Presentazione del libro "Imperdonabili. Cento ritratti di maestri sconvenienti" (Marsilio Editori) di Marcello Veneziani

Buonasera a tutti buonasera
Siamo per iniziare questa presentazione del libro di Marcello Veneziani imperdonabili cento ritratti di maestri sconvenienti edito da Marsilio
Innanzitutto grazie per essere qui per animare in così tanti questo momento di approfondimento questo momento di conversazione reciproca accanto a me oltre Marcello Veneziani Mirella Serri e Antonio Gnoli che dialogheranno insieme all'autore
Per cercare il più possibile di realizzare scandagliare questo libero
Che a me ha colpito molto perché
Diciamo Marcello Veneziani non si metteva in qualche modo di stupirci in senso ampio e positivo e lo stupore si sa che è sempre una diciamo caratteristica avara per il tempo che viviamo in un tempo in cui sembra dirigere la dittatura del già scritto già visto e già sentito
E allora questi imperdonabili ci riportano anche alle origini in qualche modo della nostra dico nostra non solo di chi è seduto intorno a questo tavolo ma anche di chi è dall'altra parte del tavolo di chi magari poi ascolterà anche questa presentazione delle frequenze di radio radicale della nostra volontà famelica di sapere di informarci di conoscere di scoprire
La famelica bellezza della formazione culturale come la chiamava leopardi in qualche modo è un dato che generalmente si manifesta
A cavallo tra le scuole medie e liceo quando il nostro animo è predisposto a a tutto a tutto senza in qualche modo avere ancora eccessive sovrastrutture ed è forse proprio lì
Che ci formiamo ed è proprio lì che in qualche modo iniziamo a rubare con gli occhi a rubare con la nostra fantasia con la nostra immaginazione quello che in qualche modo ci servirà per il domani
E Marcello Veneziani lo fa in questo libro ci riporta anche emozionalmente all'interno di questi di queste storie di questi ritratti una manifesto in favore della complessità
A me piace definirlo la complessità perché complesse sono le storie degli uomini che animano questo libro ma soprattutto è complesso il materiale umano e culturale che ne deriva un materiale che è patrimonio della nostra nazione del nostro sentire ma è anche patrimonio in qualche modo di quello che non riusciamo più a vedere
E allora diciamo questo questa sorta di trattatello contro la mediocrità che passa per storie incredibili potremo chiamarlo per storie certamente non comuni non convenzionale
E allora chiedo a Mirella Serri che sarà il primo intervento di questa nostra serata quali sono interattivo questa complessità che l'hanno più colpito
Beh intanto sono è il Pantheon la di Marcello Veneziani ma non è solo il pantheon di Marcello Veneziani ma il Pantheon a di uno non direi proprio di una cultura ma di più culture che si intrecciano in questo devo dirlo subito bellissimo libro è scritto molto scritto veramente molto bene e quindi con dei ritratti
Che sono veramente da non perdere Emma basta solo che io Comincini Sora citare non solo l'elenco degli autori ma e dei titoli dei vari capitoli che ha dato Marcello per esempio sulle spalle dei giganti che vanno vi dico solo dei nomi da tanti a Dostoevskij le idee che mosse il secolo che vanno da Spengler ad Adorno
Le intelligenze pericolose vola spiriti inquieti pavesi Oscar Wilde ma l'elenco è lunghissimo i sismografi di un'epoca da Solzenicyn a le Bon e così via ebbene da questo libro abbiamo molto da imparare anche io personalmente ho imparato molte cose ma soprattutto dall'ultimo capitolo da Spoon River che ci sono tanti a tanti alcuni o hanno nomi che per esempio conoscevo solo per sentito dire
E che ha avuto questa occasione di approfondire
Imperdonabili è una definizione di Cristina Campo che come dire Marcello rimodella a suo uso e consumo e sono e consumo sono in i ribelli quelli che fuoriescono dal coro quelli che ci sorprendono quelli che sono sconvenienti e che non si accontentano del loro tempo
E io vorrei dire questo che anche Marcello non si accontenta del suo tempo non c'è dubbio chi lo conosce lo sa ma non si accontenta nemmeno dei suoi autori
Perché se noi leggiamo questi ritratti esso nei ritratti che a me mi hanno sono cento sono tanti
Soprattutto quelli diciamo moderni più vicini alla nostra sensibilità
Che mi hanno molto colpito perché sono in fondo dei ritratti perlomeno molto dolorosi perché Marcello non si accontenta
Di raccontarci i suoi autori ma direi che a mio sentire li pugnala e li accoltella alle spalle gli accoltella le spalle nel senso che di quelli che come dire che sono un po'come lui che gli assomigliano lui si autodefinisce
Un un conservatore curioso attratti reazionario che a me la tradizione praticare a di derisione
Allora quelli che gli assomigliano e che sono un po'conservatori non gli piacciono perché appunto guardano al passato
Quelli che invece si collocano su un versante
Contrario che diciamo guarderebbero al futuro non gli piacciono lo stesso perché sono come dire perché guardano al futuro in maniera non è all'altezza almeno della visione di quelli del passato
E quindi diciamo si muove in maniera egregia mirabile tra una serie di scontentezza e che sono i quelli che io chiamo gli accoltellamenti alle spalle dei suoi autori che ce li fanno vedere
Soprattutto in profondità
Però per non restare nel vago così te di in via Arco di definizioni assisterà per vorrei dirvi appunto in che cosa consiste questo suo sviscerare frugare nell'animo nell'opera e nell'animo e nell'operato dei suoi tutori parliamo per esempio di un di un autore noto a tutti che si chiama Cesare Pavese
Ebbene come ci presenta Cesari paese Cesare paese Marcello ci dice
Non imparò mai il mestiere di vivere e conservo consegnò la sua vita al mestiere di scrivere e poi ci presenta un ritratto in poche pagine sono tre quattro pagine
Il suo ritratto di
Imperdonabile di personaggio che alla fine degli anni cinque degli anni quarantenni Zia degli anni Cinquanta si trova ad essere un personaggio politicamente sospetto
Perché ama la cultura di destra a ma e non solo ma cerca di di imporla di imporrà di farla tradurre e di farla divulgare alla sua casa editrice la casa editrice dove batte il suo cuore e quindi propone I proscritti di von Salomon
Propone Schmitt propone il tramonto dell'Occidente e così via tutti i titoli che naturalmente non possono piacere a una cultura di sinistra chiamiamola progressista come quella praticata dalla dalla casa editrice Einaudi alla appunto in questi anni e Parise ci racconta ci racconta veneziani soffre molto per questo ecco e poi ci ricorda che molti anni dopo
Piede negli anni novanta
Sì sulla stampa venne pubbliche venne pubblicato parte del diario di palese in cui pavese metteva a nudo come dire il suo animo e dichiarava quella che era la sua
Simpatia e la sua vicinanza alla Repubblica disse allora
Quindi me diciamo che mette insieme
Questi elementi ecco questo direi appunto è un modo di farci vedere quando parlo di accoltellamento alle spalle di dell'autore e di sofferenza è un modo per farci vedere appunto la drammaticità e la sofferenza dell'autore
Una drammaticità che poi possiamo anche leggere in questa sua dichiarazione di Parise intendo
Che veneziani riporta cioè parlando della sua estraneità all'antifascismo disse che il suo antifascismo era un equivoco
Era un equivoco perché
Accettai per far piacere diciamo accettare di dare il mio indirizzo per avere delle lettere di un antifasciste per fini in carcere
Ebbene di questa dichiarazione di Pavese Marcello o come dire la porta più sul versante della vicina a la porta più vicina
Al suo diario a quel suo diario inedito che poi uscirà parecchi anni dopo la sua morte
E quindici da un complesso di un pavese non tormentato diciamo non solo tormentato ma anche distante dall'antifascismo
Ecco direi che questa per me dico per me è stata una sorpresa perché io invece ho sempre visto e forse continua per anche dopo aver letto le pagine di Marcello
Che sono bellissime e che ci danno appunto tutti i tormenti di Pavese continuo ad essere convinta invece che almeno in pavese e faccio questo esempio perché vale per tanti altri autori
Che almeno in parecchie imperiese i versanti siano almeno due
Quella di un sofferto rapporto con l'antifascismo e quello di un personaggio invece molto progressista che guarda l'America che detesta la Russia di Stalin
Che insomma e Honda personaggio apre a che poi si suiciderà lo sappiamo ma comunque in ogni caso
Aperto al al futuro
Vi dico questo perché leggendo queste pagine di Marcello Veneziani ho scoperto che io stessa
Non avevo e non ho capito non avevo tanti anni fa parlo di parecchi anni fa forse quasi sette otto anni fa non avevo capito una cosa alla fine del mille delle sempre degli anni Quaranta
All'interno della casa editrice Einaudi
C'è uno scandalo c'è uno scandalo perché si scoprì che siamo approdi a pochi anni dalla fine della guerra si scopre che un tal il non mi ha non vi dirà assolutamente nulla
Giulio Cogni collabora con la casa editrice Einaudi
Esce fuori sui giornali e questo è uno scandalo assolutamente pazzesco perché giù giù Giulio Cogni è un teorico del razzismo
è un teorico del razzismo perdite ma come un teorico del nazismo che va a collaborare con la casa editrice Einaudi e che ce l'ha messo in questa casa editrice
Ce l'ha ammesso proprio indovinate chi Cesare Pavese che e questo con ogni che è un esperto appunto del come dire della cultura chiamiamola così fascista razzista eccetera
Gli consiglia i libri appena si viene a sapere
Di questa collaborazione con la casa editrice di sinistra assolutamente di sinistra livella a casa antifascista per eccellenza del teorico del razzismo palese subito si giustifica io sono andato a rivedermi le le scuse di Pavese ignoravamo i suoi trascorsi razziali giugno con ogni era era un con un un consulente del e e basta io non sapevo che lui fosse dice pratese un razzista
Però in realtà Giulio Cogni era una persona notissima assoluta all'epoca era notissime come dire non so un politico di oggi un un intellettuale che non si può di cui non si può non ignorare
Il nome e quindi in questo caso pavese mente quando io tanti anni fa
Vidi che pretese aveva portato di casa editrice Einaudi Giulio Cogni
Pensare che l'avesse fatto per amicizia adesso leggendo queste pagine di Marcello
Capisco questo suo ritratto capisco ancor di più la sofferenza di Pavese che non credo che abbia portato giù in loco ogni per come dire per vicinanza al razzismo o al nazismo assolutamente no continua a vedere in tutta l'opera di Pavese e in tutto il suo amore per l'America e per la democrazia americana qualcosa che non ha niente a che fare con una parte più buia oscura di sé diciamo che ci sono due versanti in palese in cui io vedo prevalente appunto
Il il primo lato il Pavese appunto che ama l'America la democrazia americana e i padri che fondano appunto il mito dell'America però in realtà mi fa capire che questo con queste pagine commi fa capire con che questo lato oscuro probabilmente era radicato e questo portare nella in casa editrice questo personaggio che era veramente sicuramente l'emblema del dibattito
Del bar del dibattito razzista cognitive si difendeva dicendo che lui era solo razzista
E non è antisemita ma in realtà non è vero se andare se andiamo a vedere i suoi scritti era tutti e due
Portare in case editrici diciamo questa questo suo aggancio con questo suo lato scuro testimonia ancor di più la sua sofferenza io avrei anche altri esempi però qui mi fermo perché così lascio la parola ad Antonio e poi magari cito altre cose grazie
Grazie a Mirella Serri Antonio Gnoli un libro questo abbiamo detto dalle prime battute importante per tanti motivi
Una nota che che io intravisto in in questi ritratti e proprio la diciamo grande dote di Marcello Veneziani non solo nella nella sua scrittura nella sul modo con cui gli racconta e che in qualche modo li strappa anche alla retorica per esempio su Renzo De Felice scrive
Parlava male
Scriveva peggio i suoi discorsi erano contorti avviluppati ecco gli diceva che un matto è un fatto un fattore però ecco anche la capacità in qualche modo di guardare con grande passione però anche ai difetti a trecentosessanta gradi di questi personaggi è senza dubbio
Una dote diciamo un esercizio di onestà intellettuale
Sì anche sugli orrori del ritorno non molto alto tanto infuriava attenzione meglio così possiamo discutere piuttosto di Veneziani anzi mi è sembrato come dire
Molto molto affettuoso di ripercorrere un po'quelle che sono state le sue vetture poi sostanzialmente e da questo punto di vista
Si può leggere questo libro anzi come quasi un romanzo di formazione insomma con gli autori
Che lo hanno in qualche modo
Colpito attraversato provvede su quel così dire
Sollecitato per così dire poi una serie di riflessioni che in qualche modo poi cadranno in un periodo politico che sono gli anni sessanta e settanta
Dove
Certe cose scritte erano come dire materiale infiammabile insomma questo l'elemento l'elemento portante insomma
Ciò visto anzi dell'Ulivo il tordo inutile
Come dire quasi del così una nostra rigidità insomma terrore un mondo culturale che fior di non definire neanche più un mondo ricco di cultura di destra
Perché
Perché quella cultura è stato sdoganato ad da tantissimi anni
Io lavorando Repubblica
Ricordo che negli anni novanta
Scrissi tranquillamente
Di Julius Evola facendo vari pezzi ma facendoli come dire con la curiosità anche di tirare fuori un personaggio da qui l'ombra o da quella emarginazione
Veneziani potrebbe per l'appunto definito imperdonabile insomma
Ed è un imperdonabile molto diverso dall'imperdonabile di cui parla Cristina Campo nel suo
Succede perché libero dove l'imperdonabile era la incredulità e confronti quella che possiamo chiamare il tiro delle cose visibili insomma
Cristina campo tra l'altro
Al secolo Vittoria Guerrini io non ho mai capito
La ragione sostanziale del cambio del nome parlandone mi ricordo una volta con Margherita Piera Ciarlo nel che è stata la sua grande amica con cui si sono scambiati molte lettere gli disse secondo me quello è stato il suo segreto la volta che io le chiesi perché cambia quel nome
In Cristina Campo
Tacque
Poi si può parlare del fatto che i rapporti col padre si possono trovare delle delle delle sollecitazioni anche interpretative insomma di natura familiare ma ci ma secondo me poi restava in qualche modo confinato in questa specie di strano cofanetto insomma dove lei aveva segregato anche il suo nome insomma
E
Quindi
Gli imperdonabili di Marcello Veneziani sono gli imperdonabili che in qualche modo
Erano usciti dalla dalla lista ufficiale
Della cultura ufficiale diciamo perché
Ed è bello in qualche misura ripercorrerli nella loro direi Breve compiutezza che e la
La dote che in questo caso risalta perfettamente insomma io credo che questi siano in parte frutto di un po'interventi giornalistici come pure di megaliti saggi che che nel corso del tempo iscritte quindi hai raccolto in questa questa centurione di di personaggi che ci ci consegni nella loro come dire nella loro anche libertà loro e la loro forza nelle loro modo di essere variegata mente imperdonabili perché Valeria imperdonabile perché scrivere un
Un'introduzione Assad Asaro insomma Pessoa sala Saviano convinto almeno in una certa fase non è imperdonabile per questo ma lo è per un'aspra un altro motivo per questa ossessione della del della metamorfosi del nome insomma
Imperdonabile può essere ai degli eroi che come dire si spinse
Incautamente nelle braccia del del del nazismo
Imperdonabile pavese perché come ricordava come ricorda Mirella Serri perché in una certa misura come dire
Schizzo freni Cobi polare insomma perché poi è questo il il tema di fondo cioè lui non è che fosse
Come dire contrario all'antifascismo ma l'antifascismo non gli basta
E non basta Handley l'antifascismo come dire si rivolge alle uniche fonti sicure dove potersi abbeverare queste fonti erano sostanzialmente riconducibili al tema del mito tutta la collana che lui immagina preparare fa in parte parzialmente per Einaudi la collana viola
Nasce con questi intenti
Sostanziali
Nasce dalle sollecitazioni che gli arrivano da da Jung da che regni nasce da un rapporto assolutamente come dire originario con un certo tipo di mitologia Antropologia e il fatto che come dire veneziani ricordi lo stupore anche tra l'aggressività di di De Martino grandissimo antropologo
Peraltro
La dice lunga che cosa erano i rapporti di forza rapporti di forza culturali all'interno delle case editrici ma non solo delle case editrici
La cosa che mi è chiamiamo insomma molto
No colpito perché poi non non c'è una novità in questo senso però mi ha fatto piacere ritrovare e che questo piccolo catalogo di nomi
è un catalogo che quando io parlavo di sdoganamento lo sdoganamento lo fa la casa editrice Adelphi
Secondo me sostanzialmente negli anni nasce nel sessantadue fine anni sessanta e settanta come dire questa casa editrice prende quota tutta una serie di autori
Che la casa editrice eredità in larga parte parte almeno insomma da Borgo La e da Rusconi
Cioè due due case editrici che grazie ad Alfredo Cattabiani poi insomma che viene rievocato alla fine di questo libro
Come dire
Producono
Una una cultura assolutamente in
Non mescolare bile con le cose che si dicevano in quegli anni parliamo degli anni fine anni cinquanta e che i primi anni Sessanta naturalmente anche parzialmente gli arti settantasei fino a quando poi Berlusconi tiene insomma però se si va a vedere il catalogo
Della Rusconi o il catalogo stesso della del della casa editrice Borgo Dora
In misura naturalmente minore beh lì si si trova un una parte di quella spina dorsale che poi costituire alla casa editrice addio
Quindi Cattabiani importante forse meno importante di Bobby Basile ma abbastanza importante da poterlo recuperare dentro
Un un un profilo che non sia il profilo conformistico che di solito viene viene
Anche per pigrizia giornalistica viene disegnato dai cosiddetti addetti ai lati insomma
Ecco su questo poi magari si può anche discutere sul sul ruolo che le case editrici hanno avuto nel nel for però sta di fatto che
Prima
Mirella citava Inaudi quanto inauditi nella casa editrice ci fossero questi i guardiani del del del del della cultura di sinistra insomma quanto fossero importanti
I giudizi che venivano espressi e quanto nell'esprimerli come dire taglia sono fuori
Parte magari molto interessante di quello che si produceva o si tentava di produrre in quel in quel periodo
La
La cosa che
Secondo me andrebbe discussa insomma perché io ho come l'impressione è che
L'eccesso di prive di partecipazione da parte tua al
Al lavoro svolto
La cosa che andrebbe discussa secondo me quanto
Lo dicevo all'inizio quanto oggi questo mondo si possa far ricondurre a una eventuale cultura di destra insomma tratto mi dispiace che tu non citi un personaggio che sulla cultura di destra ha lavorato con grande con grande originalità mi riferisco Furio Jesi e lì sarebbe stato insomma forse opportuno che
Un piccolo ritratto di questo di quest'uomo che pur essendo un uomo di sinistra ammesso che abbia senso una categoria di questa di questa portata
Ha saputo lavorare con grandissima originalità su autori di diciamo dichiaratamente di destra insomma
Ma qui poi si può aprire un davvero una una un dibattito su cosa significa essere di destra o di sinistra cioè quando io dico che che questa che questo asse categoriale oggi ha più tutori forza ed il significato
Sto dicendo che negli anni sessanta quando tu lo dici alla fine del quando parli di questa Spoon River
Ma l'UDC anche quando tardi per esempio di Mishima e del modo in cui è stato utilizzato dalla cultura di destra cioè spesso quando la cultura diversa usato autori
Diciamo di destra se per lo dico per per comodità insomma di di di di comprensione realtà li ha usati malissimo insomma e usati come con una retorica che era la stessa retorica che si era costruita attorno all'antifascismo letto in chiave diciamo così dal punto di vista del Tel militante comunista insomma la stessa retorica veniva applicata esercitata fosse anche involontariamente quindi con tutti i limiti che una questione del genere
Produceva nel momento in cui si importavano Autori di una certa di una certa importanza insomma cioè non poi Evita è vero anche che su una situazione del genere pesato l'interdetto per cui gli intellettuali
Quasi tutti quelli diciamo che si affacciavano
Allora come gli all'agone pubblico tutti dichiaratamente o quasi tutti dichiaratamente di di sinistra insomma erano e quindi esercita avevano un un magistero molto orientato insomma però
Io credo che
Se ci fosse stato a destra chi
Poteva prendere in mano le redini di una cultura diciamo legata alla grande tradizione cosa che ripeto è stata fatta attraverso delle case editrici perché la Rusconi da questo punto di vista è stata veramente benemerita insomma
Ma quello che io non ho visto
E questo io lo ritengo
Un limite forse imperdonabile
E che dall'altra parte cioè non c'erano lettori disposti ad accogliere criticamente e anche con una con una come dire capacità è una duttilità
Certe certo che esperienze culturali queste esperienze venivano per così dire tradotte in in forme molto
Così molto semplicistica insomma
Cioè la va la cultura di destra cultura che nasceva tra i giovani di destra io ricordo delle discussioni che mi era capitato di fare con con Tarchi per esempio beh è una cultura
Asfittica la cultura che
Non aveva gli strumenti a disposizione per poter
Costruire un progetto culturale credibile insomma questo secondo me è stato il limite pur essendoci una quantità di circolazione circolazione gli autori
Che potevano in qualche modo essere un come uno stimolo e un'occasione insomma basti pensare a tutto il discorso su Cascini insomma
Che Smith è un esempio tipico di come
Un autore di destra
Un conservatore vero con le stimati anche del cioè a mo'di una concerto
Non certa l'adesione al al partito nazionalsocialista
A un certo punto è stato preso e utilizzato da intellettuali pensatori di sinistra somma
Tutto questo accadeva c'erano nella seconda metà degli anni Settanta insomma quindi accadeva quando uscì in Italia peraltro dalla casa editrice il Mulino una casa editrice di
I specchiate come dire tradizioni laiche illuministe che pubblica
Il concetto del politico che sono una una raccolta di saggi
Di questo stranissimo imperdonabile cattolico che è stato Cascini ecco tutto questo
Ha reso per così dire la la materia
Qui troviamo svolta in modo molto molto aderente anche su non solo al sentire di di Marcello Veneziani ma anche alla sensibilità con cui veneziani essa riportare questa questa questi questi oggetti diciamo
Di questo repertorio culturale
E però con con col fatto che oggi tutto questo mondo è un mondo che come dire non non riconosce più un lettore
Cioè il lettore non si riconosce più con questo tipo di materia il lettore può leggere Bergamin perché Bergamini ha un grande autore può leggere Schmitt perché dentro ci metto ci puoi trovare delle cose straordinarie e lo stesso dicasi per RAI degrado lo stesso dicasi per rendersi insomma
Ecco poi ci sono delle cose in particolare è morto dettagliate interessanti che possono essere delle linee anche di ricerca ulteriore insomma penso
Per esempio al modo in cui tu infili una serie di di filosofi italiani
Darmi che stette ad a Renzi Martinetti poi lo stesso Evola naturalmente insomma
Tutti con delle caratteristiche molto diverse l'una dall'altra su caratteristiche molto differenti insomma
Però la cosa interessante è che c'è un elemento che riunisce cioè questo sottrarsi al duopolio gentile il crocchio insomma questa è la cosa la cosa importante
Allora lavorare anche su su queste indicazioni è un diciamolo è un ulteriore motivo di di merito insomma ecco mi fermerei qui per ore
Grazie a degli altri
Prima di fare la parola Marcello Veneziani c'era Mirella Serri che voleva concentrare la sua attenzione su altri due autori sì Carbonera avevo solo una cosa a proposito Giulio Cogni poi più
Tu hai citato e mi sembra un è un nome che evoca molte cose mi era un musicologo è un idolo Hugo citato sostanzialmente allora è quello che poi ha ha portato il bavaglio Titanic in in Italia insomma cioè c'è tutto un un un mondo che aveva affascinato pavese e centrava ben poco con con razzismo lui poi era stato perfino come dire aveva lavorato all'istituto di cultura germanica aggiudichi la cagnara
Neanche se mica questo assoluta mentre quando ha determinato ad esempio altissima detta una festa in carcere chiede per quindi per essere nato nate stare in carcere oppure cara fra moltissimo
E quindi chiede ma chi è questo Giulio Cogni è un razzista di rispondono elettivo se vuoi lui ed è molto divertente dall'altro le sue thriller horror il Giulio Cogni perché Luigi io Rizzato da un razzismo contro questo Marcello forse si potrà dispiacere contro i meridionali che li giudicava pare molto perché li giudicava Bruno notti bassotti semplice ottica Nori
E mangiatori di maccheroni c'è una citazione non so se mangia e maccheroni e non so se è canoro e non è nemmeno bassotto a dir la verità un po'avvocato forse sì
Ecco questo era e Giulio Cogni poi univa infatti si difenderà dicendo io sono razzista io le ho io sono razzista ma non antisemita invece il gioco ogni sera un teorico sia dell'antisemitismo
Che Verratti il ma e fa anche belle voci sull'antisemitismo adesso no
La bibliografia tutte su Giulio Cogni a portata di mano però questa citazione mi così mi interessava sottolinearla perché Luís sosteneva che quando si fossero liberati gli ebrei dall'Italia ci si poteva come dire avvicinare
Alla Germania nazista era proprio perché diciamo una parte di persone che molto assomigliavano a questa descrizione che ho fatto adesso dei meridionali se ne sarebbe andata quindi come dire non è molto simpatico come personaggio
Non lo valuterei come scienziato hai capito cioè questa sì convocata posso vada avanti e sul libro di marcia allora no io volevo fare un altro esempio su questo come dire su questo corpo a corpo che secondo me Marcello fa con i suoi autori
Prima ho parlato di pretese e siccome appunto abbiamo parlato anche di tante onda questo è il pancione di Marcello Veneziani che dicevo è molto interessante perché è veramente il pantano anche è un orizzonte culturale molto compresso ci sono mentre pretese dicevo maestro solo per se stesso perché in realtà è stato ministro per nessuno pavese sì lo è stato per tanti giovani ma insomma di fondo non lo è stato
Volevo soffermarmi su due autori uno Umberto Eco
Trattati da Marcello Veneziani nell'altro Julius Evola allora anche qui direi che c'è da parte di Veneziani sempre un io ci credo non ci vedo sempre Antonio un conflitto tra la scrittura e i suoi autori almeno su quelli contemporanei direi proprio di sì perché per esempio Marcello Veneziani
Prende l'esempio di Umberto Eco che io trovo anche molto interessante e del libro il costume di casa
Tra l'altro
Ci sta proprio a pennello perché esso abbiamo quest'anno come dire l'anniversario del sessantotto e dice che appunto è le pagine di Umberto Eco sono quelle e in cui come dire vuole violare le tradizioni culturali religiose che c'erano all'ora è che appartenevano a lo dice lui a una vera borghesia dignitose ipotizza come poi la borghesia e ci riporta anche nel clima di quegli anni nel clima di quegli anni che poi appunto dove ci fu anche
In cui Umberto Eco firmano il Manifesto
Di lotta continua contro il commissario Calabresi e voglio anche ricordare che di questi manifesti poi quello di Calabresi purtroppo per tutto quello che sappiamo è passato alla storia ma in quel periodo di manifesti gli intellettuali allo spirito del tempo non ci può fare niente mi filmavano Muzio qui me ne sono segnata uno del mille novecentosettantadue quando ai giovani di Lotta continua vanno a Bologna e faccino medi intellettuali come Giorgio Bocca Umberto Eco Fortini Vito e altri
Vittorio Sereni poeta
E firmano un manifesto a sostegno dei giovani che arrivano a Bologna dicono bisogna praticare l'illegalità e la violenza e quindi ma Marcello dopo il Sessantotto ci porta anche diciamo ci fa vedere anche Umberto ecco come dire che aiuta appare la sinistra che per la sinistra dal comunismo come dice alla neocapitalismo cioè tre tre diretta alla sinistra come appunto un maestro per tanti non solo per il per tanti giovani ma soprattutto per giovani che vogliono adottare un nuovo sistema di vita
Moderni vuole vogliono modernizzare la sinistra vogliono come dire aprirsi ai cattolici progressisti vogliono ibrida arsi vuole culture pop e così via
Quindici presente a da una parte uno Umberto Eco come dire che fa parte di appunto di quel tipo di quello spirito del tempo che abbiamo detto e che però non era solo di Umberto Eco io ho preso dei nomi ma ce ne sono tanti
Però d'altra parte in questo corpo a corpo ci fa anche vedere
Mi dice che Umberto Eco non è un è un ideologo però Umberto Eco ce l'ha insegnato anche tante cose per esempio ha messo come si dice a mescolare una visione
Semiotica del del discorso culturale a mescolare per esempio
I vari livelli di cultura all'alto il basso quello che Marcello chiama la cultura patto con con lui per esempio ha un rapporto da una parte gli amori ma anche di grande distacco
E quindi anche qui ci vedo una conflittualità
è una conflittualità la vedo anche con uno dei personaggi
Che
Io sembra
Ecco è ancora un personaggio indubbiamente molto complicato e vorrei come dire vedere anche INEA folla anche in Evora quello che è stato un maestro anche vuole è stato un maestro per fortuna direi è stato un maestro per minoranze per poche persone nel nel dopoguerra rischiava di essere un maestro per molti prima diciamo durante la seconda guerra mondiale mi sono uscita mi sono poi scusate
Scritta una di citazione dica il vino molto divertente del ventuno dicembre mille novecentoquarantadue guardate non c'è nessuno più lontano dalla cultura
è razzista fascista antisemita eccetera di Italo Calvino al proprio uno spirito lontanissima proprio assolutamente ebbene lui scrive a Scalfari Eugenio Scalfari che era suo amico e che stava a Roma
Dimmi quello che sei Vievola e nelle sue balle del pensiero ariano sono cose che non si devono ignorare e che hanno un certo fascino
E poi adesso non mi sono segnato il resto della frase dicessi potrebbero drammatizzare bene
Ricordatevi che sono dei ragazzi che si scambiano delle così notazioni culturali ma come vedete vorrà app rischiava addirittura sullo spirito che proprio veramente non ha nulla a da spartire con con quello di Evola con l'impostazione così culturale filosofica di Agorà di Calvino cioè Evola rischiava di fare proseliti come li faceva vorrei proseliti per esempio
Scriveva sulle riviste del Buff di quegli anni che erano molto ma molto erette dai ragazzi
E quindi lui faceva un battage un battage razziale Marcello dice giustamente che Luis faceva appunto
Un un Teo come dire era un teorico del razzismo del razzismo spirituale e su questo non c'è dubbio era un teorico del razzismo spirituale ma questo su questi suoi articoli peschi serviva a vedere come ho fatto io
Su critica fascista sono visto che Umberto Eco ce l'ha insegnato sono anche impressionanti perché mentre lui predica
Il razzismo spirituale affianco ci sono molti ma molti articoli non firmati che sono ferocemente antisemiti e razzisti se volete ve ne cito anche qualcuno
E poi lui entra in in onda dialogo molto stretto
Con un altro diciamo con un interlocutore il cui nome oggi secondo me non vi dica assolutamente nulla che si chiama Pasquale Pennisi
Che è scomparso fortunatamente della circolazione infine la guerra ma questo era un giornalista che un giornalista gli intellettuali che scriveva molto è che proponeva dialogando quindi commemora dialogando non opponendosi
Nel mille novecentoquarantadue era come dire lo spirito originale proponeva i campi di concentramento
Questo Pasquale Pennisi dialogando quindi Evora aveva come vedete Calvino lo un po'incuriosito comunque all'epoca aveva
Uno spazio molto ampio una presenza molto ampia e quindi rischiava di diventare un maestro fortunatamente non lo è diventato
Queste contraddizioni di Evola
In questo saggio e
Scusi
è la mia opinione Berio parlo con le mie opinioni non con le sue ne scusi
Questa è la mia opinione Odetta non è diventato ormai fortunatamente un maestro di antisemitismo e di razzismo questa è la mia opinione può dire il contrario mica
Io mi sta riferendo viennesi sono
Ma
E ma io scusi sto parlando sta dicendo le mie opinioni mica posso dire le sue poi lei dice le sue c'è come dire libertà d'opinione ora vietato c'è libertà allora parliamo lei dice quello che vuole
Allora dicevo fortunatamente non è nel non è diventato come dire un personaggio seguito questa è la mia opinione prevediamo la sua quindi dicevo però Marcello anche Veneziani in questo suo capitolo Samuele vola mette nasce anche quest'aspetto molto discusso di Julius Evola è qui va bene ci possiamo fermare perché mi pare che c'è una bella discussione
Allora
Sono tantissimi gli spunti che provengono da da Antonio da Mirella sono tanti anche gli spunti critici io diciamo nelle prime pagine del libro c'è una definizione sono imperdonabili per la loro intelligenza che si acuisce nel pericolo e le loro sono intelligenze pericolose
E cioè in qualche modo questo tuo libro è anche una sorta di dichiarazione di guerra all'oblio alla dimenticanza perché poi in fondo è anche questo quello che il nostro tempo rischia di fare e soprattutto dalle considerazioni che che che un po'raccolto sembra importante puntare un faro sul contesto in cui questo libro è maturato perché sì è vero che la la cosiddetta cultura di destra può insomma aver a in qualche modo avuto dei difetti di strutturazione all'interno del panorama culturale italiano però
Come ricordava anche Mirella Serri all'epoca diciamo
C'era ancora l'adagio che uccidere un fascista non è un reato e quindi ovviamente la strutturazione di un certo di tipo di cultura alternativa all'interno anche della contestazione giovanile del sessantotto e il settantasette
Era diciamo anche difficile da fare insomma
Ricordiamo i Campi Hobbit e tante esperienze di formazioni io definirei alte perché poi è questo quello che viene fuori insomma a mio avviso
C'era una che c'era c'era diciamo poi ti passo la parola una una bellissima tribuna politica
Che è reperibile sul sull'archivio di radio radicale in cui ci si trova Marco Pannella da un lato e Giorgio Almirante dall'altro
E a un certo punto Almirante dice
Me ne frego in una provocazione che aveva risposto e Pannella passate il termine si incassa moltissimo perché non è che si arrabbiava Pannella sì sinché Azzaro
E diceva ma la voi finire con questo me ne frego tu sei figlio di una cultura altissima la cultura della destra italiana perché la devi buttare in barzelletta in marcetta
Allora forse anche lui fondamentalmente c'è un un punto di congiuntura rispetto a questi imperdonabili forse è stato nella vulgata popolare imperdonabile
Il volere in qualche modo rimarcare delle differenze all'interno di quel panorama culturale con delle diciamo con un modo di comunicare le proprie origini la propria genia in modo alle volte folcloristico che appunto fa scendere voi nel maghetti ISMU Recco queste imperdonabili sono forse anche diciamo un esercizio a mio avviso di comprensione di questa complessità e di questa pericolosità perché la materia ovviamente scontate
Le azioni e
Sì queste imperdonabili sono soprattutto un esercizio di gratitudine cioè la prima cosa che sento di dire a proposito di questo libro che questo libro nasce per parafrasare un una famosa un famoso saggio di Cioran un esercizio di gratitudine nei confronti di un centinaio di autori molto diversi tra loro alcuni decisamente ostili tra loro
Che hanno rappresentato un itinerario di vita se dovessi dire cosa hanno rappresentato il quale contesto sono nati dirò semplicemente che sono una spremuta di una vita direttore sono il su con la sintesi di una vita di lettori
Liberi annotati libri con cui mi sono confrontato con cui ho litigato comunque diciamo libri essenziali e sono sicuramente frutto di un amore scontroso
Quando prima Mirella Serri parlava della pugnalata con cui si è espresso
Diciamo in qualche molto diciamo uso quel nei confronti dei questi autori dirò che è sempre una pugnalata che nasce da un amore scontroso
Alcuni Autori sono indubbiamente autori che sento lontane che dichiaro come lontani e che affronto tuttavia con l'interesse che si deve a un autore che comunque ti fa suscitare dell'osservazione delle riflessioni anche in senso contrario
Ma il filo conduttore che tutto sommato unisce questi autori è un senso di gratitudine
Ecco io mi sono sentito in certi momenti scrivendo proprio questo libro raccogliendo saggi scritti vari di questo libro un po'come il bibliotecario di Palmira prima che arrivino i barbari o prima che arrivi la notte si tratta di salvare il salvabile e questo naturalmente ha una valenza innanzitutto individuale
Uno si accorge di aver raggiunto un'età della vita per cui deve salvare il salvabile cioè salvare la memoria che conta degli autori che hai frequentato che hai amato che affrontato che hai anche in qualche modo contrastato
E quindi e il tentativo appunto del salvare il salvabile prima che venga la notte la notte dell'oblio della dimenticanza la notte del rifiuto nei confronti della cultura della del semplice disinteresse nei confronti della lettura
Infatti
Sono perfino belli ma anche un po'patetici i dibattiti e le polemiche che tutti noi abbiamo fatto i tempi in cui c'era una cultura di destra che si fronteggiano con la cultura di sinistra ecco di fronte al deserto che avanza la parola cultura e già stranieri e quindi prima ancora di vedere da che parte spira quella cultura bisognerebbe vedere se esiste ancora un soffio vitale di cultura nel nostro Paese e nell'Occidente direi più vasta mente quindi il mio è un libro che nasce anche da questa considerazione esce dal timore che si possano perdere diciamo
Esperienze di lettura teorie e pensieri vibrazioni che in qualche modo hanno rappresentato queste questi autori
Sono autori molto diversi e quindi sarebbe difficile parlare di una sorta di Libero che è un catalogo della cultura dalla destra scene qui ci sono autori che sono irriducibili alla destra ci sono toni che sono stati di destra ma anche molte altre cose perché ci sono tante più cose in cielo in terra della destra e della sinistra
E ci sono autori che sono estranei a quell'orizzonte o per ragioni temporali perché appartengono ad epoche andate o per ragioni proprio di scelta ideologica perché in questo libro si parla anche di Marx e di Stirner si parla di più decorsi parla di di Gramsci di Pasolini di Eco e di autori che sicuramente nulla hanno a che vedere con la cultura di destra
E il mio tentativo è stato quello innanzitutto di percorrere una strada sicuramente pericolosa che quella di come dire costeggiare Autori e di guardarli non attraverso quell'il profilo in qualche modo canonico che viene consegnato alla memoria pubblica ho ridotto semplicemente ad un aspetto non solo il razzismo o altro ma vederli nel loro lato in ombra vederli nella loro produzione letteraria vederla anche nella loro animo ecco quando io per esempio racconto per restare
A Cesare Pavese quando io racconto
Dell'altro pavese non faccio riferimento pavese che in qualche modo critiche e contesta l'antifascismo per scegliere l'altra parte no parlo soprattutto di un pavese che nell'epoca in cui domina il materialismo storico e dialettico si innamora del mito della natura
Della favola ritiene che il mondo autentico non sia la società perfetta di domani ma l'infanzia delle Langhe cioè il suo mondo delle origini il suo mondo puerile mitico favoloso che ha lasciato alle spalle quindi è tutta un'altra dimensione
Quindi nel momento in cui pavese poi si incontra con i fragori della storia cerca in qualche modo di sfuggita di cerca di allontanarsi e quindi da questo punto di vista ne vediamo in lui una posizione come dire quasi di rifiuto per le categorie della politica e della storia e quindi non si tratta di una scelta di campo inversa rispetto a quella che noi conosciamo ma di una scelta di piano diverso un piano determinato soprattutto da una valenza mitica mitologica
Di una passione nei confronti della natura che non ritrova in quel momento in cui la storia la passione politica l'ideale ma anche l'ideologia sono preminenti quindi il senso di questo viaggio tra gli imperdonabili e cercare di cogliere in questi autori il loro lato inattuale
E con la convinzione che in qualche modo come dire
Soggiace a tutti questi ritratti e che gli autori che rispecchiano la loro attualità sono già autori di Mezzate perché si limitano soltanto a riflettere lo spirito del tempo
I grandi autori sono coloro che contravvengono a loro tempo sono gli spiriti ribelli del loro tempo o perché amano un tempo andato irripetibile irriducibile al presente
O perché prefigurano un tempo futuro e quindi hanno anche una visione profetica di quello che avverrà o perché si riportano su un piano diverso rispetto a quello della quotidianità e quindi guardano altri cieli altri dei altre prospettive quindi la forza della imperdonabili tali quella di non ridursi all'attualità sono tutti inattuali in vario modo quasi tutti alcuni hanno anche in qualche modo tre scatto con l'attualità
Alcuni si sono lasciati anche sorprendere in atti come dire di conformismo e di pigrizia ma diciamo che il dato principale che caratterizza tutti questi autori a partire dal primo che inevitabilmente risuona in questa sede che Dante sono autori che sono stati imperdonabili perché inattuali perché in conflitto con loro tempo col potere del loro tempo perché si sono allontanati hanno subito un esilio spirituale e intellettuale oltre che fisico e spaziale
E quindi hanno in qualche modo rappresentato l'ala come dire della diversità
Quindi è vero che io
Nei confronti di alcuni autori
Ho una posizione anche polemiche una posizione critica ma è anche vero che questa posizione critica parte comunque da una considerazione cioè nel momento in cui io ritengo che questi cento Autori siano per motivi diversi significativi in un Pantheon ipotetico di autorità salvare e nello stesso momento in cui faccio questa scelta ho già considerato la loro testimonianza la loro opera come estremamente significativa anche a doverla combattere anche aiuto Verna in qualche modo avversare quindi è un atto comunque
E diciamo di riconoscenza oltre che di riconoscimento nei confronti di questi autori quindi questo credo che sia diciamo un è un elemento importante
Il filo conduttore di questi autori
Come aprite potuto vedere sentendo già i nomi
Non è una collezione di filosofi non è una collezione di letterati non è una collezione di giornalisti ma ci sono grandi pensatori grandi letterati e poeti ci sono anche i grandi giornalisti ci sono anche i giornalisti
Vicini al nostro tempo montare poi Malaparte Longanesi Guareschi altri eleggere giornalisti quindi è volutamente un libro che incrocia
Non solo provenienze diverse ma anche linguaggi registri diversi piani diversi
Ci sono degli storici come Gioacchino Volpe come Renzo De Felice ma su uno diciamo rari nel mondo dei pensatori che indubbiamente sono prevalenti
Aggiungo anche un altro dato statistico per collocare questo libro
Tre dei cento autori di cui parlo sono vigenti e uno di questi tre diventi ha in qualche modo collaborato come alla stesura del suo ritratto
Mi riferisco ad Emanuele Severino che ha letto in anteprima il ritratto ha fatto delle sue osservazioni Chiuri portato in un dialogo che credo possa essere di qualche fecondità per diciamo inquadrare il possente pensiero dire Emanuele Severino
Di questi cento Autori ne ho conosciuti sei o sette
Biaggi lungo anche che quarantacinque dei cento autori sono italiani ho scoperto dopo entrano diciamo usato una specie di manuale Cencelli e tre stabilire nelle proporzioni
E sono autori che indubbiamente appartengono come dire a un discorso ampio che travalica i secoli anche se devo dire che il secolo che più in qualche modo presente in questo libro il Novecento perché il secolo in cui siamo nati il secolo in cui ci siamo formati il secolo che ha filtrato i secoli precedenti attraverso una lettura e e gli Autori appartengono ad ambiti diversi vero è che ci sono molti autori che appartengono alla cultura di destra ma è anche vero che ci sono Autori riducibili a questo mondo aggiungo anche un'altra caratteristica propose delle pugnalate
Di cui parlava Mirella
E cioè ci sono alcuni Autori
Che vengono comunque considerati nel Gotha della cultura di destra come Tolkien come Céline verso cui esprimo la mia non simpatia
Lo lo lo dico apertamente così come viceversa o una maledetta Simpatia seppure per vie traverse e nei confronti di Pasolini Parise
Così come diciamo il pensiero di Gramsci resta per me comunque un punto di riferimento e l'idea di vedere Marx che muore
L'Unione Sovietica ma rinasce in America perché lo spirito occidentale radical e il marxismo depurato del comunismo mi sembra che questo è un idea di qualche intrigo insomma che credo possa in qualche modo scompaginare alcune alcune carte alcuni quadri precisi
è vero quello che diceva prima Antonio Gnoli a proposito della della cultura di destra
è vero che ha avuto delle sue diciamo fragilità ma anche un suo modo un suo approccio alle volte abbastanza subito nei confronti della realtà
Non dobbiamo però dimenticare che per esempio per citare un autore che lui ha citato un autore ma soprattutto promotore di cultura come Alfredo Cattabiani ecco quando un autore come Cattabiani
Fuoriusciva dal cliché della cultura di destra fuoriusciva dà l'idea di una cultura militante
E richiamava una dimensione metafisica del pensiero della letteratura il pubblicava Zolla Talking Cristina Campo sì Montella e così via
Veniva considerato ancora come una figura che un editori da cancellare ci sono pagine purtroppo terribili
Di di di critici letterari come Pedullà di anche di polemisti come Pasolini a proposito della dell'opera nefasta della Conconi Rusconi sta facendo un opera invece meritoria perché stava in mettendo nella cultura nel pensiero nostro contemporaneo
Autori che erano irriducibili a quello schema conflittuale che potevano davvero rappresentare un punto interregno come poi diventata Adelphi quindi concordo perfettamente con quello che dicevi prima
E che invece non furono accettati per la semplice ragione che Cattabiani aveva come dire una provenienza culturale si era laureato con la tesi De Maistre
Era un autore che comunque frequentava diciamo la grande cultura reazionaria della tradizione ma era un signore untori
Ecco questo è accaduto a molti autori ed è anche vero che qualcosa è avvenuto nel tempo ecco prima Antonio Gnoli ricordata giustamente che la metà degli anni Novanta mi ha scritto Topolino un bellissimo articolo ma me lo ricordo sugli secolo e con un articolo che oggi serve in
Impensabile sulla Repubblica di oggi ma non solo su Repubblica di oggi diciamo nel clima di oggi inutile diciamo focalizzare su un quotidiano
E c'è stato un deterioramento anche nella rapporto un tempo conflittuale ma fecondo tra culture che ha portato tutto a ridurci ad uno due tre categorie
Cioè tutto viene visitato e rivisitato alla luce della parola che è sfuggita sul nazismo sul razzismo
E non al contesto di un'opera importante che magari a diciamo elaborato teorie ricerche studi di grande importanza ecco questa riduzione fu accompagnata a un livore di contrapposizione a nuociuto alla cultura molto più di quanto si possa immaginare
E se oggi c'è una desertificazione della cultura è un disinteresse della cultura lo dobbiamo in piccola parte anche a questo
I grandi fattori che c'ha lontano dei libri sono altri mea intendiamoci però io credo che ci sia anche questa questa questo vorrei di un riduttivi Isma'culturale che ha prodotto un'allergia nei confronti di una cultura ecco recuperare il respiro dalla memoria storica e quindi recuperare autori che hanno detto anche cose maledette ma erano in un contesto di grandezza e vanno quindi letti e amati per la loro grandezza perché altrimenti dovremmo epurare dalla nostra memoria storica e culturale anche non so Caravaggio Wagner o o Shakespeare ecco e io direi
Meglio ecco valutarli e contestualizzarle in tutta la loro grandezza a proposito di Evora qui cito soltanto con riferimento diciamo pure che e vorrei diventato maestro soprattutto nel dopoguerra
Negli anni trenta era un autore aveva un suo seguito
Avuto anche diciamo circolazione a livello europeo ma il grande seguito anche di lettori militanti in qualche modo giovanili di Evola non sia soltanto nel dopoguerra
Quella che è stata un'infausta parentesi su razzismo si chiusa come una parentesi devo dire che in cinquanta sessanta anni di opere di di grande spessore di grande importanza di opere anche di diciamo di importazione di Autori e pensieri filoni di altre culture europee ecco quella quell'aspetto di Evola che resta negativo che io sottolineo come giustamente ricordava Mirelli nel Mirella come negativo
E e comunque una parentesi all'interno di una storia di una biografia letteraria culturale filosofica molto più ampia insomma
Un Autore che è stato pittore dadaista che è stato filosofo ed è stato poi pensatore della tradizione che ha scavato nella cultura esoterica e metafisica ecco non possiamo solo ridurre all'infelice
Produzione di un paio di libri che all'epoca vennero persino contestati dei razzisti perché si riteneva che Evola annacquasse razzismo nella sua visione spirituale mentre ai razzisti puri molti dei quali poi ovviamente passarono
Sul fronte dell'antirazzismo ma molti razzisti puri non tolleravano quel quel tipo di annacquamento spirito artistico di Evola ma qui entriamo diciamo in un'altra storia
E vero che questo libro qui torno ad Antonioli ha un'impronta inevitabilmente nostalgica
Nel senso che alla Nostalgia nei confronti di autori nei confronti di epoche in cui si leggeva e nei confronti anche di autori che hanno fatto esercizio di Nostalgia penso a Proust la potrei citarne molti altri
Anche borghese autori che hanno richiamato ora Nostalgia come una categoria fondativa dello spirito cioè come una passione per l'altrove il desiderio di una mancanza la voglia di colmare un vuoto e di ricondurre a memoria Autori pensieri esperienze racconti di vita che sono stati dimenticati quindi credo che questo faccia parte diciamo della di questo libro è un libro inevitabilmente nostalgico perché parlando di Cento Autori inevitabilmente si tocca la corda dalla Nostalgia
Ma ho anche fatto in extremis proprio a proposito di Cristina Campo un piccolo elogio dell'autore che non ha mai scritto libri che ovviamente un elogio ignoti perché se non gli avversari non ha scritto libri
Non lo conosciamo anche se qualche pezza d'appoggio Polillo citata uno di questi è per esempio Andrea Emo
Che è stato un grande pensatore ma che non ha pubblicato nulla in vita o quasi nulla
Ha pubblicato in realtà soltanto post mortem grazie all'interesse di alcuni Autori Massimo Donà Massimo Cacciari ed altri
E si sono scoperte quaranta mila pagine di pensiero di Filosofia questa sua visione tragica per cui era inutile pubblicare
Questa sua timidezza esistenziale metafisica che forse la stessa timidezza che ha portato Cristina Campo a trincerarsi dietro questo
Nome mascherato e dolce insomma e e probabilmente quello che caratterizza andremo che non a caso ebbe un carteggio con con Cristina Campo ecco cito anche qualche altro autore che ha pubblicato pochissimo o che ha pubblicato solo post mortem
Cito largo il rifiuto di pubblicare le poesie da parte di Emily Dickinson per esempio
Ma si potrebbe parlare della stessa Cristina Campo che parlando di sé dice che ha scritto poco perché in realtà pubblicò in vita solo due libri ma avrebbe voluto scrivere di meno
Ecco io che sono non Túrin continente mi vergogno quando sento presa mi vergogno perché mi sento di avere esagerato e di aver abusato insomma quest'anno cui ho avuto appunto un problema di incontinenza con l'uscita di due libri per un incrocio disdicevoli di editori
Ecco il senso però che io ho voluto dare appunto a questo
Mio libro è appunto quello di cercare di recuperare il piacere della lettura insomma e quindi è un inno ai libri un inno al libro cartaceo un libro agli aut un inno agli autori che hanno saputo contravvenire allo spirito del loro tempo quindi questo
E il senso del mio libro poi all'interno c'è ovviamente la mia biografia ci sono alcuni Autori che inevitabilmente portano verso un percorso che quello che ho fatto io e che con qualche approssimazione si può definire di cultura di destra
Ma è soltanto una delle tracce che io cerco di lasciare in questo libro
La traccia diciamo più cospicua e quella di difendere il piacere dello scritto anche dagli stessi autori che dalla loro incontinenza
E quasi la convinzione che alla fine Cento Autori con pongano il libro di un unico autore anonimo che l'autore degli Autori un po'un autore borghesi hanno che costituisce un po'la sintesi la cifra
Complessiva di tutti gli autori che sono qui citati una specie di libro unico di libro dei libri che diventa la sintesi universale dei saperi delle del delle sofferenze e dei dolori che le gioie che vengono in qualche modo rapportate riportate all'interno di questo libro quindi è un tentativo di restituire agli imperdonabili un po'di luce anche se molti di loro ne hanno già tantissima prima che si spenga l'interesse per il passato e prima che arrivi qualche mannaia del politicamente corretto a ritrovare una frase
Indecente ora Dini ce ora di Dante ora di di altri autori guardi se in ed è un gioco facile diciamo ma si possono trovare anche di autori che noi avremmo considerato assolutamente inappuntabili ecco in realtà sono tutti Autori imperdonabile quindi è un atto di perdono e gratitudine nei confronti loro a cui associo in questo caso un atto di gratitudine nei confronti di Mirella Serri di Antonio Gnoli anche il tuo ed era Dante per avere dato la possibilità di di presentare questo libro imperdonabile
Allora magari se c'è una battuta conclusiva di Antonio di Mirella così da chiudere questa serata
Prego Antonio
Ma io mi chiedo se
Mi chiedo se il
Questi autori che Veneziani ha trattato sono imperdonabili perché irregolari consoni regolari realtà perché partono come imperdonabili questo secondo me una cosa che mi viene in mente e mi viene in mente pensando poi a un po'è un percorso culturale che io ho fatto da da ragazzo di sinistra quindi da persona che ha che si è legato a una serie di i convincimenti ideologici culturali eccetera ma che come dire ha guardato al
Mondo culturale che gli si offriva che lì si parava di di fronte con la stessa libertà con cui avrei potuto di scegliere se andare a vedere un film piuttosto che un altro insomma cioè questi autori in buona sostanza che
E Veneziani
Ricostruisce come se fossero o un canone o un contro Carone diciamo di una di un certo tipo di cultura in realtà
Erano a disposizione di tutti quelli che avevano voglia e volontà di leggerli insomma questo secondo me la cosa straordinaria che forse non
C'è qualche problema
C'è qualche problema no penso di no no sento che si animavano nella nel chiacchiericcio insomma
E
Dico questo perché la non mi convince più oggi il discorso anziché mi sa un po'di retorica fatto del della sponda sbagliata insomma cioè quasi che ci sia stata una scelta in origine
Per cui una scelta presupponeva che altre scelte non potessero essere fatte o affrontate questo è valso fino a un certo punto della nostra vicenda culturale e storica
Oggi io credo che questa cosa non abbia più senso
Cioè la tua
Il tuo finale molto nostalgico da questo punto di vista cioè del della cosiddetta sponda sbagliata insomma
Ma in realtà non non c'è nessuna sponda sbagliata non c'è un un fiume che aveva due sponde con con personaggi che si affrontavano in maniera violenta non non credo non credo più insomma che questo sia
Parlavo prima di sdoganamento insomma beh lo sdoganamento c'è stato chi ha voglia di leggersi un un un libro che era apparso da dalla dalla Rusconi poi ripubblicato da Adelphi o da altre case editrici oggi lo può fare tranquillamente
Il punto vero è un altro che non essendoci più sponde diciamo culturali in realtà non c'è più come questo è questo mi sento di condividere lo pienamente
Non c'è non ci sono più gli stimoli per leggere certe cose non ci sono più come dire gli strumenti per leggere certe cose
E come se quel quel perimetro entro cui una certa figura di lettore insomma si avventurava dentro questi mondi tenda sempre più a restringersi tenda sempre più a ridimensionarsi e questo effettivamente il vero problema e questo ci consente però di dire due cose in conclusione perlomeno per quanto mi riguarda
Credo che ancora posso esistere la libertà di affrontare certi testi insomma questo è
Direi quasi fisiologico insomma necessarie
Al tempo stesso Milito mi mi mi rendo conto di quanto la affrontarli questi testi sia oggi diventato problematico ma per ragioni completamente diverse dal dalle istanze politiche ideologiche eccetera c'è oggi non si legge Nozzi leggete Mestre ma non si legge non perché era un teorico della della delle delle gerarchie precise non non si legge più di mesi il ma non perché come dire ha avuto i suoi trascorsi con con ho simpatie nei riguardi diciamo del del nazismo insomma non non non vi si legge perché non ci sono più gli strumenti e perché come dire questa cultura che oggi ci alcuni e Cicci accoglie una cultura che porta alla cecità questo è il punto vero alla cecità
Cioè noi siamo diventando Cecchi
E questo significa allora una cosa molto semplice insomma
Come nel Fahrenheit
Nel nel film di Truffaut insomma
Cioè come se
L'assenza di cultura l'assenza di ossigeno
Bruciasse tutte queste pagine cartacce
Perché in fondo sono pagine per noi sempre più inutili insomma allora riservarsi un un minimo di di di Dilbert a o di consistenza diciamo
E di resistenza questo secondo me è la cosa più più straordinaria che oggi si può fare
E mi pare che il libro di di Marcello Veneziani
Nel nel nella sua storia la sua come dire storia di formazione Fatah vada appunto in questa direzione
Grazie lei era la battuta finale Mirella Serri voglio dire che o veramente ci porta fuori dagli stereotipi quindi se vogliamo essere come dire liberi pensatori liberi battitori
Dobbiamo assolutamente confrontarci con questo libro io concordo con Antonio che oggi non ci sono le sponde giusto risponde sbagliate
Questo libro ci fa capire che siamo a volte vittime dita di stereotipi e legge allora ci fa veramente riflettere quindi direi che oggi è imperdonabile chi non è non lo compra e non lo legge e grazie
Grazie ad Antonio Gnoli Marcello Veneziani Mirella Serri buona serata quindi acquistato questo imperdonabili di Marcello Veneziani grazie