolto il ministro della Giustizia, Cancellieri: “Io direi che la questione della Cancellieri, io l’ho sentita, tutto questo dibattito non mi ha dato elementi di maggiore o migliore comprensioni della richiesta di dimissioni da parte di Matteo Renzi”. Richiesta tra l’altro arrivata dopo il dibattito in Aula: “Se lui opportunista com’è, ha il tempo per ripetere una esigenza, una posizione che ritengo francamente immeritata…”. “Che ci siano dei rapporti sociali, per composizioni sociali, quindi anche socio-economici e di ambiente… Ma non che il fatto economico diventi il motivo principale”. “Il pudore e l’intelligenza dovrebbero indurre perfino Renzi a stare zitto, perché questo è un sistema nel quale dalle Leggi Mosca a tutta la realtà dei privilegi costanti, finanziari, di soldi e di posizioni giuridiche della componente della sinistra partitocratica, è indubbio!”. “Queste cose sono comuni al centro-sinistra e al centro-destra, le fanno insieme e quindi non le dicono”. “Io apprezzo, in una realtà di questo tipo, che la ministra non ha avuto un riflesso che sicuramente comunisti e dell’altra parte avrebbero avuto, di prudenza - dice: ‘Sì, è vero, magari questa cosa è ingiusta e bisogna risolverla, ma lo farò con prudenza, non lo dichiaro’ - Bene, io ho apprezzato questo da lei che ha già detto che l’amnistia è un imperativo morale, civile, politico e soprattutto strutturale, e l’ha detto da ministro. Allora una che prende queste posizioni, e che in base a questo si fa subito molti nemici ideologici, viscerali, io a questo punto ho ammirato il fatto che lei subito ha detto: ‘Noi abbiamo queste conoscenze familiari da due generazioni con i Ligresti…’”. Il ruolo di Marco Travaglio nella sinistra; la continuità di alcune posizioni pro Stato di diritto tra Indro Montanelli e Vittorio Feltri, “sicuramente a intermittenza, ma di una intermittenza che va più dalla parte positiva che da quella negativa”
    17:42 Durata: 13 min 44 sec
  • Gli equilibri nella galassia radicale e i limiti del Congresso di Radicali Italia conclusosi da una settimana. La campagna per le elezioni regionali in Basilicata: “Continua quella condizione per la quale in questa partitocrazia le elezioni si fanno finché la gente non ha avuto modo di capire una pera. Andiamo a rivotare i soci perché sono gli unici che stanno da Santoro e tutti quanti. E questo è dimostrato su dati certi e incontestabili del Centro d’Ascolto. Io non ho proposto di fare della Lucania l’isola rispetto alla partitocrazia italiana, noi dicevamo ‘facciamo della Lucania e delle lotte che sono state presenti tesoro per provare a supplire alla anti-democrazia di regime’”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Gli equilibri nella galassia radicale a una settimana dal Congresso di Radicali Italiani. Pannella a Bordin: “Fino a prova del contrario Radicali Italiani ha eletto Rita Bernardini, e Rita Bernardini non è esattamente quello che viene da te attribuito solo al Partito radicale?”. Scambio tra Pannella e Bordin sul giudizio su Radicali Italiani e sul Partito radicale. Il voto sul Comitato e i risultati arrivati in ritardo: “Era un po’ il nulla, non si capiva che facevano. Nel senso che come era stato concepito il Congresso, era un modo di concepirlo senza rispettare regole e precedenti, improvvisando, e quindi andando un po’ nel piccolo caos costantemente, fra cui il fatto che non si capiva con quale legge elettorale si votava”. Le critiche di Pannella al Congresso, esplicitate per tempo, da “qualcuno che durante il Congresso, avendo avuto solo la prima mattina dietro, a un certo punto sottolineava questo aspetto: in tutto questo non c’è né capo né coda”. Le elezioni nella Regione Basilicata: “Questa battaglia importante – contrariamente che per i grillini - per noi ha una sottolineatura: guardate, qui possiamo strappare una evidenza maggiore su una cosa o l’altra, ma nel nostro Paese i talk show, tutto quanto che continua a rovinarci addosso, è profondamente antidemocratico; se a livello locale, grazie a Maurizio Bolognetti e alla nostra presenza lì in modo anche simbolico, può avere una maggiore eco sul 2-5% in più, perché contemporaneamente su tutti i talk show ci sono tutti, a cominciare da Grillo, tranne noi. Conseguenza: continua quella condizione per la quale in questa partitocrazia le elezioni si fanno finché la gente non ha avuto modo di capire una pera, andiamo a rivotare i soci perché sono gli unici che stanno da Santoro e tutti quanti. E questo è dimostrato su dati certi e incontestabili del Centro d’Ascolto. Io non ho proposto di fare della Lucania l’isola rispetto alla partitocrazia italiana, noi dicevamo ‘facciamo della Lucania e delle lotte che sono state presenti tesoro per provare a supplire alla anti-democrazia di regime’. Questo non è da rivoluzione. Infatti Emma, contrariamente a me, ha sottolineato un altro aspetto: quando c’è un Radicale, cambia tutta la situazione”
    17:55 Durata: 17 min 28 sec
  • La situazione del Governo e la sua tenuta. Silvio Berlusconi e i rapporti con “il suo entourage che l’ha occupato”: “Si è difeso chiudendosi in una trappola, invece di difendersi davanti alla Cedu e a tutti, dimostrando il combinato disposto tra lo specifico partitocratico italiano dell’obbligatorietà dell’azione penale e l’accanimento partitocratico di questo ceto privilegiato che ci racconta in modo incontestato Di Federico”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La situazione del Governo e la sua tenuta. Silvio Berlusconi e i rapporti con “il suo entourage che l’ha occupato”: “Si è difeso chiudendosi in una trappola, invece di difendersi davanti alla Cedu e a tutti, dimostrando il combinato disposto tra lo specifico partitocratico italiano dell’obbligatorietà dell’azione penale e l’accanimento partitocratico di questo ceto privilegiato che ci racconta in modo incontestato Di Federico”. I magistrati, “quando entrano in carriera, finiscono tutti quanti al massimo degli stipendi e al massimo grado: maggiore riuscita corporativista e anti-meritocratica credo che non esista”. “Una delle cose più gravi accaduto nel nostro Paese è il fatto che quello che per almeno 10 anni ha costituito la vicinanza solida, d’amicizia, di Gianni Letta, sia venuta completamente accantonando e fatta fuori. Era tipico, perché tutte le cose che abbiamo fatto assieme – sono tante, importantissimi, parlo della Corte penale internazionale e degli eletti di Forza Italia, Stanzani e Bonino per esempio, non io…”. Le proposte grilline sul “reddito di cittadinanza” e il legame con certe iniziative radicali contro “la sindacatocrazia”. Ancora su Berlusconi e sulla discussa compravendita di parlamentari: “La cosa divertente, sintomatica: ci fosse un cane che ha ricordato gli otto senatori (eletti ma non nominati, quelli della Rosa nel Pugno, ndr)! Cioè, quello è un tentativo supposto e da verificare, ma una cosa che ha funzionato e su cui non c’è dubbio, che spiega anche la crescita di Zanda come ceto dirigente di questo partito, perché lui questa cosa l’ha seguita nei dettagli. E su quegli 8 c’è qualcuno che ha detto ‘facciamo un’inchiesta’? Silenzio assoluto, a destra, a centro e a sinsitra!”
    18:13 Durata: 18 min 7 sec
  • “Il problema italiano” del diritto all'informazione e l'appello ai cittadini della Basilicata: “Noi abbiamo proposto loro: sentite, voi qui avete avuto maggioranze nazionali identiche; sulla Bonino, la preferita di tutti quanti, uomini e donne, voi avete dato addirittura due punti in più della media nazionale in varie occasioni; adesso la Bonino è candidata qui, siamo solo noi, ci sono io e via dicendo, beh voi che non vi spiegavate come mai tutti vogliono la Bonino e poi la Bonino ha l’1-3 per cento, state attenti, adesso succederà a voi come riflesso. Vogliamo spendere questi 4-5 giorni per fare arrivare questo alla gente. Dubito che sia facilmente realizzabile, però sono molto attento, anche per piccole cose”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Il problema italiano passa attraverso qualcosa di individuato dall’Autorità garante delle comunicazioni, individuato dal Tar del Lazio, individuato da… Ma sul quale non c’è nessuna conseguenza. Siccome per il momento non sono riusciti a spegnere Radio Radicale, e speriamo che per molto tempo non ci riescano, a questo punto il problema è che non si vada oltre l’ascolto possibile di Radio Radicale. Perché con la sola conoscenza della voce radicale di Radio Radicale, noi sappiamo che l’incidenza sull’elettorato e sul popolo elettore è quello che è, cioè è marginale, perché poi hai il bombardamento di Santoro, di tutti gli altri, con la chiamata a fare una delle parti principali anche a Beppe Grillo”. “Il vero problema è che per loro, per il momento, grazie anche all’uso che fanno di Beppe Grillo, è possibile sopportare Radio Radicale che non incide minimamente nella realtà politico-istituzionale (…) e nella pressione che insegue tecnologicamente il cittadino in ogni momento. Hanno il terrore che ci ascoltino”. “Per i lucani, per tutti quanti, loro hanno delle piccole televisioni locali, ma i grandi momenti di informazione, di dibattito, in cui il Paese è raccolto per sentire le stesse cose, su quelle anche in Basilicata non esistono eccezioni. Quindi dobbiamo vedere. Adesso nei prossimi giorni abbiamo anche Grillo lì; sarà una favola, perché lo chiameranno e potrà parlare a 20 milioni di persone”. “Noi abbiamo proposto loro: sentite, voi qui avete avuto maggioranze nazionali identiche; sulla Bonino, la preferita di tutti quanti, uomini e donne, voi avete dato addirittura due punti in più della media nazionale in varie occasioni; adesso la Bonino è candidata qui, siamo solo noi, ci sono io e via dicendo, beh voi che non vi spiegavate come mai tutti vogliono la Bonino e poi la Bonino ha l’1-3 per cento, state attenti, adesso succederà a voi come riflesso. Vogliamo spendere questi 4-5 giorni per fare arrivare questo alla gente. Dubito che sia facilmente realizzabile, però sono molto attento, anche per piccole cose”. La presenza di Kok Ksor, leader dei Montagnard, a Matera negli anni passati. La forza del “controllo sociale” in Basilicata. Il processo Bassolino: “La linea della giustizia napoletana era difensiva di Bassolino perché fanno parte dello stesso regime”
    18:31 Durata: 21 min
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Ritengo che si debba mobilitare l’intellettualità, se esiste, quella più libera e meno dipendente da destra e sinistra, sul problema del Premio Nobel che ho posto. E’ indubbio che da due o tre decenni, dal fronte mediorientale – israeliano, palestinese – abbiamo avuto dei Nobel ‘di congiuntura’, e a mio avviso anche con il povero caro Obama c’è stato un po’ un fatto di congiuntura, non aveva avuto il tempo di meritare un Nobel per la Pace, e perciò forse sarebbe il momento di porre il problema che va restaurata la visione del Nobel che si dà a delle esistenze e non a dei gesti del momento”. “Non credo ci siano stati dei Papi Nobel per la Pace. A mio avviso, da quello che credo di sentire, forse delle novità di questo genere la storia ce le sta per offrire”. Conclusione sull’iniziativa nonviolenta che riprende per le questioni giustizia, carceri e legalità dello Stato italiano
    18:52 Durata: 7 min 22 sec