Rifugio diffuso. La puntata settimanale di Fai Notizia

Pendenti all'appuntamento settimanale competenti se appunto il informati inchieste diversi radicale in onda lunedì alle ventitré e trenta e poi in replica sempre il lunedì ma alle sei del mattino
In questa puntata vogliamo parlarvi di un'esperienza di accoglienza diverso dalle altre parliamo infatti dell'accoglienza in famiglia dei rifugiati un'esperienza che
A Torino va avanti dal due mila otto ed è in pratica il frutto della collaborazione tra il Comune di Torino e l'Ufficio Pastorale dei migranti
Dal due mila otto al due mila e quattordici sono stati ospitati a Torino e dintorni centoquarantatré persone in cento ventidue famiglie diverse mentre attualmente nel due mila quindici sono in accoglienza ventotto persone in ventisei famiglie
A questa esperienza nel capoluogo piemontese e si è ispirata anche la Caritas italiana con il suo progetto pilota chiamato rifugiato a casa mia che ha coinvolto lo scorso anno
No de Caritas diocesane minando Voltaire passa buona Aversa Cagliari Biella Faenza
The Giano Policastro e Genova con lo scopo appunto di favorire l'inserimento nelle famiglie di rifugiati e persone titolari di protezione internazionale un progetto questo che vi abbiamo peraltro
Già raccontato con un'intervista Oliviero Forti di Caritas italiana e che potete ovviamente trovare sul sito www punto fai notizia punto it
Dopo i primi tre anni si legge sul sito di carità sala pagine in cui è descritto il precetto oppure in piena crisi economica l'iniziativa torinese a far per registrare il novanta per cento circa di inserimenti sociali andati a Bolzano a buon fine sia nel capoluogo piemontese sia nelle periferie
Si tratta insomma di un modello che funziona anche grazie alla flessibilità delle persone che ci lavorano questo almeno ci raccontano e le persone che appunto ci lavorano
Le famiglie che sono volontarie percepiscono quattrocentotredici euro al mese per ogni migrante accolto una somma che serve di fatto a coprire le spese diritto e di alloggio il resto dei fondi a disposizione del progetto è indi esce utilizzato per l'assistenza legale i tirocini di inserimento lavorativo ed eventuali corsi di italiano un modello flessibile dicevamo ma con dei punti fermi in generale ad esempio l'accoglienza di questo tipo è riservata persone che hanno già ottenuto lo status di rifugiati o comunque un qualche titolo di protezione ed è quindi intesa soprattutto come una seconda accoglienza con un chiaro indirizzo all'Inter Graziani e all'inserimento nel tessuto sociale e nel contesto lavorativo non è quindi insomma indirizzata a persone appena arrivate nel nostro Paese
Alcuni dei rifugiati accolti ad esempio i di cui vi racconteremo nelle prossime puntate vengono da un periodo trascorso in un'occupazione a un positiva perché per loro ci raccontano il problema più grande è stato dopo i primi mesi trascorsi all'interno di un centro di accoglienza
Trovarsi di fatto in mezzo alla strada senza alcuna possibilità né indicazioni su come ad esempio trovare un lavoro o poter affittare un appartamento
La novità di quest'anno e che il progetto del rifugio diffuso inizialmente finanziato dal Comune di Torino è stato inserita lì interno dello SPRAR nazionale il servizio di protezione per i rifugiati e richiedenti asilo che fa capo al Ministero dell'interno
Ad aprile infatti l'accoglienza nelle famiglie era già cominciata quando il Ministero ha chiesto al Comune di Torino di aumentare la disponibilità di posti SPRAR sul proprio territorio
Non essendoci la possibilità di ricavare nuovi posti all'interno dei centri già affollati il Comune ha quindi proposto di far rientrare nello SPRAR i posti previsti da rifugio diffuso
L'inserimento nello SPRAR oltre ad essere un riconoscimento di un modello che funziona pur comportando alcune complicazioni
Burocratiche a di fatto facilitato appunto il finanziamento del Progetto e quindi la sua buona riuscita e finanziamento e come di consueto trentacinque euro al giorno a persona soldi che come abbiamo già detto sono distribuiti tra le famiglie come rimborso spese e la cooperative intende la Pastorale migranti che si occupano appunto del coordinamento del Progetto
Intanto oggi a Bruxelles ha proprio oggi i ministri degli interni europei si sono nuovamente riuniti per discutere delle quote per accogliere i profughi mentre in mezza Europa continuano a partire e ad arrivare migliaia di persone
All'ordine del giorno in particolare ci sono le proposte fatte lo scorso nove settembre dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker cioè che ha chiesto di distribuire in vari Paesi dell'Unione che dovranno ospitarle gestire le loro richieste
Centosessanta mila richiedenti asilo che oggi si trovano in Grecia in Italia in Ungheria
La riunione di oggi è stata preceduta tra l'altro da un incontro tra François Hollande e anche la Merkel le in cui il Presidente francese e i la cancelliera tedesca hanno fatto un'analisi comune della situazione
Certo per dare un senso ai numeri occorre ricordare che le persone accolte in totale in Piemonte per tornare appunto al Progetto del rifugio diffuso nel due mila e quattordici erano poco meno di novecento nella sola Roma tanto per fare un confronto era oltre mille duecento quindi oltre tre volte tanto con questi numeri è chiaro che un progetto come quello del rifugio diffuso ha soprattutto un significato culturale di promozione di un modello di accoglienza diverso
Va però anche sottolineato che però visto che l'aumento dei posti in accoglienza è un problema urgente
La Pastorale migranti della Diocesi di Torino sta anche avviando un accordo con la Prefettura per l'accoglienza di ulteriori sessanta persone sempre in famiglia
Sono stati quindi a Torino proprio per raccogliere storie e testimonianze che oggi vi proponiamo due interviste I fautori di questo progetto iniziamo infatti con l'intervista a Salvatore Bottari che il responsabile dell'assistenza sociale del servizio stranieri del Comune di Torino a seguire trasmetteremo poi l'intervista Sergio durando Direttore dell'Ufficio Pastorale migranti per la diocesi Torino
Buon ascolto e ci sentiamo appunto con l'intervista a durando tra dieci minuti
Di fatto diffusa in atto nel
Due mila otto
Sostanzialmente
Da proposte che arrivavano dal basso
Che dal tentativo sostanzialmente di dare
Ulteriori risposte alle necessità di accoglienza
Dei rifugiati
Richiede un profilo rifugiati che noi avevamo nelle nostre accoglienze o che comunque
Avevamo come presa in carico diciamo così sul territorio
Stante della disponibilità alla solidarietà e che
Spesso la città di Torino ha dimostrato in questo caso anche dalla sensibilità diciamo politica perché c'è stato un sostegno
Verso questo tipo di di progettualità
Abbia fatto la prima sperimentazione
In quel tempo nel due mila otto diciamo il modello era
Collaborare con
Associazioni che erano all'interno del nostro tavolo diffuso nel senso che noi abbiamo un tavolo che si riunisce periodicamente nei che vede la partecipazione di enti organizzazioni chi a vario titolo
Si occupano di migranti stranieri e rifugiati
Chiedendo loro la disponibilità di nel collaborare alla messa in atto di questo potreste quindi
Sostanzialmente e con il compito di
E reperire le famiglie visto che in molte di queste associazioni avevano già come dire come mission un lavoro con le famiglie le famiglie che
Affidatarie
Di minori io
Conta
E
E
Di monitorare inserimenti tutoraggio e le varie diciamo i vari bisogni che non hanno immergere vano
Durante l'inserimento
E di collaborare sostanzialmente insieme alla città a noi avevamo il compito fondamentale un po'di fare la regia di segnalare
I possibili beneficiari non disdegnando diciamo una collaborazione nella segnalazione delle persone
E quindi per
Quattro anni abbiamo continuato diciamo questo modo
Nel due mila e quattordici ad aprile
C'è stato un attimo distorto sostanzialmente anche relativamente al fatto che
Si tentava di costruire un'ulteriore Montello per
Dare continuità certezza alle famiglie di poter ricevere questo contributo
E
E dall'altra parte avere un diciamo una sorta di riflessione su come poter
Riaggiornare rimodulare questo tipo di attività sta in questi interventi
Nel due mila e quattordici
Verso la fine del mille quattordici sostanzialmente
Avranno la possibilità di ripartire però
Sempre per questioni diciamo burocratiche
Siamo quella fine partitini realmente nel due mila e quindici nell'aprile del due mila e quindici con i primi inserimenti
Però avendo
Avendo trovato diciamo una modello per dare certezza Italia perché Minchiante
Le famiglie
E dall'altro un d'altro canto trovando nuovi partner e quindi da un lato
Chiedendo a pastorale migranti di collaborare con noi
Per la gestione di una quota di queste famiglie e dall'altra parte individuando una cooperative che già collaborava con noi nella gestione
Dai progetti SPRAR narra di ampliare un attimo campo delle proprie attività di fornirci
Il personale anche euro diciamo del loro conoscenze per
Sostenere questo problema quindi diciamo in questa prima fase il precetto ha finanziato dal Comune e qualche cosa grande erano era finanziato dal Comune però sempre attraverso fondi ministeriali che però non erano fondi sperare
In invece dal due mila
E quindici sostanzialmente non abbiamo fatto una proposta
Nell'ambito della richiesta del ministero di complemento
Di dei posti aggiuntivi del sistema
Offrendo loro diciamo questo
Diciamo
Queste competenze questo modello che già era stato
Venire utilizzato nel Senato durante gli anni precedenti minori tenevamo che avesse diciamo la possibilità di poter essere sperimentato quindi da parte loro c'è stata
Riaprono
Incontrato il Servizio centrale per studiare meglio implica interi la metodologia agli obiettivi
E
Cercare come dire di
Di farci passa dicevo questa proposta
Che è stata accolta
E quindi dal diciotto di maggio
Abbiamo nuovi ventotto posti aggiuntivi per un ammontare complessivo di quattrocentosessanta posti quindi
Come diceva quindi Sergio
E
Un
Una piccola isolati interno diciamo di
Un progetto importante di accoglienza
Fatto della Città di Torino città contabilista burocratico gli inserimenti all'interno dello SPRAR già spetta prima che cosa ha cambiato incerto certamente inno dello SPRAR e un modello
Per certi aspetti che ha diciamo dei suoi
Modi diciamo sia di rendicontazione sì di inserimento dei beneficiari quindi noi ci stiamo adeguando a far sì che i beneficiari
Abbiano tutte le caratteristiche per poter essere inseriti all'interno di questo progetto
Certamente quindi Rimini sogni del territorio dei richiedenti rifugiati sono tanti e sono tanti quelli che sono fuori dal sistema di protezione stanno voi selezionare le persone che un anno diciamo le caratteristiche correzione
Anche sotto il punto di vista
Delle richieste del Ministero
Per poterle inserire in questo progetto assume tutte le esperienze un'esperienza dove secondo me
Ci devi lavorare c'è il serve impegno perché non basta semplicemente uno slogan
Se non sarebbe facile noi siamo andati avanti
Abbiamo avuto la nostra credibilità e quindi la possibilità di poter andare avanti anche perché
C'eravamo tutti i giorni non solo noi ma tutti quelli che hanno durata e quindi
I colleghi del servizio stranieri gli operatori delle associazioni che erano presenti nel momento in cui era necessario e servizi Bindi
è un modello che funzionasse cogliere viene sostenuto da una regia in qualche modo forte presente militare persone anche loro preparati e presenti competenti
Sono chiusi cogliere acquisisci quella credibilità
Nei confronti delle famiglie anche del rifugiato per potere avere pensare di poter andare avanti consegnando la suspense
Moderne che può funzionare anche in grandi centri metropolitani come come Roma accorgersi cioè
Come dire il porre quindi alcune
Per quello che mi riguarda queste situazioni ma come tutte le situazioni perché qua non siamo in fabbrica è un lavoro di artigianato no dove ognuno fa quello di cui è capace di fare ma lo fa nei
Voglio dire non voglio dire per tutto il giorno per giorno dovere anche di strumenti diciamo
Socializza tanti l'UDC però
Lo fa lo fa con impegno stessa passione meglio perché
Forse sarebbe sono il caso di cambiare anche lavoro che ma lo fa uno per uno cioè solo per
Far capire
Uno diciamo a son pochi numeri però impedire la quantità di lavoro e di impegno che questi pochi numeri
Alla fine ci portano a casa sua
Elevato elevato quindi come diceva giustamente Sergio non si tratta semplicemente di a c'è una firma famiglie che interessato boschi s'è visto s'è visto validi faccio diciamo due incontri buonanotte
Ecco
è una cosa che va avanti tanto quanto elaborato del Progetto sostanzialmente
Ripetuti di monitorare costantemente anche se sai che tutto va bene
E dico Tucci devi essere e registrare
Coerentemente che sta andando tutto bene
In questo modo tu
Riesce a fornire secondo me il meglio che possibili sono in una realtà complessa dai difficoltoso e come quella italiana
Strumenti possibilità beneficiario ma anche la
Rieccoci sogno questa era l'intervista Salvatore Bottari responsabile dell'assistenza sociale del servizio stranieri dei Comuni di Torino sempre sullo stesso tema sempre a Torino abbiamo incontrato e intervistato anche Sergio durando che il direttore del l'ufficio pastorali migranti per la diocesi di Torino che insieme appunto al comuni torinese si occupa del Progetto di accoglienza Arif fu già diffuso come spiegavamo in apertura attualmente nel capoluogo piemontese e meeting tra missioni in accoglienza ventotto e rifugiati in ventisei famiglia
E con durando iniziamo proprio parlando dei numeri e nel senso di questo progetto
Buona ascolto e ci sentiamo come di consueto per i saluti tra dieci minuti
I numeri non sono
Numeri così elevate sarebbe bello poter aumentare il numero dei temi del della rifugio diffuso la cosa interessante però del rifugio diffuso mi sembra da un lato
Il illustri il modello che in qualche modo ha creato anche di gestione rispetto alle risorse che ci sono però mia rifugiato dove una parte in qualche modo e per la famiglia per l'accoglienza una parte però è
Indirettamente poi erogata per l'inserimento sociale lavorativo del per l'aver funzionato
D'altro canto rappresenta anche una modalità un modello di garanzia per per le famiglie cioè questo
Oggi si parla molto in Italia di affidamento dei rifugiati alle famiglie che va matto e molto bella con Medea bisogna poi concretizzarle concretizzarla vuol dire inserire
Anche questa esperienza in un Progetto che ha delle garanzie sia per il rifugiato sia per la famiglia nel rifugio diffuso mi sembra una di quelle esperienze che garantisce una tutela
Sia alla famiglia del dell'esperienza sia del della rifugiato ecco perché la ritengo
Comunque un'esperienza che da un punto di vista del modello possa essere molto interessante anche per
Esperienza che non attengono ad esempio nello SPRAR ma vengono
Nell'accoglienza dei richiedenti asilo dei rifugiati con
All'interno questa emergenza più ampia delle delle prefetture ed è un po'quello che ad esempio la Pastorale migranti con la DIA conia valdese con
Capofila a un'organizzazione che si chiama tranne che hanno un
Un'esperienza
Anche di gestione di prima accoglienza abbiamo avviato stiamo avviando quindi sessanta famiglie
Ma
Ecco come modello tenendo come riferimento il modello di rifugio diffuso
Un'accoglienza chiaramente vede rifugiati in famiglie in questa
Nel nel programma della Prefettura chiaramente più complesso perché le persone non hanno ancora avuto l'incontro con la Commissione
Non possono essere mandate in una famiglia persone che non sono sconosciute quindici non ci vuole anche un tempo
In struttura di prima accoglienza e poi non è più il comune l'interlocutore ma sono le cooperative che gestiscono la prima accoglienza al lavoro con loro per identificare
Le persone che poi possono andare in affidamento alle alle famiglie
Oggi però credo che ci sia un bisogno da un lato di
Il testo rotto ragionare anche il modello di accoglienza dei rifugiati e con le prefetture dalla situazione di grosse concentrazioni e negare imposti anche poco felici perché sono
Poste in montagna decentrati dove non è possibile nessun percorso di inserimento sociale
Una situazione più diffusa sui territori
Che vede coinvolte vede coinvolti i cittadini perché poi quando parliamo di famiglie
Interessante ci magari la signora che è rimasta vedova da poco dice la mia casa è molto grande io non sono disponibile
Se voi garantite una persona che abbia determinate caratteristiche ammettere l'esposizione disgrazie casa mia
Qui non parliamo solo di rimandando far confluire in abbiamo ribasso neanche il sole di persone giovani di anziani
Qualche volta sono studenti universitari tre hanno una camera libera di farlo ma noi potremmo accogliamo per Foggiato cioè
Mi sembra che potrebbe diventare un'esperienza davvero interessante ma occorre dietro anche un supporto da un punto di vista proprio quindi poiché attualità organizzativo burocratico
Questo per evitare che le famiglie che magari sono
Seriamente motivate ad accogliere vengano poi come dire a strumentalizzate Magare da organizzazioni che a loro volta riescono
Ulteriormente a lucrare della risorsa che invece dovrebbero essere spese per i rifugiati
Cioè quindi mi sembra che questo sia l'aspetto più interessante
Niente io ho fatto una selezione delle famiglie
Dopo dal loro candidatura insomma frontiere essi cioè credo che l'esperienza fatta insieme dalla città
Dal due mila otto e natanti la Pastorale migrante su altri progetti ci dice che
Intanto una selezione e della famiglia e del rifugiato ma anche per mettere insieme l'esigenza di ciascuno perché poi
Sappiamo che l'accoglienza in famiglia da un atto Gasparri può essere un'esperienza molto bella ma può essere un'esperienza anche
Devastante o per la famiglia apparato e Foggiato allora importante davvero che
In nella fase debiti iniziale c'è sia una selezione una comprensione delle motivazioni che spingono gli uni ad accogliere gli altri ad andare in famiglia
Delle caratteristiche che ciascuno ha degli obiettivi e poi credo anche
La condivisione ti un
Di un patto tra famiglie rifugiato che sappiamo essere l'elemento più difficile ma se è chiaro dove vogliamo andare e allora
Se invece uno era in mente di andare da una parte è un altro dall'altra magari dopo qualche mese ci si scontra se rende conto che non sia su strade diverse
E allora l'accompagnamento importante chi cosa succede senza alcuno dei problemi i la convivenza ma intanto sul Progetto rifugio diffuso mi permetto di dire che la collaborazione in questo caso tra la Pastorale migrante l'accettare
Quotidiana
Molto attenta essi Ballotta situazione per situazione poi si decide che cosa fare se chiudere l'esperienza stesse spostare aver funzionato se intervenire a supportare psicologicamente
Nona piuttosto che l'altro cioè
Credo che le Sibille modalità d'intervento se non ho più trasparente
Molte volte c'è difficoltà a lavorare insieme tra organi tra le organizzazioni del precariato
Tra gli uffici uffici dello stesso ente pubblico Trump le cose Renato mi permetto di dire questa invece è una situazione su cui c'è una collaborazione
Operativa poi tra gli uffici appunto quotidiana puntuale
Di analisi delle delle situazioni credo che l'esperienza volge funzioni anche per questo motivo
Perché se poi il mio interlocutore non riesco a trovarlo e non si capisce chi viene inventarlo tuttora lo trovo ma poi ci impiega sei mesi ad agire
Cioè ci sono situazioni in cui occorre anche una tempestività di reazione perché il rischio è che le famiglie si sentano abbandonate cioè io credo che oggi
Questo non risponda solo la modalità di accoglienza in famiglia del rifugio diffuso non risponda solo ad un bisogno
Di trovare posti di accoglienza per i rifugiati in un Paese che non è organizzato e dove quindi in una rete l'accoglie
Sa sono più basse rispetto alle persone che arrivano che la famiglia che fa una bella esperienza
Di accompagnamento di un percorso di integrazione chiaramente sarà anche una famiglia che poi racconterà questa esperienza
Io credo che oggi abbiamo bisogno anche di raccontarci esperienze positive di integrazione che sappiamo che ci sono ma molte volte sappiamo che poi la comunicazione intercetta molto più facilmente la paura il mal di pancia
Alle opposizioni che non invece come vi era questa storia di quotidiana che che non fa rumore
Prima di di contro invece tra persone di accompagnamento di relazione che poi
Arricchiscono reciprocamente chi vive questa esperienza
Ok ultimo cosa appunto ne accennava prima alla necessità di diciamo garantire dei punti fermi per poter ampliare questo moderno quali sono in particolare schematicamente questi appunto punti fermi
Io credo
C'è ad esempio nella regione Piemonte sei a Torino e stiamo lavorando il comune ha il Progetto rifugio diffuso la Prefettura oggi è disponibile a sperimentare
Un modello che si è mai fare refuso diffuso
Già in altre Province piemontese l'affidamento delle famiglie non vede una regia di
Qual è non vede una regia indipendentemente da chi abbia la regia ma vede invece le singole Magare cooperative attivarsi per fare affidamenti alle famiglie
E qui invece sono a cooperative che oggi fanno affidamento dei di
Rifugiati a famiglie con ad esempio un contributo economico che dei settecento euro al mese
Qualcuno non chiarisce bene qual è la progettualità e i tempi non sono chiare noi recepiamo telefonate famiglie che dicono non ci siamo dati disponibili abbiamo accolto una persona però oggi non lo siamo abbandonati ecco io credo dobbiamo evitare questa cosa cioè
Ci sono se ci sono dei modelli che funzionano questi Montella in qualche modo
Non debbano essere sono per questo modello è partito dalla città di Torino non è più solo della città di Torino ma oggi diventa un'esperienza che siccome ha funzionato
Può diventare una scadenza che viene applicata da tanti altri credo che e nessuno abbia niente da perno però nessuno abbia niente da anzi forse essere una esperienza funzione abbiamo tutti i bar guadagnava me
Nella come dire al Rettore Carla nel metterla in
In moto in contesti diversi e magari con modalità diverse tutto sommato rimane un'esperienza Pini chiare rispetto alla
Al bisogno ossia dei dei rifugiati e di essere accolti magari in situazioni che gli indirizzi come come famiglie o
E nello stesso tempo anche rispetto alla disponibilità delle famiglie quello che è successo nell'ultima settimana dove gestiamo a più o meno settanta famiglie è chiaro che
Cioè io non io la disponibilità dei settanta famiglie in questo momento alcune riesco a farla rientrare
Rifugio diffuso con una certa amarezza Uggio diffuso nomi esaurisce il bisogno allora ad esempio
Pastorale migranti sta lavorando
Sempre mutuando in parte il Montello rifugio diffuso con la Prefettura e quindi non per persone che sono arrivate ieri mancare dopo il sei mese ma sempre con i quattrocentotredici euro cioè
Il modello rifugio diffuso poi o uscirà dallo sparare ad essere applicato anzi
Sarebbe interessante che oggi a livello nazionale prassi non rischiamo il mercato delle famiglie
Mi è concesso di Ossona per i saluti e questa era l'intervista search durante l'Ufficio Pastorale migranti per la diocesi di Torino che insieme al Comune e si occupa del Progetto di accoglienza rifugio diffuso abbiamo dedicato infatti la puntata a questo progetto che prevede l'accoglienza dei rifugiati in famiglia a Torino dove siamo stati per raccogliere storie e testimonianze che dice racconteremo anche nelle prossime
Contate però oggi intanto è tutto vi ricordiamo come sempre che potete visitare il nostro sito www punto fai notizia punto it dove potete trovare queste interviste e altre interviste sullo stesso tema
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