15 SET 1992

Intervento di Alexander Langer sulla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE) di Helsinki

STRALCIO | - Parlamento europeo - 00:00 Durata: 5 min 36 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Alexander Langer sulla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE) di Helsinki", registrato a Parlamento Europeo martedì 15 settembre 1992 alle 00:00.

Sono intervenuti: Alexander Langer (parlamentare europeo, Federazione dei Verdi).

Tra gli argomenti discussi: Accordi Internazionali, Bush, Commissione Ue, Consiglio Europeo, Cooperazione, Csce, Esteri, Europa, Helsinki, Unione Europea, Usa.

La registrazione video ha una durata di 5 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Alexander Langer

    parlamentare europeo (VERDI)

    intervento in tedesco, traduzione in francese Langer interviene in merito ai compiti che attendono la Conferenza europea per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE) alla luce del recente vertice di Helsinki, che ha visto riuniti per la prima volta i Capi di Stato e di governo di cinquantaquattro Stati, molti dei quali non avevano mai partecipato a conferenze internazionali di quel livello. Un evento che ha dato al parlamentare l'impressione di un "nuovo Congresso di Vienna", e che impone ora all'Europa di decidere se sostenere il processo in atto e quale ruolo giocare. La CSCE è una sede importante per una politica estera comune della CEE, tanto è vero che in alcuni punti delicati della cooperazione sono state poste le basi per istituzioni ed impegni comuni. L'Alto Commissario per le minoranze nazionali ha ragione quando lamenta che le sue competenze sono relativamente ridotte, tuttavia il fatto che si sia creata - per iniziativa degli olandesi - una istituzione del genere resta un fatto di grande rilievo, perché finalmente si è compreso che i conflitti di confine e tra gruppi etnici diversi costituiscono una materia tanto delicata che va affrontata tempestivamente, con un "early warning system", e risolta auspicabilmente anche con una procedura arbitrale. Finalmente in seno alla CSCE esiste un'istituzione con cui gli Stati si possono garantire reciprocamente un equilibrato controllo elettorale, in un quadro comune di norme accettate che definiscono le condizioni alle quali le elezioni sono libere e democratiche. La stessa cosa vale per il settore dei diritti dell'uomo e della cooperazione ecologica. Helsinki ha avuto infine grande importanza anche per il disarmo, e Langer auspica che in quel contesto si possa promuovere il totale smantellamento delle armi atomiche, biologiche e chimiche, con una azione sempre più incisiva da parte della CSCE. Questa è ancora relativamente impotente di fronte a determinati conflitti, dalla Jugoslavia al Nagorno-Karabach, a causa della scarsità di finanziamenti, sostegni politici e riconoscimenti. La Comunità europea può dare un forte contributo e il Parlamento europeo dovrà partecipare concretamente a questo processo, non solo come mal tollerato inquilino della Commissione o come cane da guardia del Consiglio Langer (V). - (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, anche io, con i colleghi Romeos e Bertens, che hanno parlato prima di me, ho partecipato a nome del Parlamento al vertice conclusivo di questa conferenza di Helsinki della CSCE. Posso perciò concordare pienamente con il vicepresidente Andriessen quando egli parla di un turning point. Prima di questa Conferenza non era sicuro se La CSCE si sarebbe trasformata in una sorta di cadavere istituzionale, alla deriva sotto le molte istituzioni internazionali, oppure se il processo CSCE ne sarebbe risultato nuovamente vivificato. Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ha sempre propugnato la vitalizzazione della CSCE, ma non era affatto sicuro che ciò si sarebbe verificato. Dopo Helsinki si può dire a mio awiso che la Conferenza europea per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha di nuovo una sua esistenza politica ed ha dimostrato di avere un compito da svolgere. Il fatto che tutti i Capi di stato e di governo - attualmente 54 Stati - si siano riuniti per due giomi insieme, il fatto che, per esempio, anche il presidente Bush abbia presenziato per due giorni, che Capi di nuovi Stati che mai avevano partecipato finora a grandi con- ferenze internazionali si siano potuti conoscere e parlare, ha fatto nascere Pimpressione, almeno ai miei occhi, di un nuovo Congresso di Vienna, dove si sono incontrate persone - e con esse anche Stati e govemi - che prima non si erano mai presi in considerazione. Per questo mi sembra che noi, come Comunità europea, dobbiamo decidere chiaramente se voglia- mo promuovere il processo CSCE e se la Comunità come tale intende svolgervi un proprio ruolo. Sono lieto che anche il presidente in carica del Consiglio dica sempre che la Comunità europea come tale deve svolgere un suo ruolo e lo vuole salvaguardare. Io credo che la CSCE sia fra l'altro una sede importante per una politica estera comu- ne della CEE. À La cosa importante che noi individuìamo nel processo CSCE consiste nel fatto che in alcuni punti delicati della cooperazione sono state create delle basi per istituzioni ed impegni comuni. Altri colleghi hanno già parlato di questi temi, ad esempio dell'Alto Commissario per le minoranze nazionali. Anche noi ci rammarichiamo moltissimo che le sue competenze sono relativamente ridotte, ma il fatto che si è creata una istituzione del genere - e credo che dobbiamo ringraziare il govemo olande- se che ha presentato questa ini?ativa - resta pur sempre un fatto di grande rilievo. Se consideriamo che ancora un anno fa la Conferenza di Ginevra degli esperti della CSCE non è riuscita a raggiun- gere-alcun accordo sul tema delle minoranze e dei gruppi etnici, ed ora si e del parere che proprio i con?itti etnici, i con?itti di confine e tra gruppi etnici diversi costituiscono una materia tanto deli- cata che va affrontata tempestivamente con un early-warning-system, che occorre inviare fact ?n- ding missions, e forse si deve pervenire a un processo di composizione o anche ad una procedu- ra arbitrale - cosa che noi auspicheremmo -, allora questo e a nostro awiso un risultato estre- mamente positivo. Consideriamo altresì un fatto molto positivo che in seno alla CSCE esista un'i- stituzione con cui gli Stati si possono garantire reciprocamente un equilibrato controllo elettorale; non si tratta di controllare il grado di democrazia e di rilasciare certificati, ma esiste un quadro comune di norme accettate che dettano le condi- zioni alle quali le elezioni possono essere ricono- sciute libere e democratiche. La stessa cosa vale nel settore dei diritti dell'uomo, e lo stesso clima si potrà creare, noi crediamo, anche nel campo della cooperazione ecologica. Un apposito capitolo del documento finale di Helsinki ne indica la via. Infine non vogliamo dimenticare che Helsinki ha avuto una grande importanza non solo per il tema "diritti dell'uomo, ma anche per il tema "disarmo. Noi potremmo contribuire a che Helsinki divenga un contesto adeguato per promuovere il totale smantellamento delle armi atomiche, biologi- che e chimiche, anzitutto nell'ambito di influenza della CSCE e quindi come noi speriamo - nel quadro delle Nazioni Unite. In questo campo noi ci aspettiamo un'azione ancor più incisiva della CSCE. Se oggi - e qualcuno ha parlato del Nagomi- Karabach -- possiamo dire ancora che la CSCE resta ancora relativamente impotente di fronte a certi conflitti, dalla Iugoslavia al Nagorni-Kara- bach, questo accade perché essa -ha ancora troppo scarsi finanziamenti, troppo scarsi sostegni politici e riconoscimenti. Qui la Comunità europea può dare un forte contributo. Non avrà nulla da per- dere, dato che - come ha ricordato il Commissa- rio Andriessen - il compito e il carattere della Comunità europeo sono diversi da quelli di questa organizzazione regionale delle Nazioni Unite. Io credo che, se noi aspiriamo a questo obiettivo, il Parlamento europeo debba partecipare concreta- mente a questo processo, non solo come mal tollerato inquilino della Commissione o come cane da guardia del Consiglio, come si è verificato questa volta a Helsinki. Credo che in futuro - altri colleghi ne hanno già parlato - noi dobbiamo batterci per una piena compartecipazione del Parlamento europeo. (Applausi)
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