Il Governo e l'immigrazione. Intervista a Paola Binetti

Radio radicale abbiamo qui con noi Paola Binetti vicepresidente della Commissione per i diritti umani del Senato e la senatrice Binetti al di là degli aspetti giuridici tradizionali e penali che quindi in questa in questo momento non ci interessano
E ma come dovrebbe affrontare il governo italiano lo stato italiano il tema delicatissimo dei migranti la si può cioè la diciotto i dovrebbe dire sempre no rapporti chiusi dovrebbe cercare di adattare dovrebbe come dovremo impostare il discorso
La risposta a slogan è fin troppo facili dobbiamo rivedere gli accordi di Dublino perché le persone che arrivano in Italia arrivano in Italia perché l'Italia è la prima stazione che trovano davanti no in realtà arrivano in Italia
Per poi proseguire per l'Europa
Soprattutto proseguire verso quei posti dove possono trovare lavoro ne sappiamo in questo momento abbiamo agli ultimi dati economici del secondo semestre
Con dati negativi in Italia rischio recessione tecnica eccetera non è certamente qui che loro vogliono stare
Vogliono poter proseguire laico come la domanda però scusi elenchi ce l'ho qui paese che bloccano la revisione e l'accordo di Berlino Parigi Dublino
Caro prima bloccando perché in questo momento loro scaricando tutte le responsabilità sull'Italia e allora io vorrei distinguere in questa mia intervista due punti
Per carattere e per cultura per tipo di professione per tradizione proprio tutti di valori eccetera
Io sono per l'accoglienza soprattutto per l'accoglienza dei minori intesa come l'accoglienza di quelle nuove generazioni che arrivando in un determinato Paese
Possono davvero sentite come proprie le nuove realtà culturali e inserirsi davvero con l'attività di attività sociali attività professionali e attività culturali
Quindi sono contenta ritirati dei giovani sbarcati adesso dalla Sea Works i minori restano Init e che e gli alti gli adulti va incontro distribuiti tra gli altri paesi europei sono contenta di questo perché penso che da questa generazione che ne dobbiamo partire per creare quell'aria di integrazione di reciproco riconoscimenti di reciproca valorizzazione credo che in Europa se non far chiarezza sul tema degli immigrati
A quando arriveremo alle elezioni a maggio dovrà da Piero misurarsi con la più grossa sconfitta culturale del secolo
Perché dico questo vari dove siamo felici tutti quanti nuovi che l'Europa sia un paese diciamo sia una macroregione
Che dopo la tragedia la seconda guerra mondiale non conosce guerre conosciamo una pace Carrizo possibile un benessere che ha deciso possibile uno sviluppo diffuso di questo benessere
Ma questo se noi non lo mettiamo in conto con una cultura dell'integrazione con una cultura che che praticamente ci porterà riconoscere che la nuova Europa l'hanno fatta i giovani dell'Erasmus
Sarà vero non sa davvero fino in fondo questa affermazione prostata proprio la possibilità dei giovani europei di muoversi all'interno dell'Europa di studiare anch'io mi vestita diverse dalle proprie
Il corso di formare nuovi nuclei familiari di creare nuove opportunità di lavoro questa reso possibile un'Europa in cui i nazionalismi si scudo umano in una visione più ampia e più costruttiva più creativa
Queste noi dobbiamo ripartire da qui questo significa aprire le porte ai giovani che vengano giovani che vengono anche da questi che a Filippi di guerra fame di povertà
I di ingiustizie crearsi di opportunità per loro questo significa riscoprire il senso dell'Europa dei nostri padri
Ma il senso dell'Europa non il senso solo dell'Italia c'è un Paese da solo non ce la fa arpeggi ori tu
Chi i flussi immigratori che arrivano se questi laddove mettono piede
Poi debbono restare quindi si lei dice mi serve una politica dell'Europa un approccio ancora prima un approccio nuovo dell'Europa per valorizzare queste multe valorizziamo telefono stessa perché l'Europa anche lei
Diciamo come dire come succede a tutti i soggetti a un certo punto invecchia no e benché non vuol dire soltanto che la popolazione invecchia il fatto che l'età media si sposti in avanti è una garanzia della qualità dei servizi sociali della qualità della sanità che c'è siamo tutti contenti di invecchiare bene in Europa
Abbiamo bisogno anche di politiche democratiche positive comunque di gente giovane e comunque di gente che poiché rimettere in piedi l'ascensore sociale e comunque di gente che di gente che voglia davvero affrontare con uno spirito nuovo le realtà che abbiamo la mescolanza dei popoli è sempre questa servito ad arricchire Ciccotti reciprocamente ma non è l'Italia Cazzola che possa supportare questo cacicco io trovo che a volte gli accenti con cui Cervini parla sono troppo duri a volte sono un po'di bulloni di lo dico così un po'di bullo che che che che che grida a gran voce
Però devo dire onestamente che soltanto alzando la voce e caricando un livello di sofferenza ingiusto su coloro che sono uguali sulla diciotto i boy se la si vuole riesce a tecniche e che l'Europa si mobiliti ma sembra possibile che tanta sofferenza sia stata necessaria perché se erano quarantotto a toglierci diciotto minori diciamo trenta persone divise tra sei Paesi cioè per accogliere i cinque persone
Ci sia stato bisogno di tanta sofferenza prezzo impagabile cioè ingiusto io fra dieci e questa cosa e quindi è necessario che l'Europa si prepari davvero a interrogarsi su che cos'è una politica
Condivise
Che significa condivisa tanti livelli condivise a livello di risorse condivise a livello di opportunità condivise a livello di mobilità interna questa è la mia profonda convinzione che vedo che vuol chiudere l'intervista non glielo chiedo però ti voglio dire una cosa tutto questo se avessimo davvero dato spazio a suo tempo quali famosi reagisce giudeo cristiane dell'Europa se avessimo d'non avremmo avuto l'antisemitismo
Perché erano le nostre radici
Non avremmo avuto questo cultura dell'egoismo e dell'individualismo
Ma molto con i nostri limiti trattenuto una cultura dell'inclusione e piena solidarietà condivisa dice siamo come sempre Paola Binetti vicepresidente dalla Commissione per gli affari dei diritti umani qui c'erano buona scorta da Radio radicale