Sono intervenuti: Flaminio Piccoli (DC).
Sono stati discussi i seguenti argomenti: Balcani, Bosnia Erzegovina, Guerra, Jugoslavia, Minoranze, Serbia.
Rubrica
Commissione
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DC
Radio radicale la crisi nell'ex Jugoslavia continuo in modo sempre più drammatico la guerra di aggressione della Serbia in particolare nei confronti della Bosnia Erzegovina dei croati e dei musulmani della Bosnia e Zago Mina si Costella sempre di più di massacri di stragi di bombardamenti in descrittivi scriminanti la città storica di Sarajevo e ridotta in buona parte in alcuni suoi quartieri in alcuni suoi Palace sì importante anche dal punto di vista artistico e architettonico Accumoli di macerie la situazione quindi è sempre più drammatica i profughi ormai si contano a centinaia di migliaia di morti e centinaia probabilmente a migliaia le vittime lo spesso Award l'ordine di grandezza e appunto ormai le migliaia e le decine di migliaia cosa può fare in questa situazione l'Italia e l'Occidente e l'Europa
Fino ad ora la comunità internazionale ha sempre agito molto in ritardo di fronte alla situazione alla crisi della Jugoslavia fin da quando è iniziata nel giugno dell'altra hanno almeno è iniziata la sua fase più virulenta perché l'inizio effettivo poi lo conoscono benissimo gli ascoltatori di radio radicale sia avuto con l'aggressione con l'annessione violenta del Kosovo da parte della Serbia del nazional comunista Milosevic dicevamo fin da quando è iniziata la fase l'ultima fase della drammatica e crisi della tragedia indio posava con la guerra delle dogane
In Slovenia si è si è assistito a un sempre ulteriore aggravarsi della situazione ha una configurazione
Di conflitto una situazione di conflitto politico-militare diplomatico sempre più grave prima appunto la guerra delle dogane in Slovenia con alcuni morti ma in poche settimane con la risoluzione del conflitto del legame fra la Slovenia e la vecchia Jugoslavia poi la guerra in Croazia con il tentativo in parte riuscito praticamente dopo l'interposizione delle forze delle Nazioni Unite in parte purtroppo riuscito è bene dirlo
De con il tentativo di annessione di una parte dei territori croati abitati da serbi
Di tentativo di annessione alla Progetto della Grande Serbia
Poi abbiamo avuto la costituzione formale di questa grande Serbia la cosiddetta piccola Jugoslavia la Repubblica federativa di Jugoslavia composta appunto dalla vecchia Serbia e dal Montenegro il con dai territori Annis sì alla Serbia della Vojvodina e del Kosovo e ora abbiamo la tragedia della Bosnia Erzegovina la Bosnia Erzegovina lo ricordiamo ancora una volta rappresenta un po'in piccolo il CoroCoro di quello che fu un impegno
Con la Jugoslavia in Juan
Tutto vi sono presenti tre comunità quella mussulmana quella cattolico croata e quella ortodossa serba si tratta di una SIM di comunità su basi etniche ma in particolar ma ancor più su basi religiose comunità diverse che perde Cenni per secoli hanno convissuto insieme in una situazione mista sia dal punto di vista territoriale sia dal punto di vista demografico basti pensare ai matrimoni misti e che ora a cui ora invece viene imposto
Forzatamente con il terrorismo con le rappresaglie con i bombardamenti con i massacri di dividersi su base pretesa su pretese basi etniche i croati con i croati i serbi con i serbi
Cosa può fare il nostro Paese cosa può fare questa comunità internazionale che appare molto distratta di fronte a una tragedia come quella dell'ex Jugoslavia a una crisi grave come quella del balcaniche pur potrebbe essere pur potrebbe diventare poi un po'l'anticipo la metafora delle crisi del mondo contemporaneo Allal
Bah del terzo millennio
Cosa può fare e l'Italia di fronte a questa è gravissima crisi di fronte a questa gravissima soluzione
Lo abbiamo chiesto all'ex presidente della Commissione esteri di Montecitorio esponente di prestigio della democrazia cristiana e dell'Internazionale democratico cristiana da tempo ormai attento all'evoluzione della delle situazioni dei paesi postcomunisti nei paesi ex comunisti Flavin io piccoli poi abbiamo cercato di capire quali potrebbero essere le soluzioni se possibile una qualche assetto pacifico nella regione dei Balcani con un esperto con uno studioso con un commentatore e esperta appunto dei problemi del Paese
Sì ex comunisti l'ambasciatore Sergio Romano già ambasciatore del nostro Paese nell'ex Unione Sovietica in quello che una volta era l'Unione Sovietica attualmente saggista editorialista sulle il quotidiano la stampa dito Rino ecco bene ora vi proponiamo queste due interviste la prima lo ripetiamo con famiglia piccole la seconda con Sergio Romano tema la crisi nei Balcani la crisi nell'ex Jugoslavia buon ascolto la radio radicale
Radio radicale abbiamo al nostro microfono Flaminio Piccoli già presidente della commissione Esteri di Montecitorio della Camera dei Deputati Colli con vogliamo continuare a parlare della sempre più grave crisi nella ex Jugoslavia
Di fronte alle notizie sempre più drammatiche che vengono dalla Bosnia Erzegovina secondo lei cosa deve fare a questo punto il governo italiano nei confronti e della Serbia e nei di fronte alla situazione della Bosnia Erzegovina
Guardi dinnanzi al a quello che ha un genocidio
Vero e proprio che è in atto in Bosnia Erzegovina dinanzi al rischio
Che poi questo genocidio si trasferisca nella Vojvodina e nel corso sono le due regioni che la Serbia si è arbitrariamente aggregata in questa specie di neo
Piccola Jugoslavia che ha costituito insieme al Montenegro
Io ritengo che la anche se noi stiamo attraversando la nostra crisi di governo
Rispetta propri dovrebbe spettare proprio al nostro Paese dapprima moscia per smuovere gli altri partners europei proprio come ha fatto a dicembre la Germania con riconoscimento della Croazia
La Bosnia infatti è ormai riconosciuta
Internazionalmente per cui l'Italia ormai tutta la copertura politica diplomatica e la prima volta anche gli Stati Uniti sono d'accordo lei si ricorda che gli Stati Uniti
Furono per Belgrado fino a al pochi mesi fa
Oggi sono gli Stati Uniti stessi che hanno proposto il riconoscimento in repubblica indipendente della Bosnia Erzegovina quindi abbiamo tutta tutta la parte diplomatica la copertura diplomatica necessaria per cui io credo che noi potremmo in primo luogo fare un'operazione che mi sembra igiene diplomatiche che quello di ritirare il nostro ambasciatore da Belgrado
Abbiamo già minacciato di fare altre volte ma non l'abbiamo fatto in secondo luogo potremmo chiedere al Tier City all'ONU
Spie spendere da qui chiede agli altri organismi internazionali il cadavere della ex Jugoslavia
E non e non riconoscere la nuova Jugoslavia soprattutto di non concedere la continuità come vorrebbero serbi che che chiedono darla continuità sarebbero i continuatori del del sistema e urlava
Poi mi pare che bisognerebbe insistere presso la UE o che il calcio jugoslava Jugoslavia dimostra la necessità urgente che l'Europa possa disporre di una forza militare
Non solo quella che può essere chiamata la forza di peacekeeping ma anche PC making la parte che che porta la la che porta si muove per la pace Massimo direttamente in questo contesto mi io credo che una squadra italiana con composta da marine di Italia Francia Spagna Inghilterra e USA potrebbero collocarsi dinanzi a Dubrovnik insomma qui non è possibile che noi vediamo
Assistiamo un genocidio delle debiti vecchia correggiamo Celan le mosse che si vanno facendo in Jugoslavia rischiano di portare la guerra fuori degli jugoslavi e ma realmente portarla fuori se non c'è un un monito preciso che possa fermare Belgrado quindi credo che del perché l'Italia abbia
Il dovere di
Con la sua fantasia con la sua pulisco le sue responsabilità perché il mare Adriatico ci appartiene e collages con la capacità che ha dimostrato altre volte di sapere imporre una regola
Nei rapporti internazionali dovrebbe poterci muovere ecco quindi ritiro dell'ambasciatore da Belgrado riconoscimento della Bosnia Erzegovina ecco e i Comuni consultazione a livello internazionale
Un'eventuale azione militare o comunque un inizio nemmeno di picco di controllo delle coste
Anche perché noi siamo noi siamo i più esposti a quello che può accadere
Ecco perché lei ha parlato appunto di rischio di allargamento della guerra si rischia la guerra balcanica a turare ma io poi vede
C'è una un'ultima cosa che voglio uscire da questo punto di vista lei sa che Belgrado è sempre stato al sempre stata la porta di Mosca
Cioè Belgrado e molto la capitale della prima dell'Impero degli Zar e poi la capitale la poi la capitale del
Del mondo comunista sempre queste città hanno avuto rapporti diplomatici fortissime con la Serbia
E quindi io siccome recitò seguendo attentamente e quel che succede nei Paesi ex Cours e mi accorgo che malgrado lo sforzo che fa l'Occidente
Ieri da parte degli ebrei tantissimo esercito che staziona ancora in quelle zone un tentativo di collegamento fra le varie parti con la dottrina io chiamerei la dottrina del bonapartismo cioè del piede riconoscere che la rivoluzione fallita
Non è più controllata dal dal mondo marxista leninista e e quei e questo comporta il discredito di questo grande impero sovietico
Il quale può essere ricostruito da dalla forza degli eserciti quindi io sono per estremamente preoccupato anche perché credo che la Serbia si muove con una disinvoltura e con una protervia
Che può appartenere solo a un Paese che abbia dietro qualcuno
E siccome oggi non ha non ha più neanche la benevolenza degli Stati Uniti non ha più non c'è più un paese in Europa che non non la consideri come la colpevole della dell'aggressione e delle aggressioni che si vanno facendo io penso che possa avvenire dietro qualche garantiranno non credo mai che un paese si muova all'impazzata
Anche lui dice anche appunto questo rischio che ce ne siano queste legame a livello internazionale
Bene ringraziamo Flaminio Piccoli già presidente della Commissione esteri di Montecitorio per questa intervista dedicata come abbiamo sentito alla sempre più grave crisi nell'ex Jugoslavia
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