Più libri più liberi 2018 - Conversazione con Luigi Manconi ed Ilaria Piperno

Radio radicale ancora più libri più liberi nella nostra postazione con Ilaria Piperno e Luigi Manconi benvenuti a Radio Radicale ben tornati
Grazie e grazie agli ascoltatori di radio radicale
Allora si è da poco concluso un evento molto bello molto significativo
Sui settanta anni della Dichiarazione universale dei diritti umani a quel punto Luigi l'aria e Marino Sinibaldi sono intervenuti inizio proprio da Luigi Manconi con i chiederei questi settant'anni della Dichiarazione universale dei diritti umani
Ci dicono molte cose ci dicono molte cose per quello che ovviamente ancora accade nel mondo per il la la caratteristica il portato rivoluzionario di questa carta e per la sua applicazione sicuramente è lunghissimo stendere un bilancio di questi settant'anni però sicuramente necessario porre l'attenzione su quali siano ancora le conflittualità intorno a questo tema
è chiaro è evidente a tutti che siamo molto molto lontani dalla piena applicazione dei principi
Dei diritti doveri indicati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani ma l'aspetto interessante e che proprio nella conclusione nelle righe finali
Di quella dichiarazione questo concetto era espresso con chiarezza
La china coglie Enza di quei diritti e un obiettivo
E un processo è una meta da conquistare il che dimostra che coloro che l'hanno formulato
E sottoscritta non erano degli ingenui utopisti
Sapevano che quello gli orizzonti e da conquistare meglio come abbiamo detto in questo incontro e un terreno di lotta una linea di combattimento
Perché se è vero che molti sono stati i progressi fatti in questi settant'anni fa
Moltissimo e ancora quello che resta da fare
La Dichiarazione universale dei diritti umani è un una una sorta di di carta costituzionale noi diciamo abbiamo anche imparato nell'arco degli anni a comprendere la ricchezza della nostra carta costituzionale rispetto alla alla semiotica rispetto al modo con cui è iscritta rispetto alle parole che ci sono tu hai proprio analizzata interiori questo incontro le parole non solo le parole chiave ma anche le parole nelle diverse traduzioni perché ovviamente parliamo di un documento universale e di un documento che ha un numero enorme di traduzioni al suo interno allora questa sorta di radiografia
Tramite le parole di che cosa ci parla di che cosa ci racconta e che cosa traduce anche rispetto ai vari posti e varie e alle varie epoche in cui questa carta ovviamente è stata tradotta
Dunque tira Spada la dichiarazione dei diritti universale dei diritti dell'uomo è proprio il testo più tradotto
In assoluto non libero ma appunto il tasso è stato tradotto in cinquecentotredici lingue questo non lo dico io ma lo dicono appunto le Nazioni Unite
E nel mille novecentonovantanove appunto ha raggiunto per la prima volta questo primato
Ci sono lingue è ovviamente l'ultima linea è stato tradotto sono le quattro lingue che si parlano in Nigeria ma ci sanno vanno accettati per esempio anche lingue minoritarie o addirittura dialetti come appunto il ligure
O il friulano ancora il misurabili veneziano la lingua sarda
Ci sono vari varietà di una stessa lingua quindi non so fare un esempio nella lingua creola viene ovviamente esiste una traduzione nel creolo nella declinazione di élite piccola della Guinea Bissau oppure quello che si parla Capoverde
La cosa che mi porta sottolineare ecco che il diciamo il il il Progetto della diffusione nel maggior numero di lingue sibili della dichiarazione è stato un impegno che la commissione sì Zeffin dall'inizio
Proprio perché ovviamente il fatto di poter avere accesso di poter leggere nella propria lingua
Questo testo fondamentale è il primo passo per avere piena coscienza di questi diritti e quindi poi eventualmente come diceva appunto anche prima di me benissimo Luigi Manconi di agire in funzione della della difesa della della della conquista di questi diritti
Luigi la dichiarazione universale dei diritti umani diceva Sartre il testo letterario che più ci ha visti che più ci avvicina all'idea di perfezione dell'uomo e della geopolitica
E questo diciamo è un diciamo una bella definizione per comprendere però forse che spannometricamente tanto bella quanto voi è disattesa perché poi tecnicamente diciamo la dichiarazione c'è è qualcosa di reale di tangibile ha salvato tantissime
Vite umane anche al suo interno è stato una diga un avamposto così come lo è stata la nostra Carta costituzionale non è vero che le carte le dichiarazioni non servono a nulla
Diciamo forse manca fondamentalmente una riforma reale vera di tutte quante quelle componenti a livello di organismi internazionali che riescano poi al tramutare
Quegli impegni e quelle volontà in prassi consolidata all'interno dello stato di diritto sì questo è il vero però questo riguarda l'azione degli Stati cioè le politiche
Gli enormi ritardi nella dibattimento delle Costituzioni nazionali ma resta quello valore
Davvero supremo
In nome del quale in qualunque angolo della terra
Qualcuno forse un simbolo forse un gruppo una comunità si ribella appellandosi a cui i principi fondamentali non sottovalutate questo
Il fatto di il sorgere
E qualcosa di forte di decisivo che può portare all'emancipazione il fatto di farlo
Il nome di un sistema di principi che si fondano su valori essenziali di eguaglianza di libertà di dignità da a quelle azioni quelle mobilitazioni intanto una sorta di fede laica cosa davvero fondamenta e poi l'occasione di un collegamento con altri insorti con altri ribelli con altri combattenti per la libertà
Con altri difensori dei diritti in tutto il mondo quindi crea una sorta di comunità fatta da gruppi che sono lontani migliaia di coloni chilometri che non si conoscono che hanno magari diverse confessioni religiose ma che tuttavia sono unite
Da questa incredibile formidabile fede nell'uomo ecco averlo
è uno strumento intellettuale di conoscenza ma dico di più di azione che prezioso preziosissimo
E con una provocazione per tutte e due riguarda sia l'ambito linguistico dell'ambito politico diciamo sono passati settanta anni da quella dichiarazione universale che settanta anni nell'assolo della storia dell'umanità sono praticamente un battito di ciglia ecco io per esempio mi sono soffermato diciamo su questo argomento come abbiamo fatto negli precedenti millenni di storia a non soffermarsi su quelle parole che andavano detto in su
Da quelli e quei diciamo quegli articoli che andavano scritti ed incisi su su quelli che sono appunto
I nostri diritti umani i nostri diritti fondamentali ecco è così scapestrato a Romani dal d'aver aspettato centinaia di migliaia di anni prima di arrivare a formulare una diciamo una compiutezza dopo le nefandezze che che ci sono state oppure diciamo a vostro avviso è anche un un dato di speranza perché settanta anni appunto sono un lasso di tempo brevissimo e quello che si può ancora costruire e ed andare migliorando
Torniamo al punto di partenza la Dichiarazione universale dei diritti umani ma più in generale il riconoscimento dei diritti non è un assunto
Un dato di fatto un presupposto non è un tratto della natura umana che brilla nella notte oscura della violenza un'acquisizione di una conquista un processo e questo viene detto nella stessa dichiarazione nelle sue parole ultime noi dobbiamo partire da questo significa rispondendo alla sua domanda che l'uomo ha dovuto faticare migliaia di anni prima di arrivare a questa consapevolezza voi personalmente
Come tutti coloro che hanno una concezione tragica dell'esistenza non sono un catastrofista quindi non immagino davanti a me
La regressione universale il dispotismo come sola forma di governo delle società assolutamente no
Penso che appunto l'affermazione dei diritti umani e soprattutto l'affermazione della persona e della sua dignità sia un percorso accidentato scosceso pieno di
Anche passi indietro che però procede oggi oggi come sa bene questa radio come sanno bene i militanti che a questa radio hanno dato vita nel mondo il numero del
Esecuzioni capitali e è stato ho bloccato o drasticamente ridotto con ciò nel mille novecentoquarantotto non era
Il numero dei paesi dove esiste una legge magari un posto allacciò una come quella italiana contro la tortura è cresciuto
Dunque dobbiamo guardare le cose con maturità
Con sedie tardato diciamo così da esseri umani adulti
Vediamo tutti gli arretramenti le sconfitte oggi in Italia ad esempio c'è un pessimo clima inutile che entri nel merito
Ma questo non vuol dire che siamo davanti a una sconfitta finale siamo davanti a un percorso che si è fatto più lungo e più accidentato tutto qui
Ma io risponderò alla tua domanda da appunto la traduttrice da persone che che ama le lingue la produzione della dichiarazione sa Palma
Come dire la dichiarazione ai è un tasto è il risultato di un lavoro collettivo quindi è un testo innanzitutto Cosmopolitan tasto che ha all'origine un passo multiculturale
è un testo multilinguismo nel senso che viene prodotto nelle lingue ufficiali delle nazioni unite
E allora la risposta forse come dire bisognava attendere tanto tempo perché ci fosse un dialogo tale tra le diverse comunità per arrivare a una dichiarazione programmatica fatta da una comunità che ha un'unità umana non una non un popolo non uno stato o non non un in volo come dire il non non non si tratta di una cultura singola si tratta di una sovra cultura quindi penso che io come dire ti rispondo così col fatto che forze per produrre quello che è stato un testo fondamentale che è un tasto ripeto multiculturale forse sì svolgevano ci voleva tanto tanto
Allora grazie Ilaria Piperno e Luigi Manconi per essere stati con noi e appresto rivederci e risentirci sulle frequenze di Radio Radicale
Grazie a voi sì