Presentazione del libro "Riprendersi la Vittoria. Perchè gli italiani non devono dimenticare la Grande Guerra" di Stelio Fergola (Passaggio al Bosco)

Buongiorno a tutti
Oltre che esso sarà sarà indiretta sia Facebook che comunque nel sito dalla Camera questa presentazione
Mi sembra doveroso ringraziare prima di tutto l'otto serio ancora per la disponibilità l'editore il giovane editore
Marcos catarsi perito nel passaggio al bosco oltre non solo per la pubblicazione di questo libro che andiamo a presentare riprendesse la vittoria ma anche per tutto il lavoro che stanno portando avanti nel campo dei teoria che tra poco ci illustrerà ovviamente un ringraziamento e manovale Merlino
Alla mera mia estrema destra che è un attore teatrale è uno scrittore sceneggiatore anche di esista addentrando in quello che s'è il tema della Grande Guerra della vittoria del mondo un militare ma anche nella storia d'Italia è stato autore di diverse opere
Apprezzate le sta portando anche in scena lui stesso da poco vi sono spettacolo e ti faccio i complimenti alla mia sinistra il collega Luca De Carlo
Che è stato apprezzatissimo il suo intervento per oltre il quattro novembre ma anche per ricordare la grande guerra in aula un bellissimo discorso perso anche chi negava questa grande vittoria anche dentro il Parlamento parlava sempre di di un un una un momento di lutto a volte parlava di una non vittoria dentro il Parlamento posso pronto quando quella parte austriaca che vive in Italia di lingua tedesca
Ambiva ad avere un doppio passaporto rimettendo in discussione tutta la storia grazie ai colleghi che sono in aula c'è Federico Mollicone Marcello già matto
Io dico che questa nostra iniziativa oltre quella che abbiamo portato avanti al quattro novembre serve soprattutto per ricreare uno spirito critico in Italia dopo anni di oblio per questa festa per questa grande vittoria
è una revisione storica inaccettabile che saltava potrà Tavanti ambienti radical-chic che hanno cancellato il quattro novembre qual è festa nazionale hanno cancellato l'ho l'orgoglio per le forze armate
è hanno riscritto la storia come se il quattro novembre quegli esercizi che italiani che si sono sacrificati in quelle terre fossero state obbligate
Fossero tutte persone costrette ad andare lì inconsapevoli di quello che stavano facendo è nostro dovere come forza politica non solo continuare a lavorare terre accertare lui far risvegliare ai giovani quello che è stato veramente
Abbiamo citato vari testi di lettere anche in aula di soldati per esempio con l'uno sardo Attilio Deffenu
Che da sardo andato lì a morire con la Brigata Sassari in quelle terre era consapevole di quello che stava facendo
L'ha fatto con orgoglio e non è vero che l'ha fatto perché è costretto anzi i disertori era una minima parte di quelli fisiologici che ci son stati Megna esercito
Quindi l'Italia deve riappropriarsi di questa vittoria io non voglio tediarvi Dio passo la parola prima di tutto a Emanuele Merlino per chiedergli appunto la questa grande guerra e le perché della sua opera
Teatrale e i riscontri che stava endo
Grazie grazie dell'invito non parlerò insomma per della mia opera se non dicendo una cosa perché qui siamo per la presentazione di un libro davvero importante che si inserisce certo sì in insieme di altre iniziative istituzionali come quelle che ha fatto Fratelli d'Italia ma anche appunto di scrittura o teatrali
Una sola cosa sul mio spettacolo che del due mila quindici ed è uno dei pochi patrocinati dal Consiglio dei ministri come spettacolo ufficiale sulla Grande Guerra patrocinato gratuitamente perché ovviamente i soldi per le attività non sono mai stati dati
Proprio per questa rimozione nella vittoria bene la cosa importante secondo me è che andando in giro a fare conferenze andando in giro a fare spettacoli quello che si scopre dal nord al sud d'Italia è ovviamente anche nelle isole è che c'è un sentimento che va molto oltre quello che ci viene raccontato
Quello che viene raccontato in televisione quando se ne parlai di folli che vanno volontari
Di disertori di un'Italia cialtrona un'Italia che non vale nulla mentre invece quello che c'è nell'animo vero della gente
Dei paesi delle città è un'altra cosa e ricordo della guerra dei nostri nonni e questo e questo libro è un libro davvero molto importante
Perché
Ci sono due termini che ricorrono sempre quando si parla di quattro novembre
Il primo è commemorazione di solito gli esponenti istituzionali che vogliono negare l'importanza del quattro novembre utilizzano questo al posto di celebrazione
Però commemorazione ha un suo significato molto importante perché commemorazione vuol dire ricordare insieme
Fare comunità nel momento in cui pensiamo i nostri morti
Quella comunità che è nata lì Italia sensali trincee non sarebbe la nostra Italia quella che viviamo e quella meglio ancora che sogniamo il vogliamo in qualche modo costruire e io credo che ricordare che dentro la trincea prima di andare all'assalto prima di plausibilmente morire cosa che ovviamente non fa piacere a nessuno ma scambiarsi una sigaretta
Guardarsi negli occhi per trovare coraggio condividere un ricordo e un penso di una lettera che è arrivata da casa mia ha fatto la comunità
Chi ha costruito una comunità nazionale anche oltre le differenze storiche linguistiche
E questa condanna cosa principale per questo noi dobbiamo riprenderci la vittoria commemorando la perché lo dobbiamo fare insieme dobbiamo riscoprire il senso di comunità nazionale e io sono convinto insomma c'è scritto ovviamente anche nel libro
Che uno dei motivi per cui la vittoria è stata cancellata è proprio questo cancellare la nostra identità di nazione di comunità
E poi ovviamente oltre a commemorare fa celebrare perché nella prima guerra mondiale non abbiamo partecipato
Non siamo stati spettatori sofferenti di quel che è successo non abbiamo vinto abbiamo vinto una settimana prima di tutti gli altri
Abbiamo sacrificato tantissimi Giovanni e meno giovani militari e civili ovviamente non tutti volevano fare la guerra questo è chiaro ma una
Una voi in via d'Italia una voglia di sacrificio una voglia di fare il proprio dovere così forte che ci ha permesso di resistere come dice il bollettino uno dei più potenti eserciti del mondo
Eppure abbiamo vinto e l'abbiamo fatto
Non come si raccontano italiani che sono cialtroni un po'alla un po'alla Monicelli e fino a l'ultima scena
Traditori Bari mi Misery miserabili dove abbiamo vinto in un'altra maniera abbiamo vinto con l'eroismo di tantissimi
I tantissimi eroi di tutte le regioni d'Italia e non solo dal terreno credente e chi veniva figlio dall'immigrazione
Ci sono tantissimi italiani tornati a combattere dall'estero dove erano andati a cercare fortuna che tornano Italia combattere ma a parte quelli richiamati
C'erano anche i figli ci sono storie di ragazzi di serie A sette diciotto anni che dicono i genitori non sono costretti andare al fronte e io voglio andare in Italia che non hanno mai visto perché quella è la terra dei miei padri devo andare a combattere per lei
Questo noi dobbiamo ricordare e dobbiamo celebrare perché quella guerra quella guerra certamente una guerra terribile come tutte è ovvio ma rappresenta la parte migliore Dinoi perché abbiamo vinto con coraggio con eroismo con modi di fare diversi ci sono nelle storie così incredibili penso a abbiamo un onorevole del Veneto penso che il primo paracadutista della stessa utilizzato in zona di guerra nella storia dell'umanità
Era un veneto di Vittorio Veneto oppure penso a quelli ai ragazzi la Brigata Sassari cioè una storia fantastica di un Caporale che va da solo e cattura una trincea
Da roba ma questo ovviamente per citare soltanto i soldati provenienti dalle terre del signore Oliva ce ne sono mille no perciò Enrico Toti
La Renault abbiamo vinto quella guerra perché avevamo un coraggio e un amore millenario per la nostra nazione e l'abbiamo fatto appunto non soltanto col coraggio ma anche ecco credo che sia la cosa principale che racconta quel che stiamo diventando comunità e non dimenticando mai che ne siamo la patria dell'arte
Perché soltanto in Italia può capitare che la dichiarazione di guerra la vera dichiarazione di guerra all'Austria venga fatta Gabriele D'Annunzio soltanto Italia può capitare che il momento
Più forte per affermare l'esercito Austroungarico il tedesco dopo Caporetto oltre ovviamente
Repetti nostri soldati sia non sono la beffa di Buccari
Cioè mettere insieme arte il coraggio il nostro modo di fare a volte siamo cialtroni sì ma quando siamo comunità siamo i più importanti più forti l'esercito più importante che c'è stato in Europa grazie
Grazie Manuele passerei la parola Marcos catarsi editore di passaggio al bosco per chiedere questa sfida ma pubblicare un libro
No non su un tema che va controcorrente comunque quella che è la cultura ufficiale dominante e poi se ci fare un breve accenno dell'attività proprio di passaggio al bosco
Sì io anzitutto ringrazio l'onorevole De Mita mi fa un po'specie chiamarla onorevole perché ci conosciamo da molti anni ci siamo conosciuti in un contesto militante
Ringrazio il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia per l'occasione
Confessa mi di essere qua oggi a presentare insieme Asterio Fergola questo libro ringrazio Emanuele Merlino Luca Di Carlo e tutti i presenti
La nostra attività nasce un anno fa e nasce appunto per esportare per diffondere un messaggio controcorrente profondamente identitario che in qualche modo riportasse all'attenzione del grande pubblico anche quelle tematiche scomode che non erano così appannaggio della cultura dominante ovviamente
è sicuramente paradossale che un testo che celebra il quattro novembre quindi la vittoria della Grande Guerra debba essere inserito in un filone di controcultura è una cosa che avviene solo in Italia ed effettivamente è un paradosso
Pazzesco
Che si sia costretti a fare un'opera di controcultura per celebrare una guerra vinta con sacrificio per celebrare una guerra che effettivamente ha contribuito a completare quel processo di indipendenza e di unità nazionale che era stato iniziato nel Risorgimento
è assolutamente paradossale però ci troviamo a dover fare i conti con un'intellighenzia con un pensiero dominante che in questi anni in questi decenni come serio Fergola spiega in maniera approfondita dei eccezionale in questo testo ha lavorato pedissequamente
In virtù di una logica antinazionale che ha cercato di destrutturare tutti quei pilastri nella nostra identità come prima Emanuele ha detto
E che di fatto costituiscono se vogliamo il retaggio che ci consentirebbe di approcciarci al quattro novembre alla Grande Guerra con il giusto spirito che è quello della celebrazione e quello della condivisione che quello della custodia della trasmissione
Nella copertina di questo testo disegnata da un disegnatore che collabora con l'edizione di ferro valico con i colleghi gli amici di ferro valico copertina voluta e ideata se vogliamo da Stelio si vede un giovane che contempla una vita sulla quale sventola un tricolore in quella vita compaiono le rassicurazioni dei soldati
Non è casuale questa immagine c'è un giovane che guarda la Grande Guerra che in qualche modo cerca di riprendersi quella vittoria credo che questo libro vada in quella direzione
Stiamo cercando di diffonderlo nelle scuole stiamo cercando di diffonderlo nelle università stiamo cercando di sensibilizzare le giovani generazioni
Ad un fatto sicuramente tragico ma profondamente importante denso di eroismo denso di caratteristiche essenziali per la comprensione del nostro tessuto comunitario nazionale
E la necessità esattamente quella risvegliare delle limitazioni che in qualche modo sono stati bombardati per decenni da messaggi appunto che andavano nell'ottica della ristrutturazione del nostro tessuto comunitario nazionale e attraverso anche i lavori come questo cercare di risvegliare di di riportargli diciamo ad un'ottica di comprensione di questo fenomeno il libro di fil di di stelle o non è un testo storico di testi storici sulla Grande Guerra se ne trovano
A migliaia nelle librerie è un libro che contiene un messaggio profondamente attuale e mi ricollego qui anche al lavoro svolto dal gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia
In questo senso nelle scorse settimane per fare in modo anche con successo che il quattro novembre ritrovasse anche istituzionalmente
Quel significato più profondo che merita in qualche modo nel calendario delle feste nazionali
Ed è un libro profondamente attuale perché parla del quattro novembre
In un momento storico nel quale il quattro novembre non rappresenta purtroppo una festività condivisa a differenza di altre festività che invece sono di visive e che vengono assurte diciamo ad altri fondanti
Della nazione italiana il quattro novembre dovrebbe essere una delle tante fondanti dell'Italia perché l'Italia esisteva ed esiste per come la conosciamo
Perché nella Grande Guerra i nostri soldati hanno sconfitto un impero superiore per numero e per mezzi e lo hanno fatto con l'audacia con il coraggio con il sacrificio di chi ha saputo interpretare lo spirito della trincea la trincea lo grazia
Nel modo migliore cioè come elemento compatta anti e affratella anche e quindi come elemento di stimolo rispetto ad una riconquista che Spogli si è effettuata sul campo stupendo anche gli osservatori internazionali se vogliamo anche il nostro popolo che nell'ultima fase della Grande Guerra
Si sentì coinvolto totalmente in questo processo la Grande Guerra fu effettivamente forse il primo grande evento di massa che coinvolse un po'per l'utilizzo della tecnologia sia bellica che non che in qualche modo diffuse
Ciò che avveniva al fronte un po'perché tutte le famiglie avevano un fratello un nipote un figlio in guerra e quindi erano coinvolte nel conflitto direttamente ma l'Italia per la prima volta seppe essere una nazione nel senso profondo del termine quindi se vogliamo si Iman ci può da secoli di selvaggio di subalternità di
Senso di sconfitta che in qualche modo aveva pervaso il nostro popolo precedente niente e questo messaggio profondamente attuale dal quale ancora oggi noi dovremmo imparare perché il messaggio che viene diffuso così se vogliamo dai media anche italiani purtroppo asserviti a quella intellighenzia di noi prima e quello di un'Italia subalterna quello di un'Italia desideri Zatta è quello di un'Italia che in una di un centro e soprattutto che non ha più un destino e allora guardare alla Grande Guerra forse ci potrebbe aiutare anche a riconquistare una consapevolezza di noi stessi è un ruolo nella storia
Passaggio al bosco con la sua attività cerca umilmente perché poi il ruolo di una piccola casa editrice indipendenti alternativa chiaramente non può essere quello di contaminare un orizzonte culturale nazionale ma cerca di lavorare in questa direzione e libri come questo ci aiutano a farlo
Perché la Grande Guerra è stata dimenticata e perché dobbiamo invece ricordarle celebrarla
è spiegato molto bene nella prefazione di questo testo scritta da Adriano Scialanca che ringrazio per il contributo offerto alla realizzazione di questa opera è spiegato molto bene perché lui afferma giustamente della Grande Guerra in carne rappresenta tutta una serie di elementi che la cultura dominante globale politiche si radicalizza ante che in qualche modo oggi va tanto di moda
Cerca di destrutturare di attaccare la Grande Guerra e guerra anzitutto e quindi la società occidentale non è più in grado di considerare le guerre per quello che sono fa le guerre ma le chiama operazioni di peacekeeping
La Grande Guerra il popolo e i popoli sono ormai masse di consumatori che devono essere secondo cui il retropensiero sostituite e sradicate la grande guerra e nazione e le nazioni oggi che cosa sono in un mondo globalizzato sono delle espressioni geografiche che non hanno più alcuna profondità e alcuna direzione la Grande Guerra è violenza perché tutte le guerre comportano la violenza ma oggi una società violenta cerca di edulcorare questo su questo concetto e di non accettarlo per ciò che rappresenta e quindi nonostante si continui a praticare la violenza
Sotto mille forme il profitto e la logica del profitto e le leggi del mercato rientrano anche in questo aspetto bella violenza nuda e cruda ci fa paura non la sappiamo accettare e e quindi cerchiamo in qualche modo di eludere la di scansare la di nasconderla la Grande Guerra ci riporta a contatto con quelle Ernest Young per chiamava le tempeste d'acciaio e quindi quelle forze elementari all'interno delle quali scaturisce se vogliamo quella natura essenziale dell'uomo che ci riporta contatto appunto con
Quella che alcuni maestri della tradizione chiamavano la grande guerra ovvero quella che poi al netto di tutto noi combattiamo dentro di noi e la trincea rappresenta effettivamente la volontà di sintetizzare la piccola guerra che i nostri soldati combattevano contro il nemico che stava dall'altra parte della barricata e la Grande Guerra che attraverso il sacrificio della trincea hanno combattuto dentro di loro e in effetti chi ha combattuto nella Grande guerra e poi è tornato a casa ha riportato lo spirito di un Italia autentica nelle città nelle strade in qualche modo ha saputo se vogliamo restituire anche un destino a questa nazione io vi ringrazio per averci concesso di presentare questo libro in questa sede
Ringrazio nuovamente Fratelli d'Italia pire essersi fatta carico anche di questo tema importante non solo attraverso la presentazione di questo testo ma con la più importante azione istituzionale e parlamentare che ha concesso anche al nostro popolo la possibilità di discutere in maniera positiva del quattro novembre quindi di riaprire un dibattito sul tema
E spero che come il titolo di questo libero recita anche grazie a iniziative come questa si possa contribuire a riprendersi la nostra vittoria grazie a tutti
Grazie a Marco
Di passa la parola Luca De Carlo nostro deputato che ha fatto infuriare anche giornalisti di lingua tedesca riportato i suoi interventi
Dimmi come si vive su in Veneto questa qua come si è vissuto questo quattro novembre e se veramente si gli anche si respirava un odio di nuovo antitaliano di da parte di una parte politica venti
Se esattamente intanto grazie a Marco Castelli o per l'opportunità di poter divulgare anche noi le nostre scuole poi sarà mia premura farlo nella mia questo testo in modo che i ragazzi crescano con la consapevolezza che è vero che la guerra è brutta che fa male ma è altrettanto vero che questa folla l'unica l'ultima guerra senza odio
Ci sono episodi straordinari espressamente in alta montagna di eserciti che a Natale si fermano che a Natale festeggiato assieme che hanno un rispetto reciproco che va al di là di qualsiasi violenza di qualsiasi storiografia modificata a scopo di chi oggi vorrebbe come giustamente è stato fatto notare un mondo di consumatori assolutamente appiattiti senza più nessuna
Diciamo così distinzione nazionale perché quando c'è l'azione cioè distinguo e quando c'è distinguo si vedono quelli che sono più civili rispetto ad altri e questo grande tema di oggi come l'abbiamo vissuta noi
In Cadore nel bellunese ve l'abbiamo vissuta con la consapevolezza noi cioè è più facile per noi ogni Cima che guardiamo il fiume che che ci passa il fiume Piave quindi per noi è automatico un rimando a quelle che sono state le gesta
Di quegli anni anche se sono passati cento anni e ancora assolutamente vivo tra di noi tra i ricordi
La il ricordo appunto di tutti quelli che essi che che si sacrificarono e furono tanti per quella che fu l'ultima Guerra del Risorgimento
E quella che è la guerra che ci dette una nazione passione la nostra nazione quindi oggi altrettanto paradossale che questa venga snobbata da chi siede in Parlamento oltre fatalità io non abbiamo visto una grandissima partecipazione alle nostre commemorazione e assolutamente è strano già già è strano il fatto che ci sia una parte di questo Parlamento che non canta l'inno
Faceva parte di questo Parlamento che trova così e si scusa per non partecipare alle con Moratti la commemorazione nazionali pur sedendo in questo Parlamento cioè cioè della assoluta incoerenza tra le parole e di fatti e quindi e credo che noi sì sì stiamo oggi se siamo qui è proprio per tenere viva
E tenere vivo quel ricordo che poi il ricordo fondante della nostra nazione quindi del coro fondato del fatto che noi oggi ci si chiami Italia e si continui ad avere un Parlamento sovrano per quanto possibile ma certamente condizionato da politiche europee che oggi sono molto molto meno nazionali e molto meno sopranista di quanto dovrebbero essere io quando sono davanti al monumento ai caduti del mio Paese la fortuna di fare il sindaco
Mi sono sempre chiesto in nove anni in realtà fino a quest'anno se i nomi scolpiti su quel monumento oggi dovessero ritornare se saprà se fossero contenti di quello che è il mondo oggi dopo loro sacrificio per otto anni mi sono detto un po'scettico rispetto a questo poi le quello che è successo in questi giorni l'alluvione il maltempo che ha colpito esattamente le stesse aree dove si combatte per questo è fondamentale
Esattamente lo stesso fiume su cui noi ci difenderemo nel diciassette il fiume Piave in questi giorni ci siamo difesi dal fiume Piave
Che era forse talmente arrabbiato proprio per il fatto che non si fosse valorizzato a dovere cent'anni dopo
Però su quei nomi quest'anno mi sono sentito dire che avevamo fatto qualcosa per ricordarle in cuor nostro avevamo speso tutte le nostre energie perché il loro sacrificio non fosse varo ma non si bastona e vorremmo che tutti facessero la stessa cosa che abbiamo fatto noi quest'anno non siamo stati è inutile che ci auto compiacciamo ma abbiamo cercato veramente in ogni sede in Parlamento fuori sulla stampa nelle scuole abbiamo fatto di tutto perché questa che è una celebrazione di tutta una comunità tutta la comunità italiana non è una guerra di visiva è una guerra che ci ha visto ha visto popolazioni del sud Italia come quei del nord Italia parlare forse per la prima volta tra di loro cioè io ho citato nel mio intervento in aula persone che veniva dalla Calabria la Sardegna la Sicilia persone che non avevano mai visto le Dolomiti e pure lui ci hanno lasciato la vita
Solo questo dovrebbe bastare per capire che l'Italia è una indivisibile e assolutamente non spartire sul logiche di potere e qui questo non glielo dobbiamo siamo consci di aver fatto la nostra parte ma non ci fermeremo al quattro novembre ad una mozione in aula lo faremo tutti i giorni fuori tutti i giorni con i nostri con il nostro esempio perché i ragazzi e l'ho visto a scuola in questi giorni che sono stato anche a a distribuire loro una litografia
Che ricordava appunto la prima guerra mondiale i ragazzi hanno fame
Di di cultura hanno fame di sapere quello che sono stati perché al viviamo in un mondo dove si cerca di far dimenticare loro da dove da dove veniamo e questo è il compito che dobbiamo un compito difficile
Che che restano in ma se le sfide non fossero difficile non sarebbe ostile non sarebbero sfide per noi grazie
Grazie look parlato a nome di tutto il gruppo perché ci siamo divertiti in questo periodo anche a sfidare
PD a sfidare anche le purtroppo le forze di maggioranza che non c'hanno seguito in questa commemorazione non hanno presenziato un po'triste ma devo dire che solo l'inizio questo centenario nuovo inizio di coscienza grazie Stelio quello che tu un se uno scrittore che stando sempre controcorrente la tua precedente opera raccontarli
Gli inganni antirazzisti l'ipocrisia di una certa di un certo mondo di accertare culturale di una certa società oggi ritorni con altra commento molto attuale
Appunto come dici cosa resta un secolo dopo della vittoria italiana grande guerra ecco cosa resta
Allora ringrazio Salvatore ringrazio Luca per l'invito parlare qui
E ringrazio Marco per l'opportunità che mi ha dato nel pubblicare anche questo libro io parto da una considerazione prima di rispondere sul cosa resta io credo che ogni Stato abbia bisogno di una forte identità
Uno spot di Stato attenzione non ogni nazionale
A parte la la nazione la a prescindere lo Stato deve come dire
Guadagnarsi un una certa identità e io sono convinto che questo il nostro Stato lo Stato italiano Cuper come confermato attualmente abbia un disperato bisogno d'identità
Perché dico questo dico questo perché io ho sempre pensato che i problemi inerenti anche i festeggiamenti mancati del quattro novembre l'oblio su quattro novembre
Siano dovuti proprio a questa mancanza d'identità che qui di cui questo stato soffre in modo ma tattico
E di cui probabilmente ha sempre sofferto ce ne siamo accorti in questi giorni dice di celebrazioni centenarie è in realtà anche un po'in questi tre anni perché
Tutte le polemiche che scaturiscono sul quattro novembre a mio parere pali sano non da parte delle istituzioni Massine l'imbarazzo di dover affrontare la questione ma senza sapere come farlo in realtà il discorso di Mattarella dell'altro giorno è a parte l'ovvia definizione dei controverso che per usare una femminismo che mi viene di riguardo a quel discorso se come denuncia proprio questo imbarazzo cioè nel senso l'incapacità di affrontare una parte componente della propria storia per la paura di avere dei collegamenti pur soltanto minimi con una certa fase storica
Che sinceramente mi sono pure stancato di nominare perché è sempre la stessa e perché con tra l'altro con il quattro novembre avevano nessun collegamento reale perché il quattro novembre non si verifica ovviamente basta leggere un qualsiasi libro di storia semplicemente conoscere i numeri ferro con quello che è venuto dopo
Però che cosa succede che il quattro novembre inevitabilmente per con alcune ragioni storiche che sappiamo favorito alcuni processi che hanno generato quel periodo storico con cui ripeto se lo ricorda
Ovviamente il ventennio fascista con cui è impossibile fare qualsiasi tipo di ragionamento con cui vige la totale separazione senza un minimo di analisi critica senza un minimo di di riflessione
E di cui questo stato praticamente si fece cioè l'identità dello stato della Repubblica italiana fossi Rizzato su questo discorso dell'antifascismo cioè su qualcosa che è morto e sepolto a settanta anni
E del quale sinceramente non ci dovrebbe interessare nulla
Agendo in questo modo non si danneggia il fascismo nel suo la sua analisi storica va nella sua valutazione che possono essere positive o negative ma si danneggia proprio l'Italia di per sé perché il nostro paese in questo modo si trova incancrenito in una posizione totalmente illogica che si ritrova a dover negare una festa unificante qual è stata quella del quattro novembre
Cioè non si può festeggiare il quattro novembre perché in qualche maniera può avere qualche rimando pur indiretto comunque precursore di un periodo storico con cui si voglia si vuole cancellare qualsiasi contatto
La follia di questa azione e quella capacità porta a quello che diceva giustamente Marco prima ossia la celebrazione forzata di feste che non sono non sono non sono unificati ma sono divisive e che devono divenire per forza fondanti di un in un processo fondativo che realtà impossibile
Perché io con molta semplicità dico è indubbio che il quattro novembre mille novecentodiciotto si concludeva un processo in cui tutti gli italiani
Hanno combattuto combatterono contro un nemico comune
Il venticinque aprile del mille novecentoquarantacinque si concludeva un processo in cui alcuni italiani misero su altri italiani
è una differenza non da poco e ma per la quale non necessario nemmeno essere dei raffinati storici per insomma rendersi conto della enorme differenza fra le due fra i due aspetti fra i due vicende storiche
E questo inevitabilmente condiziona tutto quanto il nostro approccio alla questione il mio libro nasce proprio con questo scopo che un libro come ha detto giustamente Marco che non è in realtà un libro di ricerca storica un libro di riflessione storica
Perché questa riflessione necessaria oggi più che mai per & essi conto del a del del problema che è un problema sociale se secondo me
Il problema del quattro novembre non è un problema storico ma un problema sociale problema sociale perché influenza inevitabilmente l'approccio che sia al senso di comunità delle generazioni future
è impossibile pensare che le generazioni giovani ma in generale di cittadini italiani possono avere la benché minima affezione alla propria patria senza conoscere la parola patria stessa
E l'oblio del quattro novembre è un è stato un secondo me un azione di propaganda
Culturale ossessiva che è durata almeno una cinquantina d'anni che ha avuto il solo scopo interrotto solo risultato di allontanare praticamente le generazioni future dall'assenso di padre dal senso di nazione ma dal senso di comunità
Se credo sia un discorso proprio lamentare se mio padre non mi insegna l'educazione è molto difficile che io capisca come un ragazzo educato a meno che non ci siano degli eventi particolari che mi insomma indirizzano in un in ognuna di vittima in una direzione più più propositiva in questo senso
Quello che è successo nei giorni del PCI intorno al quattro novembre abbastanza emblematico perché l'abbiamo visto insomma le manifestazioni pubbliche di Fratelli d'Italia che ringrazio perché è stata una delle forze che più si è sforzata comunque a ricordare a diciamo a a spingere per la come Moraz Simone
E anche le polemiche anche piuttosto ridicole secondo me che sono stata imbastita anche sui social network in risposta a quello che ha detto Giorgia Meloni che Giorgia Meloni ha detto una cosa molto semplice che è la stessa cosa che vi ho detto io adesso
Cioè che la differenza fra le due feste abissale ma non ci vuole un genio per capirlo
E Enrico Mentana sulla sua pagina Facebook Mentana che ormai è un giornalista che secondo me ha abbandonato qualsiasi criterio diciamo di obiettività o di imparzialità manifestando appieno quali quelle che sono le sue tendenze gli alloggi
Ha detto come si fa a dire che il venticinque aprile non è divisivo indennizzi dice se si può dire semplicemente notando tra chi fu la guerra del venticinque aprile questo il discorso allo stesso modo si può dire del quattro novembre
Il messaggio storico che passa su la prima guerra mondiale secondo me il primo motivo a cioè la prima ragione alla quale si sono aggrappati tutti quelli che hanno cercato di rivenderla o comunque di portarla verso verso diciamo l'oblio
Ed è il fatto che in qualche maniera l'Italia abbia combattuto la solita guerra mediocre
Aiutata dal collasso interno del delude l'impero austro-ungarico e che in questa maniera si è aggiunta sia giunto a questo successo definito molto spesso tra virgolette ho visto molte persone che in questi giorni hanno detto
Ma si ricordano tutti sedicenti patrioti italiani come arrivo quella vittoria con vittoria tra non so quante virgolette un sacco di virgolette credo
E
Questo fatto che si può smentire tranquillamente guardando ai fatti storici incredibile che nessuno si renda conto che per quanto esista effettivamente una differenza tra prima e dopo Caporetto
è un po'una leggenda il fatto che l'Italia abbia combattuto una guerra stentata fino a Caporetto o meglio è vero il fatto che la prima guerra mondiale a causa delle novità tecnologiche che apporto
Fu una guerra fondamentalmente di voglio dire di sassi di stallo
E di conseguenza era difficile per qualsiasi esercito non solo per quello italiano compiere diciamo guerra riuscire a ottenere guadagni territoriali così grossi in pieno stile ottocentesco tant'è che tutti i generali entravano in questo equivoco
Di voler affrontare quella guerra con lo diciamo al all'assalto diciamo dei fanti arso inchiostri ottocentesco e dovettero tutti fare i conti con la realtà che una mitragliatrice glieli poteva far fuori tutti
Successo anche sul fronte occidentale non è successo solo sul fronte italiano e da questo punto di vista l'Italia affrontato le stesse identiche difficoltà che hanno affrontato tutti gli eserciti all'attacco del primo conflitto mondiale ciò nonostante si si sono rivelate anche in questo contesto tante azioni degne di merito dal punto di vista militare mi ricordo già quella di giugno due mila mille novecentoquindici la presa sul Montenero
Comunque la capacità di riuscire a condurre una guerra fino praticamente a Caporetto perché nessuno quando si parla tanto di Caporetto e saltando le come dire il lato tragico poco anche quello della riscossa che ne seguiti tutti si dimenticano di dire che Cavoretto in realtà l'unica vera sconfitta dell'esercito italiano nella nella nella guerra del quindici diciotto
Sì potremmo aggiungere la pressa temporanea di Asiago del mille novecentosedici da parte degli austriaci però in linea di massima è stata una guerra l'attacco in cui l'Italia praticamente perde solo a Caporetto
Prima fatica molto è vero infatti qui sussista la differenza tra il prima il dopo ma perché fatica molto fatica perché la guerra dopo Caporetto diventa difensiva e la guerra difensiva è è quella che diciamo favorisce diciamo lo slancio dell'ultimo periodo che si estrinseca nella battaglia di Tremonti non la Battaglia del solstizio e e infine poi nel trionfo di Vittorio Veneto
In molti dimenticano che l'Italia stava per vincere quella guerra già nell'estate del mille novecentodiciassette sull'altopiano nella anzi bensì sa non la vince perché un povera abilità dei dei comandi austriaci e un po'per errori anche dei nostri generali
Che preferiscono diciamo diffondere l'attacco su tutto il fronte orientale non sull'area specifica il che favorisce le difese austriache e di conseguenza da lì
Si arresta alla fine di quell'estate quell'attacco che poteva essere decisivo in cui l'esercito stridore questo rischio di crollare Bangle volta
E da lì arriviamo a Caporetto però Caporetto è nasce proprio perché l'esercito austriaco è sul punto di collassare e nasce essenzialmente come un azione tedesca
Quindi tutti si dimenticano di dire che l'Italia stava conducendo una guerra difficile lenta graduale la condotta dall'inizio alla fine e in un momento ovviamente ha avuto una a una fase di remissione
Una fase di rimessione che lo storico Alessandro Barbero attribuisce alla eccessiva sicurezza disse nel senso in quel momento Italia si sentiva forte si sentiva in una fase in cui poteva effettivamente condurre il gioco e probabilmente anche vero potrebbe essere così
Hill in non dimentichiamoci che noi arriviamo all'inizio del conflitto in una condizione tecnologica estremamente inferiore a quella dell'impero austro-ungarico
E completiamo il conflitto in una situazione molto diversa perché gli investimenti militari in quei tre anni diventano molto consistenti quindi l'Italia fa uno sforzo enorme in quegli anni per affermarsi
Dal punto di vista militare e ci riesce perché se c'è una guerra che l'Italia ha vinto davvero probabilmente proprio la prima guerra mondiale
E la sottovalutazione della prima guerra mondiale di Rivalta probabilmente un po'da un retaggio risorgimentale perché obiettivamente dobbiamo riconoscere che nel giorno il Risorgimento non siamo stati molto fortunati
Sia nelle due guerre piemontesi che nella guerra nazionale che cos'è la terza guerra di indipendenza e che quando usciamo vincitori nella seconda e la terza gara indipendenza noi usciamo vincitori grazie all'aiuto della degli alleati fondamentalmente e quindi c'è un po'questo retaggio che cerca di essere tramandato anche nella grande guerra questo rifiuto di considerare l'eccezione che può avvenire in qualsiasi caso della della storia e io non ho nessun problema ad ammettere che l'Italia non abbia una storia militare esattamente brillante
Però estendere questo giudizio
Alla prima guerra mondiale mi sembra probabile veramente una considerazione che è completamente fuori dalla realtà
Cioè non c'è un elemento che dimostri questa questo questo luogo comune diffusa perpetrato con una violenza secondo me io la definisco violenza perché per me violenza
Assurda secondo me
E già la stessa questione dei disertori delle persone che a giudizio dei critici identificherebbe in qualche maniera l'esercito italiano i soldati italiani è una questione che non ha nessuna collegamento con la realtà
Noi stiamo parlando io fu mi sono permesso di calcolare le percentuali dello zero virgola zero ventidue per cento
Dei fucilati se comprendiamo anche il dramma oggettivo e anche criminale delle decimazione che nessuno vuole negare che però voglio dire avviene non sempre un contrasto violento e dico in competizione con un nemico che è pronto a farti fuori di voglio dire di contestualizzazione sono sempre importanti non novità spesso ragioniamo con gli occhi di chi voglio dire non sa nemmeno cosa sia il minimo sacrificio parlo anche per me noi non sappiamo che cosa vuol dire voglia dire sacrificarsi a certi livelli siamo cresciuti in una società che per fortuna ci ha dato molto benessere e multa salute
Ma dall'altro ovviamente paghiamo dazio non conoscendo il valore del sacrificio umano che un elemento fondamentale della maturazione anche per questo
Lo giudichiamo male e parliamo dello zero virgola zero quattordici per cento se parliamo dei fucilati effettivi per diserzione che sono settecentocinquantuno sull'esercito di cinque milioni e duecento mila persone cioè di cosa stiamo parlando stiamo parlando da decenni di una gru di un fenomeno marginale che identifica addirittura l'esercito italiano come un esercito di vigliacchi di codardi
E di fondamentalmente di costretti alla guerra appunto questo questo mantra continuo degli eredi dei soldati italiani costretti alla guerra come ha detto giustamente Emanuele Merlino è ovvio che non tutti i soldati italiani fossero dei convinti combattenti e fossero completamente consapevoli del conflitto però come ha dimostrato Mario Isnenghi nel suo studio sulla Grande Guerra comunque la stragrande maggioranza più del novanta per cento di soldati italiani furono assolutamente fedele ai comandi militari
E in questo si ritrovano anche molti casi di eroismo
Un ultimo punto mi sento di sottolineare questo punto è collegato anche al al lavoro di Emanuele Merlino che si chiama fuori baronessa
Che tutti definiscono la prima guerra mondiale come una guerra a di aggressione italiana nei confronti dell'Austria Ungheria non è del tutto così nel senso è vero che l'Italia attacca l'Austria Ungheria è altrettanto vero che l'Austria Ungheria viola alcuni articoli del della Triplice Alleanza nel con nel contenzioso con la Serbia
Ed è altrettanto vero che dal per diciamo nel contesto geopolitico di allora
C'era la motivata preoccupazione che il contesto balcanico potesse essere un problema per i futuri confini dell'Italia e lo stesso Sonnino che era stato uno dei più grandi sostenitori tra l'altro la Triplice Alleanza
Lo dice chiaramente né lei né la Blanco l'avvicinarsi del conflitto nel senso lo scudo Walch l'Italia ha bisogno comunque non di conquistare riterrei credente non solo per una questione di legittimo ideale nazionale ma anche perché i Balcani sommaria piuttosto fragile le cui popolazioni hanno tendenze particolari che potrebbero portare a dei problemi per la nostra sicurezza e dire che quello che è successo nel mille novecentoquarantacinque
La migliore dimostrazione di questo rischio che correva il nostro confine orientale
Quindi riprendersi la vittoria di prendersi la vittoria un mi è piaciuto molto quello che ha detto dei l'onorevole Luca De Carlo poco fa
è qualcosa che noi dobbiamo vivere ogni giorno cioè il quattro novembre deve essere un nostro sforzo quotidiano perché è palese che tutti noi la stragrande maggioranza di noi non possono essere come ricordò ti che va a combattere con una gamba sola
Però prendere esempio da Enrico Toti può essere un motivo più che valido per impegnarci nel nostro piccolo a favore della nostra comunità del nostro Paese e del nostro futuro grazie
Ringrazio Stelio adesso illustrato comunque il contenuto ma soprattutto non tanto del libro ma il suo pensiero su quello che era spirato ma ringrazio anche veramente Marcos catarsi Emanuele perché ci hanno aiutato o a diffondere il il valore del quattro novembre il valore di questa Italia o al di là dei canali della politica come avete detto Giorgia Meloni in gruppo i fratelli tagliasse impegnato in quest'anno del centenario a rivalutare la festa anche con dichiarazioni come ricordato sul valore della festa di unità nazionale il quattro novembre rispetto ad altre che ha suscitato un mare di polemiche reazioni isteriche
Quasi vergognosa il nostro impegno sarà quello di continuare in Parlamento a portare questa voce ricordare sempre che la festa del quattro novembre è quella che unisce gli italiani che non li divide grazie a voi tutti per aver partecipato esso finiamo qui grazie