Intervista a Laura Vaira sui lavori del convegno "L'inferno della speranza: riflessioni sull'ergastolo ostativo"

Che criminologa
E mediatrice
Si è soffermata sul fatto che sia il modello retributivo che il modello riabilitativo hanno al centro l'autore del reato ma dimenticano la vittima
Sì questa la caratteristica che accomuna i modelli di giustizia tradizionali e è proprio il punto di partenza che a fatto scaturire delle riflessioni
Per un modello di giustizia il TERNA attiva in cui
Alla pari dell'autore del reato anche la vittima nonché la comunità nel suo complesso che ha riportato conseguenze dal fatto di reato possa essere inclusa in percorsi
Che prevedano la partecipazione attiva di tutti questi soggetti in forma dialogica quindi
Partecipare attivamente significa avvera uno spazio dedicato in cui poter prendere la parola in una dimensione di confronto con l'altro rispetto a quelle che sono state le conseguenze
Del reato quindi un modello di giustizia riparativa che si fonda sulla mediazione e quali sono le caratteristiche di questo modello
Sono innanzitutto la volontarietà della partecipazione delle parti a questi percorsi in secondo luogo la riservatezza che i mediatori devono garantire rispetto a tutto quello che le parti si sentono di esprimere
Nell'ambito di di questi incontri
E la terza caratteristica fondamentale che
Si deve trattare di percorsi gratuiti cioè che vengono realizzati in una dimensione pubblica
Perché siamo all'insegna della giustizia quindi non bisogna assolutamente confondere questo tipo di percorsi con percorsi in ambito privatistico
Il sono percorsi che vengono avviati su impulso dell'autorità giudiziaria e all'esito di questi percorsi all'autorità giudiziaria viene dato un risultato per quanto appunto in forma sintetica e nel rispetto della confidenzialità
Se potrà problema di come rendere credibile questo sistema agli occhi delle vittime
Sì
Questo modulo e il mondo uno dei mutui uno degli aspetti critici è quello di superare l'obiezione naturale per le vittime
Che per l'autore del reato ci sia un interesse secondario a partecipare a questo tipo di percorsi quindi il cenno che ho fatto è stato all'ipotesi
Su cui noi abbiamo finora puntato cioè
L'esito di questi percorsi non deve di per sè comportare automaticamente la concessione di un beneficio per l'autore del reato
Ma
Può essere uno degli elementi di cui la magistratura di sorveglianza tiene conto alla pari di tutti gli altri elementi che caratterizzano il percorso trattamentale del detenuto
La sua conclusione non bruciamo le tappe perché questa cautele
Perché il messaggio che sta passando ora è che qualsiasi tipo di attivazione del condannato sia di per sè giustizia riparativa anche quando non c'è stata quella dimensione di scambio relazionale
Con le vittime
In questo senso è importante che il fare arrivi dopo che c'è stato questo scambio questo confronto e che
Quindi il fare sia strettamente collegato con
I contenuti di quello che la mediazione a
Scaturito
Per le parti non
Che
E
Landa riparazione sia qualcosa che mette nuovamente la vittima in una condizione di
Essere passiva e di ricevere qualche cosa che magari non non desidera ricevere
Ci debba essere un riconoscimento comune
Dei fatti principale di quello che ho capito
Sì questo è la premessa necessaria perché e se l'autore del reato si dichiarasse straniero a e i fatti mancherebbe un presupposto di partenza
Quindi non è necessario che
Riconosca la sua responsabilità rispetto ai fatti ma che riconosca che i fatti da un punto di vista sostanziale
Si sono verificati
Grazie grazie a Laura Maria