Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da radio radicale un saluto da Roberto Spagnoli bentrovati all'appuntamento con passaggio a sud-est supplemento settimanale di giovedì ventisette settembre del due mila e diciotto
Un supplemento che questa settimana dedichiamo a due appuntamenti elettorali che stanno polarizzando l'attenzione in queste settimane
Nei Balcani occidentali parliamo del referendum ma che si tiene domenica prossima domenica trenta settembre in Macedonia nel quale i cittadini dovranno decidere se approvare il l'accordo raggiunto tra loro governo a quello della Grecia per il nome ufficiale della Repubblica ex jugoslava
E poi le elezioni e generali che si terranno in Bosnia il domenica sette ottobre due appuntamenti che avranno sicuramente delle ripercussioni e delle conseguenze anche nella nella situazione politica degli altri paesi della regione domenica trenta settembre dunque gli elettori ma c'è Doni sono chiamati alle urne per decidere se aggiungere al nome del loro Paese l'aggettivo nord in base alla cordolo siglato tra i due governi quello macedone quello Greco per mettere fine alla crisi diplomatica e sbloccare il processo di integrazione della Repubblica ex jugoslava nell'Unione Europea e nella nato alla fine l'ha spuntata il compromesso forse più scontato che era sul tavolo dei dei negoziati da molti anni la Macedonia dovrebbe dunque chiamarsi Repubblica della Macedonia del Nord come annunciato a giugno
Dai due governi l'accordo definito storico dai due primi ministri zanzariere e Alexis Tsipras dovrebbe cominciamo finalmente mettere fine alla interminabile da da molti definita surreale disputa sul nome che divide sul nome della repubblica ex jugoslava che divide i due paesi della dichiarazione di indipendenza della Macedonia nel mille novecentonovantuno dovrebbe insomma essere finalmente archiviato la cronico fiero ma che in inglese sta per Repubblica ex jugoslava di Macedonia e che è stato utilizzato in questi anni per l'ammissione alle Nazioni Unite per il riconoscimento internazionale della Macedonia dopo indipendenza del novantuno
La soluzione della della disputa annosa e surreale appunta è arrivato dopo Periodo in cui i negoziati sono stati accelerati
Andò con l'arrivo al governo a Skopje dei socialdemocratici del premier Zoran Zaia va nel due mila e diciassette da quel momento sono l'anno scorso sono iniziati numerosi atti di distensione tra le due parti l'opposizione della Grecia al semplice nome di Repubblica di Macedonia
Ha due ragioni principali una di tipo storico culturale visto che il nome Macedonia viene corrisponde anche quello della nella parte settentrionale della Grecia viene dunque ritenuto una parte integrante dell'eredità ellenica l'altra ragione di tipo politico perché secondo Attene
Presidia la chiama semplicemente Repubblica di Macedonia prefigurerebbe delle rivendicazioni territoriali appunto sulla sua provincia settentrionale da parte di Skopje e questa questo vi questo va ANPAS ha fino ad oggi
Ha bloccato i negoziati della ma c'è da Nico l'Unione europea e con la NATO a causa del veto greco per arrivare ad un compromesso accettabile entrambe le parti hanno fatto delle concessioni piuttosto importanti il nuovo nome Repubblica della Macedonia del Nord sarà utilizzato sia all'interno che nelle relazioni internazionali e questo è uno dei punti su cui Atene ha sempre insistito nel corso degli anni d'altra parte la lingua ufficiale resta il macedone come chiesto da Skopje mentre la nazionalità verrà definita come il macedone cittadino della Macedonia del Nord
Per quanto riguarda la Macedonia l'accordo sul nome già stato ratificato dal Parlamento e l'intesa punto ora è però come aveva annunciato il premier Zahir è oggetto del referendum nazionali
Che si terrà domenica prossima
Vediamo allora cosa è stato scritto alcune analisi apparse in queste settimane su uno su alcuni dei bei sui due siti che due portali di informazione che con più attenzione con più Costanza seguono le vicende
Della dell'Europa dell'Europa sudorientale partiamo da il soggiorno al punto netta il dodici luglio scorso Ricardo Celeghini spiegava che quello del referendum sarà un voto decisivo
Non solo per le sorti del primo ministro macedone s'avanzai perché ha investito tutto sul compromesso con il suo omologo Alexis Tsipras ma per gli equilibri del Paese e di tutta la regione
Il parlamento macedone ha votato a favore dell'intesa per ben due volte ricordava Celeghini venti giugno al cinque luglio la corda del tredici giugno
Il doppio voto si è reso necessario a causa del rifiuto del Presidente della Repubblica macedone di ordine Ivanov di firmare l'accordo Ivanova che è un esponente del partito di centrodestra che ha una sigla lunghissima vi NR o di pm nere
E che all'opposizione del governo Zaira aveva definito l'accordo incostituzionale nonché una capitolazione una rinuncia alla propria identità nazionale
Secondo la Costituzione macedone però il presidente non può porre il veto ad una legge votata due volte grazie al secondo passaggio in aula dunque il voto si può ritenere valido
La posizione del presidente Ivanova rispecchia fedelmente l'altra parte quella del suo partito di appartenenza la strategia del centrodestra scriveva Celeghini
è quella di soffiare sul fuoco del nazionalismo molto sentito da una parte della popolazione per vincere il referendum fa saltare l'accordo e sancire il crollo dell'esecutivo riprendendosi così quel potere perso nelle elezioni del dicembre due mila e sedici
Invece all'opposto la carta più forte che Zahir può mettere sul tavolo per vincere il referendum è quella dell'integrazione europea ed atlantica dopo anni di frustrante limbo dovuto al veto posto dal governo greco la macedone infatti finalmente ottenuto un semaforo verde da parte del Consiglio europeo dello scorso ventisei giugno
Grazie la risoluzione della diatriba sul nome dunque i negoziati per l'adesione all'Unione Europea
Della Macedonia con lei dell'Albania inizieranno ufficialmente nel giugno del due mila diciannove notizie positive sono arrivate anche dal consiglio della NATO dell'undici e dodici luglio
Nel quale Skopje ha ricevuto l'invito ufficiale per l'adesione all'Alleanza atlantica che si completerà però solo quando l'accordo sul nome sarà ratificato in modo definitivo e proprio su questi successi internazionali appuntato la campagna referendaria del Governo
Non solo la campagna referendaria del del Governo ma lo stesso quesito a cui devono rispondere i cittadini che è particolare perché il quesito non dice siete siete favorevoli all'accordo tra i nostri governi oppure a che il nostro Paese si chiami in Macedonia del Nord
Ma lo il quesito su cui voteranno domenica i macedoni dice siete favorevoli all'adesione all'Unione europea la NATO accettando l'accordo fra Macedonia Grecia e questo non è una cosa di secondo di secondo piano comunque torniamo a quanto scriveva Celeghini il dodici luglio su il giorno al punto net
La questione non si limita appunto ai confidano ai confini macedoni il soggetto maggiormente interessato all'esito del referendum è chiaramente la Grecia così come Zaia anche il primo ministro greco Tsipras rischia molto
L'opposizione ha annunciato di voler combattere contro l'intesa con ogni mezzo rifiutando qualunque compromesso che permette allo stato vicino all'utilizzo del termine Macedonia considerato esclusivo dalla regione settentrionale del Paese ellenico
Anche gli alleati di Syriza si sono detti contrari con conseguenti pericoli per la stabilità del governo
Se il referendum macedone dovesse passare dunque anche il voto del Parlamento greco che lo seguirà si prospetta particolarmente rischioso
L'attenzione sul percorso di ratifica però va oltre alle due parti contraenti
Lo dimostrano gli attestati di stima di supporto arrivati due leader da parte dei maggiori soggetti internazionali su tutti gli Stati Uniti e l'Unione europea
Risoluzione di una crisi quasi trentennale difatti può agire ad da esempio a livello internazionale in particolare sulla regione balcanica se Atene Skopje
Dovessero davvero portare la nascita della Repubblica della Macedonia del Nord
Difatti lei pressioni sulle leadership regionali per risolvere le crisi ancora aperte su tutte quella del Kosovo sarebbero ancora più forti i referendum macedone dunque certamente uno degli appuntamenti politici cruciali per il futuro di tutti i Balcani
Così Riccardo Celeghini il dodici luglio sugli schermi appunto nette e sempre sui giornali punto net
Due giorni fa il venticinque settembre Eduardo Corradi spiegava come la questione del nome è nata quasi in concomitanza con la decisione della Macedonia di dichiararsi indipendente da una Jugoslavia sull'orlo del baratro se scoppia dunque era riuscita a evitare il dramma del conflitto ha trovato riso e vicini greci principali oppositori dalla sua identità nazionale
La Grecia infatti considerava pericolosa la denominazione statale del Paese Repubblica di Macedonia così come alcuni articoli della Costituzione che potevano lasciare intendere un soltanto ipotetico irredentismo nei confronti della regione greca di Salonicco Skopje dal tre dall'altro lato
Non intendeva fare passi indietro sulla sua identità nazionale considerata fittizia da Atene
La soluzione giunse attraverso la mediazione delle Nazioni Unite con la firma del cosiddetto accordo ad interim del mille novecentonovantacinque questi prevedeva la denominazione della Macedonia come forma io cosa avrei Padé con macedonia fiero ma appunto nelle relazioni bilaterali tra i Paesi quelle diplomatiche a livello di istituzioni internazionali e la modifica degli articoli costituzionali che potevano celare un sentimento irredentista
Questa soluzione nata come provvisorie diventata definitiva per più di due decadi il persisterà il governo di Skopje di un governo conservatore nazionalista dal due mila e sei al due mila diciassette impersonato quello quasi ininterrottamente dal leader
Della Vian R o di PM Nicola come Ski non ha certamente facilitato il dialogo tra le parti la Grecia d'altro canto se pure si è sempre dichiarata favorevole
Ad una soluzione della controversia ha sfruttato la rigidità delle posizioni di Skopje per non fare alcun passo in avanti arrivando nel due mila otto a porre il veto sull'ingresso della Macedonia nella NATO sfruttando la sua posizione per rimandare un eventuale accordò
Il quesito referendario non si concentra sulla questione del nome quanto più sul sull'indirizzo che il Paese deve assumere ai cittadini macedoni verrà infatti chiesto di rispondere sei favorevole all'adesione all'Unione europea la NATO accettando l'accordo tra Macedonia e Grecia
Ciò che emerge immediatamente scrive
Eduardo Corradini
è già già citata senza della controversa seppure tutti sono coscienti dell'oggetto dell'accordo stesso il governo cerca di mettere sul piatto della bilancia le opportunità future del Paese
Invece di concentrarsi sull'identità nazionale quest'ultimo tema è stato invece preso dall'opposizione conservatrice come maggior commento della campagna referendaria con slogan quale la Macedonia Macedonia e noi siamo macedoni
D'altro canto il primo ministro sa avanzai va cercato di personalizzare il referendum affermando che in caso di vittoria del no avrebbe rassegnato le dimissioni a suo sostegno ci sono i cittadini albanesi
I cui partiti sono un della maggioranza di governo mentre i suoi oppositori si sono lanciati nella campagna volta al boicottaggio del referendum
Zahir dunque deve dunque sperare di raggiungere il quorum minimo per non vedere sfumato male in un'eventuale vittoria ma secondo un sondaggio recente i risultati sarebbero a favore del governo andrebbe a votare
Il quasi il sessanta per cento degli aventi diritto e i voti a favore del referendum sarebbero oltre il settanta per cento
Il precedente governo guidato dal conservatore volerti aveva sviluppato una Genta fortemente nazionalista dove lo Stato di diritto stava venendo a mancare gli investimenti calavano e la corruzione dilaga Ava
Il referendum però non basta nota Corradi a rendere più complessa la situazione sarà il voto parlamentare richiesto in Grecia nonostante il lavoro svolto dall'esecutivo di Alexis Tsipras
E si è mostrato disponibile a risolvere la disputa a differenza delle precedenti amministrazioni in Grecia si sono svolte numerose proteste di piazza il Parlamento sembra essere diviso sul voto necessario per l'entrata in vigore dell'accordo il trenta settembre dunque il Paese è a un bivio da un lato un futuro all'interno delle organizzazioni internazionali dall'altro il ritorno al vecchio establishment e forse all'isolamento
E così Edoardo Corradi due giorni fa
Il venticinque settembre su il Giornale punto nel e ieri invece su Osservatorio Balcani Caucaso www punto balcanica o cosa appunto orga
Un interessante articolo di Christian sfilano scrivi referendum in Macedonia il dilemma del vagone tira no Ski il parte definendo quella del sud del nome una delle dispute più bizzarre della storia europea
Il dilemma che dovranno affrontare gli elettori macedoni domenica corrisponde perfettamente al cosiddetto dilemma del vagone nell'ottica della filosofia utilitarista
Immaginate che starmene vicina delle rotaie lontananza vi accorgete di un vagone fuori controllo che si sta dirigendo verso cinque operai che non si sono resi conto del pericolo non vi ha tempo per loro di spostarsi
Improvvisamente vi rendete conto che al vostro fianco vi è una leva con la quale potete direzionare il vagone sul secondo tracciato dove vi è un solo operaio al lavoro che decidete di fare tirerete la leva sacrificando una vita ma salvando nel cinque
E appunto questo è il dilemma e secondo sfidano maschi ci sono dieci ragioni per cui è probabile che i macedoni tirino la leva i voti non si al referendum di domenica la prima è l'accesso all'Unione Europea e alla NATO
La RAI la Macedonia non raggiungerà mai il suo obiettivo GERD geostrategico senza prima raggiungere un accordo con la Grecia la seconda ragione è l'unanime convinto sostegno internazionale e tutti si sono dichiarati a favore del sì gli Stati Uniti l'Unione europea
A Skopje ci sono andate la prima per la premier britannica Theresa May la cancelliera tedesca Angela Merkel il segretario generale della NATO Jansson Stoltenberg il segretario alla Difesa statunitense Jim Nettis
Il terzo motivo il tacito sorto sostegno bipartisan in realtà tutti i partiti parlamentari anche quelli all'opposizione sono per il sì
Poi l'ampio sostegno delle élite di fatto tutti i politici di alto livello attuale del passato hanno unito le forze per sostenere l'accordo il fattore albanese
Nessuno è più entusiasta del cambiamento del nome della comunità albanese che la presenta il venticinque per cento dell'intera popolazione palinsesto motivo e la debolezza della campagna per il no
E il settimo di quello stesso accordo raggiunto che non sarà il migliore possibile ma è in realtà per i macedoni Lippi l'accordo migliori in cui potevano sperare otto l'ottavo motivo il risentimento nei confronti dell'ex partito di governo
è responsabile di corruzione sfrenate politiche economiche sbagliate
Il no non la disciplina del voto per cui i partiti hanno molta appresa sul loro elettorato e sul loro militanti dunque per i socialdemocratici e i partiti albanesi
Possono mobilitare il loro sostenitori e infine appunto la fine dell'infinita disputa
Sul nome insomma se il successo del sì al referendum di domenica non renderà immediatamente la norma c'è donne un paradiso
In terra
Si dice Christian filano schema potrebbe semplicemente renderla un paese normale
Vedremo appunto quale sarà l'esito del voto di Dominica noi ne parleremo poi diffusamente non domenica perché andremo in onda quando ancora non ci saranno i risultati ma approfondiremo poi la prossima settimana l'esito del voto
La prossima settima domenica ci occuperemo anche di un altro appuntamento importante le elezioni generali in Bosnia Erzegovina del sette ottobre elezioni storiche che non cambieranno nulla come ha scritto ammette Bury cioè il nove settembre
Su balcanica ocra sul punto Organ
E vuole ce fa una a una una disamina disincantata e piuttosto piuttosto dure piuttosto critica sull'attuale situazione
Politica della Bosnia Erzegovina in mano di fatto ai partiti etnici con tutti i leader che in realtà puntano a consensi rivolgono al loro elettorato per puntare a conservare il loro il loro potere
E dunque ci sarà poco ci sarà poco da aspettarsi insomma si stanno avvicinando le ennesime lezioni storiche che non porteranno grandi cambiamenti perché il problema non riguarda solo i i quadri della politica bosniaca ma l'intera società intanto in Bosnia c'è stata una Campagna elettorale piuttosto a Cesa e il protagonista è stato in particolare migliorato dopodiché presidente uscente della Repubblica serba ska una delle due entità che compongono la Bosnia Erzegovina cioè quella maggioranza serba
Dodici calciatori toni della campagna a modo suo invocando Amanda evocare la secessione della Repubblica se Asca ma anche chiedendo al Parlamento della Sir ska di annullare il rapporto su su Srebrenica ha chiesto anche il il sostegno di Mosca e però stato è stato questo sostegno piuttosto piuttosto freddo da da questo di vi segnalo dubbi su questi entrambi entrambi i fronti vale a dire il il ruolo di dodici la sua retorica nazionalista che si sposa peraltro con quella della leader della della componente croata ciò avvicina che in qualche modo vi sembrano come dire riprendere un po'i toni che furono all'epoca della della guerra delle delle due parti insomma da da una parte Radovan Karadzic dall'altra Franjo Tudjman ma il un anche la la la tattica di cercare di ottenere un sostegno dalla Russia non è andata non è andata a a buon fine
Se è vero che il presidente il ministro degli esteri russo è andato si in visita in Bosnia venerdì venerdì ventuno settembre venerdì scorso ma in realtà non ha dato tutto questo il sostegno alle ragioni di Dodi che così come doti che si aspettava
Per quanto riguarda la campagna elettorale di di Dodig che il suo ruolo che peraltro potrebbe anche finire perché dodici potrebbe anche perdere dunque potrebbe anche in realtà le le se ne sa tutto prevedere la fine della sua stagione politica questo non significa che non la Repubblica Saccà non resti nelle mani nei partiti etnici ma potrebbe tramontare la sua stella elettorale come e spiega per esempio Alfredo Sasso spiegava Alfredo Sasso sui giornali punto net
Nel il cinque settembre scorso per quanto riguarda invece il viaggio di la prova in una in Bosnia c'è l'articolo di Riccardo Celeghini pubblicato l'altro ieri il venticinque settembre sui giornali punto netta un Celeghini para punto del viaggio di lavoro che si è diviso su diviso in due parti in due tappe andato prima Sarajevo dove ha incontrato i membri della presidenza tripartita del Paese
Banchieri Salbego che ci Dragan ciò vice ma del IVA dice e poi la visita a a Banja Luka e l'incontro con con Dodig manca
Ma ecco appunto da Mosca non è arrivato un sostegno netto andò dica anzi
E scrive Celeghini che in quanto ha detto Lavrov nella sua visita balletto su due piani sul piano puramente interno alla Bosnia Erzegovina Lavrov ha voluto precisare che la Russia non ha favoriti nelle prossime elezioni
Questa frase ha un riflesso soprattutto nel campo serbo che se dodici sperava in un endorsement russo alla sua candidatura alla presidenza tripartita della Bosnia il fatto che il ministro russo abbia incontrato anche Ivan dice
Azzerano ad H
Entrambi espressione del Partito del progresso democratico posto l'opposizione di dodici ha deluso le sue aspettative probabilmente a Mosca la vittoria di dodic'non è data per certa e si è preferito per ora tenere aperti i canali anche con i suoi rivali ma in chiave regionale
Scrive Celeghini
Lauro ha mandato un messaggio rivolto ad un pubblico più vasto il ministro russo ha chiaramente detto di non voler interferire nelle vicende interne dei Paesi balcanici ma aggiunto che lo stesso si aspetta dagli altri attori internazionali
Si tratta di un messaggio diretto a Washington e sue partner europei che guarda oltre Sarajevo e si estende all'imminente referendum in Macedonia che potrebbe aprire come abbiamo visto la strada l'ingresso di Skopje nella NATO e al dialogo in corso tra Serbia e Kosovo
La Russia dunque scrive Celeghini non si è schierata a favore delle minacce secessioniste di Dodig ma segue con attenzione il processo in corso tra Belgrado e Pristina
Opzioni come lo scambio di territori di cui tanto si discute e su cui c'è stato un sostanziale sostegno americano possono aprire scenari nuovi e avere conseguenze anche in Bosnia una presa di posizione se conclude Celeghini che intende che lascia intendere ulteriormente come l'interesse della Russia verso l'area balcanica resta alto al di là del voto bosniaco di ottobre e sempre per quanto riguarda il voto bosniaco che fine hanno fatto i partiti
I civici c'è un'ancora un'alternativa ai partiti è non nazionalisti su questo c'è la l'analisi di Alfredo Sasso pubblicato il ventuno settembre
Suo Osservatorio Balcani Caucaso le forze cosiddette civiche ovvero quelle che si proclamano rappresentante di tutti i cittadini indipendentemente dall'appartenenza etnica
Sono quasi sempre rimaste ai margini solo in due mandati nel tra il due mila e due mila e due e il due mila dodici due mila quattordici un Partito civico ha partecipato al governo statale in misura rilevante
Il partito socialdemocratico che però in entrambi i casi dovette comunque allearsi con i partiti e non nazionalisti
La sinistra bosniaca spiega sa Soge divisa in tre quello che resta dei socialdemocratici depurato della vecchia leadership il fronte democratico che si staccò dei socialdemocratici ma e poi l'alleanza civica che a sua volta si separò dal Fronte democratico
E poi un quarto Partito civico che fa che in parte fa storia a sé nasce a Stranger nostro partito creato nel due mila otto da esponenti di società civile classe media urbana con una natura più centrista
Liberale che socialista guardando i programmi elettorali le differenze ideologiche tra i primi tre partiti sono minime anche se c'è qualche differenza di priorità aumenterà c'è Stracca si distingue
Mettendo come primo punto l'integrazione euro atlantica e proponendo la liberalizzazione dei servizi sociali
Ed è un tipico nasce stanca si conferma il tipico partito liberale urbano con quadri ben istruiti e formati di normale stroma scarso radicamento popolare
E poi Alfredo Sasso prosegue nella sua disamina della appunto della realtà dei partiti
Civici delle prove di riunificazione non andate però a buon a buon fine
A marzo un accordo pacifico sembrava molto più vicino ma saltò più per questioni di struttura che di sostanza politica
E questo istinto di autoconservazione spiega perché sette ottobre sulle schede elettorali ci saranno tre candidati civici alla presidenza statale collettiva che in pliche erano una dispersione del voto non nazionalista
Poi appunto il nome di questi la la sta un ritratto dei dei vari dei vari leader ma insomma
Un atteggiamento quello dei civici e della possibile alternativa appunto al voto
E non nazionalista che però dà segni di nervosismo e debolezza perché i partiti civici che rafforzano l'attenzione sull'identità etnica
Invece di smorzare l'hai appaiono rassegnati a strappare le briciole al vicino e dunque probabilmente un elettorato già orientato in senso civico invece di cercare consensi in altri settori insomma
Non hip vista questa questa situazione i il il petto agonisti delle non crea sia possono dormire sonni tranquilli continuano a correre a tutta birra
Conclude posposto latamente Alfredo Sasso su www punto balcanica o coso punto orga un articolo il suo che se letto che che può essere letto anzi deve essere letto in parallelo con l'altro che vi citavamo sempre su ma carica questo montò che quello di Ahmed Bury dice
Le che a proposito appunto di queste lezioni storiche delle in base a Segovia che però non cambieranno nulla nella realtà del paese vedremo appunto anche seguiremo naturalmente anche le elezioni in in Bosnia e ne parleremo già in maniera approfondita anche per capire quali sono i possibili risvolti in altri paesi della regione nella prossima puntata di passaggio a su destra
Chiudiamo questo supplemento di settimanale di giovedì ventisette settembre con due segnalazioni
Si apre oggi a Verbania sul Lago Maggiore il Festival LetterAltura festival di letteratura di montagna viaggi avventura giunto alla sua dodicesima edizione e il tema di quest'anno il titolo di questa nei racconti sull'acqua e viaggi in battello e le quest'anno letteratura ospita la mostra fotografica mare corto
Il progetto di ricerche di viaggio sul mare Adriatico ideato e realizzato dal fotografo Ignacio Maria accorcia e dal giornalista Matteo Tacconi e ne abbiamo parlato l'abbiamo seguito da passaggio a sud-est abbiamo raccontato
Le varie le varie tappe di questo di questo Progetto facendoli sentire anche i materiali sonori che Matteo Tacconi nazionali accorciano raccolto nel loro nei loro viaggi
Lungo le sponde attraverso le acque l'Est la storia le storie della dell'Adriatico mare corto oltre che un sito internet materiali video materiali sonori è diventato anche una mostra fotografica che esposta appunto
Al la letteratura al centro e venti il maggiore ed è diventato anche un libro che verrà presentato per la prima presentazione avverrà proprio questa sera alle venti e trenta centralmente il maggiore di Verbania in apertura di te la dodicesima e trenta edizione di LetterAltura un incontro ci sarà un incontro anche con i nazionali accovaccia e Matteo Tacconi che racconteranno appunto il loro lungo viaggio lungo le coste cominciamo la Storia e le storie dell'Adriatico da qui è nata appunto anche la mostra e e libero
E che vi abbiamo raccontato anche da passaggio a su desta appuntamento dunque a Verbania questa sera alle venti e trenta al centro e venti il maggiore l'altra segnalazione riguarda invece un evento di questa mattina
Questa a questa mattina alle undici a Torino alle Officine Grandi Riparazioni in corso Castelfidardo ventidue verrà presentato in anteprima nazionale il documentario mis Sarajevo
Nato da un'idea di Nicoletta Mantovani vedova di Luciano Pavarotti un docu-film realizzato con il sostegno della Fondazione CRT e delle Officine grandi riparazioni che si focalizza sulla tragedia della guerra dei Balcani
Di vent'anni fa
Ma racconta anche storie di pace e di riscatto nate appunto dalle ceneri di quel conflitto in particolare il drammatico assedio di Sarajevo
Il film è stato prodotto da superando il due con la conduzione di Paola Severini Melograni la regia di Federico Rizzo sarà presentato appunto questa mattina
Alle undici alle Officine Grandi riparazioni di corsa Castelfidardo ventidue a Torino ci saranno la ministra difesa Elisabetta trenta
Nicoletta Mantovani Massimo la Pucci che è segretario generale della Fondazione CRT e direttore generale
Delle Officine Grandi Riparazioni e il dibattito sarà moderato da a Paola Severini Melograni
Con questa segnalazione termina anche per anche questo stato supplemento settimanale di passaggio a sud-est supplemento del di giovedì ventisette settembre del due mila diciotto e ricordiamo che tutte le puntate di passaggio su desti supplementi gli speciali sono aria ascoltabili in podcast su radio radicale punto it andando nella sezione delle rubriche cercando appunto poi la sezione di passaggio a sud est e sono anche linkati sulla nostra pagina Facebook dove trovate anche gli articoli che per esempio abbiamo citato questa mattina in questo supplemento inonda ci risentiamo domenica sera domenica trenta settembre con come sempre alle ventuno
Grazie per l'ascolto un saluto da Roberto Spagnoli una buona giornata in compagnia di radio radicale