Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da Radio Radicale buongiorno da Roberto Spagnoli bentrovati all'ascolto di passaggio a sud est supplemento del giovedì e in questo giovedì questo giovedì venticinque giugno anziché fare come di solito anziché riproporvi come facciamo di consueto
I temi principali di cui ci siamo occupati nell'ultima puntata di passaggio sud-est quella di domenica ventuno giugno poniamo invece proporvi una rassegna la rassegna di alcuni articoli particolarmente interessanti apparsi in questi ultimi giorni
Su alcuni dei portali dei siti internet che con più attenzione e con più
Approfondimento seguono le vicende politiche dell'Europa orientale sudorientale
Cominciamo proprio però da un tema generale parliamo di economia o parliamo per meglio dire del conflitto commerciale che sta opponendo la Russia e l'Occidente a seguito delle vicende ucraine
Le cannonate delle sanzioni è il titolo di un di un articolo molto interessante apparso due giorni fa su rassegna est punto comma la un portale che segue con
Con anche se quel punto le vicende dell'Europa centrale e sud-orientale lo spazio ex sovietico con particolare attenzione i temi economici
Il tema è quanto costa il conflitto economico tra Russia e occidente per per l'Unione Europea Italia il costo della guerra commerciale con Mosca e salatissimo è ne è valsa la pena e come si può uscire dal vicolo cieco è
Sono le domande a cui cercano di rispondere Stefano Grazioli e Matteo Tacconi
Che iniziano così due milioni di posti di lavoro e cento miliardi in valore aggiunto nell'export di beni e servizi
Nel peggiore dei casi
Sarebbe questo il costo economico e sociale che l'Europa pagherebbe in ragione delle sanzioni comminate la Russia che a sua volta eretto un muro commerciale nei confronti dell'agro alimentare europeo
I dati sono quelli del W Lia Feo l'istituto vostri ecco per la ricerca economica con sede a Vienna i suoi ricercatori si sono messi al lavoro per conto del lena il consorzio il testate giornalistiche europee di cui fa parte anche Repubblica
Ma quanto quando è lontano quanto è lontano questo scenario apocalittico purtroppo non molto scrivono Stefano Operazione Mato Tacconi
L'Istituto austriaco sostiene che avanti di questo passo la più amare delle previsioni potrebbe diventare realtà
I Paesi dell'Unione europea che ne risulterebbero più penalizzati sono la Germania e l'Italia a Berlino potrebbe perdere un punto di PIL l'Italia lo zero virgola nove per cento
E questo è un quadro di medio termine ma gli effetti sono micidiali anche nel breve l'Istituto austriaco per la ricerca economica per alita gli ha stima in ottanta mila i posti di lavoro a rischio e in uno virgola quattro miliardi l'ammontare di export destinato a bruciarsi
Una vera ammazzata
Molto più sia di quanto si aspettava la Commissione europea che basandosi sui dati di Eurostat ha di recente prodotto un documento sulle conseguenze della guerra commerciale con Moscon documento che però non è circolato come se Bruxelles cercasse inutilmente
Di occultare il disastro economico generato dalle sanzioni appena prorogate fino al gennaio del due mila sedici
La questione dei provvedimenti commerciali restrittivi nei confronti di Mosca a causa della crisi Ucraina di cui l'Unione europea ritiene il Cremlino sostanzialmente l'unico responsabile può essere vista da differenti punti di vista
Ma è evidente che va giudicata alla luce dei risultati che producono le sanzioni il cui impatto va oltre il periodo di applicazione banche petrolio tecnologia perché si crea una spirale di sfiducia che contamina tutto e tutti
Questi risultati l'abbiamo visto sono pessimi hanno ricadute enormi sul tessuto socio economico dei ventotto non stanno modificando le cose in Ucraina e non hanno preso a martellate non almeno come si pensava all'economia russa
Per quanto anche a Mosca proseguono grazie alle Tacconi i dati vengano nascosti sotto il tappeto come ricorda l'inchiesta di Repubblica nelle scorse settimane sono usciti sulla stampa internazionale molti articoli che indicavano che malgrado la congiuntura infelice
Alimentata tuttavia più dal calo dei prezzi del greggio del crollo del rublo che dalle sanzioni l'economia di Mosca ha dimostrato una inaspettata elasticità
Questo non significa che Putin possa tirare un sospiro di sollievo
Economia russa ha bisogno di riforme incisive che la rendono più competitiva e la svincoli no dalla dipendenza dell'export energetico questa crisi può perfino rappresentare un'occasione sotto certi aspetti il Cremlino saprà coglierla
Quando hanno introdotto il regime delle sanzioni proseguono ancora
Stefano Operazione Mato Tacconi europei e americani pensavano che Vladimir Putin avrebbe mollato la presa sull'Ucraina non è andata così
L'Unione europea che ha adottato le prime sanzioni dopo l'annessione della Crimea da parte di Mosca né lega ora il mantenimento al rispetto degli accordi di mischie
Mentre è evidente che nessuno si attende che la Russia restituisca la penisola anche il caso di Cipro nord dal settantaquattro cupa dalla Turchia già allora membro della NATO non riconosciuto se non da anche era
Insegna che in questi casi non bisogna farsi troppe illusioni e lo stesso verrebbe da dire davate esempi più o meno analoghi anche nell'area post sovietica come la Transnistria la bocca Asia e l'Ossezia del sud
L'Unione europea scarica su Putin ogni responsabilità in Ucraina eppure l'intesa diminuisca oltre gli aspetti militari fissa nero su bianco precisi punti politici che non sono osservati ne vogliono esserlo dal Governo ucraino
Il dialogo previsto tra centro e periferia non solo non è stato avviato mai continuamente rifiutato i ribelli del don basso da parte loro non aiutano ma scrivono
Grazie alle Tacconi l'azione del Governo di chi era del tutto insufficiente viene persino da pensare che l'assenza di volontà per progredire su questo fronte sia un modo con cui il potere ucraino
Cerca di mantenere in vita agli occhi dei partner occidentale la sua condizione di paese aggredite bisognosa di sostegno
Anche con onirico e questa è un'altra faccenda molto spigolosa
L'Ucraina è sull'orlo del collasso il debito sta diventando insostenibile l'accordo con i creditori e ostico da raggiungere il Fondo monetario internazionale che già scelto la strada irrituale di fornire prestiti a un Paese in guerra è indispettito
A questo punto bisogna anche dire che la pre come scrivono appunto Stefano grazie ma Tota con i la pressione per le sanzioni e la Russia è stata esercitata da Washington gli Stati Uniti
Che solo in minima parte rispetto all'Europa subiscono effetti negativi
E lasciano che sia l'Unione Europea gestirsi le grane maggiori sono il principale motore della dinamica che dalla rivoluzione di euro mai da ha costretto in qualche modo tutti i Paesi europei ad accodarsi perseguire una strategia che
Questo dice l'odierna fotografia appare quasi senza via d'uscita
Le posizioni italiane francesi austriache quelli sostanza della vecchia Europa pragmatica interessata mantenere buoni rapporti con la Russia sono state accantonate di fronte a quelle più orientata al confronto duro
Sospinta dai britannici dai Paesi dell'est dove il confronto con Mosca ridato slancio moli bellicosi frutto del portato scomode doloroso della storia
Naturalmente poi
Ci sono anche le responsabilità di Mosca in tutto questo nonna non bisogna fare confusione la Russia a le sue grandi responsabilità scrivono
Tacconi Grazioli la presa della Crimea venuta dopo quello che il Cremlino aggiudicato un colpo di Stato a chi avrà
è stata comunque uno schiaffo al diritto internazionale compensato in affetti notano sensi nappa sempre sulla Senna espunto con la deposizione di Viktor Yanukovich il cambio di regime non sono stati in realtà ne democratici e trasparenti
Il sostegno Russo e ribelli del don bassa evidente nonostante i tentativi di Putin nel negarlo ma giunti a questo punto e tenuto conto che il gioco si è fatto duro e non da ieri sembra persino che a vincere i punti per ora sia il Cremlino
Abile a ritagliarsi un ruolo in cui essi a parte della soluzione del problema e questo mette l'Ucraina sottoscacco e divide l'Europa che comunque al netto delle crepe che la percorrono mantiene dritta la barra delle sanzioni
Ma fino a quando potrà durare
Da questo punto scrive rassegna est bisogna guardare alla Germania anche la Merkel si è appiattita da una parte sulla linea dettata dalla Casa Bianca dall'altra perso ogni grammo di fiducia in Putin
Dopo i tentativi bilaterali che a quattro il famoso formato Normandia di mettere delle pezze
La cancelliera
Ha trascinato dietro di sé tutta l'Europa in una situazione in cui la forza economica di Berlino è talmente chiara da trasformarsi facile esercizio di influenza ma fra un Marche le comunque a capo di un Governo di coalizione con i socialdemocratici
Che insieme a quei settori dell'economia tedesca che negli ultimi venticinque anni hanno agganciato inscindibilmente Germania Russia premono per una ricucitura l'asse Berlino Mosca non è rotto ma dopo la fase temporanea di allontanamento ci sarà quella di riavvicinamento
Insomma conclude concludono Stefano Tacconi Matteo Grazioli
Per lui l'Unione europea adesso e in ogni caso difficile tirasse né fuori per la Russia pure ma inevitabile che prima o poi meglio prima le sanzioni debbano finire anche perché per quanti precedenti non debbano essere presi per casi dogmatici
Nel corso degli ultimi decenni misure come queste sono servite a ben poco i grandi sano come aggirarle i piccoli e la popolazione che subiscono utile sarebbe per appiattire le crisi un rinnovato dialogo aperto e schietto
Non è facile ma è ancora possibile trovare una sintesi
E se è vero che a Mosca che se è vero che Mosca deve rompere gli indugi e calmare i ribelli del don basta l'Occidente è tenuto a dare e fare di più per esborso per esortare la leadership Ucraina a sbloccarli la situazione d'altro canto
è proprio dall'Ucraina che passa la soluzione di questo grosso pasticcio
L'abbiamo letto né tutto questo
Articolo
Pubblicato su la sette punto com Distefano grazie alle Matteo Tacconi perché perché mette in fila tutte le questioni del problema di quote di quanto costa il conflitto economico tra Russia e occidente
Ed è una a un quadro da tenere presente proprio oggi che il Consiglio europeo che si tiene a a Bruxelles
Avrà sul tavolo prima di tutto nel primo cosa dell'agenda la questione della crisi del debito greco che una crisi grave che è una crisi che rischia di rischia di minare fonda profondamente le le fondamenta della costruzione dell'unione politica dell'Europa e però c'è anche appunto la questa questione delle sanzioni contro sanzioni con la la Russia che rischiano di essere altrettanto forse anche più dolorose
A lungo termine del
Della questione della crisi del debito greco questo l'articolo la intitolato le cannonate delle sanzioni che trovati non peggio e su articolo Di Stefano Graziano e Matteo Tacconi su rassegna Este punto comma abbiamo citato il Consiglio europeo che si apre oggi e che ha tra i punti all'ordine del giorno punti per ci pali la vicenda della Grecia ma c'è anche quella del dell'immigrazione e qui vox Europa appunto EU che è un portare molto interessante che
Riporta articoli reporter traduce articoli
Che della della stampa europea
Da boxe euro quel punto eu c'è un'interessante un interessante articolo che è stato pubblicato da Libération in Francia dei dati interessanti e ripresi anche dal quotidiano
Ungherese nello Stato Balzac spero di averlo anzi la sicuramente l'avrò pronunciato male
Che riguarda i costi sprezzo di un'Europa trasformati in un bunker le entrate illegale nella fortezza europea un costo finanziario sempre più importante così come fatto di respingere i candidati all'immigrazione che si giocano la vita in questo viaggio
Ha scritto Libération il quotidiano francese si è associato al collettivo internazionale deve migranti file sa che ha indicata che ha indagato sulle somme spesi dal due mila dall'Unione Europea per combattere l'immigrazione e anche i costi sostenuti dai migranti per arrivare in Europa
Secondo
Dei migranti files immigranti hanno speso non meno di sedici miliardi di euro durante questo periodo mentre gli Stati finanziano nuove tecnologie per intercettare i migranti investono nella costruzione di nuovi sempre più alti e moltiplicano costose espulsioni
Alla fine dei conti ventotto hanno speso oltre tredici miliardi di euro i cui undici virgola tre soltanto per le espulsioni
è in questo contesto che l'Ungheria ha deciso il diciassette giugno di chiudere la sua frontiera con la Serbia un punto di passaggio molto frequentato dei migranti che transitano per l'ex Jugoslavia e di costruire una barriera alta
Quattro metri e lunga centosettantacinque chilometri
Di cui il quotidiano ungherese nel dar basta gara stima il costo il ventidue miliardi di fornitrice circa settanta milioni di euro
L'annuncio ha provocato tra l'altro l'indignazione del Governo serbo il Premio Alexander voci ha dichiarato che la Serbia non ri non si rifiuterà non vivremo ad Auschwitz ha detto wc dice
E allora andiamoci in un in Ungheria intanto anzi a passiamo prima dalla Serbia
E da questo punto di vista
Vi segnaliamo possa abbiamo solo il tempo di segnalarlo l'intervista che Matteo Tacconi che è il coordinatore di rassegna est
A pubblicato sul sito internet di osservatori balcanica occorso balcanica cosa appunto orga qualche giorno fa
Un'intervista con il pastore calvinista timore Varga che vive lavora a su Botez alla città serba di confine
Con tra Serbia Ungheria che fa un po'da ab se così si può dire per coloro che cercano di superare la frontiera e dunque entrare nel territorio europeo su Bot Elsa al di qua del muro anti migranti il titolo dell'intervista che trovate
Sub cani calcolo sul punto orga
E dicevamo allora passiamo il confine andiamo in andiamo in Ungheria proprio per capire anche da dove viene questa politica di di Orban ed è sempre Matteo Tacconi a soccorrere ci con un
Lungo articolo
Intitolato terre popolo l'Ungheria di Orban i nuovi muri della fortezza Europa pubblicato qualche giorno fa da Arre sette lo trovate su www punto RAI sette punto it
Chiudere il confine con la Serbia blindarlo con reti metalliche e quant'altro lungo i suoi centosettantacinque chilometri è la decisione presa il diciassette giugno dal Governo ungherese
Già fioccano le polemiche il governo serbo indignato la stampa parla dell'ennesimo muro della fortezza Europa
Le associazioni attive nel campo dei diritti dei migranti manifestano perplessità volendo usare un femminismo la chiusura del confine secondo il Governo ungherese
Servirà a bloccare l'afflusso di migranti che nel corso degli ultimi mesi ha interessato il Paese magiaro quasi tutti transitano dalla Serbia nello fondamentale della rotta balcanica
Del resto
Ricorda Tacconi verso l'Europa ci si muove anche via terra Frontex l'Agenzia europea che monito repressi delle frontiere segnala che nel primo semestre del due mila e quindici cioè in questi sei mesi
Il numero di persone che sono giunte nello spazio comunitario dalle due rotte mediterranee quella che punta sulla Sicilia quell'altri qualche punto sulla Grecia
E si equivalgono a quelle che sono arrivate da da quella dalla rotta balcanica siamo sulle cinquanta mila unità
Cinquanta mila sono anche le richieste di asilo che l'Ungheria solo quest'anno ha ricevuto
Superano già quelle pervenute nel due mila quattordici che toccarono quota quarantatré mila si tratta della più alta percentuale pro capite di domande di asilo in Europa
Ha spiegato l'agenzia Ansa in un recente servizio il settanta per cento sono state compilate dai cittadini afgani siriani iracheni a gennaio e febbraio c'era stata invece un'ondata migratoria rapida improvvisa quasi fosse stata pianificata dal Kosovo
Secondo Frontex nella prima parte dell'anno ventitré mila persone hanno sconfinato illegalmente dalla serve il territorio ungherese ora questo fenomeno si è attenuato
E allora più però coi dati questi in premessa questi questi numeri
Matteo Tacconi cerca di spiegare di capire che che cos'è insomma perché Ormanni ma ha deciso questa politica
E e scrive in queste ultime settimane primo ministro ungherese Viktor Orban volendo tornare al principio della faccenda molto insistito sul tema dell'immigrazione esprimendosi contro facendo cadere l'accento sul connubio sacro inscindibile tra terra e popolo
Il primo ministro e gli esponenti diffidenze il suo partito al potere dal due mila dieci non si sono limitati a parlare di tutela dilungare esita e a chiudere il confine con la Serbia altre iniziative sono state messe in campo
Parallelamente il Governo a iniziato a inviare le famiglie ungherese un questionario sui temi dell'immigrazione e della sicurezza da più parti si è affermato che associarli peraltro senza fare troppe distinzioni
Tra migrazione di massa esito politico può generare confusione e alimentare odio
L'approccio apocalittico al fenomeno stona tra l'altro con i numeri reali che dicono che l'Ungheria non è terra di emigrazione ma di transito un po'come l'Italia insomma per per certi versi
La battaglia ingaggiata da Orban contro gli immigrati è stata captata dalle antenne di Bessel
Dunque Orban attorno ancora di prepotenza al centro delle attenzioni e delle preoccupazioni di Bruxelles a come era stato dopo la vittoria elettorale del due mila e dieci
Cui era seguito una serie di provvedimenti legislativi altamente contestati su libertà di stampa libertà di culto senza tetto giustizia e altri temi sensibili
Nonostante scrive Matteo Tacconi non ci sia un legame diretto le posizioni di organi su immigrazione e pena di morte risultano aggravate dal modo in cui Budapest sta gestendo gli affari esteri al tempo della crisi glaciale
Sollecitato dal far dell'Ucraina tra occidente e Russia
Il primo ministro gioca di doppiezza da una parte ha votato a favore delle sanzioni economiche comminate a Mosca dall'altra ha detto testuali parole che approvando questi provvedimenti l'Europa si è sparato sui piedi e non ha esitato a ricevere Putin in pompa magna lo scorso febbraio
Ormai è una scrive Tacconi sulle sette è un personaggio che divide una corrente di pensiero vede l'uno salvatore della patria un altro percepisce come un governante Uto ritardi o se non un vero e proprio dittatore possibilmente fascista
Visione di come queste non colgono la vera essenza dell'organismo che impasta cultura politica conservatrice nazionalismo e statalismo
Declinandolo in base alle contingenze le pulsioni della massa Orba non vuole uscire dall'Europa ma sa che la critica dell'Europa e all'Europa in questo momento porta voti
è conscio che l'economia ungherese dipende da quella dell'euro zona e della Germania primo investitore nel Paese
Ma non ignora che qualche bordata al modello capitalistico qualche danza amoreggia te con le democrazie pure euro asiatiche e qualche punizione tra virgolette alle grandi compagnie straniere possono intercettare il livore popolare tra mutando sin il consenso
E consapevole che l'Ungheria non è un Paese per i migranti ma sfrutta cinicamente le paure che ogni grande migrazione crea in questi anni per essere ancora Matteo Tacconi sulle sette ormai ha fatto l'equilibrista
Ma il suo progetto politico che neoconservatore statalista è andato comunque avanti non ha la forza di una rivoluzione forse ma ma non è comunque aria fritta
Anche le sue ultime uscite si inseriscono in questo solco ma c'è una novità il consenso sembra entrato in una fase calante tanto nella società questo dicono i sondaggi che all'interno del partito dove si è consumato una rottura notevole
Ormai è entrato in rotta di collisione con Lions simil Scala
Oligarca magnate dei media mente finanziaria del partite consigliere economico fino a ieri ascoltatissimo
Lo scontro tra organi che si innesca e personale ma si lega anche questione di soldi appalti privilegi
In ogni caso ha fatto traboccare il vaso dimostrando che anche dentro Fidel se c'è stanchezza nei confronti dell'uomo forte che intende recuperare slancio alla solita maniera
Facendo concorrenza a destra agli estremisti di gli Hobbit che
Appropriandosi delle loro parole d'ordine ed i loro cavalli di battaglia incluso quello contro gli immigrati al momento gli obblighi è l'unico partito tenuto conto del deserto che si è creato sinistra
A essere dotato di una certa caratura elettorale Orban lo rincorre persino più del solito stavolta superando l'asticella e anche di parecchio questo dicono le cronache di queste ultime settimane
E questo scriveva nei giorni scorsi Matteo Tacconi su Reset e a proposito proprio dei di questo partito
Questo partito di estrema destra ungherese gli hobby ca da molti definito un partito neonazista e in effetti
Vista certo su uscite visto il suo antisemitismo suo anti immigrati
Ignobili che però sotto la guida del suo attuale leader Gabor buona che realizza il che
Qui dal partito dal due mila e sei
State cercando di cambiare pelle sta cercando di presentati rendersi presentabile in vista delle e le delle prossime elezioni politiche proprio per fare concorrenza a Orban
Gabrovec ne ne scrive articolo interessante pubblicato ieri da Stefano Ricci sudisti giorno appunto netta
Ricci spiega come Gabor Vona appunto il leader di obblighi abbia recentemente affermato di essere intenzionato ad allontanare dalla formazione politica Daloui capitanata tutti gli elementi più radicali oltranzisti al fine di vincere la tornata elettorale del due mila e diciotto
Ricci poiché Stefano Ricci ricorda cosa cosa è stato il percorso politico di gli obblighi in questi dieci anni è un partito che è passato dal due al dal al venti per cento
E poi conclude cercando di capire quale può essere il futuro per gli obblighi via le pose paramilitari via le frange più estremiste conservatrice movimento via persino l'antisemitismo che questa è la retorica che Vona leader vuole
Abbandonare antisemitismo che ha nel bene o nel male contribuito a far conoscere gli obblighi che in ogni angolo del continente Vona e fermamente deciso a sfidare ormai ma sul suo terreno di gioco e la posta in palio è quella della guida politica della stessa Ungheria
Il processo di rivoluziona mento pronti promosso da buona e il è già iniziato proprio all'inizio di quest'anno con ha infatti preso le distanze da un membro di obbliga accusato dell'omicidio di un membro della comunità Roma
Lo stesso gli hobby che è stato più volte accusato di fomentare simili attacchi
E ha spinto un altro appartenente del proprio movimento a depositare una corona di fiori su un monumento alle vittime dell'Olocausto a Budapest su cui proprio queste aveva sputato nel corso di una manifestazione
Quali frutti questa convergenza al centro sarà destinata a fornire
è ancora troppo presto da immaginare ciò che appare evidente tuttavia che fra organiche Vona l'Ungheria sembra aver imboccato una preoccupante via politica
Caratterizzata da un forte per non personalismo dalla predilezione per il metodo autorità dire da una parente insofferenza democratica
Così conclude Stefano Ricci questo articolo pubblicato ieri su il giorno al punto net titolato Ungheria l'ultradestra degli obblighi bensì da una ripulita e prepara la sfida a Orban per il due mila diciotto
Abbiamo citato prima la Serbia a proposito dello sbarramento che l'Ungheria intende costruire lungo i centosettantacinque chilometri di confine per bloccare il passaggio dei emigranti torniamo adesso parlare di Serbia a proposito della privatizzazione per gli organi di informazione
Due giorni fa su nel sito internet di osservatorio perché nel Caucaso
è stato pubblicato un interessante articolo di Branca negli anni c'era che si che parla appunto di quel della legge che prescrive che entro il primo luglio i settantaquattro media serbi che ancora sono di proprietà statale o delle amministrazioni locali
Dovranno essere privatizzati ma già si parla di una proroga ad ottobre la maggior parte di questi settantaquattro organi informazione
Che aspettano ancora di essere privatizzati sono di proprietà delle Amministrazioni locali
Che finanziando direttamente influiscono sulla loro politica editoriale queste amministrazioni spiegagli anice finora hanno gestito i fondi stanziati per l'aiuto al settore dei media in modo da destinare quasi tutte le risorse disponibili
Ha in media di loro proprietà con l'adozione della nuova normativa si è scelto di fare a cessare questo meccanismo di finanziamento per cui i media in questione dovranno trovare un modo per affrontare la privatizzazione e razionalizzare il proprio operato
Come previsto dalle nuove leggi in media che entro il prossimo primo luglio non abbiano la procedura di trasformazione della proprietà dovranno essere chiusi
Si tratta per lo più di media elettronici che oltre ad essere estranei alle dinamiche di mercato risultano appesantiti da un numero eccessivo di dipendenti
Dato che i poteri locali hanno proseguito per anni nella prassi introdurvi propri dirigenti e questo fatto già di per sé rende più difficile la privatizzazione prevista
Nel caso venisse meno l'interesse dei potenziali acquirenti l'unico opzioni che resta è quella di offrire ai dipendenti di acquistare azioni
Nel tentativo di sopravvivere autonomamente sul mercato il Governo centrale Governo di Belgrado sinora ha mancato di esercitare la propria influenza sull'amministrazione delle grandi città e di obbligarli a portare a termine le privatizzazioni
E si trova ora nella situazione di dover affrontare le richieste di una proroga o persino di un'esenzione totale dal processo di privatizzazione sollevate dalle radio televisioni locali che impiegano il maggior numero di dipendenti
I primi tentativi di riformare
Il settore dei media ricorda tra Galliani c'è in Serbia risalgono al due mila e tre
Tuttavia ogni azione concreta veniva puntualmente rimandata proprio a causa delle pressioni politiche provenienti dei poteri locali a cui si aggiungeva il costante timore i dover affrontare le conseguenze dei licenziamenti
L'attuale esecutivo guidato dal premier Vučić sembra almeno per ora più deciso rispetto i suoi predecessori dimostrando di volersi impegnare per portare a termine un processo avviato più di dieci anni fa
Esecutivo serbo del resto non dispone di sufficiente spazio di manovra per poter cambiare in modo radicale la formula ormai concordata
La riforma dei media è stata ideata in stretta collaborazione con le associazioni dei giornalisti locali e con la Commissione europea
E rappresenta una delle condizioni per il proseguimento dei negoziati di adesione del Paese all'Unione europea per cui il governo del premier Vučić e non ha alcun interesse ostacolarla
L'obiettivo principale della trasformazione della proprietà dei media e quello di garantire a tutti i media pari condizioni di accesso al mercato soprattutto a livello locale
Gli oppositori della privatizzazione insistono sul fatto che i media privati stiano ampliando ampiamente violando il Codice deontologico della professione
E che si lascino facilmente influenzare dal Governo
E da altri centri di potere tuttavia neanche il comportamento dei media che sono ancora i POR di proprietà statale risulta più professionale per cui è chiaro che la forma di proprietà di per sé non è una garanzia del mantenimento di alti Standard professionali
La chiave del problema spiega
Bragantini anice
Ovviamente sta nell'instaurare meccanismi sostenibili in grado di garantire un'effettiva parità di condizioni per tutti i media
Rafforzando in questo modo la libertà di stampa uno dei principali passi da compiere in tale direzione consiste nel passare dalla prassi di finanziare i media direttamente dal bilancio statale
Al project financing di pubblico interesse
Molti Comuni tuttavia esitano stanziare risorse a tale scopo per cui nel caso si spegnesse rimedio di loro proprietà filiera per spegne se anche l'informazione pubblica a livello locale
Poi c'è la questione
Anche del di quei media locali che tutt'oggi di proprietà statale che realizzano programmi nelle lingue delle minoranze per questi programmi dovrebbero riempire anche anche questi programmi dovrebbero rientrare nel quadro del progetto financing
Ma le amministrazioni locali hanno mancato di avviare in tempo i preparativi per il passaggio al nuovo sistema somma una situazione
Piuttosto complicata per la privatizzazione dei media pubblici in Serbia
Questo lotto l'articolo poi completa lordi Braga Lignani ce lo trovate su www punto balcanica a questo punto organo dove sempre in tema di organi di informazione trovate
Un'intervista di Francesco De Palo a Dimitri degli olandese sulla riapertura della radiotelevisione pubblica greca RTI
Uno dei dei successi insomma del Governo di Alex essersi passa
La l'altra villa radiotelevisione pubblica RTI era stata chiusa dal Governo Samaras facendo anche molto molta impressione ne avevamo parlato a passaggio sud-est quella ora la la quella riforma è stata ulteriormente riformata e
Si era si apre il punto si è stata riaperta di nuovo la RTI
L'affossamento della quale non era avvenuto al fine di tagliare sedi e poltrone per venire incontro alle necessità della spending review impostata il creditore della troika ma per pilotare una certa informazione questo è
Il quanto sostiene Dimitri degli o l'ANAS ha che anche da Radio Radicale conosciamo da trent'anni corrispondenti in Italia proprio per la radiotelevisione pubblica greca autore della sfida di Atene pubblicato da Fandango proprio
Pochi mesi fa
Intervistato appunto da Francesco De Palo suoi l'intervista la trovate su balcanica o cosa appunto orga
E con quest'ultima segnalazione termina anche per questo giovedì il supplemento di passaggio a sud-est oggi abbiamo voluto fare una rassegna di alcuni articoli che abbiamo
Trovato in Rete su vari siti e portali che seguono le vicende dell'Europa centrale e sud-orientale
L'appuntamento è con la prossima puntata di passate su desta domenica ventotto alle ventuno
Grazie per l'ascolto un saluto a Roberto Spagnoli è una buona giornata in compagnia di Radio Radicale