Incontro sul Giorno del Ricordo

Buongiorno a tutti ha inizio il seminario in occasione del Giorno del ricordo prende la parola il presidente del Senato per un indirizzo di saluto
Buon pomeriggio a tutti
Autorità signore e signori con l'iniziativa di oggi il Senato della Repubblica vuole dedicare uno spazio istituzionale e di riflessione e di approfondimento nell'ambito delle celebrazioni per il giorno del ricordo
Un appuntamento al quale tengo molto
Anche perché non posso non sottolineare come la tragedia delle foibe ed è leso e dell'esodo degli istriani dei Giuliani de dei Fiumani e Dalmati italiani
è stata per decenni dimenticata
Gli studenti della mia generazione
Io dico lo dico rivolgendomi proprio ai ragazzi che sono qui presenti e che saluto con affetto
Non ebbero la possibilità di essere informati e di conoscere cosa fosse realmente successo
In alcuni casi il tentativo di consegnare l'oblio una pagina drammatica della nostra storia nazionale a trovate inaccettabili connivenze politiche e storiografiche
Ma la verità storica non può essere nascosta la verità è più forte di qualsiasi ideologia di qualsiasi negazionismo
Furono migliaia
I cittadini italiani infoibati
Dopo inaudite violenze forse e persecuzioni morali e fisiche centinaia di migliaia di esuli costretti a lasciare la propria terra e le proprie case
Tra infinite difficoltà e tre infinite sofferenze
Penso ai dodici carabinieri il servizio
Presso la centrale idroelettrica il in località Valle di prezzo di sotto trucidati doppio violente disumane nel tristemente noto eccidio di malga balla
Penso ai tanti esuli che nel dopoguerra hanno fatto un ore al Paese in tanti settori strategici ognuno dei quali ha portato con sé il ricordo e il sogno della terra natia
Da settembre del mille novecentoquarantatré
Alla lucida e pianificata polizia etnica
Si aggiunse il disegno liberticida della eliminazione del dissenso e di qualsiasi testimonianza di quella cultura occidentale che avrebbe rappresentato un pericolo permanente per il nascente regime non dimenticare diventa quindi un imperativo che supera i confini materiali
E ci supporta nella costruzione di un Paese sempre più liberale e democratico
Di un luogo in Europa sempre più solidale pacificata di un mondo sempre più dialogante e sempre più multilaterale
è questa la strada che l'Italia intrapreso con la Repubblica sono questi valori che la nostra Costituzione apposto come fondamento del nostro stato di diritto
Il secolo scorso ha visto i popoli precipitare più volte verso la completa perdita di umanità il totale disprezzo della vita umana la negazione di ogni principio di giustizia e di fratellanza
La lunga scia di odio che ha insanguinato l'Europa avuto proprio nei Balcani l'ultima ed inaccettabile epilogo gli uomini all'odiato combattuto vilipeso e ucciso i propri fratelli
Tragedie che non possono e non devono ripetersi un rischio che la mancanza di una memoria universale condivisa renderebbe sempre attuale
E allora e giusto ricordare e giusto spiegare approfondire e doveroso tramandare alle future generazioni tutte le pagine della storia nazionale anche le più difficili le più tristi le più inspiegabili
Gli interventi che seguiranno
Ci offriranno l'opportunità di inquadrare i fatti all'interno di una corti cornice storica e umana autentica
Per questo ringrazio la professoressa Ester Capuzzo
Docente di Storia contemporanea alla Sapienza dell'Università di Roma e Antonio Ballarin
Presidente della Federazione della società delle associazioni degli esuli istriani più mi ha più umani e dalmati
Prima di loro
Avremo però la possibilità di vedere tutti insieme un estratto direbbe landa rosso isteria
Un film coprodotto dalla RAI che domani sera sarà integralmente trasmesso in prima serata su RAI tre
Le difficoltà incontrate nella promozione e nella distribuzione di questo lungometraggio
Dimostrano come ci sia ancora una paura di fondo nel confrontarsi con la realtà con accadimenti che hanno un proprio valore intrinseco al di là della complessità di quei momenti
Il mio pensiero
E sono certa quello di tutti voi non può quindi non andare alla memoria di norma costretto protagonista suo malgrado del filmato che a breve vedremo
Norma era tante cose e rappresenta tante cose era una cittadina italiana una studentessa innamorata della sua terra
Non a caso stava ultimando gli studi universitari con una tesi dedicata all'isteria rossa
Riferimento alla bauxite di cui è ricca quella regione una figlia premurosa una sorella affettuosa una ragazza con tanta voglia di vivere
Norma costretto e l'immagine più fiera ed autentica delle migliaia di vittime gettate nelle foibe
Spesso ancora in vita dopo ore e giorni di violenze e privazioni che non possono trovare in nessuna ideologia ripeto in nessuna ideologia e in nessuna scelta di campo giustificazioni di sorta
In occasione della seconda celebrazione del Giorno del ricordo il presidente Carlo Azeglio Ciampi le conferì la medaglia d'oro al merito civile con questa motivazione
Giovane studentessa istriana catturata imprigionata dai partigiani slavi
Veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una forchetta
Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio
Parole alle quali fece seguito l'anno successivo il monito ad imperitura memoria del Presidente Giorgio Napolitano
Nell'autunno del mille novecentoquarantatré si intrecciarono giustizialismo sommario il tumultuoso parossismo nazionalista rivalse sociali
è un disegno di sradicamento della presenza italiana da quello che era e cessò di essere la Venezia Giulia
Di fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto
Nel trattato di pace del mille novecentoquarantasette e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica
Norma costretto aveva terminato il liceo Gorizia e subito dopo si è riscritta al corso di lettere e Filosofia dell'Università di Padova
Fu proprio in quell'università
Che nello vendere del mille novecentoquarantatré il rettore Concetto Marchesi latinista di fama internazionale nel discorso di inaugurazione dell'anno accademico
Invito agli studenti a ribellarsi e a lottare contro il fascismo
Subito dopo la guerra nel mille novecentoquarantanove il consiglio della facoltà di lettere e Filosofia dell'Università di Padova
Su iniziativa tra gli altri proprio del professor Marchesi nel frattempo divenuto uno dei padri costituenti e deputato del Partito Comunista Italiano le conferì la laurea ad honorem
Una decisione che raccolse unanime consenso
Un consenso che sette quindi superare già settanta anni fa
Ogni possibile steccato utilizzando un codice comune che appartiene a tutti noi e che riesce ad unire anche laddove le divisioni potrebbero prevalere il Codice della cultura
Anche per questo plaudo ad ogni iniziativa che partendo dalla cultura dalle arti e delle scienze fornisca chiavi di lettura
Chiavi di lettura nuove utilizzando forme narrative in grado di arrivare direttamente alle coscienze
Ed è proprio in relazione al dramma delle foibe
E delle persecuzioni subite dall'isteria dagli e dagli italiani di Istria di Fiume e della Dalmazia
Che gli artisti hanno saputo colmare quel vuoto informativo che fino a pochi anni fa aveva relegato queste vicende ad appendici periferiche della storia del Novecento
Il film che stiamo per vedere seppure in una Breve ma significativa sequenza
Si inserisce infatti in una più generale attività di sensibilizzazione che ha favorito negli ultimi anni la conoscenza di un dramma
Che si inserisce a pieno titolo nella storia nazionale italiana
La libertà e la convivenza pacifica dei popoli sono valori che vanno sempre difesi sostenuti tramandati
Affinché nessuno sia più costretto ad usare le parole che Sergio Endrigo dei Dico alla sua Pola nella canzone mille novecento quarantasette
Come vorrei essere un albero che sa dove nasce e dove morirà vi ringrazio
Viene ora trasmessa la scena finale del film Redlands rosso Istria di Maximiliano Hernando Bruno
Pende ora la parola Ester Capuzzo docente di Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma
Vorrei dirti il buon pomeriggio
Non mi dispiace non ci riesco
Dopo quello che abbiamo appena visto mi ha un po'Tisci
Signor presidente autorità signore e signori cari ragazzi
A me tocca il compito inquadrare storicamente la vicenda
Dedicata alla giornata del ricordo
Sono due potremmo dire le parole chiave di alto contenuto simbolico e di portata tragica che hanno segnato la storia del confine nordorientale
Del nostro Paese nel Novecento queste due parole chiave sono foibe
Ed è sordo
Quando si parla di foibe Giuliane ci si riferisce come abbiamo visto alle violenza danno di civili e di militari il larga parte italiani scatenate sì nell'autunno del mille novecentoquarantatré e dopo l'armistizio dell'otto settembre come ci ha appena ricordato il presidente Casellati con il crollo dell'esercito italiano i ministri dal ma nell'autunno del mille novecentoquarantaquattro e Zara e nella primavera del mille novecentoquarantacinque dopo il collasso tedesco e l'occupazione dell'intera Venezia Giulia da parte delle forze jugoslave in vista della sua annessione appunto alla più questi latina
Nelle diverse aree dell'entroterra istriano a Trieste a Gorizia a Fiume nelle cavità carsiche vennero fatti sparire
I corpi delle vittime come in questo caso di una serie di esecuzioni sommarie effettuate sulla per Scala
E in alcuni casi anche i condannati a morte ancora in vita legati come in questo caso da figli di ferro
In modo tale che sparata il primo cadessero vivi dietro di lui tutti gli altri
Anche se la maggior parte delle vittime morì nelle carceri durante le marce di trasferimento nei vari campi di prigionia allestiti nella Jugoslavia le foibe sono assurte sin da subdolo
Sin da subito al simbolo della sorte tragica della morto scura
Della cancellazione totale di persone di cui non si poteva più ritrovare il corpo
Accertarne in maniera precisa l'uccisione lenire l'incertezza angosciosa dei loro cari celebrarne la sepoltura
Dal momento che come nel romanzo
Di Carlo Sgorlon là fuori da grande in alcuni casi delle cavità carsiche non è possibile misurare il fondo perdendo sì nelle viscere della terra
I fenomeni di violenza che segnarono gli avvenimenti di quegli anni rese rossa i labili confini tra lo scontro politico e la contesa privata
Tra la volontà di condurre una guerra a oltranza senza pietà e la criminalità politica
Anche se una certa contrapposizione nazionale si era già Ricci nata tra i vari gruppi etnici presenti in questi territorio
Sì in dagli ultimi decenni della dominazione asburgica di queste terre
Ma non si era mai giunti però a fenomeni come quelli che caratterizzarono appunto gli anni della guerra e del successivo dopoguerra
Ad essere colpiti dalla violenza dei partigiani e dalle armate jugoslave non furono solo gli esponenti dell'Autorità
Amministrative e militari italiani come gerarchi podestà esponenti del fascismo locale Carabinieri Guardia di Finanza ma anche rappresentanti della borghesia italiana come medici avvocati farmacisti
Maestri postini
E semplici persone esprimevano sentimenti di italianità
Che veniva assimilata al fascismo data l'attività di propaganda effettuata nei dieci anni precedenti al conflitto dal regime in tal senso
Il fenomeno delle foibe va scritto non soltanto alle violenze subite da sloveni e croati durante il regime fascista che condusse un processo dis nazionalizzazione di questi gruppi etnici
Ma Daria allacciato anche a un disegno politico più grande da parte delle forze jugoslave quello di eliminare in più tempo possibili minor tempo possibile gli oppositori
Che si
Sì contrastavano l'annessione alla Jugoslavia la costruzione di uno stato socialista ma anche in questo progetto
Rientrava l'odio contro i fascisti un odio talvolta anche indiscriminato che toccava coloro che fascisti non non erano mai stati ma che venivano largamente identificati negli italiani perché il fascismo era stato un fenomeno italiano vi era la rivendicazione nazionale che aveva superato l'internazionalismo proprio del comunismo il mito classista e rivoluzionario la criminalità comune la vendetta privata
Se coloro che vennero infoibati furono in larga parte uomini tuttavia come abbiamo appena visto non mancarono anche donne e bambini
E norma costretto
Violentata uccisa e ingoiata dalla facoltà di villa sui danni pressa Antignano in quanto colpevole di essere italiane figlia di un dirigente locale
Del Partito nazionale fascista è diventato l'emblema di questa tragedia
Una vittima che permettetemi di dirlo a mio avviso è stata doppiamente una vittima come italiana come donna
Perché molto spesso come sappiamo durante le guerre ci si accanisce sulle donne perché le donne sotto il corpo del nemico
E quindi in quanto tale devono essere violate abbattute cancellate
Siccome abbiamo inizialmente detto le foibe è la prima delle due parole chiave della storia che oggi vogliamo narrare relativamente al confine orientale
Nel secolo appena trascorso l'altra parola sotto
Alla fine della seconda guerra mondiale nell'Europa ridisegnata dai trattati di pace
Per gli spostamenti speri spostamenti forzati di popolazione che coinvolsero anche la componente italiana presenti ministri alzare a Fiume
Furono più di duecentocinquanta mila le persone di nazionalità italiana che furono costrette ad abbandonare i territori dove erano nati e vissuti
Che ceduti dalla Jugoslavia con il Trattato di Parigi del mille novecentoquarantasette passarono appunto sotto la sovranità di questo Paese
La cessione ma non solo la cessione li spinse apprendere la via dell'esilio
L'esodo Giuliano Dalmata si snodo per oltre un decennio dal mille novecentoquarantatré alla seconda metà degli anni Cinquanta accelerato anche da linfomi palmenti dalle violenze
Sebbene da parte jugoslava non furono mai emanate disposizioni formali di tipo espulsivo obbliga antichi italiani a partire ma furono le stesse autorità jugoslave arrendersi responsabili di pressioni psicologiche e fisiche
Tali da determinare per gli italiani
Una situazione di invivibilità di fronte alla quale la scelta dell'esodo si presentò come l'unica possibile per tentare di proteggere i propri valori dal secco di radicati sul territorio
Prima tra tutti la lingua e l'identità nazionale
Parlare della migrazione forzata cioè dell'esodo significa oggi confrontarsi con la coscienza degli italiani del secondo dopoguerra
Cioè con la difficoltà di comprendere un fenomeno che pur avendo una certa risonanza nella cronaca
E nella sensibilità dell'epoca fu spesso vittima del confronto politico finì col confondersi con il problema immigrati del dopoguerra e fu spesso letto con uno sguardo di natura pregiudizievole
La motivazione principale della fuga con la rimozione dell'italianità le politiche violente repressiva attuata e Capitini
Lo stato di continuo terrore e soprattutto la sensazione di essere ormai separati dalla madrepatria
Sentendosi come è stato scritto sempre più stranieri in patria dovendosi adattare ad una nuova forma che veniva data alla loro terra in cui la cultura la religione la toponomastica venivano modificati dal due uno nuovo regime e completamente alterati
La componente italiana negata ignorata traumatizzata delle Terre dell'Adriatico orientale
Sceglieva così di abbandonare le case le cose gli affetti più cari portando con sé persino troppi morti riesumati dei cimiteri
Segno incontrovertibile di una partenza definitiva
Senza ritorno che tagliava dei Radici del proprio passato e che sconvolgeva la composizioni e Trinca di territori soprattutto nelle aree costiere italofoni
E depositarie di una cultura di origine romanza divenuta poi italiana attestata in queste terre sin dalla romanità e allora ancora viva e presente
Là sotto non si consumò in un solo momento ma proseguì con un flusso costante seppure con periodi di maggiore e minore intensità negli anni compresi tra il Milano centoquarantatré del mille novecentoquarantasette cinquanta
Le partenze furono collegate diversi momenti del contenzioso tra Italia e Jugoslavia ma possiamo indicare tre momenti chiave il mille novecentoquarantatré in particolar modo per i profughi della costa dalmata Da Zara a Fiume Zara che fu proprio tra l'ottobre del mille novecentoquarantatré e il mille novecentoquarantaquattro distrutta da cinquantaquattro bombardamenti
E poi i primi sfollati dall'Istria a seguito delle prime violenze connesse dai Titini nel muro confronti il mille novecentoquarantasette quando dal gennaio di quell'anno si consumo lei sotto di Pola
Con la sua grande ripercussione sull'opinione pubblica nazionale
E con l'alto numero degli sfollati circa ventotto mila persone
E infine negli anni mille novecentocinquantatré mille novecentocinquantasei in cui l'esito del memorandum di Londra dell'ottobre del mille novecentocinquantaquattro
Dispose la cessione alla Jugoslavia della cosiddetta zona vi tuttavia non è possibile porre una data definitiva agli spostamenti che continuarono anche se in misura minore negli anni successivi
Lasciata dolorosamente la propria terra seguiva la domanda dove andare
L'arrivo non fu semplice neri in un'unica direzione
I primi sfollati per lo più Zaratti ne fece umani ancora nel corso del conflitto finirono per confondersi nel movimento degli evacuati a causa della guerra
Diverso invece il caso dei profughi successivi
Quelli che lasciarono queste terre terminato il conflitto
I quali dovettero subire oltre il disagio della fuga e l'incertezza del futuro l'ostilità più o meno aperta della popolazione della penisola e di alcuni parti del mondo politico italiano
Gli azzurri furono spesso percepiti come un ostacolo alla ricostruzione come dei possibili concorrenti alle già scarse opportunità di lavoro e comunque ISO che sarebbe andata gravare
Sulle poche risorse disponibili dal momento che non dobbiamo dimenticarlo
L'Italia era uscita sconfitta dal conflitto e gli esuli di quella sconfitta erano l'immagine materiale che bisognava tenere nascosta e rimuovere
Molti degli esuli si diressero verso le zone del Friuli
Del Veneto ma anche verso le terre al di là dell'Adriatico traversando il tratto di mare che separava l'Istria dalla penisola italiana
La maggior parte e in particolare gli esodati dalla zona B si diressero nel retroterra di Trieste dove rimase in gran numero
Più di cinquanta mila persone nella sola provincia del capoluogo Giuliano e quindici mila tra Udine e Gorizia
La geografia dell'esodo coinvolse però l'intero territorio nazionale nel quale in caso di Giuliano Dalmati si distribuirono a macchia di leopardo con picchi oltre che in Friuli Venezia Giulia in Piemonte in Lombardia
In Liguria cioè nelle regioni industrializzate del Nord
Dove poteva essere più facile trovare lavoro ma in realtà ritroviamo anche in diverse regioni dell'Italia meridionale come in Sicilia in Sardegna
In Puglia in campagna
Si sparsero nelle varie regioni italiane dopo aver soggiornato per tempi più o meno lunghi nei cento nuovi campo profughi allestiti nel Paese
Dei quali nel mille novecentosessantatré ne erano ancora esistenti quindici
Cinque mila cinquecentotredici profughi giunsero nel Lazio
Dove furono ospitati in piccoli centri d'accoglienza a Sabaudia a Civitavecchia ad Alatri a Farfa più di un migliaio trovò ricovero nel campo profughi di Latina dove nel mille novecentocinquantacinque sarebbe stato costruito il villaggio a Trieste e circa Duemila Roma
Dove si stanziarono in una zona alle propaggini dell'Eur che era stata destinata cantiere per la costruzione appunto dell'esposizione universale del mille novecentoquarantadue che con la costruzione di una nuova serie di abitazioni nel corso del tempo divenne il nucleo fonte fondativo del villaggio Giuliano Dalmata
Oggi trentunesimo quartiere della capitale nel quadrante sud
Della città
Circa ottanta mila emigrarono in altre nazioni soprattutto negli Stati Uniti in Canada in Argentina in Venezuela in Brasile potremmo dire le mete classiche della migrazione italiana
A complicare le cose si aggiunse la pregiudiziale politica nei loro confronti accusati spesso soprattutto dal Partito comunista di essere nazionalisti o fascisti in fuga
Il mito dell'azoto nero prese campo in quegli anni alimentato dal sospetto qualche e oltre che dalla pubblicistica e dagli articoli dei giornali di partito che nei primi anni del dopoguerra contribuirono a diffondere questa immagine
Un falso mito fondato sull'idea che emigrare verso l'Italia fossero per lo più esponenti delle classi cosiddette borghesi e perciò naturalmente ostili al regime di tipo socialista
Contraddetto questo mito falso dall'analisi dei dati forniti dalla documentazione dell'opera per assistenza ai profughi che dimostra appunto l'infondatezza di questa idea
Il silenzio caduto sulla tragica e dolorosa vicenda dei nostri connazionali per lunghi anni fu il frutto negli anni successivi al dopoguerra
Della ricerca di buoni rapporti di vicinato con la Jugoslavia Titina
Fu anche gravata
Dal negazionismo ed ridottissimo jugoslavo nei confronti dei numeri e delle motivazioni dell'esodo e del più generale crisi ma della guerra fredda che oppose i paesi del blocco occidentale a quelli della cortina di ferro
Oggi io credo dobbiamo considerare gli esuli come donne e uomini che furono colpiti da scelte politiche più grandi di loro
Che Cal prestarono la loro dignità e alterarono per Sempre la loro esistenza
Come prima ci ha ricordato la presidente richiamando i versi di una canzone di Sergio Endrigo
Ed è giusto che il loro sacrificio e le loro sofferenze che sono poi state in alcuni casi
Colmate da con fatica con impegno dal raggiungimento di posizioni importanti
Nel nostro Paese divengano patrimonio comunitario di tutti non solo dell'Italia ma anche dell'Europa
Perché
Nel solco dell'etica della memoria noi abbiamo il dovere di trasmettere quanto abbiamo narrato alle generazioni future
Perché non dimentichino tutto ciò che è successo
E conoscano soprattutto come il presidente Carter Casellati c'ha ricordato soprattutto conoscano ciò che è stato perché conoscere ciò che è stato come io
Dico sempre ai miei studenti è importante
Perché da gli strumenti per poter leggere il presente e per diventare cittadini consapevoli vi ringrazio
E la Federazione delle associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati
Signor presidente autorità
Amici
Signore e signori grazie per quest'evento grazie per essere qui
Grazie per questa grande opportunità che ci viene data in questo momento
Il film era dell'Angola
è stato finanziato dalle nostre anche dalle nostre associazioni
E stavo guardando il filmato iniziale ovviamente
Noi l'abbiamo visto e rivisto tante volte
E devo dire che vederlo qui dentro fa un certo effetto un effetto di grande emozione
Sì grande emozione
è la prima volta in settantasei anni
Che viene dato una rappresentazione cinematografica di quello che è stato lì fuori dal mento
Abbiamo dovuto aspettare settantasei anni per fare un'opera
Appunto
Che mettesse a conoscenza che cosa effettivamente avvenuto
Nell'Adriatico orientale
Dopo questa premessa volevo precisare la Federazione delle associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati
E una federazione che ingloba dentro di sé tante associazioni che sono nate in seguito all'ESU Giuliano Dalmata
Queste associazioni avevano come scopo principale
La l'assistenza alle persone che venivano via da quelle terre che venivano via spogliati di tutto
E che pagavano
Letteralmente
Per l'Italia per tutti i centonove campi profughi menzionati dalla professoressa Cappuzzo
Queste persone spesso rigoroso con quello che avevano addosso
Come i nostri genitori con le famiglie a cui apparteniamo
Hanno dovuto ricominciare una vita hanno dovuto ricominciare una vita senza rompere un vetro
Senza mai un atto di violenza ma sempre con la civiltà grandissima e con la dignità tipica di un popolo che per mille anni apparteneva alla Repubblica di Venezia
E con questa grande dignità abbiamo ricostruito l'esistenza ma questa ricostruzione dell'esistenza ovviamente non può dimenticare
Tutto ciò che è successo
Abbiamo visto lo spezzone del film delle lanterna
Che andrà in onda domani sera
Nella tv pubblica sul a RAI tre e siamo molto contenti di questa possibilità che ci viene data per la conoscenza perché senza conoscenza dove questa neve Monia chiaramente
Ecco questo film se lo si guarda fintamente potrebbe sembrare che sia un episodio singolo un un episodio tra i tanti violenti che ci sono stati nella storia
In realtà non è così perché
Va be'Mobutu
Dal mille novecentoquarantatré al quarantacinque dopo il quarantacinque nei primi anni Cinquanta
Ancora fino io conosco un fatto avvenuto tratterà di dei genitori del cinquantasei ancora persone che sono state uccise perché scappavano
I fratelli Zoro vicino alla precisione del cinquantasei
Bene abbiamo avuto una pulizia etnica che ha coinvolto circa belli di la stima i per difetto i dieci mila la stima per eccesso dodici mila circa tra le dieci e le dodici mila persone
E ad ogni persona corrispondeva nucleo familiare uno popolazione una comunità che andava via e che scappava
Ora
Abbiamo cittadine come Piemonte d'Istria che emblematica una popolazione di mille centoquaranta abitanti prima della seconda la seconda guerra mondiale attualmente quella popolazione formata da tredici persone e ancora adesso svuotata
è impressionante andarlo a vedere quella cittadina
Questo euro evento che è stato raccontato nel film ha una coda lunga lunghissima che si protrae ancora oggi perché quando si commette un una un omicidio ma insomma una strage e noi sappiamo che può morire colui che ha provocato una strage ma la strage in sede e qualcosa che non va mai in prescrizione così come la strage di Verga Rolla
Nel mille novecentoquarantasei
Quando Paola era sotto l'Italia anche se il territorio era
Governatore dalle truppe angloamericane quella strage che la più grande dell'età repubblicana perché il referendum e di luglio quindi
Ha portato via cento persone più di cento persone in quella in quel terribile strage e quella fu il segnale insegna insomma
L'evento che determinò lo spopolamento l'intera regione
No allora ci domandiamo
Ci sono tanti diritti che sono stati negati alle nostre persone
Io
Non sono uno storico sono un rappresentante
Sono il presidente di una federazione di associazione professionalmente faccio atto su fisico e mi occupo di intelligenza artificiale
E vivevano in villaggi Giuliano Dalmata sono nato lì sono un atto di villa Giuliano Dalmata di Roma
E devo tanto i miei genitori alla mia famiglia
Che aiutato né mia sorella e le persone che erano attorno alla mia famiglia a ricostruirsi una vita e da persona che si impegna giorno dopo giorno della difesa di una memoria che per lui non può essere che etica un'etica positiva da trasmettere nella società
Ho cominciato approfondire
Sempre di più il giorno dopo giorno appunto le tematiche che riguardano la nostra storia andando al di là di quelle prettamente familiari
E quindi mi sono andato a vedere quali sono i diritti che sono stati legati alla nostra persone primo fatto un elenco
Abbiamo il diritto circa l'autodeterminazione dei popoli e della loro forma di governo che sono sanciti nella Carta Atlantica
Per il trattato di Yalta nello Statuto delle Nazioni Unite e della Dichiarazione di Helsinki
Poi c'è il diritto alla vita
Garantito da virgolette i gruppi umani nazionali religiosi politici sancito dalle Nazioni Unite sul crimine di genocidio
Poi sono stati violati l'articolo nuove della dichiarazione del diritto dell'uomo che vieta la l'arbitraria presto la detenzione o l'esilio forzato
Poi sono stati violati diritti previsti dal trattato di pace di Parigi ribaditi anche dalla convenzione
Europea per i diritti dell'uomo dove veniva esplicitamente dichiarato che i beni che gli interessi dei cittadini italiani residenti nei territori ceduti avrebbero dovuto essere rispettati
Non venne nemmeno osservata la dichiarazione di Vancouver quella del mille novecentosettantasei quel porco habitat primo
Che prevede il ritorno delle persone alle loro case
L'articolo ventotto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che sancisce ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale ed internazionale del quale i diritti e la libertà enunciati possano essere pienamente realizzati
Ora questi sono tanti diritti che sono stati indicati alcuni di questi proseguono del tempo
Quindi
Noi
Come associazioni abbiamo il dovere di raccontare la nostra memoria
E nella Inter Colucci interlocuzione che facciamo quotidianamente con il Governo e con le forze politiche abbiamo una serie di passaggi importanti che riguardano dei le questioni ancora ad oggi aperti che sono Verlaine completamente
La parte
Il problema del giusto e quindi iniziò per le case che sono state abbandonate dagli esuli che sono state espropriate e poi l'Italia utilizza lo stato italiano ha utilizzato per pagare il debito di guerra nei confronti della Jugoslavia
L'accordo di Roma dell'ottantatré ovvero sia il trattato di Osimo
E la legge novantadue del due mila e quattro che sta sancisce la erogazione delle medaglie alle persone che sono state io fui batte che si ferma al trentuno dodici mille novecentoquarantanove abbiamo il problema delle scuole le scuole che ovviamente devono insegnare questa storia ma non raccontano adeguatamente nei loro libri nei loro testi
Insomma ci sono tanti punti aperti e noi chiediamo sistematicamente un aiuto alla politica affinché questa nostra le questioni ancora aperte possano essere adeguatamente chiuse una volta per tutte per questo ringraziamo
Via aver la possibilità di dirlo qui in questo convegno oggi vedo tante persone amiche volevo ringraziarle
Volevo ringraziare i tanti amici che vedo qui dentro esuli di prima generazione persone delle associazioni
E volevo in particolarmente ringraziare
Il senatore Gasparri che devo dire ha fatto un grande lavoro per il film Rete landa
Per questo lavoro ringraziare particolarmente qui oggi pubblicamente così come voglio ringraziare anche le persone che non sono state potute che non sono state accolte qui perché non c'era spazio
E che hanno pazientemente ascoltato quello che abbiamo detto qui questa sera grazie