15 GEN 1992

Intervento di Alexander Langer sulla riforma del regolamento del Parlamento Europeo

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 2 min 47 sec
A cura di Andrea Maori
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I diritti del gruppo parlamentare dei Verdi.

Registrazione video di "Intervento di Alexander Langer sulla riforma del regolamento del Parlamento Europeo", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 15 gennaio 1992 alle 00:00.

Sono intervenuti: Alexander Langer (parlamentare europeo, Federazione dei Verdi).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Accordi Internazionali, Democrazia, Maastricht, Parlamento Europeo, Regolamento, Vecchi, Verdi.

La registrazione video ha una durata di 2 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Alexander Langer

    parlamentare europeo (VERDI)

    intervento in tedesco, traduzione simultanea in francese L'intervento illustra il voto negativo dei Verdi agli emendamenti alla riforma del regolamento del Parlamento europeo, il cosiddetto pacchetto Malangré, frutto di numerosi compromessi da cui i Verdi stessi sono stati esclusi. Con il pretesto di snellire il regolamento e semplificare le procedure - denuncia Langer - si limitano i diritti dei singoli deputati e dei gruppi parlamentari, specie di quelli più piccoli. Ciò non significa che il regolamento e le procedure del Parlamento europeo non vadano riformate, anche alla luce dei nuovi poteri risultanti dal trattato di Maastricht. Proprio per questo, però, per i Verdi bisognerebbe mantenere l'attuale composizione dei gruppi, garanzia di pluralismo, e procedere invece ad una migliore distribuzione del lavoro tra Assemblea plenaria e Commissioni: le questioni a carattere principalmente amministrativo e tecnico potrebbero essere riservate alle commissioni, mentre l'aula parlamentare dovrebbe concentrarsi sulle questioni politiche in modo da aumentare il proprio peso. Un altro positivo elemento di semplificazione dovrebbe riguardare le cosiddette proposte d'urgenza, esigendo da tutti i gruppi politici e dai raggruppamenti di deputati una maggiore autodisciplina nella scelta degli argomenti. La maggioranza tuttavia ha scelto un'altra strada, quella della limitazione di diritti, libertà e pluralismo, per cui il voto dei Verdi agli emendamenti proposti non può che essere contrario (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io vorrei associarmi alle congratulazioni ed' ai complimenti espressi. Sul merito introdurrò nel dibattito una nota discordante. Con il pacchetto-Malangré oggi in discussione - e con l'inserimento contrabbandato della minestra riscaldata Harrison e la relazione Galle, fortunatamente di nuovo escluse dall'ordine del giorno - prende così l'avvio la cosiddetta riforma del regolamento. L'onorevole Cott si è esternato, l'onorevole Malangré ha dovuto far fronte. La grande coalizione per la nuova Presidenza del Parlamento europeo doveva fondarsi sul così definito regolamento più snello. E così si dà il via, soavemente, lo concediamo, ma non è che l'inizio, temiamo, ad un ripulisti, soprattutto per quanto conceme i diritti dei singoli deputati e dei gruppi più piccoli. Già negli emendamenti alla relazione Malangré, che costituisce un compromesso alquanto ampio - anche se senza il contributo dei Verdi - si limita il diritto di proposta dei gruppi e dei deputati, si alzano gli ostacoli, si eliminano diritti. Ed è per tale ragione che il mio gruppo deve opporsi agli emendamenti. Ciò non significa che il regolamento ed il modo di lavorare del nostro Parlamento non vadano riformati. Perché allora - se proprio era necessario - non si è proceduto ad un'opera di riforma unificata e di più ampio respiro, nella quale si fosse soprattutto tenuto conto dei nuovi poteri dopo Maastricht? Il collega, onorevole Vecchi, vi ha fatto cenno. Cosa pensiamo possa essere riformato, e cosa, invece, noi non vogliamo? Noi diciamo no all'eli- minazione dei diritti di proposta e di iniziativa per i singoli deputati e per i singoli gruppi, quelli meno numerosi compresi. Per questa ragione noi vorremmo mantenere l'attuale situazione dei gruppi - anche quelli con un numero relativamente ridotto di deputati - altrimenti, il pluralismo politico e l'esprcssione completa della molteplicità politica verrebbero intaccati. Noi diciamo invece sì ad una migliore distribuzione del lavoro tra plenaria e commissioni. Le questioni più amministrative e tecniche - ammesso che vadano trattate a livello parlamentare - possono venir riservate alle commissioni. L'aula deve aumentarela sua rilevanza politica ci quindi acquisire maggior peso. Possiamo dire si anche ad una riforma c ad uno snellimento delle cosiddette proposte d'urgenza, se con ciò, ad esempio, si intende pretendere da tutti i gruppi politici e dai gruppi di deputati una maggiore autodisciplina nella scelta degli argomenti. Potrebbero esistere anche altri piccoli margini per la razionalizzazione del regolamento, senza peraltro smantellare diritti di libertà e pluralismo politico, ma la strada da seguire deve essere la strada giusta. Quella scelta nella relazione .odierna è erra-ta, e per tale ragione noi non voteremo in favore ed invitiamo tutti gli onorevoli colleghe e colleghi a non votare in favore.
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