04 GIU 2003

Intervento di Gianfranco Dell'Alba sulla domanda di adesione della Turchia all'Unione europea

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 4 min 30 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Gianfranco Dell'Alba sulla domanda di adesione della Turchia all'Unione europea", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 4 giugno 2003 alle 00:00.

Sono intervenuti: Gianfranco Dell'Alba (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Tra gli argomenti discussi: Carcere, Democrazia, Diritti Umani, Europa, Italia, Laicita', Parlamento Europeo, Stato, Testimoni Di Geova, Turchia, Unione Europea, Verdi.

La registrazione video ha una durata di 4 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Gianfranco Dell'Alba

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega Nordmann si è espresso in modo molto eloquente. Anch'io, al pari dell'onorevole Cashman poco fa, sottoscrivo quanto ha detto e, per riprendere le sue affermazioni, ribadirò come lui che in questa relazione ci sono molti elementi sottaciuti che non dovrebbero figurare in un testo obiettivo sulla situazione di un paese. Certo devono essere rispettate le considerazioni politiche delle parti. Sottoscrivo tuttavia quanto il collega diceva a proposito della laicità e dell'essenza stessa dello Stato kemalista di cui non c'è alcuna traccia nella relazione, così come, a quanto si può vedere, non si fa cenno dello sforzo compiuto dal Primo Ministro turco attualmente in carica per far entrare il suo paese in Europa. Da questo punto di vista, onorevole Oostlander, se il nostro Parlamento avesse avuto la possibilità di preparare una relazione tanto puntigliosa non solo sui paesi candidati, ma anche sugli attuali Stati membri dell'Unione - penso al mio paese - sarebbero stati necessari non 56 paragrafi, ma forse il doppio, per parlare per esempio della situazione delle prigioni, della giustizia italiana e di molti altri settori in cui le cose non vanno affatto bene. Anche nei nostri paesi, onorevoli colleghi, o almeno in alcuni di essi, non molto tempo fa si andava in prigione perché, in quanto testimoni di Geova, ci si rifiutava di prestare servizio militare: si obbligavano quelle persone con la forza, altrimenti andavano in prigione. I nostri paesi hanno vissuto tutto questo. Certo, la Turchia deve compiere progressi significativi, ma i casi sono solo due: o noi le offriamo l'orizzonte dell'Europa, o glielo neghiamo compiendo non solo un gravissimo errore politico e strategico, ma indirizzandola, in un certo senso spingendola, verso altri orizzonti, altre rive, molto più pericolose, non solo per la stabilità, ma anche, credo, per il benessere dei turchi e per i loro progressi verso la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti dell'uomo. In proposito, con i colleghi del gruppo radicale e con i parlamentari del gruppo dei Verdi, che con l'occasione desidero ringraziare, abbiamo presentato un emendamento volto per l'appunto a non chiudere la porta alla Turchia, come fa la relazione Oostlander. La versione iniziale del documento, che aveva invero un tono da battaglia di Lepanto, è stata nel frattempo senz'altro migliorata. Abbiamo pertanto presentato un emendamento in cui affermiamo la fiducia nel fatto che le condizioni di ammissione della Turchia ai negoziati di adesione saranno rispettate se il governo turco porterà avanti con costanza e determinazione le necessarie riforme in corso. In uno sforzo di comprensione, che apprezzo, il relatore ha proposto di considerare questo emendamento come un'aggiunta. E' in un analogo spirito di compromesso che accetto, come il gruppo dei Verdi, questa offerta del relatore, sperando che ci troveremo d'accordo anche nell'inviare alla Turchia un messaggio, non all'insegna della chiusura, ma del raggiungimento di progressi effettivi. Al momento opportuno ovviamente entrambe le parti potranno compiere la loro scelta. Lasciamo tuttavia almeno questa porta aperta: in quest'ottica, mi auguro che l'Assemblea approverà all'unanimità l'emendamento in questione.
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