Roberto Ruffilli e il cittadino come arbitro: il nostro impegno

Bene buongiorno benvenuti grazie per questa presenza ringrazio molto gli amici che hanno accettato il nostro invito per ricordare un figlio oggi ringrazio molto della presenza il presidente Marcucci gli amici del Senato che c'erano raggiunti mi pare che sia una giornata interessante importante come scopriremo dalle relazioni di questi illustrissimi ospiti che abbiamo avremo molto materiale non solo per la memoria ma anche per il presente e quindi senz'altro do la parola ad Andrea il suo saluto introduttivo
Grazie Graziano anch'io un saluto a tutti momento importante quello che hanno voluto oggi i gruppi parlamentari del Partito Democratico abbiamo sentito come un dovere civile anche in settimane oggettivamente difficili come quelle che stiamo vivendo
Per ricordare il professor Ruffilli barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse nell'aprile di trent'anni fa
Abbiamo scelto di evidenziare fin dal titolo di questo nostro incontro una definizione che illumina il suo impegno di cittadino vi studioso di insegnante di credente laico e di uomo delle istituzioni il cittadino come arbitro
Che anche come tutti sanno il titolo di un suo importante saggio
Scritto vuol
Piero Alberto Capotosti saranno i relatori che ringrazio per aver raccolto l'invito dei gruppi parlamentari del partito democratico
Ad approfondire dire i diversi aspetti della personalità e del lavoro intellettuale istituzionale e politico di Roberto Ruffilli
Per quanto mi riguarda mi limiterò a sottolineare alcuni aspetti del suo impegno in particolare qui lavoro instancabile terrà rafforzare il circuito cittadini Parlamento governo politica l'assillo di Ruffilli fu quello di riuscire a restituire autorevolezza alle istituzioni intese come bene comune e restituire solidità lo Stato attraverso un riforme incisive a cominciare anche da quella elettorale
Con questo spirito si mosse senatore eletto come indipendente nelle liste democrazia cristiana nella Commissione Bozzi nel biennio ottantatré ottantacinque
La commissione presieduta dal deputato liberale Aldo Bozzi fu il primo organismo bicamerale appositamente creato venti deputati e altrettanti senatori più il presidente per affrontare il tema già all'epoca maturo delle modifiche della Carta costituzionale
Nella relazione finale di maggioranza il Parlamento nel gennaio del mille novecentottantacinque Bozzi evidenze i nodi ieri come oggi da sciogliere sulla forma di Stato e sulla forma di governo differenziazione del bicameralismo attraverso il principio del silenzio assenso per le leggi fiducia concessa al solo presidente del Consiglio riduzione del numero dei parlamentari interventi per rafforzare in libertà e diritti fondamentali
Tutela della salute e dell'ambiente e del patrimonio storico artistico fino a quelli per attuare gli articoli trentanove della Costituzione organizzazione sindacale e l'articolo quarantanove e democrazia Interna ai partiti
Come vedete
Temi di garante attualità
Ruffini nella Commissione Bozzi si spese molto in un lavoro di tessitura fra le divergenti opinioni dei partiti nella sua visione il problema principale da risolvere dall'incentivazione al ricambio della classe dirigente da qui la sua idea di legge elettorale fondata sul rapporto stringente tra consenso potere responsabilità un rapporto capace di rendere i cittadini arbitri nella scelta di governo attraverso un premio di maggioranza da assegnare acqua dizioni decise prima del voto tra i partiti
Per Ruffini cultura della coalizione significava ed è ancora un insegnamento utile costruzione di uno schieramento maggioritario fondato su programmi chiari ed attuare una volta al governo nella loro interi sa sono da allora passati diversi decenni ma l'esigenza del cittadino arbitro della scelta di governo resta molto molto attuale
Le elezioni servono a scegliere un governo a poter rimuovere un Governo trovo qui una contaminazione profonda con uno dei pilastri del pensiero liberale poppiera teorizzato il pregio della scelta del governo che non sta tanto nell'idea che si scelga l'opzione garantita come la migliore
Ma ed è qui il cuore della riflessione che si possa rimuovere un governo che si sia rivelato come peggiore e come non all'altezza delle esigenze del Paese e deve rappresentare una comunità nazionale
Nell'aia elaborazione nella pratica politica istituzionale Ruffilli cerco sempre di tenere unito unite di contemperare si potrebbe dire con linguaggio specifico due categorie spesso difficili da conciliare
La la presente danze la governabilità
Solo attraverso le riforme si può rigenerare la cittadinanza che altro non è se non il patto tra i cittadini e lo Stato quel patto sancito dalla nostra Costituzione
In questo modo il cittadino recupera la vocazione alla partecipazione partecipazione che può assumere
Molteplici forme l'associazionismo al volontariato il civismo all'attivismo politico e sindacale
L'ufficio che aveva chiaro molto chiaro che il sistema dei partiti emerso agli albori della Repubblica e che con la costituzione avevano fatto nascere la democrazia italiana mostrava già negli anni ottanta
Parliamo di molti anni fa segni di una crisi evidente e tendeva a sgretolarsi
Occorreva allora intervenire attraverso riforme capaci di restituire forza allo Stato e nuova dinamicità i partiti
La passione civile di Ruffilli insieme al suo acume di uomo di diritto e alla sua intelligenza politica ricorda ricordano a noi Democratici di grande valore e l'attualità di quelle sue proposte Pera accompagnare un cambiamento virtuoso delle nostre istituzioni
E il suo fermo convincimento che democrazia
Democrazia politica e democrazia sociale debbano essere sempre tenute insieme non può che essere anche la nostra convinzione perché purtroppo come ha scritto
Professor Ceccanti i nodi lasciati all'ore risolti buone leggi elettorali alcune riforme costituzionali coerenti connesse sono ancora oggi in larga parte gli stessi e quest'ultima considerazione non può non far tornare alla mente di molti di noi
Lo sforzo eccezionale da molti punti di vista il tentativo fatto nella scorsa legislatura per modernizzare la nostra Costituzione con l'ambizione di rendere lo Stato più autorevoli della nostra democrazia più forte
Credo che non possa essere il risultato molto negativo è chiaro del referendum del quattro dicembre due mila sedici a fine recedere dall'idea che a oltre trent'anni dalla commissione Bozzi di cui Ruffilli fu protagonista
Di riforme di sistema il nostro Paese abbia assoluto bisogno
Oggi come allora cambiare l'imperativo per riavvicinare i cittadini alle istituzioni con la consapevolezza dei rischi che si corrono laddove si scelga di non intervenire
La lezione di Ruffilli sui pericoli che corre la nostra democrazia è più che mai attuale perché le dispute infinite sul terreno delle riforme alla fine rischiano di trasformare quel terreno in una palude
Una palude o peggio
Sono le sue stesse parole una sorta di deserto dei Tartari dove si attende qualcosa che non succede mai
Ecco l'insegnamento che vogliamo ancora oggi tenere vivo è quello di coltivare il terreno del riformismo ed impegnarci come democratici hanno lasciato inaridire fino a trasformarlo in un deserto
Il riformismo vuol dire cambiamento anche nelle regole della democrazia anche cambiamento costituzionale anche cambiamento di noi stessi grazie
Grazie Andrea la parola adesso Pierluigi Castagnetti
Ma io sono un po'imbarazzato perché vedo
Presenti la cosa mi fa molto piacere delle persone che potrebbero parlare meglio di me di Bovo Ruffilli
Amici
Della lega democratica della democrazie cristiane ma soprattutto quel quegli amici che l'hanno conosciuta frequentato da vicino anch'io ma sono fra questi
E quindi cercherò di dire ma alcune cose
Su cui ho riflettuto in questi giorni
Ma parto dalla domanda che ci facciamo tutti perché
Le BR dieci anni dopo Moro
Se il cono Ruffilli come avversario
Le vie resta fin Silenzio hanno ripreso con un altro a personalità politica
Poi
Hanno scelto il filone dei laboristi dei giuslavoristi che fu anche quello veramente tragico penso a a Marco Biagi e D'Antona insomma no era un filone specifico da cui derivò anche da parte dello Stato un'attenzione
è una responsabilità di protezione particolare proprio per i lavori visti perché sembrava che questo fosse il filone scelto ma Ruffilli era un politico come era Moro
Ma non aveva la personalità la rappresentatività il loro ruolo che avevamo Oro nella situazione politica italiana degli anni settanta
Dieci anni dopo perché
E perché
Forse
Parto dalla risposta più banale più semplice forse perché in giro c'erano ancora troppi terroristi armati io ricordo che in una non convegno di come colazione di Moro in occasione del trentesimo anniversario Sergio Zavoli
Visse lo dice pubblicamente quindi lo posso riferire che
Dopo una registrazione di di quella serie de la notte della Repubblica
Con Moretti si è fermato a Moretti ricomporre chiederlo ma perché l'avete ammazzato Moro
Visto proprio il nove maggio sapendo che quella mattina era convocato una direzione della DC essendo annunciato una presa di posizione di Fanfani che forse avrebbe potuto aprire qualche cosa
Lui rispose in questo modo dicendo ma perché insomma se non l'avessimo ammazzato se l'avessimo riconsegnato vivo sarebbe stato il fallimento delle Brigate Rosse perché la sentenza che avevamo credo a cui dovevamo dare esecuzione era stata decisa votata dalla Rete dei militanti delle Brigate Rosse nel Paese
Una rete di militanti di ottocento persone
Mille novecentosettantotto c'erano ottocento brigatisti
E abbiamo avuto ragione perché dopo quella uccisione le adesioni sono arrivati a cinque mila quindi mille novecento sotto settantotto dopo
L'assassinio di Moro c'era un cinque mila terroristi in giro
E dunque una risposta può essere trovata ma anche semplicemente in questa constatazione perché c'erano troppi terroristi ancora in giro
Ma
Chi ha indicato l'obiettivo
Perché
Anche questo è un interrogativo che dobbiamo porci
Chi ha indicato l'obiettivo chi ha detto che stava svolgendo un ruolo importante ma ripeto non paragonabile a quello di morte
Di fianco a De Mita come consigliere di De Mita De Mita aveva diversi consiglieri come segretario del partito ma Ruffilli era il Consigliere era quello più presente si era siccome ho anche letto in Parlamento si dedicava totalmente al suo ruolo di di Consigliere di ufficiale di collegamento fra il Parlamento e la segreteria della Democrazia Cristiana
E forse
Se questa è stata anche una ragione ma chi ha indicato chi ha deciso perché Ruffilli è stato indicato nel documento delle Brigate rosse come il cervello pensante come un punto occhiate
Della strategia della democrazia cristiana
Ma insomma probabilmente eccedendo anche rispetto al ruolo effettivo di Ruffilli in quel momento
Comunque rimane questo interrogativo a cui è di e difficile dare risposta perché questo bersaglio
Eppure soggettivamente era una persona
Era figlio di operaio di un operaio
Per di più di sinistra
Era una persona che vissuta sempre in povertà se pagato gli studi con delega Morse di studio e quindi soggettivamente non era un rappresentante dell'imperialismo internazionale mondiale
Era una persona ma
Assolutamente soggettivamente non non colpi vivente da una strategia terroristica
Ora noi dobbiamo
Sapere che questo
Questa enorme a realtà del terrorismo
Ha fatto dell'Italia negli anni settanta
Un terreno di guerra
L'altro giorno il Corriere della Sera ha pubblicato la mappa delle stragi trecentosessanta vittime negli anni settanta
Ottantotto ammazzati dalle
Individualmente dalle Brigate Rosse ottantotto ottantotto
E decine forse centinaia di altri attentati perché allora
Chi ha vissuto quella stagione ricorda le gambizzazione erano moltissimi i dirigenti anche periferici perché non c'è una strategia per spaventare anche i quadri più modesti di ore un semplice consigliere comunale
Che mi ricordo che han quando hanno cominciato a sparare ai consiglieri comunali perché si è arrivati a questo livello ognuno di noi si sentiva indifeso e nello stesso tempo anche possibile bersaglio
Perché il problema è l'obiettivo era quello di creare una condizione di panico nel ceto politico del Paese ceto politico del Paese
Ma voglio voluto ricordare questi dati perché
Non riusciamo a capire gli anni Settanta se prescindiamo anche la questa realtà che era una realtà fatta di di militanti Milli militarizzati
E armati e armati
Che nel paese hanno creato sicuramente una stagione
Imprevedibile assolutamente unica che non ha paragone con altre realtà gli altri paesi
All'interno di questa strategia io inserisco l'uccisione di Ruffilli
Più che per l'importanza del suo ruolo che fu la motivazione
Enunciata
Il suo ruolo era importante ma non era neanche il più importante
All'interno della democrazia di cristiana di quel momento
Eppure è stato scelto lui lo dico perché il sentimento
Di di di di grande dolore che ha preso soprattutto gli amici ma che ha preso tutto il sistema politico
Ricordo di quel periodo o dei ricordi piuttosto vivi si sommano perché anch'io sì così come sono della stessa regione credo di essere stato uno dei primi ad arrivare quel sabato pomeriggio del sedici aprile a Forlì
Però ripeto siamo rimasti oltre che addolorati anche sorprese
Credo che qua insomma Bruno Tabacci possa confermare una valutazione di questo tipo perché ecco perché l'Ulivo
E questa domanda secondo me ancora non ha una risposta
No forse ho peccato di ingenerosità nelle ridurre il ruolo politico di Ruffilli ma era il ruolo che obiettivamente gli riconoscevamo tutti insomma no
Era importante ma non era decisivo nella strategia
E neppure nell'elaborazione del pensiero di quel momento di riforma
Che pure c'è stato perché Ruffilli ha lavorato molto e ha prodotto molto
Andrea ha già ha fatto riferimento ad alcuni elementi importanti del suo pensiero
Riformista
Ha scritto scritto molto insomma noi sappiamo quel pensiero un pensiero che ha una certa conserva una certa fallita
E teniamo conto che un pensiero pensato trent'anni fa insomma ecco in un clima diverso insomma
Lui è stato sicuramente uno strumento di una strategia politica che ha riguardato
I disegni riformisti degli anni ottanta
C'è un nota intervista di De Mita
A Scalfaro in cui diceva sostanzialmente
Che in quel periodo c'era una sfida lanciata dal Partito socialista di Craxi
Una idea di riforma un progetto di riforma istituzionale e costituzionale piuttosto ambizioso
E che la democrazia cristiana ha raccolto quella di quella sfida
Mentre il Partito comunista non ha voluto partecipare
Non aveva raccolto quella sfida
Si è chiamato fuori
E il dibattito era un dibattito in effetti fra il Partito socialista e la democrazia cristiana che si inseriva in quel contesto di conflittualità fra Craxi e De Mita ma che aveva assunto le vesti
Di progetti che si confrontavano all'interno della Commissione Bossi si sono confrontati all'interno della Commissione Bozzi e si sono confrontati anche nel programma con cui De Mita
Stava presentandosi al Parlamento come presidente del Consiglio
Una parte della parte che riguardava la riforma delle istituzioni di quel programma l'aveva scritta appunto
Bobo Ruffilli
Allora adesso dico qualche cosa sulla personalità di Bobo Ruffilli
Era una persona di di spessore intellettuale significativo sia chiaro e
Anche se ridotto da questo suo atteggiamento
Caratterialmente bonario giocoso scherzava sempre insomma no
L'altro giorno a Bologna Panebianco ha detto ricordo quando è entrato per la prima volta nel Senato accademico e si è rivolto a noi che avevamo già lì sono con erano già più anziani di lui
Salutando i colleghi
Dicendo saluto l'erede rende cattedre non so come avrei potuto Conf mettere assieme queste per dire che scherzava sempre insomma era molto uno era un tipo simpaticissimo somma con cui si stanno insieme
Molto volentieri io ho dei ricordi gli straordinari soprattutto delle serate che si passava assieme noi che eravamo provinciali lui si definiva intenzionalmente intellettuale di provincia
Ma ricordo a me è capitato ero giovane parlamentare
Di partecipare a delle cene con Luís Andreatta
Scoppola leopoldo Elia
Erano occasione di grande divertimento
Ma anche per un giovane come me di di occasioni straordinarie insomma ecco di apprendimento
E in quel gruppo
Chi tirava il discorso che guidava il discorso anche delle riforme istituzionali era Andreatta
Che era oggettivamente il politico più innovativo che aveva la democrazia cristiana
è un economista
Ma anche sulle riforme istituzionali era Andreatta che che tirava i discorsi che riportava avanti sempre con il cuore oltre l'ostacolo
Mentre invece Ruffilli cercava di mediare le posizioni un po'radicali di Andreatta che aveva fretta di
Cambiare il nostro sistema di orientarono verso i modelli né anglosassoni insomma come è noto Andreatta
Aveva in testa questa idea si di riforma di riforme economiche e finanziarie sia di riforme istituzionali modello a cui faceva riferimento era questo
Ruffilli faccia fatica a contenere
La personalità dirompente straripante di di Andreatta che una ne diceva e due ne pensava contemporaneamente sempre così insomma no
Andreatta era stato consigliere
Di di Moro quando Moro era presidente del Consiglio dieci anni prima
Ma e il ruolo di
Leopoldo Elia
E Ruffilli li ricordo come ruoli di contenimento delle spinte di Andreatta e di traduzione in in proposta concreta per cui chi
Scriveva il testo finale era poi Ruffilli
E quindi le posizioni di Ruffilli io le definisco posizioni espressione di un gruppo
Di un gruppo di intellettuali disorganici come si definivano loro per contrapporsi al all'immagine dell'intellettuale organico di intellettuali disorganici
Quanto qualche volta si scherzava con un filmato che sei di che cosa sei competenti io sono onnisciente
Perché sono storico perché ho una cultura istituzionali lista perché mi intendo anche di Sociologia e perché sono anche un politologo quindi io sono onnisciente nel rispetto a questi qua che sanno solo poche cose questo per per per alleggerire un po'insomma ecco l'immagine che sto dando di Ruffilli
E
Appunto le posizioni di Ruffilli io voglio sempre considerate come espressione di una volontà di un gruppo di intellettuali di pensatori che in quegli anni hanno avuto un ruolo importante perché avevano in mente di riformare il sistema e di riformare il partito
Non solo il partito come per modello è che l'articolo quarantanove ma il partito concreto della democrazia cristiana
Avevano delle idee
Ma veramente
Molto innovative
Che a mio avviso potrebbero essere riprese anche nel dibattito che
Si è aperto si sta aprendo all'interno del partito democratico visto che il Partito Democratico che promuove questo incontro credo che sia alla ricerca di qualche idea lì
Ecco in quel nucleo di pensiero c'è materiale che è utile anche oggi perché era un pensiero molto molto innovativo insomma
E quindi avevano l'ambizione di cambiare l'Italia ovviamente cambiare anche i patti il sistema dei partiti e il partito della Democrazia cristiana nella fattispecie che consideravano
Culturalmente datato
Pensato in un'altra stagione politica
E non più adeguato a a capire un Paese che giallo-oro era molto cambiato
E un Paese che non si sentiva più siamo a trent'anni fa rappresentato
Ecco questo è il problema con cui si è voluto misurare Ruffilli
Non si sentiva rappresentato nel suo cambiamento
Questo era l'assillo di Moro prima che di Ruffilli ma Ruffilli ha cercato di interpretare il pensiero di Moro
Dobbiamo tener conto che Ruffilli aveva un assillo riteneva che la democrazia cristiana avesse dimenticato Moro
E
Lui si è posto l'obiettivo di recuperare il pensiero di Moro
E in un qualche modo anche le proposte di riforma che lui ha fatto erano nella direzione pensata da Moro anche se non articolata come farà con precisione Puy luci stesso Ruffilli
Ma l'idea era quella di RAI di di recuperare quel pensiero il pensiero del pensiero era quello che riguardava la necessità per il sistema politico di dare rappresentanza a questo Paese che non si riconosceva più
Dei partiti tradizionali
Che aveva dimostrato di non essere più interessato a partecipare alla vita dei partiti
E dunque bisognava anche l'idea del cittadino come arbitro
Era l'idea di mettere al centro cittadino che vuol dire dare rappresentanza al cittadino
E dunque l'obiettivo era quello di dare potere al cittadino nel senso che i partiti se non presi troppo potere bisognava restituire al cittadino il potere
E dunque anche il potere di scegliere il governo la maggioranza di governo e la prima volta che si pensano delle riforme con l'obiettivo non solo di favorire anche quello elettorale
Un partito il il partito vincitore ma il partito non incito ore assieme alla maggioranza alla coalizione
Ed è la prima volta che entra nel dibattito delle riforme istituzionali e della riforma elettorale il tema della possibilità che il cittadino possono possono seguire il Governo
Che li dovrà governare
E
In questo senso insomma poi lui
Farà dei discorsi molto seri insomma di riforma dell'articolo quarantanove che ancora sono discorsi ancora da attuare insomma aspettano ancora di essere attuali
Allora forse c'erano le condizioni per attuarla
C'erano condizioni evidenti perché il sistema si stava sempre più fiacche endo e stava esaurendo sì
Quando è arrivata a Tangentopoli pochissimi anni dopo
Il sistema è imploso esploso scegliete voi
Quale immagine
Ma è un sistema che non reggeva più
Perché si capiva che era in crisi la rappresentanza del Paese
Degli elettori
E i cittadini sentivano distante il sistema politico il problema era quello di riavvicinare il sistema politico ai cittadini e di restituire loro il maltolto il maltolto era il potere
Il potere il potere politico insomma non quindi la sovranità restituire la sovranità Luís
Farà spesso dei discorsi di questo genere
Ruffini si era laureato con con Miglio
Però sempre avuto con il pensiero di Miglio un atteggiamento abbastanza critico
Però sulla necessità di rafforzare il potere esecutivo ed è lo stesso tempo di rafforzare ma la rappresentanza contestualmente
Tant'è che dirà a un certo momento è inevitabile che la politica continui sulla strada della personalizzazione e questo non è un male in sé ma dobbiamo preparare questo percorso con dei bilanciamenti per cui non si possa mai
Arrivare a un momento in cui è il plebiscito arrivismo che governa niente contro la personalizzazione della politica tutto contro la deriva plebiscitaria e dunque dobbiamo attrezzarci con una serie di istituti che bilancino la personalizzazione inevitabile della politica già allora si alludeva non c'erano ancora il socio che ci sono oggi c'era la televisione la bastava per dire che
Il formatore dell'opinione pubblica non era più il partito ma era appunto il mezzo con il mezzo televisivo in primo luogo in primo luogo
E dunque ecco bisognava lavorare su questi temi in questo secondo me ha anticipato molti temi che poi sono sono emersi anche in seguito ma per fare questo c'era bisogno di coinvolgere tutte le forze popolari
Per cui parlerà di compromesso costituzionale
Perché non si può modificare il sistema senza il coinvolgimento di tutte le forze almeno quelle più rappresentative quelle più grosse quelle popolari lui si esprimeva proprio in questi termini
Con un nuovo compromesso costituzionale che evocava a sua volta quel patto costituzionale che vent'anni prima De Mita a Firenze lancio come sfida
Mettendo in crisi la democrazia cristiana perché era una proposta molto ardita e ponendo un problema al maggior partito dell'opposizione
Lui riprende il discorso del patto costituzionale come definizione più precisa del del riprende il discorso del compromesso costituzionale come definizione più precisa del patto costituzionale
Di cui aveva parlato ripeto vent'anni prima De Mita quindi lui riprende dei discorsi
Di Moro è il consigliere di De Mita e quindi scrive dei discorsi che che debbono essere possono e debbono essere condivisi anche del segretario dal segretario della del suo partito
Ma insomma c'era una carica di innovazione una volontà di rinnovazione molto molto determinata insomma
Dunque per me Ruffilli è stato
Veramente è un innovatore nella politica italiana anche se ripeto non era il motore come lo era stato Moro obiettivamente nessun altro era motore come lo era stato modo insomma
Però anche le personalità torno cui si costruisce la storia hanno bisogno di apporti
Di competenze specifiche
Piuttosto raffinati e sicuramente Roberto Ruffilli era una delle persone che si sentiva vocata a fare questo lavoro
Sapendo che tra l'altro avendo una confidenza cioè una competenza in materia istituzionale straordinaria perché tutte le le pubblicazioni con cui è andato incaricato devono a che fare con la storia delle istituzioni e quindi era uno storico contemporanei ma era soprattutto uno storico istituirle è un comparati vista
Istituzionale straordinario perché ripeto tutte le pubblicazioni no ai consigli beh ci riferiamo al cittadino come arbitro ma insomma prima ha scritto una serie di lavori
Che testimoniano
Non era assolutamente impreparato quando è arrivato nella Commissione Bozzi aveva un suo bagaglio di competenze che gli è servito per giocare quel ruolo che sappiamo nella Commissione Bozzi
E quando Spadolini gli ha intestato una sala alla no gli ha dedicato volume
Relativo alla pubblicazione degli atti insomma della commissione della commissione Bozzi gli riconosce questo ruolo che ha avuto all'interno ecco della
Commissione che è stato un ruolo veramente straordinario ma anche lui era in compagnia non di costituzionalisti non voglio adesso alla parola Marco rivetti non voglio assolutamente ridurre il ruolo dei costituzionalisti tengo fissato
Stefano
Però insomma c'erano Scoppola e c'era Andreatta c'erano cioè delle persone che erano lì con l'obiettivo di tenerlo a carico e di tenerlo di garantirgli una legittimazione cosa che ha avuto tante che sarà il capogruppo della delegazione della democrazia cristiana in quella prese Commissione
Che era andata molto avanti
Ma anche la proposta che era stata approvata solo al Senato di riforma
Poi dopo c'è stata la fine della legislatura e quindi è stata riproposta
E di quella riforma era una riforma che già prevedeva che
Non si potesse passare dalla dalla da votazione cioè dalla parità di competenze delle due Camere ma c'era l'esigenza di anche qui di evitare le navette di dire che la fiducia doveva essere assegnata solo da una camera addirittura aveva ipotizzato che la fiducia venisse data solo al capo del governo insomma per irrobustire nella la figura e il ruolo insomma anche questa questa proposta di riforma che va a molto avanzata ecco per quei tempi
Ripeto decaduta perché è finita la legislatura
Il relatore di quella riforma era leopoldo Elia e leopoldo Elia nella relazione conclusiva
Dette atto a Ruffini di essere stato lui il pensatore di questo disegno che era un disegno veramente innovativo
Grazie
La parola Marco Olivetti prego molte grazie anche per l'invito a partecipare a questa riflessione io non ho ne una storia di consuetudine personale con gruppi linea un'esperienza politica
Diretta per cui da
Studioso del diritto costituzionale in particolare del tema delle riforme
Cercherei di ragionare su tre punti il primo che Just del resto stato ampiamente inquadrato da dal presidente Castagnetti eh collocare bene cronologicamente
Ruffilli nel quadro del dibattito sulle riforme costituzionali il secondo e
Collocarlo dal punto di vista dell'approccio alle questioni e il terzo è qualche cenno ad alcune questioni di
Di contenuto tra le sue proposta i suoi interventi raccolti
Soprattutto con in questi due volumi dell'Arel il che dimostra ancora una volta l'intera la sinergia per usare un termine non piace molto ma che rende bene l'idea dell'interazione tra i diversi centri di riflessione esistenti già all'epoca oltre che negli atti della ovviamente la Commissione Bozzi il primo punto è questo
Se noi guardiamo alla storia costituzionale nel nostro Paese
Quella post bellica a mio avviso presento un paradosso se la compariamo con la storia costituzionale degli altri paesi simili europei i principali ed è quella che
Dalla fine degli anni settanta inizio degli anni ottanta
E come se questa storia costituzionale avesse due binari paralleli che occasionalmente si incontrano o e si divaricano di nuovo e che sono da un lato quella storia costi dalle propriamente detta cioè l'evoluzione delle istituzioni il Parlamento il Governo il sistema dei partiti eccetera
Ma dall'altro il dibattito sulle riforme costituzionali io credo che non ci sia Stefano che è qui e che un comparatista ben più raffinato lime un'altra esperienza costituzionale contemporanea nella quale l'assetto istituzionale complessivo è stato così discusso così a lungo non tanto in astratto da tanto e non solo in astratto dagli studiosi ma quanto dalle forze politiche organizzati in varie sedi come le numerose commissioni
Bicamerali che fanno parte della nostra storia e al tempo stesso sottolineo anche però senza che esista un dissenso sul modello fondamentale di Stato e quindi all'interno paradossalmente di un consenso sui pilastri fondamentali della Costituzione per semplificare brutalmente una questione che più complessa la distinzione tra prima
E seconda parte della della carta costituzionale
Quindi dunque una storia a doppio binario questo secondo binario il binario delle riforme costituzionali
A a mio avviso anche quella non è una storia che può essere trattata come un materiale omogeneo il fatto che sempre si parli di riforma della Costituzione non vuol dire che si sta parlando sempre le stesse cose
E anche per questo è importante collocare profili è esattamente nel suo contesto io proverei almeno senza poterlo ovviamente motivare nei quindici minuti che ho a disposizione
A sostenere che esistono tre grandi fasi in questo percorso di questo complesso dibattito sulle riforme istituzionali Bonfigli è pienamente parte è uno dei pilastri della prima fase
Che inizia con la ottava legislatura o forse proprio con la Nona quella in cui opera la Commissione Bozzi ma già nella Commissione precedente
Due comitati comitato comitato Rizzi Bonifacio comitato Bubbiano operato per avviare il dibattito sulle riforme ecco e si conclude verosimilmente si può dire che si concluda con le riforme elettorali del mille novecentonovantatré e con le elezioni del mille novecentonovantaquattro direi è una fase in del tutto interno al sistema dei partiti uscito la nasconda guerra mondiale
Ed è una fase nella quale mi sembra che pur iniziando sì a ragionare non di specifiche e puntuali modifiche della Costituzione che si erano avute del resto anche nel trentennio postbellico ma di un riassetto come dice spesso Ruffilli in vari interventi di sistema ci si muove ancora all'interno del calco del calco costituzionale tanto per prendere la questione più importante con l'eccezione della proposta
Semi presidenzialista o presidenzialista formulata da Craxi ed amato negli anni ottanta un po'per imitare
L'evoluzione la la l'alternanza che si era realizzata attraverso quelle istituzioni in Francia nel mille novecentottantuno con l'eccezione di questa proposta quasi tutte le
Le proposte di riforma costituzionale e incluse le idee di Ruffilli nella Commissione Bozzi e in questi due volumi parlò di riassetto di rimodulazione di ulteriore razionalizzazione della forma di governo parlamentare e gran parte delle rifiuta delle riforme soprattutto questa poi la posizione di Ruffilli escludono anche riforme elettorali radicali come quelle
Volte ad introdurre il sistema francese o il sistema inglese insomma il collegio uninominale a turno unico
Ho a doppio turno invece lo scenario e mi limito a pochi cenni su questo cambia radicalmente nel né i dodici anni tra il novantaquattro e due mila sei per me c'è un momento simbolico che una conferenza stampa che fanno Fini Bossi e Berlusconi il primo aprile del mille novecentonovantaquattro quattro giorni dopo le elezioni politiche del ventisette ventotto marzo nel quale enunciano l'obiettivo di una Repubblica presidenziale e federale
Anche qui non si mira a toccare la prima parte della Costituzione ma si delinea un'architettura costituzionale completamente diverse non è un caso che la reazione sia Doss ritorno di Dossetti
Insomma tutto quello che è seguito a quella a quella vicenda
E si aprono dodici anni nei quali a mio avviso spesso la questione delle riforme è dislocata lungo la distinzione centrodestra centrosinistra e e la globalità dei progetti di riforma in particolare
Quello della Bicamerale D'Alema ma anche quello sottoposto a referendum nel due mila sei investe nel complesso secondo me il modello di costituzione uscito dalla dalla dalla sembra così quante pur riconoscendosi dentro il quadro comune
Rappresentato dalla prima parte della Costituzione e poi c'è una terza fase quella nella quale in un modo o nell'altro ci troviamo ancora che si apre dopo il referendum del due mila sei con la bozza Violante nel due mila sette
E poi si sviluppa fino ai progetti di riforma della scorsa legislatura che malgrado alcune presentazioni in termini radicali a mio avviso rappresenta un ritorno alla al allora allora adottarli della manutenzione sia pure una manutenzione straordinaria come quando si rifà
L'impianto complessivo di un appartamento che si è lasciato fuori prescritti si è rinunciato a ristrutturare per un po'di tempo no una ma che intenzione straordinaria dell'impianto costituzionale quindi oggi nel ritornare su questo tema secondo me si deve tenere conto gli ovviamente se una brutale semplificazione questa articolazione in tre fasi
Ed è anche alcuni aspetti passati forse possono forse anche essere contestati
Ne profili va collocato fino in fondo nella prima fase e nella diremmo forse nella prima parte di quella prima fase prima che dopo la sua morte
Si sviluppi la questione che porterà il referendum che saranno la via attraverso la quale alcune riforme verranno poi effettivamente realizzate secondo punto ovviamente l'questo enorme dibattito italiano sulle riforme istituzionale che ha già prodotto oltre ad alcuni risultati concreti perché alcune parti alcuni riforme sono state realizzate arrangia Proto biblioteche direi oltre a
Atti proposte di riforma Cosima di ogni tipo naturalmente le questioni potrebbero essere diciamo il clivaggio interni le linee di frattura potrebbero essere individuate sui singoli temi
Io vorrei però preporre due linee distinzione che riguardano un po'il metodo che secondo me sono quella tra conservatori e innovatori
Che a riguardo al se cambiare ma anche all'intensità del cambiamento e quella tragga dualistica rivoluzionari che a riguardo
All'ampiezza all'estensione alla globalità e al modo del cambiamento perché a mio avviso io collocherei Ruffilli nella categoria degli innovatori graduali Street quindi di coloro che
Ritengono che gli interventi molti dei quali già Pierluigi Castagnetti ha fatto riferimento siano quanto mai necessari per una serie di ragioni che dipendono innanzitutto la la trasformazione mai intervenuta
Della società italiana nel nel trentennio quarantennio precedente e dalla modificazione sia del sistema dei partiti che delle istituzioni ma che questo percorso debba essere sorretto dal consenso e gradualità
In più testi tra quelli pubblicati in questi volumi la gradualità del percorso e la sua natura consensuale sono sottolineati mi sembra che qui abbia un peso anche il suo mestiere di storico
Non essendo punto uno studioso di diritto positivo c'è un un approccio storici si con le riforme io accomunerei a Ruffilli che conosco o meno la figura di Elia che conosco un po'meglio
Dal punto di vista del metodo nell'approccio a questo problema quindi gradualità radicata nel no la lettura storici Istica di questi processi e
E consenso ricerca del consenso come come metodo
Il collegamento con egli è con Moro io lo vedo anche da un altro punto di vista mi sembra che per Ruffilli come per Elia la riforma costituzionale sia possibile dopo dopo una o con le l'esaurimento di un percorso e in vista di un altro evento il percorso che si era probabilmente esaurito alla fine degli anni settanta con la morte di Moro era la dinamica del del del della riforma costituzionale non attraverso il cambiamento delle delle regole ma attraverso l'allargamento della maggioranza dal centrismo centrosinistra la solidarietà nazionale
Che serviva in qualche modo a ricostituzione a rizzare delle forze che pure erano parti del proprio del patto fondativo della Costituzione ma che erano state se vogliamo un po'spiazzate dall'occidentalizzazione la Costituzione che si era compiuta con la NATO e con le Comunità europea e dall'altro il secondo
In diciamo loro intervento che che che che traspare come possibile ma che non si era ancora il tutto compiuto nel momento in cui Ruffilli scrive e il superamento di quello che li ha chiamava la conventio ad excludendum
Tutte le proposte di riforma due due due maggiorato e coalizioni tra loro alternative si muovono nell'idea sul sul sul nella prospettiva che tutte e due le coalizioni siano legittimate ad accedere al Governo e possono alternarsi al governo e questo essendo detto da un dal responsabile per le istituzioni e la democrazia cristiana era il principale consigliere del segretario della democrazia che sale di quegli anni era ovviamente
Un dato molto significativo quindi l'orizzonte della democrazia dell'alternanza
Sia pure realizzata attraverso ritocchi incrementali al al sia sistema politico come prima diceva che Pierluigi Castagnetti sia ad alcune regole elettorali e costituzionali
Venendo ai contenuti sui quali Saro mi limiterò ad alcuni cenni mi sembra che ero figlio dieci si è più tutti utile guardandosi in maniera un po'gretta utili pianistica suo pensiero più utile nell'ottica del metodo che delle singole proposte per le singole proposte alcune interessanti se non di stretta attualità
Mi mi è piaciuto proprio per collegarla qualcosa che diceva il presidente Mattarella l'altro giorno citando e Inaudi la la sottolineatura dell'importanza del controllo sulla copertura finanziaria delle leggi ex articolo settantaquattro ottantuno la costituzione e quindi non escludo che ci siano singole questioni sulle quali c'è una diretta attualità di specifici problemi Daloui Daloui sollevati ma su altre questioni mi sembra che pop verrà i più una seconda in attualità come a volte accade no alcune persone che hanno lavorato in un tempo diverso di esponesse il secondo per il modo in cui pongo riporre mi più che per tre soluzioni specifiche che propongono per esempio quelle su bicameralismo mi sembrano tipicamente di quegli anni e forse non riproducibili oggi però ecco io mi son fatto Bruno schemetto no i punti del centrali del ragionamento
Nell'introduzione al cittadino come arbitro non una nuova repubblica ma un ulteriore sviluppo di quella esistente
Le ragioni delle riforme stanno nella crisi del sistema dei partiti e delle istituzioni da un lato e nelle trasformazioni della società con la conseguenza come diceva prima
Castagnetti che di un Paese che non sente più rappresentato Noah riforme partigiane vantaggiose per questo o per quel partito forse qualche lezione da qui si può prendere per l'ottica in cui muoversi sia riforme sistemiche
No ad un'altra forma di governo né semipresidenziale ma neanche
Assembleare non dimentichiamo che nella difesa del governo parlamentare da parte di una Dellas della sinistra il partito comunista c'era una concezione assembleare del del regime parlamentare
E poi quest'idea del cittadino come aree come arbitro
Per consentire all'elettore
La scelta della coalizione di governo dei relativi programmi anche delle delle persone che governeranno quindi ruolo chiave
Della riforma elettorale con la finalità di generale un vincolo Prele Tora le di coalizione qui io torno che trovo che di nuovo ci siano dei margini di attualità
Concludendo mi sembra che una preoccupazione costante di di Ruffini sia quella che Bobbio chiamava la necessità di guardare alle istituzioni sempre da due prospettive complementari una e guardarle ex parte principi e l'altra il guardarle Sparta e popoli traguardare dal punto di vista della funzionalità interna delle istituzioni e anche delle esigenze dei partiti che compongono il sistema oppure guardarle
Dal punto di vista dei governanti dei cittadini ex parte ex parte popolino mi sembra che per esempio anche nel modo in cui nella seduta del del di nove febbraio nell'ottantaquattro un momento drammatico era appena morto il vicepresidente
Della Bicamerale Aldo Sandulli uno dei più grandi amministrativisti italiani nel ricordarlo Luís Ruffilli dice egli ci ha insegnato come sia indispensabile
Intervenire in campo istituzionale sulla base una visione sistematica sulla base del richiamo l'intero disegno costituzionale e con la valorizzazione del perno ultimo del medesimo la persona umana il cittadino i suoi diritti e sui doveri e in fondo è
Nient'altro che la lezione imperitura della nostra carta costituzionale
Vi ringrazio
Grazie prossimo Olivetti Walter Veltroni
Ma poche volte
Le Brigate Rosse hanno detto la verità su quello che hanno combinato a questo Paese
Nel caso dell'assassinio
Orrendo di Roberto Ruffilli perché qui
Giustamente non si sono ricordati i dettagli di quella giornata ma due brigatisti vestiti da postini suonano alla porta del senatore Ruffilli
Entravo dentro la sua casa lo fanno inginocchiare a terra e lo uccide
Un'esecuzione che ricorda
Altri momenti della storia italiana
Ma raramente dicevo le Brigate Rosse hanno detto la verità
Sicuramente non l'hanno detta sul caso Moro e su tante altre circostanze nel caso dell'omicidio di Roberto Ruffilli hanno detto le ragioni per le quali lo hanno fatto lo hanno detto nel loro volantino
Nel volantino si dice che l'ossatura del progetto politico di Ruffilli e di De Mita era apro virgolette
Imperniata sulla formazione di coalizioni
Che si possono alternare alla guida del governo alla guida del governo dandogli un carattere di forte stabilità
Una maggioranza forte di un esecutivo stabile in grado di garantire da un lato risposte in tempo reale movimenti dell'economia dall'altro decisioni consone all'instabilità del quadro politico internazionale
L'obiettivo era secondo le BR quello di una democrazia governante
Le Brigate Rosse avevano scelto come avevano fatto dieci anni prima il loro obiettivo con precisione chirurgica la domanda che Pierluigi Castagnetti ha fatto chi ha indicato spesso la manovalanza delle Brigate Rosse non sembrava essere diciamo particolarmente attenta alla qualità del dibattito politico istituzionale e culturale istituzione chi ha indicato alle Brigate Rosse l'obiettivo di Roberto Ruffilli a una domanda
Che ancora rimane senza risposta però l'intenzione era chiara
Ed è la stessa intenzione di dieci anni prima
Il numero lotto i cinquanta equa la anzi quaranta i trent'anni
Ci consentono di mettere su un unico filo
La morte di Aldo Moro e quella di Roberto Ruffilli
In questi giorni si è parlato molto dalla morte di Moro
Io
Rimango dell'opinione che la morte di Aldo Moro sia stata provocata da un rapimento delle Brigate Rosse e poi dalla uccisione del presidente della Democrazia Cristiana non so dire sicuramente le cose sono più complesse di come sono state raccontate
Se sappiamo tutto della procedura materiale di quello che è accaduto
E
Nel richiamo che è stato fatto prima da Castagnetti a ciò che Moretti ha riferito a Sergio Zavoli manca una parte
Le Brigate rosse sono state sconfitte non c'è alcun dubbio
Non esistono più speriamo non esistano più
Ma il disegno politico di coloro che hanno voluto colpire Aldo Moro prima e Roberto Ruffilli dopo è stato sconfitto
O invece quel disegno politico che era con l'omicidio di Moro la stabilizzazione
Della vita politica italiana lungo un certo forse con l'omicidio di Ruffilli il colpo
All'idea della democrazia governante nascono esattamente dalla stessa obiettivo strategico
Che a rendere la democrazia italiana debole
Fragile
Instabile
Chi vuole destrutturare la democrazia deve lavorare essenzialmente sulla messa in discussione di ciò che rende la democrazia agli occhi dei cittadini utile e cioè la sua capacità di governare di fornire risposte
Moro
è morto perché era andato oltre gli alta
è evidente poi la storia si incaricherà di anche alcuni brigatisti col tempo diranno questa verità
E i brigatisti chiamano chiamavano i simboli anche Ruffilli viene ucciso qualche giorno dopo la formazione del governo De Mita
I brigatisti rapiscono morì il giorno dalla formazione del primo governo con il piccino maggioranze lo uccidono lasciando il suo corpo a metà strada tra la Democrazia Cristiana il Partito Comunista non credo che ci volesse molto di più per far capire quale fosse l'intenzione politica delle Brigate Rosse e con le Brigate Rosse di coloro i quali hanno lasciato morire Aldo Moro che non sono solo le Brigate Rosse
L'obiettivo è lo stesso
Moro e Berlinguer per la sua parte avevano in testa l'idea di una nuova fase della storia democratica di questo Paese
E in Moro questo compare persino esplicitamente questa nuova fase avrebbe dovuto portare attraverso il passaggio da una legittimazione reciproca ad una democrazia dell'alternanza
Il compromesso storico per Berlinguer la solidarietà nazionale per Moro veniva vista come nel mondo separato Yalta una fase di legittimazione reciproca al termine della quale la democrazia italiana si sarebbe sbloccata
Finalmente ci sarebbe stata un'alternanza
E quindi l'idea di una democrazia forte
Di una democrazia con solide basi di consenso politiche istituzionali ed elettorali che è esattamente lo stesso progetto al quale lavorava Roberto Ruffilli
Quel meraviglioso tesoro di storia italiana che è radio radicale
Ha consentito a me in questi giorni di riascoltare alcuni discorsi di Ruffilli
Ho sentito un discorso li fece ad un convegno del Partito socialista
Dedicato al tema dalla riforma istituzionale tema al quale il gruppo dirigente socialista aveva mostrato una grande attenzione e poi un intervento di Ruffilli quando la democrazia cristiana si preparava alle elezioni del mille novecentottantasette
Lo filiera esplicito naturalmente ha detto giustamente presso l'Olivetti era un uomo sapiente era dentro la politica e quindi diciamo era un gradualismo però il senso di marcia
Del suo cammino e la Raggio
Jeune per la quale questo cammino è stato interrotto perché Ruffilli voleva arrivare ad una democrazia governante
E riteneva che necessaria per una democrazia governante fossero delle riforme fondate su
Pochi chiari principi
Il primo era l'idea di un sistema maggioritario Ruffilli parlava di un doppio voto il voto al partito il voto alla coalizione
Immaginando diversamente dalla storia dei cinquantenni prenderebbe il cinquantennio precedente
Che le coalizioni si formassero nel momento del voto e non dopo il voto guardate che per la democrazia cristiana e questo era una rivoluzione clamorosa perché la forza della democrazia cristiana stava nella sua capacità di costruzione del consenso dopo il risultato elettorale
E invece per Ruffilli questo va spostato nelle mani degli elettori
Con il doppio voto il partito e la coalizione
Secondo
Un bilanciamento dei poteri
Ruffilli teoricamente non escludeva nessuna delle soluzioni compreso il presidenzialismo che non considerava una bestemmia esistono sistemi presidenziali in paesi assolutamente democratici
Però riteneva che qualsiasi sistema dovesse avvenire
Dei bilanciamenti molto forti
E che la grandezza della democrazia fosse nella capacità di mettere in armonia la capacità di decisione di chi governava e la capacità di controllo
Del assemblee elettive diciamo del del potere popolare diffusa
Nel linguaggio politico giornalistico nel corso di questi anni tra di noi perché credo
Graziano Delrio Andrea Marcucci credo abbiano fatto bene a promuovere questa iniziativa forse del tutto casualmente si colloca in questo momento
Grave grottesco della vita politica italiana
è stata chiamata la stagione che si è vissuta dopo il novantadue secondo me io non l'ho mai fatto
Insulsa mente Seconda Repubblica
Sulla base della superficialità e della bulimia di
Di definizione
Anche per segnare discontinuità che spesso non avvenivano sul piano dei contenuti ma avvenivano solo sul piano delle diciamo definizioni
Una cosa che seconda Repubblica non è stata e Seconda Repubblica quando così è nella storia quando cambiano gli assetti
Istituzionali costituzionali e si adeguano al loro tempo la storia del del dell'evoluzione costituzionale francese ci racconta questo noi invece abbiamo cambiato trentadue a volte la legge elettorale
Quindi saremmo secondo l'identificazione tra Seconda Repubblica cambia la legge elettorale saremo la Repubblica diciannove in questo momento
Sono cambiati i partiti
Secondo diciamo una un'ispirazione molto nebulosa della della definizione della parola partito e tutto questo è andato sotto la specie della Seconda Repubblica
Noi siamo immersi nella crisi della prima rete
E quello che stiamo vivendo in questi giorni è
Il lungo perché la storia si fa sui decenni e non si fa sui mezzi dovremmo ricordarcene affetti come siamo da un presidentissimo beh opta
Noi siamo ancora dentro quella crisi che prese le mosse del sedici marzo il settantotto ebbe un'ulteriore passaggio dieci anni dopo si è consumata nel corso di questi anni senza trovare un approdo sul piano sul quale una democrazia malata deve trovare la pronto
Nella capacità delle classi dirigenti politiche di scrivere le nuove regole del gioco
Per offrirli la scrittura delle nuove regole del gioco poteva anche avvenire
Attraverso quello che chiamava un impulso di maggioranza
Ruffilli anche perché parlava a una maggioranza nella quale democrazia cristiana era grande parte diceva
Non c'è nulla di male che la maggioranza eserciti un potere d'impulso ma che questo avvenga con il concorso dei più evitando Marco Olivetti la citata l'idea delle riforme partigiane che significa riforme partigiane
Le riforme che ciascuno si fa nel momento in cui è maggioranza per cercare di confermare la sua maggioranza cosa che regolarmente non avviene mai
Perché gli elettori sono bulloni e non danno questa soddisfazione a chi cerca di cambiare le regole del gioco immaginando di farsi il vestito addosso
Il problema che si è posto con il referendum e che il referendum ha risolto per me in maniera diciamo non positiva
E ancora tutto di fronte ai nostri occhi
E l'idea che quel voto abbia risolto il problema è un'idea sbagliata
Il problema di nuova di una democrazia capace di rispondere alla Società di questo tempo lungo i principi fissati dalla nostra Costituzione è un problema assolutamente attuale
Drammaticamente attuale
E l'aver accettato anche sul piano della legge elettorale che in questo caso prefigurava una un'idea di istituzione l'aver accettato di smontare un sistema fondato sulla governabilità
è stato un errore gravissimo compiuto da tutti
Noi in questo Paese abbiamo bisogno che siano i cittadini a decidere chi governa
E non i forni se voi ci pensate il paradosso della storia dovremmo essere nel tempo della più grande innovazione siamo di nuovo nel tempo di forni dei governi balneari di di non so che che che cos'altro
I cittadini devono decidere il governo con il loro voto
E il governo deve poter governare e il Parlamento deve poter controllare perché questa è la democrazia
La democrazia è l'equilibrio di questi due poteri e invece a noi piace che nessuno governi e nessuno controlla
Questo è è quello che piace al ceto politico italiano
Per cui da tanto tempo qualsiasi tentativo di riforma istituzionale non sia riuscito a fare
Perché ogni volta qualcuno si mette di traverso
E quando abbiamo avuto le occasioni anche referendarie perché non c'è solo l'ultimo ci fu un referendum nel novantanove
Che se fosse passato non passò per quarantanove mila voti
Se fosse passato quel referendum avrebbe dato un'indicazione molto chiara
Il Paese dovrà andare verso un sistema di tipo maggioritario verso la democrazia dell'alternanza senza democrazia dell'alternanza senza poteri decisioni in mano ai cittadini
Il sogno di Roberto Ruffilli e cioè il sogno della democrazia dell'alternanza non si realizzerà e noi anneghi eremo con il debito pubblico nel quale siamo
Nei miasmi di un sistema politico
Senza passione senza grandi ragioni e dominato da brame di potere
Dei singoli o o o dei più
Il tema della democrazia dell'alternanza è ancora tutto di fronte al muro
E le forze politiche tutte dovrebbero avere il coraggio di rilanciarlo non è che perché il quattro di dicembre referendum è andato in quel modo il tema non c'è più
Ricordarsi sempre Calamandrei
Calamandrei diceva io ho visto la democrazia morire non perché decideva troppo
Ma perché decideva troppo poco ho visto alla democrazia morire perché c'era troppa frammentazione
E guardate che non riapro questo che è un tema che mi sta a cuore danni
Non è detto che la democrazia sia per definizione la forma di governo che i cittadini scelgono
Anche in questo momento della storia
Può apparire in certi momenti della storia e appare in certi paesi in questo momento
Che la decisione sia più importante della democrazia
E talvolta persino della libertà
Quindi occhio
Se si vuole evitare questo esito
Se si vuole evitare che l'attrito tra la velocità della nostra società e la lentezza inevitabile dei processi democratici generi un bisogno di autoritarismo bisogna tornare al tema centrale
Che per il nostro Paese la democrazia governante la democrazia dell'alternanza il sistema maggioritario o comunque un sistema che garantisca
Governabilità al Paese che questa governabilità sia nelle mani dei cittadini e non dei tavoli che si fanno tra soggetti assolutamente
Per loro dichiarazione Diversi che trovano poi nella come succedeva nella prima Repubblica conclamata trovano le ragioni per stare insieme un'ultima considerazione vorrei fare e poi concludo
Mi sono chiesto
So che è arbitrario farlo persino ingiusto però in questo caso mi sento di farlo mi sono chiesto cosa avrebbe fatto Roberto Ruffilli se la sua vita fosse continuata
Mentre in altri casi faccio fatica a darmi una risposta
Per esempio
Sinceramente
Non so quale sarebbe stata la risposta di altri uomini politici nel caso di Ruffilli
Io penso che Ruffilli sarebbe stato dove è stata la sua tradizione culturale
Non è stato leopoldo Elia dove è stato Pietro Scoppola
Dove è stato Beniamino Andreatta
Dove sono molte delle persone che sono qui dentro
C'è qualcosa di grande e quella tradizione che non è la mia tradizione
Che è la tradizione del cattolicesimo democratico una roba importante nella storia italiana
Che ha segnato degli elementi
Progressivi
Rilevantissimo e che attinge a alla storia attinge a ai movimenti
Cattolici alle organizzazioni di solidarietà alle forme cooperative attinge a cose che stanno dentro le radici della storia italiana
E penso che se Roberto Ruffilli fosse rimasto in vita
La sua concezione della politica lo avrebbe portato a
A scegliere la strada degli altri
Soli in che momento parlo e so dove pare
E parlo anche con la come posso dire con la passione con la al tempo stesso al
La serenità che mi deriva dalla dalle scelte fatte
Io non credo
Che ciò che abbiamo faticosamente unito
Dopo tanti anni
Passo dopo passo il giorno dopo giorno
Approfittando dei muri che cadevano e
E della intelligenza del coraggio della buona volontà di tutti io non credo che quella storia sia arrivata
Al suo compimento
Non credo che le identità che abbiamo tanto faticato a unire la storia del riformismo italiano
Debbano riconoscere di non essere in grado di cui si sta
Credo esattamente il contrario credo pervicacemente testardamente
Definitivamente il contrario
E penso
Che in questo momento se c'è una cosa di cui questo Paese ha bisogno questo Paese sa
è una grande forza
Riformista è una grande forza la cui saggezza alla cui
Ambizione il cui coraggio la cui radicalità
La cui capacità di relazione col dolore col disagio del di un Paese che altrimenti rischia di portare questo dolore e questo disagio altrove
Sia capace di interpretare
E questo avverrà solo se queste culture
Non solo saranno capaci di convivere io non ho mai pensato che ciò che abbiamo fatto fosse la realizzazione del compromesso storico una è un errore
Ho sempre pensato che l'incontro di queste componenti che erano in maniera anomala state separate dal Muro
Dovesse non essere una giustapposizione
Ma creare le condizioni di una sintesi nuova e originale e che questa sintesi nuove virginale fosse nella cultura e nell'identità valoriale programmatica di un partito che si chiama democratico non per caso
Fosse il suo punto di approdo più grande
Guardo quello che sta accadendo e vedo questa singolare contraddizione mi pare ci sia uno spazio come probabilmente non c'è mai stato da tanti anni a questa parte
E mi pare che a questo spazio non corrisponda l'intelligenza la la la saggezza lo spirito unitario la coscienza della grandezza della missione
Che
Corrisponde a un processo politico che nasce con le radici veramente molto molto lontane
Ricordare Ruffilli in questo momento nella storia italiana per me è anche pensare nella assoluta attualità
Delle riforme istituzionali elettorali dell'idea della democrazia che lui aveva
E anche dell'idea di una politica mite ambiziosa e coraggiosa
Che forse sono le ragioni per le quali qualcuno lo ha fatto inginocchiare
E gli ha puntato la pistola addosso gli ha sparato
Uccidendo un uomo mite intelligente colto
E coraggioso ecco vorrei che
La lezione di Ruffilli come
Quella di tanti altri in questo momento della storia italiana non fosse dimenticato
Grazie
Grazie Walter allora i democratici italiani hanno voluto questo ricordo di Roberto Ruffilli in primo luogo per quello che ha detto Pierluigi Castagnetti che ha detto il Professore Olivetti e Walter Veltroni e insieme ad Andrea Marcucci intanto per un senso di gratitudine
Come è stato ricordato da ultimo noi camminiamo sulle spalle di giganti la cultura da cui proviene il partito democratico è una cultura anche di storie diverse ma è appunto ricca di principi di valori e di domande così attuali è così
Capaci di generare nuove energie e di generare nuova volontà di rispondere alle sfide di questo momento
Da ultimo Walter ha ricordato più volte la parola mite ricordando Roberto Ruffilli che la la stessa definizione chiuso Pietro Scoppola un anno dopo
La morte di Ruffilli dicendo che appunto si trattava di un mite uomo di studio prestato alla politica che pagava con la sua vita al prezzo dell'impegno civile assunto con generosità
Questo tema di un gruppo di persone di un gruppo di intellettuali che
Su cui ha purché punto ci hanno lasciato in eredità
Un un patrimonio così importante è un tema che hanno serve non tanto per appunto fare commemorazioni ma più che altro per trovare nuovi spunti nuove riflessioni
La prima questione che io credo sia stata posta oggi con
Una certa rilevanza prima ad Andrea Marcucci e poi da tutti gli altri relatori e il tema che la domanda fondamentale di Ruffilli era come
Come rigenerare come ridare forza alla democrazia e questo è un nell'elemento che mi pare sia sia di straordinaria attualità oggi viviamo indiscutibilmente dentro una crisi della democrazia
Che possiamo dire è la crisi della democrazia dei partiti
Walter citava il fatto che a volte la democrazia
Può anche essere superata c'è di fatto questo è quello che ci ha dato che vi dà un certo punto gli uomini nel loro bisogno di eguaglianza se la vogliono prendere non importa se attraverso la Croazia o attraverso altre forme di importante e che abbiano questo uguaglianza e quindi la crisi della democrazia è una cosa che della sua legittimità
è una cosa che ci deve interrogare ed è una delle questioni fondamentali del lavoro di Ruffilli come ricostruire questo rapporto di fiducia ed è anche un punto centrale nella pensiero di Beniamino Andreatta quando proponi collegi quando propone
Da punto il contatto tra il CIPE tra il politico e il suo e il suo elettore in maniera che ci sia un controllo una comunicazione diretta
E quindi questo evento della democrazia difficile di una democrazia impotente che è la premessa i populismi quando la Democrazia diventa impotente
è chiaro che il populismo trova amplissime
Amplissime praterie è invece a differenza una democrazia compiuta una democrazia governante quindi questo concetto che è un concetto che i democratici non vogliono e non devono
In nessun modo abbandonare io credo
Del la parola chiave di
Dell'azione probabilmente di Moro di Ruffilli di Andreatta sta io credo in una rinvigorimento delle ragioni e del e della profondità della Costituzione repubblicana
Nella polemica che Dossetti fece citata dal professor Olivetti nel novantaquattro contro l'ansia referendaria del governo di centrodestra c'era appunto il senso
In una delle sue lezioni c'era appunto riportato il senso della della Costituzione la Costituzione che vede il popolo non come oggetto di plebisciti fatto oggetto di evocazioni emotive ma il popolo che costruisce la democrazia costruisce la Repubblica ne fa parte non è una istituzione affidata ad alcuni intellettuali ad alcuni che governa non ma è un un insieme tra governanti e governati un insieme che rende solide le basi istituzionali e non appunto nel principio di delega che essi invierà la democrazia non è il principe della democrazia diretta che essi realizza la democrazia ma un punto in questa interrelazione in questo scambio fecondo reciproco
Tra coloro che ne hanno la responsabilità di governare la complessità e coloro che appunto hanno la responsabilità di scegliere e di diventare arbitri
E c'è una felice definizione di leopoldo Elia su appunto cosa intendeva Ruffilli quando parlava di arbitro diceva arbitro non che cura la semplice osservanza delle regole del gioco mai arbitro nel senso della capacità di decidere della capacità di premiare e anche di punire e quindi queste la lezione che arriva da Ruffilli del senso della
Della ricucitura costante tra coloro che governano tra coloro che hanno responsabilità politiche
E i cittadini che con il loro voto erano una parte essenziale di questo processo di rinnovamento e di e di nuova di nuova stagione democratica allora credo che mai come in questo momento il tributo a uomini come Moro uomini come Ruffilli che hanno vissuto tempi differenti hanno vissuto tempi differenti e quindi
Non possiamo pensare per esempio al fatto che Ruffilli muore prima della caduta del del muro di Berlino e questo è un elemento molto importante non possiamo ricordando Moro non possiamo non non a ricordare che il e loro nuove fasi erano anche mirate a superare una fase storica che pure si è consumata in maniera rapidissima inaspettata quindi certamente
Sono d'accordo con quello che diceva il professor o Olivetti c'è una seconda inattualità di questi pensieri ma io credo che soprattutto commemorando Moro come Morando Ruffilli come Morando
Questi giganti su culle cui spalle noi camminiamo
Noi dobbiamo continuare a a ricevere e a rinvigorire le domande che loro si sono posti come continuamente rinvigorire la nostra democrazia come non arrendersi a soluzioni semplicistiche
Come non arrendersi alla eccitazione del popolo credendo che questo sia il modo di far maturare la democrazia italiana come essere fare della verità della verità antecedente alla richiesta del voto la verità sulle coalizioni la verità sui programmi come fare del principio di verità
Che Moro diceva essere uno degli elementi fondanti uno degli elementi essenziali della politica a dire la verità allora come fare dell'elemento di verità un elemento costitutivo dell'azione politica ecco credo che questo piccolo contributo che abbiamo voluto dare oggi grazie
A agli amici che sono seduti qui vicino a quei a me ad Andrea Marcucci voglia essere uno stimolo per continuare a porci le domande giuste e nelle domande giuste ricercare insieme le risposte moderna grazie