FaiNotizia - Dissesto idrogeologico. Intervista a Giorgio Zampetti

Io le partite dal chiederle innanzitutto anche come riflessione in seguito all'ultimo rapporto di Legambiente sul dissesto idiota idrogeologico dire assumere molto brevemente quali sono i fattori che rendono l'Italia particolarmente a rischio visto che appunto dal vostro rapporto emerge un quadro per certi versi preoccupante
L'Italia è un Paese che
è molto esposto al rischio idrogeologico partirà parliamo del rischio di frane e di di alluvione per le sue caratteristiche naturali per cui diciamo molte aree montuose molte regioni che hanno
Un sistema di di corsi d'acqua a regime torrentizio e quindi che si che hanno delle portate di piene improvvise in caso di
Di forti piogge abbiamo un sistema anche diciamo di di molti centri abitati che sono nelle aree montano e collinare quindi a rischio frana che ha una predisposizione naturale a rischio proprio per la sua storia
Geomorfologia geologica a questo però negli ultimi decenni si è aggiunta la gestione territoriale
Che non ha mai tenuto conto di questo fattore per cui il costruire nelle aree sbagliate l'impermeabilizzazione di aree sempre più vaste con un consumo di suolo dilagante il costringere piumini spazi tempi più recenti sono quei fattori che hanno portato la situazione di naturale predisposizione alla situazione di elevato rischio tutto il Paese tant'è che le aree levato ritiro geologi oggi coinvolgono oltre l'ottanta per cento dei comuni italiani
Assolutamente ecco lei citava appunto il il consumo di suolo di cui tra l'altro appunto c'è stato un ddl in discussione proprio nell'ultima legislatura fino fino a dicembre e poi però non è passato quanto pesa e dal dal suo punto di vista diciamo tecnicamente si tratta di un'occasione mancata in qualche modo
Assolutamente sì
Il rischio idrogeologico chi affronta con delle misure specifiche su corsi d'acqua su pertanto in frana per contro ma con alcuni interventi piani di settore
Ma si affronta soprattutto iniziando a gestire il territorio in maniera diversa quando lei costruiamo andiamo a cementificare una nuova zona che prima era un terreno agricolo un terreno naturale
O andiamo
A costruire nuovi edifici andiamo sconvolge quello che il regime anche idraulico la capacità di assorbire le piogge
La capacità di drenare l'acqua di un territorio allora tutti questi fattori chiaramente sono poi una fonte principale
Di anche del rischio e a volte ne abbiamo assistito a zone che prima non erano esposte al rischio idrogeologico ma lo sono diventate proprio a causa dell'eccessivo di consumo di suolo quindi questo decreto
Poteva rappresentare in questo dentro una validissima
Opportunità per iniziare a
Gestire in maniera diversa il delle nostre aree partendo nel rubare ma anche soprattutto tutelando dare naturali edicole
Ecco tra le altre cose nel vostro rapporto voi diciamo tra le raccomandazioni segnalate anche qualcosa che forse non è immediatamente intuitivo di cui forse si parla meno rispetto ad altri aspetti cioè l'importanza di investire anche nella convivenza con rischio che cosa significa e perché secondo voi di Legambiente importante
In un paese al con un conoscono la discussione perché elevata del problema del rischio idrogeologico e soprattutto a fronte anche di uno scenario che cura dei cambiamenti climatici e con evidenza causa fenomeni anche a volte improvvisi di il rischio di allagamenti di esondazione di corsi d'acqua quello che noi diciamo che inattesa speriamo che parta quanto prima di un grosso piano nazionale di prevenzione di riduzione del rischio
Dobbiamo invece da subito iniziare a lavorare e mettere in salvo in sicurezza le persone
Anche perché gli ha siamo consapevoli che il rischio zero non potrà mai essere raggiunto visto visto il nostro territorio e quindi questo obbliga
Invece a
A a predisporre tutti quei piani quegli strumenti in modo che chi vive in una zona a rischio sappiamo quale la realtà del suo territorio tappa come comportarsi in caso di frana dall'unione ma soprattutto sia consapevole di quelle che sono le zone in cui non bisogna costruire un cui non bisogna andare nel caso di forti piogge insomma sono tutti quei comportamenti che permettono di mettere in sicurezza da subito tutte le persone
Questa parte per noi è fondamentale perché in un Paese come il nostro che i cittadini che le persone non conoscono l'entità del rischio non tanto a livello nazionale ma a volte addirittura sulla propria nella propria città nel proprio quartiere ci sembra veramente assurdo
Senta sempre tenendo in mente il vostro il vostro ultimo rapporto da tecnico qual è il dato che la preoccupata di più
Ma il dato che mi ha preoccupato di più è il fatto che si continua a costruire anche nelle aree a rischio nove nelle tra tutte le amministrazioni comunali a cui domanda dei questionari abbiamo chiesto anche se nelle aree esposte al rischio negli ultimi dieci anni che ha continuato a a costruire ecco abbiamo ricevuto no circa un dieci per cento delle delle amministrazioni ci hanno risposto la risposta affermativa questo vuol dire due cose uno che i vincoli
Predisposti forse non sono così Progetti non sono così noti ancora oggi c'è una scarsa attenzione verso questo problema il secondo è che ma anche assolutamente una consapevolezza di cosa vuol dire
Costruire una del rischio in termini conseguenti una vocazione sul territorio
Ecco e in questi due casi che citava lei le responsabilità di chi sono e che cosa si può fare per migliorare questa situazione
La responsabilità sono sicuramente in in capo alle diciamo alle amministrazioni dieci sul territorio c'è l'amministrazione comunale che
Recita responsabile per i piani urbanistici c'è però la Regione che mette in campo anche le
Le le misure di tutela del suolo di vincoli alle alle l'edificabilità e quindi in questo non per risolvere questo problema bisogna rimettere in piedi tutta la catena di comando cercando di coordinare le amministrazioni dove con le altre ci sono delle esperienze interessanti prevede di alcune leggi regionali penso anche la la Toscana che per esempio hanno messo il divieto assoluto di edificare anche nelle zone messe insicurezza
Che è un passaggio molto importante mi spiego meglio spesso quello che capita in Italia che magari c'è un una zona che rischia di allagamento perché si trova vicino al fiume
Si spendono soldi per costruire un argine su quel fiume ma doveva davanti alla Caf più quella zona che prima era come dire un terreno libero a quel punto visto che è stata tra virgolette messa in sicurezza viene utilizzata per nuove edificazioni no urbanizzazione a volte insediamenti di centri commerciali e in questo modo io ho speso soldi per fare l'argine ma al tempo stesso sono occupare una zona a rischio e quindi o anche incrementati riciclaggio oggi in quell'area allora queste pratiche che sono purtroppo ancora diffuso e sono quelle che bisogna fermare alcune leggi vietano
Questa cosa sono soltanto poche Regioni ad oggi bisognerebbe evitare a diffondere molto di più un regime di vincoli che sia efficace ed efficiente su tutto il territorio nazionale
Ecco citava la Toscana e quali sono gli altre regioni che a suo avviso potrebbero essere prese come esempio
Che comunque hanno fatto dei passi avanti sensibile in questo senso
Va in nel panorama nazionale purtroppo non non ne abbiamo non hanno non hanno né abbiamo cantato il pranzo
Ad altre misure c'è una interessante lavoro fatto in Trentino Alto Adige sul sul tema della manutenzione ordinaria del territorio dei boschi dei piccoli passi di montagna
Che è un'azione costante che permetterà anche risultati molto importanti in termini di prevenzione del rischio
Ci sono poi alcuni alcune alcuni comuni hanno predisposto dei piani al consumo di solo zero che hanno rispetto ad alcune localizzazioni pensiamo per esempio a dei comuni nella valle del Sangro in Abruzzo che hanno deciso poi grazie al loro partito anche un piano interessante di riqualificazione sul fiume
Sul fiume Sangro che sta portando a togliere il cemento da quel fiume aree allargare gli spazi per cui alcune buone pratiche ci sono penso all'Emilia Romagna che ha attivato e approvato delle linee guida per la riqualificazione fluviale e all'interno di quella regione ci sono alcune esperienze
Di riqualificazione di allargamento dei fiumi rinaturalizzazione del territorio per prevenire il rischio per cui alcune esperienze ci sono purtroppo sono oggi ancora a macchia di leopardo
Non è partita invece quella rivoluzione proprio nella nella
Olio di ancora un po'di tempo e senta da questo punto di vista diciamo colpisce il dato che appunto nell'ultima legislatura il governo abbia stanziato con un fondo ad hoc praticamente cento milioni per dei progetti sul sul territorio e però com'Riis come risultato dall'interrogazione parlamentare di dicembre ad alta nulla è stato ancora speso perché il novantaquattro per cento dei Progetti non sono cantierabili
Questo che cosa significa e perché succede una cosa del genere cioè ci sono i soldi per la messa in sicurezza ma non vengono spesi
Ma fino adesso il problema della qualità dei progetti è stato uno dei problemi principali anche bloccato la partenza delle azioni
Spesso noi i spesso che è valutata come dire la necessità di quanti soldi servivano per la difesa del suolo su degli elenchi di progetti che erano elenchi i vecchi spettano contanti titoli dei progetti tenta una vera e propria fattibilità e valutazione sull'efficacia dell'intervento spesso su tutto questo è nata unità di missione Italia sicura che sta facendo un lavoro di revisione dei progetti di verificare la cantierabilità
Cioè tutto il resto è chiaro che su quello diciamo bisogna
Bisogna assolutamente far fare ancora di più perché insomma il rischio che uno
Stanchi risorse poiché soprattutto nei destini ha dei progetti su cui non è ben verificare l'efficacia e la la la reale utilità in termini di riduzione del rischio in un momento in cui ha ridotto economiche non sono
Così abbondanti anzi è sicuramente il il pericolo che dobbiamo scongiurare
Ecco e anche in questo caso si può fare un po'di chiarezza su sulle responsabilità cioè a chi spetterebbe appunto assicurarsi che questi progetti siano effettivamente di qualità e realizzabile così vie perché ci vuole un tempo piuttosto lungo
Ma allora su questo in la per per scelta del Governo
Verde diciamo le del del gol del governo uscente Mantova il governo pre precedente anche al all'ultimo il il
Il tema del dell'intervento il rischio idrogeologico della prevenzione è in capo a presidenti regionali cioè perché anche regionali sono diventati i commissari di governo per il rischio idrogeologico per cui sono le regioni che bevono presentare
L'elenco degli interventi da fare sul proprio territorio e poi di Italia assicura una cabina di regia in cui entra anche il tra il Ministero dell'Ambiente
Gli altri soggetti competenti devono come dire hanno un criterio di valutazione per indicare le priorità degli interventi in funzione delle persone esposte dell'efficacia del del dell'area interessata e su queste priorità poi i danni finanziamenti per cui l'abbiamo le regioni che sono quelle che forniscono possiamo chiamarlo l'elenco degli interventi da fare e la cabina di regia nazionale che valuta le priorità e decide lei destina i finanziamenti
Nell'elenco delle regioni però bisogna nelle regioni nel preparare l'elenco però devono tener conto di quelle che sono le indicazioni degli studi di bacino per cui in questo in questo pezzo rientrano anche le autorità di distretto nazionali che sono a puro appunto quegli enti che fanno capo al Ministero dell'Ambiente
Che pianificano
E studiano il territorio in relazione dei filologi e quindi forniscono tutti gli elementi di chiarificazione su cui poi dopo vengono progettati gli interventi per cui diciamo quel questa più o meno l'intera filiera se vogliamo ritornare riassumere brevemente due responsabilità no le regioni che coerentemente agli studi avrei detto sono quelle che forniscono il l'elenco dei progetti su cui richiedono coi finanziamenti
Assolutamente e senta per concludere se lei dovesse auspicare appunto sempre con l'approccio da tecnico o un intervento particolarmente urgente per la prossima legislatura quale sarebbe
Niente il primo intervento da fare far partire un vero serio ed efficace il piano nazionale di adattamento al clima
Questa è la prima richiesta io farei al prossimo governo che fa che abbiamo fatto che facciamo
Perché scendesse in altri Paesi né in altre città europee non che il pianeta talmente quello strumento che permette di integrare tutte le misure anche di riduzione del rischio
E oggi è presente sul territorio
Oggi ne abbiamo una bozza di dati adattamento ma più che un vero e proprio piano si tratta di una come dire di un elenco di linee strategiche condono invece parliamo di piano di adattamento intendiamo dire
Uno un vero quadro di quelle che sono le misure da mettere in campo i finanziamenti necessari
Da dove prendere le risorse che deve fare cosa delle scadenze temporali ben precise ecco questo strumento a livello nazionale è fondamentale perché da queste opere possono discendere anche tutte le altre interventi perché parla di adattamento al clima perché se noi oggi pensiamo che finanziare la costruzione di un argine
O di messa in sicurezza di un piccolo tratto di fiume che è sufficiente ridurre il rischio in uno scenario in cui abbiamo del un regime di piogge che sarà sempre diverto precipitazioni sempre più intense che diciamo stanno facendo sballare anche i calcoli su cui c'è una diversità degli argini dieci vent'anni fa e tutto il resto capiamo che questi interventi si farci spendere un sacco di soldi e non avrebbero raggiunge il risultato
Invece oggi capire quali sono gli scenari del clima e su quelli pianificati e una quindi una un intervento di adattamento del territorio e quindi riduzione del rischio per noi è la chiave principale