04 GEN 2015
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 30 sec
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 4 gennaio 2015 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Pannella sull'iniziativa nonviolenta in corso: “Per prudenza, prima che i medici si dimettessero, ho chiesto di essere ricoverato. Sono ricoverato, al terzo giorno di sciopero della sete oltre che di fame”. Il leader radicale aggiunge: “Finalmente quello che bene o male si sostiene, anche io che indico alcuni testi, si sta scoprendo che l’autofagia può costituire e costituisce un elemento terapeutico in alcuni contesti”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    L’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella: “C’è questo Satyagraha di Rita Bernardini, me… Chiunque, anche io, ci si perde, tra una sospensione, poi solo sciopero della fame, poi della sete, fame e sete. Allora su questo facciamo informazione: io è da domenica a mezzanotte, quindi sono 50 ore, che sono in sciopero della sete e della fame. Per prudenza, prima che i medici si dimettessero, ho chiesto di essere ricoverato. Sono ricoverato, al terzo giorno di sciopero della sete oltre che di fame”. “Ricovero vuol dire che mi fanno le analisi la mattina e la sera, dormo lì, significa che come base sto lì e non torno a casa. Per il momento non sono sorpreso; i medici che conoscono 30 anni di mie analisi: oggi ancora sono state analisi non allarmanti. Sappiamo che c’è un momento critico nello sciopero della sete, ma sappiamo anche che reggo oltre il terzo giorno”. “Finalmente quello che bene o male si sostiene, anche io che indico alcuni testi, si sta scoprendo che l’autofagia può costituire e costituisce un elemento terapeutico in alcuni contesti”. Il digiuno nelle varie religioni e in vecchi sistemi di cura: “L’autofagia può concorrere, con altre cose, alla longevità”. Il leader radicale cita il libro “Digiuno, autofagia e longevità” di Ulisse Franciosi
    17:00 Durata: 7 min 48 sec
  • Pannella sul significato politico dello sciopero: “Fa parte della lotta prioritaria della galassia radicale, non solo sul fronte italiano, contro un progressivo e rapido ritorno alle ragion di Stato, in genere anti-democratiche”. Dalla Corea a Cuba, le “coincidenze significative” con l'intervento anti-indipendentista del Dalai Lama

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sul significato politico dello sciopero: “Fa parte della lotta prioritaria della galassia radicale, non solo sul fronte italiano, contro un progressivo e rapido ritorno alle ragion di Stato, in genere anti-democratiche”. La questione del “diritto alla conoscenza” venuta fuori dopo gli sviluppi della guerra in Iraq nel 2003. Effetti e ricadute dell’intervento anti-indipendentista del Dalai Lama: “Avevo previsto che quell’intervento politico ufficiale del Dalai Lama potesse costituire un evento al livello, dicevo, delle previsioni e delle volontà di un Altiero Spinelli per quel che riguardava l’alternativa federalista rispetto al potenziamento delle realtà nazionali degli Stati. Per il momento limitiamoci a notare che, anche se sono perfettamente convinto che ‘post hoc’ non vuol dire ‘propter hoc’, dopo di questo, nelle ultime 6 o 7 domeniche ci siamo trovati a riflettere almeno 4 o 5 volte su questa storia del Dalai Lama e sugli eventi che abbiamo. Quantomeno non si può escludere – visto quello che sta accadendo tra Corea del Sud e Corea del Nord, viste anche alcune manifestazioni di massa non nazionaliste con pochissimi feriti o contusi tra poliziotti e manifestanti – Dopo di questo si tratta di capire quanto di questo possa essere causato da parola e comportamento del Dalai Lama”. Con le sue “convinzioni di fondo, antropologiche, che contengono in sé il carattere di essere seme delle cose che prefigurano”. “La Corea dopo 50 anni in qualche modo potrebbe unificarsi, così come in qualche misura il Dalai Lama ha unito le Cine, fra le quali quella tibetana, dichiarando: ‘Io non voglio, noi non vogliamo, la indipendenza nazionale. Vogliamo far parte dello Stato cinese per all’interno agevolare più democrazia e più libertà per il popolo dominante, gli Han’”. Il recente incontro tra Pannella e Dalai Lama in Italia. “Unici al mondo in Italia abbiamo inserito nell’agenda dell’analisi politica anche questo seme possibile, seme con un avvenire importante e qualificante”. Il ruolo del Papa, sia nel rivolgersi alle Cine sia nel disgelo tra Stati Uniti e Cuba. “Si sono aperte alcune situazioni che almeno si sono aperte e prima erano chiuse”. “Sono intanto delle conferme, che possono essere anche casuali perché la storia ha molta fantasia, ma invece credo che in qualche misura questo sia previsto. Nella storia radicale c’è un elemento di preveggenza di quello che essendo possibile, a un certo punto – invece che la cosa altrettanto naturale per cui il seme non produce niente – ci sono, mettiamo, delle coincidenze significative”
    17:07 Durata: 18 min 20 sec
  • Le critiche di Messori al Papa sul Corriere della Sera, i rapporti tra Francesco e Pannella: “C’è una formula molto efficace, giornalistica ma non solo, che il vaticanista di Radio Radicale, Beppe Di Leo, fin dall’inizio ha usato: la situazione al di là del Tevere, in Vaticano, è connotata da chi trema o trama. E’ una felice fotografia di una situazione attuale. Quindi c’è chi trema, ha timori di quello che può succedere all’Ior e non solo con questo Papa. E c’è chi cerca di lavorare in alternativa alla politica che dal Papa viene manifestata”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Un articolo di Vittorio Messori su Papa Francesco, dove il rapporto con Pannella era considerato “un capo d’imputazione”, e una risposta del direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio. Pannella sottolinea l’importanza della risposta dell’Avvenire: “Il direttore dell’Avvenire ha mostrato chiaramente consenso su quelle forme di collaborazione tra esponenti del mondo cattolico e dell’Avvenire che hanno fatto parte diverse volte delle trasmissioni di Radio Radicale. Abbiamo in modo chiaro constatato il tono del rapporto”. “C’è una formula molto efficace, giornalistica ma non solo, che il vaticanista di Radio Radicale, Beppe Di Leo, fin dall’inizio ha usato: la situazione al di là del Tevere, in Vaticano, è connotata da chi trema o trama. E’ una felice fotografia di una situazione attuale. Quindi c’è chi trema, ha timori di quello che può succedere all’Ior e non solo con questo Papa. E c’è chi cerca di lavorare in alternativa alla politica che dal Papa viene manifestata”. La figura di Socci, il suo passaggio per il Foglio, così come quello di personalità così diverse come Guido Vitiello: “Giuliano Ferrara [direttore del Foglio, ndr] ha naso, intuito, per tutto quello che non è individuabile come pericolosamente altro dalle proprie posizioni”. “In realtà il Foglio, con questo direttore, riesce a essere quel giornale che a me pare sia riuscito ad avere qualcosa di equivalente a quello del gruppo del Mondo di Pannunzio”
    17:26 Durata: 14 min 30 sec
  • Sul Presidente della Repubblica, Napolitano: “Indubbiamente, come accade in persone che avendo davvero un passato presente, cioè un passato lungo che ha prodotto continuità e quindi anche presente, come Giorgio Napolitano, a un certo punto in una seconda o terza fase della sua Presidenza, proprio quello che ci auguravamo, politicamente e pubblicamente, avvenisse come scelta di fondo di Napolitano, che fosse anche convergente con quella radicale, cioè il contenuto del suo messaggio alle Camere” sulla giustizia. “Io ritengo che un disastro può essere quello che gioca manifestamente Renzi, credo. Lui dice: nel 2018 ci saranno le nuove elezioni, quindi io duro. Io credo invece che esistano molte cose che invece lavorano per farle molto prima

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La corsa per il Quirinale e il ruolo storico dei Radicali. Pannella: “Su Pertini [Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, ndr] dovetti convincere io Bettino [Craxi] perché lui diceva: ‘Ma quello mi odia!’. Il che era anche vero, ma era Mario Ferrara, era Pannunzio, era il Mondo…”. Il leader radicale aveva previsto che Pertini gli avrebbe dato l’incarico: “Lui diceva: ‘Quello non mi tollererà mai’. Io gli dissi: ‘Ti sbagli’. Faticai un po’, ma il rapporto personale e politico con Bettino Craxi era tale che, all’idea che Pertini potesse non ostacolarlo, all’inizio non ci credeva per nulla, mentre poi riuscii a convincerlo. Ed è vero che poi Pertini fu il primo ad avere il coraggio di incaricare un socialista”. “Non credo che molti sappiano - o ritengano di sapere - davvero quello che è il loro candidato. Se qualcuno lo è, probabilmente poi la fortuna potrà dargli ragione, ma non per gli elementi che oggi lo inducono a essere ottimista in una certa soluzione. Ciò detto, per quel che mi e ci riguarda, non ho rapporti tali da potere influire nel ristretto numero delle 100 persone del jet-set nazionale e internazionale italiano che possono avere una qualche importanza per determinare l’esito delle elezioni di fine gennaio”. “Il problema è un altro. Indubbiamente, come accade in persone che avendo davvero un passato presente, cioè un passato lungo che ha prodotto continuità e quindi anche presente, come Giorgio Napolitano, a un certo punto in una seconda o terza fase della sua Presidenza, proprio quello che ci auguravamo, politicamente e pubblicamente, avvenisse come scelta di fondo di Napolitano, che fosse anche convergente con quella radicale, cioè il contenuto del suo messaggio alle Camere” sulla giustizia: “Una sintesi delle nostre posizioni che forse nemmeno io stesso sarei stato in grado di presentare in modo così approfondito e piacevole alla lettura. Spero che questa patente condizione nostra di ‘egemonia etico-politica’, quindi di consistenza e non di potere, possa in effetti costituire anche un elemento di ulteriori convincimenti, oltre a quello di Napolitano, a scegliere una linea che sicuramente non era propria della tradizione Pci e nemmeno fanfaniana”. Le differenze tra Fanfani e De Gasperi secondo Pannella. “Io ritengo che un disastro può essere quello che gioca manifestamente Renzi, credo. Lui dice: nel 2018 ci saranno le nuove elezioni, quindi io duro. Io credo invece che esistano molte cose che invece lavorano per farle molto prima. Perché l’anti-democraticità per il momento delle elezioni necessaria al regime deve non essere abbandonata, messa in crisi, da un’attesa di due o tre anni; subito bisogna andare adesso a fare elezioni”, stante l’attuale situazione dei media e l’attuale censura dei Radicali. “Io invece ritengo che molti di loro rischiano di convertirsi alle nuove elezioni comunque, perché le nuove elezioni fatte con questo tipo di Rai tv, con questo tipo di media, con questo tipo di comunicazione francamente senza nemmeno la parvenza partitocratica di non essere mono-maniaca e solo al servizio di qualcuno… Oggi abbiamo una situazione, se guardiamo agli ascolti consentiti, che rende chiaro che andare a votare a breve termine significa che o abbiamo la vittoria pura e semplice di Renzi, personale, o altrimenti abbiamo qualcuno con posizioni ancora meno moderate e invece revanchiste di tipo più fanfaniano che moroteo o cossighiano. Non dimentichiamo infatti Cossiga favorevole alle riforme istituzionali di stampo americano”
    17:40 Durata: 21 min 2 sec
  • Pannella: “Quello che interessa molto a Renzi è il potere, è un connotato legittimo. Perché vive il dramma di non avere come guida di se stesso un valore”. “Ha un’estrema attenzione a liberarsi delle complicazioni democraticiste”, dice il leader radicale riferendosi a Province, Senato, eccetera

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Di nuovo sugli obiettivi del Satyagraha in corso: “Oggi se dovesse circoscrivere è innanzitutto la nostra lotta per una alternativa a una storia partitocratica che per noi è antidemocratica. Ma soprattutto a questo punto le nostre posizioni coincidono in gran parte con quelle dell'ultimo semestre, finora, del Presidente Napolitano”. “A questo punto coincidono le mie e le nostre posizioni politiche in gran parte con quelle del Presidente Napolitano. Senza mancare di umiltà, potrei anche dire che coincidono di molto con quelle posizioni che avevamo prima quando speravamo che facesse il messaggio alle Camere e con quei contenuti”. “Oggi, se è vero come è vero, che la nostra strategia è quella di essere impegnati a fondo per aiutare il potere esistente a legalizzare la propria politica”. Su Papa Francesco: “Gli è stata attribuita una cosa di tono ratzingeriano, quando lui ha detto che la chiesa è ‘magistra’. Ha detto: qui se uno è cattolico ha queste posizioni. Il che voleva dire magari difendersi da chi aveva posizioni diverse dalle sue, magari più ambigue, più vicine a quelle degli oltranzisti del Sud America”. Una presa di distanza, secondo Pannella, dalla cosiddetta teologia della liberazione. Ancora sulle elezioni presidenziali: “Quello che interessa molto a Renzi è il potere, è un connotato legittimo. Perché vive il dramma di non avere come guida di se stesso un valore. Una caratteristica del nostro Presidente del Consiglio è quella di essere un individualista e non un personalista cristiano. Il personalista cristiano è, al di là dei suoi punti di riferimento, proprio questo Papa”. Sui rapporti tra i Radicali, Papa Francesco e i suoi predecessori: “In questi che tu hai contrassegnato come ‘non di Francesco’, credo che la maggioranza sia piuttosto, con resistenze, qualunquista”. Il parallelo con il rischio “autoritario” di Renzi: “Ha un’estrema attenzione a liberarsi delle complicazioni democraticiste”, dice il leader radicale riferendosi a Province, Senato, eccetera. Su Rotondi: “E’ una persona interessante, ogni tanto seguo le cose che dice e colgo l’occasione per fargli gli auguri. Anche perché quando ha avuto occasione di dialogare con noi e di immergersi nei congressi radicali, lo ha fatto – devo dire – con gusto, perché certo quello non gli dava maggior forza nella sinistra frontista o nella destra di questo ex di Alleanza Nazionale come Gasparri”
    18:01 Durata: 16 min 6 sec
  • Pannella: “Guardate che noi dobbiamo riuscire ad ottenere, in mezzo alle cose incredibili che ci riescono, una formale condanna dello Stato italiano per l’assieme delle cose: la denunce ambientali, quelle sanitarie, eccetera. E il professor Saccucci ha preparato da un mese il dossier; dobbiamo aspettare il momento di un grande dibattito interno per valorizzarlo. Perché quello che in parte mi attendo è quindi un documento, scientificamente e tecnicamente molto forte, che inneschi la vicenda alla Cedu ma anche all’Onu dell’incriminazione dello Stato italiano in quanto tale”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sul fronte della riforma della giustizia. Pannella: “C’è qualcosa che non per caso ma per riflesso non passa. Si continua a scrivere sul Corriere della Sera della ‘protesta’ di Pannella. Ora devo dire che lì, se non hanno meno di 25 anni, anche i redattori potrebbero avvisare il direttore o il redattore-capo e dire: guarda, mi ricordo che quello addirittura utilizzò diffide ufficiali con avvocati perché alcuni giornali avevano continuato a parlare di ‘protesta’ riferendosi ai Radicali. Mentre per una forza nonviolenta la parola ‘protesta’ è diffamazione. Noi siamo quelli della proposta, della convinzione, del convivere”. La dialettica fra il ministro Orlando e la segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini. La possibilità di dover vendere la sede del Partito radicale: “Essendo questa la situazione, viene fuori quello che ho detto ai nostri compagni. Guardate che noi dobbiamo riuscire ad ottenere, in mezzo alle cose incredibili che ci riescono, una formale condanna dello Stato italiano per l’assieme delle cose: la denunce ambientali, quelle sanitarie, eccetera. E il professor Saccucci ha preparato da un mese il dossier; dobbiamo aspettare il momento di un grande dibattito interno per valorizzarlo. Perché quello che in parte mi attendo è quindi un documento, scientificamente e tecnicamente molto forte, che inneschi la vicenda alla Cedu ma anche all’Onu dell’incriminazione dello Stato italiano in quanto tale”. “Il Presidente ha scritto nel suo messaggio che l’amnistia e altre riforme strutturali sono ‘urgenti’ da realizzare, perché altrimenti, se ci battiamo su altre cose pur importanti come il sovraffollamento in quanto tale, rischiamo di non uscire fuori da una situazione di anti-democrazia naturale”. Il riconoscimento per Mauro Masi, direttore del Tg2, che si è iscritto al Partito radicale. La necessità preliminare di vincere “la battaglia per la loro informazione”, dice Pannella riferendosi al diritto d’informazione degli italiani
    18:17 Durata: 13 min 50 sec
  • Il dibattito europeo, le figure di Marine Le Pen e in particolare quella del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi: “Anche noi – lo dico perché mi voglio distinguere da altri – giudichiamo complessivamente molto importante, e non deludente, l’uso di questa molta importanza da parte di Draghi in questo momento”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La necessità preliminare di vincere “la battaglia per la loro informazione”, dice Pannella riferendosi al diritto d’informazione degli italiani. Le posizioni di Salvini e Grillo sempre più simili: “Certo, infatti penso all'imbarazzo che credo abbia Marine Le Pen che, avendo guardato a questi come pure all'inglese Farage, a questo punto temo cominci a rendersi conto che non corrisponde proprio a quello che proprio suo papà voleva. Suo papà non era fascista, era reazionario”. La figura di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea: “Adesso è molto interessante questa figura e questo potere di Draghi – dice Pannella – Perché ritengo che Draghi era già il vero ispiratore, quando prima di essere nominato e divenire il Draghi potente, di quando noi Radicali denunciavamo posizioni sospette di complicità tra Milosevic e alcuni esponenti dei Governi italiani”. “Con Draghi ne parlai, che al momento era già molto potente, credo in un viaggio in aereo. Gli segnalai proprio la gravità del fatto che come Italia non prendessimo posizioni non anti-jugoslave, ma a favore di coloro che ormai si erano dimostrati come possibili vincenti e non come soggetti di Milosevic. Lì trovai onestamente in Draghi che mi disse: è una preoccupazione che ti assicuro ho condiviso, e sono contento che ne parliamo adesso pro futuro”. “Anche noi – lo dico perché mi voglio distinguere da altri – giudichiamo complessivamente molto importante, e non deludente, l’uso di questa molta importanza da parte di Draghi in questo momento”
    18:31 Durata: 6 min 8 sec
  • Conclusioni. Un appello all'iscrizione al Partito radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Oggi noi ci troviamo a dovere fare i conti con i colpi di coda della partitocrazia. Perché vorrei dare un contributo semantico anche al Papa. Quando si parla di corruzione, forse per una volta può essere utile sottolineare il fatto che la corruzione presente in teologia è la corruzione della carne. E’ un processo quindi che riguarda il corpo già morto che produce gli effetti di un corpo morto; se ti avvicini, già vedi che in quel corpo morto abitano migliaia di parassiti. In realtà è questa la situazione del nostro Paese, quella di una putrefazione della partitocrazia”. “C’è lo spazio per un’alternativa occidentale, democratico, con una sua minima purezza di stampo democratico-liberale più che democratico-corporativista o queste cose qua”. “Bisognerebbe dare a atto a Masi che mi ha fatto fare una trasmissione di 20 minuti, altri no”. Ma “il pericolo è che noi si possa parlare ad alcuni milioni di italiani, come fanno tutti gli altri, per raggiungere una consistenza di informati su di noi che ci possano giudicare, bene o male”. “Sicuramente Masi, compiendo questo atto anomalo in tutti questi anni… C’è stata qualche cosina al Tg5 con Mimun. Se gli è stata permessa e finora non gliel’hanno fatta pagare è perché abbiamo parlato al doppio degli ascoltatori di Radio Radicale, diciamo, non a milioni di persone”. L’appello all’iscrizione al Partito radicale: “Costa l’equivalente di un caffè al giorno, ma può essere pagata a rate. Se non trovate interiormente e materialmente lo sfizio, per molti, di dire: ma sì, se a questo punto questo ce lo chiede, dicendo che altrimenti rischiano di essere chiusi – non di chiudere – e di non farcela, o gli facciamo fiducia sul fatto che è vero e non è un modo per raccontarci balle e allora di corsa ci iscriviamo, magari se possiamo anche facendo donazioni di migliaia di euro. Questo credo che può essere un esempio, se qualcuno lo fa, tra quegli imprenditori che ho sempre difeso evocandoli come possibile Terzo stato e non come evasori fiscali”. Il riferimento, anche da parte del sociologo ed editorialista della Stampa Luca Ricolfi, al nuovo Terzo stato. Sull’atteggiamento di Pannella durante l’iniziativa nonviolenta: “Buoni auguri, buon anno a tutti. Tenete presente che in queste ore, con sciopero della sete e altro, mi è divenuta spontanea una cosa. Questa trasmissione è audiovisiva, ma chi mi sente solo in radio non può sapere che la mia immagine è curata; mi sono fatto un favoloso contropelo alla barba; per non dare l'impressione di stanchezza. Sono in esercizio delle mie funzioni di Stato che, come noto, sono quelle di un cittadino democratico. Però ho voluto onorare anche l'immagine per come si sono vestito. Perché c'è un Matteo, evangelico oltre che biblico, che come Gandhi ha detto: quando vi sono i digiuni, lui intendeva quelli religiosi, non diamo mai l'immagine della sofferenza, ma diamo invece l'immagine personale di qualcuno che è felice, lieto, dell'occasione che ha di provare che il digiuno può essere anche serenità, amore e non odio”
    18:37 Durata: 22 min 46 sec