L'omelia del Cardinale Angelo Bagnasco ai funerali di Stato delle vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova

Signor Presidente della Repubblica
Signori presidenti del Senato e della Camera del consiglio e della Corte costituzionale autorità politiche civili militari cari fratelli e sorelle del Signore
Il crollo del ponte Moranti sul torrente Polcevera
Ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova
La ferita e profonda
è fatta innanzitutto dallo sconfinato dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi
Per i loro familiari
I feriti
In molti sfollati
Innumerevoli sono i segni di scontento e di vicinanza giunti non solo dall'Italia
Ma anche da molte parti del mondo
Insieme alla preghiera del Santo Padre Francesco che anche ieri sera con una telefonata affettuosa ha voluto manifestarci la sua prossimità
In questi giorni o future si innalza Dio un'onda di preghiera
C'è nota e nello sguardo del mondo
In un grande abbraccio di commozione di affetto e di attese
Siamo qui per affidarci alla misericordia e alla consolazione che solo Dio può dare
Sappiamo che qualunque parola umana seppure sincerità
E poca cosa di fronte alla tragedia
Così come ogni doverosa giustizia nulla può cancellare per restituire
L'iniziale incredulità e poi la dimensione crescente della catastrofe
Lo smaltimento generale il tumulto dei sentimenti i perché incalzanti ci hanno fatto toccare ancora una volta e in maniera brutale
L'inesorabile fragilità della condizione umana
Ma proprio dentro a questa esperienza che tutti in qualche volta ha toccato si intravvede un filo di luce
Quanto più ci scopriamo deboli ed esposti
Tanto più sentiamo che i legami umani ci sono necessari
Che sono il tessuto non solo della famiglia e dell'amicizia banche di una società che si dichiara civile
Questi vincoli
Che ci uniscono gli uni con gli altri richiedono un'affidabilità solita e sicura
Senza una morì affidabile infatti
Non sarebbe possibile vivere insieme
E la gioia della semplice presenza degli altri che ci permette di portare l'attività
E di condividere gioie e dolori come un ponte ci permette di varcare il vuoto
Così la fiducia ci consente di attraversare le circostanze facili o arrostite della strada terrena
Cari fratelli e sorelle
Cioè su mostra che di tiro ci possiamo fidare
Anche se non sempre
Ci sono chiare le vicende umane
La sete infatti non dissipa tutte le nostre tenebre
Ma illumina il cammino passo dopo passo il giorno dopo giorno
La sua risposta ai nostri tormenti e innanzitutto una presenza che ci accompagna
Gesù crocifisso
E la Madonna sotto la croce del figlio
Sono l'immagine e il segno più evidenti che il signore non ci abbandona ma ci precede
Nei Trapani di te la vita
Il viadotto è crollato
Esso com'è noto
Non era solo un pezzo importante di autostrada
Ma una zia necessaria per la vita quotidiana di molti
Un'arteria essenziale per lo sviluppo della città
Genova però
Non si arrende
L'anima del suo popolo in questi giorni e attraversata da mille pensieri e sentimenti ma continuerà a lottare
Come altre volte
Noi genovesi sapremo trarre dal nostro cuore in meglio
Sapremo spremere quanto di buono e generoso vive in noi
E che spesso resta riservato quasi nascosto schivo
La Rete
La Rete organizzativa e la tempestività a tutti i livelli istituzionale di categoria e associazioni la professionalità generosa di tutti a cominciare dai vigili del fuoco
La disponibilità di umori la forza dei feriti
La preghiera e la solidarietà che subito si sono levate da ogni parte della diocesi
Prendono visibile
L'anima collettiva della nostra città
Ci auguriamo che i numerosi sfollati non solo trovino temporanea ospitalità
Ma che possano ritrovare presto il necessario candore della casa
è l'ora della grande vicinanza
Siamo certi che nel cuore di ognuno stia crescendo per Genova una morì ancora più grande
Convinto di o che essa lo merita che non può essere dimenticata da nessuno
E che la sua vocazione è scritta nella sua storia di laboriosità e di tenacia
Oltre che nella sua posizione ti porta fra il mare e il continente
Alziamo lo sguardo
La Madonna Assunta al cielo ci invita anche in questo momento a guardare in alto verso il figlio fonte della speranza e della fiducia
Cosa saremmo noi
Senza di lui
Cosa sarebbe
La nostra città
Guardando a Luigi eviteremmo la disperazione
E potremo tornare a guardare con coraggio al mondo latita la nostra amata città
Potremmo guardarci gli uni gli altri riconoscerci fratelli perché figli dello stesso padre ben oltre ogni differenza
Potremo rinnovare la fiducia reciproca
E consolidare la vicinanza di queste ore
Potremo costruire continuo
E camminare insieme