06 AGO 2014
intervista

Intervista a Daniela Spera, portavoce del "Movimento Stop Tempa Rossa"

INTERVISTA | di Maurizio Bolognetti - TARANTO - 00:00 Durata: 20 min 41 sec
A cura di Enrica Izzo e Iva Radicev
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Il giacimento petrolifero denominato "Tempa Rossa" (Concessione di coltivazione Gorgoglione), la cui titolarità è in capo alla Total, è ubicato in Basilicata nell'alta valle del Sauro.

Il progetto si estende principalmente sul territorio del Comune di Corleto Perticara (PZ) dove, in un'area soggetta a una sorta di quarantena, si sta lavorando alacremente alla costruzione del terzo centro oli della Basilicata, che dovrà lavorare i 50mila barili di greggio che, in base alle stime, verranno estratti quotidianamente dagli 8 pozzi della concessione Gorgoglione.

Il greggio, una volta pretrattato
presso il centro oli, verrà inviato a Taranto attraverso l'oleodotto "Monte Alpi".

E proprio nella martoriata e avvelenata città di Taranto troviamo l’altra faccia del progetto "Tempa Rossa" che sta incontrando una fortissima opposizione da parte del "Movimento Stop Tempa Rossa".

L'Eni, infatti, ha previsto la costruzione di due serbatoi da 180.000 mc presso le proprie raffinerie, destinati ad accogliere l’incremento di greggio proveniente dalla Lucania.

Nello studio di impatto ambientale del progetto "Tempa Rossa", la stessa Eni sottolinea che esso comporterà un incremento delle emissioni diffuse e fuggitive fino al 12% e una produzione di composti organici volatili pari a 26mila kg annui.

Come sottolineato dal "Movimento Stop Tempa Rossa", il progetto "prevede un aumento del traffico di petroliere in Mar Grande" con un notevole incremento dei rischi "di sversamento per cause accidentali e operazionali".

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