08 FEB 1994

Intervento di Adelaide Aglietta sulle relazioni tra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 7 min 11 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Adelaide Aglietta sulle relazioni tra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese", registrato a Parlamento Europeo martedì 8 febbraio 1994 alle 00:00.

Sono intervenuti: Adelaide Aglietta (parlamentare europeo, Federazione dei Verdi).

Tra gli argomenti discussi: Accordi Internazionali, Ambiente, Cina, Cooperazione, Dalai Lama, Democrazia, Diritti Umani, Economia, Nonviolenza, Parlamento Europeo, Pena Di Morte, Ratifica, Sviluppo, Tibet, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 7 minuti.

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  • Adelaide Aglietta

    parlamentare europeo (VERDI)

    Presidente. - L`ordine del giomo reca ora la relazione della onorevole Aglietta, a nome della commissione per gli affari esteri e la sicurezza (A3-00| l/94), sulle relazioni tra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese. Aglietta (V), relatore. - Signor Presidente, sappiamo che uno dei fattori più rilevanti nel quadro della politica intemazionale è l'evoluzione che in questi anni ha avuto la Repubblica popolare cinese, un'evoluzione che è partita dalla scelta, attuata dopo il 14° Congresso del partito comunista cinese, di continuare nella politica di riforme e di apertura del sistema economico. Ora, tutto questo ha indotto la Comunità, oggi Unione, a riprendere gradualmente le relazioni con la Repubblica popolare di Cina, relazioni che erano state sospese in seguito ai tragici fatti di Tienanmen e che oggi, a causa del permanere di violazioni dei diritti dell'uomo in quel paese, sono ancora sottoposte a due. diciamo cosi, misure di prudenza: la sospensione, o comunque la tendenza a non eccedere nelle visite di capi di Stato al paese e il divieto di commercio di materiale militare. A mio giudizio, in questa relazione - non starò a descrivere tutta la relazione ma cercherò solo di centrare i punti importanti - due sono gli aspetti che vengono portati alla nostra attenzione. Il primo aspetto è, evidentemente, l'importanza che ha per noi e per i nostri paesi l'evoluzione dei rapporti con la Cina, rapporti che sono stati instaurati da anni, che sono stati sospesi e, attualmente, sono regolati da un accordo commerciale e di cooperazione minima. Dobbiamo tener presente, naturalmente, la valutazione, contraddistinta da un'estrema preoccupazione, che non solo il Parlamento europeo ma tutte le nostre popolazioni danno della situazione di blocco dell'evoluzione democratica del sistema politico cinese. Non è, la nostra, solo una posizione di principio, bensì anche una posizione di forte preoccupazione per le conseguenze inteme che questo può avere: il forte sviluppo economico ha provocato, infatti, un aumento nella disparità delle situazioni economico-sociali della popolazione fra le zone di decollo economico e le zone arretrate; ha creato una situazione di tensione tra le varie province e fra queste ultime e il centro. Noi riteniamo quindi che, se non ci sarà un'apertura democratica del sistema che consenta un emergere democratico, nonviolento di queste tensioni, grande sarà il rischio che le tensioni possano degenerare. Dall'altra parte abbiamo anche la valutazione, di estrema preoccupazione, che un sistema di questo genere continui a imperniarsi sulle violazioni dei diritti dell'uomo, tra cui spicca - cosa che ha sempre preoccupato in particolare il Parlamento europeo - il problema della situazione nel Tibet. Ora, il problema della violazione dei diritti dell'uomo sottende all'atteggiamento generale del Parlamento europeo di mettere in stretto rapporto la politica della Comunità con i problemi dei diritti umani e dell'evoluzione democratica: questo è un atteggiamento di principio e non vale quindi solo per la Cina. Vorrei qui evocarlo esplicitamente perché spesso ci sentiamo dire dalle autorità cinesi, o comunque dai nostri interlocutori cinesi, che noi esercitiamo una specie di ingerenza indebita parlando di questi temi o sottolineando questi problemi. Vorrei dire che questo è l'atteggiamento che il Parlamento europeo tiene nelle sue relazioni con tutti i paesi terzi. Faccio un esempio più significativo: credo che non ci sia esecuzione capitale, annunciata negli Stati Uniti, che non trovi il Parlamento europeo impegnato a denunciarla e a tentare di opporvisi. Vengo adesso alle nostre proposte, alle proposte concrete contenute nella relazione. Ovviamente, auspichiamo un'evoluzione democratica e un maggior rispetto dei diritti umani, ciò che impone, al momento, di mantenere la riserva di cui ho parlato poc'anzi. Reputiamo importanti le priorità che la commissione si è data nel quadro della cooperazione, più esattamente focalizzando la sua attenzione sui programmi di formazione e di gestione finanziaria e contabile di manager e giuristi, nonché sul settore dell`ambiente, che è uno dei settori più disastrati nella Repubblica popolare cinese. Riteniamo, comunque, che qualunque evoluzione dei rapporti e qualunque nuovo accordo di cooperazione non possano awenire se non in presenza di cambiamenti significativi sul fronte democratico e dei diritti dell`uomo. In questo senso noi diamo una serie di indicazioni, poniamo, per così dire, delle condizioni, anche se non possono essere, owiamente, delle condizioni rigide: ratifica da parte della Repubblica popolare cinese dei patti delle Nazioni Unite sui diritti umani e civili; liberazione dei prigionieri politici e fine del sistema dei laogai; awio di negoziati con il Dalai Lama e il govemo tibetano in esilio; misure per interdire ai mercati europei le merci prodotte dal lavoro forzato. Bene, ho illustrato questa mia relazione in modo, purtroppo, molto conciso, ma spero che i colleghi l'abbiano letta più nei particolari. Quella che mi preme sottolineare con questa relazione è la nostra volontà che i rapporti con la Repubblica popolare cinese continuino con prudenza e con un incremento positivo in ordine a quei punti che noi riteniamo importanti, non solo per noi, ma per l`evoluzione più generale della Cina.
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