Intervento di Luigi Angeletti al XVI Congresso Nazionale UIL dal titolo: "Lavoro voglia di riscatto"

Permettetemi
Di ringraziare
I nostri ospiti
Che hanno voluto onorarci della loro presenza
Voglio
Giunto al termine del mio incarico del mio mandato ringraziare tutte quelle persone
Che in questi anni
Hanno collaborato con me
Non faccio l'elenco delle persone sì primo perché mi dimenticherei qualcuna e secondo perché sono molte
Ma le voglio veramente ringraziare
Tutto ciò di buono che siamo riusciti a fare e merito anche loro
E credo che la nostra organizzazione debba
Tributario un ringraziamento
Noi
Siamo qui oggi
Care delegate e cari delegati
Per rappresentare
Le lavoratrici i lavoratori della UIL
E malgrado i tempi di ferro che stiamo attraversando
Non veniamo con le ginocchia piegate
E non abbiamo neanche chinato la testa
Anzi siamo qui
Perché abbiamo una grande voglia di riscatto
Negli ultimi quattro anni le condizioni del Paese sono notevolmente peggiorate
Per rendere l'idea di quali siano state le conseguenze politiche sociali di questa lunga crisi basti pensare che dal nostro ultimo congresso abbiamo avuto quattro Governi con tutte le maggioranze possibili
Ma la recessione non è finita né è terminata la distruzione dei posti di lavoro
E questa
La dimostrazione più chiara
Che la ricetta per uscire dalla crisi imposta dall'Europa
I applicata molto diligentemente in Italia non ha funzionato
La riduzione del debito sovrano la riduzione del deficit con la conseguente svalutazione interna
E ciò è con la compressione dei salari e delle pensioni non poteva che portare ad un aggravamento della recessione della deflazione
Neanche la riduzione dei tassi di interesse è stata risolutiva perché la riduzione dei prezzi fa aumentare i tassi di interesse reali annullandole così tutti gli effetti espansivi
La conseguenza e che l'Europa è l'unico continente che dal due mila otto ha perso sei milioni di posti di lavoro un autentico disastro
Oggi l'Europa è vista come un buco nero
Pericolosamente capace di tirare giù anche il resto del mondo
Anni di recessione aumento della disoccupazione crisi dei sistemi delle ugual far nazionali
La conseguenza di tutto ciò e che la politica dell'Europa oggi è vista dalla maggioranza dei cittadini europei non più come una speranza la soluzione hai tanti problemi nazionali ma il problema
L'onda lunga dell'integrazione ha subito un riflusso verso i nazionalismi
L'euro la moneta unica viene vista sempre di più come un abito troppo stretto il rigido dentro cui ci si crede che si possa soffocare
Si diffonde così l'illusione di poter se ne in qualche modo disfare illusione tragica perché non c'è nessun abito nuovo
Semplicemente resteremo nulli raddoppieremo il disastro
Siamo sul serio
Ad una svolta della storia europea
Oggi a distanza di venticinque anni c'è un altro muro da abbattere quello che impedisce all'Europa di guardare al di là della paura in cui oggi purtroppo essa immersa
Sembra essere convinto anche il Governatore della Banca centrale europea Mario Draghi il quale affermato oggi e più rischioso fare troppo poco che troppo
Ecco perché non abbiamo che una decisione da prendere
Puntare tutto sulla crescita
Perché la crescita non resti però solo una parola o al massimo un'aspirazione bisogna avviare subito una politica di investimenti e ad aumentare la domanda interna
L'Unione deve cambiare la sua politica
Deve promuovere
E finanziare una grande fase di investimenti
Un'impresa ardua come è noto
Ma come sempre capita
Se si pensa di sfuggire ai problemi imboccando qualche scorciatoia il modo migliore per peggiorare i problemi ulteriormente
In questo quadro il nostro Paese deve giocare un ruolo decisivo può e deve giocare un ruolo decisivo
Però per essere convincenti nei confronti delle istituzioni europee occorre essere anche credibile
Ma per esserlo non ci si possono più non ci possiamo più permettere per esempio lo scandaloso lo scandaloso lusso di perdere ogni anno miliardi di euro che l'Unione Europea ci destina che non utilizziamo
E che perciò vengono sistematicamente
Girati ad altri Paesi
La nostra crescita
è frenata dalla burocrazia e dalla corruzione
Un secolo fa Kafka
Diceva che le catene dell'umanità sofferente sono fatte di carta bollata sembra che parlasse all'Italia di oggi
La maggioranza degli amministratori locali si piega alla ricerca del demagogico consenso e non realizza le infrastrutture necessarie allo sviluppo
Gli investimenti pubblici sono stati
Impedì di non dalla mancanza di risorse ma dalla incapacità o dalla illegalità di chi deve prendere decisioni progettare e attuare investimenti
Gli investimenti pubblici non possono sostenere le clientele gli imprenditori amici e non possono più servire a comprare il consenso come fanno gran parte ancora dei nostri amministratori
Per essere credibili quindi bisogna cambiare in profondità
I problemi purtroppo hanno la testa dura
E tutte le scelte non fatte ce li ripropongono sempre nel modo peggiore
I continui annunci annunci e rinvii delle scelte ci costringono a ripetere fino alla noia e francamente anche noi ci annoia a ripeta
Le cose che non sono state fatte e che invece è necessario fare
Sono le solite bisogna ridurre il numero dei comuni
Accorpare le aziende pubbliche riducendoli da più di sette mila a qualche centinaio
Abbattere i centri di spesa da più di trenta mila a trecento basterebbero e vedrete che scusi se si se si facesse così anche i cosiddetti costi standard diventerebbero una realtà
Bisogna riformare
La legge sugli appalti
Eliminando il cosiddetto massimo ribasso e la possibilità delle variazioni dei progetti e dei costi in corso d'opera
Occorre finalmente avere una politica industriale che significa concretamente individuare e sostenere gli investimenti nei settori strategici
E laddove gli imprenditori privati non fossero capaci o non potessero e necessario tornare
All'intervento pubblico
Ma come
Ma come si pensa di poter guardare al futuro se facciamo scappare gli investitori stranieri
Se consideriamo
Unico Paese dell'OCSE
L'industria siderurgica per esempio una vecchia ferraglia da dismettere e se continuiamo a far pagare l'energia alle imprese il trenta per cento in più rispetto ai nostri concorrenti
Se la giustizia civile per la lentezza che la contraddistingue spesso non garantisce la certezza del diritto
E se non riusciamo a far pagare le tasse agli evasori come possiamo diventare credibili
Queste
Sono le battaglie che dovrebbe condurre un governo se davvero può far cambiare questo Paese
Per la crescita della nostra economia non è però sufficiente agire solo sulla dove l'offerta e quindi sugli investimenti ma anche sulla domanda interna
Ecco perché abbiamo bisogno di una riforma fiscale che riduca ulteriormente strutturalmente le tasse sul lavoro e sulle pensioni
E allo stesso modo e necessario che per esempio si ripristini la contrattazione soprattutto nel pubblico impiego
Abbiamo bisogno e infine
Chiese di forni la legge fornello
Con l'obiettivo di rendere l'uscita dal lavoro più flessibile
E che si prenda atto della realtà
Non tutti i lavori sono uguali e quindi non è possibile che tutti quanti restino al lavoro alla stessa età
Questa è l'Italia reale
Così come occorre ripristinare
La rivalutazione delle pensioni
Altrimenti stiamo destinando alla povertà
Ho denti ca milioni gli italiani che in tutti questi anni e questi decenni passati hanno fatto la ricchezza dell'Italia
Le hanno accumulato tutti i contributi e pagato tutte le tasse che dovevano e anche un po'di più perché ci sono sul sostituita e anche agli evasori
Ma la politica
Purtroppo oggi è liquida
E quindi sembra aver smarrito il senso delle priorità
Perché insegue ipnotizzati da
Come
Dalle mode il socio Garda dalla visibilità mediatica
Ecco perché liquida
Perché si illude di costruire il consenso banalmente e semplicemente stando sulle battute
Ho sugli slogan
In questo scenario
è inevitabile
Che si genera di un corto circuito nei rapporti tra i corpi intermedi e le stesse istituzioni politiche
Sono convinto che noi tutti abbiamo il dovere di porci l'obiettivo
Avere piena consapevolezza della nuova natura e della nuova struttura dei problemi in cui siamo immersi
Il mondo l'Europa sono cambiati e anche il Paese il nostro Paese si è molto trasformato
La cifra della cultura politica e sociale con cui abbiamo dovuto confrontarci è sostanzialmente diversa da quella del nostro recente passato
Se non metabolizza diamo l'evoluzione genetica che ha subito la politica mondiale e alcuni assetti istituzionali europei italiani
Se non comprendiamo il mutamento che è intervenuto nella governance delle dinamiche economiche e il ruolo del capitalismo finanziario
Se non prendiamo cognizione delle novità che si condiziono le decisioni sulla stessa allocazione degli investimenti e quindi dei processi produttivi in un solo concetto
Se non cogliamo la nuova essenza del potere
Rischiamo di esercitare in modo inefficace
E poco incisivo il nostro democratico ruolo di essere un contropotere
In una società liquida
Una struttura solida e organizzata come quella sindacale viene vissuta come un'anomalia
Come un ostacolo
Affluire dei processi sociali e politici che invece sono guidati dai mercati senza più regole ed agli interessi dei cicli più forti
Non abbiamo bisogno di conservare
Nulla
Non dobbiamo aver paura di cambiare
Né di fare le riforme
Perché solo le persone che rappresentiamo
Che pagano
La mancata
Riforma del nostro sistema
Sono i nostri iscritti che vengono messi in cassa integrazione che non trovano un posto di lavoro per i propri figli
Che subiscono le conseguenze salariali dei mancati rinnovi contrattuali che si impoveriscono per l'inconsistenza delle loro pensioni
E poche non è più possibile far ricorso al debito per trovare le risorse necessarie
A dare risposte a questi legittimi bisogni e del tutto evidente che bisogna fare le riforme necessarie per accrescere la produttività del nostro sistema economico e creare quindi le risorse che ci servono
Per
Farsi che i nostri cittadini abbiano un futuro e vivano anche meglio
La UIL
è un sindacato riformista
Ma per essere una forza che sostiene un processo di riforme
Deve conoscere interpretare bene una società ormai frantumata
Con diverse identità una sua
E dal sul loro lo della crisi errori
Perché purtroppo le aspettative sul futuro stanno rapidamente svanendo
Un sindacato confederale
Per avere un futuro deve misurarsi seriamente con le diversità
Anche nella sua rappresentanza
Pensare alle soluzioni trovare risposte concrete ai problemi
I drammi sociali
Non possiamo essere autoreferenziali
Non possiamo parlare solo a noi stessi non basta avete ragione serve convincere l'opinione pubblica delle nostre ragioni
E per questo dobbiamo cambiare anche un po'il nostro linguaggio
Ma soprattutto non essere conformisti
Non farci dire dagli altri quello che poi acriticamente dovremmo fare
Perché vedete la politica e ancora vecchia anche se al potere sono arrivati i giovani
Il qualche volta vi confesso abbiamo la sgradevole sensazione che si voglia cambiare un Paese che però non si conosce con ricette che si conoscono ancora meno
Renzi
Il nostro Presidente del Consiglio è un mago nella luce annunciare progetti
è imbattibile nel comunicarle ed è immaginifico nel disegnare gli scenari del domani
Ma nell'affrontare il presente sta mostrando ancora tutti i suoi limiti
Ne avevamo apprezzato lo spirito decisionista
Il bonus degli ottanta euro
è stato usato a mente quello che per anni avevamo rivendicato
Per avviare così la tendenza della nostra politica economica
Ovviamente una tendenza negativa
L'atto necessario per rilanciare almeno la domanda interna
Poi il premier
Ha rinviato la riforma fiscale
Ha presentato una legge rivoluzionaria
Per la pubblica amministrazione
Però la rinviata
A miglior tempo
L'unica cosa che ha fatto per decreto è stata la riduzione dei permessi dei distacchi facendo intendere neanche velatamente che il vero problema della Pubblica mise azioni solo i sindacati
Noi non ci sentiamo per nulla defraudati dalla concertazione
Vorrei solo ricordare qui
Che noi
Il tredici giugno del due mila e undici
Ben prima che venisse Renzi
Avevamo dato una discreta formale
Del protocollo del mille novecentonovantatré
Sono anni dunque che non ci siamo ricchi e noi ci siamo resi conto dei cambiamenti in atto e che con un vero spirito riformista abbiamo cercato di trovare soluzioni e strumenti innovativi ecco dove siamo stati in tutti questi anni
E cosa abbiamo fatto in tutti questi anni
Noi siamo assoluta non siamo assolutamente preoccupati perciò del comportamento di Renzi nei nostri confronti
Ciò che ci preoccupa molto seriamente solo le ricadute negative di queste scelte sulle nostre persone
Sui nostri iscritti nessun i lavoratori
Pensando di contrastare noi Renzi finisce col danneggiare i cittadini
Emblematica e la vicenda dei patronati
Togliere le risorse a questi istituti che assistono gratuitamente
I cassa integrati i disoccupati i pensionati gli immigrati nel definire le pratiche neanche semplici relative ai loro bisogni concreti
Togliere i soldi non si ostacolano i sindacati ma coloro che hanno più bisogno
Noi garantiamo a milioni di italiani diritti che lo Stato non è più in grado di assicurare
E ce ne fanno quasi una colpa
Cercano di trasmettere il messaggio che questa quasi una colpa
Insomma forse ci sarà ancora qualcuno che prova a far funzionare la riforma
Con legge Torre telefonico
Ma sarebbe altrettanto fuori dalla realtà che si ci si ostina asse a governare il Paese con l'intuito
Consigliamo dunque a questo Governo di concentrarsi di più sulla soluzione dei problemi veri del Paese e di abbandonare la polemica nei confronti dei sindacati
Ciò che conta e che si ascoltino le ragione dei lavoratori dei pensionati
Moltissimi dei quali hanno votato per questo premier e vorrebbero che ora mantenesse le promesse assunte nei loro confronti
Come sempre
Come nella nostra natura e della nostra cultura politica
Noemi si misuriamo gli esecutivi anche questo solo e sempre su questioni di merito
Purtroppo il bilancio non è positivo
Voglio
Parlare per
Pochi minuti anche meno di pochi minuti del modo come il nostro premier affrontato la vicenda dell'articolo diciotto
In maniera
Un po'confusa diciamo così
Un po'contraddittoria e anche un po'confusa
E non ha capito che l'articolo diciotto non c'entra nulla con la cosiddetta flessibilità del mercato del lavoro
Quelle regole in realtà
Tutela o le persone dai soprusi dalle ingiustizie e dalle molteplici forme di prepotenza che pessimi imprenditori e dirigenti purtroppo praticarlo in troppi posti di lavoro
Ecco
Ecco perché non siamo per nulla d'accordo che si riducano quelle tutele a milioni di lavoratori che già ce l'hanno
La conseguenza sarebbe un ulteriore avvelenamento del clima delle imprese e francamente credo che tutte le persone debbo di buonsenso non è avvertono il bisogno
I diritti o le forme di tutela non solo come la marmellata non si possono spalmare togliere a qualcuno per dare a qualcun altro
Noi abbiamo visto semplicemente bisogno
Di non togliere niente a nessuno perché non c'è nulla di superfluo e nulla da togliere
E anzi
Allargare
Forme di protezione
E forme di tutela a tanti milioni di nostri iscritti e di lavoratori italiani che non ce le hanno
Ovviamente il Governo ha affrontato un tema complesso e serio come
Il mercato del lavoro
Nel suo complesso
Però vi permettete di
Fare alcune considerazioni la prima delle quali è che può sembrare paradossale
Ad alcuni non hanno voi
Ma in Italia
C'è troppa flessibilità
E
Al di là dei danni sulle persone
Che questo
Precarietà
Provoca
C'è anche una conseguenza sociale politica ed economica
Che si abbassa troppo l'asticella si è abbassata troppo l'asticella e il mercato del lavoro sarà un mercato sicuramente atipico ma vale sempre la regola che il lavoro cattivo scaccia quello buono
Ecco perché bisogna fare delle cose molto semplici
Ridurre il numero delle forme contrattuali a cinque
Fare degli ammortizzatori sociali
Per tutti
Non sotto forma di solidarietà cioè togliendo riducendo
Le fu fuori ridistribuendo le stesse risorse
Rinviare per esempio alla contrattazione quello che è un suo compito e ruolo
Affrontare i problemi delle ristrutturazioni dei demansionamento dei cambiamenti di ruolo e di funzioni che si hanno in molti dei processi di ristrutturazione o addirittura nel cambiamento dell'arte dell'impresa
Quindi
Un'operazione
Intelligente
Che faccia sì che il nostro mercato del lavoro sia sempre più non solo in corsivo alcun termine slogan ma è veramente finché asce e adatto affisso straniere lo sviluppo e la crescita del lavoro e quindi della ricchezza del nostro Paese
Vedete a il Governo anche come sappiamo tutti varato una legge di stabilità
Noi avevamo chiesto
Due cose
Glieli stabilita
Si prevedesse
I fondi per sostenere i rinnovi contrattuali del pubblico impiego e le risorse necessarie per estendere anche i pensionati la riduzione delle tasse il cosiddetto bonus dagli ottanta euro
Abbiamo ricevuto due no sia sul primo che sullo sfondo seconda richiesta in compenso e il Governo a regalato
Un certo numero di miliardi molti miliardi
Alle imprese né con la riduzione dell'IRAP sia chiaro noi siamo favorevoli alla riduzione delle tasse anche per le imprese e anche dell'Iran
Ma pensiamo che in questo momento
Mentre molti italiani soffrono come è noto si bisognava semplicemente limitarsi a ridurre le tasse e quindi l'IRAP ha solo alle imprese che fanno investimenti che innovano e che ha assunto
Ora non ci sembra
Francamente Yesser animati da vendere o sindacali ISMU o da una
Come dire antistorica faticosa di lotta di classe
Però è indubbio
è indubbio che il queste scelte
Non possono che essere giudicate neri negativamente
Da uno organizzazione sindacale normale
Come noi siamo
Di fronte a tutto ciò
Un sindacato normale non può che reagire
In più come è noto
Non ci hanno consentito neanche di poter
Trattare
Noi non vogliamo concertare vogliamo trattare vogliamo dire quali sono le nostre ragioni e ascoltare le ragioni della Governo le spiegazioni del Governo le motivazioni dei sì ma soprattutto le motivazioni dei no
Se questo non ci è consentito perché non ci è consentito cosa dobbiamo fare
Fare
Fermi essere assegnati come sapete non è la nostra cifra politica la rassegnazione
E neanche noi crediamo nel favole quindi siamo delle persone normali che devono reagire queste sono le ragioni
Perché abbiamo proposto alle altre due organizzazioni di fare una cosa non piacevole e costosa uno sciopero generale per far cambiare
Le scelte
Del Governo
Scioperi costano
Soprattutto ai lavoratori poi costano anche all'economia del Paese
Ma non abbiamo altra avvinghiato non ci hanno lasciato nessun'altra possibilità
Noi non facciamo guerre e tanto meno scioperi per cambiare le maggioranze politiche o per influire sulle maggioranze politiche
Noi facciamo uno sciopero
Perché il Governo è come una qualunque controparte per queste cose
E quindi deve cambiare lo facciamo perché vogliamo esercitare tutta la nostra forza e quella dei lavoratori che rappresentiamo per
Chiedere al Governo di cambiare e fargli cambiare queste scelte che secondo noi non vanno bene e ci danneggiano
Noi siamo per accettare le sfide
Le sfide del cambiamento sono anche quelle più impegnative
Ieri abbiamo come dire avuto il sentore che ci fosse un atteggiamento
Quasi legittimo disfi darci nell'essere un soggetto in grado di
Cambiare
Se stesso e far cambiare anche il Paese
Però
Ci sembra
Di vedere
Che il verso
Del Governo è sempre lo stesso
Non ha cambiato verso
Ci sembra la stessa
La stessa direzione
Che ovviamente non ci ha portato fortuna in questi anni
No quella è un'organizzazione all'altezza di queste sfide
Le buone idee che per primi abbiamo avuto sulla riforma fiscale fino alla riforma delle istituzioni politiche e quindi della cosiddetta riduzione dei costi della politica
Erano le migliori proposte che si sono viste nel nostro Paese negli ultimi anni
Se fossero diventate delle vere scelte
Scelte di tutti non solo a parole perché a parole ovviamente abbiamo avuto ampie
Affermazioni positivi le condizioni di questo Paese nel due mila e quattordici e delle persone che ci vivono sarebbero state migliori
Molto migliori di quelle in cui invece cc ci troviamo
Abbiamo pure noi il solito difetto quello di avere ragione troppo presto
Per costruire un sindacato del futuro
Occorre anche definire un nuovo sistema contrattuale
Che sia più di prossimità più vicino alle persone è in grado di valorizzare concretamente il loro lavoro occorre quindi rafforzare il livello aziendale della contrattazione
Anche facendo leva su un'opportuna fiscalità di vantaggio
Per accrescere la produttività e per attribuire un adeguato riconoscimento al valore del lavoro e al merito dei singoli
Tuttavia la nostra struttura economica e di impresa fondarla prevalentemente su realtà con meno di quindici dipendenti rende essenziali e ineliminabili i contratti nazionali
Non è una scelta volontaristica
Ripeto non è una scelta volontaristica di una
Organizzazione sindacale o di tante organizzazioni sindacali
è una necessità perché è impossibile rappresentare e tutelare i milioni di lavoratori senza contratti nazionali e contratti territoriali
Tra i due livelli dunque
Ma ricercato un equilibrio più avanzato che confermi la struttura dell'attuale assetto ma che tenga conto anche delle trasformazioni del mondo del lavoro
Noi siamo convinti che un sistema di relazioni industriali costruito tra le parti sia
Il migliore
Anche in termini di efficacia
Un sistema che regoli le funzioni contrattuali misuri la rappresentatività dei vari soggetti
Dia certezze alle regole anche su come si assumono le decisioni e infine dieci altezza sull'applicabilità dei contratti
Ma un sistema è un sistema
E perché funzioni tutte le parti devono assumersi responsabilità
E obblighi
Noi abbiamo lavorato coerentemente in questa direzione abbiamo realizzato buoni accordi
Ma sinceramente la nostra impressione è che non tutti i contraenti abbiano più la voglia ULA forza di sostenerli concretamente nel prossimo futuro
Se questo malauguratamente dovesse accadere
Cari amici e compagni
Dovremmo scegliere un'altra strada
Dovremmo realizzare una svolta
Profonda
Quasi epocale
Chiedere che si applicano gli articoli trentanove quaranta della Costituzione e congiuntamente anche l'articolo quarantasei
Per mettere in atto concretamente la partecipazione dei lavoratori alle scelte dell'impresa
Il sindacato confederale oggi è sottoposto a grandi pressioni
Hai vecchi avversari
Se ne sono aggiunti di nuove
E si intravvede la tentazione e il disegno di chi punta out dunque ridimensionamento della nostra funzione sociale
Nel desiderio mai espresso
Che l'unico sindacato buono e quello che non esiste
Tutto ciò ovviamente crea preoccupazioni serie anche dalle nostre file
La percezione di questa
Avversione
La creazione di questo clima
Non può che
Legittimamente preoccuparci
E quindi spingerci
Non alla rassegnazione né alla paura ma affare tutti i cambiamenti necessari
Cambiamenti che dobbiamo realizzare sono veramente impegnativi
Ma servono a costruire un sindacato nuovo
E come diceva
John Kennedy
Le persone vincenti trovano sempre una strada
I perdenti una scusa
L'attacco al sindacato e frontale
Tentano di delegittimare la nostra rappresentatività
Ci spingono persino sostituire la base di rappresentanza sostenendo che non ci occupiamo dei giovani di precari disoccupati
Invece noi siamo stati gli unici che in migliaia di accordi abbiamo stabilizzato forme di
Di lavoro precarie
Tutta la nostra politica è stata concentrata sulla riduzione della precarietà e sulla crescita e la salvaguardia dei posti di lavoro e talvolta
Abbiamo anche rinunciato ad un po'di salario
Per questi obiettivi
Il sindacato è forse l'unico strumento
L'unica realtà sociale nazionale in grado di ridurre quella disarticolazione e frammentazione della società di cui abbiamo già parlato
Per il sindacato di domani questa deve diventare una vera e propria missione nazionale
Un impegno e una responsabilità che ci siamo assunti e che vogliamo continuare ad assumerci
Dobbiamo parlare anche di noi
Non in modo autoreferenziale
Ma per rispondere con maggiore efficacia all'istanza delle persone che rappresentiamo
Dobbiamo portare avanti la riforma organizzativa il cui obiettivo è quello di indirizzare le risorse umane
E finanziaria verso le strutture sui luoghi di lavoro
Continuare il progetto di miglioramento dei servizi e del rapporto diretto con le persone
Portare a compimento il progetto del sindacato arredi
E ridefinire nuovi rapporti tra le categorie le strutture orizzontali abbiamo già fatto passi avanti in questa direzione ma il lavoro non è per nulla finito
Dobbiamo acquistare una maggiore consapevolezza che gli organismi internazionali avranno l'importanza di retta
Non diplomatica
Sulle cose che facciamo
Sul nostro modo di fare il sindacato
S uno riusciamo ad avere delle strutture
Internazionali dei sinti sindacali internazionali
Efficaci
Dobbiamo cominciare a pensare
Che
Niente può da parte
E anche colpa nostra
Ecco perché questa volta
Dobbiamo sul serio metter conto che se vogliamo influire poi in Europa o nel mondo un
Nei confronti delle multinazionali abbiamo dove erede
Non diplomatico
Di spostare a quel livello
Anche delle funzioni
Anche dei ruoli
Come vedete abbiamo un lavoro difficile da fare
Ma
Credo che nostra organizzazione si sia già dimostrata in passato capace di affrontare tutte queste difficoltà e di superarle
Vedete in questi giorni in questi mesi ci accusano come sindacato di rappresentare solo gli interessi dei lavoratori iscritti o al massimo
Dei lavoratori garantiti
Noi respingiamo questa accusa al mittente perché noi siamo un'organizzazione di uomini e donne che stanno insieme per difendere diritti e interessi delle persone
Siamo orgogliosi di rappresentare e difendere i lavoratori che hanno fatto grande questo Paese con il loro lavoro
L'hanno fatta risorgere
E l'hanno portata fino ai vertici
Del mondo e questo è avvenuto grazie a quei milioni di persone che oggi vengono
Considerati troppo garantiti
Che noi dovremmo evitare di rappresentare con una certa
Come dire vigore no no esattamente il contrario noi rivendichiamo l'orgoglio di rappresentare queste persone
Noi siamo un'organizzazione radicata tra la gente nel territorio e nelle imprese
Un'organizzazione fatta da donne è un uomo mini liberi che pensano con la propria testa un'organizzazione di cui ci si può fidare
Per noi il sindacato non è un fine ma uno strumento
Lo strumento migliore per quella voglia di riscatto del lavoro che noi oggi vogliamo interpretare
Questa voglia di riscatto che dopo anni di paura incertezze sfiducia
Sa nei nostri cuori
E nel cuore di milioni di italiani
Cari amici e compagni noi non declina avremo
E non ci faremo emarginare
Anche nella società del domani il ruolo del sindacato sarà decisivo
Fino a quando ci saranno quelli che comandano
E quelli che seguono il bisogno del sindacato farà insopprimibile
Il mio successore
Guiderà un'organizzazione vincente
E sono sicuro che farà ancora più grande la quella
Per me
Tale delega di
Care
Delegate
è stato un grande privilegio
è un grande onore essere il vostro Segretario
Io
Ho solo una cosa da dirvi
Grazie
Vi abbraccio tutti viva la UIL
A zone