Rassegna di Geopolitica. L'America di Trump e i suoi sfidanti

Buongiorno gli ascoltatori dietro radio radicale con la rassegna di geopolitica di sabato quattro marzo due mila diciassette presentiamo l'ultimo numero della rivista Limes
è intitolato chi comanda il mondo ed è strutturato sostanzialmente in tre parti una disamina dell'attuale
Libera gli Stati Uniti declinante un'impotenza declinante o meno
Nel era Trump poi quelli che vengono elencati come sfidanti che sono nell'ordine Cina Russia Germania Giappone poco più in là anche l'India l'Unione europea non viene proprio citata come Terna
Anzi solamente come dire un fattore sullo sfondo poiché gli altri potere la terza parte di chi altro
Compete in un mondo in assenza di polarità
Gli altri poteri si interno attori non statuali quote transazionali perché se si parla di finanza occidentale del lato oscuro degli algoritmi
Insomma il mercato del petrolio eccetera eccetera Nella Categoria altri poteri dunque fare capire allora come è strutturato il mondo cominciamo dalla prefazione che intitolata l'intero non è un affare
In giro politica il mondo non esiste esistono i mondi ovvero le rappresentazioni strategiche che gli attori geopolitici offrono del pianeta
Ciascuna parte dal proprio mutevole punto di vista condizionato da storia cultura geografia e sollecitato dall'evoluzione tecnologica
Ne sono prova gli asset variabili tra Ministeri prodotti nei secoli dai cartografi al servizio del principe
Due mari continenti sono arbitrariamente disposti secondo seducenti gerarchie spaziali volte saltare la centralità o le aspirazioni del committente
Lima comuni non è mai neutra è sempre strumento geopolitico oggi che l'immagine prevale sulla parola diffondere la propria versione della superficie planetarie fondamentale posta in gioco nella competizione per la potenza
Nel nostro tempo il conoscente co misura del successore teatrale su Facebook una pletora di mi piace in calce alla propria carta del mondo o di un'altra parte
Tale rappresentazione appare valore confermativo serva a compattare l'opinione di un popolo solo se stesso sul suo posto nella storia nello spazio di più la tavola diventa la realtà che intendete autografare e orienta lo sguardo creativo del decisore
Nessuno comanda né ha mai comandato il mondo anche se qualcuno ha sognato di farlo altrimenti la storia sarebbe già finita che approvata sita nel certificato di morte mi ha subito le dure repliche
Tutti gli impegni hanno però inteso costruire e mappare un proprio mondo e dominano costituendo visti sovrani
Non solo per la prevalenza delle armi o il volume dell'economia grazie soprattutto l'ideologia dunque l'affermazione del proprio modo di vedere del cumene e di attribuire una direzione storica fosse solo provvisoria destino
L'analisi dalla distribuzione planetaria del potere deve partire dalla constatazione enti nell'ultimo quarto di secolo fine della guerra fredda ultimo paradigma se dico pare condiviso sparsi attore strumenti geopolitici si sono moltiplicati
Per conseguenza la potenze più diffusa dispersa
Contrariamente alla vulgata occidentale dominante degli anni Novanta del secolo scorso l'interdipendenza crescente tra gli umani loro territori non ha unificato il pianeta la segmentato
Ideologia dalla globalizzazione marchio dell'impero americano scontava infatti un ingenuo ottimismo antropologico
Per cui avvicinandosi gonne si sarebbero riconosciuti simili e solidali
Al contrario mai come ora comunità e nazione si affaticano esibire identità esclusive di cui anche la moda di elevare i muri con cui impedirlo altrui accesso I domini propri allargando lo sguardo la parabola dell'ultimo secolo osserviamo tre dinamiche correlate che contribuiscono ad animare la cartografia dei poteri su scala globale e a inizia nel caos
In ordine di importanza esplosione demografica nuove dimensioni delle dispute geopolitica proliferazione dei soggetti che intervengono
Andiamo con ordine partiamo dalla demografia all'inizio del Novecento il pianeta e l'abitato da un miliardo e mezzo di anime in maggioranza Bianchi corre prevalenza relativa dei cristiani
Oggi sei contano quasi sette miliardi e mezzo in attesa di superare i dieci miliardi dopo il due mila cinquanta
I bianchi su un'esigua minoranza in decrescita mentre domina devi cristiani valga la pena più di un quarto dell'umanità
Tra mezzo secolo secondo il demografo Massimo Livi Bacci ciascun umano avrà mediamente a disposizione uno spazio pari a un campo di calcio mille volte meno che dieci mila anni fa
Conferma magari squilibri tra Paesi sovra popolati giovani poveri specie in Africa subsahariana
Opposti a nazione in declino demografico se nascenti e relativamente ricca soprattutto in Europa
Diversità che si rifletteranno sull'ambiente mutazione da clima che lo renderà meno ospitale sollecitando spinte migratorie
Già oggi più della metà del pianeta e antropizzato il cinquantaquattro per cento dell'umanità biennale urbane il venticinque per cento in città da oltre un milione di abitanti l'otto per cento in megalopoli con più di dieci milioni di anime
Quanto alle dimensioni della potenza terreno di scontro del partito e geopolitico già economiche alla vigilia della prima guerra mondiale erano due terre in mare a questa si sono aggiunte altre
Può aree Cosmo cyberspazio oltre al campo mediatico nelle sue declinazioni più recenti è tendenzialmente associati perciò classificate come sociale media
Infine per quanto riguarda gli attori c'era una volta gli imperi all'inizio del Novecento novanta per cento delle terre abitate era controllato degli europei o da loro discendenti
I quali stratificano normalità per gerarchie razziali con i bianchi in vetta seguiti da gialli mettici altre intermedi in basso IMI dopo la dissoluzione degli impegni gli Stati si sono quadruplicati passando dai cinquantatré del mille novecento agli oltre duecento attuali di cui centonovantatré ammessi all'inizio non mite
Eppure se pigramente continuiamo a citarli come Stati nazionali in molti casi sono in Titan patrimoniali riconosciuto o meno gestite da una famiglia Arabia Saudita
Da organizzazioni criminali Transnistria perfino terroristiche lo Stato il suo amico ciò che ne resta
Certo gli Stati più potenti o meno importanti sono ancora gli ordinatori di ultima istanza nelle competizioni di potere per la disperazione di chi li voleva incompatibili con il mondo globale
Ma contano meno di quel che vorrebbero sembrare ad affiancare talvolta scavalcati nelle mischie ci o politica in corso dico una trentina classificabile come guerra notevole intensità
Emergono nuovi aspiranti protagonisti spiccano le aziende multinazionali se ne possono contare almeno quarantatré mila di cui centoquarantasette particolarmente potenti
Le grandi banche quasi tutto accidentali e gli altri gestori finanziari che ingaggiano una partita strategica dei trasferimenti di liquidità i signori dei dati Google Facebook ammazzo in competizione per il controllo degli algoritmi ovvero per la programmazione degli automatismi
La rissa continua con le organizzazioni non governative talvolta create dai Governi di riferimento
Le mafie etnico transnazionali di dimensione capacità spesso superiori ai Paesi di origine le chiese e le sette para religiose che offrono merci ricercata ovvero il senso per la vita
Tanta complessità risulta irriducibile ordine globale
Dunque l'imprevedibilità prevale sul calcolo del probabile tuttavia l'ingovernabilità non è destino il mondo è fuori sesto certo ma non per la prima volta nella storia
Rovesciando la prospettiva il massimo risorgere squaderna le più ampie possibilità di cambiamento nella redistribuzione planetaria della potenza
Anziché terminale la sola ripresa galoppare con essa la competizione tra chi considera di poter orientare verso i propri interessi o solo si rifiuta di subire
Ci sono due modi oggi riguarda l'America di Trump prosegue l'editoriale di GMES concentrarsi sul tram o sull'America il primo e il dito la seconda enorme
Il presente non conta tanto per quel che dice o per come si contraddice ma per quel che rappresenta nella società nazionale e che nella sorpresa quasi generale lo ha proiettato la Casa Bianca pur se con una minoranza dei voti
In ossequio al titolo di questo volume il nostro primario interessa è capire se questa America voglia possa comandare il mondo o meno
Gli americani che hanno votato Tramper rispondono di no per loro globalizzazione significa trasferimento di lavoro e ricchezza all'estero con premiato dalla penetrazione di stranieri non assimilabile alla comunità nazionale
Il cuore dell'elettorato tram piano è infatti composto di Bianchi non giovanissime troppo colti espressioni decente medio bassi
Il loro bersaglio favorito sono le vite tecnocrati che specie finanziarie qui si attribuisce la mala gestione dell'economia americana frutto dell'arroganze dell'egoismo di chi gode di privilegi non meritati
E della classe politica ampiamente descritta sotto la categoria Washington che pretende di incarnare di interesse generale mente protegge il proprio
Taranto e non ha i mezzi per compiere la sua evoluzione a ottocento rata sull'idea per cui l'America vittima dell'idiozia dei precedenti leader necessiti di un grande condottiero
Siamo ancora primi round ci vorrà del tempo per stabilire dove si fermerà l'ago della bilancia nel braccio di ferro tra Cacco fonica amministrazione Temps e strutture profonde del potere vocate a proteggere impero
Se guardiamo a rango mondiale dell'America in prospettiva storica dobbiamo però constatarne l'infradito mento
Posto che l'imperialismo americano è sempre stato Progetto di élite nella fase in cui queste levità sono sotto schiaffo e il popolo rivendica il suo primato sugli aspetti l'estromissione geopolitica perde molto del suo fascino l'intero non è un affare
La globalizzazione come missione universale degli Stati Uniti non scalda il cuore dell'opinione pubblica americana
L'interdipendenza economica non genera di per sé proiezione geopolitica nemici sono più nemici assoluti d'Italia paragonabile alla Germania nazista al Giappone imperialista o l'Unione Sovietica su quale imbastire una narrazione
Che convinca la nazione americana della necessità di una postura estroverso attività
Il fenomeno tra predicatore prima che soggetto del ripiegamento del Paese su se stesso
La geopolitica non ama il vuoto dove si produce di norma accorre qualcuno che ambisce a colmarlo
Negli ultimi dieci anni da quando Giorgio baby Bush fu costretto dal disastro perché non dismettere le utopie neocon
Passando attraverso lo Damiano liti info ambiente eleganti ammissione di sovraesposizione geostrategico fino al culminare del soli psichismo di Trump
L'America ha denunciato la sindrome da affaticamento imperiale riflessa anche dall'andamento dell'economia mondiale che denuncia sintomi di globalizzazione
Mancano però competitori all'altezza pronti accogliere la sfida allo stesso tempo attori anche minori della scena strategica non intendono vestirsi da Ancelle della superpotenza mentre profittano delle sue risorse
Le opinioni pubbliche di soggetti rilevanti quali Russia Germania Turchia appaiono sempre meno affascinante da sottovalutare a stelle e strisce
Sì che i buchi neri scavati dalla basso nulla pressione istituzionale in varie zone del pianeta versano in colmati
La tendenza disordine si accentua così restringendo le scelte da superpotenza consapevole di non poter governare ogni spicchio di questo mondo ma insieme di non poter essere impunemente ritrarre
Ho agito cerca quindi disperatamente parte capaci e non troppo esosi disposti ad accettare la supremazia americana per contribuire alla manutenzione del disordine internazionale
Purché non superi la soglia di sicurezza condivisione del fardello e non del potere è possibile
Ironia vuole T quattro poli teoricamente capaci di affrancare gli Stati Uniti in tanta generosa impresa siano suoi potenziali o effettivi competitori
In ordine di importanza Cina Russia Germania Giappone quei forse un giorno lontano potrebbe sommarsi l'India tutti compresi nelle un'ansia con l'arcipelago nipponico quale peculiare appendice oceanica
Per capire quanto i quattro grandi possono e vogliono contribuire a cogestire l'assetto geopolitico a prevalenza americana come a partire dalla constatazione che sulle modalità nazionalistica aperta operata e che tutti
Stanno lì Armando vale anche per il potenziale quinto l'India i modi
Insomma se nessuno dei quattro grandi ha disposto a farsi a scalo dell'impero non per questo sa sovvertire lo per tre ragioni primo la superiorità militare degli Stati Uniti la quasi certezza che
Un confronto armato con la superpotenza degli ne deriverebbe nella terza guerra mondiale definitiva per tutti
Secondo Cina Giappone e Germania la Russia segua molta distanza vantano nell'ordine i primi tre surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti
Biglietto d'ingresso per il mercato americano terzo e più sottile i competitori dell'America incrinano considerarne il declino come lento ma inarrestabile sicché conviene accompagnano con dolcezza in vista della cognato mondo multipolare
Ultima più Delladio politicamente corretto attenti a non scambiare un sogno o un incubo per il destino
Questo l'editoriale del direttore Lucio Caracciolo che apre quest'ultimo numero di Limes chi comanda il mondo anatomia dei poteri visibili ed invisibili il numero due due mila diciassette
E in concomitanza con l'uscita di quest'ultimo volume Limes ha organizzato una tre giorni di dibattito a Genova intitolata proprio chi comanda il mondo quarto festival di Limes
è iniziato ieri il trenta marzo prosegue oggi sabato quattro ma se si conclude domenica cinque marzo l'ultimo dibattito di domenica pomeriggio
Perché l'Italia conta poco con Emma Bonino Lucio Caracciolo e il voto Diamanti a chiusura di questo Limes festival a di Genova il cinque marzo
è tutto per la rassegna di geopolitica di quest'oggi un saluto un ringraziamento per l'ascolto da Lorenzo rende ci risentiamo lunedì mattina alle ore sette