Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da radio radicale Bongiorno da Roberto Spagnoli bentrovati all'ascolto del supplemento del giovedì di passaggio a sud est la rubrica di radio radicale sulla realtà politica dell'Europa sudorientale
Ultimo supplemento del due mila diciassette ma anche ultimo appuntamento con un passaggio Sud-Est per quest'anno perché domenica prossima domenica trentun dicembre non andremo in onda non ci saremmo nemmeno nei giorni successivi e torneremo regolarmente interesse invece a partire da domenica quattordici gennaio in quest'ultima questo tuo appuntamento dunque
Dell'anno che sta per chiudersi vogliamo proporvi una rassegna di alcuni articoli che abbiamo trovato in questi giorni in queste ultime settimane su internet a proposito del futuro dell'unione europea e dell'integrazione europea dei e Balcani
E vogliamo cominciare con un articolo apparso all'inizio di dicembre il quattro dicembre in contemporanea
Su internazionale e su Vox Europe appunto è uno bozze uno punto due a un sito che raccoglie articoli che vengono pubblicati nel sulla stampa europea con una particolare attenzione alla prospettiva dell'integrazione continentale
E questo articolo di Andrea Pipino propone una punto di vista propone una un'ottica
Magari inconsueta magari anche provocatorio sicuramente discutibile ma stimolante per immaginare appunto un possibile futuro dell'Europa
Un futuro che non sia nella proliferazione degli stati nazionali ma piuttosto nei raggruppamenti sopranazionali multietnici che hanno caratterizzato la seconda metà dell'Ottocento ma con in più la democrazia
Ha senso nel ventunesimo secolo avere nostalgica di un intero anche se costituzionale come quello austro-ungarico
è possibile rimpiangere il crollo di uno Stato multietnico la Jugoslavia che di certo non fu democratico e più in generale è pensabile dare una valutazione positiva di organismi statuali
Che per decenni abbiamo considerato come prigioni dei popoli in cui le specificità i diritti nazionali erano calpestati con queste tre domande provocato inizia la poi quella che l'aveva proprio provocazione intellettuale di Andrea Pipino
Che poi prosegue domande come queste fino a qualche anno fa sarebbero state quanto meno oziose se non esplicitamente provocatorie ma alcuni spunti della cronaca internazionale
Per esempio la manifestazione per l'indipendenza polacca trasformate in una marcia di fascisti e razzisti
E o la condanna del capo militare serbo bosniaco Ratko Mladić al tribunale dell'Aja e soprattutto la tendenza allarmante a considerare l'identità non linguistico religiosa come la base della convivenza all'interno degli Stati
Le hanno rese improvvisamente attuali e meritevoli di una riflessione la Yugo Nostalgia e e le fantasie chi c'è sulla bellezza della principessa Sissi qui non c'entrano
Mette subito avanti le mani Andrea Pipino si tratta invece di interrogarsi su quale sia il sistema migliore per garantire oltre allo sviluppo economico di un territorio la libertà e la tutela dei diritti delle minoranze è una società aperta e plurale
Come racconta sulla rivista austriaca transita e lo storico britannico Stephen bel dal punto di vista storiografico negli anni Ottanta se discorsi e diffusa ed è stata gradualmente accettata una lettura della storia imperiale
Inizialmente considerata revisionista secondo cui l'Austria Ungheria offerto pace prosperità tutte le nazioni dell'Europa centrale facilitando lo sviluppo politico e culturale dei piccoli gruppi nazionali
In un'epoca democratiche antimperialista sembra assurdo tessere le lodi di un impero scrive Belle arti
Ma l'Austria Ungheria almeno negli ultimi anni della sua esistenza non era in nessun modo paragonabile agli imperi coloniali che ci vengono in mente quando pensiamo alla storia dell'Ottocento
Il parallelo più appropriato invece un altro e molto più utile anche ai fini di una riflessione sull'oggi prosegue Pipino parla appunto dell'Unione Europea
Dopo il compromesso del mille ottocentosessantasette la spaccatura tra il regno di Ungheria e la ci Slate ANIA continua del l'impero austro-ungarico assunse la forma di una struttura composta da due monarchie con Stato di diritto e governo costituzionale
Entrambe parte di una vasta zona di libero scambio con una moneta comune e regole fiscali ed economiche condivise da rinegoziare una volta ogni dieci anni
Dal punto di vista sociale prosegue poiché Pipino dopo la citazione di belle nelle aree sotto il controllo di Vienna questa struttura rese possibile l'esistenza di identità ibride composite creo uno spazio pubblico in cui e qui ancora citazioni di Stevan belle la limitatezza delle categorie nazionali poteva essere superata
Il fermento culturale dell'Europa centrale d'inizio Novecento secondo Pipino è anche figlio di questa situazione
Ma i loro punti di forza prosperità diffusa creazione di un'area di libera circolazione di persone beni capacità di risolvere i problemi grazie negoziato al compromesso
E nelle loro debolezze accuse di scarsa democrazia tendenza a scaricare la responsabilità dei problemi sul centro
Vienna allora Bruxelles oggi l'Unione europea e l'Austria Ungheria sembrano avere qualche tratto in comune e non è un caso secondo Pipino
Che la riscoperta dell'eredità positiva dell'impero abbia accompagnato nei Paesi comunitari comunisti dell'Europa centrale il percorso di adesione all'Unione
Oggi tuttavia con l'avanzata del nazionalismo in questi Paesi il consenso intorno al progetto europeo vacilla
Mettendo a rischio l'esistenza stessa di un'identità sovranazionale che per quanto criticabile imperfetta è uno spazio fondamentale per tutelare diritti e libertà al di fuori dei singoli confini nazionali
Per la Jugoslavia secondo nota Pipino il discorso è necessariamente diverso tanto più che il primo Stato unitario degli slavi del sud il Regno dei serbi croati degli sloveni
Era nato proprio dalla dissoluzione dell'impero austro-ungarico grazie alle lotte di chi voleva liberarsi dal giogo asburgico
Eppure ma secondo Pipino se si ripensa alle atrocità commesse nelle guerre degli anni Novanta tornate di attualità di questi questi giorni per la condanna all'ergastolo inflitta Radice
è difficile negare che la dissoluzione della Jugoslavia multietnica e molti confessionale abbia prodotto più tragedie che benefici e che ovviamente non vuol dire che quel Paese non avesse problemi anche molto serie complicati
Ma proviamo per un attimo a immaginare cosa sarebbe successo se nel mille novecentonovantuno la comunità europea avesse offerto la Jugoslavia unitaria la prospettiva di una rapida adesione alle prime avvisaglie di tensione
Ecco de interessante questa appunto questa stia questo stimolo di questa suggestione di Pipino perché ci fu ancora prima nel novantuno chi proponeva che la Jugoslavia entrasse subito nell'allora Comunità europea tra questi c'era anche Marco Pannella
E proprio nel mille novecento novantuno
Alle nel al momento della firma del Trattato di Maastricht ci fu e fu appunto il Partito radicale che andò a Maastricht ha a tenere una manifestazione per chiedere che i gli Stati ex jugoslavi entrassero nell'Unione europea in particolare in quel momento la Bosnia la Croazia ma anche la Serbia che avevano cominciato la guerra
Ma torniamo appunto all'articolo di Andrea Pipino
Che dice appunto chiede di provare a immaginare cosa sarebbe successo se nel novantuno Jugoslavia fosse entrata nella Comunità europea non ci sarebbero state guerre nessuna carneficina il Paese sarebbe rimasto unito
Avrebbe avviato un processo di modernizzazione economica istituzionale si sarebbe fermato come protagonista di primo piano della nuova Europa in più sarebbe anche diventato una superpotenza sportiva
è solo un esercizio di storia controfattuale per di più parecchio contro corrente considerato che oggi va di moda considerare prematuri perfino gli allargamenti dell'Unione Europea esterni del due mila e quattro del due mila e sette ma qualche politologo ci si è cimentato
E anche qualche politico insomma punto torniamo a ricordare Pannella
Immaginare prosegue Pipino che gli eventi avrebbero potuto prendere una piega diversa se l'Europa avesse fatto altre scelte ci si può ci può senz'altro insegnare qualcosa sulle decisioni che dovremo prendere in futuro qualche anno fa a Zagabria un ex redattore del settimanale sera il tribune
Tra i pochi giornali giornali critici nella corazza post indipendenza mi disse che il nazionalismo croato e quello serbo erano come due ubriachi della barzelletta che si appoggiano l'uno sull'altro per non crollare a terra quel paragone regge ancora
Al di là degli atteggiamenti più o meno sciovinista e di partiti governi leader politici le brutalità dei conflitti degli anni novanta non hanno comunque cancellato i rapporti profondi economici culturali familiari tra le persone i popoli dei Balcani
Il giornalista dell'Economist Tim Giuda ha coniato il termine you costerà altri si sono limitati a parlare di inevitabili contatti economici ma è evidente che i Paesi dell'ex Jugoslavia sono ancora uniti da legami e intrecci che sono sopravvissuti ai nuovi confini tracciati vent'anni fa
La domanda che a questo punto diventa inevitabile
Se lo Stato nazione oggi abbia ancora senso
Probabilmente nei prossimi mesi non assisteremo alla moltiplicazione di microstati piccole patrie all'interno dell'Unione come qualcuno aveva paventato dopo l'inizio della crisi catalana
Tuttavia è chiaro che lo Stato nazione pur invocato da molti a destra come a sinistra è ormai svuotato di potere dalla globalizzazione
E allo stesso tempo minacciato da spinte secessioniste e regionalista
Una risposta a questa crisi potrebbe essere la nascita di un'Europa federale e delle regioni con le decisioni prese sempre più da organismi vicini ai cittadini
La strada è lunga e il progetto è tutto da costruire
Ma dei modelli utili e attuali possono essere rintracciati nelle esperienze mutilazioni a multinazionali multietniche dell'Europa del passato anche recuperando la storia controversa di paesi e Stati che non esistono più
Così dunque Andrea Pipino in questo articolo pubblicato in collaborazione tra internazionale e box Europe appunto U e appunto la Pipino conclude proprio con quella proposta che era di Marco Pannella ed è era ed è del Partito Radicale transnazionale l'Europa federale
Gli Stati Uniti d'Europa ispirati dal Manifesto di Ventotene e una Europa federale realmente democratica quante volte Pannella ha ha ricordato che
Se uno stato che avesse l'ordinamento e l'organizzazione istituzionale che all'Unione Europea che chiedesse di far parte dell'Unione europea non sarebbe accettato perché non darebbe garanzie del pro ma di però democratica dunque molto utile e molto suggestivo sicuramente discutibile ma non manca appunto di di fascino questa provocazione intellettuale provocazione fino a un certo punto di Andrea Pipino
Ma
Al di là appunto di queste suggestioni bisogna anche pensare a come rivitalizzare il processo di integrazione o di un piano per rivitalizzare l'integrazione europea ha scritto Eleonora poi su affari internazionali punto it il quattordici dicembre scorso fare tra tra il punto di te la rivista on line dell'Istituto affari internazionali e delle Napoli una ricercatrice
Presso lo IAI
Dopo anni di crisi multiple è chiaro a tutti che l'Unione europea debba puntare a rivitalizzare il proprio progetto di integrazione il problema è come farlo
In un momento storico di prevedibile imprevedibilità in cui l'unica certezza è proprio l'assenza di qualsiasi punto fermo il futuro europeo potrebbe essere fortemente compromesso da tentativi di stravolgere completamente la natura delle istituzioni comuni
Idea sostenuta da un gran numero di partiti che mascherano il proprio scetticismo nei confronti del Progetto Comune con la necessità di cambiare radicalmente l'Unione europea anche l'immobilismo è però da evitare
Per essere temuto come un altro annus horribilis due mila diciassette si è dimostrato meno catastrofico del due mila e sedici anni in cui si al referendum sulla Breaks Sitec elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sembrava s sembravano essere premonitori di scenari disastrosi per il futuro europeo al contrario scriveremo Raponi le diverse crisi hanno caratterizzato lunghi che hanno caratterizzato l'Unione europea
Quelle economiche in primis quella della sicurezza e quella migratoria oltre lo spauracchio delle elezioni in Francia e in Olanda
E parzialmente in Germania hanno spinto i governi europei a un maggiore dialogo e alla premesso e la promessa di cooperazione rafforzata in diverse aree politiche
In Francia e Germania il presidente Manuel ma cromo
E più recentemente anche Martin Schulz si sono fatti campioni di un nuovo europeismo e dipinge l'Unione europea non come una minaccia le identità nazionali e alle sicurezze locali ma come una fonte di protezione e garanzia di salvaguardia sociale
Per questo motivo con l'economia in crescita e una riduzione del numero di migranti questa debole ma comunque attuale congiunzione positiva non deve essere usata per promuovere l'inazione
Ma al contrario deve essere vista come circostanza favorevole ad infondere nuova energia al futuro dell'Unione Europea sancendo così un nuovo patto europeo
A questo punto Eleonora fuori città il rapporto sul nuovo patto per l'Europa un insieme di raccomandazioni politiche sviluppate da cittadini europei provenienti da diversi ambiti nel corso degli ultimi due anni
In un momento in cui i singoli individui chiedono sia più solidarietà che sicurezza l'unione europea deve essere in grado di coniugare questo binomio
Questo punto secondo il nuovo patto per la per l'Europa
Che appunto invita a trovare compromessi tra le diverse posizioni nazionali e promuovendo anche forme di integrazione differenziata e laddove possibile ad esempio per quanto riguarda la sfera economica
La combinazione tra solidarietà e sicurezza comporterebbe l'introduzione di regole che prevedono maggiori garanzie per ristrutturare il debito
Riducono le incertezze e rinforzi non gli obblighi del fiscal compact del Patto di stabilità e di crescita allo stesso tempo
Sono necessarie forme di solidarietà tramite schemi di welfare europei o l'esclusione di alcuni tipi di investimenti pubblici dal calcolo del deficit di un Paese membro o ancora il completamento d'unione bancaria con l'introduzione di uno schema per l'assicurazione di deposito
Anche la migrazione va affrontata in questo modo
Scrive Eleonora poi c'è bisogno di dare garanzie di sicurezza e cittadini europei ma allo stesso tempo non bisogna voltare le spalle al Mediterraneo ricadendo nella costruzione di un'Europa fortezza
Da un lato i sistemi di rimpatrio devono essere più veloci dall'altro gli schemi dire insediamento e ricollocamento per i richiedenti asilo devono diventare permanenti allo stesso modo investimenti diretti in Africa e la creazione di vie legali per raggiungere l'Europa potrebbero favorire la crescita economica e il benessere sociale in entrambi i continenti
Soprattutto in Europa dove il tasso di invecchiamento della popolazione richiederà brevi più manodopera proveniente da altri Paesi per mantenere il trend economici positivi
Con più della metà degli italiani convinti che i dati sulla migrazione forniti dal governo italiano e delle istituzioni europee siano falsi e quindi importante promuovere anche un diverso tipo di retorica sulla questione che di accredito agli sforzi europei e poi c'è anche la questione della settore della difesa dove i cittadini
Stanno incoraggiando l'integrazione e proprio al fine di rilanciare la fiducia nell'Unione Europea l'ambito della sicurezza secondo Eleonora fuori potrebbe essere fondamentale
Da essere argomento divisivo la difesa e sicurezza stanno invece divenendo tema centrale ben condiviso dalla maggioranza dei cittadini europei
Che vedono positivamente sia forme di cooperazione permanente strutturale come la esco sia processi di integrazione sempre più stringente nel capo della cyber security o della lotta al terrorismo
Al di là dei diversi ambiti è necessario per gli stati membri europei cooperare se non si vuole arrivare al collasso del sistema
Se il due mila diciassette non è stato un anno di fuoco per il processo europeo non è stato nemmeno facile in affetti nonostante i risultati elettorali nella maggioranza dei Paesi membri non siano preoccupanti
è da rilevare l'aumento di partiti populisti di natura autoritaria e nazionalista che identificano nell'Unione europea in qualsiasi altra forma di cosmopolitismo il ma cosmopolitismo il male assoluto
L'unica via per l'Unione Europea conclude Eleonora poi rimane quindi quella di rivitalizzare il progetto di integrazione non alimentando false speranze dei cittadini promettendo forse meno ma cercando di conseguire risultati che rispecchino l'interesse dei cittadini
Ciò che ormai dovrebbe essere chiaro è che nell'era della posto a verità e delle fedi chiusa non si può battere il populismo con vacue parole ma semplicemente e solo con i fatti
Così Eleonora foglio di ricercatrice presso l'Istituto Affari internazionali in un pezzo pubblicato il quattordici dicembre su affari internazionali punto it perché la rivista on line dello gli ai e della della futuro dell'Unione europea con un impulso alla politica di allargamento verso i Balcani occidentali ha parlato si è occupato anche il Parlamento europeo
Che nella sua relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune
Ha ribadito la necessità che l'Unione Europea si concentri nuovamente strategicamente sui Balcani occidentali
Ne ha scritto una una relazione una sintesi di questa relazione
è stata pubblicata dal quotidiano serbo blitz dell'undici dicembre nove ne prendiamo la traduzione in italiano di Monica Ranieri pubblicata su serve al monitor punto comma
Secondo la relazione secondo la relazione
Scriveva appunto Blix
L'Unione Europea dovrebbe continuare a realizzare le proprie ambizioni nella regione dei Balcani occidentali dando così un nuovo impulso alla politica di allargamento il rapporto è stato redatto dal presidente della Commissione per la politica estera del Parlamento europeo David McAllister
Ed è stato ufficialmente adottato dal Parlamento il tredici dicembre
Nel rapporto McCallister sottolinea che la sicurezza di tutti i cittadini dell'Unione Europea integrità territoriale dell'Unione e la stabilità della regione in particolare dei Balcani occidentali
Rappresentano i presupposti fondamentali per la stabilità dell'Unione europea e documento ribadisce l'importanza strategica dei Balcani occidentali per la sicurezza e la stabilità dell'Unione Europea
E la necessità di concentrarsi e rafforzare l'impegno politico dell'Unione nei confronti della Regione
Anche rafforzando il mandato delle nostre missioni di sicurezza comune e di politica di difesa e aggiunge che per superare la vulnerabilità dell'Unione Europea sono necessari maggiore integrazione e coordinamento
Inoltre come riporta sempre Blix McCallister invita il Parlamento europeo ad investire maggiormente nel miglioramento del contesto sociale economico e politico della Regione
E aggiunge che il riconciliazione regionale il processo di integrazione europea rappresentano il modo migliore per respingere le influenze
Di l'influenza dei rischi
Influenze esterne i rischi anche del del terrorismo del fondamentalismo salafita e wahabita del crimine organizzato e degli alterchi tra i Paesi e altre minacce di varia natura
Il documento saluta inoltre gli sviluppi riguardanti il processo di Berlino al vertice di Trieste che hanno entrambi contribuito a far sì che i Balcani e i Paesi dei Balcani occidentali compisse un passo avanti verso l'adesione all'Unione europea
Nel Callista che invita la Commissione europea a considerare l'assegnazione di maggiori fondi allo strumento di assistenza pre-adesione individuandolo come uno degli strumenti più importanti per sostenere le riforme dei paesi balcanici
Questo dunque la sintesi della relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune
Discussa al Parlamento europeo la sintesi pubblicata dal quotidiano serbo Blix e riprese tradotta in italiano dalla sito Serbia monitor Ram
E chiudiamo da ultimo con una interessante molto interessante intervista sul rilancio dell'integrazione europea dei Balcani sui rapporti ma anche sui rapporti con la Turchia piena regressione
Autogol autocratica
E sulla prospettiva di un Europa a più velocità nell'ottica punto poi della dell'allargamento di tutto questo
Ha parlato con la direttrice dell'Istituto affari internazionali lo IAI nata lì Tocci intervistata per osservatorio balcanica o questo da Andrej che età Florica
L'articolo è stato pubblicato il tredici dicembre scorso e il giornalista chiede a territorio Cissé il prossimo anno sarà un anno decisivo per i Balcani
Anche perché entro febbraio dovremmo avere una nuova strategia dell'Unione verso i Balcani e risponde la direttrice dello IAI
è difficile dare qualche indicazione precisa perché tutto è ancora in via di sviluppo come è stato preannunciato fin dall'inizio dal presidente della Commissione Junker non ci saranno nuovi allargamenti prima della conclusione dell'attuale mandato quindi l'adesione è ancora un work in progress
L'adesione dei Balcani
Detto ciò per l'Alto rappresentante Mogherini e per la politica estera e in generale tutta la commissione gli Stati membri è fondamentale secondo Natali Tocci immaginare che i Balcani occidentali entrino nell'Unione Europea
Alcune cose si possono comunque dire sulla nuova strategia innanzitutto che vi è l'obiettivo di rendere irreversibile se si può parlare di ricchi di irreversibilità in politica il processo di adesione
Irreversibilità poi però no aggiunge giustamente ritorce può voler dire tante cose
Sicuramente cercare di aprire un numero tale di capitoli da far sì che la stragrande maggioranza del lavoro si è fatto il secondo obiettivo è in parte collegato al primo cioè al fatto che non ci saranno adesioni prossimi tre o quattro anni l'obiettivo è dunque quello di rafforzare la cooptazione pratica concreta dei paesi dei Balcani occidentali in modo tale da mantenerne viva nella Fiamma della divisione
E poi la Triton ci ricorda gli eventi dell'anno scorso in Macedonia i fatti di Kumanovo
Quella quelle in conflitto armato tra un gruppo di guerriglieri nazionaliste albanesi e le forze di sicurezza macedoni abbiamo parlato anche approfonditamente da passaggio sud-est
Fatti che secondo la direttrice dello IAI e sono stati un campanello d'allarme per l'Unione mentre per tanti anni abbiamo dato per scontato
Che pur lentamente con tanti ostacoli lungo il percorso ma comunque con una chiara direzione di marcia i Balcani occidentali si stessero dirigendo verso un'europeizzazione
Una democratizzazione una modernizzazione dall'anno scorso ci siamo resi conto che gli eventi potrebbero anche prendere una direzione molto diversa
Quindi si cercherà di rafforzare la cooperazione pratica e concreta con questi Paesi su tutta una serie di questioni che possono riguardare l'economia immigrazioni o anche l'energia altro elemento potrebbe essere quello di cercare di accelerare ulteriormente
Il processo di riconciliazione Serbia Kosovo e anche senza dover per forza arrivare necessariamente d'un punto definitivo cercare di fare dei passi evidenti in avanti
Poi come altro immenso sottolineerei dice Nathalie Tocci il tema della comunicazione strategica e quindi anche l'importanza che qui la torna la questione delle feriti negli USA c'è poi la questione della presenza della Russia e della Cina nei Balcani la presenza cinese secondo un attrito c'è senza dubbio un punto di incontro l'Unione europea vede di buon occhio il fatto che ci siano interessi cinesi nella regione
Quello che è importante per l'Unione europea e che la Cina non utilizzi il suo intervento nella regione per esercitare il divide et impera
Sì all'interno della Regione stessa sia rispetto all'Unione Europea
Per fare un'analogia che non riguarda i Balcani ma che riguarda l'Unione Europea di per sé un approccio poco costruttivo è quello che ha portato al modello del sedici più uno
In cui la Cina sceglie a proprio piacimento un numero di paesi per portare avanti un certo tipo di cooperazione nei suoi interessi economici
Quando si parla di Russia invece il discorso è molto diverso è evidente che i Balcani occidentali siano un terreno di rivalità tra la Russia e l'Unione europea
Ed è altrettanto evidente che la Russia non sostengo l'europeizzazione della regione dunque molto più difficile immaginare reali punti di incontro tra la Russia e l'Unione europea
Poi c'è la questione migranti anche la questione sicurezza
Fino a che punto chiede il l'autore del dell'intervista questo può incidere negativamente sulla volontà di adesione dei Balcani occidentali
L'impatto negativo sul potere trasformati Ivo dell'Unione europea secondo la direttrice dello IAI sarebbe dovuto essere molto più grande di quello che realmente è stato male entità dell'impatto negativo dipende dalla propria base di principi e di valori
Poi c'è la strategia globale dell'Unione Europea che ha da poco compiuto un anno immessa
Ricorda André che tra Florica
Si parla molto spesso di resilienza e di sicurezza dunque domanda coma cosa è stato fatto e cosa si intende ancora fare nella promozione della resilienza nell'area balcanica e nella cooperazione in materia di sicurezza
La resilienza risponde nata di Tocci la definirei come la condizione di uno Stato e di una società di trasformarsi in modo tale da rispondere o reagire ad attacchi crisi sciocca uso volutamente il termine trasformarsi perché il punto di fondo che è importante capire che è l'esatto opposto di un approccio securitaria di stabilizzazione
Il tema non è promuovere una stabilità fittizia non sostenibile
Perché qualcosa di sostenibile qualcosa che cambia quello che si dice di una strategia globale
E che anche noi europei dobbiamo levarci le nostre lenti euro centri che e dobbiamo renderci conto che ci possono essere vari modelli l'importante è che questi modelli rispettino alcune condizioni alcuni principi
E chiaro che esiste una dimensione di sicurezza però altrettanto importanti sono la dimensione socio economica quella socio politica quella di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico
La dimensione nel genetica quella sociale e via dicendo
A questo punto la domanda è
La strategia me come si applica la strategia globale nella regione
Secondo la direttrice dello IAI accelerando il processo di adesione contemporaneamente mettendo in piedi tutta una serie di forme di cooperazione che aumenti ma era forse un appunto la resilienza sociale climatica energetica politica ed economica dei Paesi della regione
E qui de se arriva un punto poi cruciali quindi domanda André che tra Florica si può ancora parlare di europeizzazione come avveniva nella precedente strategia
In questa regione si può parlare di europeizzazione risponde la direttrice dello IAI Natali Tocci quando si parla di altre regioni ci siamo resi conto che non tutti vogliono diventare come l'Unione europea e che non tutti vogliono entrarvi
All'inizio degli anni due mila pensavamo di vivere in un certo mondo e ora ci siamo resi conto che in quel mondo non ci fidiamo più detto ciò non passiamo da un eccesso all'altro nel caso dei Balcani occidentali c'è una loro volontà di europeizzazione non siamo noi ad imporre qualcosa ma una domanda che viene da loro a questa domanda
Bisogna rispondere in tempi brevi e con convinzione
Senza limitare il coinvolgimento alle sole istituzioni europee e ai soliti noti tra gli stati membri che hanno interessi nei Balcani occidentali dei sì includendo politicamente tutti gli stati membri e ecco ne abbiamo letto ma una buona parte di questo articolo che poi prosegue parlando anche di turchi hanno della prospettiva di un Europa a più due velocità se può rappresentare una risposta alle divisioni e alle difficoltà attuali
è un è un articolo molto molto denso molto molto ricco questa questa intervista di andrei Chetta Florica a Natalie Tocci che come ricordava e direttrice dell'Istituto affari internazionali
Ma anche professore sono orali all'università di Tubinga e specie l'advisor dell'Alto rappresentante per la politica estera Unione Europea Federica Mogherini proprio sulla nuova strategia di politica estera dell'Unione europea è un'intervista che trovate integralmente su balcanica a questo punto org l'abbiamo Licata anche sulla pagina Facebook di passaggio a sud-est Elia appunto l'ha trovata integralmente di consigliamo di leggerla
E siamo così arrivati alla fine di questo supplemento della giovedì di passaggio sud-est di giovedì ventotto dicembre come vi dicevamo in apertura
Non solo è l'ultimo supplemento di quest'anno ma è anche l'ultimo appuntamento con passaggio Sud-Est per il due mila e diciassette
Non saremo in onda domenica trentun dicembre riprenderemo regolarmente le nostre trasmissioni a partire da domenica quattordici dicembre
Sperando appunto che il prossimo anno porti qualche dato positivo anche rispetto alle futuro dell'Unione europea e all'integrazione europea
Dei Balcani occidentali per la Turchia è un discorso molto più complesso che continueremo naturalmente a toccare nel corso dell'anno
Dunque grazie per l'ascolto grazie naturalmente di averci seguito anche per tutto quest'anno CD risentiamo il prossimo anno
Quindi buona buon anno a tutti a tutte e naturalmente un grazie per l'ascolto è una buona giornata in compagnia di radio radicale da Roberto Spagnoli