Nei primi tre scrutini la DC optò per Guido Gonella e il PCI votò in modo pressoché unanime il proprio candidato, Giorgio Amendola, mentre l'ala parlamentare socialista concentrò i propri voti su Pietro Nenni.
Fino al 13º scrutinio il PCI mantenne la candidatura di Amendola e il PSI propose Francesco De Martino, senza trovare consensi, ma al 16º scrutinio, l'8 luglio 1978, la convergenza dei tre maggiori partiti politici si trovò sul nome di Pertini, che fu eletto … presidente della Repubblica Italiana con 832 voti su 995, a tutt'oggi la più ampia maggioranza nella votazione presidenziale nella storia italiana.
La sua elezione apparve subito un importante segno di cambiamento per il Paese, grazie al carisma e alla fiducia che esprimeva la sua figura di eroico combattente antifascista e padre fondatore della repubblica, in un Paese ancora scosso dalla vicenda del sequestro Moro.
Quella delle elezioni presidenziali fu una battaglia molto dura.
Uscirono sconfitti da quel confronto Benigno Zaccagnini, allora segretario della Dc e Ugo La Malfa.
Il Psi affondò queste due candidature perchè si trattava di esponenti politici che avevano dato il loro sostegno alla politica del "Compromesso storico".
Ma anche Antonio Giolitti non riuscì a spuntarla.
Ne abbiamo parlato con l'allora segretario del Partito Liberale Italiano Valerio Zanone, che proposte al Quirinale il politologo Norberto Bobbio.
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