Intervista a Elisabetta Zamparutti sulla sentenza 149/2018 della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale negare i benefici ad alcune categorie di detenuti ergastolani

Con Elisabetta Zamparutti Nessuno tocchi Caino parliamo della sentenza da centoquarantanove Della Corte costituzionale che è stata depositata l'undici luglio che afferma
Essere incostituzionale la negazione di qualsiasi beneficio penitenziario ai condannati all'ergastolo Gaston ostativo per aver causato la morte di una persona sequestrata
Per estorsione e terrorismo un'eversione prima che abbiano scontato almeno ventisei anni di detenzione quindi per questi due reati ostativi
La Corte costituzionale sostiene che è incostituzionale negarli negare i benefici funzionali Arre inserimento sociale
è una sentenza importante intanto perché conferma che sono le alte giurisdizioni le istituzioni dotate di quella forza
Per intervenire e mutare in meglio o leggi come quella sull'ordinamento penitenziario
è infatti la Corte costituzionale che interviene in materia di ergastolo ostativo seppure la in fattispecie specifiche come hai detto quella del sequestro a scopo di estorsione con omicidio della vittima
Oppure la corte poi ha esteso anche al caso di sequestro a scopo di terrorismo e e eversivo con omicidio
Della vittima facendo cadere lo sbarramento automatico alla concessione di benefici penitenziari prima del termine di ventisei anni
Si afferma un principio importantissimo innanzitutto quello per cui non esistono detenuti più pericolosi di altri in base e pertanto esclusi dalla concessione di benefici in base a reato commesso si riconosce l'universalità di un principio quello che nel rispetto del dettato costituzionale vede nell'appena una finalità rieducativa per cui Lapenna deve essere flessibile ed ebrei vere una progressività
Trattamentale ossia deve mirare alcun graduale reinserimento del condannato all'ergastolo nel contesto sociale durante l'intero arco dell'esecuzione della pena
Cioè la pena vede mutare insieme al mutamento del condannato del detenuto questo è un principio importantissimo è una sentenza
Liberatoria liberatoria del potere del magistrato di valutare i progressi compiuti da ciascuno condannato
Un potere che finora è stato sacrificato dalla rigidità del blocco alla concessione di di benefici
Liberatoria del senso profondo e elevato dei principi
Contenuti nella nostra Costituzione agli articoli tre e all'articolo ventisette ma è liberatoria anche per quanto riguarda la condizione del detenuto perché ci tengo a leggere un passaggio della sentenza che è quello per cui la personalità del condannato non resta assegnate in maniera irrimediabile dal reato commesso in passato fosse anche il più orribile ma continua ad essere aperta alla prospettiva
Di un possibile cambiamento
Prospettiva che non può non chiamare in causa assieme la correlativa responsabilità della società nello stimolare il condannato a intraprendere tale cammino anche attraverso la previsione da parte del legislatore
E la concreta concessione da parte del giudice
Di benefici che gradualmente prudentemente attenui no in risposta al percorso di cambiamento già avviato
Il giusto rigore della sanzione inflitta per il reato commesso favorendo il progressivo reinserimento del condannato nella società
Questa frase per me un inno a spes contra Spellman
Certo c'è da dire che ora bisogna proseguire nei ricorsi giurisdizionali
Perché occorre affrontare anche quel blocco automatico previsto da articolo cinquantotto ter e cioè lo sbarramento alla concessione di ogni beneficio per chi El Mundo collabora con la giustizia e questa all'ulteriore frontiera su cui continuiamo ad essere impegnati con i ricorsi
Giurisdizionali alla corte costituzionale alla Corte europea ma ricordo anche che è in corso la raccolta firme sulle proposte di iniziativa di legge popolare proprio per modificare questo impianto normativo
Ringraziamo Elisabetta Zamparotti