Critica e militanti

Buongiorno da Radio Radicale qui e Matteo Marchesini per la rubrica critiche militanti sono uscite per l'editore Einaudi tutte le puoi dire di Giovanni Raboni tra ordinario eclettico epigono del migliore novecento sia come può ETA che come critico letterario critico del costume
Raboni è nato nel mille novecentotrentadue ed è morto esattamente dieci anni fa nel due mila quattro
A ha avuto una maturità poetica e non solo politica fai precoce tra gli anni Cinquanta e Sessanta scritto
Poi vi è già originali a loro modo perfette poiché che risentivano certa o molto del clima lombardo della sua diciamo così
Ellittica chiarezza politiche
Che precipitava hanno subito il lettore per così dire in medias res privando lo del Campolungo degli eventi per
Restituirgli inquadrature potremmo dire grande angolari
Granate deformante e
Su una storia che attacca che profana
Letta come un cumulo di macerie sempre su uno su uno sfondo di una Milano molto manzoniana quindi una sorta di debordante concretezza ma anche
Sempre pervaso da un'ansia di dare
Evidenza le cose proprio perché se ne racconta una
Cruda inesorabile corruzione
Erano poi io potremmo dire senza inquadratura a misura d'uomo
Poi infernali fatte di scorte cianfrusaglie brandelli di una serie di mister Hyde sopra fattori e domestici tetti intrufolava hanno dappertutto
E in cui tutta la storia maiuscole minuscola passata e futura sembrava già sempre scritta finita dico animata
Divenuta una sorta di spoglie inerte
Poi c'è un secondo Raboni un Rabboni che recupera le forme chiuse prima di tutto il sonetto e che filtra tutta la sua nostalgia per una storia
Familiare pubblica monumentale ormai trascorsa
Nei fantasmi potremmo dire di rosse stanato
è una poi via sempre subito catturata anche qui da una sorta di cerchioni ricco
Che che Ilia in una
Alterità fissa di morte da cui sembra sfiorare con lo sguardo la vita
Perde con porvi le trame molto labili dell'infermità e
E dell'amore a Napoli che apparentemente cedevole tramandate insieme finissima morbida
E severa
Plastica anche ma di una plasticità spettrale a cui
Deve evidentemente qualcosa il lungo lavoro di traduzione dei due simboli della modernità francese Baudelaire e Proust
Sia come poeta che come critico Raboni potremmo dire ha mai voliera denti l'obliquità
è molto bravo nel e né entrare il singolo testo la singola situazione psicologica molto meno invece nel appunto offrirci il campo lungo della storia
Nel
Fare è quella che potremmo chiamare ancora oggi una buona critica dell'ideologia cent sarebbe vano chiedersi cosa egli intenda per né un capitalismo resistente al capitale sono tutte definizioni
Da vocabolario storico politico che Luigi usa come si usano le cose già desunte che non vengono
Diciamo così ricca e Manti Zarate allo stesso modo bellissime le sue politiche d'amore
è un po'prive di vita le sue politiche politiche si tratti di del commissario calabrese del capitale di Israele o di
O di Berlusconi poco importa
I tempi migliori però forse
Non sono nei primi
Né quelli pur straordinari che battono e ribattono sul sonetto ma tempi che fanno un po'da cesura tra i due momenti i tetti dei primi anni Ottanta e anche in parte gli ultimi in cui Rabboni sembrava tornare uscire dalla forma chiusa ma attenta dimenticarla
Tempi come quelli dia tanto caro sangue le canzonette mortali bellissime Petti come quelli di barlumi di storia l'ultimo libro del due mila e due
Tra questi vorrei leggere per ricordare a dieci anni dalla morte questo
Poeta figlio di tanta altra Polito del Novecento che era
Filtrato e sublimato in maniera originalissima un testo intitolato la guerra
O gli anni di mio padre o le sue mani quasi le dita specialmente le unghie curve un po'spesse l'una tema le mie Central marrone della nicotina
Quando quel ciclo impeccabile viaggiava su treni mitragliato che Corriere portando hanno i tranquilli villeggianti fuori tiro e stagione
Nella sua bella Borsa leggera le strane provviste di quegli anni formaggio fuso marmellata senza zucchero
Pane senza lievito immagini della città oscura della città sbranato così dolci ricordo al nostro cuore
Guardavamo i suoi anni con spavento va sotto il Sud al basso della mia secondogenito cura per le sue coronarie mormorava ogni tanto una preghiera
Adesso dopo tanto che lui è entrato nel niente gli divento
Giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno fratello fra non molto fratello più grande più sapiente
Vorrei tanto sapere che anche i miei figli qualche volta pregano per me ma subito contraddicendo primi dico che nonché ci mancherebbe altro che nessuno meno di me ha viaggiato fra me e il loro che quello che gli ho dato
Che mangiare era non c'era cibo nel mio andarmene come un ladro e tornare a mani vuote
Una povera guerra piana e vile mi dico la mia così povera d'ostinazione nube di entra e prego che lascino perdere che non per me vi venga voglia di pregare
Ecco un Consiglio di oggi è quello di leggere sfogliare
Le poi vi è di Giovanni Raboni uscite
Di nuovo in una ristampa Einaudi a risentirci venerdì però