19 OTT 2014
rubriche

Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - RADIO - 17:00 Durata: 1 ora 55 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella" di domenica 19 ottobre 2014 condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Valter Vecellio (giornalista, direttore di Notizie Radicali, membro della Direzione, Radicali Italiani), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 55 minuti.

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  • Pannella: “Il nostro ubi consistam è proprio questo: una storia che ignora se stessa”. "La storia istituzionale, i tempi, praticamente sono i più inconsueti, i più folli perché il regime vive di queste cose, come quando la Dc fece cadere il Governo che doveva essere guidato dal suo leader. L'importanza è continuare a cercare di conoscere quello che sta per accadere, facendo tesoro anche di quello che è già accaduto"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Valter Vecellio

    giornalista, direttore di Notizie Radicali, membro della Direzione (RADICALI ITALIANI)

    Il dibattito sui diritti civili in Italia e l'evocazione del divorzio da parte di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera, ma senza citare i Radicali e la loro Lega per l'istituzione del divorzio (Lid). Marco Pannella: "Io insisto che il nostro ubi consistam è proprio questo: una storia che ignora se stessa. Farò solo un esempio: ho incontrato di recente persone di 60-70 anni, anche di storia democristiana, e quando ho raccontato, chiedendo 'scusami, come ti sentivi quando il tuo partito votava contro la presidenza del Consiglio per esempio di Fanfani?', e cadeva dalle nuvole, non aveva memoria pur avendo magari vissuto quella storia. E' una cosa raccontata con precisione nel nostro lavoro intitolato 'La peste italiana'. Arriva un momento in cui la partitocrazia tutta, con la Corte costituzionale, aveva deciso di impedire che ci fossero nuovi referendum, perché i fatti dimostravano che l'esito non era sicuramente contro di noi, anche il fatto stesso che ci fosse quel tipo di battaglia. A un certo punto, riuscire ad avere gli scioglimenti di una legislatura per avere nuove elezioni, e in questo modo impedire la tenuta dei referendum, perché elezioni e referendum a norma di legge non possono coincidere, per quattro legislature hanno usato questo. Essendo importante rispondere, noi a un certo punto riuscimmo a convincere anche Bettino Craxi che il primo problema in assoluto è che ci fossero regolarmente elezioni parlamentari e voti referendari. Ci riuscimmo. A un certo punto, cosa accade? Che proseguendo su questa linea, anche Craxi, e poi liberali, repubblicani più o meno si associano, decidiamo che il fatto che Scalfaro desse l'incarico al leader della Dc per non anticipare la tenuta delle elezioni, perché anticiparla avrebbe voluto dire rinviare un'importante occasione referendaria, allora riuscimmo a creare una situazione in cui Craxi, laici e altri erano disposti a sostenere il corso normale della legislatura. Cosa è successo? Scalfaro ha dato al leader della Dc l'incarico di formare il Governo, e la Dc si è astenuta, ha fatto in modo tale che non ci fosse il Governo Fanfani. Di conseguenza nessuno si ricorda che a un certo punto la Dc ha fatto cadere il suo leader cui era stato dato l'incarico. Perché l'imperativo categorico era fare le elezioni, l'unico modo per impedire la tenuta del referendum. Questo nessuno se lo ricorda, nessuno lo sa, nemmeno chi l'ha vissuto. Perché la verità su quella cosa non venne fuori se non su qualche giornaletto radicale. Perché tutti erano d'accordo nell'accettare questa logica di regime". "La storia istituzionale, i tempi, praticamente sono i più inconsueti, i più folli perché il regime vive di queste cose, come quando la Dc fece cadere il Governo che doveva essere guidato dal suo leader. L'importanza è continuare a cercare di conoscere quello che sta per accadere, facendo tesoro anche di quello che è già accaduto"
    17:00 Durata: 11 min 57 sec
  • Pannella: "C'è un imperativo divenuto prassi. Ai Radicali non deve essere consentito di essere ascoltati, giudicati, dall'opinione pubblica". Il leader radicale si riferisce alle iniziative del Partito "rivolte consapevolmente alle giurisdizioni più che alle false occasioni democratiche che vengono evocate. Possiamo immaginare che lo Stato italiano, e non solo quello, che venga fuori una decisione della giurisdizione internazionale di espulsione dagli Stati corrispondenti alla legislazione vigente. Questa la vera lotta che stiamo conducendo, ed ha un elemento di concretezza, anche se difficile”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'avvicinarsi del Congresso di Radicali Italiani a Chianciano. Pannella: "C'è un imperativo divenuto prassi. Ai Radicali non deve essere consentito di essere ascoltati, giudicati, dall'opinione pubblica". "Per questo io continuo a insistere, nelle sedi di Radicali Italiani e del Partito radicale che questa è la situazione. Allora cosa stiamo facendo? Noi siamo riusciti intanto, in una situazione di democrazia reale, cioè democrazia nella quale le istituzioni non funzionano se non contro i motivi per i quali si configura l'ordine dei poteri degli Stati democratici… La cosa è semplice: non dev'essere a noi consentito di essere conosciuti e giudicati da qualche milione di persone. Perché se accade con qualche milione di persone, loro sanno che questo è per il regime pericolosissimo. E' l'unica alternativa al proseguirsi all'indefinito di questo regime. Per questo io continuo a dire che questa battaglia, per il Paese, per la storia - non solo italiana - è necessario mettere al centro la fine di questa realtà storica anti-democratica, erede sempre più chiaramente, oggettivamente, dei regimi degli anni 30 e 40, assolutamente anti-democratici, fascisti, comunisti o militaristi che fossero. Se accadesse che noi possiamo di nuovo parlare per esempio delle necessità vitali di iscriversi al Partito per non farlo eliminare dall'anti-democrazia… E' quello che accadde quando, avendo anche l'ipotesi dello scioglimento del Partito, a un certo punto riuscimmo a parlare e avemmo 42mila iscritti". "Adesso il nostro problema qual è? Noi siamo riusciti a fare evolvere la giurisdizione internazionale con una scelta deliberata. Un giudizio sul fatto che l'anti-democrazia torna a essere la realtà del mondo, di gran parte del mondo, a cominciare dalle patrie dello Stato di diritto e delle democrazie, diciamo per esempio Londra o Washington. Così credo che acquisti valore quella nostra opera con Bruxelles 1 e Bruxelles 2, cioè la nostra lotta per denunciare che di nuovo la ragion di Stato sta vincendo contro lo Stato di diritto". "Stato di diritto che, secondo noi, è anche una convinzione del diritto alla vita per la gente e per il popolo. In base all'assunto per cui dove non c'è diritto e democrazia, lì c'è anche strage di popoli". Il leader radicale si riferisce alle iniziative del Partito "rivolte consapevolmente alle giurisdizioni più che alle false occasioni democratiche che vengono evocate. Possiamo immaginare che lo Stato italiano, e non solo quello, che venga fuori una decisione della giurisdizione internazionale di espulsione dagli Stati corrispondenti alla legislazione vigente. Questa la vera lotta che stiamo conducendo, ed ha un elemento di concretezza, anche se difficile. Perché fare questo, in una situazione nella quale non è nemmeno consentito alla gente di rendersi conto del valore di quello che viene colpito o evocato, cioè dell'obiettivo di salvare democrazia, federalismo ed ecologia, queste cose che sempre più chiaramente sono connotati che non possono vivere isolati…
    17:11 Durata: 12 min 26 sec
  • Gli effetti dell'anti-democrazia sul dibattito interno ai Radicali: "Noi potremo anche avere Radicali Italiani nei quali dei Radicali apolitici hanno finalmente la opportunità di interrompere e mettere fine alla storia radicale che ha coinciso per molti versi con la storia della nostra generazione. A questo punto il problema è molto semplice: noi dobbiamo continuare a fare, ma escludo per esempio - tanto per parlare di compagni che sono Radicali allo stesso titolo mio, come per esempio il tesoriere di Radicali Italiani (Valerio Federico, ndr) che è il punto di esposizione massima di una politica e rappresenta per quel che mi riguarda, davvero, il nulla come forza alternativa in consapevolezza nella possibilità di vittoria nella lotta contro una democrazia reale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I leader della prima metà del XX secolo e la loro fascinazione iniziale per il fascismo e anche per Benito Mussolini, poi superata a favore della causa democratica e a sostegno dei dissidenti che c'erano nei paesi occidentali. Oggi non è più difficile che una situazione così si ripeta?, si chiede essenzialmente Vecellio. Pannella: "Abbiamo evocato Altiero Spinelli, Salvemini… Abbiamo evocato gente che in genere era in carcere, i loro partiti non potevano più un cavolo, e hanno scritto l'avvenire. Perché è indubbio che il Manifesto di Ventotene, scritto da quei due signori, in quelle condizioni, in carcere, con un mondo nel quale vi erano le vittorie dell'anti-democrazia, in modo particolare con il convergere storico ufficiale tra impero comunista e mondo nazista-fascista, alla fine sono riusciti però ad avere storicamente ragione. Ad avere ragione di una sproporzione di forze". "C'è a questo punto di vista un rischio, ma che intendo correre. Credo che non ci sia precluso a noi di ripetere il miracolo che ha rappresentato quel Manifesto di Ventotene come l'elemento che ha permesso in due decenni il trionfo, seppure momentaneo, dell'alternativa democratica rispetto alla realtà dell'anti-democrazia vincente nel mondo". "Non abbiamo il diritto di dire che noi non possiamo continuare questa battaglia per la democrazia". Pannella: "Noi potremo anche avere Radicali Italiani nei quali dei Radicali apolitici hanno finalmente la opportunità di interrompere e mettere fine alla storia radicale che ha coinciso per molti versi con la storia della nostra generazione. A questo punto il problema è molto semplice: noi dobbiamo continuare a fare, ma escludo per esempio - tanto per parlare di compagni che sono Radicali allo stesso titolo mio, come per esempio il tesoriere di Radicali Italiani (Valerio Federico, ndr) che è il punto di esposizione massima di una politica e rappresenta per quel che mi riguarda, davvero, il nulla come forza alternativa in consapevolezza nella possibilità di vittoria nella lotta contro una democrazia reale". Ancora sul sentire di alcuni compagni radicali: "Si è corrosa la realtà antropologica con la quale dobbiamo fare i conti, perché io ritengo che in una situazione nella quale è impedito alla generalità della gente di conoscerci e giudicarci, perché di questo si tratta, a questo punto non c'è da parte di quest'altra componente di iscritti e Radicali, di 'chiunque' come sono io, in modo tale che noi risentiamo evidentemente del fatto che se manca un dibattito sulla congiuntura, ci troviamo in una situazione che era quella per cui poi venne fuori il Manifesto di Ventotene e un po' di altre cose. Sicché io mi applico da settimane a indicare i segnali di qualcosa d'alternativo alla rivincita di quello che nel 1945 si era ritenuto abbattuto
    17:24 Durata: 16 min 17 sec
  • Pannella su Emma Bonino: “Per quel che ci riguarda, è possibile ottenere, per ragionevolezza e rigore radicale, quello che porta Emma Bonino per esempio in questo periodo ad avere un'assenza di iniziativa dalla lotta di cui stiamo parlando. Perché evidentemente anche lei ritiene che vi sono altre vie d'uscita che non riusciamo a sapere quali”. “Vuol dire che c'è qualcosa di antropologico che si manifesta, come si manifestano i sentimenti magari nei confronti di me personalmente e di Emma quando hanno occasione di vederla. Perché vivo nelle strade, come sempre, e allora ho un certo tipo di incontri. Quelli che possono incontrare me, difficilmente possono incontrare Emma, perché appunto abbiamo condizioni di lotta e di vita che sono oggettivamente e necessariamente diverse. Questa diversità è cosa molto dolorosa”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'avvicinarsi dell'appuntamento di Londra con Matteo Angioli sulla ragion di Stato: "Pare che andremo a Londra, nella sede dei Comuni, ma non sappiamo con quanti parlamentari o Lord britannici che arrivano per discutere proprio della situazione nella quale ci si trova". "Dovremo ricordare anche la storia federalista e democratica, attraverso una citazione precisa dei comportamenti del Regno Unito. Già c'era questa Regina tra l'altro. In modo tale da poter dire: guardate, in questo modo è possibile nuovamente passare da dei successi a una vittoria. Se si riconosce la posta in gioco e la gravità di questo momento. Ed è quello che come Radicali, in quanto struttura organizzata, siamo gli unici ad avere previsto". Il parallelo con la "mattità" di Ernesto Rossi e Salvemini. "Per quel che ci riguarda, è possibile ottenere, per ragionevolezza e rigore radicale, quello che porta Emma Bonino per esempio in questo periodo ad avere un'assenza di iniziativa dalla lotta di cui stiamo parlando. Perché evidentemente anche lei ritiene che vi sono altre vie d'uscita che non riusciamo a sapere quali. Perciò con chiarezza dico questo: che cosa noi tentiamo e facciamo lo sanno tutti, Radio Radicale lo dice tutti i giorni e tutte le notti. Che cosa una persona come Emma, che è un simbolo della nostra storia… E' indubbio che quello che può rendere perplessi, di fronte a Pannella che propone il Partito radicale come erede di quei due matti che in quelle condizioni creano Ventotene, e dopo 20 anni quella diventa storia del mondo, ebbene sono consapevole che da parte del potere oggi c'è questa convinzione: occorre nel modo più assoluto non avere nessuna remora di carattere democraticista, perché se il paese può ascoltare in dibattiti veri gli obiettivi e i mezzi che i Radicali propongono, andrà a finire un'altra volta come quando la base clericale - vecchie donne e nonne - vota in un certo modo, come anche comunisti e fascisti. Questa è la carta che il regime gioca, e passa per una cruna d'ago, per questo sono rigorosi". Il "rischio chiusura" del Partito radicale. Pannella parla di "altri Radicali che anch'essi verranno al Congresso di Radicali Italiani" con una "altra sensibilità rispetto alla nostra", che "non ritengo abbia il lontano sospetto del carattere straordinario della storia radicale quale continua a proporsi". "Visto che non è possibile nemmeno per i 'chiunque' di ascoltarci, cioè [non è consentito a] noi stessi di ascoltare noi stessi, a questo punto il problema è quello che avevano Ignazio Silone (1900-1978) e gli altri: i loro compagni di partito erano per altri motivi totalmente acquisiti, magari dicendosi che gli avversari sono gli stessi hanno dovuto invece fare i conti proprio con i loro compagni di partito e magari di galera. Io allora continuo a sperare che coloro che non sono credo ascoltatori abituali di Radio Radicale, ma che continuo a incontrare… Ieri mattina sono stato a un matrimonio di due compagni, e in quell'occasione ho incontrato naturalmente molta gente, anche durante il viaggio e dopo il matrimonio. Beh, il numero di persone che dicevano 'ma con tutto quello che avete fatto, siete riusciti a ottenere di cambiamenti e di salvataggi della storia d'Italia che vi dobbiamo estrema gratitudine'. Il problema è che a queste persone bisognerebbe dire: davvero mi vuoi bene? Io ci credo, ma allora tieni presente che io ti dico che se non ti iscrivi, e non diventi un esempio per altre persone, se non abbiamo decine di migliaia di persone che si iscrivono, probabilmente non ce la faremo, perché il corso delle cose sembra essere un altro. Proprio perché noi democratici per primi sappiamo che quando un popolo intero non può ascoltare il confronto tra le scelte che gli vengono proposte, perché non c'è quel confronto…". Pannella: "Io ritengo dunque che noi Radicali, tutti, e parlo anche di quelli con cui non siamo d'accordo in questo momento sul giudizio della realtà del Paese… Tenete presente che voi non proponete assolutamente nulla dinnanzi alla gravità della situazione. Mentre noi non dimentichiamo che è possibile per esempio che quest'opera che stiamo facendo con Saccucci, con Rossodivita, con i nostri compagni che hanno presentato documenti nei quali chiediamo condanne per comportamenti criminali gravissimi dello Stato italiano". Ancora su Emma Bonino: "Devo dire anche il fatto di Hong Kong dimostra come in realtà il Dalai Lama in fondo non è un illuso, perché due mesi fa aveva detto: non voglio lasciare lo Stato cinese, voglio restare per aiutare più democrazia e più diritti innanzitutto per gli Han. Come fanno questi a Hong Kong, che ha elementi di massa. Vuol dire che c'è qualcosa di antropologico che si manifesta, come si manifestano i sentimenti magari nei confronti di me personalmente e di Emma quando hanno occasione di vederla. Perché vivo nelle strade, come sempre, e allora ho un certo tipo di incontri. Quelli che possono incontrare me, difficilmente possono incontrare Emma, perché appunto abbiamo condizioni di lotta e di vita che sono oggettivamente e necessariamente diverse. Questa diversità è cosa molto dolorosa, forse non determinante di per sé, perché appunto la salvezza può venire dalla gente comune che sappia, comprenda, come quando 42mila persone si sono iscritte in pochi mesi mentre noi in quel momento chiedevamo che se ne iscrivessero 5mila". Sui pericoli connessi al Vesuvio e ai Campi Flegrei, il rischio di "milioni di persone incenerite in 20 ore di eruzione". "La responsabilità è enorme"
    17:40 Durata: 26 min 33 sec
  • Sullo strapotere di Renzi in televisione. Sulle figure di Masi, Feltri e Montanelli

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La forte presenza di Renzi in televisione e il ruolo della Commissione parlamentare di vigilanza che manca, presieduta dal grillino Fico. Come spiegarselo? Pannella: "La normalità italiana, dopo 70 anni di questo regime, è quella". Sul direttore del Tg2, Masi, che si è rivolto a Pannella su Twitter "per incoraggiarmi, e anche manifestarmi l'affetto pubblicamente". "Allora devo dire a Masi che davvero lo ringrazio, perché non credo che Fico sia un pezzo di merda in mala fede, perché non credo che… Quindi comprendo che se noi radicalmente democratici a un certo punto continuiamo a sopravvivere…". "Masi, ci siamo visti sì e no tre-quattro volte nella nostra vita, ma quello che tu senti – sai benissimo che cosa comporta rispetto al regime e al potere, fare questo gesto semplice e grande. Allora devo dire che se dovessi dare un nome alla resistenza italiana, quella che può essere vincente, alla nostra, Masi, devo dirlo, credo che il nome che proporrei è quello tuo, come esempio". "Ma consentimi anche di dire, e la cosa è diversa. Che esistono persone come Feltri che ancora oggi riescono a intervenire e dire 'io sono quasi sempre d'accordo con Pannella'. Io devo dire probabilmente che Indro Montanelli, se lo sapesse, direbbe: 'Ho figliato allora'". I rapporti tra Montanelli e i Radicali. "Masi, un giornalista che in modo mirabile da un insegnamento civile e politico agli altri"
    18:07 Durata: 14 min 26 sec
  • Pannella e l'idea di "un aiuto a Papa Francesco" che "deve fare i conti con coloro che tremano e tramano contro la sua posizione, contro la sua influenza nelle scelte di fondo". "Verrebbe da dirgli: ma forse informati pure un po' di più, perché almeno due dei tuoi predecessori, essendo Papi, con Pannella anticlericale e cose di questo genere, non mi hanno fatto una telefonata. Ma hanno assunto posizioni ufficiali, in quanto tali, nella stessa direzione di quella che era la nostra lotta per il diritto e la giustizia". Il leader radicale si riferisce a Giovanni Paolo II e a Giovanni XXIII

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella e l'idea di "un aiuto a Papa Francesco" che "deve fare i conti con coloro che tremano e tramano contro la sua posizione, contro la sua influenza nelle scelte di fondo". "Verrebbe da dirgli: ma forse informati pure un po' di più, perché almeno due dei tuoi predecessori, essendo Papi, con Pannella anticlericale e cose di questo genere, non mi hanno fatto una telefonata. Ma hanno assunto posizioni ufficiali, in quanto tali, nella stessa direzione di quella che era la nostra lotta per il diritto e la giustizia". Pannella si riferisce a Giovanni Paolo II e a Giovanni XXIII. "Informati, ho il dovere di dirlo, perché tu hai il dovere della virtù che io vorrei divenisse teologale, cioè la virtù della prudenza. Prudenza sarebbe oggi quella di assumere responsabilità storiche. Il Papa polacco è andato fino al letto di morte continuando a dire che era desolato perché magari lo raggiungeva la notizia che il detenuto di Regina Coeli che lo aveva accolto e lo aveva colpito, ebbene quell'ospite non si sapeva bene se avesse tentato o se fosse riuscito per desolazione di togliersi la vita. Io sono abbastanza convinto che noi dobbiamo mettere nel conto - per come siamo, Radicali, libertari, libertini - la grande forza e attualità di Benedetto Croce quando dice 'perché non possiamo non dirci cristiani'. Che ha avuto la risposta enorme di Bertrand Russell, ma oggi credo ci sia un massimo d'urgenza perché basterebbe poco perché ci fosse una rivoluzione nello Stato italiano, nella direzione manifestamente auspicata, costituzionalmente voluta, indicata dal suo presidente della Repubblica e massimo magistrato, Giorgio Napolitano. Io vado ripetendo, da quando tu Papa Francesco hai preso quelle due posizioni - abolire nei tuoi codici l'ergastolo e inserire il reato di tortura - quelle due cose che tu hai fatto mi indussero a dire, e lo ripeto: io oggi, se dovessi scegliere, sceglierei la cittadinanza vaticana rispetto a quella quirinalizia ed altro. Quella cosa l'ho dichiarata ma era all'interno di un progetto politico. Però dobbiamo prendere atto che anche questo Papa non è molto aiutato dalla stampa italianofona e dintorni"
    18:21 Durata: 7 min 49 sec
  • Le celebrazioni per gli 80 anni del Liceo romano Giulio Cesare

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il ringraziamento di Pannella che domenica sera sarà al Liceo Giulio Cesare di Roma per celebrare, da ex alunno, gli 80 anni della scuola. "Alle 8 sarò di nuovo lì - all'Auditorium Parco della Musica, ndr - per vedere questo film preannunciato". "Un luogo aperto a tutti quanti, e quindi sarò felice di ascoltare magari altri che vengano a dirmi: beh guarda, è per colpa tua, quindi vengo a dirti che mi sono appena iscritto o mi iscrivo al Partito Radicale"
    18:29 Durata: 1 min 55 sec
  • Berlusconi e le aperture sulle unioni civili per le coppie gay. Pannella: “Su quello mi sono anche un po' rotto le palle, perché che Silvio Berlusconi abbia preso posizioni nel corso di questi 20 anni, ma soprattutto anche negli ultimi due, posizioni pubbliche e ufficiali, contestatissime magari anche da parte dei suoi sostenitori, che non c'è un uomo della sinistra ufficiale perbene che potrebbe rivendicare. Perché un uomo con tali gradi di responsabilità che abbia firmato in pubblico 12 nostri referendum, sapendo che erano quelli, contemporaneamente ribadendo in pubblico il suo sostegno ad amnistia e indulto", come ha fatto Berlusconi, non si trova facilmente nella sinistra italiana

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il confronto nel Sinodo in Vaticano. Pannella: "Potremmo fare l'elenco di almeno 15 o 20 sacerdoti che nei decenni delle nostre lotte hanno testimoniato in modo scandaloso, anche a nostro favore e condividendo le nostre battaglie. Perfino in vita di Don Giussani, perfino a Sant'Egidio, dove so benissimo che i sentimenti in questo momento sono tali che forse sarebbe liberatorio - non per noi - almeno chiedere perdono pubblicamente per quella scelta politica ufficiale per cui, in violazione aperta della legge italiana, si usarono gli spazi e i tempi delle allocuzioni e delle prediche della domenica per invitare a non sostenere i referendum che allora erano sulla Legge 40. Su questo vorrei dare un suggerimento: perché da allora ogni tipo di giurisdizione ha unanimemente continuato a condannare quella scelta". "Forse chiedere perdono sarebbe molto bello, perché non sarebbe chissà che cosa. Perché quella fu una pagina su cui lo stesso mondo cattolico oggi dimostra di avere anticipato forse quello che Papa Francesco sta riuscendo e tentando di provocare come conseguenza anche civile e politica". L'iniziativa del sindaco Ignazio Marino che ha celebrato e regolarizzato le unioni civili omosessuali a Roma. Pannella contro il Nuovo Centrodestra (Ncd) e la sua opposizione: "Quello che mi sembra incomprensibile è come questo Nuovo Centrodestra voglia resuscitare Gabrio Lombardi". Sulla posizione di Silvio Berlusconi sulle unioni gay: "Su quello mi sono anche un po' rotto le palle, perché che Silvio Berlusconi abbia preso posizioni nel corso di questi 20 anni, ma soprattutto anche negli ultimi due, posizioni pubbliche e ufficiali, contestatissime magari anche da parte dei suoi sostenitori, che non c'è un uomo della sinistra ufficiale perbene che potrebbe rivendicare. Perché un uomo con tali gradi di responsabilità che abbia firmato in pubblico 12 nostri referendum, sapendo che erano quelli, contemporaneamente ribadendo in pubblico il suo sostegno ad amnistia e indulto", come ha fatto Berlusconi, non si trova facilmente nella sinistra italiana. "Anche a sinistra, quella ufficiale, qualcuno che possa corrispondere agli atteggiamenti di Feltri?". Pannella si rivolge a Marco Travaglio: "Io ho il sospetto che da parte tua ci sia, nei nostri confronti, anche molto di Indro, di Feltri e di altri. Anche se adesso ostenta l'opposto"
    18:31 Durata: 14 min 1 sec
  • Conclusioni. Pannella a proposito del Congresso di Radicali Italiani di inizio novembre: "Su questo io mi impegnerò formalmente, sicuramente, perché ci sia una scelta chiara, dopo la chiarezza della scelta di Rita Bernardini scaturita dal Congresso precedente e per la quale ringrazio ancora Rita"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella su Matteo Salvini, leader della Lega nord, e la sua manifestazione contro Mare Nostrum: "Mi addolora, ma alla Lega accade di tutto. Anche a Bossi accade di tutto. Adesso questa scelta di Salvini mi pare purtroppo una scelta che i suoi non meritavano, e per 'suoi' intendo anche i suoi familiari. E' indice di quell'impazzimento che le normalizzazioni contengono in sé come profonda radice. Ora Salvini diventa nuovo leader, ma di cosa, di chi? Comunque Umberto Bossi gli è molto diverso". "Ripresenterò nei prossimi giorni una domanda di iscrizione al Partito democratico. C'è un precedente: la feci e me la respinsero". "Farò quello che avevo preannunciato un mese fa, ricordando la mia prima iscrizione e quanto fosse cretino il riflesso con cui era stata respinta". "Perché ritengo che non siano pochi coloro del Pd che oggi potrebbero riflettere su quello che sta accadendo del loro partito e dal loro partito". Gli appuntamenti della settimana, a partire da martedì a Londra: "Oggi abbiamo avuto una riunione al partito. E credo che le riunioni di mezzogiorno, che faremo anche domani mattina, discuteremo proprio per rafforzare questo appuntamento creato da Angioli di Londra. Spero in queste ore di potere provocare occasioni di dibattito che finora invece si poteva temere non ci fosse. Credo che questa lenta e continua costruzione, da parte di Matteo - Bruxelles 1, poi Bruxelles 2, Londra adesso - sia una cosa forte, importante, e credo che forse dovremo renderci conto che vabbè ci sono altri precedenti di giovani radicali divenuti tra i massimi dirigenti del Partito radicale. E devo dire che oggi la presenza e l'azione di Matteo Angioli è cosa che ci tengo [a sottolineare]". A proposito del Congresso di Radicali Italiani: "Su questo io mi impegnerò formalmente, sicuramente, perché ci sia una scelta chiara, dopo la chiarezza della scelta di Rita Bernardini scaturita dal Congresso precedente e per la quale ringrazio ancora Rita"
    18:45 Durata: 10 min 3 sec