36TFF - Torino Film Festival: corrispondenza di Augusto Sainati

A Betlemme un muro divide la parte palestinese dalla zona israeliana
Molti street artist utilizzano il muro per esprimere la loro solidarietà al popolo palestinese tra di loro il caso più eclatante è quello di baschi l'artista misterioso che non si mostrava che lasci segni della sua arte nelle forme più singolare
A Betlemme giudice Ilio sul muro ritrae un asino con un soldato che richiede documenti segno del paradosso cui porta quella condizione ormai normalizzata di divisione
Il disegno non resta a lungo nel luogo in cui è stato fatto qualcuno ruba portando via quattro tonnellate di muro cioè il supporto che ospita il disegno
In seguito a quell'azione nasce un caso mediatico internazionale e nasce anche un film Lehman gusto baschi De Marco per esempio presentato già premiato al Torino film Festival in corso fino al primo dicembre
Soprattutto il furto di un'opera da strada solleva una serie di questioni etiche ed estetiche
Qual è il senso di quella di contestualizzazione
La street art nasce come arte effimera volati nel destinata a svanire facilmente non è arte da museo quindi fino a che punto è lecito spostarla facendole perdere il valore di testimonianza denuncia per cui è nata
D'altra parte baschi ormai un artista inseguito dai media proprio per il segreto che mantiene sulla sua persona
Dunque farsi inseguire in questo caso vuol dire portare il caso del muro israeliano all'attenzione dei media fare andare in media come dice il commento del film affidato alla voce di tipo dove dovrebbero non dove vorrebbe
Da un lato c'è la dimensione etica è giusto che un opera che nasce senza intenzione commerciale ma come puro gesto di solidarietà e partecipazione diventi invece un oggetto di valore
Al punto da essere portata prima a Londra poi in America per una vendita all'asta e poi di nuovo a Londra dove si trova tuttora
Non si dovrebbero far vivere ed eventualmente morire queste opere là dove sono state concepite e nel contesto in cui sono nate
Dall'altro lato c'è la dimensione estetica
Quest'arte sporca che nasce senza i titoli nobiliari dell'Arte con la A maiuscola non insegno più genuino di questi tempi altrettanto sporchi in cui tutte le vecchie categorie sono saltate
E l'ibrido l'impuro il meticcio definiscono il presente in tutte le sue declinazioni
Il film di Giuseppe racconta le contraddizioni legate al caso del furto dell'opera di baschi e lo fa con uno stile anch'esso sporco che unisce le immagini movimentate del muro con le testimonianze più posate dei diversi protagonisti di questa vicenda internazionale
Non è un film di denuncia non a tesi precostituite anche sette anche già l'idea che una certa disubbidienza sia connaturata con la pratica della street art e con la sua estraneità alle logiche del mercato
Ma proprio per questo è un film necessario
Una testimonianza di come il cinema e l'arte possano essere uno strumento politico potente nelle zone calde del mondo
Da Torino per radio radicale Augusto Sainati