Conversazione con Vittorino Andreoli in occasione del suo nuovo libro "La Gioia di pensare. Elogio di un'arte dimenticata" (Ed. Rizzoli)

Radio Radicale bentornati sempre qui da tempo di libri fiera dell'editoria italiana il nostro spazio di approfondimenti di interviste abbiamo la gioia di a vere insieme a noi Vittorino Andreoli Ban trovato vi ringrazio
Una lunga storia come ricordava prima anche di collaborazione con il mondo radicale con Marco Pannella e ed oggi qui per presentare per discutere insieme a noi del suo ultimo libro la gioia di pensare elogio di un'arte dimenticata edito da Rizzoli
La gioia di pensare e questo è diciamo già un titolo fortemente evocativo perché siamo in un'epoca come viene ripercorsa interno di questo libro in cui
Facciamo ma non pensiamo con tutto quanto quello che ne consegue
è proprio così vede io mi occupo lei sa sono uno psichiatra e mi occupo di casi estremi quelli che si chiamano gli uomini tra virgolette a molti
Ebbene molte volte mi accorgo soprattutto negli adolescenti che compiono delle azioni inaccettabili anche
E
Quando
Si chiede loro ma come mai
Vi è una risposta
Non avevo pensato non immaginavo e quindi siamo di fronte proprio a un radicalismo empirico cioè inutile pensare bisogna fare e poi valutiamo
Questo deriva anche dagli imperativi e del mondo digitale lei sa insomma non c'è tempo clicca lì la cosa non ti piace cliccare larga un'altra la trovi casualmente
E quindi veramente stiamo lì perdendo
La Facoltà di pensare
E io voglio far scoprire la gioia di pensare perché deve essere chiaro che io non sto scrivendo per l'intellettuali io non voglio essere in intellettuale io sono
Una persona comune anzi mi sono antipatici lei ne vedrà tanti qui oggi insomma
Però
Quello che voglio dire
La bellezza del pensare e la gioia
La gioia il trovarsi
Di fronte alla meraviglia di quello che dalla testa si riesce a tirare fuori e in un momento in cui tutto va sulla rete digitale
Sul cervello digita sul intelligenza artificiale io dico ma ricordatevi che qui dentro
C'è una struttura straordinaria che permette di aver fantasia che permette proprio di tirare fuori un pensiero che ti meraviglia
Ecco la gioia ed è qui quindi non dico studio nord no provate a pensare perché scoprite che dentro di voi
C'è la capacità
Della gioia che non è la felicità esatto che è quello è un altro è un'altra cosa è un tema allora mi dica lei cedevoli sfondata risolto dopo dopo ci arriviamo dopo alla pletoricità perché la gioia di pensare e anche la gioia di a
Vere come racconta di interno del libro un'agenda sul quale è scrivere i propri impegni un foglio bianco uno da poter scarabocchi are una
Piattaforma libera per i pensieri è proprio così senza
Ma
Io sono vecchio lei dica che non si vede mai così non si vede va bene ma
Quando è sparita l'agenda
L'agenda per cui è stato un piccolo trauma benché alla fine dell'anno da aspetti che qualcuno ti mando in agenda e poi tuteli riordinarle o per il prossimo anno
E
All'agenda era proprio una Space segnava il tempo
E il tempo programmato per cui è vero tu sei al due gennaio ma c'è anche l'agosto novembre e quindi era il segno del tempo che passa
Il telefonino nel mondo digitale è oltre il tempo per cui tutto è presente
E ed è sparito non lo non ricevevo più non lo trovavo più allora dico vai benissimo è probabile che gli appuntamenti il telefono te li ricordo addirittura
Ma io ho sentito proprio il piacere di direbbe vediamo se posso usare questo su questo storici questo quaderno che diventa poco poco libero
Non scrivendo più gli appuntamenti ma
Segnando un pensiero al giorno e anche qui non è e non ho la sensazione di dire faccio una scoperta sa questa roba da intellettuali di cui abbiamo già chiarito la posizione
No un pensiero un pensiero che vuol dire legato alla vita del quotidiano legato a qualcosa che riguarda un gruppo
Ecco e allora ho detto ma questo per me l'agenda che rivive e rivive proprio attraverso
La la pagina bianca
Che diventa e che raccoglie un pensiero
è un pensiero
Ripeto è qualcosa che viene fuori dalla tua testa ma che può interessare altre il teste allora ecco che
Diventa un pensiero comune e questo se mi dà gioia la gioia è è bello passarla gli altri
C'è un'affermazione su cui non sono d'accordo nel suo libro nella parte relativa e per i digitali che dice io nel silenzio dico di passato
Secondo me non è molto vero che che la vive di passato perché fondamentalmente diciamo vivere un presente costante non significa non vivere una devo una dimensione temporale e continua e ampia diciamo molto evidente significa vivere un ciclo più naturale possibile però vi faccio notare ci vede
Quando uno arriva alla mia età
è più quello che ha vissuto rispetto a quello che è ancora da vivere si ricorda si ricorda quella bella espressione di Neruda un libro che si chiamava
Io ho vissuto anch'essa da questo confesso che ho vissuto l'espressione molto belle perché noi crediamo di conoscere tutto quello che è passato non è vero
Perché se andiamo arzillo ripercorriamo scopriamo alcuni aspetti che c'erano sfuggiti codice questo è una funzione del cervello per esempio io qui sto parlando con lei
Bene io però altre immagini che mi vengono dentro di cui noi non so a cui non sono attento però lasciano un segno allora mi creda che il passato
è una riscoperta anche non è una nostalgica un dei Giovi
No l'ostaggi Coco e guarda dietro e non guarda davanti non è vero però sono d'accordo con lei che il tempo da vivere quello presente
Però
Già Sant'Agostino diceva questo ecco dice come
Il tempo è un po'misterioso perché quello passato non c'è più
E se lo ricordo diventa presente ma quello presente scatta subito diventa passato e quindi sono tra passato e futuro il presente un poco da finzione
Però ripeto io non credo che
La memoria sia uno strumento straordinario per pensare perché pensare non è
Essere colpiti come dagli apparecchi elettronici solo da quello che c'è ma è anche da quello che c'è stata perché devi del per me
Ciascun uomo è una storia una piccola storia è una storia senza passato nulla fa
Stavamo iniziando a parlare della felicità però il vorrei fare un passo indietro sull'infelicità perché
Forse una delega o se
Più grandi dell'infelicità
è proprio l'arte del non pensare mi mi spiego
Il non pensare non pianificare il non avere una dimensione una coscienza
Ci porta alla ciclicità degli eventi nella nostra vita la ciclicità ci porta inevitabilmente al male al dolore
Alla ripetitività di momenti
Ecco e forse proprio in questa dimensione in cui l'uomo digitale se così lo vogliamo chiamare sia un po'infilato perché molto probabilmente ripete e sempre gli stessi errori
Vede c'è un'arte lamentato arriva molto più viva lo leggiamo su tanti profili e socio alla sostanza editoriali articoli cioè l'arte della mi entro del complotto del o di una vita ce l'ha con me quando forse probabilmente tutto questo vero l'aspetto più o meno interessato particolarmente
è la differenza tra felicità e gioia la felicità o la infelicità è qualche cosa di individuale
Riguarda il soggetto se lei mi dà una buona notizia che mi riguarda io rispondo in maniera o una gratificazione però finito il messaggio torna come prima
La felicità è appunto una sensazione
Piacevole piacevole di fronte a uno stimolo positivo
La gioia
Non
Non è
Non riguarda Livio ma riguarda i nomi cioè la gioia è qualcosa che si partecipa
Allora
Io credo
Che
La felicità cui tutti guardiamo
è qualche cosa di individuale e stranamente è qualche cosa che va contro la gioia perché finisce per non essere aggregante
Come si fa a essere felice se hai un nipote che sta male
Allora io credo che noi dovremmo guardare molto di più a questa coralità
Ecco perché io sono per la gioia cioè
Io sono lei mi racconta che qualcosa
Che qualcosa alle Bahamas meravigliosamente io sono contento perché
Lei gli manda su di me
Questo suo senso di
Positivo insomma e quindi io vedo proprio la gioia come qualcosa che si diffonde
E allora non è più mia e della coppia e della famiglia e dell'organizzazione e della comunità
è mentre mentre guardando solo alla felicità uno guarda l'individualismo e non se ne può più di individualismo in questo Paese
Quindi
Io sono molto colpito da questa dimensione
Della gioia poi la gioia non è sempre tutto positivo
Racconto qui lei lo sa
Linea nonna Virginia viveva con noi a casa un giorno
Arriva a mio padre ma non stupende ed era un po'appartata in casa in un angolo della
Della della cucina
Mio padre rientra in casa va salutarla insieme vede che piange dice un'altra cosa è successo a dice non preoccuparti piango Di Gioia
Ebbene
Perché la felicità significa sempre lacrime per compiere
Ma la vita non è fatta la vita e Santanché di momenti di dolore di quel dolore che molto umano la gioia mi sembra molto umana la felicità individuale io sono
Un'infelice gioioso
C'è un altro concetto molto importante che si snoda all'interno del libro che è la bellezza
La bellezza
Diciamo forse la colonna sonora della gioia possiamo
Possiamo definirla così
Così così ma
Ma poi se lei lei ricorda Dostoevskij fa dire andati no fa dire a
Kandinsky
Dice il massimo la bellezza salverà il mondo perché la bellezza è qualche cosa è qualche cosa di di generale ecco perché dice è un concetto perché riguarda tutti
Mentre se dice io sono senza una lira riguarda lei
Mentre
No
Mentre la bellezza da bellezze è qualche cosa che appartiene a noi soprattutto se la vediamo come gli piace non come i modelli no per cui se non rientri in quel modello sei da buttare
Ma dice ma come mi piace
Ellittica sul
è stupendo quindi lanciando l'idea del del non aderire I cannoni libera
In parte sia Gioia che recitava possiamo dirlo Regioni le Regioni
Guardi
Se lei vive la gioia che vuol dire cercare l'insieme vi garantisco che scopre
Che la vero star bene individuale
E proprio essere parte di un gruppo gioioso
Ecco siamo anche in odore di storie di memoria il venticinque aprile c'è una pagina
Quasi a metà del libero che si tira avevo cinque anni ricordo del suo venticinque aprile che per me è molto bello e molto bello perché
Di fronte alla grande narrazione complessiva degli eventi della storia che procedeva e andava nel soccorso lei racconta di suo padre che si carico
Ne ha
Un sacco di Farina e e di e di zucchero e e e poi senza inserirlo no a casa dice in quel momento
Mio padre era allegro e di casa anche qui la funzione
Di quella
Piccola Gioia se vogliamo no in un contesto così
Center allora c'era il mercato nero
I diritti mangiavano sia la farina
E con la farina si faceva le tagliatelle tutto
Sia sia lo zucchero eccetera i poveri non c'era e non ne aveva
Mio padre era antifascista
Si nasconde sì ma non l'aveva lavoro perché era stato impedito era nelle Ferrovie non poté della questione del giuramento che si dovesse fare
Allora che vivevamo quindi sfollati in mezzo alle bombe con tutto il disabile
Ecco e quel giorno
Cambiava la vita perché questi magazzini che contenevano tutte le cose diciamo per quelli che stavano bene eccetera ecco sono stati aperti
E si entrava lì
E quindi
è un ecco un ricordo chissà di vita ricordo che ha un senso oggi vi sia ecco che cos'era la libertà la libertà erano una vera e quelli
Iscritti esclusivamente potevano godere dei pochi beni che c'erano alcuni troppo magazzino pieno
E noi non avevamo niente il piccolo gesto eroico
Zani operare poi per me nel mio piccolo errore
Innanzitutto mi ha insegnato che
Bisogna
Bisogna le idee difenderle e lui per difenderle
Fini poi
Salsina scuse in un monastero
Vicino a Verona insomma ci sono tutta una lunga storia
Ma ecco la storia noi la dobbiamo vedere
Però la piccola storia
Lei sa che blocca
Un grande storico aveva distinto l'histoire battaglia
La storia delle battaglie delle guerre e questo è quello che si legge tutto falso
Invece la storia la storia del quotidiano di è vera perché alcuni mangiavano altri no
Ecco e quindi è una storia allora vede che i pensieri cosa sono i pensieri lei ne ha citati alcuni
Anche a soffermarsi e anche indignarsi e anche godere della storia
Insomma non è quello che deve sapere
Specialista in Filosofia in matematica
Ripeto ma
è che io dico i pensieri della gente comune di tutti noi
Perché scopre la memoria scopre delle idee che sembrano nuove si meraviglia di aver detto quelle cose
E allora questa è una gioia cioè produce piaggeria cominciamo a pensare per piacere
E allora poi vedrà che diventa un'abitudine anche non agire in maniera quasi funzionale
Perché le più
Le pulsioni ci dominano e finiamo per fare cose assurdo
Bene allora io ringrazio Vittorino Andreoli per questa bella conversazione che mi ha reso gioiosa ricordiamo la gioia di pensare elogio giro un'arte dimenticata edito da Rizzoni grazie ancora traiamo per essere stato qui da noi su Radio Radicale
Grazie perché ci avete ascoltato fino a questo momento continuano i nostri appuntamenti qua
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