05 LUG 2000

Intervento di Benedetto Della Vedova sul rapporto annuale della Banca centrale europea

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 4 min 35 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Benedetto Della Vedova sul rapporto annuale della Banca centrale europea", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 5 luglio 2000 alle 00:00.

Sono intervenuti: Benedetto Della Vedova (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Banca Centrale Europea, Commissione Ue, Costi, Deficit, Duisenberg, Economia, Euro, Finanza Pubblica, Flessibilita', Lavoro, Liberalizzazione, Licenziamento, Lista Bonino, Mercato, Parlamento Europeo, Pensioni, Pil, Previdenza, Privatizzazioni, Produzione, Riforme, Solbes, Spesa Pubblica, Tasso
D'interesse, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 4 minuti.

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  • Benedetto Della Vedova

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    Signor Presidente, signor Presidente della Banca centrale europea, Commissario Solbes, a nome dei radicali italiani del gruppo tecnico dei deputati indipendenti, credo che l'obiettivo che si è prefissata la Banca centrale europea - che è l'obiettivo insito nel Trattato e nella migliore dottrina economica, cioè il contenimento dell'inflazione - obiettivamente sia stato raggiunto; questo non può che essere un motivo di plauso anche all'attività della Banca centrale stessa. Tuttavia questo risultato non può in alcun modo far dimenticare le molte ombre lunghe che si addensano su di esso. Il primo problema da porre è quello della finanza pubblica: il positivo andamento dei rapporti tra deficit e PIL, che in pochi anni è sceso sotto il 2 per cento nell'area euro, nasconde il fatto che in molti paesi, in molti casi questo risultato è dovuto unicamente alla favorevole congiuntura dei tassi d'interesse e a un livello d'imposizione fiscale che è cresciuto anziché diminuire. Le riduzioni strutturali e durevoli della spesa pubblica rivestono un ruolo ancora secondario e in più, in molti paesi, il bilancio pubblico continua a rimanere attorno al 50 per cento, un livello troppo alto per essere maneggiato senza rischi di nuovi sforamenti nei deficit in caso di crisi o di choc . In particolare, credo occorra porre con urgenza - e in questo i vertici della Banca centrale potrebbero e dovrebbero contribuire con maggior forza di quella che mettono attualmente - il problema del debito sommerso, derivante dai sistemi pensionistici pubblici in molti paesi, in particolare in Italia ma non solo. La generosità demagogica di questi sistemi ha un costo elevato che ben presto qualcuno sarà chiamato a pagare e che ben presto farà sentire i propri effetti sulla stabilità dell'euro. C'è il problema della trasparenza nelle decisioni della Banca centrale europea: qualcosa è stato fatto, ma io credo non sia ancora stato fatto abbastanza; in questo mi rimetto alle parole, che condivido in toto , del collega Huhne. Il Presidente Duisenberg ha affermato - e condivido le sue affermazioni - che il problema della new economy , del ritardo della new economy in Europa e della produttività del lavoro in Europa non è, non può essere e non deve diventare un problema di tassi d'interesse. E' un problema di riforme strutturali e come tale va affrontato. C'è un problema di privatizzazione e di liberalizzazione in molti settori. Ci sono paesi come la Francia - quindi paesi importanti - che hanno dato un colpo di freno rispetto a questi temi: liberalizzazioni e privatizzazioni innanzitutto del settore delle telecomunicazioni, ma non solo. C'è il problema della flessibilità del mercato del lavoro. Mandel, uno dei padri dell'euro, ha avuto modo di dire pochi mesi fa, riguardo all'Europa, che i governi impongono al mercato troppe rigidità. Assunzioni e licenziamenti vanno liberalizzati, per il semplice motivo che il controllo sul licenziamento non fa altro che inibire la possibilità di nuovi impieghi. Anziché chiedere alla politica della Banca centrale, alla politica dei tassi, di risolvere alcuni problemi dell'economia europea, sarebbe bene che la politica europea risolvesse i problemi che può risolvere da subito, come quelli della ristrutturazione e della flessibilità nell'economia e nel mercato del lavoro. Per concludere ringrazio l'onorevole Radwan per l'ottimo lavoro svolto con questa relazione, in buona parte condivisibile.
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