Presentazione del libro di Massimo Vaggi "Kinshasa Una storia di adozione" (Interlinea)

Con loro
Di
Dovevamo essere
Un numero maggiore di persone seduti qui ma Pietro arditi ha avuto un problema familiare quindi non ha potuto assentarsi da Milano
Lia Quartapelle credo che sia
In in in ritardo perché in How la stanno facendo le votazioni mi ha mandato un messaggio dicendo che si libererà e sta arrivando però il tempo che abbiamo a disposizione molto poco quindi
Speriamo di non fare uno sgarbo mano inizieremo Factory rispetto a voi insomma
Allora siccome era previsto che qualcuno presentasse libro io mi trovo dovermi presentare da sola e e e e evito di dire più ce ne sono Massimo vagina invece faccio una cosa che non si dovrebbe mai fare alle alle presentazioni dei libri e cioè racconto racconta la storia del libro
Altronde non è un giallo non è
Non è forse neanche un romanzo in senso stretto per cui
E come come come ho detto più volte è un libro in cui io non ho fatto altro che cercare di raccontare una storia che di per sé
In quanto vera vera vi era tutti i suoi sensi insomma
Meritava io credo di essere raccontata una storia che si si si si si giustifica da sé sono una storia che urla
è successo questo che molti di voi sapranno che il venticinque settembre del due mila tredici le autorità della Repubblica Democratica del Congo sospese ero l'uscita dal paese dei bambini già adottati
Famiglie straniere erano ottocento bambini circa di questi ottocento centotrenta erano italiani
E di questi centotrenta diciotto eran della nostra associazione l'avevamo avuto la fortuna
Di riuscire a poco poco tempo prima insomma di quel settembre ad affittare una casa dove trasferivano i bambini negli ultimi due o tre mesi dopo la sentenza di adozione prima dell'incontro del coi genitori perché fossero in qualche modo per più preparati perché la realtà degli istituti in concordemente
E molto è molto diversa
La permanenza doveva essere di due tre mesi Poiret con questa vicenda dalla sospensione durata per alcuni più di tre anni
Ne trasferiva mi bambini quando avevamo l'autorizzazione in questo senso del tribunale
C'erano due fratellini
Una sorella un po'più grande on bambino più piccolo che non non si trovavano contemporaneamente lo stesso posto uno era già stato trasferito alla casa perché il tribunale aveva già tradotto l'autorizzazione e l'altro si trovava ancora
In istituto
Istituto dove si presenta una signora dicendo di essere la zia dei dei bambini e che li vuole salutare allora la cosa era anche verosimile
Perché non essendoci un'anagrafe funzionante quindi un controllo né se non c'è una storia anagrafica dei minori era pure possibile che che questa persona fosse una zia davvero insomma che fosse una zia effettiva i bambini d'altronde non avevano memoria non aveva neanche un nome non non ricordavano nulla
E quindi erano bambini che non erano portatori di una storia di nome cognome Anna
Questa signora però non li vede insieme e quindi si sì in creta comincia a dire che i bambini sono stati rapiti che sono stati venduti che sono stati portati in una famiglia di bianchi e per fare gli schiavi domestici il che è una come dire una sensazione piuttosto diffusa la all'interno della Repubblica Democratica del Congo l'adozione vista con notevole del sospetto
Ed è anche un po'figlia di questa come dire
Questa impostazione per cui sono arrivati Bianchi ci han portato via il rame poi quando ha finito il rame San portato via la gomma epocale finita la gomma Chan portatori ai diamanti colta quando finiranno questi si portano via pure i nostri figli
Va be noi facciamo in modo che la signora per tranquillizzarsi possa vedere i bambini in insieme quindi trasferiamo dalla casa all'istituto il bambino che di ministri tutto non non era più di affidiamo tra mille precauzioni purtroppo rivelatesi sufficienti alla persona che era nell'istituto in quel momento il quale però a un certo punto
Deve andare a fare la spesa perché deve dar da mangiare agli altri settanta che sono lì quando torna con le sue con con con con con con il riso i bambini non ci sono più non c'è più la zia
Situazione fortemente drammatica perché non già due figli innanzitutto perché non doveva Bini che poi perché comunque erano figli di una copia
Di due coppie italiane che erano già i loro figli
Noi non sappiamo cosa fare ovviamente perché a Kinshasa Pardini ne spariscono centinaia ogni giorno in tutte le le forme più bizzarre più
Però due due Dinoi partono ugualmente per Kinshasa una è una dipendente della nostra l'associazione l'altra la direttrice dell'istituto Lia
Noi non sapevamo che sollevare abbiamo
Partono due persone
Ma con l'idea che insomma bisogna dall'idea che qualcosa si si fa si prova a fare ma non con la speranza almeno da parte mia che si potesse risolvere qualche cosa si trovano a Kinshasa e si pongono la domanda delle domande cioè no
Che facciamo in questa città che tentacolare sterminata è un disastro
Che la direttrice dell'istituto persona congolese
Che vive a Bologna da alcuni anni ma che mantiene molti rapporti con il Congo
La direttrice dell'istituto si fa venire l'unica pensa e dice che blu l'unica cosa che io so fare e raccontare dire
E quindi decide di fare questa cosa qui che io trovo di una potenza anche simbolica che metaforica formidabile
E cioè di decide di camminare raccontare partendo dal luogo dove i bambini sono stati visti l'ultima volta si immagina un percorso a spirale che tocchi più o meno tutti i luoghi dell'altopiano dove si trova l'istituto bussa a tutte le porte fermo tutte le persone che stanno lavorando in incrocia tutti passati su tutti i sentieri e tutti e a tutti racconta la sua storia di persona dotata da una famiglia congolese
Racconta di come l'adozione può essere un semplice fatto d'amore non necessariamente ho fatto di niente S
Fa vedere le foto dei genitori e chiede aiuto questa nella speranza che tutti noi pensavamo io in particolare perché sono un vecchio cinico
Ma tutti noi pensavamo una una speranza completamente fuori luogo o fuori di testa
Fatto sta che dopo una decina di giorni invece qualcuno si fa vivo le dice io posso portarti nel luogo dove questi bambini sono forse sono perché so che la zia viene da lì
Rosa accetta questa cosa e quindi a questo punto della storia o se io fossi un lettore direte la storia al suo errore no perché a questa persona che con grande coraggio prende affronta un viaggio rischioso per raggiungere poco per raggiungere un luogo che ai confini con la giungla un villaggio che poi si sarebbe visto essere un villaggio senza come un villaggio
DTT i parà che in di di fango e di lamiera
E invece ancora una volta accumulando sbaglio sbaglio faccio un ulteriore errore perché non è lei il vero errore
Perché a Rosi incontra la zia
Incontra la zia che è una persona che vive con in un appunto in una baracca con quattro figli e un marito piuttosto manesco
è una persona che ha ha rapito i bambini perché sinceramente pensavo che quei bambini avrebbero fatto una brutta fine cioè sarebbero stati schiavi domestici
Ed è una persona che non ha intenzione di tenerli perché non può perché ha preso la sua dose di botte già quando li ha portati a casa per pochi giorni quindi avere intenzione di riprenderli per riportarle in un altro istituto dove i bambini avrebbero trovato un nuovo nome al nuovo nuova storia forse
Eppure questa persona alla quale Rosa ricomincia a raccontare tutto dall'inizio
Riesce a
Fare nel giro di una notte di chiacchiere
A fare quel percorso di emancipazione che altri nel suo Paese non hanno fatto in cinquant'anni e che molti di noi nel nostro Paese forse non non abbiamo fatto non faremo eppure Visentin una
Situazione di povertà intellettuale e morale economico soprattutto spaventosa capisce le cose fondamentali e cioè capisce che
è possibile amare un bambino anche in anche se non al colore della sua pelle se non è del tuo sangue cosa che non dimentichiamoci siamo in Congo ci siamo in un posto dove la questione etnica razziale e tribale insomma il suo peso non indifferente
Così che si questo colloquio sostanzialmente finisce con la donna che dice va be'guarda ho capito ho capito dal punto di te dico portati neanche i miei allora
Qui c'è qualcuno Commissione per le due azioni internazionali
Che potrebbe avere qualche dubbio su questa cosa tant'è che noi abbiamo abbiamo Rosa immediatamente detto guarda non non non funziona in questo modo ci son delle regole vanno rispettate però capiscono intenzione fatto sta che oggi bambini vivono uno in provincia di Reggio Emilia un altro tra Rimini
Io ho voluto scrivere questa storia perché quei tre anni sono stati tre anni durissimi per chi si occupava di adozione internazionale in particolare di Congo sono stati anni durissimi per tutte le famiglie italiane sono stati anni di
Grave colpevole
Come dire negligenza da parte di TTT
Dell'attenzione no dell'attenzione pubblica sono stati tre anni in cui il l'adozione internazionale chi si occupa di queste cose era una cosa un po'di malaffare una roba brutta una roba di gentaglia che fanno dei traffici
E questa storia e io credo che se raccontasse da sola insomma quindi meritasse
Di essere di essere raccontata
L'ho fatto anche più lungo del dovuto mi scuso
Adesso qualcuno presenterà il libro racconta
Parlo perché mi scuso molto ma purtroppo noi oggi votiamo esattamente adesso quindi purtroppo sono arrivata scatterà ovvia
Ma sono contenta di che con Massimo abbiamo deciso di presentare il libro qui alla Camera
Perché in questi sei anni il tema adozioni internazionali che ha una cosa molto viva e vera entrata in questo palazzo purtroppo molte volte
E dico purtroppo nel senso che
Proprio sei anni fa
Nel nell'inverno del due mila tredici quasi pochi giorni prima di Natale iniziava tutta anche in modo mediatico tutta la vicenda del Congo e quindi per noi è stato bello almeno per me bello ospitarvi qui perché insomma le vicende delle adozioni si pensa che siano vicende spesso private sono scelte individuali scelte delle famiglie ma in realtà le istituzioni
Se ne sono occupati in questi anni se ne devono occupare secondo me lo devono fare in modo un po'diverso da come lo abbiamo fatto negli anni passati adesso per fortuna insomma la vicenda della Commissione adozioni internazionali è una vicenda che in questi mesi in questi ultimi mesi è insomma si è messa su un terreno più scorrevole più più favorevole
Però non è sempre stato così e quindi secondo me è bello a davanti a conclusione della vicenda che ha ispirato il libro poterne parlare qui
Per me la lettura del libro è stata molto emozionante devo essere sincera così come molto emozionante oggi vedere alcune persone che sono citati nel libro e che io insomma a partire da Vivian
Che io conosciuta attraverso le parole e gli altri ma che non hanno mai avuto la fortuna di incontrare
Il libro hanno ed è davvero molto emozionante io pensavo fosse un racconto marzo me l'aveva così raccontato ma io ero portato in un viaggio è stata parte difficile ricevere libero perché forse le le cose delle adozioni internazionali sono sempre complicate ma poi con caparbietà ci si arriva
E il libro è davvero molto emozionante perché è un libro vero perché Massimo ha trovato alcuni i piccoli éscamotage letterari
Anche c'è la figura del protagonista maschile del libro
è una figura dal punto di vista della scrittura che diciamo rende secondo me il libro molto sincero è un protagonista che ha tanti dubbi è un protagonista che non è un protagonista con con le brutte parole che si usano in questo periodo non è un protagonista buonista
Antagonista che si fa delle domande anche scomode che non s'è un po'cinico un po'disincantato e quindi è un protagonista che aiuta poi a seguire la storia del libro
In modo sincero con dei dubbi che magari aveva ancorata Antinori sono noti e poi la storia è una storia pazzesca
E lo è ancora di più perché è una storia vera
Io credo che il libro sia molto bello per le ragioni che ho detto ma poi perché in questi anni le vicende di adozioni internazionali che io ho avuto la fortuna di conoscere sono tutte storie di piccoli miracoli
E secondo me questa è anche se diciamo cose meno letteraria però vicende di bambini di famiglie che si riconoscono che si costruiscono e che fanno una vita che diciamo fuori dall'ordinario ma la vita CELTA una vita piena ecco il libro secondo me restituisce questo della della strada verso internazionali e quindi per me è stato davvero
Emozionante leggere il libro a me insomma io scritti leggo tante cose così ecco una lettura che mi ha preso fino in fondo perché un po'una storia straordinaria ma così come sono straordinarie tutte le storie di adozioni internazionali
Tanto lavoro tanta fatica continuare a crederci e poi la strada si trova si trova insieme con la parola con la fiducia nell'altro
Con un'idea di affettività di legami che è un'idea bella e quindi mi fa piacere concluderà un po'quella vicenda abbiamo vissuto insieme qui dove ci siamo incontrati
Grazie
Allora anch'io prendo la parola su questo libro mi chiamo Anna Guerrieri
E devo dire che l'ho letto con molta attenzione
E mi sono immersa soprattutto prima di tutto come lettrice perché vorrei dire questo è un bel libro
è un libro che si legge bene perché Massimo scrive bene questo volevo dirlo immediatamente quando si legge un libro io quando leggo i libri al di là delle storie mi piace leggerli perché mi appassiono altrimenti vi lascio chiusi
E questo è un libro che appassiona perché scritto bene
Effettivamente protagonisti risaltano
Mi fa piacere che Massimo abbia descritto questo crescendo
Di protagonisti perché è la cosa che leggendo lo si nota per me
La come madre adottiva io sono stata lungo un presidente di un'associazione familiare quindi mi sento sempre dal punto di vista delle famiglie
E questa è la mio angolazione di lettura
I protagonisti sono i due bimbi che si vedono poco se non nei racconti e se non alla fine quando arrivano ma sono sempre lì perché la ricerca di questi due bambini
E di una famiglia per questi due bambini cioè il libro narra la possibilità di una realizzazione di una famiglia per questi due Bindi per questi due fratellini
In un contesto veramente complesso
Per cui immergersi in questo contesto il farlo con rispetto che ho avuto Massimo
Pur nel mille dubbi e nei contrasti anche culturali di pensiero l'arrivo a Kinshasa ci si immedesima molto facilmente con Stefano e Teresa no Coni ovviamente protagonisti per me hanno i nomi del libro
Easter non è Osoppo meste no riti invece c'ha il suo nome presso la conosco
Ma ecco ci si immedesima
Assolutamente con loro perché è l'arrivo in un mondo molto diverso mondo completamente altro rispetto a quello che si conosce
E in cui è necessario camminare in punta di piedi
Il racconto di Ester che nel libro io non so se nella realtà Cosima nel libro anche lei adottata
è un racconto bellissimo perché permette di capire che in un contesto così completamente differente
Così compresso così critico dove due persone solo come svanita no sono state se permane portate via non si sa dove sono come lei si ricerca e soprattutto come si cerca di fare la cosa giusta
Che a cercare di dar loro una famiglia di dargliela se questa famiglia non c'è
Quindi questa ricerca una ricerca molto complessa per le star perché lei non sa cosa troverà
E non sapendo cosa troverà non si sa cosa si dirà in Italia c'è un punto molto drammatico nel libro che al dialogo di Stefano con i genitori a cui deve comunicare che questi due bambini sono scomparsi
Quelle realmente un dramma chiunque sia già introduttivo si immedesima con chi riceve questa informazione
E non sai cosa pensare
Non sai di chi fidarti Alice un passaggio bellissimo secondo me del libro in cui Stefano dice oggettivamente io non lo so come ricostruirla la fiducia cerco di Agra cercò di dare tutto quello che so in modo tale che non sparisca tutta la fiducia tra me e loro perché altrimenti come vai avanti
Riesce a questo piccolo spicchietto di fiducia che rimane e su cui si parte si va a Kinshasa a cercare di capire come trovare una strada una strada sincera di comprensione di quello che era successo
E quindi esteri inizia a fare l'unica cosa possibile cioè a creare fiducia
In tutta una vastissima area però perché questo altopiano non è che è proprio dietro l'angolo ecco è proprio l'altopiano cioè si viaggia si cammina ci si ferma in ogni angolo si racconta e si narra un'altra storia
Perché lì invece a Kinshasa il mondo differente diventa l'Italia
Ed è fortissima questa differenza
Queste foto che noi genitori mandiamo e che rappresentano un mondo completamente come se fosse su Marte
Queste camerette a quel punto che appaiono ricchissime
Stratosferica
A una realtà completamente ignota
E quindi sono due mondi sconosciuti che si toccano grazie alla parola di una persona cioè grazie alle relazioni che Ester riesce a creare con le persone che incontra con grande pazienza
E con grande anche frustrazione perché nel libro lei non sa mai giorno per giorno quello che accadrà come la raccolta
Se verrà sospettata può narrare di essere anche ai adottata può narrare la sua storia passa attraverso la sua storia per spiegare lei chi è
Come mai ci si può fidare di lei e qual è la storia che avranno questi bimbi sino a arrivare alla all'incontro
Con la zia di bambini e questo veramente un punto particolare del libretto perché avviene di notte e quindi bisogna immaginare stecche Val di Noto
In questo luogo senza avere nessuno diciamo tranquillità perché come come può lei lei stesse a fidarsi di chi incontro in realtà la zia è la zia dei bambini
In realtà è una persona che era preoccupata per il futuro delle dei bambini a una vita complessa lei stessa e quindi in questi mondi che si toccano e rompe la realtà
La realtà delle donne direi perché quelle protagoniste qua sono al di là di Stefano molto molto donne
E quindi Ester e l'Asia dei bimbi sono donne che parlano e si raccontano un futuro possibile per questi bambini
La zia dei bimbi non può tenerle questa evidente quindi c'è uno stato effettivo di abbandono dei tempi perché non può non può essere famiglia per loro e stare a un certo punto glielo chiede ma tu puoi tenermi c'è poi a essere una famiglia per loro
Indipendentemente dalle situazioni in cui l'Ifil poi se una famiglia no
E a quel punto continua la storia dei bimbi in un altrove che però è un altro e che adesso sa questo prima
E questo è qualcosa di bello e fortunato che è accaduto
Perché c'è una storia che può essere raccontata che può essere detta cioè come se ci fossero dei pezzi in più quindi in una situazione così complessa
E così incontrollabile come quella che si era creata alla fine nella storia di questi due fratellini c'è la sensazione che come se fosse un corso che si sia quasi quasi arricchito di qualche dettaglio in più
Che si può raccontare tra due mondi ecco io l'ho letto
Avvertendo che può essere un libro secondo me molto utile e penso che lo consiglierò veramente da leggere perché è un libro che permette di mettersi in discussione rispetto ai Paesi penso adesso dal punto di vista di chi adottati i novecento italiani che adottiamo all'estero
Entrare in punta di piedi nei paesi da cui vengono i nostri figli è ma è stato fondamentale e in qualche modo questo libro permette di farlo questa è una cosa diciamo che secondo me va detta c'è oltre a essere un libro che si legge ma storia interessante una storia bella eccetera è un libro utile
Perché permette di aprire un attimo lo sguardo e dire tema del Paese di origine dei miei figli è un Paese che ha tanta storia ha una sua realtà che va rispettata
Può essere anche difficile da capire
è giusto dirselo può essere complicato capire certe modalità quello che fai sperperi trovare i bambini è qualcosa che forse va anche un po'contro quello che altri avrebbero fatto
Io mi sono proprio chiesta come ci si fa come si fa a decidere è un cerotto decide inizia a camminare a raccontare no
Dopo essersi confrontata con altri forse una metodologia che Stefano avrebbe seguito Teresa avrebbe seguito
No però ecco questo vuol dire comprendere da dove vengono i propri figli è un libro che non fa sconti né all'Italia nella Repubblica democratica del Congo
Mette in contatto questi due mondi e quindi secondo me ha un valore anche per chi desidera adottare e direi non soltanto in Congo
No ecco l'avesse aperto
Buonasera sono Maria Rosa Cutrufelli
Dunque vorrei dire che questo è un libro importante per due motivi uno è stato detto finora cioè è molto importante per il tema che tocca che è un tema che coinvolge tanti e tante tante Dinoi è un tema
Come dire sempre più all'ordine del giorno e sempre troppo poco troppo poco discusso troppo poco seguito anche da
Dalle istituzioni che dovrebbero e così via e quindi è importante per il tema che affronta e che riguarda appunto la vita la vita
Dei bambini la ditta degli adulti la vita appunto di di tutti noi
Però
Devo dire che a volte succede che un libro importante per il tema che affronta poi svilisce il tema stesso raccontandolo male cioè non è che raccontare una storia
Significhi valorizzare la storia darle il
Nuovi il valore che merita cioè le storie bisogna saperle raccontare qui si è già accennato sia da parte tua che di Lia Quartapelle che questo libro lassa raccontare la storia la sa raccontare quindi e importante anche per questo perché appunto le due cose
Si toccano si
Sostengono l'una con l'altra saper raccontare una storia significa dare a questa storia una
Allargarla farla diventare davvero di tutti quale quale ma se appunto il libro respinge allora questa storia non diventerà mai una storia di tutti
Allora di su questo io voglio dire due cose perché anche
Come dire dato che io non sono dentro i temi dell'adozione
Delle tanto dell'adozione né nazionale né internazionale vorrei dire che cosa io come semplice lettrice o ricavato da questo libro quali sono le mozioni
Kenya non solo che mi ha regalato ma le emozioni attraverso cui ho capito delle cose che prima non avevo capito
Di cui non ero non ero a conoscenza intanto
Questa capacità le chiamerei non li chiamerei éscamotage letterarie ma proprio questa capacità di dare una forma libero corrispondente
A al sentimento di chi scrive cioè il libro è scritto in parte in terza persona e in parte in prima persona ora può sembrare una cosa
Senza importanza no diceva bei libri si sa
Li scrittori saltano da una forma un'altra no questa è una forma giusta e che ti fa capire ampio come l'autore in questo caso l'autore si è posto di fronte all'argomento perché
Il il protagonista
Il l'uomo protagonista principale che io penso rispecchi un poco
Se non il ventotto l'autore
E si racconta in terza persona la terza persona significa che prendi un poco le distanze ma non perché ti vuoi separare da quello che racconti ma in qualche modo per evitare il narcisismo in qualche modo no per non far pesare una presenza che può essere ingombrante
Che può essere molto ingombrante e che può appunto schiacciare l'altro
Invece in prima persona a parlare in prima persona è Ester
Che è con lei che essa con lei che è stata adottata che conosce il che è del luogo che conosce
Tutti che capisce le sfumature che invece al protagonista
L'uomo principale queste sfumature le vede apprendere non le sa non le conosce
Personalmente e quindi esteri a il posto che le spetta cioè e lei
Io io narrante che narra in prima persona
E quindi è la vera mediatrice fra il mondo offra appunto l'Italia
La Repubblica italiana e la repubblica del co.co.co. fra la vita che si conduce in Italia e la vita che si conduce nel comunque lei la vera mediatrice
Stefano il protagonista e quello che cerca di capire anche attraverso di lei e questo sforzo di capire non è un semplice sforzo della volontà e proprio
Uno sforzo del sentimento perché il sentimento non è una cosa astratta un sentimento per essere sinceri ero ovvero utenti conclude è si deve costruire
Senza ignorare i dati di realtà
Ma troppo spesso questi dati di realtà anzi presuppongono ma non si conoscono allora la vera umiltà che poi fa sì che il sentimento sboccia è quello di non trascurare l'azione quindi il protagonista Vaffa
Messi in mischia nelle cose ma sempre con questo rispettoso passo indietro rispetto a chi a chissà
Così con la stessa complessità sono pochi descritti anche
I vari operatori culturali
Molto figure tutte molto interessante molto complesse ad esempio Teresa
Teresa come Stefàno che appunto anche lei è un che non sa cioè che non spalla quindi le cose che sai perché lì apprese non perché le ha vissute e allora tutto il protagonista ma anche Teresa si interroga perché che cosa mi spinge a fare questo sforzo perché e ne e c'è una un punto molto bello che io in cui appunto spiega
Perché Teresa fa questo sforzo che poi secondo me
E anche il motivo per cui lo fa Stefano cioè il protagonista principale
C'è Teresa da molti anni è una dipendente della Onlus ma interpreta
In modo estremamente libero questo suo ruolo di salari data perché lei viene anche pagata per fare qui questo che dovrebbe essere è un lavoro a tutti gli effetti ma poi diventa molto di più
E quindi allora diventa qualcosa di più dice non solo per il tempo sproporzionato che gli dedica ma perché quel tempo diventa il motore nel bene e nel male della sua vita intera
La rende migliori o peggiore o peggiore le regala o toglie il sonno e l'Energia
Offrendo le un equilibrio sempre precario tra la posta prossimità continua con il dolore e lassù una saltuaria soddisfazione per aver contribuito a porre rimedio a questo corpo e dolore
E lei stessa che non sarà magari sempre così che magari a un certo punto questo impegno sarà così
Coinvolgente così difficile da costringerla anche ad abbandonarlo
Lo sa dice se lo ripete spesso però l'accusa belle che è convinta che ancora quel giorno non è arrivato
E la stessa cosa secondo me anche se non è così esplicito nel dirlo
E quello che spinge Stefano appunto a prendere un aereo ad andare a Kinshasa imbarcarsi in questa difficilissima avventura che gli hanno che vi hanno già raccontato
Oltre diciamo a la descrizione si colloca della della psicologia
Dei attori della storia
E descritto secondo me molto bene
Anche
Il luogo cioè Kinshasa non solo Kinshasa ma soprattutto perché in essa sa
Che descritta appunto con non con gli occhi di chi ci sta ma del con gli occhi di chi la vuole capire vorrebbe capire
Ma che si trova anche intimidito da questo mondo
Così diverso anche negli odori nei sapori
In tutto ciò anche che tocca il corpo in qualche modo no che sconvolge anche il corpo non solo i parametri
Di giudizio di comprensione e uno è la cosa che mi è piaciuta che però lo fa con un'ottica
Con un'ottica scevra da qualsiasi permettetemi di dire così buonismo neo colonialista c'è il perché
Come fa con le arriva a questo a questo contatto vero che appunto
Non pretende non vuole integrazione ma interazione che sono due cose appunto
Molto differenti lo fa dandogli una dimensione storica
Dicendo fin da subito
All'inizio
Sono arrivata qui sono arrivato qui dove probabili dove è stata costruita la prima stazione commerciale del Paese questo il suolo che hanno toccato i primi esploratori ferma non è
Tanto questo no ad avere cioè è queste allora questo è proprio il punto da cui è partita la grande rapina
E allora
In questo termine grande rapina senza un
Un prendere posizione importante no perché come dire
Non dice a
Appunto abbiamo rapinato di quindi ma dando un giudizio in qualche modo storico oggettivo è un fatto da qui
Il luogo che io sto calpestando il luogo da cui è partita la grande rapina
E questo è una cosa che mi interroga il mi fa vedere
Con occhi non estranei questo posto in qualche modo ci sono coinvolto pure io dalla dalla punta dei capelli
Al dito mignolo del piede sì sono qui dove è iniziata la grande rapina
Poi abbiamo lo diceva l'autore stesso se questo non è un thriller quindi non però
Ciò nonostante è un libro con una suspense
Una suspence importante ma non è tanto l'assassino la suspense non è determinata tanto dal fatto dal sapere
Vuole sapere se poi i bambini vengono non ritrovi vengono ritrovati oppure no se sono stati rapiti oppure no come vanno a finire
In quali quale posto ove incerto anche quelle una suspense narrativa indubbiamente ma non è tanto questa a mio parere la suspense però
La suspense delirare perché appunto quando lo Luís dice da qui è partita la grande rapina
Immediatamente scatta almeno almeno a me come lettrice scattata la domanda
E adesso che l'unica e qui
Che cosa inizia
Quale storia sta iniziando quale non tu che sei venuto fin quaggiù
Ecco da inconsciamente di una grande rapina avvenuta quale storia vuoi iniziare qual è la storia nuova che vuoi iniziare
Ed è questa storia che noi scopriamo a poco a poco nel
Lia Quartapelle diceva che il protagonista
è un po'cinico
Non è e cioè io direi che appunto è giusto dire che ha dei dubbi ma sono dei dubbi che partono sempre da assedi qua dall'interrogazione qual è la mia posizione
Cosa ingiusto fare in questo preciso momento
Con quali occhi ad esempio guardo il gruppo dei bambini e molto bene e molto bello il modo con cui
Il protagonista guarda il gruppo dei bambini e dice una cosa
E dice una cosa che può suonare perfino blasfeme ma sport in un certo senso cioè
Questi bambini sono un gruppo stanno in questa casa
Ciascuno con la propria individualità ciascuno con le proprie speranze ciascuno con la propria storia piccola o grande alle spalle e interagiscono fra di loro hanno in quel momento una vita di relazione che una vita di relazione importante e allora Stefano
O l'autore per lui dice
In Italia non saranno mai qualcosa di lontanamente simile a questo gruppo
Dice magari staranno meglio sicuramente se fosse sicuramente staranno meglio avranno dei compagni di scuola un maestro
Saranno curati da due genitori nonni amici
E
Forse anzi si si probabilmente saranno più felici di quanto non siano ora ma non saranno mai più qualcosa di simile a questo gruppo quindi c'è non c'è la negazione perché a volte si è tentati di fare questo no latitanti questi bambini inizia
Da quando inizia la nuova vita nel nuovo Paese con il il i nuovi genitori con no
Quella è la loro vita quella è la loro vita ed è giusto che sia così ed è giusto che venga che il loro la ricordino così
Anche perché è una cosa irripetibile è un momento di di relazione irripetibile per loro io temo di dovermi fermare per
Non stiamo ascoltando
No non lo so perché appunto per via dell'orario drammi
Ci manderanno i carabinieri
E l'accordo voi della cosa
Allora
Stefano
Il protagonista scusa per raccontare questo viaggio va be'USA immagini molto efficaci immagini che ti rendono e che rendono tutti visibile
Cosa significa immergersi in un'atmosfera così totalmente diversa da quella cui tu sei abituato se giornalmente abituato però
Ah ecco un'altra cosa invece sempre a proposito dei bambini
Che dicevo prima
Carriero fatto un appunto cioè e molto bello questa cosa che la Casa dei bambini diventa appunto da un qualcosa da dimenticare ma un ponte
Un ponte tra due
Modalità differenti di vivere no ma sempre due modalità sempre vitale fino la casa di per sé è un ponte un traghetto ed è un'immagine molto efficace a mio parere molto bello però ecco quello che volevo dire
E che il Congo viene raccontato senza senza alcun paternalismo
Senta e e molto interessante questo mettere sempre
In luce quanto i congolesi stessi
Come come dire cosa ne pensano i congolesi stessi
Del loro paese delle istituzioni del loro Paese quanto si fidano poco molto poco quanto invece diffidano ciò è questo far vedere attraverso gli occhi
Di chi e la voce e le parole di chi appartiene legittimamente a quel posto
Quanto questo posto sia difficile nonché il posto da cui proviene il protagonista sia così facile diciamo a voce otto le le anche lì le diffidenze
Verso le istituzioni vede sono tante e mo'e spesso giustificate però c'è questo incrocio di sguardi
Fra
Chi sta in un posto e che chi sta in un altro che
Appunto che in qualche modo
Cerca di farsi largo fra gli stereotipi inevitabili perché quando tu appunto
Sei catapultato in un Paese di cui non conosci conosci ben poco gli stereotipi sono la prima cosa che
Con cui di guardi questi posti e invece no sono le parole degli altri e che aiutano a smantellare lì a poco a poco quindi
Bellissima la figura della zia di questi due bambini che proprio lo smantellamento totale degli stereotipi perché si presuppone che una donna di un villaggio quindi senza istruzione
Quindi noi diciamo senza cultura mentre invece la sua cultura ce l'ha eccome però riesce lei a capire che cosa è bene che cosa è male per questi bambini
Riesce a capirlo certo attraverso l'intermediazione di Ester che essa
Però e e questo punto
Fa giustizia proprio della visione stereotipata delle donne dei villaggi che sono appunto donne molto spesso
Brave imprenditrici di se stesse quando possono quanto ci riescono finalmente e come dire
Donne
In grado di lì
Decidere la via da apprendere per se stesse e per i i loro cari
E qui
Va be'dovrei dire ci sono pagine molto belle anche sugli orfanotrofi di fiducia
Sono pagine molto belle però insomma leggetelo se non l'avete ancora fatto e sono sicura che è un libro che aiuta
Come dicevo prima
Che aiuta a capire il perché e in fra in un tema importante quindi il tema importante ma aiuta a capire anche per la maniera in cui è scritto
In una maniera che
Appunto non
Rakim ha una storia per restituirla male ma
Perché si cala in questa storia e sa trovare il modo per renderla adeguata alla sua drammaticità
Può capitare qualche volta non capita frequentemente a chi scrive un libro di partecipare una presentazione di scoprire delle cose
Quando capita è un evento davvero felice io sono davvero grato ad andar via che non ha dovuto tornare a votare delle stupidaggini diceva
E Mariarosa per le cose che hanno detto e a tutti voi per esser venuti grazie
Grazie assessore