La seconda festa di Left Wing - Attraverso. La politica per uscire dalla crisi

Sette sì buona sera a tutti
Pervenuti a questa seconda giornata della festa diretto in via io presento subito gli ospiti propri dimenticarmi allora comincio vere ne finali che è deputato discetta civica
Gennaro Migliore che Capogruppo di Sinistra e Libertà la Camera dei deputati Antonio Misiani e che il parlamentare del Partito Democratico siamo in attesa dovrebbe arrivare il ministro Poletti il Ministro del lavoro che purtroppo ha bloccato per una riunione
L'argomento che
Ci hanno assegnato da discutere questa sera con i nostri ospiti si intitola la politica per uscire dalla crisi o se vogliamo essere maliziosi attraverso la politica per uscire dalla crisi
E a me è stato assegnato il compito di introdurre il dibattito rilanciare il pallone di stimolare un po'la discussione tra i nostri invitati
Ora io partirei da un argomento che diciamo che è stato oggetto di dibattito sui giornali la settimana scorsa che sono state le raccomandazioni della Commissione europea
Per quanto riguarda il nostro Paese trattare raccomandazioni sono state fatte a tutti i Paesi come consuetudine
E si è parlato di questa raccomandazione al nostro Paese curiosamente ci si è concentrati esclusivamente sulle raccomandazioni che hanno
Ha riguardato la finanza pubblica molto poco sul resto
Eppure appunto il malloppo che la Commissione europea ci ha consegnato
Era molto articolato e anche molto interessante
E conteneva quota appunto il giudizio sull'al Programma di stabilità anche tutta una valutazione sullo stato di avanzamento
Ho che il nostro Paese ha raggiunto per quanto riguarda i dati il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla gente Europa venti venti che era figlia
Più o meno legittima della prima Agenda di Lisbona
E c'è una tutta una valutazione un giudizio su il Programma nazionale di riforma che il Governo ha presentato anche quel giudizio con luci e ombre adesso discuteremo
E ma cosa che però ha catturato la mia attenzione anche guardando in suggerimenti la raccomandazione che la Commissione ha dato anche agli altri Paesi è che la ricetta
Con le dovute differenze dovute appunto lo stato di avanzamento verso questi obiettivi dell'Agenda Europa venti venti uguale per tutti quindi diciamo che il tipo di riforme da attuare
Più o meno uguale per tutti flessibilizzazione del mercato liberalizzazione di alcuni servizi servizi pubblici locali ad esempio
Diciamo una un minore allentano allentamento delle regole del mercato del lavoro una maggiore mobilità dei fattori di Somma
Qualcosa che c'è consueto qualcosa che siamo abituati a sentire perché è la stessa cosa che leggiamo in tutte le raccomandazioni da vent'anni a questa parte
La cosa è interessante perché se andiamo a vedere invece cosa è successo e cosa sta succedendo nel resto del mondo lasciamo i paesi emergenti perché
Stanno in uno stadio di sviluppo diverso ma se guardiamo ad esempio gli Stati Uniti
E dibatto lì è molto diverso sia in politica ma anche dal punto di vista sui giornali dibattito culturale
Ne ha e interessanti che in Europa questo questa forma di discussione non non c'entra l'orario partirà dei veneti in agli secondo te
è davvero necessario in Europa proseguire su questo tipo di riforme o anche da noi forse necessario aprire un attimo l'orizzonte a cominciare a guardare anche a qualcos'altro come stanno facendo degli Stati Uniti
Maggio
Io penso che in realtà avendo anche io capisco tanti anni negli Stati Uniti è a me sembra che in realtà le cose su tanti versi funzionino molto meglio nel senso
Le misure che hanno fatto non è che stiamo fa a livello loro sul fronte per esempio delle liberalizzazioni dell'apertura del mercato della concorrenza dell'istruzione della ricerca
Lo rosso noi siamo decenni indietro e senza difficile fare un confronto fra i due sistemi perché sono due sistemi completamente diversi
E mi sembra che in realtà se si va a guardare i tassi di crescita degli erano solleva rissa ma sa quali
Acqua le statistiche magari si confrontava con la Cina con l'India probabilmente però se noi confrontiamo i tassi di crescita dell'Italia degli anni
Ottanta novanta osti in particolare gli anni Novanta gli anni due mila rispetto alla crescita che ha avuto gli Stati Uniti negli anni Novanta gli anni due mila non c'è confronto tant'è vero che tutti gli effetti della rivoluzione
Diciamo informatica delle nuove tecnologie eccetera negli Stati Uniti hanno avuto modo di esplicarsi molto sia in termini occupazionali che in termini di innovazione tecnologica che in termini di disciplina di crescita
Anche del del PIL mentre da noi praticamente se guardiamo anche l'andamento del nostro PIL negli anni
Dopo diciamo le rivoluzione di internet eccetera negli Stati Uniti così come in altri Paesi anglosassoni e del nord Europa hanno avuto un picco così
Danno voi hanno fatto appena appena così si è sentito appena c'è il nostro INCE farlo grammo in questi vent'anni è stato quasi piatto
Quindi noi abbiamo avuto poi
è ovvio che le spiegazioni sono molto complesse e non è che uno può dare la colpa a una una legge una cosa ci sono delle spiegazioni molto più complesse
Però di fatto il nostro sistema delle il nostro sistema produttivo la nostra struttura economica del del mercato del lavoro le nostre regole frammenti anche l'assetto istituzionale avrà frenato non lo so però di fatto in questi venti anni gli ultimi venti anni dove abbiamo avuto da un punto di vista della crescita nel CIPE fornirli INCE fonogramma quasi piatto mentre gli Stati Uniti
Negli anni Novanta hanno avuto un'esplosione quindi poi anche
Gli anni di Clinton stati anni di grande crescita economica di grande benessere di grande innovazione anche
Tecnologica poi c'è stata chiaramente la
A la crisi la crisi del due mila sette due mila otto e però anche lì gli Stati Uniti bene o male sono riusciti stanno riuscendo in qualche modo a reagire
In maniera migliore di noi tra l'altro una cosa e poi se non facciamo il giro non voglio prendere troppo tempo
Però io per te prima della crisi dicevo io se altre persone conservavamo che Italia aveva questa struttura talmente bloccata
Per cui quando gli altri Paesi facevano il piccolo e stavamo fermi però che questa struttura così ingessata ci consentiva anche di reggere meglio l'urto delle crisi
Perché gli altri Paesi più flessibili
Quando c'era l'onda di crescita crescevano di più però quando c'era la crisi
Crollavano di più di noi per cui dicevo vedi ci sono i pro e contro nell'avere un sistema un po'ingessato in realtà la crisi del due mila sette ha sconvolto tutti questi paradigmi
Perché nonostante il il vecchio Tremonti ci dicesse a il dicesse con facesse conferenze stampa dicendo il sistema dell'Italia regge regge da Amedeo di qualsiasi altro Paese
L'Italia è stato il Paese per esempio in Europa e tra molti Paesi occidentali che ha sofferto di più della crisi e che ha subito il contraccolpo maggiore in termini di distruzione di posto di lavoro di crescita economica eccetera
Quindi evidentemente
E c'è da fare una riflessione nostra interna su come rendere il nostro sistema poi francamente il confronto con gli Stati Uniti lo lo lo trovo difficile da fare perché veramente sono
Sistemi troppo diversi e non credo che l'Europa ci stia dando ricette americane tra virgolette perché quando stiamo parlando semplicemente di
E e
Ristrutturare il nostro debito pubblico la nostra spesa pubblica per evitare di ritrovarci dei carichi di debiti mi sembra che siano cose
Abbastanza di buonsenso che ci hanno poco a che fare con le ricette diciamo liberisti americane ammesso che comunque non è che anche l'America sia poi a guardarla dal dentro non è
E poi e questo gran Paese liberista e anche loro hanno le loro sacre le loro cose vedono i loro emendamenti che infilano protezionisti genere del se ne vedono un po'di tutti i colori
Per cui io dico sicuramente l'Europa deve mettere molto di se stessa in discussioni anche le raccomandazioni europei secondo me alcune sono valide altre meno
Però insomma non non forse questo paragone con Istat non credo che l'Europa certi tipi di scimmiottare l'America abbiamo delle problematiche completamente riverse
Sì io sentirei migliore sulla stessa cosa perché ci sono curiosa di
Innanzitutto buonasera a tutti a tutti e grazie per questo invito perché in
E la seconda volta che vengo qui alla festa non so se la seconda festa penso di sì quindi
Non mi considero un habitué anche se è un'altra volta non so se per motivi politici entrando si andava verso destra
Adesso entrando si entra verso sinistra al parto
Devo dire che
Per nella politica è
Una cosa ben precisa tra le tante definizioni che si possono dare per me la politica è la sfera dove si decide
Cioè ci sono ovviamente le analisi ci sono
Coloro i quali devono dare dei contributi di merito ma a la politica e la sfera della decisione sulla base di quelle che sono gli interessi che si rappresentano
Per la politica ovviamente deve essere democratica e quindi la politica per avere un minimo contributo nella possibilità dell'uscita di uscire da una crisi come quella che stiamo vivendo deve fare il suo mestiere anche perché
Per molti versi si potrebbe dire che non ci siamo anche entrate
In questa crisi per colpa di politiche sbagliate
Sicuramente per politiche che hanno determinato
Una crescita insensata e anche in controllata di quelli che erano i livelli di speculazione finanziaria che hanno prima prodotto
Una deregolamentazione poi una crescita della bolla finanziaria e poi si è abbattuta come uno Tsunami su tante
Economie reali così vengono dette
Nel corso di questi anni le politiche e la politica le politiche concrete che sono state eseguite dai Governi e la politica in generale non hanno affrontato il tema di come
Affrontare e di come risolvere alcuni dei nodi proposti da questa crisi la crisi è stata vissuta come una specie di temporale come quello che dovrà arrivare domenica noi il
Summer sperma che dovrebbe Dini abbassare la temperatura
Tropicale che stiamo vivendo in questi giorni e quindi a quel punto dovrebbe semplicemente porsi il problema di mettere qualche toppa credo che da questo punto di vista la politica si sia preso una bella rivincita con le ultime elezioni europee
Perché le ultime elezioni europee per chi non
Volesse capire è stato chiarissimo il messaggio che i cittadini hanno mandato prima non votando in gran parte e in tanta parte dell'Europa
Disconoscendo di fatto il ruolo della Unione europea
Secondo
Dove hanno anche votate dando una risposta
Sostanzialmente che è stata quella di
Diminuire il consenso delle forze del Popolari europei
Che hanno impostato le politiche di austerità e li hanno gestito nel corso di questi anni e con la sola eccezione dell'Italia e meno male che sia stato così con una crescita piuttosto diffusa di un
Diciamo fetente di potere che sono stati determinati in questo momento dalla Commissione europea e da parte del Fondo monetario internazionale che in tante occasioni si è rivelato peraltro più progressista della stessa Commissione europea
Se dopo questi numerosi segnali ripropongono le stesse ricette significa Nando rapidamente quindi diciamo che la politica
E chi fa politica dovrebbe sottolineare che questo aspetto che ha caratterizzato gli ultimi anni e cioè
Che la mancanza di un intervento politico adeguato ha lasciato campo libero a colori quali ritenevano che del loro non fossero delle ricette ma fossero l'avevi TAR rivelata assoluta e che quindi bisognasse proseguirla per sempre fino a quando magari o esplode la zona euro oppure non ci sarà più nessuna possibilità di dare una risposta a quelli che sono i bisogni diffusi di una società complessa come quella che viviamo insomma se uno non capisce che la politica oggi ed è per questo motivo che io ritengo che molte delle iniziative che anche il nostro Governo sta prendendo in maniera
Abbastanza scontata siano comunque utili
A mettere in discussione questi equilibri che
Si sono determinati nel
Nel nel panorama politico europeo SISMI dica che si applica definitivamente al proprio ruolo di rappresentanza quindi se la politica è scelta bisogna scegliere un'altra
Stanco
E questa volta la strada deve fare i conti con quello che nel corso di questi anni è diventato più insopportabile e quello che è diventato più insopportabile nel corso di questi anni
è inutile diciamo così girarci intorno e la crescita della disuguaglianza
E sulla base della crescita dell'asse uguaglianza
L'effetto che questo porta in crescita di disoccupati di lavoratori precari
Noi adesso diciamo così in contumacia potremmo fare una polemica con il ministro Poletti ma
E del tutto evidente che se
La politica deve fare qualcosa per scegliere per decidere
Deve selezionare le priorità
E in questo momento un momento nel quale
Un'intera parte della popolazione europea e progressivamente espulsa dai processi di miglioramento della propria condizione di vita
Dovrebbe fare innanzitutto una ribaltamento delle priorità oggi ci sono scelte fino ad oggi politiche permettere in ordine i bilanci
Adesso bisognerebbe passare a politiche che riducono la disuguaglianza non è una vecchia ricetta è una ricetta dal mio punto di vista assolutamente contemporanea visto che
Tutti i Paesi in crescita
Quelli che diciamo dal Brasile fino all'India non voglio citare la Cina perché chiaramente quello è un altro
Secondo me è un altro tipo di ragionamento puntando
A
Loro sviluppo economico riducendo i tassi di disuguaglianza
Quindi se uno dovesse fare una valutazione più complessiva un po'grossolano e mi rendo conto
Si renderebbe conto che i fattori dinamici dell'attuale situazione mondiale risiedono lì dove
Si riducono le disuguaglianze
E non è un caso che la domanda di uguaglianza che arriva fino
A San Paolo del Brasile in tutto il Brasile alla vigilia
Dei campionati mondiali di calcio
Avviene proprio nel momento in cui si stanno facendo più interventi perché questa disuguaglianza si riduca ma anche nel momento in cui per esempio un gigante economico ormai come il Brasile sta crescendo di più
Allora da questo punto di vista io penso che le classi dirigenti non solo politiche ma anche
Tecnocrate idee che hanno fin qui governato l'Europa
Abbiano fallito ed è bene che vengano cambiate
Che vengano sostituite che diranno delle risposte a quello che è stato il messaggio che è stato inviato quello dei cittadini e questo il motivo per il quale io penso per esempio che noi dovremmo mettere in discussione
Il pareggio di bilancio come DOP ma
Assunto all'interno la Costituzione come la nostra
Che sostanzialmente non ha avuto neanche
La dignità di una discussione pubblica domani verrà presentate un referendum spero che qui
Proprio qui allerto meeting se ne discuta
Un referendum a al
Cambiare l'articolo ottantuno della Costituzione non so se
La Corte costituzionale l'accetterà se lo riterrà
Praticabile visto che interviene su una materia come quella del Bilancio
E che quindi normalmente dovrebbe essere esclusa ma cioè il gesto politico che ci siano
Dei soggetti non rappresentativi di una sinistra estrema ma insomma
Uno dei promotori e Paolo De Ioanna che è stato a lungo il Capo di Gabinetto credo prima di D'Alema e poi di Padoa Schioppa quando era Presidente quando era Ministro dell'economia nel Governo Prodi
Penso che insomma queste persone che chiedono varie visione di quello che diventato un doppio ma stupido quello del pareggio di bilancio nel momento in cui c'è bisogno di investimenti e crescita nuova occupazione insomma di
Allungare il tempo nel quale
Lo Stato fa un intervento non restringerlo come avviene normalmente del corso di questi ultimi anni noi dovremmo essere in grado
Di scegliere appunto una politica diversa in modo tale da sintetizzarci con questa domanda che c'è in Europa e anche con la finestra di opportunità che si apre
Perché se si lavora e concludo su questo punto sono sulla riduzione dei diritti dei lavoratori
Alla fine
Oltre diciamo ad una precarietà esistenziale che francamente
Non ci meritiamo ed è insopportabile non si migliorano neanche i fattori produttivi del nostro Paese
Non si realizza un investimento a lungo termine sulle qualità dei lavoratori su quelli che sono e possibilità di investimento insomma si costringe
Molti ad andare via dal nostro Paese pagati qui per fare essere formati da un sistema sociale che riforma che poi rimanda
A dare un contributo all'estero e poi senza avere la possibilità di reggere una sfida che invece a me sembra assolutamente determinante che quella
Oggi di rimettere in piedi
Come in molti dicono
Uno straccio di speranza perché penso che la speranza passi
Da un'azione concreta appunto politica per questo io condivido molto anche
Il titolo di questa
Di questa di questo dibattito perché senza la politica io penso che non si andrà da nessuna parte visto che chi ha pensato di
Prenderla un orpello di
Considerarla marginale rispetto a quelli che erano i processi reali in realtà ne ha fatta una sbagliata e che quindi va cambiato
Allora
Migliore ha parlato molto di politica aperto e chiuso il suo intervento sull'importanza della politica ha parlato del ruolo della diseguaglianza in quest'la crisi ed è una cosa che anche il Fondo monetario e riconosciuto ha detto la diseguaglianza giocato un ruolo centrale nella nel creare poi la crisi
Diciamo negli anni antecedenti alla crisi perché le persone erano sempre più povere c'era un diciamo un un'apertura molto forte tra i redditi delle persone più ricche sempre meno e la massa che invece
Diciamo la classe media veniva schiacciata verso il basso
Questo ha generato un ricorso molto forte l'indebitamento delle persone e
Quindi rispose gli strumenti finanziari la crisi che sappiamo ora c'è un problema di come ridurre questi diseguaglianze perché
Fortunatamente l'Italia insomma ancora un sistema di sicurezza sociale ma quando le distanze tra i più ricchi e più povere diventano molto forti anche politicamente gestivano la distribuzione solamente attraverso lo vuol fare un problema
E di questo si è discusso molto una delle cose di cui spesso si sente parlare appunto ruolo che possono avere alcune tipi di politiche economiche Consip le politiche industriali proprio a fine redistributivi
Perché all'interno del mondo industriale del settore secondario i salari tendono ad essere più elevati e quindi questo ha un effetto redistributivo al suo interno impone che quando si parla di politiche industriali
Subito la gente mettevano la pistola derivano a come di nuovo lire di nuovo i sussidi volte queste cose che non funzionano allora io chiedo Antonio Misiani
Cosa possiamo fare
Se vogliamo davvero prendere supportare settore industriale che serve sia dal punto di vista della crescita produttiva eccetera traino di tutti gli altri settori ma anche dal punto di vista redistributivo
Buonasera io penso che la prima cosa che la la politica le classi dirigenti del Paese devono fare e allargare lo sguardo rispetto
A quello che è successo e sta succedendo nel nostro Paese dibattito pubblico dibattito politico e molto concentrato sulla grande crisi globale che esplosa che nel nostro Paese dal due mila sette due mila otto in avanti
Ma molti quasi tutti si dimenticano che l'Italia cresce meno sistematicamente degli altri Paesi europei dal mille novecentottantanove
Cresceva meno quando non c'era l'euro
E cresciuta meno con l'introduzione dell'Euro è crollata di più quando all'economia globale è precipitata nella recessione noi abbiamo in ventiquattro anni
L'economia italiana è cresciuta tra alti e bassi del diciannove per cento quella degli altri Paesi europei del cinquantuno in un quarto di secolo questo Paese ha accumulato un ritardo
Di trenta punti di PIL che si producono in impoverimento in decadimento del sistema produttivo
In grande fatica ad adeguarsi vai cambiamenti di questi ultimi vent'anni perché alla fine alla radice della crisi italiana io di questo ne sono assolutamente convinto è il non avere
Ha saputo fare i conti non aver non essersi adeguata a non avere fronteggiato
Attestata le grandi rivoluzioni di questi vent'anni
La globalizzazione è innanzitutto la rivoluzione tecnologica l'introduzione dell'Euro i grandi cambiamenti che altri Paesi hanno affrontato attrezzandosi
Scegliendo le politiche giuste sapendo leggere i problemi per quelli che erano elitaria invece come veniva ricordato affrontato con ricette
Che si sono dimostrate fallaci
Affrontato leggendo con le lenti dell'ideologia quello che stava succedendo al nostro Paese e quindi costruendo spesso risposte sbagliate ha costruito risposte sbagliate dalla destra quando ha governato e ha governato larga parte di questa fase storica
Spesso costruito risposte sbagliate anche da sinistra quando la sinistra
Si è dimostrata eccessivamente subalterna nei confronti
Delle ricette di consenso che sempre e comunque dovevano portare
Alla flessibilizzazione del mercato del lavoro che in Italia si è tradotto in precarizzazione dovevano portare sempre e comunque alla privatizzazione
Di tutto ciò che era di proprietà pubblica a prescindere da un ragionamento sui mercati eccetera eccetera eccetera
E allora io credo che la prima cosa ma che sia necessario fare oggi dopo il cataclisma testata per l'Italia la crisi globale sì a guardare in faccia la realtà la crisi italiana è sicuramente una crisi
Di quella parte del settore privato che non è in grado di competere
Con gli altri Paesi che è arretrata che non spende ricerca e sviluppo
Qualche ad appaltare i dite di posizione questo chiama in causa ma la politica industriale una nuova politica industriale da fare nel nostro Paese come si sta facendo anche in altre economie avanzate
Affrontare la crisi chiama in causa tutto il tema del settore pubblico che oggettivamente
In Italia siamo alla vigilia della ennesima riforma della pubblica amministrazione che vale la pena di Consiglio dei Ministri speriamo che questa abbia più fortuna delle precedenti ma in Italia
Troppo spesso il fisco la spesa pubblica la pubblica amministrazione sono stato un ostacolo invece che un incentivo allo sviluppo
C'è invece uno fattore che è rimasto troppo nell'ombra in questi anni e che a mio modo di vedere e decisivo del fattore umano
Il capitale umano la crescita delle disuguaglianze che in Italia ha raggiunto come ci ricorda persino l'OCSE danni livelli pari a quelle dei Paesi anglosassoni
L'allargamento della della forbice tra le persone tra le famiglie l'invecchiamento demografico perché se non si cresce per venticinque anni c'è anche questo tema da chiamare in campo
E allora se queste sono le radici della crisi italiana io credo che noi
Dobbiamo e c'è una grande finestra di opportunità politica per farlo
Cambiare rotta radicalmente nel nostro Paese rispetto agli ultimi vent'anni e aiutare l'Europa a cambiare rotta
Dicevo c'è una finestra di opportunità io credo che questa finestra sia segnata innanzitutto dal risultato delle elezioni europee
Per come sono state le elezioni europee nel nostro Paese che a differenza di altri Paesi come l'Inghilterra la Francia hanno segnato una battuta d'arresto per i movimenti populisti
Che vale doppio nella fase di massima impopolarità dell'Europa dell'euro e queste elezioni hanno consegnato una percentuale rilevantissima ha una forza di centro sinistra come il Partito Democratico
Che si pone però l'obiettivo di una cambiamento netto a livello europeo dell'impostazione di politica economica e sociale
Le raccomandazioni che citava Mazzotti all'inizio
O sono la stanca ripetizione per molti versi delle ricette di questi anni
Noemi sotto con la spada di Damocle della bancarotta
Abbiamo dovuto cambiare la Costituzione l'articolo ottantuno introdurrei l'equilibrio di Bilancio ratificare il fiscal compatta strumenti fin lì di quelle ideologia di quell'impostazione
Di politica economica credo che oggi ci siano le condizioni
Non per tornare
Allo statalismo alla politica del tassa e spendi agli anni Sessanta non è questo il tema ma ci sono le condizioni come hanno già fatto gli Stati Uniti per esempio dal due mila otto in avanti
Perseguire un approccio meno ideologico più pragmatico e soprattutto molto più orientato alla crescita dell'economia alla creazione di lavoro e alla riduzione delle disuguaglianze
Questo è il punto politico nel nostro Paese ma questo il punto politico anche anche a livello europeo
Sapendo che la lotta alle disuguaglianze
Che sono
Forse il principale freno ad una crescita stabile e duraturo anche nel nostro Paese noi lo dobbiamo fare con strumenti nuovi rispetto a come si immaginava la lotta alle disuguaglianze negli anni Cinquanta e Sessanta
Negli anni Cinquanta e Sessanta si faceva innanzitutto redistribuzione presso il fisco si fissavano le aliquote al sessanta settanta ottanta per cento sui redditi più alti
Con una fortissima progressività del sistema fiscale
Oggi in Italia bisogna intervenire sicuramente anche su un sistema fiscale ma si possono ridurre le disuguaglianze lavorando su strumenti nuovi ne cito alcuni
Noi durante la crisi abbiamo avuto
Il raddoppio non solo della disoccupazione ma anche delle persone che vivono in condizioni di povertà assoluta in questo Paese
Sono arrivati a cinque milioni di unità raddoppiato in cinque anni solo cinque milioni di persone che sono al di sotto della condizione minimamente dignitosa dell'esistenza cioè non arrivano a fine mese non pagano le bollette
Non pagano l'affitto rischiano lo sfratto cinque milioni quasi un decimo della popolazione
Erano due milioni e mezzo sei anni fa ora l'Italia e
L'unico Paese insieme alla Grecia e l'Ungheria che non prevede un sistema universale di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà
Chiamatelo reddito di cittadinanza reddito minimo di inserimento per l'amor di Dio si può discutere all'infinito sulle tecnicalità ma manca nel nostro Paese è una rete di protezione anche impedisce
Alle famiglie di finire anche del ceto medio nella povertà nella povertà assoluta nella disperazione e nell'emarginazione sociale vogliamo introdurlo finalmente in questo Paese o no
E questo è un tema di discussione anche all'interno del Partito Democratico del centrosinistra
Governo precedente avviato introduzione del sostegno all'inclusione attiva del sia ci ha messo anche dei soldi nella legge di stabilità credo che il nuovo Governo debba andare avanti su questo tema e introdurre anche in Italia
Questo tipo di strumento speriamo che arrivi ministro Poletti
E accettabile che in Italia solo il trenta per cento dei disoccupati abbia una qualche forma di sostegno
A reddito nel momento in cui si trovano senza lavoro mentre se io perdo il lavoro in Danimarca in Germania in Francia o
La certezza di avere un sussidio di disoccupazione delle politiche attive del lavoro degli interventi di formazione del riqualificazione
Credo che fa introducendo anche in Italia e c'è il tema nella delega del lavoro un sistema di ammortizzatori sociali universali lo facciamo anche redistribuzione tiriamo fuori milioni di persone
Dalla prospettiva di non avere un reddito con cui campare con cui
Pagare l'affitto con cui fare vivere la propria famiglia
Vogliamo fare vogliamo tornare ed è necessario di una nuova politica industriale sia anche questo è uno strumento per fare una moderna politica di redistribuzione di notte le disuguaglianze in questo Paese
Perché l'Italia e troppo è ancora troppo un Paese di rendite di posizione
Anche le industrie anche nel settore produttivo privato
Degli amici degli amici o degli anni hanno avuto
La possibilità di accedere a protezioni e a interventi di favore della legislazione nazionale
Anche in questo caso è arrivato il tempo con la radicalità il coraggio che richiede questa fase storica di iniziare a disboscare questi privilegi
Queste rendite e invece di implementare in questo Paese una politica che dia una mano
Agli imprenditori che sono in condizione di competere di esportare di fare crescere di creare occupazione evitando di dare soldi a fondo perduto ha invece a una realtà che non hanno speranza troppo spesso in questo Paese
Questo non lo abbiamo fatto
E
In ultima istanza abbiamo impedito
Non abbiamo aiutato l'abbiamo messo in condizione le parti migliori più coraggiose più dinamiche dell'imprenditoria italiana di vincere
La loro scommesse in un mondo che si faceva sempre più difficile siccome questa è una delle sfide più importanti che abbiamo in futuro credo che la forza di centro sinistra da debba coniugare
Non solo nell'ottica tradizionale di politiche pubbliche che aiutano l'impresa ma anche di politiche pubbliche che aiutano i giovani a diventare imprenditore che aiutano le persone a fare valere i propri talenti
A fare valere ad avere opportunità ed essere in condizione di sfruttarle al meglio
Credo che su questo sia
Una giusto discutere sia giusto segnare una svolta sia giusto cambiare radicalmente gli indirizzi rispetto
A quello che
Anche noi quando abbiamo governato abbiamo fatto negli ultimi venticinque anni
Sì
Tina gli volevo un attimo replicare
Perché c'è un sacco di carne al fuoco e quindi mi viene da da rispondere ad alcune cose a tocco forse una
Cosa da specificare una cosa quando si parla di
La misure per
Come dire contenere il debito pubblico per risanare la Spesal
Non è che siano
Politiche ideologiche
Sono politiche di semplice buonsenso perché un Paese che ha un debito che culo costringe ogni anno a spendere settanta o tanta un novanta miliardi di euro in interessi sul debito che ha maturato è evidente che deve togliere risorse per altri tipi di politiche ed è quello che purtroppo è successo in Italia
Negli ultimi quindici anni
Poiché è vero che è ovvio che si devo fare anche che si dipende anche come li spende il problema è che in Italia si è usato la leva del debito che si usa la leva del debito e della spesa
Per finanziare iniziative esperienze opere etc che di fatto poi non hanno
A aiutato nella crescita nell'occupazione perché ora tutti si lamentano che è quello che non ci fa crescere il vincolo del tre per cento anche stata articolo il tre per cento quant'è cresciuta l'ha detto Misiani prima se vent'anni che stiamo fermi quindi evidentemente il problema non era quello o comunque non era solo quello quindi non è solo un problema
Di di vincoli o di indebitamento il problema è di come tu
Fai investimenti ecco per dircele una io non credo che se invece di un MOSE ne avessimo fatto quindici noi avremmo avuto chissà quale sviluppo e occupazione per cui e anche sono altri tipi di problematiche
Siccome è stato anche citato per esempio il il Paesi come il Brasile poi entriamo anche nel tema delle diseguaglianze e sicuramente questa un tema importante ma il Brasile
Hai è riuscito è vero che ha fatto negli ultimi anni delle politiche importanti per ridurre le diseguaglianze che
Detto fra di voi non hanno niente a che vedere con le tute uguaglianza e che ci sono in Europa e che abbiamo anche in Italia a favore va'di tipo dei problemi disuguaglianze molto più gravi
Ma perché se le potuto permettere perché prima negli anni Novanta hanno fatto delle politiche di stabilizzazione monetaria di risanamento fiscale
Anche di liberalizzazioni che hanno attratto tantissimi investimenti esteri perché hanno aperto il loro mercato a del concorre venti a delle aziende che venivano da fuori hanno investito portato i miliardi in un Paese che comunque era interessante perché era un bel mercato con
Centinaia di migliaia di abitanti ha un grande potenziale per cui partendo dagli anni Novanta con delle misure di liberalizzazione e privatizzazione che gli hanno possibilità di fare il risanamento fiscale
Che non è stato fatto solo prima di Lula perché quando arrivato nulla nel due mila cinque è nominato
Miraglia schiera un ex dirigente dell'avvento Boston è quindi era un uomo diciamo dell'apparato bancario che ha dato continuità al processo di stabilizzazione
Economico finanziaria è una delle prime cose che ha fatto che ha fatto ha restituito quindici miliardi del debito al Fondo monetario internazionale
La restituiti in anticipo di due anni
Per dire cosa per dire noi
Siamo serie sulle politiche che noi vogliamo fare sul percorso di risanamento e di crescita che vogliamo in da prendere e si sono aperti delle P.O. diciamo di hanno ottenuto delle aperture di credito da parte degli investitori internazionali e del mondo internazionale
è giunto al Ministero Poretti
Un ruolo
Grazie
Ringrazio il ministro Poretti e che ci ha raggiunto
Ma se voi
Ecco e quindi quindi stavamo completamente un discorso sul Brasile e ha iniziato un percorso di crescita che poi gli ha consentito di avere le risorse
Da investire nei programmi sociali nei programmi della sanità della Borsa debolezza famiglia di fare dei distribuzione poi hanno avuto le la forza di fare dei programmi per i tanti anche di ridistribuzione
Detto questo però le diseguaglianze anche su come affrontare le diseguaglianze
Bisogna anche cercare di capire l'approccio perché io al San penso che non penso che ci sia nessuno che sia favorevole all'idea non lo so ma non aveva mi sembrerebbe un'enormità se ci fosse qualcuno che dice l'IVA
Le diseguaglianze per San fatta io però
Bisogna capire anche quale può essere un approccio giusto
Per cui fino ad oggi abbiamo cercato in molti modi si è cercato di intervenire a valle quindi con redistribuzione a valle con delle tutele del welfare che tampona se la la diseguaglianza quando manifesti manifesta
Però
Secondo me questo è un approccio che diventa a quel tempo sempre più costose difficilmente sostenibile se riusciamo a fare degli interventi a monte cioè che aiutano le persone ad avere un'uguaglianza non tanto del punto d'arrivo ma del punto di partenza e questo lo si fa con interventi
Sui sistemi di formazione di educazione di istruzione di accesso al mondo del lavoro di dinamismo di mercato del lavoro in modo che si dia l'opportunità a tutte le persone di avere a un'opportuna di mettersi in gioco nel mercato del lavoro e di far vedere quello che che si vale
Poi oltretutto anche più dignitoso per la persona di crescere e di farsi valere
E anche in quest'ottica secondo me vanno viste le riforme per esempio del mercato del lavoro di cui si è partiti tra così faccio anche un assunto al al ministro idea ma non è di togliere
Diritti a i lavoratori ma di trasformare
La natura di questi diritti per renderli più adeguati ad un mondo ad un'economia ad un mercato del lavoro che cambia continuamente
Per cui l'idea per esempio di a riformare gli ammortizzatori sociali togliendo degli strumenti come i la cassa in deroga parlo di una cosa che sta nella legge delega
Per cercare poi invece di guardare a delle indennità e disoccupazione un accompagnamento alla ricerca di un nuovo lavoro non è togliere
Un diritto ma trasformarlo in modo che sia più funzionale al mondo in cui si vive oggi
Io chiudo solo citando di una piccola cosa un passaggio che voi vi faccio un indovinello ma tanto qualora lo scoprirete subito
Vi faccio questa citazione poi mi dite di chi è noi non possiamo più obbligare le aziende a trattenere alle loro dipendenze un numero di lavoratori che esorbita la loro capacità produttiva né possiamo pretendere che la cassa integrazione assiste lavoratori
Per all'infinito quindi dobbiamo il nostro piano c'è il discorso che la cassa integrazione assiste lavoratori per un anno e non oltre insomma mobilità effettiva della mano d'opera effimere il sistema di lavoro assistito in permanenza questa cosa non l'ha detta né Monti nei liberi spia americani la disse Luciano lama nel settantotto in un'intervista Scalfari
Quindi c'era già allora un tipo di lungimiranza anche da parte da una certa parte del mondo del lavoro
Di capire che si trattava di fare evolvere i diritti quindi la riforma per e degli ammortizzatori la riforma del sistema dei centri per l'impiego di creare un mercato dei servizi dell'impiego non dare sembrare una bestialità anche parlare di mercato dei servizi di concorrenza né aiuta le persone ad essere competitive e secondo in cui questo è la vera dipinta attive del lavoro grazie
Allora intanto ringrazio il ministro politico averci raggiunto e vi faccio un riassunto di trenta secondi di cosa abbiamo parlato perché si collega un quello che diceva René Chinaglia adesso allora io sono partito
Parlando della delle raccomandazioni che la Commissione europea ci ha mandato la settimana scorsa
Ho parlato in generale ma c'è una parte anche sul lavoro
E che diciamo è un diciamo un incoraggiamento alle riforme che sono state avviate perché la Commissione europea ha guardato con favore a quello che è stato fatto nel cosiddetto decreto Poletti e incoraggia a muoversi in avanti verso il contratto a tutte le crescenti perché c'è un problema di dualità nel mercato del lavoro italiano per cui
C'è una parte dei lavoratori che rimangono intrappolati in quella che viene chiamata trappola della precarietà
E contrariamente a quello che diceva il ministro forme però l'idea di essere poco chiusi cioè di prendere il proprio posto di lavoro che capita per una volta che si vento imbracato del lavoro PRI
Si sta dentro e comunque si riesce a in qualche modo stabilizzarsi è smentita da tutta l'evidenza empirica che mostra che esattamente il contrario cioè che accettare un lavoro a caso spesso
Costringe e condanna le persone alla precarietà questa per
Conseguenze redistributive e sociali fortissime perché
I figli delle famiglie benestanti possono prendere permettersi di stare a casa accuditi dei genitori attendendo l'opportunità di lavoro e buona
Viceversa i figli delle famiglie meno fortunate sono costretti ad accettare torna lavoratori rimangono invischiati nella precarietà e fanno fatica uscirne quindi questo tipo di contratto a tutte le crescenti può essere una forma di stabilizzazione che può
Evitare questo tipo di dinamica perversa io però quello che volevo chiedere al ministro Poletti e si ricollega anche a quello che dicevamo prima sulla tela diseguaglianza allora la se in una sul rapporto di qualche anno fa si intitola ladro INAIL qual è
Diceva che il grosso della diseguaglianza che si è creata nel nostro economie
è vero viene in parte dall'indebolimento dei sistemi redistributivi sistemi di sicurezza sociale c'è tra mal posto della diseguaglianza vieta
Il mercato del lavoro
L'indebolimento del potere detto ANTRA attuale dei lavoratori ha creato un'esplosione della diseguaglianza molto forte
Questa riguardo sia lavoro dipendente ma anche tutto quel lavoro autonomo che di fatto però è subordinato quindi è quella parte le piccole aziende che non sono in grado di porre condizioni
E quindi le suppliscono dalle grandi multinazionali di cui fanno parte ad esempio della subfornitura per la richiedo cosa si può fare per provare a ridurre diseguaglianze anche da questo di punto di vista cosa sta facendo il Governo da questo punto di vista
Bene buonasera
E
Ma io direi che
Intanto dovremmo provare a fare
Un'esercitazione solo
Della propongo perché credo valga la pena ogni tanto uscire
Da quelle che sono le
Discussioni molto importanti enti comodo dire sensi ali
Riferite a ciò che facciamo ogni giorno alle questioni che abbiamo da fra di fronte molto molto concretamente per provare a capire
Se c'è
Un orizzonte dentro il quale collocare queste cose perché se non facciamo questo tipo di recitazione allora
Tutte le azioni che facciamo possono essere più o meno
Buone più o meno accettabili più o meno giustificate in quel momento io credo che dovrò provare anche a fare un ragionamento che guarda un po'più lontano
E quello che io provo a fare
Se
Il destino
Che abbiamo davanti è quello di consegnarci
Una relazione tra lavoro e impresa
Inevitabilmente uguale
A quella che storicamente abbiamo conosciuto
Perché
La risposta a questa domanda mi fa pensare
Aperti
Di vero sì o uguali di reagire
Perché se
L'unico
Pronto di relazione o o o o Ugo ma posso dire
A bordo di leggere
Questa realtà è
Il conflitto del contratto adesso uso questi due concetti per semplificare il ragionamento
Allora se l'unica cosa che abbiamo in campo in termini di pensiero
E
Il conflitto e il contratto allora il tema si chiude rapido
Tutte perché dipende da quanta forza
Quanto riesco ad agire la leva del conflitto per attenere il miglior contatto possibile
Poi vado a vedere ciò che è accaduto cosa dice l'OCSE e scopro che c'è un indebolimento del potere quindi della forza della capacità del lavoro di stare in questo conflitto
E a ritagliarsi guadagnarsi conquistare una perso una parte significativa della ricchezza prodotta
Al che uno potrebbe rispondere ebbe
Dobbiamo continuare a fare ginnastica rafforzarci
E dico ma guarda che la realtà ma sta dimostrando un'altra cosa sta andando da un altro atto
Percorrendo questa strada ai prodotto una situazione che i numeri dicono di maggiore debolezza allora
Allora io penso che noi dobbiamo provare ad immaginare ad accettare la sfida di una
Deve lasciare l'azione tra lavoro e impresa
E dobbiamo provare a chiederci se il modello
Conflitto contratto è l'unico modello capace di interpretare nella situazione che si sta realizzando con le tecnologie che ci sono quei modelli organizzativi quei modelli sociali
Se
Un'opportunità osservazione ragionevolmente discutibile esso la dico così se possiamo discutere anche di questo dato io credo che dobbiamo provare a discutere anche di questo dato
E allora dobbiamo probabilmente
Immaginare una logica in forza della quale
La relazione tra
Lavoro e impresa
Cambia però la sua natura e
Prova scaricare dentro la dimensione dell'impresa
Le capacità le competenze la partecipazione la responsabilità una logica di scambio diverso che non sia solo conflitto contratto mi rendo conto che ora isola stai sognando stai vagheggiando
Ho capito ma se non proprio a immaginare qualcosa d'altro sarò costretto a continuare a cosa dire a seguire gli esiti OCSE e dire ineluttabilmente
C'è
Un'impresa che sempre più grande un'impresa che sempre più internazionalizzata un'impresa che sempre più potente
Che le forze tra virgolette della democrazia la regolazione la partecipazione eccetera non sono riusciti parietali imbrigliare
E quindi io sono destinato ad un lento ma inesorabile arretramento
Siccome io non mi arrendo all'idea di un lento ed inesorabile arretramento io provo a capire a studiare
Hai immaginare a sognare
Che ci sia anche un'altra strada e quindi penso ad una dinamiche diverso
Questo in qualche modo guida
I ragionamenti che però di fare anche sul piano normativo sul piano
Delle regole contrattuali sul piano della modifica degli ammortizzatori sociali cioè
Una idea
Che
Si qualifica come quella della costruzione
Di opportunità in maniera molto più diffusa di quanto oggi non sia normalmente immaginato come una strada percorribile
Quindi se noi proviamo a spostare un po'il baricentro
Tra virgolette
Da quelle che storicamente abbiamo definito tutele ma
Ma che ci stima che serve a Mario sono solo i veri che pensa che la cassa integrazione ci vuole quando c'è una crisi andare più di gestione quello che
Che mi lascia dubitare e se sia un bene che duri undici anni
Perché non credo che
Che quella cosa lì abbiamo un senso logico che vada bene che aiuti a risolvere i problemi io penso sempre ad azioni abilitanti cioè a meccanismi che fanno sì che quel cittadino non vedo difficoltà un aiuto
Ma poi con il suo impegno con il mio impegno con una presenza pubblica capace
Di abilitare quindi di
Di produrre l'occasione di produrre l'opportunità
Cambio quella dell'IVA e riproducono nuove opportunità io credo questo sia
Il
Cos'è l'elemento di fondo che dobbiamo cercare di costruire
Se questo è allora le politiche che stiamo provando a mettere i piedi parlano di questo parla di politiche attive
E di transizione e le politiche attive nella legge delega abbiamo messo
L'Agenzia nazionale per il lavoro ad Agenzia federale per il lavoro perché
Perché secondo me è uno degli errori clamorosi che si è fatto a lungo nel tempo in questo Paese è
Prendere un pezzo e tentare di risolvere quello
La seccamente proviamo a chiudere la partita
Andarti datori sociali ne prendo uno
E dire
Come di cambiamo
Ma se io non sono in grado di far vedere che esiste concretamente la possibilità di una transizione
Da un posto di lavoro ad un altro posto di lavoro dove i supporti ci sono davvero e questa cosa succede davvero
è del tutto legittimo che quel lavoratore e la sua organizzazione diede una politica sarai rimbambito perché dovrei mollare
Un centimetro di ciò che ho conquistato
In cambio di cliente
Allora se io non metto insieme A e B e cioè
La ipotesi di modifica dell'assetto degli ammortizzatori sociali in una logica universalistiche CER le cose che sono note
Insieme al fatto che io costruisco al fianco una strumentazione pubblica che collabora con il privato con il privato sociale
Che lavoro sull'idea delle opportunità e quindi le politiche attive io non dico neanche la prima battaglia per alla fine se noi non è più insieme questi tre ma la stessa storia la storia dei contratti di lavoro se io non costruisco un'idea
Di un contratto veramente in grado
Di essere a tutele progressive capace di interpretare
La
Stabilizzazioni che ha la caratteristica ad esempio
Di costare di meno
Perché se noi vogliamo non avere la segregazione la cannibalizzazione dei contratti allora il contratto a tempo determinato
Che ripeto l'unico contratto diventa l'unico contratto se di fianco non ciò un contratto a tempo indeterminato ad esempio
Cosa caratteristiche di competitività dal podestà del corto
Perché se
Avere una flessibilità sul piano della regola è controbilanciata da un significativo elemento di diversità di costo
Ogni impresa sarà
Posta di fronte alla scelta scelto il
Lo strumento è lo strumento dei lo strumento atto a vantaggio di questo tipo lo strumento abbia un vantaggio di d'altro tipo siccome io sono un'impresa che investe sul capitale umano la bla bla
Io preferisco scegliere di avere tra virgolette meno automatismi in uscita
Ma avere meno costi in entrata e a quel punto prendo i contratti competitivi la cosa sbagliata concettualmente è quella che sta nella nostra storia
Che è quella di far finta
Cos'è
Cosa voglio dire quando diciamo far finta noi abbiamo una storia per cui ad un certo punto dice va bene mettiamo ad un contratto nel contratto
A termine ok si può fare però
Però
Se non si sa è un po'più iliache anche leggermente delinquente
Però
Servono si appresti Dario del centrocampo che esplode una bomba però se non
Perde di stabilizzare la persona però
Cioè
Una batteria di minacce
Perché
Perché io ho stabilito che il contratto a tempo indeterminato il contratto ovvero che deve essere usato
Poi
Per forza sono costretto ad accettarne anche un altro e siccome per forzare da poter un altro quell'ATO debba fare in modo che lo si usi il meno possibile ed è per terrorizzare tutti quelli
Che vorrebbero usare esito
Uno non usa il contratto a tempo determinato perché reputo di non essere in condizione di farlo
E non usa il contratto a tempo determinato perché siccome l'hanno minacciato trenta volte che se lo fa gli scopi raccordo sotto un piede non li uso nessun dei due fan contratto in nero non sono le persone all'se potessimo una cosa una città che dice il contratto a termine è un contratto che è regolato dalla legge avere caratteristiche e dei vincoli ha dei costi che ha degli obblighi deve essere gestito in questa maniera
Ed è legittimo come tutti gli altri contratti
Escluso quelli che sanno illegittimi non sono legittimi e quindi non si possono fare
Noi abbiamo una sorta di doppia tripla quadrupla morale per cui
Accettiamo l'idea di averci un contratto che teoricamente quello fondamentale ma qui siamo poco
Ci diciamo che con gli altri non vanno bene
Ma poi alla fine di tolleriamo
Per cui ci teniamo le partite IVA fasulle ci teniamo i co.co.co. fatti come sono e buonanotte de non sarà meglio che decidiamo che delle tipologie antica verde dieci ne abbiamo quattro
Che le quattro sono tutte legittime che sono tutte regolate che sono competitive tra di loro in termini di costo e di opportunità te io
Penso a questo quando immagino
Questo cambiamento penso a queste due logiche o l'una la logica dell'opportunità e quindi una forte incentivazione di tutti gli elementi che producono opportunità
E dall'altro lato un dato di semplificazione ma anche di chiarimento ma anche di assunzione di responsabilità decidiamo che son tre cose quel che fuori ci sono ed andiamo agibili perché altrimenti far finta di volerle non volerne sarà calpestare insomma a me pare che questo non provochi
Niente di buono né per il lavoratore per l'impresa
Perché non mi pare che questo tipo di situazione sia buona per qualcuno perché è quella confusione quella situazione di fragilità al
A fine ma l'aiuto il lavoratore Manolito neanche l'imprenditore quindi alla fine noi per far finta di ci teniamo una roba che non va bene dall'imprenditore dal lavoratore
Io credo che non vada bene questione un atto di normale soggette che circolava Breno funziona la caviamo ne facciamo un'altra limpida chiara traspare è quella che è ci farmi alla responsabilità di dirlo che la vogliamo e poi apprenderemo gli applausi e fischi com'è doveroso che accada quando prende la decisione
Allora
Io vorrei partire proprio da questa da questa parte che
Ci ha detto il ministro Poletti alla fine c'è il fatto che abbiamo
Creato una pletora di contratti enorme e che
Diciamo che adesso è un po'difficile poiché
Facciamo anche difficoltà ricondurle ad alle fattispecie contrattuali che risponderà delle vere esigenze
Ma c'è da chiedersi perché è stata fatta questa cosa e dia una spiegazione che mi sono dato è
Che il nostro Paese avuto delle valvole di sfogo in passato che ha garantito a una parte di imprese non tutte
Di sfogare diciamo
La propria incapacità di innovazione
Proprio sul lavoro e quindi a questi
Quaranta e rotti Facci specie contrattuale che abbiamo sono state il risultato proprio di questo ora
Dire che gli imprenditori sono tutti incapaci forse una cosa un po'forte anche perché promette non è vero anche perché gli stessi imprenditori prima invece hanno creato un sacco di ricchezza è vero che c'è stato ricambio generazionale che non è stato fatto bene anche a livello di impresa ma
Forse c'era qualcosa nel nostro sistema produttivo che era diverso prima e Misiani prima diceva fino alla fine degli anni Ottanta noi tutto sommato ce la siamo cavata abbastanza bene ora
Di solito si semplifica sempre dicendo sì ma c'era la spesa pubblica c'era l'esortazione eccetera
Insomma è un po'tirata la cosa è nata
è un po'semplificato diciamo si cerca sempre di semplificarla così nota c'era qualcosa forse anche un po'più di compiti più complesso dietro
E non possiamo dimenticarci che fino alla fine degli anni Ottanta il nostro sistema produttivo era
Siamo caratterizzato su tre grandi pilastri perché c'era un'industria pubblica che non è che produceva solo panettoni
Cioè fate produce nei settori ad alto valore aggiunto produceva conoscenza tecnologia e innovazione e questo poi veniva utilizzato per esternalità da tutto il settore produttivo le piccole e medie imprese italiane non si
Sonate perché ci piaceva essere piccoli ma perché c'era qualcosa di grosso a cui fare da satellite la grande impresa italiano non ha mai brillato per innovazione tolte qualche qualche raro caso
Ma se l'operato il settore andar a basso valore aggiunto a scarso contenuto tecnologico eccetera il grosso totale Olivetti forse
Ne il grosso diciamo è stato fatto sempre dagli USA pubbliche nazionali nel momento in cui la cosa pubblica case lì ci sono se arriva più che si poteva cancellare
Vi si fa spaccare in mille pezzetti eccetera ne ha risentito anche settore privato settore privato che ha risentito anche delle politiche che sono state fatte nel settore finanziario
In Italia Calamo settore bancario che ha fatto in un certo modo perché era funzionale a quel settore produttivo Lipari certo punto come le signore in sessant'anni abbiamo deciso di cambiare pettinatura abbiamo esagerato perché adesso siamo creati il settore bancario fatta da due banche mezzo
Tech enorme per un per un paese piccolo come il nostro
Che non è una grande capacità di penetrazione del resto d'Europa cosa tratto normale anche gli Stati Uniti così le banche sono comunque all'orizzonte geografico abbastanza limitata a parte alcuni colossi
E il settore produttivo si trova in difficoltà cosa ha fatto scaricato tutto sul lavoro non è non avendo più il finanziamento da parte delle banche per fare innovazione essendo troppo piccolo per fare innovazione delle piccole imprese soste è un costo innovazione sistematica enorme cosa ha detto va beh cerco ricavarne in qualche modo sto sopra il galleggiamento quello che non posso che sola scuola se non ce la faccio scarico tutto sul lavoro come ne usciamo da questo circolo vizioso migliori
A parte che sono molto
Nato in sintonia con le cose che ho detto
Io vorrei fare del
Osservazioni
Rispetto alle cose che ha detto il ministro Brunetta
Prima
Questa idea che noi abbiamo vissuto fino ad oggi il nulla contrapposizione tra conflitto il contratto ma è vero
Cioè ormai
Il punto su cui si è retto nel corso di questi anni anche il rapporto con le parti sociali è stata la concertazione
E i governi di destra hanno messo fine anche alla concertazione il fatto che
Manchi una dialettica di conflitto sindacale dei è probabile che tra l'altro oggi viene rivendicata solo da alcune parti del sindacato altre chiedono di ritornare alla concertazione è uno degli elementi secondo me
Che rappresenta più plasticamente il fatto che all'interno alla materia contrattuale si sia fatto non solo uno ma centomila passi indietro visto che
Integrativi del contratto nazionale sono diventati semplicemente uno strumento
Per poche aziende e non sono diventati poi l'elemento sul quale costruire
Anche la redistribuzione e anche diciamo come dicevi tu all'inizio un contrasto attivo alla diseguaglianza perché
Il sistema contrattuale
Che è stato utilizzato nel corso di questi ultimi anni è stato un sistema che si è rifiutato per responsabilità anche del sindacato e anche della CGIL
D'introdurre degli elementi di validazione democratica che avrebbero potuto restituire ai lavoratori un potere decisionale che gli è stata tolta per altre strade servono iniziasse a fare come
Peraltro
Credo
Sia stato anche oggetto di una discussione entrare Insiel Landini tanto per dire
Una discussione seria su quale debba essere il livello di democrazia da introdurre all'interno dei luoghi di lavoro io penso i lavoratori avrebbero più forza e nello stesso tempo più misura
Nel determinare le relazioni di lavoro
Secondo
Questi sistemi
Queste diciamo tipologie contrattuali dalla legge trenta in poi sono diventate
Una sorta di supermarket dei contratti
Hanno prodotto un effetto che
Da un certo punto di vista può essere considerato anche positivo lo dico io che sono per l'abolizione della legge trenta e cioè si è
Abbassata la quota di lavoro nero
Non è vero che sono state utilizzate più forme contrattuali grazie diciamo così all'esplosione un conflitto che non vedo in nero perché le forme contrattuali nero sono nel corso degli anni diminuite proprio perché
La legislazione è andata incontro a quelli che potevano di fatto legalizzare delle condizioni che prima erano consentite solamente attraverso il lavoro in nero
La domanda che io pongo a tutti quelli che sono qui e ovviamente quindi anche al ministro nel corso di questi anni questa successiva
Disarticolazione del sistema
Del lavoro e quindi la compressione del costo del lavoro
L'idea che si dovesse
Sviluppare una competizione persino su base internazionale comprimendo il costo del lavoro apportato maggiore occupazione o noi pensiamo che ogni volta quello che manca e la prossima riforma
Perché dalle parole che vengono dette dai ministri del lavoro devo dire questo volete in continuità mentre io penso che ci siano delle discontinuità rispetto ad altre
Ad altri Governi da parte di questo Governo le parole di Bonetti sono in continuità almeno per quanto riguarda il decreto che è stato appena approvato perché avete iniziato dalla deregolamentazione del contratto a tempo determinato
Io sono dell'idea che si debba generare nuova occupazione ma perché non avete iniziato magari definendo
Quel contratto tutele progressive che ha una sua validità se sostituisce
Gli altre tipologie contrattuali non se si aggiunge alle altre tipologie contrattuali
Perché avete detto che non c'era più bisogno della causalità Nantes io punto di vista questo ma potremo giudicare fra sei mesi un anno non porterà a un solo posto di lavoro in più
Ed è questo l'obiettivo che bisogna porsi portare nuova occupazione non generare delle condizioni che
Dal mio punto di vista danni vengono considerate le condizioni necessarie quelle dell'apertura del mercato del lavoro che peraltro dal mio punto di vista sempre ma considero diciamo così
Abbastanza attendibile una serie di proposte e di analisi che vengono fatte anche da istituti indipendenti il mercato del lavoro italiano è già molto flessibile molto aperto
Il problema è che le aziende internazionali non vengono a investire nel nostro Paese probabilmente perché non funzionava pubblica mi l'azione perché hanno dei problemi con il settore dell'amministrazione della giustizia perché non hanno la certezza del pagamento
Da parte della pubblica amministrazione cioè ci sono tutta una serie di infrastrutturazione sistemiche che il nostro Paese considera
In questa fase diciamo così oggetto di una pensione ma che comunque non sono ancora diventate la priorità
Rispetto all'investimento e all'intervento pubblico ma
Voglio dire la Germania
Ha una
Azienda pubblica che si occupa di bonifica
Ed è un'azienda di cooperazione internazionale
A diciassette mila dipendenti due miliardi e mezzo di fatturato
A iniziato facendo le bonifiche prima nella Ruhr e poi nelle aree industriali
Del
Germania dell'est dell'ex Germania dell'est
è diventata talmente esperta in questo settore che prodotto pro
Propone cooperazioni non solo con i Paesi diciamo dell'Africa piuttosto che del Sud America ma con gli Stati Uniti e Giappone e anche in Italia
Produce una quantità di
Attivi dal punto di vista anche degli investimenti pubblici straordinari non solo per i diciassette mila occupati ma perché vi immaginate voi adesso si parla di Bagnoli penso che ne parlerete anche
Nel prossimo Consiglio dei Ministri o comunque dei prossimi mesi Bagnoli è un'area
Che è stata
Sostanzialmente un fallimento dal punto di vista della trasformazione urbana la e della bonifica ambientale lo stesso accade per Marghera lo stesso accade per tante aree nelle quali l'unica cosa che ha prosperato suo dei consigli di amministrazione che si sono moltiplicati
Quella invece un'azienda pubblica
A proposito di intervento pubblico che interviene
E che dice noi facciamo il Progetto tronco complessivo esecutivo sia della trasformazione urbana sia dell'attrazione dei capitali privati sia della capacità di infrastrutturazione tecnologica
Perché noi non investiamo di nuovo in questo tipo oppure adesso state parlando di RAI Way
Vengo ai viene
Considerata diciamo così
Il prezzo da pagare al taglio alla RAI centocinquanta
Ma io non ho ancora capito visto anche quello che è successo con Telecom
Perché l'Italia in questa fase nella quale dovrebbe proporre una strategia per la crescita e quindi diciamo anche avere una capacità di espansione dal punto di vista della sua diciamo
Identità di strumenti di di sistema produttivo integrato perché non si metterà in quei e tutti i canali
Di
Trasmissione di comunicazioni da quelli satellitari fino a quelli via cavo che in questo momento sono oggetto di una grande attenzione per realizzare
Il più importante credo
Lavoro di infrastrutturazione tecnologica che di cui il nostro Paese ha bisogno cioè del trasferimento tecnologico sulla banda larga e sulla fibra
Cosa che potrebbe rendere non solo a breve termine alienando da parte del patrimonio pubblico perché come ha detto adesso se negli anni fino agli anni
Ottanta c'era un sistema di credito pubblico che garantiva i prestiti a medio e lungo termine io mi altri insomma
Oggi questo non c'è più
La Cassa depositi e prestiti oggi agisce
Per via diciamo così parlo dal punto di vista del mercato per via di efficienza del mercato
O per via diciamo di interventi discrezionali
Per quale motivo un sistema tra i più diffusi e radicate nella penetrazione territoriale come quello del sistema delle Poste non potrebbe grazie alla raccolta di un credito che è di duecentoquaranta miliardi
Fare la stessa cosa che ha fatto l'acqua Cassa depositi e prestiti analoga in Germania che ha un patrimonio stimato di circa quattrocentocinquanta miliardi per investimenti che peraltro non sarebbero neanche sottoposte al vincolo del pareggio di bilancio perché sono risorse private e non sono investimenti pubblici perché non farlo
Circolare i soldi perché come dice
Thomas picchetti che insomma
E molto criticato da alcuni con questo libro del capitalismo del ventunesimo secolo
Ma è molto sostenuto da altri come per esempio Paul Krugman
Non si fa una politica di design cinque disincentivazione fiscale per coloro i quali
Accumulano patrimoni e si dice noi vi diamo ad una fiscalità di vantaggio se voi investite in circuiti produttivi
Cioè non è che si tratta solo di fare le patrimoniali come dire aggressive nei confronti di questi poveri diciamo miliardarie
Costituiscono la parte sana per alcuni del nostro Paese ci sono i negazionisti
Rispetto alle disuguaglianze stanno tutti nei vostri giornali basta leggerselo come pezzo tu farai e vedere come il tema delle disuguaglianze lì viene contestato apertamente si dice che non è vero che sono aumentate le disuguaglianze
Si dice Wall Street giornale e talvolta persino del Financial Times che non dovrebbe avere un orientamento più progressista che lì dentro
Non sono aumentate le disuguaglianze perché nel frattempo sono aveva aumentate le politiche attive tutta 'sta vicenda delle opportunità son d'accordo se facciamo la
La politica delle opportunità facciamola però in un contesto nel quale siano garantiti anche
Le ridistribuzione non solo delle ricchezze ma anche la redistribuzione dei poteri verso chi in questi anni la perso complessivamente e questo non si può fare polo turistico a mente c'è bisogno dell'intervento pubblico e c'è bisogno di politiche
Che abbiano una lungimiranza non ha qui a due anni
Ma del sistema che si deve proporre fra vent'anni
L'ultima cosa che dico le statistiche della disoccupazione giovanile bisognerebbe cambiarle innanzitutto in un punto noi oggi abbiamo una statistica
Terrificante disoccupazione giovanile che nella mia regione in Campania arriva al sessanta per cento e oltre
Però ministro
Di propongo di fare un decreto non diciamo così generico sulla disoccupazione giovanile
Ma su una questione specifica aumenta la età scolare obbligatoria fino a diciotto anni
Perché è uno dei problemi principali che abbiamo nel nostro mercato del lavoro e la dequalificazione perché come misura di contrasto alla disoccupazione e quindi anche alla bassa capacità
E al basso contenuto produttivo che talvolta i lavoratori hanno non si fa una azione per esempio come quella della
Aumento dell'obbligo scolastico è una politica secondo me attiva
Che aumenterebbe di molto le produttività anche e le opportunità perché si imbatte nel mercato del lavoro penso che questo potrebbe farlo il Governo Renzi non portare a diciotto anni come in altri Paesi europei
L'obbligo scolastico visto che
I calcoli si fanno dei quindici anni in poi perché non mettere questa come politica attiva invece di andare sempre a vedere quale
L'estrema assomiglia all'estremo limite della precarietà penso che questo potrebbe aiutare
Non ho avuto molto breve ma
Io credo che una cosa ce la dobbiamo chiarire
Non si crea nuova occupazione in questo Paese limitandosi a cambiare le regole del mercato del lavoro
Ora riparte la domanda o ripartono i consumi gli investimenti o si torna a fare politica industriale
Modo moderno e sostenendola parte più innovativa del sistema produttivo oppure
Possiamo fare tutte le riforme che vogliamo all'occupazione non aumenta il Paese
E destinato ad un declino inarrestabile
Questo non vuol dire che non bisogna intervenire sulle regole
Del mercato del lavoro perché cambiare quelle può aumentare l'intensità occupazionale della ripresa e anche in questo caso torno a dirlo noi dobbiamo guardare
In modo laico e critico ha come sul mercato del lavoro si è intervenuti negli ultimi vent'anni
Perché
Noi abbiamo introdotto tanta flessibilità in questo Paese dalla pacchetto Treu in avanti molta era necessaria perché il sistema produttivo è radicalmente cambiato rispetto a quelle degli anni Sessanta
Ma troppo spesso quella flessibilità se tradotta in precarietà
E la precarietà non ha prodotto soltanto instabilità in chi la subiva
A ridotto indebolito all'investimento nel capitale umano e questa a mio modo di vedere una delle ragioni più importanti
Più cruciali nella Stasi della produttività di questo Paese che alla base
Dei numeri che ricordavo all'inizio l'Italia non cresce perché non cresce la produttività la produttività non cresce perché non si investe sull'intelligenza delle persone sulle competenze e sui talenti
E la precarizzazione è uno dei motivi per cui le imprese non hanno nemmeno convenienza di investire tanto
Possono competere in molti casi
Attraverso
Una flessibilità spuria la rete di protezione è rimasta quella disegnata sugli anni Sessanta per molti versi e il sistema produttivo invece cambiava radicalmente e allora è chiaro che
Da qui bisogna ripartire
Cambiandone convince e lo dico con molta chiarezza l'approccio
Che ci ha illustrato il
Ministro Poletti convince naturalmente con alcuni
Punti su cui però è necessario discutere
Sicuramente noi dobbiamo
Non si torna la centralità del lavoro a tempo indeterminato imponendo che per legge bisogna creare un nuovo e diverso sistema di convenienze
Delle imprese a scegliere un nuovo contratto a tempo indeterminato tutele progressive
Che costi meno
Che costi parecchio meno perché non basta certo l'uno due per cento i differenza che c'è oggi per creare queste convenienze e che ridisegni quanto
Sono state fino ad oggi
Le regole che governavano il contratto a tempo determinato in modo
Moderna tutele progressive serve però contestualmente anche e ci torno a creare una rete di protezione vera
Per chi
Deve lavorare si trova a dover lavorare a tempo determinato per chi si trova a perdere il lavoro in questo Paese e oggi questa rete di protezione non c'è l'Agenzia nazionale e federale
Per l'occupazione va bene
Perché oggi
Troppo diversa è la situazione dei servizi per l'impiego in diverse parti d'Italia un conto è avere a che fare con i servizi per l'impiego in Lombardia un altro conto o in Calabria o in Campania
Ed è necessario invece introdurre uno Standard nazionale su questo versante
Io credo che vada fatta una riflessione anche sulla formazione professionale che è un pezzo
Di questa rete di protezione e promozione perché noi spendiamo miliardi di euro in questo Paese per la formazione professionale
Ma questi soldi
Vanno troppo spesso ad arricchire i formatori
Più che a beneficiare
Le persone che vanno a corso che troppo spesso sono sganciati dal mercato del lavoro per come o addirittura finiscono in corruzione e in ruberie che hanno caratterizzato questo sistema e lì bisogna intervenire
Già intervenire riformando una radicalmente collegandolo molto di più a quello che sarà
Il futuro strumento per cardine immagine della nuova rete di protezione sociale
Ci sono
Due emergenze che sono emerse negli ultimi anni che vanno affrontate le cito per titoli
La prima sono
In merito i giovani non sono quelli che non lavorano
Ma quelli che non studiano che non fanno corsi di formazione professionale che sono tagliati fuori da tutto sono due milioni e mezzo di PIL dato più drammatico non è il quaranta per cento di disoccupazione giovanile
Sono i due milioni e quattrocento mila giovani tra i quindici e ventinove anni che sono a spasso
Ed è una bomba sociale in questo Paese
Perché sono giovani tagliati completamente fuori da qualunque prospettiva
E lì bisogna intervenire c'è la garanzia per i giovani
Che è mirata a quel segmento ma penso che quello sia solo un primo passo
C'è il tema di tutta quella fascia over quarantacinque di persone che sono state espulse in questi anni dal mercato del lavoro e che quell'opera o non lo ritrovano manco morti per come funziona oggi il mercato del lavoro in questo Paese
E lì è necessario l'intervento specifico che siano incentivazioni economiche
Per le imprese che assumono che siano contratti dedicate ragioniamoci
Ma quella è un'altra emergenza sociale che si è aperta in questi anni nella società italiana chiudo sul tema delle imprese pubbliche alla sollecitazione che veniva rivolto baroni prima
Io credo che anche
Su questo tema si è necessario
Abbandonare vecchi schemi ideologici
L'Italia negli anni Novanta fatto la maggiore quantità di privatizzazioni tra tutte le ne abbia fatte più della Gran Bretagna Thatcher centotrentacinque miliardi di valore di imprese pubbliche che sono state privatizzate
C'è stata Telecom che evidenzia
Come un certo disegno sia fallito o ci sono altri casi in cui le privatizzazioni hanno prodotto valore e ricchezza e hanno funzionato
Credo che questo Paese sia necessario tornare a ragionare su un ruolo diverso da quello degli anni Sessanta dello Stato che fa politica industriale anche attraverso investimenti mirati
Penso in prese innovative promettenti che non riescono a recuperare capitali sul mercato lo Stato
O enti partecipati dallo Stato possono intervenire a mio modo di vedere peraltro abbiamo creato il fondo strategico e altri strumenti che sono però embrionali per dare una mano a crescere a pezzi dell'imprenditoria italiana che fanno fatica
Ma recuperare capitali e questo è un tema da affrontare penso viceversa che vada affrontato con molto più coraggio radicalità il tema della giungla di società partecipate o controllate dagli enti locali e sono cinque mila
Che in troppi casi
Bruciano ricchezza non creano occupazione creano debiti costano miliardi di euro di compensi
Al consiglio di amministrazione che troppo spesso sono strumenti di ricollocazione di pezzi di ceto politico e non
In realtà che dovrebbero servire le comunità locali generare ricchezza valore aggiunto
E occupazione quindi di questo tema bisogna occuparsi bisogna occuparsi abbandonando i vecchi schemi ideologici
Facendo ritornare
Un intervento pubblico laddove necessario con intelligenza in modo mirato come l'ha fatto anche gli Stati Uniti quando c'erano da salvare grandi realtà industriali perché ricordo
Che in America il Governo si è comprato letteralmente General Motors e Chrysler quando stavano per andare a gambe per aria
Pagliarini privatizzate
In Italia credo che sia
Utile in questa fase iniziare a ragionare anche in questo modo pragmatico non
Non ideologico in cui voi il tema della
Privatizzazione dell'intervento pubblico venga messo
Pragmaticamente a servizio
Dell'economia della Società della creazione di lavoro
Allora con diversi accezione diversi
Dire all'importanza
Abbiamo sentito che più o meno tutti dicono una cosa il problema della disoccupazione e la mancanza di lavoro non è un problema di design contrattuale cioè non si crea lavoro con contratti
Questo è un caso avanti perché dieci anni fa si crea con traccia c'era
Gli economisti sono state le promesse lavoro stati espulsi dal dibattito perché non era più un problema e quale comprova contrattuale basta rifare i contratti in maniera diversa appunto renderli poche flessibile si crea occupazione
L'economista ho detto prima che non era quello il problema difendo la categoria però il problema
è un altro un problema economico la disoccupazione la precarietà abbassa ordinarli occupazione è un problema economico l'abbiamo scritto dire un po'da tutti ora
Quello che è stato fuori ed è emerso da questo dibattito e che abbiamo
Un problema
Di lungo periodo che ci portiamo indietro soprattutto per quanto riguarda il nostro Paese da svariati anni del Polo della bassa crescita che se con tutte le statistiche eccetera è dovuto alla basso livello di produttività
è sufficiente fare quello che diceva come solo per liberalizzare i mercati eccetera eccetera insomma chi dice di sì chi dice di no
C'è un problema però più importante più urgente forse che è un problema di
Come ne usciamo immediatamente da questa da questa situazione perché
Insomma critici apportiamo rito ormai da sei anni il tasso di occupazione il tasso disoccupazione previsto per questa avventura viene dato in aumento o comunque stabile rispetto all'anno scorso e diciamo un tasso apprezzabile disoccupazione se apprezzabili si può definire un tasso disoccupazione e previsto molte la negli anni
Ora
Sempre nel documento la Commissione europea che citavo prima delle raccomandazioni che come avrete capito mi sono piaciute molto la legge le rette con molta attenzione c'è una parte
Che secondo me interessante per la Commissione lo pagano per quella riportato dai giornali che riguarda appunto il percorso di rientro delle nostre finanze pubbliche
è stato puntato l'indice sul fatto che l'Italia quest'anno riuscirà a rispettare alcuni di quei parametri sul debito che è stato stati inseriti con la riforma della governance economica europea negli ultimi anni
E questo perché perché l'Italia ha deciso di posticipare il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio di due anni da qui al due mila sedici ora io chiedo al ministro politico oltre a tutte le domande che vi sono state poste dagli altri
Relatore vagliate persone che sono intervenute
è davvero questo il cambio diverso che è stato fatto cioè l'Italia veramente ha voluto prendere vuole davvero tentare di sfidare e di portare sul piano politico la lotta per
Eliminare o comunque allentare la morsa dell'austerità a livello europeo e quindi a livello nazionale
Per cercare di prendere lanciare lo sviluppo e quindi la creazione di lavoro
Io direi proprio di sì nel senso che
Se quando facciamo questa affermazione diciamo che vogliamo aveva RAI la possibilità
Di utilizzare delle risorse per importare una crescita sana
Perché noi il problema del debito pubblico non è che evapora
Noi quando parliamo del passato ogni tanto dovremmo ricordarci che per un po'di anni
Abbiamo consumato abbondantemente più di quanto l'abbiam prodotto e adesso non possiamo neanche consumare quello che produciamo perché dobbiamo pagare i debiti che va fatto prima
Quindi la differenza non è centodieci cento e centodieci novanta perché dobbiamo restituire i dieci che e quella da lei è tossica lo che ce lo mette a nella testa
Noi continuiamo a pensare ogni tanto di poter scansare questo problema ma questo problema non ce lo risolve nessuno c'è drogare solo per noi
E dobbiamo evitare che ci impongano di risolverlo con delle dinamiche
Delle modalità che non sono compatibili con l'impianto sociale con l'impianto economico con l'impianto imprenditoriale di questo Paese questo è il punto allora io credo che noi questa scommessa la dobbiamo fare
Questo impegno ce lo dobbiamo prendere
Ma ci dobbiamo prendere
Insieme al fatto che noi ci guadagniamo una fiducia né credibilità perché le cose che vanno fatte le facciamo questo è il problema preme non è quello di riuscire a vedere duali in più un anno in più il rientro il tre per cento al tre per cento è se noi insieme a quella possibilità produciamo quelle condizioni per le quali
Stabilmente questo Paese si mette sulla strada per la quale ricostruisce
La sua dimensione di tra virgolette buona capace pro di produrre cioè noi non va è che possiamo dire
Abbiamo un problema di competitività pazienza lo mettiamo via no guardate che se abbiamo avuto un problema di competitività di produttività non è che possiamo mettere via perché questo c'eravamo
Dei dieci anni prima di entrare sparati dentro la crisi e ce lo troviamo pari pari adesso che se partisse e dovremmo fare un piccolo dibattito su come sta l'Europa perché
Nave pare che stia passando sotto silenzio una cosa piuttosto clamorosa
L'Italia non fa più zero Scelba più zero cinque ci facciamo sopra Ballarò
Ma l'Europa decide che l'anno prossimo è al più uno
E va bene tutto cioè scusatemi bene se l'Italia che parta fa più zero sei
E l'Europa che la comunità e non fa più uno
Poiché vuol dire che siamo il primo vagone evolutivo dello stesso treno e cioè stiamo camminando esattamente più o meno nella stessa dimensione
Questo non è mica la bella notizia per l'Italia ovviamente perché forse si chiude un po'la forbice ma io non è che ci sta a farla gara tra quelli che va più piano io vorrei starci e farla Garboli clan più forte quindi il problema del quali politiche
Rispetto a
La Scredi città agli investimenti eccetera noi dobbiamo gestire
E giudicare e valutare da questo punto di vista e quindi non sbandare come ha fatto sistematicamente questo Paese
Che ha fatto le privatizzazioni
E i soldi che ha preso sono scomparsi all'orizzonte ma perché
Che è entrato nell'euro che lì si è abbassato di botta il costo del debito da quello che ha risparmiato è scomparso lo risolveremo i cui il Paese della rapina dalla sua abitazione mandato la palla quantità rivela che cominciano a fare ad esempio qualche atto di onestà lo dico per me che ciò sessant'anni
Ma perché
Se abbiamo dato le pensioni a quelli che avevano diciannove mesi dodici nove anni sei mesi un giorno cioè non è che ce l'ha ordinato il medico è l'abbiamo fatto
Perché siccome erano tante quelli che andavano a lavorare e pochi quelli che andava in pensione si poteva anche pensare che la persona l'avevamo tutti quelli che ci ha dato all'ora fatto salvo esserci mangiati la pensione per i prossimi vent'anni di quelli che non la prenderanno
Ma va bene averci dei trattamenti di tutela per un lavoratore che durano cinque anni sei anni sette anni otto anni e farsi la domanda il figlio di quel lavoratore che a vent'anni non ha un posto di lavoro e non lo trova quali tuteli da questo Paese seria un cavolo è un Paese ecco quello che dà otto anni al padre è vero il figlio secondo me è un Paese inique ma paesi dico che si fa male da solo perché penalizza quella parte che più dinamica che ha più potenzialità e più possibilità questo è il tema
Ma è ed e ragionevolmente sensato avere ad esempio la dinamica salariale che è tutta lineare cioè in questo Paese tu vai a lavorare prende cento euro
Se va a lavorare se è fortunato predecessore euro qui dopo cinque anni di danno scatta l'anzianità è una qualifica perché se non serve quello ritrova qualificati tocca pestare altri cinque anni una cascata esaurita l'altra qualifica dovete così fino a quarant'anni
Per noi c'è arrivato contro il tetto perché file degli scatti di anzianità fine delle qualifiche
Domando di Poletti ma quand'è che una persona avrebbe bisogno di avere
Il massimo del suo reddito a ventisette ventotto ventinove trent'anni quanto mette su famiglia e si fa una cause avanti questo passo quand'è che il cittadino italiano al massimo del suo reddito sei mesi prima andare in pensione perché l'azienda Prodi cacciarti fuori e quindi dà anche l'incentivo
Come si fa a risolvere questo problema soluzione numero uno ci sposiamo sessantasette anni e abbiamo riunificato i due termini avremmo qualche effetto collaterale di altra natura però avremmo risolto questo problema oppure
Oppure due ma ricostruire un qualche senso logico di relazione tra il lavoro
La sua remunerazione e la nostra vita
La nostra vita non è fatta per scalini
Nata qui portali è fatta per
Evoluzioni per cambiamenti e quindi se io ho avuto un'epoca nella mia vita che ho preso due mila euro ma quando c'erano sessantaquattro posso anche lavorato duramente due euro due
Due ore in meno e posso prendere anche cinquecento euro in meno
Perché è così e invece di dare per cento euro per l'imbuto della casa di mio figlio siepi dialoghi trecento euro in più lo si paga la sua casa che l'iter di parlava più equa ma questo lo sapete da questo e che in quel modo qua
Sulla base di una dinamica che ha una dinamica che è totalmente distante totalmente distratta rispetto alle dinamiche sociali alle condizioni della vita delle persone e alla tutela di chi ce l'hai se lo tiene
Bene io credo però che non vada bene quindi potrebbero va cambiata questa cosa l'ha cambiata e non può essere cambiato come dice qualcuno benissimo Poletti
Tutto quello che c'è una capendo chiede sottopone qualcosa anche per mio figlio
Peccato che non è quella cosa lì l'abbiamo fatta e siamo arrivati qui e quindi non ce la fa più il fare neanche se volessimo quindi io credo che noi abbiamo oggi di fronte
Questo tipo di
Radicale bisogno di cambiamento che significa mettere in discussione alcuni parametri alcuni fondamentali alcune logico
Da questo punto di vista solo una considerazione finale io
La debbo così la dico così sono molto molte nostalgie per i decenni passati perché c'è da qualche decennio in meno sulle spalle andava benissimo però mi ricordo
Le casse di risparmio col Presidente nominato dal ministro
Tutti democristiani tutta Italia
Tutto quello che ci andava dietro e veniva di lei ricordo che il Paese di quell'epoca va
Che mi si assomigliano tante in piccole le municipalizzate di adesso io faccio il ministro del lavoro cioè della disoccupazione e a ciò che tavolo
Un sacco di ristrutturazione di aziende pubbliche che vengono e mi dicono debba tagliare cinquecento posti mille posti
Non glielo dichiarati io quei bidelli più ai
Cioè c'è stato qualcuno che se li è presi prima sei mesi fa sei anni fa sedici anni fa allora io non credo proprio che quella sia tra virgolette il posto dove andare
Io benevoli mentale in luogo dei posti dove andare tornare in cui l'Italia sinceramente ci tornerei per gli anni ma sicuramente non ci tornerei per le cose che abbiamo fatto perché quelle cose sono la madre dei problemi almeno per una parte che abbiamo oggi quindi
Io credo che noi dobbiamo pensare che dobbiamo immaginare una data diversa dove andare prendendoci il rischio di sbagliare perché se proviamo ad andarci la possibile dati sbagliare la ce l'abbiamo però io credo che non l'abbiamo moltissime alternative se non appunto quella di scommettere su questa nostra capacità di immaginarlo questo futuro
La ringraziamo il ministro Poletti Irene Chinaglia Gennaro Migliore Antonio Misiani per essere stato intorno e grazie a voi per l'attenzione