Sono stati discussi i seguenti argomenti: Economia, Esteri, Immigrazione, Lavoro, Liberalismo, Stato, Usa.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 5 minuti.
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giornalista de "Il Foglio"
Oggi noi ascoltatori
Questa è la terza e ultima puntata derubricato diconomia che dedico alle tesi dei pensatori open Borders americani
Cioè di quegli intellettuali soprattutto libertarie liberisti che suggeriscono l'abolizione delle frontiere come il migliore politica per gestire l'immigrazione
Ho detto nella prima puntata perché alcuni economisti come Brancato andrà George Mason irreversibili sostengono che il superamento dei confini statuali di per sé rilancerà ebbe l'economia mondiale e sarebbe anche eticamente auspicabile
Dopodiché nella scorsa puntato passano in rassegna quei pensatori libertari che mettono in conto stravolgimenti politici della nostra democrazia liberale stravolgimenti dovuti allo straordinario afflusso di immigrati che seguirebbe l'abolizione delle frontiere
Parliamo per lo più di studi argomentazioni di tagli accademico ma da cui discendono scenari che chiamano in causa sempre più anche i policy maker non a caso nell'ultimo numero della rivista scientifica aggiornato ed economico dice l'autore
A intervenire per ragionare sulla tesi dell'apertura totale dei confini è stato George boriosa professore ad Harvard e decano di economia dell'immigrazione negli Stati Uniti
Con gli analisti secondo i quali ci sarebbero migliaia di miliardi di dollari in banconote sui marciapiedi dell'Occidente lasciati lì per terra per colpa dei nostri confini boria se risponde criticamente sollevando due obiezioni
La prima è di carattere redistributivo chi si arricchirà di più dal raddoppio del PIL teorizzato dai fautori degli open Borders
Poi c'è l'obiezione politico istituzionale i nostri regimi democratico liberali possono davvero rimanere efficienti come lo sono oggi a fronte di un afflusso straordinario di immigrati risposte offerte i quesiti sono istruttiva attuali anche per il confronto europeo
Borin assediano darvi elabora un modello semplificato con tanto di calcoli grafici ovviamente
Per stimare i benefici e danni di un approccio simile i dati di partenza sono quelli del due mila undici della Banca mondiale cioè seicento milioni di persone che lavorano nei Paesi ad alto reddito quindi uno virgola uno miliardi di abitanti nel complesso
E il due virgola sette miliardi di persone che lavorano nei Paesi in via di sviluppo quindi cinque virgola nove miliardi di abitanti nel complesso per un PIL totale di settanta mila miliardi di dollari
Ora se due virgola sei miliardi dei lavoratori più poveri diciamo il novantacinque per cento dalla forza lavoro locale si spostassero nei Paesi più ricchi
Il residuo rigide perderebbero ricchezza ma a livello globale avremo un aumento del PIL del sessanta per cento pari a quaranta mila miliardi di ricchezza prodotta in più
Secondo boria sullo spostamento globale di lavoratori che per ipotesi accosti Gullit che avviene in uno scenario di abolizione dei confini proseguirebbe fino a che i salari nei paesi ricchi e nei Paesi poveri raggiungeranno un equilibrio meglio
Noi stessi ma un aumento dei guadagni del centoquarantatré per cento per i lavoratori dei Paesi poveri e una diminuzione del quaranta per cento per i lavoratori dei Paesi ricchi
E allo stesso tempo un aumento del cinquantasette per cento dei detentori di capitale dei Paesi ricchi quest'ultimi infatti sarebbe una posizione ottimale per avvantaggiarsi del Big Bang di consumi imprese innovazione
L'esistenza di gruppi sociali perdenti scrive boriosi nel suo territorio consiglierebbe un po'di cautela nell'utilizzare a ogni piè sospinto insulti ed etichette tipo razzisti e xenofobi
Questo atteggiamento scrivere economista sottovalutare il fatto che quali che siano i sentimenti dei lavoratori dei Paesi più ricchi le loro lamentele sono economicamente fondate e non spariranno
Ma la tesi fondamentale dell'economista di Harvard è un'altra le curve di domanda e offerta di lavoro dei Paesi industrializzati quelle con cui si calcoli sarà rimedi tendo l'abbiamo detto a uniformarsi sono disegnate a partire da una specifica funzione di produzione aggregata come la chiamano gli economisti
In termini più semplici chi lavora nei Paesi industrializzati a un salario maggiore ed è più produttivo dei colleghi dei Paesi più poveri grazie a tutto un insieme di infrastrutture che si sono formate stratificata nel tempo nel mondo occidentale
Dovete l'infrastruttura boria si intende non solo il capitale fisico ma anche il valore delle istituzioni e delle organizzazioni politiche sociali e culturali che regolano le nostre interazioni
Per arrivare agli incrementi del PIL di cui sopra
Deve valere da assunto per cui gli immigrati scrive boriosa possono spostarsi nei Paesi industrializzati senza importare anche le organizzazioni modelli sociali una cultura negativi
Che sono alla radice delle scarse performances economiche dei loro Paesi d'origine
Voglio che stenta alcune stime anche su questo riduce per esempio a otto virgola otto mila miliardi
Di dollari da quaranta mila miliardi del modello originale come ho detto i guadagni dell'abbattimento delle frontiere nel caso di una nuova infrastruttura di qualità diciamo media cioè a metà tra quella dei Paesi ricchi e quella dei Paesi poveri
La conclusione quindi è la seguente i benefici di un'immigrazione senza restrizioni dipendono in larga parte da come l'infrastruttura dei Paesi riceventi si adatta all'afflusso di qualche miliardo di persone
Se finora intere generazioni di cittadini leader democratici non si sono accorte dei miliardi di dollari ma ancora te che restano sui marciapiedi dei Paesi occidentali come invece ripetono i teorici degli otto in borghese qualche motivo ci dovrà pur essere
Affidarsi ad Ingegneria degli ingegneri sociali dotati di scarsa umiltà non è la soluzione ottimale conclude l'economista di Harvard per governare l'immigrazione
Cioè
Come ogni settimana grazie per l'ascolto da Marco alle Loprete
Tutti pay per i documenti citati a proposito di migrazione diconomia in queste ultime tre puntate sono supplita l'account Marcovalerio Lippi e presto anche sulla pagina Facebook di Radio Radicale
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