Speciale Giustizia

Buonasera a tutti da Lorena dorso benvenuti all'ascolto dello Speciale giustizia questa sera vogliamo ancora soffermarci solleva processo d'appello sulla presunta trattativa Stato-mafia
Trattativa che secondo la la sentenza di primo grado c'è stata il patto scellerato tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra è stato siglato questo è emerso dal dispositivo della corte d'assise di Palermo presieduta da Alfredo Montalto pronunciato il venti aprile due mila diciotto al termine di oltre quattro giorni di camera di consiglio
Con questa a conclusione processuale formulata in primo grado e si deve confrontare adesso appunto il processo d'appello che si è aperto il ventinove aprile scorso sempre a Palermo le motivazioni sono state né depositate le motivazioni della sentenza di primo grado
Lo ricordiamo sono state depositate il diciannove luglio o dell'anno scorso nel ventiseiesimo anniversario della strage di via ad Amelio
Dopo cinque anni di udienze boss politici sono stati dichiarati in primo grado colpevoli del reato di minaccia a violenza al corpo politico dello Stato per Marcello
Dell'Utri sono state punite le condotte commesse contro il Governo Berlusconi i carabinieri e del rosso sono stati condannati per i fatti commessi
Fino al mille novecento novantatré Dell'Utri per i fatti del mille novecentonovantaquattro da una parte la trattativa sarebbe stata in tavolata
Dai carabinieri da un certo punto in poi da Dell'Utri condannati a dodici anni di carcere i generali del Rosso Mario Mori
Antonio Subranni l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri è il boss Antonino
Cina a ventotto anni Leoluca Bagarella la pena più pesante otto anni alla colonnello Giuseppe De Donno stessa pena per Massimo Ciancimino
Accusato di calunnia nei confronti dell'allora capo della Polizia Gianni De Gennaro mentre è stato assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa prescrizione per Giovanni Brusca assolto l'ex ministro Nicola Mancino accusato di falsa testimonianza questo dunque per quanto riguarda la la sentenza
Di primo grado il processo d'appello dicevamo si è aperto il ventinove aprile scorso abbiamo iniziato a seguire appunto l'udienza del ventinove aprile e lo ricorderete si è aperto con l'udienza si è aperta con nell'inizio della lettura della relazione introduttiva che poi sta ancora proseguendo nelle udienze successive i giudici ne sono ancora una volta chiamati a stabilire cosa accadde nel biennio novantadue novantaquattro che insanguinano il paese con le stragi seminando morti
Terrore e se vi fu o meno non disegno o preciso tra Cosa Nostra e alcuni rappresentanti dello Orsato
Non faremo un processo alla storia annunciato in sintesi Angelo Pellino il presidente della corte d'assise d'appello
Di Palermo che dovrà a pronunciarsi sulla presunto patto tra pezzi delle istituzioni e clan negli anni delle stragi
Mafiose qualcuno ha detto lo ricorderete abbiamo sentito appunto nella relazione introduttiva del presidente Pelino proprio nella prima udienza
Pelino diceva qualcuno ha detto
Che non si può riscrivere la storia guardandola dal buco della serratura del processo penale ma può accadere che la riscrittura di un pezzo di storia di un Paese possa essere un effetto inevitabile dei temi i trattati è il riferimento era alle critiche rivolte in questi anni da intellettuali e giuristi come il docente di diritto penale
Giovanni Fiandaca sia alla procura che ai nei giudici è di primo grado accusati di averlo usato la sede processuale per scrivere una verità storica nel suo eventi che tradisce del del Paese
Questa sera già come abbiamo fatto ieri sera
Vogliamo proporvi la terza udienza alla terza udienza del processo d'appello sulla presunta trattativa Stato-mafia che si è tenuta il trentuno o Maggio scorso e come dicevamo nell'udienza del trentuno maggio è proseguita ampi partendo dal cosiddetto papello
Che l'Elenco con le richieste che il vostro Totò Riina avrebbe fatto allo stato per farla cessare
E le stragi e proseguita dicevamo la relazione introduttiva del presidente Pellino il
Presidente ha ha ripercorso le motivazioni della sentenza di primo grado anche in questa udienza
Sentenza che pur condannando a pene pesantissime ex ufficiali del rosso punto come Mario Mori ed ex politici come Marcello
Dell'Utri espresse però pesanti dubbi sull'autenticità del papello consegnato come prova della trattativa da Massimo Ciancimino figlio di Vito Ciancimino l'ex sindaco
Mafioso di Palermo tra i protagonisti dell'accordo che pezzi delle istituzioni avrebbero stretto con lo Stato Ciancimino
Era teste appunto è imputato alla processo ha spiegato il presidente Pellino a far dubitare dell'autenticità del documento sono le sicure modifiche apportate da Ciancimino
Assieme alla persistente incertezza sul vero autore del documento poi ancora anche lo stesso Salvatore Riina
Escluse di aver scritto alcunché
La falsificazione documentale è stata utilizzata dal Ciancimino
Ha detto il consigliere Pellino per supportare le sovrastrutture artificiosamente aggiunte mai il contenuto corrisponde effettivamente alle richieste
Promana terzo dai vertici i mafiosi lo stesso Brusca nel novantasei ancora prima di Massimo Ciancimino parlo di un papello o precisando di non avere mai visto il documento ho scritto che insomma incerta potremmo dire nell'autenticità del papello sesso
Questo appunto lo lo dice lo sentirete dura poco c'avete sentito già ieri sera il presidente Pellino nel corso dell'udienza soprattutto nella in questa prima parte di questa udienza nel molto lunga quella del trentuno maggio durata oltre nelle sette ore nove ieri sera abbiamo iniziato ad ascoltare la prima ora e allora appunto continuiamo l'ascolto di questa udienza del processo d'appello Bagarella
Ed altri sulla presunta trattativa Stato mafia e continuiamo ad ascoltare l'introduzione introduttiva di ricostruzione della sentenza di primo grado del presidente Angelo Pellino
Questo scenario del dopo Rina
Viene nel secondo secondo la Corte l'attendibilità di questa ricostruzione nella questo scenario che vede confrontarsi queste due diverse linee strategiche dopo la cattura di Riina trova piena conferma nelle nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e soprattutto di quanti tra loro ebbero un ruolo particolarmente importante nella definizione degli assetti di potere degli equilibri interni a a Cosa Nostra dopo l'arresto di carina
Partendo ancora una volta da da Giovanni Brusca sin rammenta che dopo il suo arresto
Prima gli fece comunicare intanto per il tramite il figlio Giovanni la volontà di proseguire nella strategia Ras questo fu l'unico secco messaggio continuare nelle stragi negli attentati a magistrati anche a politici locali
Poco dopo l'arresto di Riina però dice Brusca c'era stata una prima riunione di esponenti dell'associazione mafiosa per decidere il da farsi e già in quella in occasione di quella riunione Raffaele Ganci aveva mosso del pur caute critiche all'operato di Rina
Addirittura successivamente aveva incautamente riferito a Giuseppe Graviano che pure Brusca che in realtà in quell'occasione era rimasto semplicemente un in silenzio condivideva questa critica mettendo così in difficoltà Brusca davanti a me banche pur costretto a giustificarsi al cospetto di Bagarella proprio per quel comportamento silente e di fronte a Bagarella in realtà Brusca dice di avere
Di aver riconfermato
La sua piena adesione alla volontà al disegno di portare avanti la strategia stragista
Nel frattempo che vi fu una ulteriori una riunione della famiglia mafiosa di Corleone in cui Bagarella
Offrì a Provenzano di nel prendere il posto ieri Lina almeno formalmente purché però concordasse con luce con Bagarella qualsiasi decisione così come
In precedenza Rina
Concordava il da farsi con Provenzano
Successivamente
Brusca e Bagarella vanno a incontrare Bernardo Provenzano
Dirimere la questione sulla prosecuzione o meno della strategia né stragista e in realtà agli non comunicano che la loro decisione di portare avanti questa strategia per far sì che coloro che già si erano fatti sotto
Con con Riina tornassero a trattare in quell'occasione Provenzano un manifesto apertamente l'improprio
Disapprova e aggiungendo che non avrebbe saputo come giustificarsi con altri esponenti mafiosi all'Hui i vicini che già si erano detti contrari a proseguire in quella strategia voluta da Rina e allora fu provocatoriamente quasi preso in giro da Bagarella
E Provenzano dovette prendere atto che i rapporti di forza non erano a suo favore e quindi sottostare alla volontà di proseguire la strategia in particolare
Quando Provenzano
Pose il problema che avrebbe avuto difficoltà a giustificarsi con con gli altri affiliati
Che condividevano diciamo il suo le sue critiche
E riferendosi al gruppo Aglieri offre Benedetto Spera
Bagarella
Gli disse con tono chiaramente provocatorio ti metti un cartellone Cozzi prendi un pennello e gli scrigni io non so niente
E dice Brusca in realtà la frase a una sua
Rilevanza perché poi tornerà in una delle intercettazioni di di Riina
Comunque sta di fatto che in quel momento in quel frangente si delineano due opposti schieramenti che vengono da un lato Provenzano con Giuffrè Aglieri spera Carlo Greco e altri
Che riteneva di dover abbandonare la strategia stragista di Rina dall'altro Bagarella Graviano Messina Denaro stesso Brusca e gli altri esponenti mafiosi più vicini a Riina che volevano portarlo avanti
E in questo contesto viene in qualche modo raggiunto un
Un accordo
Per cui si decide di spostare comunque di proseguire sì la strategia degli attentati eclatanti spostando però il luogo al di fuori della della Sicilia
Quando viene presa questa decisione Brusca non non da un'indicazione precisa però
Fornisce un riferimento utile a convocarla VP inizi mimesi del del mille novecentonovantatré perché dice
Che questa decisione Suppressa
Quando ancora Gioè era libero cioè viene arrestato il diciannove marzo
Anzi
La decisione di proseguire di riprendere la la strategia né con questa variante però di spostare il luogo degli attentati fuori della Sicilia subì comunque una battuta d'arresto prova seguito dell'arresto di di
Di Gioè anche perché si venne a sapere dice Busca di intercettazioni
Che erano state fatte nel covo di via urgenti
Dove era
Rimasto latitante il il Gioè in cui si era parlato appunto di di fare attentati allora ci fu un momento di attesa
In ogni caso dice Brusca la finalità a parte questo spostamento della sede incontinente la finalità doveva essere sempre quella indurre i politici a trattare sulle richieste di
Prina
E qui la corte annota che e questo questo racconto di Brusca approvato una inatteso imprevedibile straordinario
Riscontro riguardo al dissenso
Di Provenzano
Sia pure rientrato sulla decisione di proseguì la strategia stragista anche dopo l'arresto di Riina nelle parole dello stesso Rina intercettate il diciotto agosto due mila tredici è una delle intercettazioni al carcere di opera
Di questa sulla sulla genuinità del reperto la Corte si sofferma poi un'altra parte la sentenza di Superman altra parte della motivazione da parte nella parte quinta
Intanto si sottolinea niente niente a riprova appunto della della genuinità dell'attendibilità
Che Rina
Quando fa
Queste
Queste rivelazioni sostanzialmente richiama proprio quelle parole che
Che Brusca dice di avere sentito dalla viva voce di di Bagarella rivolta Provenzano di attaccarsi in cartellone
Per giustificare
Per giustificare per giustificarsi agli occhi dei suoi degli uomini e a lui più vicini
Dice dice la Corte Marina nel raccontare al suo interlocutore questo questo episodio non poteva saperlo o prevedere che ne avrebbe parlato
L'intercettazione del diciotto agosto due mila tredici a dicembre a dicembre dello stesso anno e Brusca
Ne parla
Nel processo
Quando ne parla ancora non erano state rese note le intercettazioni del
Del carcere di
Di opera per cui da un lato c'è riscontro all'attendibilità di Brusca e peraltro
Non ne ha parlato per la prima volta nel dicembre
Del del due mila tredici ma ne aveva parlato a addirittura già in un interrogatorio dell'undici agosto del novantasei quindi nella prima fase della sua collaborazione come viene evidenziato anche
Nella sentenza della Corte d'Assise di Firenze nel processo le stragi in continente la sentenza del sei giugno
Novantotto quindi attendibilità di di Brusca ingenuità del
Anche delle delle rivelazioni inconsapevolmente fatte da Darina al suo interlocutore è intercettate appunto captate a sua insaputa
Anche perché non
Nel senso che Rina non poteva sapere che a distanza di mesi Paul Brusca ne avrebbe parlato e quand'anche si volesse ipotizzare che che che zuccherina
Sapessero avesse
In qualche modo acquisito conoscenza processuale di di di rivelazioni fatte su questi episodi in precedenza da da da Brusca
Dice ragiona
La corte di primo grado giammai avrebbe è fornito ove
L'episodio fosse stato appura invenzione Germania avrebbe fornito volontariamente consapevolmente un riscontro formidabile all'attendibilità
Di un
Implacabile accusatorie quale è stato il il Brusca anche nei suoi confronti dopo dopo avere intrapreso sia pure tra tante mio indichi con terre more la un percorso di collaborazione
Io sorvolo diciamo sulla sull'intercettazione cioè ripeto Rina fa riferimento prova questo episodio la corte previene anche l'obiezione
Ma possibile obiezione difensiva cioè Rina in quel momento era detenuto e quindi non aveva colloqui diretti con Provenzano perché da come la riporta Nerina nella nella conversazione in quel passaggio
Intercettato è come se se lui avesse rivolto direttamente a Provenzano quelle parole che invece secondo Brusca furono rivolte da Bagarella a
Approfondisca a Provenzano in realtà
Considerati i canali di comunicazione
E possibili anche ad soprattutto attraverso la la la Antonietta Bagarella che sorella di di Leoluca non ci sarebbe stata alcuna
Una campanella un
Non ci sarebbe stata alcuna difficoltà
A far conoscere
All'esterno in particolare a Leoluca Bagarella qual era
I suoi intendimenti nei confronti di possibili perplessità di
Dello ska dello stesso Provenzano così come può essere vera l'ipotesi inversa e cioè che Riina tramite sempre lo stesso canale free familiari che aveva in comune con Bagarella sia stato esattamente informato
Del colloquio che era intercorso tra Bagarella Provenzano in ordine alla strategia mia futura di Cosa Nostra in ogni caso la corte assume questo reperto come un riscontro straordinario ed eccezionale
Che allo stesso tempo comprova la genuinità delle intercettazioni per la ragione ti ho detto che Rina
Non avrebbe mai volontariamente fornito riscontro l'attendibilità di Brusca per l'attendibilità di Brusca perché non era ancora nota quando Brusca ha rievocato questo episodio al dibattimento l'intercettazione
In questione
Né
Brusca tanto meno brusca poteva prevederlo e che Cary me ne avrebbe parlato quando per la prima volta cioè in questo interrogatorio dell'undici agosto mille centonovantasei a sua volta Brusca felice riferimento allo stesso episodio
E esce quindi comprovata la formazione all'interno di Cosa Nostra di queste due opposte fazioni sull'opportunità di proseguire la strategia stragista
Sull'atteggiamento di Provenzano naturalmente la corte annette grande rilevanza in particolare alle dichiarazioni di Antonio Giuffrè sulla
Per cui nel collaborazione peraltro non
Non ricordo ma quegli aspetti di criticità che invece riguardano altri collaboratori come Brusca come lo stesso Brusca Cancemi e che e molto importante la sua testimonianza su questa svolta di di sull'atteggiamento di di Provenzano anche per anche perché
Offre Giuffrè il contributo di conoscenza di un
Di un esponente di vertice che era particolarmente vicino al allo stesso Provenzano
E Giuffrè ricorda
Di essere rimasto addirittura sorpreso dalla mutato atteggiamento di di Provenzano e quando per la prima volta gli prospettò la necessità di porre termine a questa strategia di contrapposizione frontale
Allo stato sembrava un'altra persona e sembrava quasi dare e coprì tutto quello che era successo a Rina come se lui non ne avesse condiviso le scelte invece il
La situazione era diversa c'era trattato proprio in cambio di strategia da parte di di Rina Giuffrè dice che lui condivideva questo
Cambiamento di strategia auspicato voluto da da da Provenzano perché la strada dalle bombe dell'aggressione di poteri lo Stato non avrebbe portato da nessuna parte
E quindi era molto meglio tornare nell'ombra e fare della politica la risorsa principale dell'organizzazione mafiosa come del resto era stato passato però
Conferma Giuffrè che questo cambio di strategia rimase soltanto un proposito confinato nello schieramento dei soggetti più vicini a Provenzano
Perché la prosecuzione della strategia stragista di Riina fu comunque voluta dalla dagli esponenti a favore dei quali giocavano anche i rapporti di forza in quel momento all'interno di Cosa Nostra e quindi Provenzano in quel periodo subito il volere di avrebbe subito il volere di di Bagarella che nel frattempo consolidava le sue alleanze anche fuori dalla provincia di Palermo con Matteo Messina Denaro Trapani con Fragapane
Ad Agrigento
Tuttavia aggiunge Giuffrè Provenzano per non fare
Definitivamente prevalere Bagarella nella guida di Cosa Nostra e pur subendo la la sua preponderanza da un punto di vista militare mi continuava a dialogare per così dire con con Bagarella
E quindi alla fine diciamo
Condivise e comunque la
La prosecuzione della della strategia che era pur sempre eliminata a perseguire obiettivi che interessavano tutta
L'organizzazione
Ripeto nello stesso senso cioè di comprovare appunto il delinearsi di questi opposti schieramenti sono anche
Le dichiarazioni di tutti gli altri collaboratori di giustizia che sono stati compulsati su questo punto
Mi limito a richiamare Gioacchino la Barbera Salvatore Cucuzza in cui dichiarazioni no state acquisite non è stato sempre al dibattimento perché già deceduto e Vincenzo sì cori
Cioè conferma appunto che a Provenzano facevano capo quegli esponenti né di Cosa Nostra che erano contrari alla prosecuzione della strategia regista e comunque non volevano che si commettessero altri attentati in Sicilia da qui
La soluzione di compromesso
Giuseppe Monti cholo
Che ricorda addirittura di una
Frattura
Arrivata a un punto di estrema tensione tra Brusca Provenzano in occasione di un incontro con con Provenzano che Brusca glielo ha chiesto di accompagnarlo perché temeva di essere
Ci sono
Tullio Cannella che molto vicino a sua volta a a Bagarella
Ricorda appunto
Come addirittura il il Bagarella sì esprimesse
In termini sprezzanti nei confronti di di di Provenzano e di quanti come lui esprimevano serie perplessità sull'opportunità di proseguire la strategia stragista ecco ancora giusto Di Natale
E poi alcuni collaboratori delle cosche catanesi perché in realtà questa contrapposizione attraversava tutta Cosa Nostra anche
Al di là della provincia palermitana e riguardava anche le cosche nel Catanese anche qui si delineerà ebbe una spacca ci sarebbe delineata a dire di in Maurizio Avola in particolare una spaccatura tra Aldo Ercolano che era favorevole Benedetto Santapaola che invece era contrario soprattutto dopo che i corleonesi ad un affilato affiliato
Direttamente senza il suo consenso l'esponente mafioso catanese Santo
Mazzei
Anche Giuseppe Di Giacomo conferma
Questa
Contrapposizione la il formarsi di un ala contraria alla strategia stragista di cui faceva parte oltre che Santapaola per quanto riguarda i catanesi Provenzano Aglieri pigiama delinea che però
Aveva dovuto cedere alla volontà soverchiante della dell'ala contrapposta
La sentenza fa anche un'annotazione sull'ambiguità della tesi testimonianza diciamo che del contributo di di conoscenza che è venuto dalle dichiarazioni Salvatore
Cancemi
A dire qual è niente Provenzano gli confermo che tutto doveva proseguire come prima che dovrà continuare la strategia
Di Rina
Viene considerato a questa diciamo un elemento neutro che non non corrobora ma neanche indebolisce
La la la ricostruzione
Secondo cui che Provenzano Riotta
Avrebbe subito la la linea stragista
E secondo la Corte
Elemento neutro e persino la la rivelazione di di Cancemi in ordine a Progetto alla proposta
Di Provenzano di uccidere il capitano Ultimo che avrebbe addirittura provocato un moto spontaneo di reazione di Ganci Raffaele e dello stesso Cancemi in quell'occasione tra l'altro Provenzano avrebbe fatto un gesto con una di allargare le braccia
Gesto che la cosa nell'annuale
La corte e l'altra la sentenza
Interpreta come indizio come sintomo appunto della
Della
Dell'avere il Provenzano in realtà solo subito
Una una volontà
Alla quale lo stesso aveva dovuto sottostare senza con con sorta di riserva mentale quindi una forzata accettazione della linea imposta dal
Dagli esponenti mafiosi
Fedeli al Pitta allora alla strategia voluta da Darina
La conclusione che da questa ricostruzione tra la sentenza
E che proprio l'emergere di una sia pure
Cauta opposizione alla strategia stragista di di Rina opposizione che fino a quando ovviamente rimane
Era Libero era stata solo latente e silente
E dimostra indirettamente l'esattezza della ricostruzione operata anche con riferimento alla cosiddetta trattativa accettata dalla Darina
Soprattutto con riferimento appunto all'avere Rina formulato
Espressamente le richieste alla cui soddisfazione era condizionata la cessazione di quella strategia stragista perché ha già la Corte
Se dopo l'arresto di Salvatore Riina una parte gli di Cosa Nostra cioè quella più fedele allo stesso Marina capeggiata dal
Dal cognato Leoluca Bagarella intendeva portare avanti la strategia stagista proprio per far sì che coloro che si erano già fatti sotto con Riina tornassero a riprendere i contatti
E di fronte a una ripresa delle stragi degli attentati dei delitti si determinazione ad accogliere le condizioni dettate dallo stesso Riina per cessare questa
Questo attacco una frontale allo stato questo significa che quelle condizioni erano state già effettivamente e concretamente comunicate Darina ai suoi interlocutori
Prima quindi avevano un solo accettato la trattativa alla trattativa non nel senso di una negoziazione per trovare un compromesso che sarebbe stato assolutamente lontano dalla sua mentalità e anche qui se ne se ne ha contezza nel
Conversazione intercettata al carcere di in alcune conversazioni intercettate dal carcere di opera
Ma
Uscirebbe quindi comprovato anche che raccolse l'invito a indicare le condizioni per la la cessazione della strategia stragista
E detto quindi quali erano queste
Condizioni
Con il che per la parte diciamo di sua competenza e Riina a avrebbe già poste in essere la condotta di minaccia
Che in contestazione
Minaccia rivolta ai suoi interlocutori istituzionali o a quelli che riteneva essere i suoi interlocutori istituzionali perché gli era stato fatto credere appunto che
I carabinieri del ROS agissero per conto di esponenti istituzionale
Quindi
Era stata già avanzata
La minaccia delle conseguenze negative che sarebbero derivate per lo Stato ove non fossero stati adottati i provvedimenti richiesti e soprattutto quelli attinenti alla situazione
Carceraria dei detenuti di Cosa nostra dopodiché il passaggio successivo è quello di verificare sul piano probatorio se effettivamente la minaccia già poste in essere dalla Reina
In termini
Diciamo idonea a integrare e gli estremi nell'arco condotta di quell'articolo trecentotrentotto
Abbia effettivamente raggiunto il destinatario della della minaccia
Ora
Veniamo quindi proprio al capitolo sulle stragi nel del novantatré
La sentenza
Fa una precisazione preliminare
E cioè che richiamando anche
La vicenda di cui abbiamo parlato
Alla scorsa udienza
Della
Trattativa secondo te la trattativa minore cosiddetta
Quella che
Chiama in causa il ruolo
Di Bellini
La sentenza precisa che già nell'estate del mille centonovantadue comincia a farsi strada
In Cosa Nostra prendere corpo l'idea che
La la capacità di di pressioni potere contrattuale di di Cosa Nostra si sarebbe ancora di più accresciuto se oltre a colpire come già era avvenuto uomini simbolo delle istituzioni come potevano essere Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fossero stati presi di mira
Monumenti al di fuori del territorio siciliano e quindi continente idea in realtà annota la sentenza non condivisa da Rina che infatti poi proverà pratica attuazione solo dopo l'arresto di declina e tuttavia è un'idea mette è sempre consequenziale è un progetto che è sempre consequenziale e quindi si pone i miei diretta continuità col disegno ricattatorio che era stato già concepito da Rina costringere le istituzioni a concedere i benefici richiesti dall'organizzazione mafiosa in cambio della cessazione della strategia di attacco alle allo stato e perché ne sarebbe venuto un accrescimento della della forza contrattuale di di Cosa Nostra
Perché il messaggio intimidatorio sarebbe stato più direttamente
Percepito dal governo della Repubblica al momento in cui le nuove strade e nuovi dei attentati avessero colpito monumenti addirittura di di interesse nazionale o o o mondiale
Richiamando l'attenzione anche la preoccupazione dell'opinione pubblica
E non si fosse trattato più solo di dicendo non fosse stato più non sarebbe stato più possibile
Confinare queste
Questa strategia a livello di una vicenda locale periferica perché si sarebbe portato l'attacco direttamente nel cuore della nazione cioè nelle principali città addirittura della
Italiane a cui era legata anche l'immagine del Paese nel nel mondo a quel punto la reazione dell'opinione pubblica
No avrebbe costretto il il governo ha accedere al al ricatto e quindi a ammorbidire l'azione di contrasto alla alla mafia
La sentenza richiama le dichiarazioni di Salvatore
Racconti a che la prima fonte anni diffondersi a a parlare a fare rivelazioni su su questo sport su questo
Cambiamento di strategia fornendo anche precisazioni sulla
Sull'origine
Sulla collocazione temporale di questo cambio di di strategia perché la riferisce la riporta addirittura appunto alla
All'autunno del del mille novecento novantadue qui ne abbiamo già parlato del delle dichiarazioni di di
Salvatore all'economia quindi
Non non ci ritorno
Ricordo soltanto i passaggi significativi anche della sua audizione davanti alla alla commissione
La Commissione antimafia e ne viene sentito il trenta luglio del mille centonovantatré quando quando ancora
Diciamo i vertici non solo delle istituzioni ma anche degli apparati di sicurezza se non brancolano nel buio comunque
Manifesta ancora gravi grosse incertezze sulla identificazione anche nella nella matrice mafiosa di del recentissime attentati di Roma e Milano del ventisette la notte del ventisette luglio
Ricorda anaconda e tutti gli attacchi bisogna farli ai musei perché il museo fa parte della città del paese della storia e adesso che sono passati all'attacco di più possono esserci grosse stragi
E poi diceva che
Eravamo
Ci sarebbero state ulteriori stragi e in particolare nuovi bersagli poteva essere
La signora Mara e la Sardegna sempre anche come metta turistica
Cioè la Sardegna sia perché c'era il calcio e la signora sia perché comunque metta di grande interesse turistico
E appunto alla gogna fornisce delle precisazioni di carattere temporale perché
Ricorda che nell'autunno del del novantadue quando lui si trovava
In in alcune in una sezione dell'Asinara in cui c'erano pugliesi ma anche siciliani e napoletani
Ebbe sentore appunto del
Di questa del prendere corpo di questo mutamento strategico
L'agilità di queste rivelazioni appunto avvalorata dal fatto che risale a un'epoca in cui non era ancora emersa all'esterno
Neppure nell'elaborazione degli analisti più avvenuti la strategia
Mafiosa intesa come mirata prova a condizionare l'azione di governo al fine di attenuare gli effetti del rigore niente carcerario perché fu deciso all'indomani
Della strage di Capaci e poi attuato all'indomani della strage di via da medio
Oltre ad Anna Cornia
A ulteriore conferma
Della
Questa svolta vedova strategia criminale di di Cosa Nostra la sentenza si sofferma sulle dichiarazioni di Vincenzo Sina cori
E che anche lui fornisce una lo stesso riferimento temporale ci dice che nell'estate del novantadue e comunque quando già c'era stata la strage di via D'Amelio iniziati
In trans i trasferiti in massa i detenuti a Pianosa e l'Asinara si iniziò a parlare di attentati e monumenti in collegamento con la questione carceraria
Del quarantuno bis se la finalità di questi attentati progettati era proprio quella di ottenere un'attenuazione del regime del quarantuno bis costringendo lo Stato avvenire appalti ricorda se ne corre addirittura di un incontro che ci fu come Antonino Gioè
Che
Quando a trovarli a mazzare del ballo e prospetto addirittura il progetto di un attentato alla Torre di Pisa autorizza perché era in Toscana stessa ragione stessa regione dell'isola di Pianosa
Poi ancora le dichiarazioni di di Pasquale di Filippo
E sottolinea sentenza queste dichiarazioni Dipasquale risalgono
Al mille novecentonovantacinque
E quindi confermano tutte le stragi del novantatré furono fatte per ricattare lo Stato
Risalendo almeno centonovantacinque sono sicuramente anteriori al clamore mediatico che poi si levò sulla vicenda della trattativa e pro Pasquale Di Filippo
Ricorda che nell'anno l'obiettivo e principale le stragi del novantatré Cucco proprio era proprio quello di giungere all'abolizione del quarantuno bis e poi anche ottenere qualcosa
Rivedere abolire o rivedere la disciplina sui collaboratori di giustizia tra l'altro e Pasquale Di Filippo queste cose le ha prese
Parlando no con gli affiliati
Con i sodali che erano stati i componenti del gruppo di degli dei dei gruppi di fuoco che siano resi artefici proprio di quelle di quelle stragi e che temevano appunto che i magistrati potessero scoprire che non scatti il loro a compierli e rivela che furono individuati come obiettivi monumenti e le chiese proprio al fine di indebolire lo Stato anche sul piano punto di vista della dell'immagine
Nel mondo quindi sul piano internazionale
Ma poi c'è naturalmente tutta la parte che concerne la ricostruzione anche è stata operata
Ma i processi di di Firenze
Della corte d'assise di Firenze
Che hanno avuto un tetto proporle le stragi del
Del novantatré già la sentenza di primo grado quella emessa alla Corte d'Assise di Firenze del sei giugno novantotto per prima colto in mezzo
Sussistente tra lo stato di sofferenza dei mafiosi per le condizioni carcerarie che si erano determinate dopo le stragi del novantadue e alcune così le definisce la sentenza
Improvvide iniziative verificatisi nella nella stessa estate del novantadue
Da un lato e dall'altro il ricatto di Cosa Nostra allo Stato per ottenere la modifica del regime del quarantuno bis con la chiusura delle carceri l'edizione la modifica
Della legge sui pentiti
E poi l'attacco lanciato in grande stile dall'organizzazione mafiosa nel novantatré proprio per piegare definitivamente la controparte e ottenere i i benefici
Richiesti
E quindi mi qui sulla sulla datazione naturalmente la la Corte d'assise di Firenze si basa si basava
Su conoscenze ancora approssimative che erano quella del compendio
Probatorio disponibile all'epoca
E quindi
Scrivono cioè i giudici fiorentini che per la prima volta nell'aprile del novantatré
Prese corpo nella risoluzione criminosa e di un attacco in grande stile allo Stato per spiegarlo con la forza gli interessi della della della consorteria criminosa di appartenenza
Ma
Ma non lo amo disattivato no
Sì
Già la Corte d'Assise di Firenze
Manifesta
Anzi più che manifestare dubbi
Francia dei giudizi molto metti sulla
Sulla condotta tenuta
Sulla condotta tenuta
Sulla iniziativa del del Rossi intrapresa attraverso Vito Ciancimino perché indipendentemente dalle
Dalle reali finalità di quella nell'iniziativa e anche volendo prestare fede alla ricostruzione operata sulla dai
Dei testimoni scusi in quella sede morì e De Donno
La sentenza
Evidenzia le anomalie di quella iniziativa e e la sua assoluta l'opportunità ravvisando i anche la una in quell'iniziativa la fonte di una serie di effetti perversi come quelli di dare forza appunto alla strategia
Criminale
Di Cosa Nostra
Si chiede
SP sulla e sulla ricostruzione in realtà operata dalla dei due niente stimoli avanza anche seri dei dubbi si chiede infatti come sia potuto accadere che lo Stato che era in ginocchio nel novecentonovantadue
Anche secondo le parole dello stesso morì
Si sia potuto presentare a Cosa Nostra perché per me la ressa perché questa sarebbe stata la proposta ultimativa che determinò che aveva determinato la cessazione improvvisa Brusca della trattativa avviata con Ciancimino
Non si comprende come Ciancimino che era stato controparte di una trattativa
Imperniata sulla ricerca di un dialogo con i vertici mafiosi
Da un momento all'altro nel giro di pochi giorni si sarebbe trasformato in confidente dei carabinieri
E messi comprende come il generale Mori e il capitano De Donno possano essere rimasti sorpresi quando Ciancimino rivolse loro la richiesta che veniva dei vertici mafiosi di
Sapere appunto che cosa lo Stato volesse offrire
E comunque la il giudizio già di quella corte fu
Che questa iniziativa ebbe quali che fossero appunto le sue finalità e non è comunque non era comunque compito di quella corte di giudicare l'operato degli ufficiali del ROS ebbe l'affetto di rafforzare nei capi mafiosi all'epoca il convincimento che la strage fosse pagante
Così come altro punto fermo nella ricostruzione consacrata quelle sentenze è che quest'iniziativa
Ente pubblico di De Donno e poi di Moriero e comunque anche sotto la supervisione del loro comandante e Subranni
Avendo tutte le caratteristiche della trattativa
Di quello che comunemente si intende per trattativa aveva definitivamente convinto i capi mafiosi che le ulteriori stragi avrebbero potuto
Portare vantaggi all'organizzazione mafiosa nel senso che l'accoglimento delle condizioni poste dai capi medesimi per la cessazione
Del
Stragi
Analoghe conclusioni rammenta poiché a corte per completare il quadro delle acquisizioni nel processuali
Anale quel conclusioni si leggo nella sentenza pronunziata la corte d'assise d'appello di Firenze il ventiquattro febbraio due mila sedici con la quale Tagliavia Francesco è stato mantenute condannato per le stragi del del nel novantatré
La sentenza ne riporta ampi stralci della motivazione
Nella parte
Che qui più interesse quindi rimando
Rimando
A appunto alla
Alla sentenza spezza
E comunque
I giudici quel processo sottolineano giudici d'appello sottolineano che si può ormai considerare come dato storicamente processualmente raggiunto
Che la strategia stragista strumento inconsueto per la compagine mafiosa tradizionalmente interessata più al controllo del territorio e di attività illecite lucrose
Abbia rappresentato un salto di qualità strategico con l'atteggiamento di obiettivi diversi indifferenziati rispetto all'eliminazione di specifici avversario
All'elaborazione di questa strategia si giunge per gradi
E lo scopo prefissato di tutto ciò viene individuato
Nella
Eliminazione almeno lo scopo principale nella eliminazione dell'articolo quarantuno bis dell'ordinamento penitenziario all'epoca di recente
Comodino
Allo stesso tempo
I giudici d'appello in quel nel prezzo Tagliavia
Concede uno che molto più complessa e non definitive la conclusione cui si può pervenire in ordine all'esatta individuazione dei termine dello stadio raggiunto dalla cosiddetta trattativa la cui esistenza comprovata dall'avvio poi interrotto iniziali contatti emersi tra la Penta di politici locali e delle istituzioni vertici mafiosi è però logicamente postulata dalla stessa prosecuzione della strategia stragista perché
Argomenta anche ore
Anche i giudici fiorentini argomentano il ricatto non avrebbe avuto alcun senso se non è forse scaturita la percezione e la riconoscibilità degli obiettivi verso la presenta controparte
In altri termini la pressione le retrostanti pretese alla cui soddisfazione era legata alla cessazione degli attentati terroristici dovevano essere chiaramente compresse dagli interlocutori si può considerare quindi provato che dopo la prima fase della trattativa avviata dopo la strage di Capaci su iniziativa esplorativa di provenienza istituzionale capitano le donne poi morì Ciancimino arenatasi dopo l'attentato di via D'Amelio la strategia stragista proseguì alimentata dalla convinzione che lo Stato avrebbe compreso proprio in ragione di quella
Prima fase di trattativa avrebbe compreso la natura e l'obiettivo del ritardo perché vi era stata quella interruzione
Il programma delittuoso non si arrestò a maggior ragione dopo l'arresto di Riina la cui determinazione stragista fu raccolta dai Bagarella
In sostanza la la corte
La corte versi si di primo grado la sentenza
Di primo grado del nostro processo
Chiosa queste risultanze
Intatte dalla dalle motivazioni delle delle sentenze
Della Corte d'Assise di Firenze
Che nei processi conclusisi con queste sentenze sono stati acquisiti una serie di elementi probatori che comportano e confermano gli elementi acquisiti in questa sede e quindi provano
Al di là d'ogni ragionevole dubbio gli affetti che l'improvvida iniziativa
Dei carabinieri ebbe nel tramutare la pregressa strategia mafiosa di totale incondizionata indiscriminata contrapposizione allo Stato che era stata malata dopo la sentenza del maxiprocesso in una nuova nuovo disegno quello cioè di sfruttare la debolezza manifestata dallo Stato
Perché per i mafiosi morì rappresentava lo Stato
E allorché aveva chiesto loro quali fossero le condizioni per porre termine termina alle stragi
E quindi stabilire tali condizioni la prima delle quali non poteva che essere miglioramento delle condizioni carcerarie poi l'eliminazione del dell'ergastolo e quindi con le stragi del novantatré ricordare quali erano
Queste condizioni per piegare definitivamente la resistenza dello dello Stato la sentenza dà atto che
In realtà
Non
Non ci sono né è stato possibile accertare con con esattezza la collocazione temporale degli sviluppi della trattativa avviata dalla dagli ufficiali del del ROS anche perché c'è contrasto tra
Le risultanze decisamente ambigue degli scritti e delle dichiarazioni di Vito Ciancimino
E e poi talmente contraddizioni nella ricostruzione offerta da morì e De Donno
Io tralascio qui per ragioni di tempo le considerazioni svolte dalla dalla sentenza
Avvalorare appunto questo giudizio sulla incompletezza e sulle incongruenze della ricostruzione operata da Mori e De Donno nel processo di
Di Firenze
Anche
Raffrontando tra l'altro queste
Queste incongruenze con
Alcuni scritti quelli che tiento utilizzabili perché sicuramente genuini di diritto
Ciancimino
E mi ricorda ancora la
La sentenza
Che non giova a una più esatta collocazione temporale delle i vari stadi di svolgimento della questa per in questa prima fase della trattativa
La la testimonianza di Roberto Ciancimino
Perché
Solo nel periodo successivo alla strage di via D'Amelio
Sì ebbe prima che il padre partisse poi definitivamente per Roma quindi nel settembre del del novantadue
Sette dal suo padre dei contatti che aveva intrapreso appunto con il colonnello con il capitano De Donno e con il colonnello umori miei giovani Ciancimino per la verità sempre con quell'Emilio utilizzabilità invece a
Datato con maggiore imprecisione
Lo svolgimento nello stadio raggiunto da questa trattativa perché
Sostiene che ebbe a incontrare
Dopo circa venti o venticinque giorni dalla strage di Capaci il padre il vitto
E in quell'occasione già il Patelli riferì di essere stato contattato da importanti personaggi altolocati
Che poi facendo il riscontro incrociando queste di relazioni con
Con le dichiarazioni Roberto Ciancimino non si ha difficoltà a individuare proprio negli ufficiali del ROS per trattare con l'altra sponda
Il padre più che parla di contatti anzi aveva fatto riferimento a un imbelle Proving carico ricevuto e comunque si è detto certo che questo colloquio è avvenuto prima della strage di via da meglio
Ma neanche fa chiarezza la testimonianza di Fernanda Contri al di là della quale moglie parlo di contatti che stava avendo con Vito Ciancimino siamo proprio all'indomani della strage di via D'Amelio ma avrebbe la percezione che questi contatti erano ancora da da stabilire
E detta tuttavia questa incertezza temporale
Secondo la la corte
Di primo grado
E a un certo punto irrilevante sul piano probatorio perché il reato che si contesta non ancora una volta la corte torna insistere su questo argomento
Il reato che si contesta non concerne la trattativa che di per sé non ha rilevanza penale ma la minaccia la condotta di minaccia rivolta all'organizzazione mafiose
E ai fini della prova di questa condotta rileva soltanto accertare se è una minaccia sia stata effettivamente formulata dall'organizzazione mafiosa e in caso positivo sesti in fronte opposto taluno abbia eventualmente istigato sollecitato questa minaccia o anche solo rafforzato il proposito delittuoso
Minaccioso
E nonché poi Casoli esito positivo di questo primo accertamento di questa prima verifica accertare che la minaccia o attraverso gli stessi soggetti che l'avevano istigata o attraverso anche altri soggetti abbia raggiunto il suo destinatari fermo restando che il destinatario sì individua nella prospettazione fatta propria anche dalla corte di primo grado nel governo della Repubblica
Quello che risulta approvato con certezza è che Cosa Nostra nel periodo compreso tra la fine del mese di giugno
E l'inizio del mese di luglio comprende matura diciamo la consapevolezza che avrebbe potuto utilizzare la manifestazioni forza che era culminata in una strage di Capaci che poi
Avrebbe replicato con la strage di via da meglio per conseguire Massimo vantaggi addirittura altrimenti bene insperati
Annullandone totalizzando comunque attenuando gli effetti sfavorevoli della sentenza del maxi nel processo
La ragione di questo
Mutamento di strategia rispetto alla ed è provato altresì che la ragione di questo mutamento di strategia rispetto a quella di indiscriminata
Contrapposizione al allo stato per in precedenza era stata perseguita con scopi principalmente o esclusivamente ricorsi vivi
La la rendono la causa diciamo meglio di questo mutamento strategico fu proprio questa improvvida iniziativa come la definiscono i giudici fiorentini dei carabinieri che fu compressa nella sua importanza
Sui possibili sviluppi da Vito Ciancimino e quindi riferita effettivamente ai vertici mafiosi
E dei vertici mafiosi fu percepita come una manifestazione di disponibilità a un dialogo che era però anche una manifestazione di debolezza dello Stato e quindi avrebbe potuto
Consentire l'ottenimento dei benefici
Auspicati dalla dei vertici i mafiosi
è provato altre sì secondo la Corte che dopo l'ulteriore segnale di forza sarebbe stato lanciato dall'organizzazione mafiosa con la strage di via D'Amelio
Il la decisione di dettare
Le proprie condizioni per la cessazione della una strategia stragista
Il proposito anzi di dettare le proprie condizioni né per la cessazione anche la strategia stragista fu definitivamente rafforzato in
Incrina NI gli esponenti corleonesi agli più vicini proprio dall'ulteriore intervento del colonnello Mori
Il quale ancora dopo e nonostante la la strage di via D'Amelio che avrebbe dovuto a quel punto lo determinare una risposta solo di tipo repressivo e cancellare qualunque velleità di di dialogo con la controparte mafiosa vada invece ribadito questa volta espressamente quello che invece ditta cita mente
La roba talmente il il capitano De Donno aveva già fatto intravedere fin dai primi contatti con Ciancimino
Perché stavolta espressamente viene dichiarata la volontà di instaurare un dialogo con i vertici mafiosi e morì si propone in definitiva quale rappresentante delle istituzioni autorizzato il delegato proprio no instaurare questo
Dialogo
è provato altresì che
Secondo la corte che questa ulteriore iniziativa dimori abbia indotto i vertici mafiosi a ritenere percorribile quella strada che avrebbe condotto a ottenere il beneficio ospitati dell'organizzazione mafiosa e quindi anche a superare bastasse nella trattativa che essi determino dopo che appunto alla formulazione delle proprie condizioni da parte Riina non era stata data alcuna risposta
E allora e appunto si ritenne percorribile la strada di programmare ulteriori attacchi allo stato questo negli ultimi mesi del del del novantadue ancora però
Attacchi che l'
Erano stati progettati attentati che erano stati progettati in alcuni fatta pure eseguiti delitti sempre in Sicilia alcuni di questi non si realizzarono per ragioni diverse
Successivamente alla all'arresto di di Riina avviene quello che abbiamo descritto prima cioè una ricomposizione degli indizi strategici con il raggiungimento di una intesa tra i fautori dell'aula stragista e gli esponenti invece che erano più resti a proseguire su quella strada nel senso che cambia l'obiettivo il bersaglio anzi degli degli attentati ma non la finalità la penalità
E sempre quei e anzi quella di riprendere il dialogo che era stato interrata interrotto e piegare definitivamente la resistenza dello Stato
Quindi secondo la Corte in definitiva ai fini della verifica dell'ipotesi di di reato contestato agli imputati l'esatta collocazione temporale degli accadimenti succedutisi a partire dall'estate del novantadue non non è non è necessaria quando comunque risulti accertata
La minaccia rivolta dei vertici mafiosi a allo stato sempre sotto forma di condizioni per la cessazione della contrapposizione frontale allo Stato
Quando risulti accertata comunque la condotta dei soggetti che hanno istigato e sollecitato con il proposito criminoso della minaccia e poi lo hanno rafforzato quindi così contribuendo alla sua ulteriore attuazione
Con la precisazione si legge in sentenza che ciascuna delle condotte corsi impegnate tre sia è quella istiga Trichet e sollecita Trichet
Sia se successiva a quella agevola Trichet rafforza Trichet del proposito criminoso so
E idonea a integrare la fattispecie concorsuale nel reato di minaccia che poi si sarebbe consumato successivamente con la percezione da parte del suo destinatario finale
E quindi i due step successivi del percorso di costruttivo della sentenza sono quelli
Di
Accertare che sia stata percepita
La minaccia
Già sicuramente formulata
Ai vertici di Cosa Nostra
Dalla persona offesa a identificarsi qui nel governo della repubblica
E poi anche verificare se nei termini in cui fu percepita
Avesse l'attitudine anti morire il
Il soggetto passivo nel senso della sua idoneità a produrre l'affetto di diminuirne la libertà psichica e morale
Ed è a questo punto che la sentenza spazza esaminare quali furono se di furgone quali eventualmente furono
Le reazioni
Alla
Alla minaccia
Sul fronte istituzionale
Dato ormai per accertato che i collegamenti è il principale è sostanziale contenuto della minaccia
Era riferibile alla questione carceraria diventata di primario interesse per
Per Cosa Nostra con riferimento alla situazione esistente al momento in cui la minaccia venne formulata e quindi con riferimento alla situazione che si era creata
Per effetto della introduzione del quarantuno bis e della riattivazione dei carceri speciali nelle isole
Quindi viene in rilievo a questo punto vengono in rilievo una serie di vicende che attengono proprio alla agli sviluppi della politica governativa sulle carceri
E la prima di queste vicende che viene in rilievo e nella vicenda un avvicendamento che a un certo momento si ebbe nella guida del DAP con dopo che già era stato
Sostituito
Il ministro della Giustizia precedentemente in carica perché il
Il dieci febbraio ministro Martelli rassegnerà
Le le dimissioni verrà prontamente sostituito
Dal
Illustre insigne studioso il professore Conso
Il quattro giugno il
Dottore Amato che aveva retto per quasi vent'anni da anzi prima ancora l'amministrazione
Penitenziaria poi dopo l'istituzione appunto del DAP era
Nera era stato designato
Direttore
Del
Del DAP
E passaggio vicenda successiva le reazioni
Che si determinano all'interno delle istituzioni a seguito delle stragi del novantatré infine i provvedimenti adottati dal dal nuovo ministro della giustizia nel novembre del novantatré
Questa è un accertamento che nel percorso motivazionale viene condotto al fine di verificare se quei provvedimenti possono effettivamente come sostiene la pubblica accusa accusa
Causalmente ricollegarsi alla strategia stragista e la connessa minacce di e Cosa Nostra
Nicolò Amato viene
Sostituito viene revocato dall'incarico direttore del del DAP il quattro giugno del mille novecento novantatré secondo la prospettazione accusatoria la vera ragione del dell'avvicendamento
Fu dovuta al fatto che le il dottore Amato
Era stato fino a quel momento e così veniva anche all'esterno
Riconosciuto
Fautore di un regime carcerario di assoluto rigore nei confronti dei mafiosi
Quindi
Nell'ottica di una trattativa da sviluppare con la né controparte mafiosa
Sarebbe stato soprattutto sul sul terreno appunto della politica carceraria sarebbe stato un ostacolo oggettivo o quasi insormontabile al
Al buon esito di di quella trattativa che
Alcuni appartenenti alle istituzioni una parte delle delle istituzioni intendere in realtà portare avanti
Sia pure
Con la finalità di porre termine alle stragi
Di contrario avviso naturalmente la
I difensori
Che traggono spunto dal
Ne com'era la sentenza dato
Da pregresse dichiarazioni dell'ex ministro della giustizia Claudio Martelli nonché da un documento molto
Una sorta di documento programmatico sia pure stilato in forma di appunto rivolto al ministro Conso datato sei marzo novantatré
Dello stesso Amato in cui ci sono linee programmatiche di un riassetto complessivo
Del
Del regime detentivo
E di alcuni istituti che fondamentali attinenti proprio al trattamento penitenziario
Da parte del dello stesso Amato
E traggono spunto ancora dalla successiva attività di avvocato che verrà svolta dallo stesso Amato dopo il suo allontanamento dal da per nel sostenere che non è affatto vero che
Amato forse uno spreco assertore fautore della linea più dura sul versante del
Regime detentivo al contrario
Egli era contrario agli eccessi del rigore carcerario agli eccessi perlomeno indiscriminati del rigore nel carcerario fino addirittura
A prospettare in particolare in quel documento appunto del sei marzo novantatré l'opportunità di pervenire a un superamento del del quarantuno bis quindi
Argomenta la differenza non vi sarebbe stato alcuni reale motivo di sostituirlo per pervenire alla
All'attenuazione del regime del quarantuno bis perché
Lo stesso Amato in realtà non non era alieno dal nutrire proposti del genere
Un secondo aspetto Della questione quindi primo aspetto
Capire le vere ragioni di questo avvicendamento
Secondo aspetto della questione le modalità attraverso cui si pervenne in concreto alla sostituzione di Amato
Perché e attraverso la esatta ricostruzione di modalità e tempi di questo avvicendamento che è possibile provvedendo anche a ritroso
Ricavare portare alla luce le effettive ragioni di questo avvicendamento e verificare se davvero essi abbiano trovato origine e causa nella linea di eccessivo rigore carcerario portata avanti dal direttore a Marco
E naturalmente nella ricostruzione della vicenda la la sentenza non poteva che partire dal dall'esame
Della testimonianza della corposa anche appassionata testimonianza di Nicolò Amato che lo rammento
Un direttore generale
Dell'amministrazione penitenziaria dal mille novecentottantatré
Al quattro giugno del del mille novecento novantatré
Dopo che aveva svolto le funzioni di pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Roma dove si è occupato soprattutto di processi di terrorismo politico quando assunse l'incarico tappa aveva appena terminato la requisitoria al processo
Moro
Fu tra l'altro questa è una un aspetto della vicenda che poi tornerà inseguito anche con riferimento alla
La vicenda Di Maggio
Non aveva
A seguito di una modifica normativa praticante non avrebbe avuto i requisiti per
Per essere nominato direttore e allora fu necessario conferirgli la nomina di prefetto di prima classe per potere accedere all'incarico di direttore dell'amministrazione penitenziaria
Tralascio ovviamente la la la ricchissima testimonianza
Mi mi limiterò a rete parlamentare solo proprio alcuni punti
Di questa testimonianza rammenta nato a Palermo nel novantadue prima della strage di Capaci c'era stato nel nelle carceri un periodo di relativa tranquillità che aveva consentito di dismettere senza
Traumi diciamo
Di le carceri le cosiddette carceri speciali erano ubicate nelle isole di Pianosa e Asinara per restituire completamente a fruizione turistica le due bellissime isole
Invece già a seguito della strage di Capaci dice amato d'intesa col ministro manda Martelli sì decise di approntare una dura
Reazione che avesse anche un valore simbolico proprio sul piano dei sentimenti
Popolari
E a partire da gesti incisivi sul piano operativo ma anche di forte impatto simbolico come la riapertura appunto di quelle carceri
Per cui lui stesso si adoperò
Dal punto di vista certamente logistico operativo per cominciare a riassettare
Diciamo per tutti gli allestimenti che erano necessari per riadattare
I due istituti
Alle funzioni originarie
Di istituti di pena
Lo stesso Amato rivendica anche come
Sua iniziativa quella di avere subito predisposto le attività necessarie
A tal fine
E dopo la modifica dell'articolo quarantuno bis
Che c'era stata appunto Giacomini il Dl varato l'otto giugno
L'otto giugno novantadue all'indomani della strage di via capaci
Amato espresse a Martelli nei colloqui frequentissimi che è vero che forse senz'altro la strada giusta quella in una modifica in senso restrittivo del regime pene detentive dopo la strage di via D'Amelio
Nel corso
Della notte
Amato dice di essersi sentito col ministro Martelli di avere concordato con il ministro Martelli l'immediato trasferimento
I circa cinquanta
Detenuti o di quei centocinquanta detenuti più pericolosi nel carcere di Pianosa ricorda di avere passato la notte in bianco con i suoi collaboratori al ministro della Giustizia di essere sentito
Col ministro Martelli che gli aveva chiesto espressamente rimettono in condizione di fare è un atto che fosse anche politicamente molto significativo di risposta immediata alla strage di via da meglio e allora si organizzò una specie di task force al avvenne agli uffici del DAP parlarono al telefono col direttore dell'Ucciardone
E il furono fu stilato un elenco di cinquantacinque detenuti che stavano all'Ucciardone selezionati tra il più soggetti più pericolosi
I sempre gli ufficiali da predisposto il decreto che poi fu fatto firmare al ministro
Quella stessa notte furono trasferiti o al mattino all'alba furono trasferiti questi primi cento cinquantacinque detenuti a al carcere fraschetta tempo era stato Ria attrezzato di Pianosa
Contestualmente
Furono anche fu questa la prima applicazione diciamo del regime del quarantuno bis perché furono firmati dal dal ministro i primi decreti applicativi
Vennero predisposti quindi sempre dagli uffici del DAP i primi cinquecentotrentadue decreti applicativi
Che furono firmati dal ministro perché lui come direttore il DAP ancora non avrebbe potuto farlo perché solo successivamente fu proposta al mini come spesso proposta al ministro proprio per semplificare l'iter di conferire la delega al direttore a nel al DAP nella persona del direttore o del vice direttore e proprio a seguito della delega che su suo suggerimento fu conferita era ministro nel settembre del novantadue all'epoca vice direttore era magistrato anche lui era un magistrato il dottore Eduardo fazioni furono emanati altri cinquecentosessantasette decreti delle applicativo
In ogni caso sia il i detenuti interessati a questi a questa secondo nel folto gruppo di decreti sia quelli interessati dei primi cinquecentotrentadue decreti erano stati firmati dal ministro i detenuti erano stati individuati sempre dal DAP di concerto con il direttore del carcere per il trasferimento immediato a Pianosa dei primi cinquantacinque detenuti
Il trenta luglio del novantadue quindi siamo ancora sotto l'ombra nell'impatto emotivo della strage di via D'Amelio
Amato propone al ministro di individuare alcuni istituti cui applicare il regime del quarantuno bis primo comma
E di inviare
In questi istituti i detenuti più pericolosi indipendentemente dei decreti di applicazione individuale
Con previsti dall'articolo quarantuno secondo bit quarantuno bis secondo comma
Quindi detenuti appartenenti alle fasce di maggiore pericolosità
Sarebbero stati sottoposti a a un regime automaticamente restrittivo almeno
Quanto o quasi quello previsto dal quarantuno bis senza bisogno senza bisogno di passare per l'applicazione di dei decreti individuali
E questi le fasce di maggiore pericolosità scovano individua erano venivano individuati in questa appunto appunto nel lei detenuti per delitti di criminalità organizzata e quindi sostanzialmente criminalità mafiosa sequestro di persona traffico di dopo di droga per un totale di cinque mila
Detenuti
L'Ufficio di Gabinetto quindi siamo al trenta luglio
L'ufficio di gabinetto del ministro
Diretto li comunica però che l'ufficio degli Affari penali all'epoca diretto da Liliana Ferrari l'ufficio legislativo
Avevano manifestato forti riserve su quella proposta
Cosa che non mancò diciamo di stupirono
Allora in data ventiquattro agosto novantadue
Il il dottor Amato torna indirizzata al ministro
Torna a sottoporre al ministro la questione e gli
Indirizza un appunto in cui
Denunzia la inconsistenza infondatezza delle Riserve che erano state nel sollevate
Dall'Ufficio Affari penali e dell'ufficio legislativo e chiede al ministro di pronunziarsi ma non ottiene alcuna risposta
E aggiunge commenta
Amato che
Probabilmente c'erano il ministro aveva preso atto di resistenze che venivano dagli ambienti del ministero dell'Interno ministero dell'interno in realtà
Si faceva forti una posizione una posizione critica sul sugli Indirizzo sulle sulle proposte nel del dottore Amato
Perché paventava che un irrigidimento del trattamento detentivo
Con una sorta di generalizzazione del regime carcerario di sospensione del di di tanti benefici previsti dalla disciplina
Ordinaria avrebbe potuto
A pulire nel suscitare tensione
Agitazione tra i detenuti e quindi avere effetti negativi poi sull'ordine pubblico non solo all'interno delle carceri anche all'esterno perché bisogna fare i conti anche con con non essere il malumore del dei tanti di dei familiari
Dei detenuti
Il sei marzo novantatré quindi la tre tappe sono trenta luglio novantadue ventiquattro
Agosto novantadue il sei marzo del novantatré il dottor Amato redige un documento programmatico
Che peraltro dice lui trova la sua Genesi degli accadimenti che si erano verificati nel febbraio precedente cioè
Quando c'erano stati due omicidi ai danni di il sottufficiale della polizia penitenziaria nel carcere di di di Secondigliano è e Poggioreale a seguito del quale il nove febbraio su proposta proprio del del dapprima misto Martelli aveva firmato un decreto di applicazione del regime
Di quell'attimo quarantuno bis comma primo però quindi il vecchio quarantuno bis nelle carceri di Poggioreale sopra Secondigliano e quello fu l'ultimo atto del ministro Martelli Repo il giorno dopo il sì dimise decreto che però poi il nuovo ministro
A seguito di una serie di missive fax che erano pervenute dal prefetto di Napoli di una riunione tempestosa che c'era stata al dodici febbraio del comitato di sicurezza in cui erano state espresse da parte dei rappresentanti del ministero dell'interno forti Riserve preoccupazioni sugli effetti che avrebbe potuto generare questa stretta nelle carceri di e Poggioreale e Secondigliano comunque il ministro Conso il ventuno febbraio del novantatré
Quindi appena dodici giorni dalla immissione del decreto firmato dal ministro Martelli revoca il ministro
Revoca il il decreto
Che era stato e messo per le carceri Poggioreale e Secondigliano tra l'altro revoca
Di sua iniziativa senza
Senza concerto con con gli vertici del del dato che ricevettero soltanto l'ordine di predisporre il il decreto di revoca del provvedimento di di revoca
Di questa revoca
Peraltro cui mediamente informato anche il ministero dell'Interno con fax inviato al capo di gabinetto dei ministri al capo della polizia Parisi perché in ultras appunto il decreto di revoca al ministro come gli aveva richiesto Commons
Amato poi rammenta che il ministro Conso cioè gli abbia avuto un animato colloquio col ministro Conso all'aeroporto di di Ciampino
Perché Consoli gli aveva chiesto e raccomandato di informare sempre il ministro Mancino con riferimento a tutti i provvedimenti che potessero concernere l'applicazione del quarantuno bis o addirittura di richiedere il consenso preventivo del ministro dell'Interno
Cosa che
L'amato riteneva assolutamente non dovuta trattandosi provvedimenti di esclusiva competenza del ministero della giustizia ogni modo nell'appunto del sei marzo novantatré Amato
Evidenzia anzitutto le Riserve che il capo della polizia Parisi aveva manifestato nel sette
In occasione della riunione
Del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica nazionale comitato nazionale per l'ordine e sicurezza pubblica che si era tenuta il dodici febbraio precedente a proposito della eccessiva durezza del regime penitenziario delle quarantuno bis
In questo ripeto ora vedremo
Di fare riferimento
Ai punti salienti di questo documento programmatico
Comunque lui ammette l'amato annetteva molta importanza a questa alle proposte contenute in questo documento tanto che consegnò l'appunto del sei marzo personalmente al ministro Conso senza però ricevere alcuna non non ebbe mai risposta nonostante ripetute sollecitazioni
Nell'appunto dal sei marzo in questo documento in sostanza dice Amato non è che il proponesse un minorenne rigore del regime carcerario ma proponeva invece di una rivisitazione complessiva di questo regime tenendo conto tra l'altro che così come era stato concepito
E varato il quarantuno bis era un regime comunque a termine che un regime assolutamente provvisorio proprio per la sua e dichiarata eccezionalità
E che quindi i provvedimenti richiedevano di essere confermati di anno in anno e comunque era prevista maturata anche se poi come no successivamente prorogata una durata di tre anni dall'entrata dall'entrata in vigore quello che gli proponeva invece era di varare un un regime stabile perché non costringesse a sia all'emanazione di provvedimenti individuali sia poi al alle continue provi a doversi ogni volta interrogarsi sull'opportunità o meno della della proroga e soprattutto un
L'opportunità quella l'opportunità che il mio assegno in questo documento era quella di concentrare gli interventi sull'efficacia delle misure preventive quindi sulla interruzione dei contatti che i detenuti più pericolosi potevano avere tra loro e con l'esperto
E di fatti
Tra le tante proposte avanzata in questo documento ve ne sono due che poi saranno troveranno accoglimento e saranno consacrate
Apposite modifiche normative come la registrazione audio e video dei colloqui con i familiari e la partecipazione a distanza con collocamenti audiovisivi sempre per i detenuti appartenenti alle fasce ritenute di più elevata
Pericolosità sociale in particolare proprio per i detenuti per delitti di criminalità mafiosa
Amato dice anche un'altra cosa dice
Sirmione che stava brevissima pausa prima di quella della
Nel pranzo
Sì
Allora cinque minuti di pausa e
Quindi dicevo dello stesso Nicolò Amato che riepiloga evidenzia
Le proposte che lui aveva avanzato e che a suo parere avrebbero
Addirittura se raccolte determinato un regime
Più restrittivo oltre alle due già segnalate che poi effettivamente diventeranno norme di legge ma a distanza di parecchi anni di diversi anni ne aveva proposta oltre due uno e la modifica in senso più restrittivo dell'isolamento e nel controllo sulla corrispondenza dei detenuti sempre con riferimento ai detenuti selezionati tra le fasce i più elevata pericolosità
E l'altro è quello concernente l'istituzione di reparti ospedalieri carcerario neanche questa è una un era una proposta una soluzione abbastanza inedita
Per sempre allo scopo di limitare il più possibile i contatti con l'esterno o quando si pone la necessità di ricoverare in ambiente ospedaliero il il detenuto la la proposta di Amato era di creare all'interno degli ospedali civili delle sezioni del dei reparti appunto appelli detenuti
Aggiunge Amato che se vi fosse stata resa nota la lettera dei familiari detenuti nel febbraio mille centonovantatré era una lettera anonima
Che sarà spedita spedita datata diciassette febbraio novantatré indirizzata a varie autorità anche al Presidente della Repubblica dal ministro nella giustizia al ministro dell'Interno allora capo della polizia
E
La lettera una specie di lettera fantasma nel senso che è stato difficile riuscire a risalire a questo documento che comunque alla fine è stato acquisito perché è stato rinvenuto negli archivi del DAP perlomeno una coppia della del della lettera che era pervenuta al ministero l'interno e poi girata dal capo della polizia al
Ministero della giustizia del ministero la giustizia al al DAP solo che i vertici del DAP cioè
Direttore vicedirettore e non aveva saputo assolutamente nulla
Ma questo vedremo su
Più avanti ed era una lettera in cui si lamenta denunziamo ne conta nelle le vessazioni cui sono sottoposti i detenuti ENEL sia per le condizioni generali sia per il trattamento inflitto proprio dalla anche dal personale e ha detto e si anche formula mano velate minacce neanche tanto velate anche al nei confronti del capo dello Stato che veniva additato comunque come responsabile
Quanto alta autorità rappresentante della nazione
Indicato come responsabile nel fatto di tollerare una situazione anche offendeva principi di civiltà
E in particolare in quel documento si prendeva di mira il il direttore del del DAP additandolo come fautore di quella politica di
Durezza estrema
Dice Amato se gli fosse stata resa nota la lettera dei familiari dei defunti record nel febbraio novantatré
E gli avessero proposto di alleggerire il regime del quarantuno bis e lì sarebbe certamente rifiutato si sarebbe dimesso pertanto va detta lettera questa è la sua ricostruzione a posteriori
Quando è venuto a conoscenza a distanza di anni in modo quasi fortuito
Dell'esistenza di questa lettera gli era stata tenuta nascosta perché se nota avrebbe potuto rendere molto più difficile la sua sostituzione al da
Che invece
Attuata successivamente
E in modo non ho assolutamente
Improvviso tanto che non fu neppure una cerimonia di saluto dopo la comunicazione della sostituzione fattagli dal ministro Conso con una telefonata e senza che gli venissero spiegate le ragioni di quella decisiva
Anche se per la pillola e pugni dorata perché venne designato per un incarico presso la commissione europea contro le torture e le pene disumane
è un fatto che il nemico a Mantova non accettò quella quell'incarico e torno a svolgere la professione anzi contro svolge la professione di avvocato Amato sostiene gli avere insistito per conoscere le ragioni di quella improvvisa sostituzione di cui peraltro aveva già avuto sentore neanche nei mesi precedenti da mesi si parlava di una sua possibile
Sostituzione accampando le le ragioni più più pretestuose a suo dire
Tanto dello stesso sentì il bisogno di sincerarsi della fondatezza di quelle voci che davano per imminente il suo avvicendamento andando a parlare anche
Con
Con il presidente del Consiglio Ciampi cui era legato da un rapporto di personale amicizia stima
Il ministro Conso si limitò però a dirgli che si trattava di un normale e fisiologico
Avvicendamento cosa però non vera dice Amato perché c'erano stati tanti direttore tanti altri direttori generali a capo di uffici anche molto delicati che hanno ricoperto il ruolo da molto più tempo di cui
Sette sempre molto più tardi finché la lettera di protesta dei familiari ritenuti era pervenuta tra gli altri al Presidente della Repubblica Scalfaro
E che poco prima della sua destituzione
Scalfaro aveva convocato il capo dei cappellani carcerarie monsignor Curioni del suo segretario particolare don Fabio Fabbri
Ribadisce che se le proposte formulate ma appunto il sei marzo novantatré fossero state accolte in regime del quarantuno bis sarebbe stato modificato in senso ancora più restrittivo
Al di là della del nomen iuris per designarla
Anche successivamente libertà formulare proposte di applicazione del regime del quarantuno bis come si evince da un successivo appunto del quindici marzo del del novantatré addirittura poi il ventuno aprile novantatré emanò una circolare
Con la quale si prevedeva un circuito di istituti di alta sicurezza nei quali andrà concentra i detenuti più pericolosi questo sempre nell'ottica di ostacolarne i contatti con l'esterno
Appunto come ho detto prima già prima del quattro giugno novantatré aveva avvertito un crescente clima di freddezza nei suoi confronti queste voci che circolavano sulla sua sostituzione però Conso non gli aveva anticipato nulla
Quando appunto ritenne di dover sentire per verificare la fondatezza di queste voci negli sentire il Presidente del Consiglio Ciampi perché le viene conferma
E si sentì chiedere da lui
La se non si sentisse stanco come tutti dicemmo in effetti la stessa cosa la stessa cosa gli fu
La stessa domanda gli fu rivolta dal segretario generale la presidenza e la repubblica dottor Gifuni che ebbe molte incontro in modo del tutto occasionale
I chiese anche l'Ulisse
Se non sono avvertisse una stanchezza per quel per quell'incarico e comunque il segretario generale alla presidenza
Diciamo al Presidente Ciampi ovviamente il Amato replicò che non non era affatto vero che l'unico sentisse stante con anzi tutt'altro perché era un lavoro quello che lo appassionava che faceva molto
Volentieri il segretario generale la presenza Repubblica dottor Gifuni gli confermò che era il presidente della Pubblica Scalfaro che voleva che gli lascia azienda e dovrà farlo nel giro di una settimana quindi lo incontra quattro mente poco poco prima
Della sua destituzione
Stessa cosa il capo della polizia Parisi anche lui incontrato qualche tempo prima chiede se non fosse stanco di stare al DAP e cosa che poi
Amato mise in relazione con quanto dettogli successivamente dal
Dal presidente Ciampi
Ciampi e gli chiesi appunto se non si sentisse stanco S fosse sua intenzione quella di cambiare
Incarico
Amato
Dichiara anche di essere a conoscenza di buoni rapporti esistenti tra il capo e la polizia per il sì e Francesco di mia Di Maggio che poi sarà di lì a poco
Dominato che venne nominato vicedirettore del DAP nonché dei buoni rapporti tra lo stesso Di Maggio ed esponenti dei servizi segreti
Così come nel rapporto di conoscenza tra il presidente Scalfaro il dottor Capriotti che venne nominato al posto di Amato direttore del del tatto
Precisa anche che le proposte concernenti il regime del quarantuno bis che erano state formulate nel documenti un documento del ventisei giugno novantatré redatto da inverta i nuovi vertici del dato il non erano mai state discusse in precedenza all'interno del DAP ha meno finché lui aveva ricoperto il ruolo del direttore ed erano assolutamente agli antipodi rispetto alla linea che lui aveva portato proprio avanti
Così come lui Amato era contrario alla linea di un coinvolgimento preventivo sul tema nella politica carceraria delle ministro del ministero dell'Interno
Linea che invece sembrava in cui sembrava piuttosto favorevole il ministro Conso e coloro che sostituirono poni Amato e il suo vice fazioni al dà atto
Amato mo'a sud a supporto degli inni questo suo sua valutazione
Esibisce oltre all'appunto del ventisei giugno anche successive noto del sedici luglio il ventinove luglio del dodici agosto tutte indirizzata al ministero dell'Interno polizia e carabinieri
Dai vertici appunto del del da è vero che dopo la cessazione dell'incarico da Paolo iniziato a fare l'avvocato ed ebbe tra i suoi clienti Vito Ciancimino
Era stato contattato a tal fine proprio dall'avvocato di nonché gli prima non conosceva nel corso del di questo mandato difensivo avuto alcuni incontri con Ciancimino
Ma mai si era parlato dei rapporti vicentino dei contatti Ciancimino con con i carabinieri
Ammette di aver riconosciuto ma in anni lontani Mario morì
Lo conosce da quando Amato stava alla Procura della Repubblica perché avevano avuto rapporti per ragioni d'ufficio e neanche lui ci occupavamo
Di indagini sul terrorismo male quando aveva lasciato la magistratura non non ho avuto più rapporti
Durante il suo mandato al DAP a proposito di un altro tema nevralgico della vicenda i colloqui investigativi
Erano gestiti esclusivamente dalla Direzione degli Affari penali del ministero quindi per disposizione del del ministro
Parla anche del dottor Calabria che era han detto all'ufficio detenuti del del da quello all'epoca
A suo dire collo al dottor Calamo e non c'erano mai stati dissensi sulla linea portata avanti con riguardo al regime del quarantuno bis anzi il il dottor Club era considerato duro stessa reputazione di cui godeva il dottor Giuseppe Falcone
Che
Per anni e aveva lavorato hold up era stato al all'ufficio del personale addetto alla polizia ufficio dalla polizia da cui dipendeva la polizia
Penitenziaria
Precisa ancora malato di non ricordare vedremo adesso la testimonianza naturalmente di tutti questi personaggi a vario titolo chiamati in causa nella nella vicenda neanche nella testimonianza di Amato
Non ricorda se i colloqui con il presidente Ciampi o con con Gifuni avvennero prima o dopo il ventisette maggio del novantatré cioè Bava Mastrangeli finanzia e e chiarisce che con quel documento la sorte documento programmatico il sei marzo novantatré lui aveva intenso sostanzialmente sollecitare perché questa era la fine
La la richiesta rivolta alla al ministro introduzione di una legge che normalizzarsi andasse a regime e quindi non non sottoponesse più a un regime di eccezionale quindi anche provvisorio i i provvedimenti che erano stati adottati all'indomani della strage nel nel novantadue eliminando sì quegli aspetti di se altri a suo parere inutile
Affitti dica
Ma aumentando allo stesso tempo i livelli di sicurezza e l'efficacia delle le misure concrete di di prevenzione soprattutto sotto il profilo della dell'azzeramento delle possibilità di contatti dei detenuti più pericolosi tra di loro e con l'esterno
Quando venne sentito dalla commissione parlamentare antimafia non era a conoscenza di molte circostanze documenti
Chi ha prese soltanto successivamente che gli consentirono a suo dire di ricostruire meglio e con più consapevolezza tutti gli accadimenti che avevano portato alla sua sostituzione tant'è che poi Sollecito ma inutilmente una nuova audizione dinanzi alla Commissione antimafia
Il colloquio che ebbe col ministro con traccia Pino a proposito dei rapporti con la ministro dell'interno riguardava il tema in generale del quarantuno bis proprio in relazione a un necessitavano opportunità
Di un concerto preventivo con col ministero del dell'interno
Aggiunge poi nel nella sua testimonianza nella sua deposizione
E che in tempi più recenti hanno ebbe modo di avere un chiarimento diretto col ministro Martelli
Che egli riconobbe che alcune sue affermazioni di Martelli erano stati frutto di equivoci di incomprensione della mancanza proprio una diretta interlocuzione tra tra poco tra loro
E che certamente non non era
Vero che lui avesse frapposto ostacoli alla riapertura delle carceri di nel Pianosa e dell'Asinara
Misto Martelli comunque noi non mi disse mai nulla riguarda colloqui investigativi in me nomi se a parte di trattative di contatti oli parlo di Vito Ciancimino
Il ministro Conso a sua volta non noi disse mai prima ma neanche dopo il motivo della sua sostituzione alla direzione del del dato pur non avendo mai
Mosso alcun appunto ho manifestato insoddisfazione per il lavoro che lui aveva svolto
Aveva fatto soltanto discorso seguente generici riguardo alla alla necessità di un fisiologico avvicendamento negli impegni in campi ma talmente generici che lui non non Levada neanche presi sul serio
Su un altro punto su cui è stato esaminato
A precisato che intratteneva buoni rapporti con sia con monsignor Curioni e che in generale con i cappellani del carcere anche se
Per motivi intuibili diciamo di di di cultura di di di identità culturale non
Di cappellani non condividevano la linea più rigorose in tema di applicazione del quarantuno bis a proposito Point
Di di voci circolate sul
Su una protesta del dei cappellani per il fatto che l'azienda dell'ispettorato generale era stata spostata
Rispetto alla sede originaria di via Giulia
Precisa che in realtà era stata quello uno spostamento
Dovuta a causa di forza maggiore non è stato certamente Luria
A volere quello quello spostamento e anzi e anzi aveva ospitato il sede del dell'ispettorato del generale cappellano del carcere intanto che poi con da questi
Dai vertici del dell'ispettorato ho ringraziato per la sua disponibilità
Martelli in occasione dell'interlocuzione diretta creerebbero indi riferì che la notte del diciannove
A proposito del fatto che aveva aveva dichiarato che la notte del diciannove luglio novantadue non aveva potuto rintracciare Amato in realtà è stato vittima di una erronea informazione che gli era stata data
Amato in realtà ricorda perfettamente di avere passato in bianco quella notte tra il diciannove e venti luglio chiuso nel suo ufficio con tutti i suoi collaboratori d'altra parte con Martelli c'era sempre stata perfetta sintonia di vedute proprio in tema di lotta alla mafia anzi tiene a sottolineare Amato che il Martelli era stato l'unico ministro con cui è andato sempre d'accordo
A proposito del di volantini di minaccia firmati Falange armata disse dice che non non presto all'epoca particolare attenzione a questa organizzazione
Anche se a polizia appunto che questa presunta organizzazione me eversive azzera compiaciuta con appositi comunicati dalla sua sostituzione
Al vertice del del DAP e in due comunicati in particolare del sette del dodici aprile novantuno che sono stati esibiti dal
Dal teste Amato aveva formulato esplicite minacce contro di lui
Ma a proposito del della sua mandato difensivo nei confronti di di di di Vito Ciancimino
Precisa di non avere mai ricevuto altre sollecitazioni a difenderlo se non quella proveniente dall'avvocato Giron e e comunque e e poi morto molto lealmente con estrema sincerità dichiara di avere rinunciato al mandato perché Ciancimino non li pagava l'onorario
Successivamente si trovò dipenderà anche Angelo persino questa richiesta di pervenne dalla moglie dello stesso mensile
A proposito dei dei provvedimenti
E relative al quarantuno mi Bisset emessi dal DAP subdelega del ministro dopo che lui stesso aveva proposto che il ministro delle garze
Direttore e vicedirettore del DAP non erano sottoposti alla ratifica del del ministro perché la delega agli abilitava emettere senz'altro
Non sa se a proposito della lettera e quella dei familiari detenuti nel febbraio novantatré fummo fatti specifici accertamenti per verificare i fatti denunziati con quella lettera
A proposito del riunioni del comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica l'ultima cui lui abbia partecipare fu proprio quella del dodici febbraio novantatré in cui i rappresentanti del ministero l'interno avevano espresso severe
Riserve e perplessità sulla opportunità
Di applicare il quarantuno bis il carcere alle penitenziari di Secondigliano
Per Poggioreale
Sempre nel corso della carriera di avvocato intrapresa dopo la sua destituzione al DAP si è trovato a difendere anche alcuni componenti della famiglia Madonna di Palermo e P due Madonia di Caltanissetta
Non
Una cosa che tiene a sottolineare
A proposito
Dei rapporti
Anche con col ministero dell'Interno
Non ricorda che sia mai pervenuta
Alcuna richiesta di applicazione del quarantuno bis comma secondo da parte dei ministri Interno da quando fu introdotta questa facoltà di iniziativa proprio ad opera del decreto legge otto giugno del novantadue
Per quanto riguarda la la revoca del decreto del nove febbraio novantatré che applicava regime restrittivo del quarantuno bis comma primo alla ai penitenziari di di Poggioreale e Secondigliano
Gli ricorda di avere rappresentato al ministro Conso consigliato anche il valore simbolico che poteva vere la uccisione di di
Sottufficiale dalla polizia penitenziaria
Che quella revoca non sarebbe stata al fatto opportuna perché poteva apparire all'esterno come un cedimento da parte del dello Stato
Poi non ricorda bene ma ben probabilmente vero che da avvocato nel corso della sua nuova carriera di avvocato ebbe a contattare morì per fargli incontrare sino quando questi manifestò la volontà di iniziare a collaborare e disse che voleva farlo parlando con i carabinieri poi al termine la sua deposizione il teste ha consegnato un volumone voluminosa documentazione comprensiva anche di tutti i documenti che ha citato nel corso della sua deposizione quindi
Viene esaminata
Vengono esaminate le dichiarazioni secondo protagonista di questa vicenda cioè il ministro Giovanni Conso
Sono state acquisite naturalmente le sue dichiarazioni
Rese quelle rese nel corso del dell'indagine preliminare radiati Firenze poi la DDA di Palermo poi le dichiarazioni rese anche in sede di audizione non c'è la Commissione antimafia perché Giovanni Conso deceduto il due agosto due mila quindici
Ecco ci fermiamo qui con l'ascolto dell'udienza del trentuno maggio scorso del processo d'appello Bagarella ed altri sulla presunta trattativa Stato-mafia ci fermiamo qui perché si tratta di un'udienza molto lunga durata
Oltre sette ore noi già ieri sera abbiamo iniziato ad ascoltarla continueremo a a farlo nelle prossime puntate dello Speciale giustizia avete sentito che in questa udienza il presidente Angelo
Pellino nella sua relazione introduttiva di ricostruzione della sentenza di primo grado si è soffermato tra l'altro sulle prove dell'autenticità del papello il papello e l'elenco contenente le richieste che il Bosso mafioso Totò Riina avrebbe fatto a rappresentanti dello Stato per far cessare la strategia stragista di Cosa Nostra e per il presidente Pellino le prove dell'autenticità nel finiscono per passare dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino
Caratterizzate da oscillazioni ed incertezze questi elementi costituiscono un ostacolo insormontabile approvare la sua autenticità sostenuta dall'accusa
E ancora detto il presidente Pellino nel corso dell'udienza l'avete sentito è provato si legge nelle motivazioni della Corte d'Assise quindi nelle motivazioni della sentenza di primo grado
Che Rina abbia risposto alla sollecitazione pervenuta facendo conoscere le condizioni per far cessare la strategia stragista non è provato che il papello sia stato effettivamente scritto Daloui resta da provare che la minaccia di riprendere o proseguire la la strategia stragista nel caso in cui le condizioni non fossero state accolte sia pervenuta al destinatario
E insomma ancora dubbi e sull'autenticità
Del papello
Noi continueremo come dicevamo ad ascoltare nelle prossime puntate de questa udienza del trentuno maggio scorso del processo d'appello sulla presunta trattativa
Stato-mafia intanto termina qui questa puntata dello speciale giustizia grazie a tutti per l'attenzione a una buona ascolto dei successivi programmi di radio radicale