15 MAG 2003

Intervento di Benedetto Della Vedova sui grandi orientamenti di politica economica (2003-2005) dell'Unione Europea

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 4 min 39 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Benedetto Della Vedova sui grandi orientamenti di politica economica (2003-2005) dell'Unione Europea", registrato a Parlamento Europeo giovedì 15 maggio 2003 alle 00:00.

Sono intervenuti: Benedetto Della Vedova (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Tra gli argomenti discussi: Accordi Internazionali, Anziani, Austria, Cellule Staminali, Economia, Francia, Giovani, Immigrazione, Italia, Lisbona, Ogm, Parlamento Europeo, Pensionati, Pensioni, Poverta', Previdenza, Tecnologia, Trentin, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 4 minuti.

Il
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  • Benedetto Della Vedova

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    Signor Presidente, signor Commissario, signor relatore, nell'introdurre questa relazione sui GOPE il relatore si è dichiarato soddisfatto del largo consenso, quasi unanime, registrato all'interno della Commissione e, immagino, all'interno del Parlamento. Lo comprendo, però credo che questo sia un limite del lavoro che facciamo e, tutto sommato, anche uno dei limiti dei GOPE in quanto tali. E' facile condividere gli obiettivi di Lisbona - chi non sarebbe d'accordo su quegli obiettivi? - mentre difficile invece è accordarsi sugli strumenti. Per lei, signor Presidente, e per l'onorevole Trentin, se sedeste in un parlamento nazionale, sarebbe arduo, alla fine, concordare le scelte da fare, le posizioni da assumere. Credo che questo - ma ormai, lo sappiamo, è strutturale - sia il limite di questi grandi orientamenti e delle politiche di coordinamento aperto, soprattutto perché, a mio vedere, bisognerebbe avere il coraggio di andare più a fondo su alcune questioni, scegliendo anziché cercando il minimo comun denominatore tra posizioni diverse all'interno del Parlamento e tra i diversi paesi, e andando alla radice delle questioni. Voglio segnalare tre elementi, presenti in modo, a mio avviso, insufficiente nei GOPE e anche nella relazione: il primo è la previdenza. Deve essere chiaro - e bisogna dirlo a voce alta, molto alta - che in Europa si sta preparando un futuro di generazioni di pensionati poveri e che lo si sta facendo perché non si vuole, non si trova la forza o il coraggio di imporre certe scelte a quanti hanno interesse a che i sistemi previdenziali non cambino nei tempi necessari. Abbiamo sistemi che non sono sostenibili sotto il profilo finanziario, che sono iniqui nei confronti delle generazioni più giovani o future, eppure non si trova la forza politica di cambiare. Su questo anche nel Parlamento ci si scontrerebbe. Abbiamo visto lo sciopero in Austria, l'abbiamo visto in Francia, lo vedremo tra breve in Italia. La lobby dello status quo di chi difende gli interessi di quanti non vogliono alcun cambiamento sulle pensioni è una lobby forte, ed è all'opera. Credo che anche dai documenti, anche dai pronunciamenti del Parlamento europeo debba venire un richiamo forte affinché siano tutelati gli interessi di tutti e, soprattutto, dei più giovani. L'onorevole García-Margallo, nella sua per altro pregevole relazione, si richiama al dialogo sociale. Io credo che su un tema come le pensioni sia invece auspicabile il confronto sociale e, se necessario, anche lo scontro politico. Il dialogo sulle pensioni con coloro che riempiono le piazze a Vienna, a Parigi o a Roma, sfruttando la paura della gente con proposizioni demagogiche, quando ben sanno che invece qualcosa viene fatto, è un dialogo sterile, è un dialogo che non può portare da nessuna parte. Altro punto: la questione dell'immigrazione. Anche se so di un emendamento, che mi auguro non venga votato dai popolari, auspico che resti nella relazione il richiamo all'importanza degli immigrati e dell'immigrazione nel dare dinamicità e flessibilità all'economia europea, proprio nel momento in cui, con l'allargamento, alcuni grandi paesi chiedono di posticipare al 2011 la libera circolazione dei lavoratori. Questo sarebbe un fattore importante di dinamismo dell'economia europea e va mantenuto. Chiudo su un ultimo punto, signor Presidente: gli obiettivi di Lisbona, fare dell'economia europea l'economia più forte basata sulla conoscenza. Ebbene, chiediamoci come sarà possibile in paesi, come quelli europei, che rifiutano la frontiera tecnologica degli OGM e delle cellule staminali.
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