Cinema & cinema: "The tribe" di Myroslav Slaboshpytskiy

Un saluto agli ascoltatori di Radio Radicale
Chi ricorda Ciak Tatini sa che né i film di quel geniale comico uomini voi autore cinematografico
Le parole aveva lo scarso rilievo si confondevano tra i rumori della colonna sonora e certo non a caso cancellando un UFO scavando il suolo delle parole
Dei quadri di vita collettiva che citati mirabilmente descriveva creava prefetto per così dire straniante e cioè per dirla con un altro grande autore ci mostrava la terra come vista dalla luna
Così per esempio il rito delle vacanze obbligate al mare del mese di agosto dove le masse dei villeggianti finiscono per compiere gesti simili come inconsapevoli autori
Oppure l'adozione entusiasta fanatica delle nuove tecnologie nella vita quotidiana
All'interno dei quartieri ultramoderni delle metropoli emidisco qui a cui il capolavoro profetico che è stato Play Time del sessantasette ecco queste tendenze del costume e da tutti conosciuti da tutti i familiari
Nei suoi film riuscivano ad apparire assurde perché contrarie al buon senso e soprattutto al piacere di vivere
Piero concertativi perché un film presentato l'anno scorso a Cannes alla sezione della Settimana della critica ma uscito solo da voi in questi giorni sembra averne assorbito la lezione si intitola dei Tribe la tribù
E lo ha diretto un regista dell'Ucraina dal nome difficilmente bruciabile ma ci proverò Miroslav sulla borsa PCT
Anche qui i personaggi non parlano ma perché sono tutti rigorosamente sono dovuti
Comunicano tra di loro attraverso la lingua dei segni ma attenzione non è questo handicap il vero tema del film non si tratta in effetti che di un espediente
Per trattare sotto una nuova luce straniante appunto un tema tradizionale del cinema che è la criminalità e in particolare la criminalità giovanile
Il racconto ambientato in un collegio dove si è costituita tra gli studenti per l'appunto una gang criminale che pratica furti e soprattutto sfrutta la prostituzione
Uno dei nuovi iscritti al Collegio che dimostra forza coraggio e spietatezza
Viene ha volato nella gang gli sono presto affidati incarichi di responsabilità finché si innamora di una delle prostitute pretende di sottrarla algido criminale e per questo viene ritualmente punito
Dico ritualmente perché proprio il senso della ritualità a mio parere il principio costruttivo delle scene pediatra conto nel suo complesso
è un rito inaugurazione dell'anno scolastico con i dirigenti e le autorità pomposamente schierate
Tutti apparentemente ignari dei traffici sordi di che allignano nell'istituto ma in effetti alcuni di loro scopriremo collusi con essi
Sono riti le prove d'iniziazione a cui è sottoposto il nuovo arrivato le violenze dei ragazzi più grandi sui più piccoli così come la vendita notturna delle prostitute ai camionisti ad opera dei giovani protettori
Ed è anche un rito i atroce l'aborto clandestino che un giorno viene praticato su una prostituta
Insomma ci viene suggerita la sensazione che ciò che vediamo si è ripetuto in forma analoga per decenni in quel collegio come forse in altre zone marginali periferiche del mondo in fondo il collegio non è che l'immagine forse la Liguria
Di un'intera società depressa e corrotta infatti nuovo affiliato non ci sorprende mai di ciò che scopre si rassegna subito alle prepotenze dei campi e non si esalta dei propri successi
Perché nella prospettiva diciamo lunari da cui è considerato il meccanismo della criminalità
Adesso ed è privato di ogni augurando demoniaca e di ogni pretesa eroica non è che una ruota che gira per inerzia o per un inveterata disperazione di chi la mette in moto
Il racconto può risultare attrattiva prolisso e insistito ma certo l'impostazione e incisiva e originale basata per lo più su quadri collettivi che somigliano a tanto minime
è certo più adatta a rendere il conformismo del crimine
Che la ribellione individuale del protagonista che avrebbe dovuto invece basarsi
Su un maggiore approfondimento psicologico si tratta comunque di un film molto interessante da vedere né Tribe la tribù di Miroslav sulla prospicienti un saluto Gianfranco Falcone