Legge elettorale: intervista a Giorgio Tonini sulla questione di fiducia posta dal Governo

Radio Radicale abbiamo ora qui con noi e Giorgio Tonini vicepresidente dei senatori del Partito Democratico e il senatore e Tonini fiducia sulla riforma elettorale non è una forzatura
Ma indubbiamente è un passaggio forte
Che peraltro si è reso necessario per evitare
Come dire che uscisse dalla Camera un testo
Frutto del casuale sovrapporsi di maggioranze varie trasversali
Nel voto segreto sui singoli emendamenti
Ora a mio modo di vedere il il voto di fiducia è una risposta indubbiamente forte che si sarebbe preferito non
Non dover utilizzare a due cose uno il voto segreto il voto segreto combinato con diciamo così l'esplicito rifiuto
Di qualunque criterio di disciplina di gruppo
Da parte della minoranza del Pd
Il sommarsi di questi due
Patti
Arreso il passaggio parlamentare sugli emendamenti qualcosa di assolutamente certa ora non si può occupare una legge elettorale
Che è un testo anche tecnicamente compresso e politicamente delicato
Appunto con maggioranze casuali coperte appunto dal vedo del voto segreto sì però senatore Tonini quando un ex Presidente del Consiglio come Enrico Letta non vota la fiducia al al Governo presso
Dovevamo attrezzi qualche problema grosso che non è relativo solo alla minoranza vi dice
E questo è un problema politico è un altro discorso ovviamente c'è un problema politico grande come una casa dentro il Pd questo questo è evidente
Peraltro io onesta lato Presidente letta criticato anche insieme col Presidente Prodi la politica nei confronti della Libia della Libe dell'immigrazione sì adesso non non mescoliamo tutto sulla sulla questione
Che riguarda la riforma elettorale io onestamente non vedo proporzione lo dico da tanto tempo tra al merito
Del dissenso perché c'è un dissenso di merito e lenta si che viene posta fino a parlare di derive autoritarie uomini soli al comando sciocchezze del genere mi permetto di dire sciocchezze perché a mio modo di vedere questo è
Il sistema nuovo prevede
Un vincitore certo questo sì
Vincitore certo peraltro che deve avere o almeno il quaranta per cento al primo turno o
O
Vincerà un ballottaggio quindi avere la maggioranza assoluta al secondo turno
E questo vincitore certo disporrà di una maggioranza diciamo
Netta ma assolutamente limitata c'è una maggioranza di venticinque deputati su seicentotrenta
E dipenderà dal voto di fiducia del Parlamento esattamente come oggi
Avrà di fronte un Presidente della Repubblica che anzi se passa la riforma costituzionale così come sarà eletto a maggioranza qualificata oltre che a voto segreto la Corte costituzionale resta quella che
Quindi francamente questa tutto tranquillo insomma questa deriva autoritaria però onestamente non c'è dopodiché si è arrivati a demonizzare il premio alla lista invece che il premio alla coalizione ora a questo punto tutto politico
Su quale Renzi può dire giustamente di aver vinto il congresso perché il Congresso lui lo ha vinto
Riproponendo e rilanciando il partito a vocazione maggioritaria che è un'idea diversa rispetto a quella delle coalizioni pigliatutto
Che mettevano tutto insieme adatti a vincere ma poi non a governare e chi vuole tornare a quello stadio della nostra evoluzione ci vuole riportare in dietro è così però la differenza può sembra potrebbe S.p.A. parente di quella che è reale perché nulla vieta di fare un listone che poi dopo sedi distinte le in dieci gruppi parlamentari siamo capaci quindi
Sì appunto ma diciamo si è semmai la critica e che
è sufficiente norme che allora si deve ritornare indietro addirittura prevedere esplicitamente la coalizione
Aggiungo che sia Rosi Bindi che Enrico Letta per non dire tanti altri in particolare prodiani allora
Con me e con altri sostenemmo convintamente il referendum Guzzetta stiamo parlando del due mila sette due mila otto
Che appunto proponeva di togliere il il premio di coalizione dalla dal porcellum di prevedere un premio solo alla lista che arrivava prima ora
Adesso è diventato pacifista quello che allora era progressista cioè insomma io vedo una sproporzione delle critiche ripeto poi ci possono essere tanti dissensi di merito perché nessuna legge elettorale perché per nemmeno vitali come ovviamente lo è
Però si tratta appunto di dissensi di merito sui quali ci si confronta del gruppo si vota
E abbiamo fatto tanti due riunioni tante assemblee tanti confronti tanti dibattiti e poi si vota e la minoranza
Sia della guerra tra la maggioranza io sono stato quasi sempre in minoranza
Al contrario di Errico Heather altri sono stati esempi maggioranze usato quasi sempre in minoranza quando ero in minoranza non mi sarei mai sognato
Di trasferire le mie critiche poli sì che anche molto dure quando nel dibattito pubblico il comportamento nelle istituzioni nelle istituzioni se vogliamo difendere la stabilità dei Parlamenti quindi la loro credibilità
La credibilità della democrazia parlamentare si basa
Anche sulla disciplina di gruppo se non c'è la disciplina di gruppo
Non c'è stabilità e quindi non c'è credibilità dell'istituzione parlamentare a quel punto non ci resta che la via del presidenzialismo ringraziamo come sempre Giorgio Tonini vicepresidente senatore del PD buon ascolto da Radio Radicale