21 GEN 2019
intervista

La raffineria Eni di Taranto - Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Taranto - 15:03 Durata: 20 min 16 sec
A cura di Alessio Grazioli
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La raffineria Eni di Taranto in base alle direttive Seveso è classificata come stabilimento a rischio incidente rilevante.

L'impianto, completato nel 1964 e operativo dal 1967, è ubicato a poche centinaia di metri in linea d'aria dal centro storico di Taranto e a ridosso della SS.

106.

La Raffineria, come riferito da fonti ufficiali Eni, ha una capacità di lavorazione autorizzata, di 6,5 milioni di tonnellate/anno di greggio pari ad oltre 40 milioni di barili.

Il 21 dicembre 2018, la Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali ha trasmesso a Eni il Parere Istruttorio
Conclusivo relativo al riesame dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), espresso dalla Commissione Aia-Ipcc in data 10 dicembre 2018.

Dalla lettura del sopra citato parere si apprende che solo 13 dei 121 serbatoi, in cui sono stoccati prodotti idrocarburici, sono dotati di un bacino di contenimento impermeabile.

Per Daniela Spera, presidente di Legamjonici e collaboratrice della rivista "Terre di Frontiera", l'assenza di bacini di contenimento impermeabilizzati accresce il rischio di contaminazione delle falde acquifere in caso di sversamenti e perdite.

Falde, gioverà ricordarlo, già pesantemente contaminate.

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