18 NOV 2002

Intervento di Benedetto Della Vedova sull'informazione nell'Unione europea

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 3 min 59 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Benedetto Della Vedova sull'informazione nell'Unione europea", registrato a Parlamento Europeo lunedì 18 novembre 2002 alle 00:00.

Sono intervenuti: Benedetto Della Vedova (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Tra gli argomenti discussi: Censura, Commissione Ue, Comunicazione, Democrazia, Europa, Istituzioni, Mass Media, Mercato, Parlamento Europeo, Stato, Telecomunicazioni, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 3 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Benedetto Della Vedova

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    Signor Presidente, credo che sia indubbio il concetto, reiteratamente espresso in questo dibattito, del rapporto tra informazione libera e democrazia, e credo che questo dibattito debba servire anche a sensibilizzare il Parlamento e le Istituzioni europee, più di quanto non sia accaduto fino ad oggi, sul problema della democrazia e dell'informazione negata, l'informazione come strumento per negare la democrazia, problema presente in molti paesi con i quali abbiamo relazioni economiche o commerciali, o in paesi come l'Iraq, la Cina, Cuba, il Vietnam, eccetera. E' un problema sicuramente anche per l'Europa, quello di garantire la libertà dell'informazione come garanzia dell'effettività della democrazia. Su questo punto desidero fare due o tre osservazioni. La prima è che, a mio avviso, bisogna essere molto prudenti nel richiedere normative europee, nel richiedere interventi della Commissione che possano in qualche modo imbrigliare un mercato - quello dei media e delle telecomunicazioni che si vanno fondendo - che, non dimentichiamolo, dovrà reggere alle sfide dei mercati internazionali, giacché le imprese europee dovranno reggere alle sfide dei mercati internazionali. Ora, sovraccaricare un mercato che già ha difficoltà - le aziende hanno difficoltà a crescere, a causa di barriere linguistiche, culturali, eccetera - di nuovi carichi in termini di vincoli e limiti potrebbe essere pericoloso. Vi è tuttavia un paradosso che vorrei mettere in luce in questa discussione, e questo paradosso è che noi, che siamo comunque esponenti delle Istituzioni anche se non siamo membri dei parlamenti nazionali, siamo molto attenti alle dinamiche del mercato, alla concentrazione che avviene nel mercato, ma non spendiamo una parola su quel poderoso apparato di aziende dei media rappresentato in Europa dalle aziende di Stato. Si parla, per esempio, dell'Italia: è giusto gettare un fascio di luce, è giusto avere le preoccupazioni che si debbono avere, ovunque, nel rapporto tra media e democrazia; non si dice però che metà dell'apparato informativo è nelle mani dello Stato, il che significa nelle mani dei partiti. E questo succede un po' in tutt'Europa. Pensiamo forse che i partiti usino le proprie televisioni nel rispetto del pluralismo dell'informazione, nel rispetto del diritto dei cittadini a essere informati o nel proprio interesse di dare alcune informazioni? C'è un altro aspetto, e qui richiamo il lavoro che, nella precedente Commissione, fece il Commissario Van Miert: la presenza delle aziende delle televisioni di Stato è un detrimento per il mercato nei media , nell'informazione. La presenza delle TV di Stato ostruisce lo spazio per la creazione di aziende in concorrenza, magari di aziende europee, drena risorse attraverso le tasse, i canoni e i finanziamenti, che potrebbero essere ridistribuite nel mercato e dare vita a una pluralità di soggetti in concorrenza tra di loro. Bene, su questo credo si debba riflettere e su questo - aiuti di Stato, concorrenza, abuso di posizione dominante e altro nei mercati interni - credo che anche la Commissione dovrebbe dire qualcosa.
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