08 MAR 2019
intervista

FaiNotizia - Legittima difesa. UNAVI: No al calvario giudiziario per chi si difende

SERVIZIO | - RADIO - 19:27 Durata: 13 min 2 sec
A cura di Fabio Arena
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"L’obiettivo non deve essere armarsi, ma se entri in casa mia devi sapere che io posso difendermi e quindi sapere a cosa puoi andare incontro".

È questa la posizione dell’Unione Nazionale Vittime (UNAVI), un’associazione che promuove la legittima difesa, sintetizzata dalla presidente Paola Radaelli.

In realtà in base ai dati disponibili forniti dal Ministero della Giustizia, il numero di procedimenti penali relativi a casi di legittima difesa e di eccesso colposo è stato negli anni molto basso (15 dal 2013 al 2016) e quasi tutte le sentenze sono state di assoluzione o comportano pene
minime.

Ma l'obiettivo del disegno di legge sulla legittima difesa, attualmente in seconda lettura alla Camera, è quello di evitare al massimo i processi per chi si è difeso.

Una posizione pienamente sostenuta da UNAVI: "Sicuramente ci devono essere perizie e accertamenti - afferma Radaelli -, ma non un calvario giudiziario per chi ha usato la legittima difesa".

Radaelli cita infine la vicenda del tabaccaio Franco Birolo che nel 2012 sparò ed uccise un 29enne che aveva tentato un furto nel suo negozio.

Birolo potrebbe ora essere condannato al risarcimento dei danni.

E sebbene l’attuale ddl preveda una modifica del codice civile che escluderebbe chi si è avvalso della legittima difesa dal risarcimento dei danni, questa fattispecie non includerebbe comunque chi come Birolo è stato assolto in base all’articolo 59 del codice penale che prevede la legittima difesa putativa, cioè il caso in cui la situazione di pericolo non esiste obiettivamente, ma è erroneamente supposta dal soggetto.

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