Il reparto dei fondi per il finanziamento ai centri antiviolenza

Metto prima di iniziare vorrei fare proprio una piccola notazione di ordine personale
Perché il momento o non è bello c'è il motivo per cui siamo qui non è un
Qua in medici amo non rientra tra quelle vertenze importanti che abbiamo denunciato dall'inizio della legislatura
Che pensavamo poiché and realtà prendessero una direzione diversa ma che invece ci vedono qui insieme per testimoniare il fatto che non solo non si è risolto nulla rispetto ai finanziamenti dei centri antiviolenza
Ma che addirittura si rischia anche che
Quei fondi
Vengono elargiti anche a delle strutture che a mio modo di vedere di vedere poi darò la parola a chi ne sa più di me non corrispondono assolutamente i canoni di che cosa
Realmente un centro antiviolenza
Però dico una piccola nota personale perché sono comunque contenta felice di vedere dentro questa sala tutte le rappresentanti recente antiviolenza
Che ho avuto la fortuna
L'onore di visitare dall'inizio della legislatura attraverso un viaggio che ho fatto perché ho chiamato restiamo vive
In cui appunto le operatrici che sono qui dentro mi hanno aperto le porte mi hanno dato la possibilità
Di vedere di toccare con mano il lavoro che quotidianamente viene fatto
Chiusa questa piccola parentesi personale che credetemi è per me è veramente un'emozione vedervi tutte qui oggi
Perché siamo qui
Noi abbiamo come sapete bene Sinistra ecologia e Libertà ha deciso di uscire dall'Aula durante la votazione del decreto che è stato definito contro il femminicidio
L'abbiamo fatto perché pensavamo che quello non fosse assolutamente un decreto che andava a contrastare
A prevenire o un nuovo fenomeno che non è solamente il femminicidio perché quella punta di un iceberg ma che si ponesse il tema della prevenzione del contrasto alla violenza di genere alla violenza maschile sulle donne
Abbiamo fatto perché comprendeva invece dei provvedimenti che non avevo nulla a che fare con questo dalla mente Rampini militarizzazione della Val di Susa e quindi di tutta la partita legata alla nota Aldo al furto dei rami e passando dal violenza negli stadi e quant'altro
Però di conoscevamo rispetto a quel provvedimento che forse l'unica parte che andrà a mente andava salvata era proprio il finanziamento e quindi il fondo ordinario da di finanziare per i centri antiviolenza
Oggi a distanza di quanti mesi dal da quell'approvazione dava sì da quasi un anno
Di quel finanziamento non servisse a traccia non è dato sapere qui ci sono altre rappresentanti parlamentari di Sinistra ecologia Libertà hanno regole Mickey l'onorevole panna reale
Non abbiamo chiesto abbiamo sollecitato più volte il Governo attraverso delle interrogazioni delle interpellanze urgenti per riuscire a capire come questo finanziamento veniva
Elargito ai centri e in che misura
Non ci sono state delle risposte soddisfacenti oggi bisogna fare un bilancio di questa esperienza esse sono veri i dati che ci vengono segnalati proprio dei centri antiviolenza tre mila euro l'anno
è una vergogna la consideriamo una vergogna e nemmeno la possibilità di poter pagare delle bollette in una condizione invece che drammatica lo dico non appartiene dai dati ma appunto da una visione indiretta di dei di quello che ho potuto constatare attraverso questo viaggio
Già non funziona il meccanismo per cui i centri debbano presentare annualmente un non Progetto agli enti locali e sperare incrociare le dita che venga rifinanziato
Con i tagli
Questo ha significato un ridimensionamento ulteriore rispetto a dei fondi che già non erano sufficienti
C'è uno svilimento non riconoscimento di quelli che sono dei presìdi fondamentali allora noi pensiamo che con la retorica non si può continuare ad andare avanti
Non abbiamo aperto la legislatura ancora non era Presidente del Consiglio Matteo Renzi ma era Presidente del Consiglio letta in cui abbiamo chiesto la ratifica della Convenzione di Istanbul
è arrivata dal primo agosto sarà entrerà in vigore
E non riusciamo a capacità ci com'è possibile che prima da da qui a un mese non si riesca a dare l'opportunità da non si riesca a garantire diciamo e gli elementi minimi di sussistenza
Io
Mi fermo mi fermo qui non perché
Avrei tante cose da dire però io non voglio utilizzare questa conferenza stampa
Per Sinistra ecologia e Libertà io penso che noi oggi con la vostra presenza qui
Stiamo cercando semplicemente diramare una sponda istituzionale di dare un sostegno forte
A chi poi materialmente si ritrova operare nei territori con delle differenze anche con delle differenze enormi che intercorrono tra nord e sud
E che hanno bisogno di essere raccontate hanno bisogno di essere raccontata perché solo così si può capire realmente come poter intervenire
Allora la voce
Noi oggi minori nostro partito la dà I centri antiviolenza alla rete e dire
Per fare in modo che anche l'opinione pubblica si renda conto che la retorica politica con cui si è affrontato questo tema
Poi non non corrisponde alla materie alla materia in verità e alla sostanza che invece i territori devono riuscire ad avere per riuscire ad andare avanti quindi dopo per prima la parola Titti Carrano alla Presidente nazionale della rete dire
Grazie grazie Celeste grazie per l'opportunità che abbiano oggi di
Poteva essere qui in tante
Per esprimerci su il purtroppo il decreto del Presidenza del Consiglio dei Ministri appunto sul riparto dei fondi
Come dicevi tu prima un decreto questo del Presidente del Consiglio dei Ministri che nasce fondamentalmente da la legge cosiddetta femminicidio
Che tu prima hai citato una un decreto legge convertito poi in legge sul quale abbiamo fortemente preso delle distanze
Perché ancora una volta si era intervenuto con uno strumento di decretazione d'urgenza
Addirittura nella relazione introduttiva si parlava di un forte allarme sociale nel parlare appunto di violenza maschile contro le donne che invece è un fenomeno strutturale
E questa o decreto di ripartizione sui fondi tra l'altro ci accolto anche diviso afferenza perché ne abbiamo avuto notizia dalla stampa
E applica ciò che è previsto dalla legge centodiciannove quindi e qui è un problema fondamentale
Perché in questa legge non è definito con chiarezza cos'è un centro antiviolenza cosa una casa rifugio
E soprattutto quali sono i criteri qualitativi e che cosa poi il centro antiviolenza a in più rispetto a tante altre strutture
Che fanno chiaramente soltanto assistenza
I centri antiviolenza non fanno assistenza sono luoghi di libertà per le donne
E i luoghi nei quali si elabora essi elaborato già da tantissimi anni saperi e competenze ed è questo che noi rivendichiamo
Oggi con la ripartizione dei fondi che avviene in un modo generico per di più anche su una distribuzione territoriale che è completamente
Già di Simone disomogenea di suo ma con una mappatura fornita dalle regioni
E sulle quali noi non abbiamo avuto un e lei in conto completo di quella che è stata
E i criteri e la mappatura finale di ogni regione
Oggi qui siamo in tante e ci sono tante compagnie che vengono dai centri antiviolenza del Nord del centro del sud
E purtroppo questo problema attraversa diciamo tutto il Paese non si può dire che ci sia una Regione particolarmente
Come dire ci sono forse delle regioni particolarmente colpite ma poi dopo vedremo anche con le altre compagnie presenti che parleranno proprio dello specifico della loro regione
I criteri quindi non sono chiari ci sarà un finanziamento a pioggia naturalmente
E già i fondi stanziati che non sono poi tantissimi distribuiti in tantissime realtà che non possono essere definiti centri antiviolenza è chiaro che non si darà una risposta alle donne che lì subiscono violenza
In più dal primo agosto due mila quattordici entrerà in vigore la convenzione di Istanbul noi ne siamo felici di questo naturalmente
Speriamo che venga applicata e che non rimanga una delle tante leggi o dei tanti trattati che purtroppo poi non trovano applicazione nel nostro Paese
Ed allora anche da lì che bisogna partire per
Dare valore a i principi basilari di questa convenzione
Il e e dare quindi anche il riconoscimento alle associazioni di donne che con una particolare ottica intervengono e gestiscono i centri antiviolenza
Questi fondi ritorno al decreto di riparto dei fondi è previsto un ottanta per cento alla programmazione regionale allora che cosa significa programmazione regionale
è chiaro che ogni regione ripeto la situazione già molto disomogenee frammentata però è chiaro che parlando di programmazione regionale ci può essere un po'di tutto
E tanti alcuni centri antiviolenza tra l'altro che fanno parte della rete e dire non rientrano neanche nella mappatura di queste regioni
E i nostri criteri tra l'altro sono dei criteri qualitativi perché purtroppo finora si è intervenuto e si interviene soltanto parlando di standards strutturali
Certo e non si affronta invece il problema fondamentale che lo Standard qualitativo di centri antiviolenza
Un'ultima cosa che volevo aggiungere poiché il lascio lo spazio perché ci sono tante realtà ed è importante che ci sia questo
Questo confronto oggi un una parte di questi fondi il un terzo di questi fondi sarà destinato all'apertura di nuovi centri
Anche qui né ci chiediamo come saranno aperti questi nuovi centri chili aprirà saranno centri istituzionali
Saranno centri e che nasceranno e sul quale le Regioni si prendono l'impegno affinché ci sia un confronto con le realtà locali che hanno però determinate caratteristiche di qualità
Per poter far nascere poi dei centri che possano essere di finiti veramente tali
Altrimenti noi avremo un proliferare di cosiddette case rifugio o di cosiddetti centri di accoglienza per donne
Che però non saranno poi in grado effettivamente di accompagnare la donna in un percorso di libertà
Io mi fermerei qui perché non voglio prendere altro tempo e spazio che ci sia quindi passo data non ad Anna pranzo straniero
Aggiungo solo una cosa importante
I centri antiviolenza sono nati dalle donne e ci abbiamo creduto abbiamo lavorato da tanti anni in cui in questi progetti
E perché ci fa arrabbiare molto questo decreto perché come diceva Titti distribuisce Savoldi così a casa a pioggia
E non ci fidiamo delle regioni perché perché hanno dimostrato che non conoscendo il problema distribuiscono i soldi senza conoscerlo e quindi
Chiaramente essendo la prima volta poi un finanziamento consistente nascono dei centri senza qualità senza storia senza percorso e noi abbiamo chiesto due cose molto facili molto da fare facili da inserire nei criteri
Che c'entri abbia non è i le associazioni o gli enti che vanno a gestire abbiano nelle aste tutto
La prima cosa che si occupano di violenza contro le donne e chieda abbiano almeno cinque anni di esperienza invece così nascono dei centri a caso però accaparrarsi questi stavo di e gestiscono poi male il problema e le donne poi non trovano risposta a questo ci fa molto arrabbiare
L'altra cosa la convenzione di Istanbul articolo nove dice che bisogna collaborare con le ONG con le associazioni
è una metodologia non a caso le donne e le associazioni di donne si sono occupate di violenza
Le istituzioni fanno Welfare fanno assistenza però non riescono a gestire bene questo problema perché è molto complessa o è solo una donna
Che a che viene da un certo percorso può aiutare veramente le donne che subiscono violenza per cui per noi questa mappatura ma anche i criteri sono assolutamente sbagliato e vanno buttare via dei solidi che sono già veramente pochi
E per questo siamo qua a Roma andiamo a manifestare adesso subito dopo la conferenza stampa
Buonasera a tutti io sono Antonella Veltri del centro antiviolenza Roberta lancino della Calabria di Cosenza
Siamo ovviamente anche noi molto perplesse molto arrabbiate perché questo decreto e soprattutto questa ripartizione di fondi che abbiamo letto e ho appreso
La dalla stampa peraltro eravamo in riunione
Insieme a Bologna abbiamo appreso questa scellerata ripartizione c'ha ancora una volta buttato nel buttate lo sconforto perché impensabile che in Italia
Ancora si continui a ragionare con le logiche appunto clientelari perché solo io sono molto chiare dirette perché si tratta di una vera e propria operazione clientelare
In quanto questi soldi che arriveranno alle regioni le Regioni sono già attrezzate per la suddivisione in Calabria sono fioriti sono nati dall'oggi al domani forse dieci centri
Cosiddetti antiviolenza si tratta in realtà invece di centri che vanno a mediare nella riconciliazione familiare quindi si tratta di veri e propri centri per la vita loro sostengono addirittura
A è ancor di più si tratta di dare fondi non rafforzare quello che la l'esistente di dare valore all'esistente noi siamo sul territorio in Calabria dal ottantotto
Non abbiamo mai avuto riconoscimento economico ogni volta noi lavoriamo a progetto cioè a dire noi facciamo i progetti li sottoponiamo alla Regione la Regione ci fa passare
Il tempo che ritiene utile e necessario cioè quasi sempre si va oltre i tempi prestabiliti e in diventiamo morose nei confronti dei proprietari che finire
Nelle delle utenze insomma per farvela breve siamo in affanno anche noi in Calabria quello che io
Credo che a questo punto bisogna fare naturalmente dall'estrema visibilità alla nostra protesta la nostra rabbia
A quello che oggi stiamo facendo le razze a Celeste Costantino che ci ha messo a punto disposizione
Questo luogo simbolico ma reale di Randy di per poter esprimere le nostre la nostra la nostra rabbia e lì il problema appunto vero in Calabria ma è vero dappertutto ma chiediamo che venga rivisto
Il sicuramente nel la rete in modo la riporto la ripartizione dei fondi proposte che sicuramente si vada a valorizzare l'esistente in Calabria ci sono se condotto unto questa ripartizione alla Calabria sta bene cioè a dire ci sono nove centri antiviolenza e due case rifugio ebbene di questi nove Centri anti vale antiviolenza
Io non io che sono in Calabria diventerà abbia da sempre non ne conosco nessuno
Sono due o tre attivi
E questi fondi verranno ripartiti tra questi nove Centri Antiviolenza le due case rifugio che non so quali siano più verrà incentivata l'apertura di nuovi centri che sono centri per la vita e che di riconciliazione
Familiare costruiamo libertà per le donne o facciamo altro questo vorrei chiedere a chi ha avuto modo di ripartire i fondi in questo modo grazie
Buona sera a tutte io sono risana Porcu vengo dalla Sardegna in Sardegna sono stati mappati tredici centri antiviolenza la regione Sardegna non ci ha fornito la lista di questi tredici centri ma sappiamo che in questi ce n'è anche uno del Movimento per la vita
Come centri femministi costituiamo l'unica risposta reale da trent'anni al fenomeno della violenza di genere chiediamo comunque di essere finanziati
Bene di non aprire centri antiviolenza che diventano clientelari della politica perché l'abbiamo già visto che in Italia questi fatti enti in tutte le nostre Regioni tra cui in Sardegna e un fenomeno che è già successo e chiediamo come siano stati mappati chiediamo di metterci in grado di lavorare il rischio che si corre è che creando centri istituzionali
Non creiamo delle dei luoghi di libertà ma
Accogliamo le donne come utenti quindi riproponiamo esattamente lo stesso meccanismo del maltrattamento per cui non aiutiamo le donne le donne non vengono aiutati allora ci chiediamo se è questo Stato l'ha capito che il fenomeno della violenza non è uno slogan
Allora Manuel ulivi della Lombardia a casa di donne maltrattate di Milano
Noi abbiamo siamo un po'tutte nella stessa barca abbiamo gli stessi riscontri in Lombardia sono stati fosse un pochettino più onesti perché hanno ricompreso i quindici centri che fanno parte della rete lombarda nei ventuno mappati gli altri però non sappiamo bene chi sono e guardando in internet abbiamo visto che anche lì abbiamo degli sportelli aperti uno due giorni la settimana
E cose istituzionali quello che ci impressiona di più e il fatto che da questi ventun centri mappati e la nostra Assessora dica
Dobbiamo arrivare a quarantaquattro perché e anche lì si è fatto si è fatta la stessa operazione bisogna aumentare il numero per portare verso la regione più risorse
Quindi il dato
Che ci fa molta paura e che si possano aprire
Da un giorno all'altro sportelli centri qualsiasi cosa va bene perché poi tutti si autodefiniscono centri anche quando poi la metodologia dell'accoglienza il modo in cui
Si confrontano con le donne non c'entra niente con una il lavoro che facciamo normalmente noi diventino luoghi in cui le donne si perdono noi abbiamo molta paura di questo cioè che poi le donne vadano verso situazioni in cui finiscono per pensare che non ci sia niente da fare già difficile fare il percorso di uscita dalla violenza se si comincia con il piede sbagliato e l'accoglie pensa non è quella giusta si rischia anche di mettere
A rischio le donne che chiedono aiuto ai centri
Sono Anna Maria Zuccalà presento il Piemonte realtà che sembra non abbia bisogno né di nuovi centri e né di case rifugio sono stati mappati venti centri e sette case rifugio
Ho qui l'elenco il praticamente dei centri a titolarità pubblica ero con protocolli operativi con enti pubblici
Sono venti di questi venti dieci sono gestiti appartengono come titolari del servizio ai servizi sociali o consorzi socio-assistenziali cinque appartengono a Province e Comuni o comunità montane
Uno alla Croce Rossa quattro ad associazioni di cui due comprati con particolarmente istituzionali avendo la sede presso l'istituzione essendo finanziate dalle istituzioni
Ecco questa è la realtà di Torino del Piemonte anzi dove un centro antiviolenza come il nostro l'associazione a oltre quindici anni di esperienza su questo tema non è stata inclusa
In compenso sono inclusi dei servizi sportelli come li chiamano loro
Anche del due mila undici aperti magari un giorno alla settimana sportelli che sono molto generici non centri antiviolenza perché nati magari per dare un è corrisposta al lavoro
In genere alle donne perché in difficoltà
Uno sportello che si caratterizza perché è formato da un assistente sociale da una psicologa con due giorni in cui si dà sostegno psicologico punto
E in più alcune realtà hanno
Un servizio non solo nei confronti delle donne ma anche nei confronti dei minori di donne anziane e di uomini ultima chicca
C'è una nella città di Torino il centro antiviolenza di Torino
Fatto abitare nello stesso spazio sia il centro antiviolenza che
Il il servizio per l'aiuto ai maltrattamenti
Ecco questo e quello che mi sento di dire noi esso pratichiamo grazie all'autofinanziamento dovuto semplicemente all'auto Sasso tassazione delle società aperta per poter erogare i servizi
Sia da un punto di vista economico per pagare gli affitti sia da un punto di vista di risorse umane che volontariamente prestano la loro opera verso le donne grazie
Io volevo solo aggiungere una cosa perché tra tutte quante le Regioni abbiano anche la Sicilia diciamo che la siciliana è la Regione che ai la
Il maggior numero di centri antiviolenza e case rifugio arriviamo addirittura cinquantadue quindi facciamo invidia un po'anche tutti i Paesi del nord Europa sono notizie
Buonasera a tutti te io sono rappresento il centro incidenza Tasmania di Catania si dalla mappatura che è stata presentata alla dalla Regione Siciliana la Sicilia risulterebbe comunque la Regione più virtuosa
Laddove invece noi operativamente abbiamo proprie difficoltà di inserire le donne in qualsiasi struttura anche di emergenza parlo di strutture di accoglienza nonna di cause rifugio specifica
Questo questo numero vergognoso di strutture e che loro ritengono definiscono case rifugio può essere spiegato
Sono perché loro hanno presentato una
Un elenco di strutture che accolgono anche donna in difficoltà ma vi assicuro che quando noi abbiamo bisogno di inserire una donna perché è più particolare cioè c'è una situazione di emergenza non troviamo posto perché le strutture ci dicono che nessuno non hanno delle convenzioni con i Comuni ma i comuni non pagano
E criteri e loro hanno presentato questa
Questa elenco di strutture dicendo che ancora non ci sono i criteri nonostante noi e da più anni che se il che siamo al Forum regionale e discutiamo di criteri a tutte le riunioni quindi questa ci sembra una cosa assolutamente vergognosa
Giorno ventuno ne ridiscuteremo però insomma se il risultato di anni lavora è stato guasto
Grazie
Perché per esempio proprio l'esempio della Sicilia è emblematico perché nel momento in cui si parla di strutture generiche di accoglienza per donne è chiaro che c'è una vasta tipologia di difficoltà
Nelle quali lì gli standard al le donne possano vivere
E e se lo spirito di quella legge era di voler finanziare i centri antiviolenza in questo modo sicuro non
Non sarà possibile insomma preciso lesa possibile raggiungere l'obiettivo esatto ma questo discorso vale ovviamente io parlavo delle case rifugio ma vale anche per i centri antiviolenza medesimo discorso
Io sono a dieta pace Ucci rappresento qui l'Abruzzo e come associazione di provenienza sono dell'Associazione me Losine dell'Aquila
Da noi la mappatura fatta dalla Regione riportasse i centri antiviolenza una casa rifugio
Intensi tutto scopriamo che nei sei centri antiviolenza è previsto anche uno sportello della Croce Rossa di Avezzano che tra l'altro accoglie anche uomini a vario titolo
Tra l'altro questo sportello della Croce Rossa ha fatto richiesta al quindici ventidue per entrare nella mappatura
Gli altri centri non c'hanno dichiarato bene chi sono però dovremmo aver capito che ci sono i due centri aderenti a dire quindi anche di Pescara linee Losine dell'Aquila
Poi abbiamo la collega del gli altri sono istituzionali o convenzionati con perché c'è provincia di Teramo Chieti comunque una convenzione con il Comune passa una convenzione con il con il Comune
E queste insomma sono realtà considerate che in da noi afferiscono anche le richieste provenienti dal Molise in quanto il Molise non ci sono realtà di centri antiviolenza
Ecco sì
Allora un discorso va bene poiché c'è di la dunque la distribuzione dei fondi come in tutte le Regioni quindi cd da questo dato sei mila euro per centro in due annualità
Ci stiamo domandando visto che nella nostra regione arriveranno duecentosessantacinque mila euro su una base di un milione trecento mila a abitanti quindi trentasei mila euro per i sei centri
Circa sette mila per la casa rifugio duecentoventidue mila alla Regione per
Azioni varie
Allora intanto rispetta l'accoglienza che questa è un'emergenza che abbiamo perché per esempio noi non riusciamo
A a proteggere una donna
Che che comunque deve fuggire dalla sulla situazione non possiamo proteggerla non dico in una casa rifugio ma neanche in una casa di prima accoglienza di di passaggio cioè non farla rientrare a casa dopo la denuncia questo
Però nel contempo soprattutto nel nostro territorio aquilano dopo il terremoto per esempio è sorto una casa per la madre per il bambino
Quindi i servizi sociali del Comune ci portano la donna nella casa per la madre e per il bambino oltre che la criticità che non è solo dell'Aquila e del territorio abruzzese che non non vengono pagate le rette per le donne che non hanno figli e quindi la donna da sola questa una un problema nazionale e anche qua vorremmo capire meglio grazie
Sì molto velocemente io rappresento la Toscana e però volevo dire una questione politica che sta sotto
A tutto questo discorso il fatto che
Distrutti dispiace molto che l'Associazione dire non sia stata considerata un'interlocutrice diciamo così credibile
Per appunto vedere insieme
Dal momento che
Come dire l'esperienza più grossa qualitativamente
Diciamo così affermata di che cosa
Un centro antiviolenza in Italia e quindi ci dispiace molto che l'associazione e dire abbia lavorato I sette tavoli governativi
Per tantissimo tempo ci siamo incontrati come il consiglio direttivo per stabilire cosa andare a dire cosa era un centro antiviolenza
Quale della quale elaborazione veniva dalla nostra esperienza e poi si è interrotto tutto e a un certo punto vediamo questi fondi a pioggia per quanto riguarda
La Toscana
Noi abbiamo un'interlocuzione con la Regione e proprio due giorni prima
Della appunto sapere questo abbiamo avuto un incontro dove
La Regione la vicepresidente Zaccardi
Il Nalini in questione
Ha preso atto
Del fatto
Che il dodici centri antiviolenza della Toscana sono i veri centri antiviolenza storici della Toscana
Ha in questi i centri antiviolenza della Toscana si chiamano Tosca in un coordinamento che ci costa
Anche quello molto dal tempo fatica ma che facciamo perché vogliamo migliorare sempre di più la qualità del nostro intervento e purtroppo anche all'interno di questi centri abbiamo una barchetta notevole di situazioni e il del centro di cui
Che io rappresento che a viareggio
All'interno della Casa delle donne a ad un
Diciamo così una qualità molto alta per quanto riguarda le operatrici specializzate e è completamente volontario se non avessimo in questo caso invece un'altra sede
E una le utenze che paga il Comune ma non credo
Fino a quando anzi è in bilico noi andremo a chiudere perché non ce la facciamo più allora è questo che si vuole de che chiudano Hillary diciamo i centri storici
Quelli che hanno l'esperienza vera quelli che e appunto sia nel mercato vadano avanti le approssimazioni diciamo così qualsiasi
Grazie
Sì no io ora dobbiamo però sono bancarotta insomma
Se lei riterrà quelli di differenza D'Amato della Regione Lazio DM ci tenevamo molto a sottolineare che questa mappatura ci preoccupa fortissimamente perché prevede come hanno detto le altre compagnie inserimento di i tre che non hanno nessuna specificità di genere perché questa importante perché ormai tutta Europa tutte anche gli organismi interna alle regionali hanno molto chiaro che soltanto una politica di genere è capace di essere trasformati i vari spetta alle società
Dove viviamo che sono le società che prevedono appunto dei meccanismi di rapporto di potere tra gli uomini delle donne per lavorare contro questi meccanismi questi pregiudizi e questi stereotipi c'è bisogno di donne che abbiano riflettuto nel tempo e che con esperienze significative significanti su questi rapporti di potere per fare in modo che nei centri antiviolenza si dia
Un'opportunità alle donne che non è prevista nei servizi istituzionali e nei servizi i
Generici che di accoglienza questa è un'enorme differenza differenza cacche vedere con l'efficacia del nostro intervento quindi dare soldi a ce n'perché non hanno questa specificità significa doppiare dei servizi che già esistono nei servizi sociali o nelle case di accoglienza generiche per le donne in difficoltà
Noi stiamo lavorando su un'altra cosa sul fenomeno della violenza maschile contro le donne per lavorare su questo c'è bisogno di percorsi di esperienze di una cultura differente che parta dalla critica dell'analisi per la cultura patriarca alle e che sappia invece incidere con una capacità trasformati vanno i sappiamo di averla e quindi rivendichiamo che i soldi non siano sprecati ma siano date a chi questa capacità trasformati vacilla e l'ha dimostrato con dei risultati concreti grazie
Che non era per tagliare intervento ma perché adesso dobbiamo lasciare la sala e poi tra l'altro voi dovete
Andare trasferirvi
Perfetto non solo due battute conclusive
Di rinnovato impegno da parte i Sinistra ecologia e Libertà rispetto a quello che ci avete raccontato nel dettaglio grazie anche a questa carrellata che ci proviene da vari da vari territori
Quello che vi posso dire che non per non permetteremo lo svilimento e la mortificazione a cui in questo momento siete sottoposte
E né tantomeno possiamo permettere che la violenza maschile contro le donne possa diventare un business
Sul corpo delle donne si sono consumate veramente troppe cose
Dal punto di vista politico non si può avallare e legittimare un'operazione che va in questo senso quindi da questo da parte nostra un impegno totale a trecentosessanta gradi con
Penso che abbiamo dimostrato dall'inizio di questa legislatura e però non mi fermo qui perché è una nota polemica ma la concedente
Io non mi rivolgo solamente al Governo mi rivolgo soprattutto al Partito Democratico
Perché penso che oggi forti anche di un quarantuno per cento presto alle elezioni europee ci sia bisogno scettici sono tutte le condizioni per
Direzionare e per fare in modo che ci sia una volontà politica chiara chiara quel decreto non lo sappiamo bene è stato frutto del Ministero dell'interno
Così è stato concepito quel decreto oggi un cambio di passo
è
Avviene proprio attraverso al cercare di modificare e dire prendere atto delle realtà che in questo momento esistono realmente sul territorio e non quindi al proliferare a inventarsi altre strutture
Che con questo tema non hanno nulla a che fare ma è quello del potenziamento del sostegno reale dei centri antiviolenza che da anni e anni operano su quei territori
Quindi diciamo io chiudo io dicendo semplicemente che è il Parlamento più rosa che l'Italia abbia mai conosciuto
Una compagine di governo fatto dal Ministero donne giovani che con dovrebbero conoscere bene questo tema
Con la con una Presidente della Camera donna la terza che ha conosciuto la storia di questa Repubblica non ci possiamo permettere questa vergogna
Ed è questo quello che proveremo a fare un visto che nel frattempo arrivata anche la senatrice Petralia che il che saluto questo è l'impegno che porteremo avanti insieme a voi grazie