06 MAR 2017
intervista

La Centrale Enel del Mercure: la parola a Ferdinando Laghi e ai cittadini di Rotonda - Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Rotonda - 09:38 Durata: 35 min 34 sec
A cura di Enrica Izzo
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La Centrale Enel del Mercure, sorta nel territorio di Laino Borgo (CS) negli anni '60, è stata dismessa nel 1997; nel 2000, però, Enel ne ha proposto la riconversione in centrale a biomasse incontrando la ferma opposizione di numerose associazioni ambientaliste e in particolare del Forum delle Associazioni e Comitati Calabresi e Lucani per la Legalità "Stefano Gioia".

Il 10 novembre 2016, a Rotonda (Potenza), presso la sede dell'Ente Parco Nazionale del Pollino, si è tenuta un'audizione dei tecnici di Enel Produzione, avente per oggetto proprio l'annosa questione della Centrale del Mercure,
ubicata nel cuore del Parco.

Per circa 4 ore, Ferdinando Laghi, vice presidente nazionale di Isde Italia e consigliere dell'Ente Parco, si è duramente confrontato con i rappresentanti del colosso energetico, ai quali ha consegnato un elenco di 99 domande.

Il medico calabrese, nelle sue puntuali contestazioni, ha tra l'altro sottolineato che, nello studio di incidenza, Enel anziché prendere in considerazione il microclima della Valle del Mercure, ha preso a modello il microclima della Valle del Sinni.

Laghi afferma che l'attuale sistema di monitoraggio delle emissioni inquinanti provenienti dalla Centrale è, per ovvie ragioni, assolutamente inattendibile.

Per il Forum "Stefano Gioia" e per l'esponente di Isde Italia la presenza dell'impianto Enel in una zona protetta è inaccettabile e rappresenta, anche in considerazione delle reali condizioni microclimatiche dell'area, un concreto pericolo per la salute degli abitanti della Valle.

"In Calabria la produzione energetica da biomasse ha una finalità unicamente speculativa - afferma Laghi - e la presenza di questo tipo di centrali sul territorio calabrese, per una potenza complessiva di oltre 145 Mwe, aumenta altresì il rischio di prelievi illegali di patrimonio boschivo, con conseguente rischio di infiltrazioni criminali, desertificazione, dissesto idrogeologico".

Il volume di biomassa stimato per il funzionamento della Centrale del Mercure è pari a 340.000 t/a di cippato proveniente da legno vergine, che vanno ad aggiungersi al milione di t/a di biomasse già bruciate dalle centrali di Rende, Strongoli, Crotone e Cutro.

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