Speciale Giustizia

Buonasera a tutti dai Lorena Thurston benvenuti all'ascolto dello speciale giustizia anche questa sera ci soffermeremo su un'udienza del dieci giugno lo scorso del processo d'appello
Bagarella ed altri sulla presunta trattativa Stato-mafia anche questa sera continueremo ad ascoltare la relazione introduttiva del presidente Angelo o Pellino lo ricordiamo si tratta del processo che si stava svolgendo
E davanti alla corte d'assise d'appello di di Palermo presieduta appunto dal consigliere Pellino il processo contro gli ex ufficiali del rosso Antonio Subranni Mario Mori Giuseppe De Donno contro l'ex senatore Marcello Dell'Utri accusati di minaccia a corpo politico dello Stato accusati in sostanza di aver veicolato le minacce di Cosa Nostra al governo ha lo scopo di imporre iniziative legislative a favore della mafia in cambio della fine delle stragi
Ricordiamo anche che la primo grado si è concluso l'anno scorso con condanne pesantissime nei confronti degli uomini del rosso e dell'ex braccio destro di Silvio Berlusconi Marcello o Dell'Utri ma in cosa consiste la tesi sulla presunta trattativa
Accolta appunto sostanzialmente dai giudici di il primo grado
La presunta trattativa una sarebbe nata in un contesto ben preciso dopo la conferma in Cassazione del gennaio mille novecento
Lo vanta due delle pesanti condanne inflitte dai giudici del ma si processo Cosa Nostra avrebbe reagito realizzando un programma stragista avente come fine ultimo la ricostruzione di un rapporto di pacifica
Convivenza tra il mondo mafioso e quello o politico le stragi così tu Ivano uno strumento necessario per nel piegare il ceto politico di governo e ottenere dei favori il piano stragista
Sarebbe iniziato con l'omicidio del parlamentare salvo Limana nel marzo del mille novecentonovantadue prevedeva anche l'uccisione di Andreotti Claudio Martelli di Calogero
Mannino ed altri
E così appunto sarebbe nata l'iniziativa dei grosso sollecitata secondo l'accusa da Calogero Mannino di contattare l'ex sindaco Vito di Palermo Vito Ciancimino come possibile tramite di comunicazione
Con il vertice mafioso o corleonese
E questo contatto questo la presa di contatto rivelata dagli stessi ufficiali dei carabinieri Mori
De Donno avrebbe avuto la finalità di tentare qualche strada per fare desistere la mafia dal portare a termine le azioni criminali programmate ed è in questo momento che Ciancimino avrebbe consegnato il papello il papello di Totò Riina contenente richieste specifiche per trattare con lo Stato
E va a ribadito e l'unica prova scritta però la stessa sentenza di primo grado prende atto che è un falso aggiungendo che non si può escludere che il vero papello esista quindi per la Corte di primo grado il papello anche se non se ne trova traccia
Esiste ed è la prova incontrovertibile della trattativa visto che l'allora ministro Conso avrebbe agito in conformità delle direttive quali direttive il mancato rinnovo del dei decreti di quarantuno bis ai trecento trenta quattro detenuti anche se come per esempio ha ricordato Luciano Violante all'epoca a dei fatti presidente della Commissione antimafia
Conso ha sempre detto che la sua scelta era basata su una sentenza della Consulta la numero mille trecentoquarantanove del ventotto luglio del mille novecentonovanta tre
E che ha sempre agito in autonomia
Ritornando alla tesi principale della trattativa
Il teste chiave lo ricordiamo era Massimo Ciancimino il figlio di don Vito ed è colui che non solo ha prodotto il papello poi appunto considerato un falso ma è colui che ha raccontato
Da testimone i colloqui dei contatti tra gli ex rosso il padre eppure era stato definito dai giudici che assolsero morì in un precedente processo clone sulla trattativa una persona inattendibile nel processo sulla trattativa
è stato infatti Massimo Ciancimino è stato infatti condannato per calunnia questo un po'il quadro di questo processo e ci piace ricordare ancora una volta un passaggio da un articolo di Massimo Bordin che per anni lo ricorderete a seguito da par suo questo questo processo
Bordin sul foglio del ventuno luglio dello scorso anno naturalmente scriveva fra l'altro l'inchiesta fin dalle sue prime mosse si è collocata su un piano non solo metà giuridico ma addirittura a metà fattuale si è proposta una suggestione
Ai essa sono stati impiegati i fatti la sentenza chiude questo percorso limitandosi a recepirne i vari passaggi senza nemmeno tentare di ordinarli secondo i canoni di una dimostrazione giuridica
Quando si scrive che circostanze logiche fattuali inducono a non dubitare
Si vuol dire scrive ancora Bordin in modo un po'oscuro che non essendoci prove ci si affida deduzioni sulla base di un pregiudizio così appunto Massimo Bordin a proposito della sentenza di primo grado sulla presunta trattativa Stato-mafia noi stiamo seguendo il processo d'appello appunto che è iniziato il ventuno il ventinove chiedo scusa il ventinove aprile
Scorso appunto come sempre continuiamo a a seguire e a documentare questo ed altri importanti
Processi questo processo d'appello in particolare
Allora questa sera riprendiamo l'ascolto della relazione introduttiva del presidente Pellino la da dove laddove c'eravamo fermati ieri si tratta di un anche questa volta di un'udienza quelle il dieci giugno scorso di un'udienza nel molto lunga durata oltre nel sette ore per questo motivo vivente
Abbiamo deciso di suddividere in diverse puntate l'ascolto di questa udienza in questa parte che sentiremo questa sera il presidente Pellino
Si è soffermato sulla appunto sulla nella sua relazione introduttiva sulla sui diversi
Aspetti ancora ha una volta di questa sentenza sulle motivazioni scritte dalla corte d'Assise
Della condanna di primo grado in particolare i punti relativi lo sentirete fra pochissimo alla mancata proroga del regime di carcere duro nel novembre mille novecentonovantatré nei confronti dei trecentotrentaquattro esponenti della criminalità organizzata poi lo sentirete anche sui rapporti tra Mario Mori
Il vice capo del dà atto e la posizione dell'allora ministro della giustizia Giovanni Conso
A presiedere Lacorte dicevamo la corte d'assise d'appello dicevamo il consigliere Angelo appellino il giudice a latere di questo processo è il consigliere Vittorio Anania pubblici ministeri sono gli ex PM della Procura di Palermo Giuseppe difficili Sergio Barbiera
Già impegnati entrambi a sostenere e l'accusa nell'appello del processo trattativa stralcio all'ex ministro Calogero Mannino pure assolto in primo grado
Angelo Bellino lo ricordiamo anche appunto per fare un po'un quadro
Della della figura del presidente di questo processo e aderente alla corrente di Unicost una carriera
Professionale spesa interamente nella giudicante negli ultimi vent'anni Pellino si è occupato di quasi tutti i processi sui più importanti delitti eccellenti
L'omicidio di il padre Pino pugliesi degli imprenditori dell'imprenditore antiracket Libero Grassi dell'ex militante di DP
Peppino Impastato e ancora della cronista del Giornale di Sicilia Mario francese del sociologo
Mauro Rostagno la scelta del nome di Pellino è stata determinata dalla rituale criterio automatico e ponderale e delle sezioni
L'alternativa era il collega Mario Fontana presidente della prima Corte d'Assise d'appello soluzione tecnicamente non incompatibile ma ritenuta poco opportuna dal momento che Fontana presieduto il processo di primo grado amori e al suo collaboratore Mauro Obinu per la mancata cattura del boss provenzale questo dunque appunto per quanto riguarda il presidente di questa di questo processo il presidente Angelo Pellino che è stato definito da anche da da alcuni quotidiani il giudice dei delitti eccellenti ma sentiamo appunto una ampia parte ancora una volta dell'udienza
Del dieci giugno scorso si parla si tratta della dell'ultima parte possiamo dire dell'udienza del dieci giugno scorso reazione quindi introduttiva del presidente Pellino nel corso dell'udienza del processo d'appello sulla presunta trattativa Stato ma
La corte poi torna ancora su su questo aspetto della deliberata riservatezza
Della della decisione del ministro Conso trarne un ulteriore argomenta confermo
A conforto di questa
Ricostruzione quindi con un non mi soffermerò oltre su su questi aspetti
Semplicemente anche il il ministro Conso a consapevolmente perché lo lo ha dichiarato lui stesso ottenuto
Il più possibile riservata da questa la sua decisione perché intanto perché non sarebbe stato possibile esplicitarla
Pubblicamente
Ma neppure ai colleghi del governo e al Parlamento nel suo insieme quali erano le vere ragioni perché era una decisione che contrastava palesemente con la linea nella forme della fermezza
Da tutti se non voluta comunque ufficialmente sempre proclamata e poi la conoscenza pubblica di quelle ragioni avrebbe vanificato l'obiettivo che si era prefissato che era quello di ottenere che in Cosa Nostra potesse prevalere
La linea pacifista o meno esageratamente ostile allo Stato di Provenzano rispetto a quella sanguinaria
Di
Rina
La questo aspetto del dell'estremo riserbo
Voluto consapevolmente e deliberatamente voluto e mantenuto tutta
Promesso dal ministro Conso trova riscontro
Nelle testimonianze di soggetti proprio di quei soggetti che per il ruolo istituzionale ricco ricoperto
Avrebbero dovuto certamente essere informati di quella decisione e che invece hanno confermato di essere rimasti del tutto ignari
E la prima e più significativa delle testimonianze in questo senso passate in rassegna dalla dalla corte proprio quella dell'allora presidente del Consiglio i ministri Carlo Azeglio Ciampi
Il quale già dopo la strage di Firenze il ventisette maggio novantatré aveva ribadito la necessità di mantenere una linea di assoluta fermezza e come risulta dall'annotazione riportata nella sua agenda la pagina il giorno ventiquattro giugno novantatré
Dove si dice appunto i vari attentati nacque in Sicilia e lo scorso anno a Firenze sono dalla stessa matrice continuare nella linea della fermezza
E naturalmente osserva la Corte è davvero singolare ed eclatante che un ministro del governo presieduto da da Ciampi abbia adottato una decisione di carattere Cozzi incisivo da coinvolgere e stravolgere l'intento intera linea politica delle governo senza che il Presidente che rappresentava il lo guidava
Mi fosse stato messo a conoscenza sta di fatto che Carlo Azeglio Ciampi ha dichiarato che non fu avvertito di quella definizione del ministro Conso mi prima ne do
E che tale decisione era effettivamente certamente in contrasto con la linea del suo e Governo
E che mai si sia parlato di questa decisione del ministro Conso in sede di Consiglio dei ministri lo conferma pure la l'avvocato Fernanda Contri che all'epoca
Ebbe a partecipare a tutti i Consigli dei ministri di quel periodo
E ciò riscontra tra l'altro dichiarazione spontanea resa dall'imputato Mancino all'udienza del dieci febbraio due mila diciassette
Secondo cui mai quell'argomento va affrontato in sede di consiglio dei ministri tanto che lui stesso che pure rivestiva la carica di ministro l'interno lo apprese apprese casualmente
La mancata proroga dei decreti quanto non visse soltanto il sette novembre novantatré quando la notizia nonostante il riserbo il ministro inizia a trapelare sulla stampa inizialmente sulla stampa locale siciliana
Cita la la Sicilia quotidiano la Sicilia del sette novembre del del novantatré
C'è la testimonianza pure del dottore Giuseppe la greca che all'epoca era il capo di gabinetto del ministro Conso
Che anche lui ha detto di non avere saputo nulla della decisione del ministro
E anche in questo caso è significativo che egli non sia stato preventivamente informato di questa decisione se non altro degli effetti che avrebbe potuto avere sotto il profilo dei collegamenti tra i detenuti mafiosi per i quali sarebbe venuta a cessare il regime maggiormente rigoroso ellissoidali mafiosi esterni non seppe nulla
Il direttore della DIA Gianni De Gennaro
Anche il segretario generale del Censis dell'epoca Giuseppe Taormina ha ha detto mi non essere in grado di affermare se quando egli venne a conoscenza dalla mancata proroga dei decreti del quarantuno bis
Solo limitandosi a ipotizzare che forse se ne ha parlato in qualche non istituzionale ma l'unica alcun
Ricordo
E e all'epoca
Nulla sette secondo quanto ha dichiarato il Presidente della Repubblica Scalfaro
Nulla seppero neppure i magistrati della Procura di Palermo
Cioè non gli uffici giudiziari più direttamente interessati alla questione alla questione del quarantuno bis e in ambito parlamentare
La notizia della decisione del ministro ebbe una qualche diffusione
In questo senso qualcosa è trapelato dalle deposizioni dell'onorevole Virginio Rognoni e dell'onorevole Garagnani il quale all'epoca era Presidente del Consiglio Giustizia della Camera
E ha riferito che ebbe da prendere la decisione di ministro comunque
Ha fatto incompiuto e da fonte non precisata ma in ambito parlamentari dando peraltro per scontato che in quell'ambito la notizia dovesse trapelare
Ma che anche in ambito parlamentare diffusione quella decisione fu alquanto limitata e comprovata dal fatto che neppure onorevole Brutti
E che all'epoca era vicepresidente dalla commissione parlamentare antimafia niente conoscenze come egli stesso ha dichiarato
L'onorevole Brutti peraltro ha dichiarato di non avere avuto all'epoca conoscenza neppure nel carteggio che ci fu tra l'onorevole Violante presidente della stessa commissione parlamentare antimafia e il ministro Conso proprio con specifico riferimento alla questione
Del quarantuno bis
Di questo carteggio
Il ministro Conso
A riferito così come mi ha riferito l'onorevole Violante in particolare questi alla sentito all'udienza del diciotto dicembre due mila quindici
Ha riferito che mi ha dichiarato che già dopo gli attentati del novantatré che gli aveva pubblicamente definito come bombe del dialogo
C'era stata nativa discussioni nel suo partito anche sulle matrici di questa di queste delle stragi ci fu una riunione ristretta del vertice del partito in cui ci si interrogava sulla sulla matrice
Era convinto che la matrice forse di tipo mafioso
E che
Il fatto che le pompe fossero state messe circostanze in cui
Si poteva anche non uccidere nessuno denotava che l'intento non era quello non era tanto quello di uccidere ma si voleva dare un segnale allora bisognava interpretare questo un segnale e la sua opinione ebbe che dichiarò anche pubblicamente è che
Si volesse
I tre quelle bombe fossero finalizzate a ottenere l'alleggerimento delle quarantuno bis che allora era tra l'altro l'unica contropartita possibile come contropartita immediata
Querelante quindi ha ricordato che con missiva datata proprio dieci novembre mille novecentonovantatré
Egli in qualità di presidente la Commissione parlamentare antimafia scrisse al ministro Conso per avere notizie sullo stato di attuazione del quarantuno bis
In realtà non aveva avuto notizia in realtà questi il dice dice Violante del fatto che già non erano stati prorogati consistente numero di decreti applicativi del quarantuno bis
Chi scrive però per avere notizie sullo stato di attuazione del quarantuno bis perché evidentemente gli erano arrivati segnali e preoccupazioni da parte dice lui gli ambienti giudiziari
Riceverà una risposta però molto generica solo il quindici dicembre mille novecento nel novantatré
E
L'onorevole Violante
A ipotizzato appunto che questa sua richiesta
Inviata anche se ha detto di non aver non ricordo preciso ma ha ipotizzato che probabilmente questa sua richiesta inviato il dieci novembre mille duecento novantatré possa essere stata determinata dalla notizia
Della non conferma di qualche provvedimento sul quarantuno bis dei giorni precedenti notizia lui veicolato in occasione di incontri con qualche magistrato preoccupato di un allentamento delle misure restrittive
Anche se
Cioè sul punto dice credo che le fonti fossero alcune autorità giudiziarie che avevano detto che c'era un allentamento
Anche se i magistrati più direttamente interessati hanno dichiarato le loro stessi non sapevo nulla della mancata proroga
Di questi provvedimenti tra l'altro agli atti del processo sono stati acquisiti la lettera appunto con cui tra la lettera datata missiva datata dieci novembre novantatré con cui l'onorevole Violante chiede una relazione informativa sui criteri
Seguiti in ordine all'applicazione del quarantuno bis compatti o riferimento alla situazione del carcere
Del niente dell'Ucciardone e e con la richiesta di precisare quanti fossero tra quelli sottoposti al regime del quarantuno bis si possono imputato condannati per reati di carattere mafioso attinenti al traffico
Di stupefacenti e su quale fosse l'indirizzo politico quel ministro intendeva attenersi
Su questa in questa materia è stata acquisita anche la nota di risposta del ministro Conso intatta quindici dicembre
Novantatré in cui sì a cui è allegata anche un appunto informativo redatto papà da parte del competente ufficio del del da
In cui si rappresenta una situazione molto diversa da quella che effettivamente si era
Verificato perché
Si dice che si stanno specificamente analizzando le pronunce di inefficacia i provvedimenti di applicazione del regime di cui l'articolo quarantuno bis emerse a seguito la sentenza la Corte costituzionale davanti ad un altro di sorveglianza
E poi è stato acquisito un appunto informativo a firma del direttore generale il dato è datato sei dicembre novantatré
In cui si legge che
In sostanza
La maggior parte dei provvedimenti appunto dei detenuti sottoposti al quarantuno bis cioè che nel sono stati
Confermati sono stati revocati solo quelli per cui non ricorrevano i presupposti essendo mutata la posizione il giuridica alla scadenza sono stati rinnovati per un periodo di ulteriore mesi sei
Attualmente si trova sottoposta al regime speciale con decreto a firma non avesse numero quattrocentosessantacinque nel detenuti e si rappresenta che i provvedimenti di proroga in osservanza al rilievo mosso la Corte costituzionale nella sentenza del ventiquattro giugno depositata il ventotto luglio novantatré inosservanze principi generali l'ordinamento sono stati formulati con puntualizzazioni per ciascuno dei detenuti cui sono rivolti
In modo da consentire all'interessato un'effettiva tutela giurisdizionale la Punto informativo è allegato un prospetto relativo al rilevamento effettuato
Dal dall'accende sui detenuti sottoposti al regime del quarantuno bis imputato condannati per reati di carattere mafioso in sostanza dalla testimonianza dell'onorevole Violante si ricava che ancora alla data del dieci novembre novantatré la digestione ministro Conso all'ho avuto al più uno di funzione esclusivamente ufficiosa perché altrimenti il presidente nella Commissione parlamentare antimafia nella sua missiva nella sua richiesta di una relazione aggiornata non avrebbe mancato di fare riferimento
Quindi è verosimile che l'onorevole Violante come qualche altro parlamentare avesse avuto sentore delle decisioni che stavano maturando al ministero della giustizia
E preoccupato per l'analisi che lui stesso ha fatto gli accadimenti di quegli immensi si sia deciso che era in forma ufficiale al ministro notizie sullo stato di attuazione del regime del quarantuno bis e su quali fossero gli intendimenti del ministero
Ma dal carteggio soprattutto dalla risposta del del ministro il quindici dicembre novantatré dell'allegato appunto del del DAP
Si ricava come ministro e
Intatto abbiano di fatto consapevolmente eluso l'informazione sulla discussione che era stata adottata con riferimento alla mancata proroga i decreti del quarantuno bis in scadenza a novembre novantatré
Perché il ministro
Si limita a citare l'analisi delle pronunce di inefficace
I provvedimenti di applicazione del regime quanto non visse viene emesse dal da vari tribunali di e sorveglianza senza citare senza padri riferimento appunto alla dizione già attuata
Di non prorogare che il decreti scaduti nel novembre e del del novantatré
E delle ragioni poste affondamento di questa decisione il DAP a sua volta
E questo appare nella corte
Ne conferma il pieno coinvolgimento del DAP nella descrizione del ministro fornisce una relazione che di fatto maschere quello che era effettivamente accaduto in quel mese di novembre
Perché i dati parla genericamente di decreti scaduti nel mese di novembre interessamento degli organi di polizia investigativi per acquisire notizie aggiornate sui singoli
Nominativi
Senza esplicitare chiaramente che a prescindere da queste informazioni già tutti i decreti in scadenza in quel mese non erano stati più rinnovati
Non solo ma e nel prosieguo della nota del DAP lascia intendere che tutti i decreti sono stati alla scadenza rinnovati per un periodo di ulteriori mesi sei fatta eccezione per detenuti scarcerati che hanno collaborato con la giustizia nei cui confronti il regime del quarantuno bis è stato revocato o di detenuti per i quali non ricorrevano appunto più i presupposti l'articolo quarantuno bis
Aggiungendo che per il resto i proventi di proroga in ossequio appunto ai rilievi della Corte costituzionale sono stati formulati con puntuale motivazione insomma da parte del dato è tenuta una rappresentazione addirittura fuorviante della realtà e di ciò che era avvenuto nel precedente mese enti novembre e la non aderenza alla realtà è così eclatante e ed evidente da non poter fare dubitare che essa sia stata in qualche modo
Indotto avallata dallo stesso ministro Comics che d'altra parte ha personalmente inoltrato quella relazione al presidente della Commissione parlamentare antimafia e quindi ne conosciamo i contenuti ha fatto propria quella relazione tutto ciò quindi per quelle esigenze di estremo riserbo che egli spetti che lui stesso ha dichiarato di avere ritenuto indispensabile per non vanificare la finalità prefissi che si era prefissato
Di tentare attraverso quella sua determinazione di dare un segnale di
Distensione all'organizzazione mafiosa per indurlo a recedere alla strategia stragista propugnata da Salvatore carine
La corte quindi ha ribadito ribadisce ancora una volta che non ha alcun motivo di dubitare della veridicità dell'affermazione professore Conso secondo cui
Egli non seppe mai nulla riguarda trattative ha contatti di qualsiasi tipo con la mafia compresi quelli intrapresi da Mori e De Donno compito Ciancimino
Ma ciò che conta è che è provato che il ministro Conso al ministro Conso fu rappresentato lo stretto collegamento tra questione carceraria e contrapposizione frontale di Cosa Nostra quella rappresentazione fattuale che fece insorgere nel ministro il timore di infauste conseguenze e lo indusse quindi ad assumere
Quella determinazione
Stessa stessa considerazione
La corte
Le stesse considerazioni la corte ritiene di potere svolgere con riferimento ha un ruolo è la posizione del dottore Di Maggio in tutta questa vicenda e a tal fine si preoccupa la sentenza di dissipare un possibile equivoco
Perché stando alla imputazione di cui al capo la la pubblica accusa addebita al dottore Di Maggio di avere concorso nel reato di minaccia perpetrato da Cosa Nostra appare il
Di muore Subranni e De Donno oltre che nel capo della polizia Parisi
La cui posizione qua non non viene il rilievo e questo presupporrebbe che anche Di Maggio colse pienamente consapevole sia della trattativa interrotta la Moriconi mafiosi attraverso la mediazione di Vito Ciancimino
Sia dalla minaccia sotto forma di condizioni esplicitate per la cessazione anche la strategia stragista
Quindi
Esplicitazione formulata dai mafiosi proprio a seguito di quella è trattativa e che essendo a conoscenza di tutto ciò egli si sia con di conseguentemente fatto tramite di tale minaccia per farla conoscere al ministro Cosenza
La corte diciamo chiarisce l'equivoco nel senso che
Se può ritenersi raggiunta la prova della condotta materiale poste in essere in tal senso da Francesco Di Maggio
Nel senso cioè che egli ebbe effettivamente a rappresentare al ministro Conso una certa situazione di fatto che si era venuta a creare all'interno di Cosa Nostra e il collegamento tra questione carceraria quarantuno bis estratti come appresso
Da Moro da Mori
Non altrettanto può dirsi per l'elemento psicologico che presuppone necessariamente la consapevolezza della trattativa e della conseguente minacce dal complesso delle acquisizioni probatorie si si può logicamente ricavare che morì
Con la finalità di influenzare proprio le determinazioni in tema di quarantuno bis abbia informato di maggio in particolare nell'incontro del ventisette luglio novantatré e poi nel corso di ulteriori frequentazioni anche di natura conviviale
Mi quel periodo riguardo alla situazione creatasi in Cosa Nostra e all'aspettativa da parte
Di una parte di Cosa nostra a circa una attenuazione del rigore carcerario per porre termine al furore stragista
Tutti i temi che sarebbero racchiusi secondo la Corte in quella sintetica annotazione dell'agenda di Mori il problema detenuti mafiosi che può getto tema dell'incontro avvenuto il ventisette luglio novantatré
Ma detto questo non vi sono elementi altrettanto certi per poter ritenere affermare che morì in quel contesto abbia sicuramente
Ed espressamente informato di maggio dei contatti che hanno intrapreso sin dall'anno precedente con i vertici di Cosa Nostra per il tramite di Vito Ciancimino
In altri termini dice la Corte non si può escludere che morì in modo addirittura più subdolo senza informare e Di Maggio di quanto precedentemente era avvenuto
Gli abbia rappresentato sotto forma di analisi investigativa riservata e sviluppata anche alla luce delle recentissime propalazioni di cui tre gli investigatori soltanto il rosso e morì in particolare conoscenza
Gli abbia prospettato la necessità di attenuare il rigore carcerario del quarantuno bis perché ottenuto questo risultato si sarebbe potuto spezzare
Il fronte unitario di Cosa Nostra sino a quel momento ancora raccolto attorno alle posizioni più intransigenti di Salvatore Riina e dare invece il fiato allo schieramento
Il menu ostile o meno esageratamente ostile come dice
Il Miccoli c'era il ministro Conso facente capo a Provenzano anzi vi sono agli atti in una serie di indizi
Che percorreva avvalorano nell'ipotesi che solo in un momento successivo Di Maggio sia stato edotto o quanto meno abbia intuito e compreso
Che alla base di quella sollecitazione ad adoperarsi per il risultato di un'attenuazione del regime del quarantuno bis
Che pure lui avrebbe assecondato secondo questa ricostruzione
C'erano e in realtà delle pressioni esterne derivante da intenti forse anche meno nobili di quello di evitare ulteriori stragi nell'interesse del Paese
E qui la Corte e allude alla consapevolezza che potrebbe essere maturata in Di Maggio proprio nel periodo cruciale
Tra ottobre e novembre novantatré a seguito della famosa telefonata che mi avrebbe ricevuto
Il fattagli da un politico siciliano o un il nome di un politico siciliano di gruppo e ha riferito al suo caposcorta dell'epoca Nicola Cristella
Rimando ancora dalla corte ritorna ancora sulle mie dichiarazioni interessi al riguardo dal
Cristella e sul fatto che in testa e l'ha detto di non ricordare esattamente in quale periodo avvenne questo episodio di questa telefonata
Ma esclude che sia avvenuta all'inizio del periodo in cui lavoro insieme al Di Maggio
E ha aggiunto che era allo stesso periodo in cui il Di Maggio riceveva quelle pressioni che fu un oggetto una sera di suo poco
Poi la corte ritorna ancora sul giustificazioni che Stella ha dato del perché non avessi riferito questi fatti quando venne sentito la prima volta abbi
Firenze
Comunque
E delle ragioni per cui comunque non c'è ragione di dubitare della veridicità della testimonianze di Cristella nella parte in cui fa il nome viene fatto il nome di Calogero Mannino con il Polito Sicilia dal dal quale
Direttamente o indirettamente era venuta pressione per la non applicazione come diceva che Stella del dei famosi dei decreti applicativi del quarantuno bis
Comunque il dato anche numerico cioè questo questo differimento a una al fatto che la questione riguardava la la l'applicazione davano un'applicazione di di del del decreto
Del quarantuno bis per circa una sessantina di detenuti mafiosi la corte
è un elemento questo che consente alla corte di datare con precisione
Il l'epoca di queste pressioni doveva trattarsi appunto di periodi prossimo e e antecedente comunque alla
Mancato rinnovo dei decreti in scadenza il dieci novembre del mille novecentonovantatré che erano per l'appunto che riguardavano per l'appunto sessanta sessanta detenuti
Quindi neve la telefonata e le pressioni si può con buona approssimazione collocare tra la fine di ottobre e la metà del mese con la prima decade del mese di novembre mille novecentonovantatré entro comunque il dieci
Novembre mille novecentonovantatré quando matura la scadenza del quarantuno bis per circa sessanta detenuti bene ad avviso della Corte
La relazione del Di Maggio reazione sofferta anche arrabbiati di rabbia di disagio riferita dal Cristello non è affatto in contrasto con l'ipotesi ricostruttiva secondi cui in precedenza lo stesso Di Maggio aveva condiviso o addirittura sollecitato la decisione assunta dal ministro di non prorogare qui decreti di di novembre
Perché dice la la corte nella sua riconosciuta integrità morale e certamente possibile e anzi è logico e plausibile
Ritenere che
Ricevuta quelle indebita pressione dal politico il siciliano il dottore Di Maggio abbia realizzato
L'esistenza di un vero e proprio disegno che era stato orchestrato a sua insaputa e alle sue spalle o comunque che abbia reagito con Spitzer lì
E sincero Visaggio all'idea che una decisione che era stata
Pressa per terminate mutilazioni potesse essere letta
Da quel politico che teneva a quel tipo di decisione ed eventualmente anche da altri
Proprio come cedimento a quella indebita interferenza non sapendo se invece che c'era stata già un'autonoma determinazione del tutto indipendente tale finalità di quelle indebite pressioni è un possibile in un in un ulteriore conforto alla nelle possibilità plausibilità di questa
Ricostruzione la corte lo ricava ancora una volta da quel passaggio nella deposizione testimoniale di Liliana Ferrara Ferraro in cui
La teste ricorda che appunto quando si seppe della mancata proroga delle quarantuno bis del
Di novembre del novantatré lei stessa data la confidenza che si era che c'era tra loro chiese espressamente delle spiegazioni aree a Di Maggio e questi gli rispose che gli avevano preso la mano
A aggiungendo che è sempre era sempre più difficile per lui a fermarsi là dentro però nello stesso tempo la rassicurato anche
Piano piano ce l'avrebbero fatta
La teste ha detto che Di Maggio non si non specifico a chi si riferisse con con quella frase mi hanno preso mi hanno preso la mano credo ricorda che lo stesso Di Maggio aggiunse che erano uno peggio dell'altro
E poi attrezzi o o in appresso che non era Di Maggio in sintonia con il capo dipartimento invece Di Maggio non le parlo
Di contrasti con il ministro connesse
La Corte ritiene
Che questa risposta del dottore Di Maggio al rimprovero della Ferrara sia coerente con quella nella ricostruzione
Con la possibilità cioè che immagino abbia solo in un secondo tempo acquisito consapevolezza che altri aveva tramato alle sue spalle e lui e più simili che se ne sia reso conto grazie appunto a quella telefonata
Fattagli da o per conto di quel politico siciliano che gli prospettava necessita di non prorogare il regime del quarantuno bis per interessi e finalità certamente diversi da quelli generali
Del
Del Paese
Quindi di maggio grazie a quella telefonata e alle pressioni quel ricevute in quel periodo si sarebbe reso conto di essere stato strumentalizzato di essere stato spinto a sollecitare condividere
Una scelta attenua Trichet del rigore carcerarie nell'ottica come credeva lui di un interesse già generale e mentre invece c'era chi premeva
Perché venisse adottata quella scelta nell'interesse di singoli
Poco importa che si trattasse di soggetti minacciati di morte
Dai mafiosi
E tra l'altro
La Corte
Incidentalmente rileva come non sia se Kant secondario avuto riguardo al ruolo che avrebbe svolto Mario Mori in tutta questa vicenda che tre soggetti minacciati di morte dopo
A seguito come si sta sette proprio a seguito delle dichiarazioni Salvatore Cancemi si annoverava proprio il capitano Ultimo allora particolarmente vicino
Al colonnello umori avendo entrambi partecipato alla cattura di Riina
Che si trattasse quindi soggetti minaccia di morte da me dai mafiosi o che si trattasse di mafiosi stessi per ottenerne in cambio una condotta meno ostile allo Stato
Ma poiché il dottor Di Maggio non ebbe a specificare alla dottoressa Ferraro chi fossero coloro che gli avevano presso la mano pur dicendo
E chi era questi soggetti di cui diceva che era uno peggio dell'altro
Gli elementi raccolti conclude la corte non consentono di provare con certezza la acquisita consapevole che l'acquisita consapevolezza del Di Maggio
Si fosse estesa pure all'esistenza di una trattativa come causale all'origine
Delle società sollecitazioni che lui stesso aveva ricevuto ad adoperarsi per un ammorbidimento della politica carceraria
D'altra parte non si procede nei confronti del Di Maggio nel frattempo deceduto e quindi perde rilevanza accettare se anche quest'ultimo sia stato consapevole o meno
Della trattativa è sufficiente ai fini dell'individuazione della responsabilità penale i soggetti imputate nel presente processo l'accertamento della sola condotta materiale
Che ha consentito al ministro di fatto di fatto di conoscere percepire la minaccia mafiosa di Cosa Nostra come oggettivamente collegata alla questione di quarantuno bis
Niente non importa dello stesso ministro avesse consapevolezza della trattativa che all'origine l'aveva provocata col siccome non importa che mi avesse consapevolezza il dottore Di Maggio
E e a proposito del ruolo del
Termino su questo punto a proposito del ruolo
Del ruolo di Mori
La sentenza
Si sofferma sulla corretta soffiata che Mario Mori avrebbe fatto al giornalista Nicola errata
Noto giornalista della RAI è stato giornalista parlamentare al TG due
Poi vice capo della redazione politica nel TG due insomma
Poi la RAI ha ricoperto diversi incarichi autore di libri sul terrorismo politico e italiano la sua testimonianza viene rilievo in relazione al fatto di essere stato l'autore di due lanci
E del dieci dicembre mille novecento novantatré dell'agenzia di stampa Adnkronos presso la quale aveva lavorato dall'ottantanove al due mila e tre
Riferisce il Nicola Rao che durante il periodo delle stragi del novantadue novantatré si occupava di cronaca politica giudiziaria
Seguiva anche le grandi inchieste di mafia che che di terrorismo
Perché sono significativi questi due lanci dell'agenzia agli embrioni e Kronos nel primo si indica Provenzano come mandante delle stragi del novantatré nel secondo si ricollegano le stragi
All'inasprimento del regime carcerario e la volontà da parte dei mafiosi di intimidire lo Stato
La fonte delle informazioni trasfusa in questi due lanci di agenzia tetto rivelato il
Tre giorni Rao fu proprio il colonnello motori
Che era all'epoca l'unico personaggio di grosso spessore investigativo che per cui frequentava incontrandolo periodicamente per motivo utili per motivi di lavoro ed era per lui ovviamente una fonte più che affidabile
Ha spiegato che già dopo le stragi del novantadue in partita nel mese di settembre ottobre
Aveva iniziato a incontrare periodicamente il colonnello Mori che gli era stato indicato dal comando generale dell'Arma a Roma come e appunto alto ufficiale che avrebbe potuto in qualche modo
Aggiornato
Per quanto compatibile col riserbo naturalmente delle attività investigative sul ultime
Acquisizioni delle indagini in nell'azione di contrasto alla alla mafia ricomparirà riferimento bianca le indagini sulle sulle stragi
Ricorda
Bravo che si incontravano una volta ogni trenta quaranta giorni in sempre più sua richiesta su richiesta di girato e sempre presso la sede del del cross
Parlavano ebbero modo di parlare a lungo di Cosa Nostra ovviamente come anche dell'esperienza che morì aveva fatto nella il contrasto alle e Brigate rosse
Fenomeno nel terrorismo di cui lui lo stesso ramo si era a lungo occupato in realtà i primi incontri niente lui non Ravano ha mai scritto niente di quello che
Morì diceva anche perché
Sostanzialmente sì limitava Morini abbia fornirgli un po'un quadro della della situazione
Una prima concreta redditizie notizia che abbia potuto pubblicare grazie proprio le informazioni Condello morì riguardava un dettaglio rimasto fino allora inedito relativamente all'appostamento effettuata all'interno del pulmino
Nei pressi dell'abitazione Green il riconoscimento da parte del pentito Di Maggio delle persone che entravano e uscivano tra cui in netta
Bagarella in generale comunque
Ha detto ramo
E lui si sforzava di tutelare in ogni modo la la sua fonte che poteva avere
Così la certezza di non essere
Svelata peraltro nei primi sei mesi dopo tre o quattro incontri che e però lui non scrisse il nulla comunque non cito by come fonte delle notizie i carabinieri parlando genericamente di Intelligence o di zero zero sette
Di queste rivelazioni fatte da
Da amori che furono oggetto dello scoop del dieci novembre novantatré il Rao si è deciso a parlarne
Per la prima volta soltanto milita nel due mila dolci insomma tre anni prima di essere sentito che al al dibattimento
Quando insomma
Si è avuta pubblica conoscenza attraverso l'autorità della della vicenda nota come trattativa arrestato Stato-mafia
E e allora che ritenne spontaneamente di informare i pubblici ministeri di di Palermo
Ricorda Rauti aveva iniziato a occuparsi delle stragi già nel nel novantatré nelle stragi del del novantatré e per questo motivo aveva incontrato il colonnello Mori nell'oppongono i primi novembre del del novantatré morì gli parlo in questa occasione della collaborazione di Cancemi ma lui non non scrisse nulla al riguardo sebbene morì gli avesse rivelato in qualche particolare interessante per esempio che il capitano Ultimo stava interrogando
Il Cancemi ma con scarso successo anche fra i suoi modi
Troppo bruschi aveva provocato ma irrigidimento del Cancemi tanto che possesso morì aveva chiesto di farsi da da parte gli interrogatori erano proseguiti col maresciallo con maresciallo forse il maresciallo lombardo
Gli dissi anche morire rivelò Moni che Cancemi si era costituito perché aveva paura di essere ucciso da Carlo Greco il suo ordine di Provenzano ma tutti questi particolari però non gli ha mai pubblicati perché erano così notizie importanti ma non non tanto da farne oggetto di un lancio
Fu probabilmente in occasione però di questo stesso incontro che il colonnello Mori gli parlo stimato in anche del movente dello stile strati e del fatto che l'intenzione non era di provocare dei morti
A proposito degli autori
Di responsabili delle stragi gli fece certamente il nome di Provenzano invece è probabile che il nome di Aiello aggiunse lui sulla base di altre informazioni giornalistiche che all'epoca lo indicavano
Come probabile responsabile della strage di via D'Amelio mentre successivamente si seppe che non era coinvolto così come Fujimori a parlargli della responsabilità di Cosa Nostra guidata da Provenzano
Per intimidire cioè del disegno appunto di Cosa Nostra guidata da Provenzano di intimidire lo Stato e portarlo a non reiterare il quarantuno bis tutto ciò in un momento in cui ancora circolavano
Sulla matrice sulla reale matrice di quelle stragi le ipotesi più disparate e anche stravaganti e si parlava di schegge di terrorismo internazionale interventi di gli esteri terrorismo di estrema destra tutto è un quadro molto confuso mentre Mori i delinea un quadro a suo dire molto preciso chiaro nitido
Errato
Ha precisato nel corso della sua deposizione di avere pubblicato la notizia
Questo annuncio del dieci novembre
Circa una settimana forse addirittura dieci giorni dopo l'incontro che aveva avuto con mobili
Lo fece di anche a rischio di vedersi bruciata la la notizia
Lo scoop lo fece per non fare allarmare il suo interlocutorio e non fare capire a nessuno che ci fosse un rapporto diciamo immediato di causa effetto tra l'incontro che lui aveva avuto con morì e poi
Quello che
Aveva scritto lui così decise di aspettare qualche Giordano a rischio che altri potesse pubblicare
La stessa notizia ricorda anche che in occasione di questo incontro con mogli terminato comunque il il colloquio
Mentre andava via ma era ancora insieme rinviamo l'incontro casualmente una persona che non conosceva e che gli fu presentata come generale Subranni
E allora umori non sembrano comunque uno dei due e c'è un riferimento a uno scritto anonimo relativo alle stragi del novantadue novantatré e al capitano De Donno che lui sentì nominare
Per la prima volta in quell'occasione
Non ricorda come schiamazzi e questo anonimo
Forse il papello ma non è sicuro che si sia parlato
Di questo comunque sia Subranni che morissero
E sicuramente si sarebbe detto che l'aveva scritto il capitano De Donno poi precisa che il non poter escludere che si riferissero alla lettera il cosiddetto Cocco
E precisa ancora che i due lanci di agenzia erano stati nel primo pomeriggio del dieci dicembre dei nostri seguiti da un terzo Mancio relativo l'intervista che era stata fatta dal TG tre a Violante
Il il secondo anche in particolare riproduceva fedelmente le parole dette in città morì poi quelle notizie
Erano state riprese dall'agenzia avanza che mi aveva chiesto conferma loro attendibilità al procuratore Pigna
All'epoca non gli era noto che nel precedente mese di novembre
Cioè che nel mese di novembre non fossero stati prorogati numerosi provvedimenti relativi al quarantuno bis patto che apprezza e molto tempo dopo dopo né morì gliene fece dicendo limitandosi a dire che quello era l'intento di Cosa Nostra
Non ebbe più modo di incontrare morì successivamente
La notizia sul movente delle stragi è inedita sul fatto che ci fosse
Che fosse Provenzano ispiratore Reno dedica tanto che fu ripresa compensato dal TG tre e la stessa ansia si attivò subito per averne e conferma è stranamente però il giorno dopo
Solo il quotidiano la Stampa la pubblicò la spiegazione che si dà
La trova che forse le grandi firme del giornalismo d'inchiesta del tempo
Non non capivano lo smacco subito per avere Ducato mine la notizia magari si ripromette non ritornarci in maniera più approfondita inseguirà sta di fatto che non venne riprese il con nello umori non ebbe mai a manifestargli alcuna contrarietà per la diffusione che gli aveva dato alle notizie riversate gli poi nel due mila dodici decise spontaneamente di informare questi fatti la procura della Repubblica di Palermo sapendo appunto che c'era le indagini in corso sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che vedeva coinvolto anche il colonnello motori
Sul collegamento fatto gli tra De Donno l'anonimo
Gli era rimasto impresso nella memoria perché mi sembrò strano che ne parlassero l'unico i due comandato comandante e vicecomandante delle del Rossi comunque certo che quando si parlò dell'anonimo era presente su Bramante si parlava proprio di un anonimo sulle stragi del novantadue novantatré l'indicazione di Provenzano come mandante delle stragi fu data da Mori ed egli in quella in altre occasioni percepì in affidamento su quanto riferito in non sospetto minimamente che potesse perseguire secondi fini naturalmente sono stati acquisiti agli atti del processo egli due le i due lanci di dell'agenzia Adnkronos effettivamente nella già nel primo o i diessini si dice testualmente si indica testualmente Bernardo Provenzano come successori Torino alla guida di Cosa Nostra e mandante delle bombe della scorsa e state queste l'ipotesi a cui stanno lavorando alcuni investigatori che indagano sugli attentati di Roma Firenze e Milano
E poi si sottolinea che per quanto riguarda questi attentati ma anche quello di via dei Georgofili a Firenze e gli attentati avrebbero dovuto essere solo dimesso dimostrativi solo per una serie di circostanze casuali hanno causato delle delle vittime
Sulla matrice ma anche la certezza della matrice mafiosa che e viene veniva anche dalla dalla rilievo che nessuna organizzazione criminale fatto meno terroristiche poteva disporre in Italia la potenza di fuoco di Cosa Nostra
Ulteriore
Considerazione era che nessun attentato era stato rivendicato il che porta ad escludere che si trattasse di terrorismo politico
C'era poi il sei nel secondo lancio si sottolineava ed in particolare la coincidenza temporale con la reiterazione il così detto articolo quarantuno bis del regolamento penitenziario che inasprisce il trattamento per il bosco in causa in carcere
Il tentativo di Cosa Nostra sarebbe stato quindi quello di intimidire lo Stato con una serie di azioni eclatanti sperando che il quarantuno bis non fosse ripristinato un vero rinnovato
Anche lo stile col quale sono stati condotti gli attentati ricorda quello dei corleonesi eccetera eccetera
Il poi si si portavano a riscontro della vanità di questi poteri ricostruttiva le rivelazioni degli ultimi pentiti Santino Di Matteo Salvatore Cancemi che hanno indicato in Giovanni Brusca Leoluca Bagarella il capo del gruppo di fuoco di capaci il terzo di spaccio che è stato pure acquisito dell'Adnkronos riguarda l'intervista che a seguito dei precedenti lanci di agenzia era stata rilasciata dall'onorevole Luciano Violante
Il il quale esprimevano la convinzione che dietro le stragi di quest'estate ci sia la mano della cupola di Cosa Nostra
Aggiungendo che con le bombe di questa è stata in Cosa Nostra si prefiggeva l'obiettivo di negoziare con lo stato d'alleggerimento dalla situazione penitenziaria il boss
Non c'è riuscita ma bisogna stare ancora carenti secondo Violante gli attentati gradi però Cosa Nostra non li ha mai commessi da Soria sempre compiuti con altre
Settori criminali facendo riferimento logge massoniche coperte settori deviati
Degli apparati istituzionale
Vi sono stati acquisiti agli atti anche gli spacci della dell'agenzia anzi
La Corte
Rileva
Che tenuto conto della
Mente raffinatissima in cui il imputato di una memoria dato prova anche in questo processo
Deve ritenersi che sia fatto quelle confidenze a Gianni Serra non è stato per imprudenza ma perché il suo messaggio di venisse Pubblico
E in effetti per la prima volta viene esplicitata riferendo le a fonti investigative affidabili fondate anche sulle più recenti acquisizioni come le collaborazioni Salvatore Cancemi Mario Di Matteo
Primo la volontà della mafia di aprire un dialogo con lo Stato secondo si indica che il principale interlocutore referente di questo possibile dialogo e Provenza
Terzo si indica l'oggetto specifico di questa
Possibile interlocuzione che l'attenuazione del quarantuno bis viene inoltre sottolineato intento meramente dimostrativo degli attentati di Firenze Milano Roma
Il nonché la il salto di qualità derivante quindi la sottostante volontà della ma
Cioè di non colpire questa volta nemici storici come potranno essere Falcone o Borsellino ex amici che hanno tradito le aspettative come Lima
Salvo Ignazio Salvo ma di lanciare un segnale che potesse essere raccolto dalla controparte istituzionale per un ritorno al preesistente status
In questo contesto le vittime innocenti degli attentati del del novantatré venivano rappresentate come casuale ma non volute dalla dalla macchina effetto collaterale
E ed è significativo dice la Corte che il colonnello Mori abbia indicato al giornalista perché ne facesse trapelare la notizia evidentemente che dietro quegli attentati dimessi precedenti c'era proprio Bernardo Provenzano
Notizia
Un certo senso tra l'altro del tutto
Aderente alla realtà
Perché come poi è emerso successivamente anche in questo processo
Era stato proprio Provenzano che pur subendo dovendo subire la prosecuzione della strategia stragista imposta da Riina ottenne quanto meno che le stragi avvenissero fuori dalla Sicilia
E così di fatto veniva indicato in Provenzano il nuovo interlocutore o il possibile interlocutore di un dialogo con i vertici della dell'organizzazione come se
Salvatore Riina ormai fosse definitivamente accantonato veniva indicato l'oggetto delle del dialogo cioè l'attenuazione del rigore carcerario che avrebbe potuto chiudere
La stagione del dello sboom delle stragi e al contempo dice la corte la confidenza di Mori conferma la piena conoscenza da parte di quest'ultimo delle propalazione di Salvatore Cancemi e quindi di quella spaccatura interna a Cosa Nostra che sarebbe stata veicolata tramite Di Maggio sino al ministro Cormons
E facciamo adesso la la famosa che avevamo detto poi riprendiamo e mi sono
Riprendiamo al facciamo alle quindici e quindi prima delle tre e mezzo perché quindi
Alle quindici e quindici
E allora nella ricostruzione della corte
Le confidenze non casuali gli umori al giornalista Rao confermerebbero tra l'altro la provenienza di quelle informazioni sulle
Sulle impegnarsi di quella spaccatura all'interno di Cosa Nostra
Che il ministro Conso avrebbe posto alla base il quel ribaltamento dell'Indirizzo precedentemente seguiti
E di quella sua spera Insiel che quel segnale di distensione potesse effettivamente far prevalere la linea meno sanguinare
Dell'organizzazione mafiosa
Senonché dice rileva la Corte questa speranza del ministro Conso
Nonostante egli se ne sia ripetutamente vantato
Si sia ripetutamente mancata abbia ritenuto inventato dei fatti gli avrebbero dato ragione
Questa speranza fu presto tradita
Infatti
A nostra
Pur avendo accettato sin dal giugno novantadue il dialogo prospettato lui nei carabinieri e avesse a sua volta lanciati sui segnali di disponibilità alla prosecuzione delle trattative con quelle con quegli attentati nel novantatré che lo stesso onorevole Violante definì come bombe del diavolo
Ma non avrebbe potuto
Accontentarsi
Dell'accoglimento
Peraltro circoscritto al numero per quanto
Consistente di decreti e applicativi del quarantuno bis
Ma non non definitivo quanto alla permanenza del regime
Di rigore che carcerario non avrebbe mai potuto accontentarsi di una sola delle sue condizioni e cioè l'attenuazione della stretta carceraria
Soprattutto perché comunque l'organizzazione era ancora saldamente nelle mani di Salvatore Riina dei suoi e gli dissi che continuava a gestirla attraverso i suoi luogotenenti più affidati tenerli inizia tutto il cognato Leoluca Bagarella
E d'altra parte
La Corte qui va torna alla lettura che aveva che ritiene suffragata verrà
Risultanze probatorie acquisite
Già dopo la strage di Capaci Rina
Aveva impresso un'accelerazione aveva ricezione di mettere in atto
La l'uccisione la decisione già presa
Di di uccidere eliminare il dottore Borsellino nonostante non avesse dovuto mettere in conto i contraccolpi
Con effetti controproducenti che potesse aver che poteva avere
Cosa Nostra
E si era indotto appunto a questa accelerazione nella convinzione che in un secondo micidiale colpo avrebbe potuto
Ridurre lo stato in ginocchio e portare quindi a un cedimento definitivo alle sue pretese
La storia sembra replicarsi parere della Corte nel senso che nei mesi inerentemente successivi alla mancata coloro proroga dei decreti applicativi del quarantuno bis
Vengono progettati una serie di attentati e alcuni alcuni di questi vengono anche messi in atto
La sentenza si sofferma primo luogo sulla sequela di attentati ai carabinieri progettati commessi tra dicembre novantatré gennaio novantaquattro l'ultimo fallito quello allo stadio e link olimpico
Che avrebbe provocato se fosse riuscito una strage di in marmo proporzione
La lettura
Che la corte propone di
Questo attentato in particolare e nel senso che l'obiettivo prescelto era quello dei carabinieri non per finalità punitive perché non sta di carabinieri protagonisti della cattura
Irina ma perché
I carabinieri in qualche modo erano stati protagonisti proprio in quella fase di apertura di un dialogo che proponi si era
A Renata e quindi in qualche modo attentato clamoroso attentato provoca i danni dei carabinieri doveva leggersi anche come un messaggio rivolto al al agli stessi esponenti istituzionali affinché si facessero nuovamente sotto secondo il linguaggio usato da Salvatore Riina
Ma questo attentato
Al allo stadio olimpico su cui diffusamente si sofferma nella sentenza esaminando al riguardo le dichiarazioni Gaspare Spatuzza che vanno a integrare il compendio
Di elementi già raccolti e condensati nelle sentenze sulla strage di Capaci
E preceduto accompagnato da una sequela di attentati ai danni sempre dei dei carabinieri commessi Calabria
E su questi ha riferito il collaboratore di giustizia consolato Villani ne abbiamo già fatto cenno la parte introduttiva anche
Del contenuto saliente delle sue dichiarazioni delle ragioni per cui la corte per il tempo di poter esprimere un giudizio di apprezzamento positivo sull'attendibilità di questa fonte nonostante che queste rivelazioni
Siano venute ben oltre il termine dei centottanta giorni dall'inizio della della collaborazione si tratta
Il tre attentati che sono stati commessi per dicembre gennaio
Febbraio
Del facendone novantatré gennaio
Febbraio del novantaquattro
Il primo quindi questi tre attentati cui il due due carabinieri presi di mira riescono a scampare avvenuto il due dicembre mille novecentonovantatré il secondo
Il diciotto gennaio il terzo del due febbraio
Il il collaboratore si si sofferma nella sentenza da ampio spazio sulla ricostruzione dettagliata
Di di tutti e tre degli episodi omicidiari il secondo agguato ebbe gli effetti più
Tragici perché entrambi i carabinieri rimasero uccisi quello del diciotto il diciotto gennaio
Questi di questi tre all'inizio della della sua collaborazione mille Consolato villani si era accusato
Dopo essere stato chiamato in causa peraltro dal percorrevo Calabrò e aveva ammesso la propria responsabilità in ordine tutti e tre gli omicidi ma
Non aveva
Non aveva smentito il
Il correo che lo aveva chiamato in correità
Circa il carattere casuale occasionale di tutti e tre gli attentati e la giustificazione che mi ha dato il che era inattesa che diventasse definitiva e la la sentenza che il processo pendeva in Cassazione
Laiche di interesse definitiva la condanna
Per potere
Per i tre episodi
Questa è la giustificazione che andata nonché altra giustificazione anche ottava barra e more a rivelare una verità molto inquietante cioè quella appunto secondo cui i tre episodi non furono affatto casuale ma rientrando avere proteste strategia
Che impegnava Vienna attacco allo Stato tutte le organizzazioni criminali
Nell'epoca la 'ndrangheta in forza dei suoi legami con con Cosa Nostra
Ecco ci fermiamo qui anche per questa sera con l'udienza del dieci giugno scorso udienza del processo d'appello Bagarella ed altri sulla alla presunta trattativa Stato-mafia che si stava svolgendo appunto davanti alla Corte d'assise d'appello di Palermo
Lo avete sentito il presidente della corte Angelo Pellino in questa quarta udienza ha continuato a esporre le motivazioni contenute nelle oltre cinque mila duecento pagine della sentenza di condanna
Di primo grado l'anno scorso infatti la Corte d'Assise lo ricordiamo aveva condannato per violenza è minaccia a corpo politico dello Stato
A dodici anni di carcere l'ex senatore Marcello Dell'Utri e gli ex carabinieri del rosso Mario Mori e Antonio Subranni SS appena per Antonino Cinà medico è fedelissimo di Totò Riina otto anni di reclusione per l'ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno
Ventotto per il Bosso Leoluca Bagarella è otto per Massimo Ciancimino per la calunnia all'ex capo della a polizia
Gianni De Gennaro unico assolto per il reato di falsa testimonianza l'ex senatore Nicola Mancino
In questa udienza il presidente Pellino ha esposto dicevamo le motivazioni e scritte dalla Corte d'assise della condanna di primo grado
In particolare i punti relativi alla mancata proroga del regime di carcere
Duro nei confronti di trecentotrentaquattro esponenti della criminalità organizzata i rapporti tra Mario Mori Francesco Di Maggio allora allora vicecapo del Dap Francesco Di Maggio
La posizione dell'allora ministro della giustizia Giovanni con so che non rinnovo appunto
I decreti di quarantuno bis per i trecento trentaquattro esponenti della criminalità
Organizzata ci siamo dovuti fermare qui necessariamente per ragioni di programmazione ma possiamo annunciarvi fin da ora che domani sera sempre nel corso dello Speciale giustizia potremo ascoltare l'ultima a parte di questa lunga udienza del dieci giugno scorso durata oltre sette ore e mezza e quindi evitiamo già appuntamento fin da ora
Allo speciale giustizia di domani sera con il processo d'appello sulla presunta trattativa Stato-mafia intanto termina così anche vera questa sera lo spessore giustizia a tutti grazie
Per l'attenzione da Lorena adulti sono buon ascolto dei successivi programmi di radio radicale