08 APR 2016
intervista

Inchiesta della DDA di Potenza sulle attività di estrazione idrocarburi in Basilicata - Intervista a Giovanni Rivelli, redattore Gazzetta del Mezzogiorno

INTERVISTA | di Maurizio Bolognetti - Taranto - 00:00 Durata: 5 min 5 sec
A cura di Delfina Steri
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L'inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Direzione Nazionale Antimafia sulle attività di estrazione idrocarburi in Basilicata coinvolge ormai una sessantina di persone tra funzionari Eni, imprenditori, politici, ex direttori di Arpa Basilicata, un dirigente della Regione Basilicata e un dirigente della Provincia di Potenza.

L'inchiesta, articolata su più filoni, riguarda lo smaltimento delle acque di produzione petrolifera provenienti dalle attività di estrazione idrocarburi svolte dalla J.V.

Eni-Shell in Val d'Agri e l'affidamento di appalti e lavori collegati
alla costruzione del Centro Olio Total "Tempa Rossa" (concessione di coltivazione idrocarburi Gorgoglione) in agro di Corleto Perticara (PZ).

Nell'ambito dell'inchiesta è stato tra l'altro disposto il sequestro preventivo "delle vasche asservite alla linea 560 del Cova (Centro Olio Val d'Agri) Eni di Viggiano (PZ) e dell'impianto di trattamento e smaltimento delle acque di produzione di pertinenza della società Tecnoparco Val Basento spa, con sede legale e operativa in Pisticci (MT).

La Procura ha inoltre disposto il sequestro del pozzo di reiniezione Eni Costa Molina2, ubicato in agro di Montemurro (PZ).

Come viene ottimamente spiegato sul sito bono.it "in un giacimento petrolifero, il petrolio si trova in sospensione su uno strato di acqua definita acqua di formazione.

Durante le attività di trivellamento ed estrazione che tendono a massimizzare il recupero di petrolio, si ha come effetto collaterale una grande produzione di acqua contaminata detta acqua di produzione".

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