Un ricordo di Gino Giugni Professore e Senatore della Repubblica a dieci anni dalla scomparsa

Cygnus in sala il presidente del Senato Manini Elisabetta Alberti Casellati
Sì
Buonasera
Ringrazio vivamente il presidente del Senato l'ospitalità che ci ha offerto presto questa sala prestigiosa e per essere presente oggi con noi
Per ricordare Gino Giugni a dieci anni dalla sua scomparsa
Ringrazio anche tutte le autorità tutti coloro che hanno voluto con la loro partecipazione a questo incontro contribuire a creare un'occasione che io reputo molto speciale molto importante e non solo un'occasione commemorativa ma io mi auguro creativa di nuove riflessioni
Ringrazio anche il Presidente della Repubblica che ha espresso la sua alta considerazione per l'opera riformatrice portata avanti dal grande giuslavorista e padre dello Statuto dei diritti dei lavoratori nel campo della legislazione sociale
Presidente le le chiedo se vuole di porgere il suo saluto e ringrazio ancora
Essere con noi
Buonasera a tutti
L'autorità
Signore i signori saluto il presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi
Saluto e ringrazio la professoressa Sciarra professoressa canali del professor Amato
Il il professor Grossi l'onorevole quaranta e tutti i presenti
Sono onorata di essere oggi con voi a deperire questo convegno dedicato a Gino Giugni professore e senatore della Repubblica
Ricordare questa insegne figura significa in primo luogo sottolineare il suo imprescindibile nel ruolo di ispiratore e guida di un cambiamento radicale
Nel modo di concepire il diritto del lavoro contribuendo al suo profondo rinnovamento
L'influenza di Gino Giugni sul nostro diritto del lavoro è stata infatti particolarmente ampia particolarmente multiforme
Un'influenza indiretta grazie alla sua intensa attività di giurista espresse attraverso contributi scientifici anche ininterrottamente apprezzati
Internazionalmente scusate
Una incidenza diretta per mezzo dell'attività istituzionale svolta nella sua qualità di autorevole consigliere di ministri di presidente della Commissione lavoro del Senato della Repubblica
E naturalmente nel mille novecentonovantatré di ministro del lavoro
In realtà come è stato autorevolmente osservato le sue concezioni giuridiche e le loro pratiche applicazioni hanno conferito l'impronta più significativa all'evoluzione del diritto del lavoro nell'intera seconda metà del secolo scorso
E proprio questo convegno offrirà ne sono certa preziosi contributi per approfondire ulteriormente il significato e le implicazioni della sua attività voglio in particolare soffermarmi sulla vocazione riformisti caddi forte riformismo del suo pensiero e della sua azione un riformismo quello di Gino Giugni che si caratterizza per una duplice connotazione
Il realismo il interdisciplinarietà nell'approccio ai problemi
Un riformismo che trae quindi alimento dall'osservazione empirica dall'analisi delle trasformazioni in atto nella realtà produttive nelle dinamiche del lavoro
Che egli riteneva l'unico modo di procedere per costruire politiche di riforma
Egli inoltre si dimostra proventi profondamente convinto della necessità di abbellirsi costantemente dell'apporto di discipline diverse
Dal diritto elaborando così un metodo di analisi per così dire globale
Dei problemi del lavoro quasi trasformandosi in uno scienziato in un ingegnere sociale temporaneamente prestato alla politica
In questa sua visione riformisti Ca'del diritto e della politica
Occupa uno spazio centrale sia dal punto di vista speculativo sia dal punto di vista pratico la riflessione operativa sul ruolo fondamentale dell'autonomia collettiva e sta cioè assume nel suo pensiero il carattere di fonte regolativa dei rapporti di lavoro e di strumento principale per realizzare forme di tutela e garanzia avanzate dei lavoratori
La contrattazione collettiva come Illy infatti espressamente dichiara rappresenta con il sindacato il cardine centrale del sistema di tutele del lavoro
Tale considerazione lo induce poi in un'ottica di forte innovazione ad una rielaborazione del rapporto tra legge e autonomia collettiva intervenendo in tal modo sin dalla fine degli anni sessanta nel cuore del dibattito di politica legislativa suscitato dalle prime proposte di Statuto dei lavoratori
E proprio nel contributo decisivo dato all'elaborazione l'approvazione dello statuto si trovano espresse realizzate le sue concezioni le sue intuizioni le sue priorità
Non è certo possibile per me in questa sede soffermarmi sulla ben nota solidità e ricchezza dello Statuto dei lavoratori
Mi consentirete tuttavia di sottolinearne il carattere di profonda originalità
E questo non solo in Roma in relazione all'introduzione delle previsioni dell'articolo diciotto dell'articolo ventotto
Ma anche per il potenziamento del ruolo del sindacato all'interno dell'impresa e per riconoscimento esplicito dei diritti dei lavoratori nei confronti del potere datoriale
Ugualmente significativa appare poi l'approvazione dello statuto a larghissima maggioranza
Segno questo di una forte condivisione delle soluzioni normative adottate del percorso culturale e istituzionale che ha condotto alla sua approvazione
Negli anni successivi de profonde mutazioni delle relazioni industriali l'emergere il consolidarsi di tipologie contrattuali del tutto nuove portano Gino Giugni a confrontarsi con nuove sfide
Penso alla trasformazione del sistema di Collocamento all'introduzione di nuove forme di flessibilità nell'organizzazione del lavoro penso alla revisione della disciplina dei licenziamenti
Riforme destinate ad avere un impatto decisivo sulle dinamiche del diritto del lavoro ma necessarie per sostenere un complesso e spesso travagliato percorso di sviluppo economico e sociale del Paese
Riforme che portano anche il suo nome
E che tuttavia egli contribuisce ad attuare senza mai rinunciare
Alla difesa del ruolo centrale della contrattazione collettiva ritenuto uno strumento prezioso di correzione della conflittualità e per il raggiungimento di equilibri tra poteri
Diritti e di interessi
Per passare cioè dal conflitto aperto inevitabile al conflitto aperto evitato
Come uomo di scienza ecco qual uomo delle istituzioni Gino Giugni è sempre stato inoltre particolarmente attento anche alle ragioni dell'impresa
E questo nella profonda convinzione che il diritto del lavoro dovesse coniugare adeguatamente obiettivi sociali ed obiettivi di efficienza attraverso una composizione alta degli interessi di tutti gli attori coinvolti
Solo in tal modo si potrebbe infatti realizzare una tutela reale delle ragioni del lavoro e delle ragioni dei lavoratori
E gli ha dato dunque e continua a dare con l'eredità dei suoi ideali e dei suoi pensieri un contributo decisivo per l'attuazione del fondamentale principio fondativo della stessa fisionomia repubblicana un contributo che nella sua attualità così come nella sua originalità e profondità creativa
Continua ancora oggi ad imporsi come un esempio da cui trarre ispirazione per guardare alle politiche occupazionali e al diritto del lavoro con spirito riformista
E prospettive responsabili vi ringrazio
Grazie presidente per aver introdotto questo pomeriggio riflessioni su Gino Giugni
Con riferimenti molto precisi ammetto Ka il compito di aprire il dibattito interventi che seguiranno
Con brevissime osservazioni se volete brevissimi ricordi e qualche dato biografico
Io penso di interpretare il pensiero di tutti gli allievi di Giugni e di quanti hanno collaborato con lui
Che il ricordo
Che gli rivolgiamo che lui forse avrebbe fatto piacere più di ogni altro non è un esercizio nostalgico ma è in realtà un un ricordo che serve a noi che operiamo nel presente che serve quindi a rinsaldare le fondamenta delle istituzioni per questo è tutt'altro che simbolico il ricordo di Giugni nel Senato della Repubblica
Giugno è stato senatore dal mille novecentottantatré al mille novecentonovantaquattro come è stato ricordato aveva presieduto la Commissione lavoro per tre legislature
In quell'esperienza istituzionale Giugni ha riversato il suo essa un sapere le sue molte competenze
Dunque è molto forte la riconoscenza che noi abbiamo verso il presidente del Senato perché con questa ospitalità rinsalda un vincolo di appartenenza
E ho molto apprezzato la sua espressione di Giugni come ingegnere sociale penso trovi molti signori concordi
L'archivio Giugni mi piace ricordare questo è conservato a Roma presso la Fondazione Pietro Nenni
è una prima raccolta delle carte si veda Mariangela Felicioni Andrea Ricciardi il riordino dell'inventario del fondo rientrano nel progetto Senato on-line
Che prevede l'archiviazione e la digitalizzazione dei documenti appartenenti a personalità politica i senatori della Repubblica
Altre carte sono giunte recentemente mi piace ricordare questo dato alla Fondazione grazie a Mario Giugni figlio di Gino e saranno presto riordinate la Fondazione Nenni è un luogo per quanti l'hanno visitata
Ospitale
Per chi intenda consultare l'archivio
Si sentirà accolto e aiutato nella consultazione di questi grandi faldoni e in questo periodo tra l'altro organizzerà un ricordo un approfondimento su giugno e sulla sua opera
Bisogna lasciato alcuni scritti autobiografici molto pungenti perché bello rileggere qualche volta
E una lunga intervista nota a tutti silente cuento alla materia diritto del lavoro rilasciata pubblicata da Pietro Ichino ha ripercorso poi alcune tappe del suo cammino in due libri che mi fa piacere ricordare uno un libro-intervista scritto con Alberto Orioli fondata sul lavoro con un punto interrogativo
E la memoria di un riformista scritto con Andrea Ricciardi
Ci sono stati due convegni organizzati dal giornale di diritto del lavoro e di relazioni industriali la rivista che lui ha fondato
E sono convegni organizzati uno a ottant'anni uno a ottant'anni suoi ottant'anni e l'altro subito dopo la sua morte
E sono questa rivista era leghista che lui ha fondato che poi è stata diretta da Franco liso e da chi vi parla e poi ore diretta da Luca Nobile
Ed è una rivista pubblicata dall'editore Franco Angeli grande amico di Giunti
Si tratta di due occasioni in cui in modo corale sono state ricostruite
Le le vicende della vita professionale di giugno ma soprattutto il clima culturale in fasi diverse che Giugni attraversato da contribuito a creare ora disponiamo in questi ultimi tempi di altre riflessioni molto approfondite un lungo saggio di Franco liso che mi piace ricordare che si sofferma sulle connessioni fra Giugni
Esce nicchia sia iniziato Giugni politico Giugni consulente del legislatore un libro agile molto incisivo di Roberto Vozza
Un giovane studioso barese che ospitato in una collana bare esempio editore barese che ripercorre gli anni dell'università dal sessanta al settantacinque a Bari
Un numero speciale di Mondoperaio di cui si dirà più tardi Luigi Covatta
E uno studio storico molto accurato che voglio ricordare che si deve a Bruno sette il secondo giovane studioso che incentrato sull'esperienza statunitense di Giugni borsista Fulbright
Che è partito nel mille novecentocinquantuno alla scoperta del Nuovo Mondo ed è tornato da quell'esperienza negli Stati Uniti molto ansioso di intervenire
Nel dibattito politico di quei tempi la storia dell'incontro con Federico Mancini sulla nave che portava questi due giovani studiosi verso gli Stati Uniti
è diventata emblematica pensavo di non doverla ripetere non hanno resistito a ripeterla emblematica del diritto italiano del lavoro in trasformazione il viaggio verso il mondo nuovo
E quindi è un un luogo della memoria ma è un luogo del Progetto per il futuro si incontrano sulla nave che va verso gli Stati Uniti e poi l'inizio di una collaborazione che apporterà apporterà al confronto fra due scuole
Quella bolognese e quella barese e con una forte impronta di apertura al mondo dei fatti e quindi con il ripudio in modi molto simili della dogmatica astratta
Dallo studio di Bruno Settis che ho citato prima che usa la Sapienza dello storico che forse noi giuristi non abbiamo per selezionare i dettagli si apprende quanto fosse basta
Fin dagli esordi della sua carriera della sua attività come giovane studioso che viaggia verso gli Stati Uniti quanto fosse basta la rete di rapporti
E quanto sorprendenti alcune opportunità perché ad esempio negli Stati Uniti Giugni conosce Manlio Rossi Doria
Che poi il loro chiamerà a collaborare con Giuseppe Teheran
Ad una ricerca sul collocamento in agricoltura che si svolgerà a Gravina di Puglia negli anni cinquantaquattro cinquantacinque quasi che ci fosse un presagio del ritorno di Giugni a Bari nella terra pugliese
Che diventerà la sua terra accademica di elezione
E poi nel mille novecentocinquantatré la direzione a Roma del centro di preparazione politico amministrativa fondato da esponenti della sinistra cristiana vicini a Felice Felice Balbo un gruppo che aveva avviato in quegli anni un'esperienza breve ma molto incisiva della rivista terza generazione
E molto attuale io corrotto trovo vorrei sottolinearlo proprio in questa sede questo impegno per la buona politica e per progetti non divisivi
Ed è essenziale l'intreccio in questo caso tra competenza e impegno civile il centro di preparazione politico-amministrativa intendeva essere quello in quegli anni
E io stessa mi sono cimentata in un libro che ora in stampa presso l'editore Laterza che ringrazio per la pazienza dell'unghia lunghi ritardi che si intitola idee per il lavoro perché cerchiamo proprio di porre in risalto l'attualità del pensiero di giugno e la capacità di dialogare il due mila e di rendere la ricerca scientifica
Funzionale al rinnovamento del diritto del lavoro e alla crescita delle parti sociali altro punto importante che voglio sottolineare l'ambizione di allacciare quelle idee alloggi sarà affidata poi a Elena Gramaglia
Il fervore di iniziative editoriali che ho citato prima
Conferma la grande opportunità che oggi il presidente del Senato si offre per contribuire vorrei dire a rivitalizzare non sono mai morte le sue idee ma le rivitalizza diamo l'idea di Giugni
La sua è una storia personale strettamente intrecciata con una storia collettiva
Forse confà anzi importanti della storia del nostro Paese
Nel libro di cui ho appena detto che in stampa presso Laterza ho usato l'aggettivo riformatore per descrivere in molti percorsi di Giugni e per evidenziare la concretezza
E il pragmatismo del suo metodo
E forse Giuliano Amato ci dirà quanto è se questa mia scelta
Possa servire a completare la definizione di Giugni come riformista eccome come è stato anche ricordato autorevolmente dal presidente e come la storia del riformismo fra i giuristi
Di quella generazione sia un lascito a mio parere da non dimenticare Giugni è un laico dialogante con i cattolici
Collabora con Mattei all'ENI scrive ancora molto giovane per colonna che sociali la rivista di Dossetti e di Glisenti
E il Visentin a chiamarlo all'ufficio studi del lavoro presso gli ed è Glisenti che lo include in un gruppo elitario di giuristi che pubblicano e nella collana già in quei tempi in molte lingue pubblicata in molte lingue dalla Comunità europea del carbone e dell'acciaio sotto gli auspici dell'Alta autorità
Ma giudice non trascura altre esperienze per esempio la partecipazione al gruppo fondatore della rivista il Mulino nel mille novecentocinquantaquattro Giugni dunque è presente in più luoghi dovunque si crea in occasioni per proporre per costruire in ambienti che favoriscono il pluralismo delle posizioni
Alla formazione dei quadri sindacali della CISL UIL giù ogni dedica moltissime energie nella scuola fiorentina bellissima circondata dalle campagne fiorentine via della piazzola
E nello stesso tempo avvia anche il tre adesso attraverso il rapporto con quel sindacato un percorso che lui stesso definisce di apprendimento che un percorso che progressivamente si allarga per arrivare al cuore
Dei problemi che caratterizzano le relazioni sindacali del tempo
E per perseguire fin da allora l'obiettivo dell'unità sindacale un obiettivo che non sarà del tutto raggiunto ma certo ci sarà un tentativo costante di smussare gli angoli di alcune contrapposizioni
Dall'osservatorio privilegiato dei lidi e in particolare delle aziende petrolchimiche ante Giugni vive in prima persona le grandi trasformazioni del sistema di contrattazione collettiva e contribuisce a determinare il successo
Con la firma nel mille novecentosessantadue dello storico protocollo intersindacale esatto
Che dà vita al decentramento della contrattazione collettiva un evento molto importante per i giuristi del lavoro perché si scopre in quell'occasione anche questo il presidente l'acconto egregiamente nel suo intervento all'azienda come luogo di confronto
Talora di scontro ma soprattutto come luogo in cui i diritti devono prendere forma e devono essere affermati
Siamo agli inizi degli anni Sessanta sullo sfondo gli anni cinquanta distacco lento dalle incrostazioni corporative che ancora segnavano il diritto del lavoro
La scoperta come ho detto del livello decentrato della contrattazione è il prologo di una storia che porterà più tardi alla garanzia dei diritti individuali e collettivi e contemporaneamente al controllo
Dei poteri imprenditoriali quindi sparisce
Come Giugni ha scritto ogni visione autoritaria dell'impresa
Gli avvenimenti di quegli anni colpiscono l'osservatore di oggi per vari motivi almeno dal mio punto di vista la ripresa economica si affianca in quegli anni con l'innovazione dell'organizzazione del lavoro
E le idee per il lavoro sono create da coloro che poi contribuiscono in concreto a gestire le quindi gestiscono la trasformazione degli stessi ideatori di queste novità e le parti sociali si ascoltano nonostante profonde differenze
In questa intermediazione delle parti sociali si vedono molti ingredienti che ancora una volta richiamo per la attualità oggi molti ingredienti per esempio la formazione come risorsa inesauribile il dibattito contemporaneo dovrebbe guardare a questa risorsa
E la crisi la creazione di percorsi professionali di crescita la valorizzazione della produttività attraverso una remunerazione adeguata non è un caso che Giugni studi le mansioni e il cottimo opere fondamentali della sua produzione
Questi ingredienti con molti opportuni adeguamenti si trovava in un'altra fase e in un altro clima che è quello della concertazione sociale e della legislazione negoziata anche in questo quadro divertente riferimento Giugni è protagonista tanto da suscitare per questa sua propensione
La violenta attenzione di terroristi inconsapevoli
Che hanno temuto proprio quella costruzione del consenso
Provo rapidamente mi avvio alla conclusione affermare delle immagini perché mi piace dire che Giugni è un osservatore di altri sistemi giuridici
Attinge intuizioni dalla comparazione coinvolti giuristi di quella generazione impara a osservare le regole del lavoro studiando le prassi aziendali le Weiqing rules Dijon Como incendi se Letterman che erano stati i suoi maestri negli Stati Uniti
E attinge conoscenze dall'evoluzione della contrattazione collettiva
Al tempo stesso sceglie di contribuire a scrivere lui spesso quelle regole
Quindi crea in questo modo un travaso benefico fra scienza giuridica e mondi del lavoro anche attraverso la lente della comparazione
Attraverso quelli che la scuola presso l'Unità e su cui ha studiato negli Stati Uniti la scuola del Visconti in definisce i Goin'consensi la comprensione delle regole del mercato
Che Giugni
Ha sempre contemperato con la cultura dei diritti
Quindi cresce Giugni sul terreno del diritto in azione su questo Paolo Rossi ha scritto
E in via Remo la parola perché questo diritto in azione cresce in modo diacronico può con le grandi riforme del diritto del lavoro qui i suoi studi sul diritto dei privati come realtà fluida che si mette in contatto con lo Stato
E questo è un postilla uscito che cita che ci fa riflettere anche oggi questa consonanza fra Progetto reazione fra teoria e pratica
Che in realtà guarda agli snodi cruciali della storia del nostro Paese non soltanto del diritto del lavoro quindi un flash per illuminare Giugni nelle istituzioni perché è stato ricordato che la sua attività inizia già sessanta nel suo santo uno per la verità con il ministro Fiorentino sullo
Poi nel sessantacinque Giugni partecipa una commissione di esperti presso il ministero del lavoro
Per studiare una legge sulla giusta causa e dirà orgogliosamente nell'intervista a Orioli ho inventato il giustificato motivo di licenziamento che poi confluirà nella legge seicentoquattro del sessantasei e poi nel sessantanove il ministro del lavoro Brodolini
Che presenta al Senato una prima bozza di disegno di legge che è frutto di un lavoro di una commissione presieduta da Giugni
E solo un mese dopo purtroppo Brodolini morì e Giugni continuò la sua collaborazione con il ministro Donat Cattin con cui condivise l'esperienza dell'autunno caldo
Per essere poi chiamato a dirigere l'ufficio legislativo quindi approdò poi in Parlamento il progetto finale dello Statuto
Io ricordo l'annuncio che Giugni ha fatto di questo suo incarico al ministero del lavoro in un'aula dell'università di Bari
Dove ci ha riferito del suo dilemma fra la passione per la didattica e il richiamo istituzionale a Roma
Presso l'ufficio del ministero del lavoro e così come è indimenticabile per me la proiezione nelle aule dell'università di un documentario che poi è diventato famoso anche qui che riproposto dalla RAI girato nelle stanze del Ministero del lavoro
Durante la il rinnovo del contratto dei metalmeccanici presidente un giovane Giugni che affianca il ministro passando da una sala all'altra
Un documentario che meglio di qualunque manuale spiega la mediazione del ministro fra le parti sociali eccome si possono avvicinare le parti sociali
Ecco il flash che fotografa Giugni ministro del lavoro nel governo presieduto da Ciampi è un flash particolarmente luminoso ma la strada era stata asfaltata dal governo Amato e ha portato alla firma del protocollo che è stato ricordato e ancora la presidenza della Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e la presidenza
Del in un comitato nel mille novecentonovantuno per il rilancio della Carta sociale europea del Consiglio d'Europa che porterà a una revisione quindi molti i fronti del giurista riformatore
Un ultimo flash Termoli immagine che mi è molto cara
Giugni professore
Mio professore ma professore di tanti presenti in questa sala perché Giugno è stato un maestro aperto che ha aperto la sua scuola anche ai non diretti allievi ed è anche un maestro non geloso delle sue scoperte accademiche anzi pronto a condividerle
E a coinvolgere anche i più giovani nella ricerca quindi il flash su Giugni professore a Bari
Dove si sviluppa un procede un progetto multidisciplinare di ricerca sulla formazione ex legislativa del diritto del lavoro finanziato dal CNR
Mi chiese finito il mio esame di diritto del lavoro di partecipare ad uno di questi progetti quello sulla formazione delle prassi aziendali mi trovai giovane studentessa catapultata
Nei cantieri navali di Monfalcone all'Olivetti di tre Ivrea a studiare le prassi aziendali
Giugni professore a Bari la comparazione fatta anche a Bari iniziata a Bari con il gruppo che poi divenuto noto anche in altre discipline per il metodo adottato il compatibile con lo Group
E poi la i suoi contatti con la Spagna anche questo voglio ricordare perché Giulia contribuito alla fase di transizione del diritto del lavoro spagnolo
E molti giuristi spagnoli hanno studiato a Bari sono stati ospitati giugno è stato professore a Roma la Sapienza mi fa piacere ricordare la collaborazione con Giulio Prosperetti infine alla LUISS e fra i suoi allievi se non sbaglio c'è stato Giovanni Floris che mi fa piacere vedere qui
E e quindi questo suo essere sempre aperto rendere università dovunque andato permeabile
Io non posso devo smettere di accendere questi flash perché ora devo accendere il microfono io Busato della mia posizione come coordinatrice però voglio solo chiudere questo intervento con un racconto
Di gratitudine che voglio rinnovare al presidente e anche voglio dire al presidente Casellati che condivido questa espressione con una collega che Laura Alba dell'arbitro
Giugni ha sostenuto le donne all'interno della sua scuola con un tocco molto discreto senza paternalismo i e l'incoraggiamento migliore credo forse soprattutto per le donne ma non solo consiste nel dare fiducia e questo a me è successo perché nel mille novecentosettantaquattro ho lasciato Bari per un lungo soggiorno negli Stati Uniti e come avevo una borsa di studio
è una sua calorosa lettera di presentazione presso un'università statunitense che gli aveva selezionata
Il maestro quindi mi ha aiutato a emancipare mia la mia città della mia famiglia
Dal mio ambiente senza esitazioni mi ha dato fiducia e per questo lo ricorderò sempre con gratitudine ora ha spento davvero il flash accende il microfono del professor Grossi che invito prendere la parola
Non parlate fra di voi
Di quella
Personalità multiforme
Che fu indubbiamente il Gino Giugni
Io mi occuperò
Soltanto della sua dimensione di uomo di scienza
Del suo contributo alla formazione di un nuovo diritto del lavoro su basi rigorosamente scientifiche e proiettato
Verso il futuro
Ho qui l'orologio il quarto d'ora fugge rapidamente quindi purtroppo sacrifica Remo l'immagine che ognuno di noi deve dare di una dimensione mille novecento ottantatré
Io avevo organizzato a Firenze un incontro di studio sulla cultura delle riviste giuridiche italiane
Lo invitai accetto immediatamente
E in seno al convegno tende
Un intervento
Che provocò la milizia l'ammirazione di tutti
Però lo conoscevo già da tempo
E questo tempo il mille novecentosessantuno
Quando
Volli legge un libro che mi aveva tratto per il titolo libero che era uscito l'anno prima
è la introduzione allo studio della autonomia collettiva
Ecco questo è il libro che comincia a dare il vero molto dictum idee Giugni costruttore
è un libro da cui emerge
Tali atteggiamenti fondamentali dell'uomo
Disagio
Insoddisfazione
Nello stesso tempo forza creativa
Disagio
Il disagio era per la contemplazione dello stato delle cattedre che si chiamavano sì diritto del lavoro
Ma
Che erano immise unite immise Ritter sotto un duplice profilo
Da un lato
Erano ancora dominati da vecchi corporativistico i quali portavano avanti il loro messaggio soffocante soffocante per i giorni autenticamente democratico
C'erano poi i civilisti quali contribuivano a tentare strade nuove
Ma l'unica grossa novità da parte dei civilisti era stato il recupero della dimensione collettiva quella dimensione in uggia tutta la civilistica italiana fino ad allora
Il diritto privato finalmente diventa anche un diritto che si occupa della dimensione collettiva per esempio di Santoro Passarelli questo e già preciso però quello che contestava Giugni era l'utilizzo di strumenti vecchi Vecchi in quanto squisitamente civilistici
Il diritto soggettivo il contratto il rapporto giuridico occorreva qualcosa di profondamente nuovo
Dal disagio nasce la insoddisfazione
Lei insoddisfazione perché quello che essi creativa era la comprensione di quella realtà complessa che il lavoro
Che ha una dimensione etica
Sociale giuridica occorreva recuperare nella sua interezza queste sfaccettature del lavoro
Accanto alla insoddisfazione nasce la coscienza che si deve innovare che si deve aprire il coraggio di innovare
Ecco la fortuna di Gino Giugni
Fu di essere
Accademicamente un orfano
Lui si laurea in giurisprudenza con un relatore di gran rango Giuliano Vassalli ma si laurea in diritto penale
Sul piano del diritto del lavoro non trova maestri non ricerca nemmeno all'interno di giuslavoristi allora operanti in Italia
Nel due mila undici quando eravamo insieme contee con Giuliano mi pare alla l'Ulisse
Per un incontro sempre sul nostro onorato io ebbi modo di parlare di una felice debolezza accademica di Gino perché è felice perché certamente lui era solo agiva da solo
Ma non si faceva in nessun modo fuorviare da quel clima italiano che era ancora un clima un clima per il diritto del lavoro abbastanza asfittico
Da questa solitudine la volontà di aprire lo sguardo di guardare oltre i giuslavoristi di guardare oltre l'Italia
Ed ecco quel viaggio a cui aveva fatto cenno
Silvana una borsa di studio che lo colloca per parecchio tempo
In una delle più remote province degli Stati Uniti da me circa Loris consente la cittadina di Madison fu una fortuna
Perché li trovò pane per i suoi denti
A Madison ripeto remota provincia nordamericana lui trovò dei semi che venivano dallo storicismo economico tedesco
Tunioli tedeschi che si erano trapiantati e che da più generazioni temevano visivo una specie di istituzionalizziamo economico
Era una visione assolutamente interdisciplinare
E Giugni si sentì immediatamente a suo agio
Che era un intreccio salutare fra economia Sociologia e diritto
E lui imparò a quella impostazione che sarebbe poi diventato il cardine metodologico del suo essere giurista cioè una impostazione squisitamente storici Istica
è un canone metodico che non lo lascerà mai e che sarà la salvezza
Delle sue costruzioni
Giuridiche di scienza giuridica
In Italia però trovo anche un editore un mentore un modello e questo momento ore modello era Tullio Ascarelli
Commercialista ma qualcosa di più
Tullio Ascarelli era un innovatore
Era un uomo attento alla prassi giuridica che concepiva il diritto come una dinamica come un un qualcosa che cresce che cresce contemporaneamente al corpo sociale ed economico
Giurista nemico di quelle che lui chiamava
Le tombe cartacce e del diritto ovvero sia i codici le leggi speciali
Con un richiamo con un ultimo al diritto vivente come diritto vincolante
Aggettivo tipico del stile gli Ascarelli ecco
Per il nostro storicista giuslavorista Giugni Ascarelli fu veramente una guida fu veramente una bussola orientativa che non lo lascerà mai
Oltralpe c'erano dei modelli
I giuslavoristi
Perché vai Mariani e Van Mariani offrivano proprio quello che a Giugni mancava in Italia
Cioè
Il collettivo che si connotava di fenomeni organizzativi
Il fenomeno organizzazione come un fenomeno che avrebbe di uscita comprendere la realtà dei sindacati
E un nome soprattutto si esaltava di fronte all'attenzione di
Gino Ugo così Inside Art
Soprattutto proprio nella sua multiformità di uomo di scienza
Creatore del diritto del lavoro in Germania come entità scientifica assai chiudi l'otto marzo e dei posto antichisti
Ma anche uomo politico ma anche immerso nella prassi sindacale
A Madison gli ho detto che
In contatto diretto con economisti e sociologi ma che sapevano di diritto
Era proprio venature istituzionali mistiche che lo avevano colpito e che lui aveva afferrato
è ovvio che ci doveva essere un incontro diretto in Italia
Con il pensiero giuridico di Santi Romano
L'istituzione all'induismo serviva allo storicismo Giugni allo storicista Giugni proprio per poter costruire più solidamente il proprio edificio
E fa i conti con Santi Romano
Lui in una sua pagina autobiografica parla di un uso disinvolto della teorica Romagna Ana
Preparando queste annotazioni per il pomeriggio di oggi io mi sono riletto alcune pagine forse Luís non aveva pienamente coscienza che romano ha inciso a fondo sulla sua visione
Certo Giugni che è sempre stato un normativi sta non avrebbe completamente soffocato la dimensione normativa all'interno dell'istituzione non l'avrebbe slabbrata in una miriade di istituzioni
Però è chiaro che da Romano Lugli apprese certi messaggi che saranno cardini della sua ricostruzione
Il primo è questo
Lo Stato non esaurisce la giuridicità c'è una dimensione giuridica ben oltre lo Stato
La prima origine del diritto è negli stacchi profondi della società civile
Secondo
Al pluralismo sociale di cui si intesse che nervatura ineliminabile della società
Consegue un pluralismo giuridico
La società si articola in una pluralità di ordinamenti giuridici
E il fenomeno sindacale
è da Gino identificato
In una organizzazione che reca in sé tracce di originarietà normativa e quindi di capacità di autonomo autonoma produzione normativa
è il grande messaggio innovativo del libro del mille novecentosessanta che aveva tanto colpito le mie prime letture giovanili
Comincia in Italia da quel momento lo svecchiamento del diritto del lavoro
Sia dai ingombranti reliquie corporativistico
Ma anche da inadeguati schemi puramente codicistici e civilistici
Il nuovo diritto del lavoro per Giugni è individuato in una collocazione Inter ordinamentale
Fra Stato e i gruppi emergenti con il loro diritto vivente con la grande risorsa del loro diritto vivente
In ginocchio come prima in Ascarelli
Quel che conta è il loro in action
è il diritto sorpreso nella sua dinamica non nella sua statica cartacea quella statica cartacea che Ascarelli aveva tanto odiato nelle sue pagine
Il diritto del lavoro non può che essere un diritto in continua crescita
Non può che essere un qualcosa gremito di futuro che reca in sé i già in i germi del futuro
Ecco in questo momento attuale in cui in Italia sonnecchia hanno le energie creative
E soprattutto sonnecchia il coraggio di percorrere cammini nuovi
La testimonianza di questo uomo coraggioso
Solitario che ebbe il coraggio di innovare
A costo anche di essere un eretico in quel momento
Questo questa testimonianza Giuliana io credo che sia
Una testimonianza per ricordare ma soprattutto da additare alle giovani generazioni e non solo dei giuslavoristi ma anche di tutti i giuristi
Nelle varie branche dell'ordine giuridico
è una testimonianza che può servire da salvataggio in un momento in cui ai nostri giovani non abbiamo dato quella speranza che Giugni aveva negli anni Cinquanta
Oggi la speranza è una virtù sempre più rara e senza la speranza viene a mancare anche lo strumento del coraggio quindi io credo che ricordare come ha fatto bene Silvana Sciarra
Organizzando questo incontro ricordare Gino Giugni sia veramente un'opera meritoria si offre qualcosa di produttivo di prova emotivo alle giovani generazioni grazie
Paola
Giuliano preferisce parlare di qui
Come volete
Sì preferisco di qua
Insomma per me è difficile parlare di Giugni più forse che per altri perché abbiamo vissuto una lunga parte delle nostre vite insieme
Condividendo esperienze e condividendo motivi profondi attraverso i quali affrontarle
Vicino aveva una qualità per me
Che forse io più di altri il potere vuol posso apprezzare che ma è emersa da quanto diceva Silvana all'inizio
Voi Paolo si è dedicato
Gino giurista soltanto ma il vicino giuriste Igino riformista sono veramente i due lati di una stessa medaglia due profili di una stessa persona
Che nei modi promotori di questi due diversi ambiti della vita manifesta una assoluta coerenza
Per che l'autonomia dell'ordinamento sindacale
Fondamentalmente significa che il mondo del lavoro ossida alle sue regole
Di regole c'è bisogno ma non sono regole etero fornite sono regole attraverso le quali è formando le quali i lavoratori e le loro rappresentanze crescono stabiliscono il proprio ruolo
Definiscono in qualche modo i loro stessi diritti e le loro responsabilità
Gino è stato tra i socialisti più vicini alla CISL e chi alla CGIL io ero sempre stato più vicino alla CGIL c'è al fondo una ragione che chi ricorda ancora i caratteri dei nostri sindacati può ben riconoscere la CISL è sempre stata la più dissidente
Verso l'intervento della legge nelle questioni del lavoro accettandola magari a ratificare il compimento di un processo di identificazione delle regole
Che deve essere avvenuto tra le parti o comunque ad opera delle parti
La CGIL era un po'più propensa
Ad utilizzare la legge
E questo riff portava naturalmente
Il cultore del pluralismo degli ordinamenti giuridici lui non usa il termine di Romano usa quello autonomia perché ha in mente lo stato da cui prendere le distanze
Ad essere vicino al sindacato che appunto più è stato sintonizzato su questo sulla base degli stessi principi per la verità
Questo era il modo di intendere il riformismo che condividevamo
E qui appunto non posso non riportarne a quella che è stata in fondo la stagione più bella della nostra vita comune
Quegli anni Settanta perché per altri motivi vengono visti diversamente da molti storici
E tuttavia per noi furono anni di formidabili esperienze
La formazione del riformismo
A quei tempi contro la visione comunista nella tutela affidata agli angeli custodi che devono provvedere ai tuoi bisogni e noi dicevamo no
Non è questo ciò che fa chi tutela i lavoratori devi immetterle in condizioni di autotutelarsi di camminare sulle proprie gambe non provvedere al lavoro nona vere è sempre dietro gli angeli custodi che poi alla lunga si occupano della vita degli altri
Nel significato che ha il titolo di un famoso film sulla germe pubblica democratica tedesca
Non volevamo gli angeli custodi a tutela del lavoro
E
Avevamo la comune convinzione che il nostro miracolo non fosse la moltiplicazione dei pani ma Lazzaro alzati e cammina
Mettere Lazzaro in condizioni di camminare
Fu una grande stagione perché di questo convincemmo tutti
E questo dipende un punto di vista comune
Fu il riformismo ad espandersi no non quella versione degli angeli custodi
E ti dirò Silvana
Che in quegli anni di polemica
Chi voleva fare le riforme distinguendosi da noi si autodefiniva riformatore
Riformisti eravamo noi quindi a me la parola riformatore non m'ha mai entusiasmato a dirti la verità anche se ne capisco il significato da vocabolario ma insomma nel nostre culture politiche riformista
C'aveva questo in più e di diverso e negli anni Settanta vivemmo la parallela stagione di far vivere al diritto la vita del mondo
Di distoglierlo dai formalismi corporativismi
Qui si Guido un altro grande del nostro diritto
Che ha avuto poi tanti altri meriti e virtù che fu Stefano Rodotà
A creare il piccolo gruppo che costituì politica del diritto
Di cui siamo ancora pro quota proprietari
Purtroppo io e Sabino Cassese ancora nuovi
Rodotà e Jouini eredi sono diventati più non non diventeremo mai ricchi per capire questa quota di proprietà
Ma ci siamo arricchiti molto culturalmente di Kendo quell'esperienza comune interdisciplinare non a caso si misero insieme
Un civilista che peraltro era veramente un animale vivacissimo e polivalente come Stefano
Un amministrativista come Sabina un costituzionalista
E poi c'erano due giuslavoristi perché la coppia che si era incontrata in quel viaggio ancorché avesse poi idee diverso in larga parte però non venne mai meno
E anche lì e quella fu un'altra esperienza come quella del riff
Fornitissimo
Perché cambiare i connotati ascendenze discipline Sclero utilizzate riportarle a contatto col mondo riportandone alla vita comune con discipline parallele l'economia la storia la sociologia da politologi
Fu
Ed è rimasta una grande esperienza fatemi dire che è appunto l'ho anche scritto che Igino e io peraltro abbiamo sempre condiviso
Un grande rispetto per le tecnicalità propria delle nostre discipline e quindi che i giuristi dovessero essere in grado di leggere assimilare ciò che veniva dalle altre discipline era più che positivo
Che conoscessero sono queste altre discipline non la loro e volessero fare i giuristi
Era ragione di se molte molte reprimende quindi vedevamo alcuni giovanotti e giovanotte che crescevano come i giuristi raccontando fatti esteri historiae
Anche questo ci univa la consapevolezza che ciascuno a i propri i ferri nel mestiere certo che
Tante cose sono cambiate positivamente grazie al lavoro di personaggi come lui
Hai fatto bene a ricordare oltre allo Statuto dei lavoratori che opera sua perché porta il nome del ministro ma poveretto fra l'altro Brodolini morì prima ancora che il lavoro fosse finito il lavoro era quello fatto da Gino e dalla Commissione che lui presiedeva in effetti e diventò poi l'interlocutore lui del Parlamento quando il testo venne approvato eccetto ci sono i diritti dei singoli nello Statuto ma c'è molto moltissimo
Dello spazio che deve esserci per le rappresentanze perché i diritti crescano ed abbiano la loro disciplina
Poi avemmo la stagione del concertazione
Fu
Questo rimarrà nella piccola storia delle nostre vite la singolare vicenda di un
Riforma significativa dei rapporti di lavoro e dei rapporti di lavoro con lo Stato
Del lavoro con lo Stato che vivemmo anziché in parallelo in sequenza
Per cui in realtà punto ripercorrendo
La nascita dell'accordo che tra il novantadue e il novantatré
Ha trasformato i rapporti in stato le rappresentanze dei lavoratori e la contrattazione nazionale ed aziendale si coglie proprio una continuità come se io gli avessi consegnato un testimone quello che io avevo in mano passo a Ciampi
Ma Ciampi poi affido a Gino e fu in quel governo non poteva non cadere quello da me presieduto dopo il referendum dell'aprile del novantatré
Non avverrà non avrei potuto trovare continuità migliore per il dopo e questa è stata un'evenienza fortunata
Se non con Gino che diventa ministro del lavoro del ministero governo immediatamente successivo
A volte hai la sensazione che nonostante i guai lassù qualcuno ci ama i perché aver creato questo passaggio di testimone veramente è stato singolare molto
E molto bello
Questo è il punto al quale la cosa è rimasta
E uno si domanda perché non va avanti e non va avanti perché questo l'ho scritto nel dossier di Mondoperaio che ora vive rappresentato perché la concertazione è stata un grande strumento del riformismo
Un riformismo di cui oggi cogliamo ancora tutte le ragioni
Ma di cui i cambiamenti storici hanno reso obsoleti o non utilizzabili gli strumenti che avevamo questo è il punto cioè
Quella che si chiama disintermediazione del nostro tempo
Che ha tanti affetti alcuni positivi altri obiettivi che sono propri affetti interdisciplinari che riguardano tantissime cose di sicuro ha reso meno forti il ruolo delle rappresentanze sindacali la loro capacità
Di interloquire con l'autorevolezza di chi ha dentro di sé in migliaia e migliaia i milioni di lavoratori interessati alle soluzioni che si vogliono porta
Questo è venuto meno
Sì è molto superindebitato
Io sarò vecchio
Ma riesco con difficoltà a immaginare una società
Che funziona che governata in modo ordinato senza strumenti del tipo della concertazione dove rappresentanze significative
Che rappresentando hanno coagulato in sì in visioni comuni interessi molteplici e dividersi
Riescono a raggiungere intese positive per coloro che
In una società disintermediata di può fare questo come può fare questo
è una domanda nella quale si condensa preoccupazioni qualcuno ha scritto in questo dossier seggi non ci fosse lo strumento lo troverebbe speriamo che qualcuno al posto suo lo trovi io vi confesso
Do dico
Con
Io spero
Che non tutto sia così davvero disintermediata io spero che anche in ragione di vicende non positive che stanno accadendo
I sindacati riescano a mantenere
Una capacità di rappresentanza
Perché in assenza di ciò tanto dicevo su cui abbiamo puntato
Per fare crescere il mondo del lavoro non so come potrebbe realizzare
Riconosciuto
Deve allontanarsi ma è stato comunicato
Veramente rinnovo il ringraziamento mio penso dei relatori a questo tavolo e distrutta distrutto il pubblico presente per questa ospitalità straordinaria e per l'attenzione grazie con lavoro
Grazie
Ecco la parola Elena
Allora grazie molte Silvana per quest'invito a non sono una giurista non sono a giurista del lavoro sono un economista che si occupa di questioni di disuguaglianza
E quindi ha avuto alla fiducia in questa casa di Silvana Sciarra a invitarmi oggi chiedendomi di pensare
Ha in che misura il pensiero di Gino Giugni possa ancora essere utile per guidarci in alcune politiche di contrasto le disuguaglianze quindi quello che cercano di fare ovviamente nei tempi che mi sono dati ha trovato diversi come dire ragioni di utilità innanzitutto va ripartirà da alcuni dati
Dati del nostro Paese
Guardiamo a cosa è capitato negli ultimi trent'anni alla distribuzione funzionale terrà il dito sulla quota del reddito che va al lavoro quella cavalcati tale sappiamo che complicata da misurare l'ultimo numero dell'Economist ci ricorda tutte le difficoltà di questa misurazione
Però se prendiamo anche le stime più prudenti quelle più diciamo conservative quanto meno dieci punti si sono spostati da una parte all'altra dieci punti in meno al lavoro
Ma non è questo il problema diciamo l'unico problema però molto forte e la crescita delle disuguaglianze all'interno del mondo del lavoro
Non siamo più nel mondo passato laboratori di tutto il mondo unitevi siamo in un contesto in cui le disuguaglianze sono aumentati in modo molto Forte all'interno del mondo del lavoro soltanto alcuni dati
Il a diciamo il dieci per cento più povero dei lavoratori persone che lavorano
Guadagna oggi il trenta per cento in meno in termini reali rispetto a quello che guadagnava trent'anni fa se trent'anni fa portava a casa accento oggi porta a casa settanta
Il venti diciamo ora il venticinque per cento più povera ha perso il venti per cento e così via
Non sappiamo che la povertà assoluta aumentata di oltre sei volte nelle famiglie che hanno come capo famiglia una operaio
Al tempo stesso anche decide superiori esso muffin tutti peggiorati
Acqua anche quello mediano leggermente peggiorato mentre le diamo invece il simmetricamente un incremento che va a crescere a seconda del decida con i grossi diciamo miglioramenti che si concentrano nella parte superiore della distribuzione
Il novantanovesimo percentile cioè il lavoratore tipo il novantanovesimo punto nella distribuzione ha guadagnato oltre il trenta per cento
E questi dati ci sono anche come dire sostenuti da un rapporto recente dell'INPS che mette in evidenza come le uniche soglie che in termini reali sono aumentate per entrare nelle diverse parte di redistribuzione del reddito sono quelle dei lavoratori più ricchi
Questo è un dato italiano che però e seppure con tutta l'eterogeneità del caso e in linea con quello che è capitato né tutti i Paesi OCSE voi direte che in Italia abbiamo un problema in più abbiamo sicuramente un problema di impoverimento
I circa cinque punti e mezzo di PIL che abbiamo perso con la crisi che abbiamo ancora abbiamo ancora cinque punti di PIL da recuperare
Se guardiamo al PIL pro capite medio quindi abbiamo sicuramente un problema di impoverimento ma la disuguaglianza a che fare con un concetto relativo qualcuno non non a prescindere dalle dimensioni della torta che in Italia si possono essere sì diminuita
Dentro la torta quello che noi vediamo che una parte maggiore di questo valore aggiunto prodotto va al capitale Non all'Amore dentro il lavoro dai lavoratori perché non a quelli più poveri
Questa situazione evidentemente a moltissime cause non c'è un'unica causa le continuiamo sempre a ripetere abbiamo liberalizzazione del mercato dei capitali globalizzazione vorrei soltanto ricordare un dato che dovrebbe colpire che il sessanta per cento del commercio globale di eco nell'economia reale dipende da cinquanta multinazionali che impiegano soltanto il sei per cento dei lavoratori
Finanziarizzazione indebolimento dell'Antitrust tecnologia e così via indebolimento del welfare segue il feretro detta collettiva che dovrebbe sostenere il lavoro come ben ricordava caste
Però oltre a tutte queste variabili che ci sono che sono importanti che stanno la causa di questo indebolimento del potere del lavoro andiamo che qualche cos'altro
Abbiamo quello che possiamo definire una deregolazione che avvenute in tutti i Paesi più sviluppati del contratto di lavoro
Sulla base anche della diffusione di una retorica dell'individualizzazione secondo cui le nuove esigenze di libertà sarebbero in contrasto con le tutele collettiva quando il contratto di lavoro noi sappiamo benissimo non è un contratto come quello rispetto ai temi è un contratto che è un contratto dove una parte accetta di porsi sotto l'autorità dell'altra
Quando si firma un contratto di lavoro si abbandona per certi versi il mercato e si entra all'interno di un'organizzazione e le organizzazioni sono governi privati laddove c'è un Governo cioè il rischio inevitabile dell'abuso di potere non solo il contratto di lavoro è un contratto che fortemente asimmetrico sia perché l'offerta di lavoro e rigide sia perché il contratto incompleto e quindi si deve delegare ad una parte del datore di lavoro la specificazione dei termini che non sono definiti
E dunque diciamo rischio della relazione chiamiamola servo padrone e sempre implicito nel contratto di lavoro
Allora se questo è vero
E penso che sia vero che possono diciamo up i un punto fondamentale del di Giugni del della lezione che giugno ancora ci lascia e quello di riconosce di diciamo di spingerci a riconoscere con forza la dimensione di potere che c'è nel contratto di lavoro
Ricercando una maggiore simmetrica fra le parti
Riprendo a riguardo alcune parole di Giugni in una bella intervista dell'Avanti dello stop sullo Statuto dei lavoratori nel giugno del sessantanove
Diceva giorni lo Statuto dei lavoratori si pone l'obiettivo di istituire a regolare il rapporto di lavoro inteso come rapporto sociale e non come un membro rapporto di mercato
Difatti lo Statuto dei lavoratori e prima di tutto una regola sociale uno strumento per cambiare il potere dentro la fabbrica allora questa lezione
Questo memento che il contratto di lavoro non è un normale contratto contratto di lavoro un contratto che un contratto inevitabilmente asimmetrico
Caratterizzato da potere mi sembra che sia una lezione assolutamente importante da ricordare anche oggi
Per recitare questo è l'ultimo dato come in realtà il potere sia rispetto a tante osservazioni che sentì sentiamo fare secondo le quali bisognerebbe soltanto aumentare l'istruzione la formazione perché più sì e istruiti più si riesce a lavorare
In realtà i dati ci dicono che il rapporto fra il livello di istruzione e remunerazione
Suo è un rapporto assolutamente aperto assolutamente come dire molto incerto alcuni dati recenti diretta nel Franzini ci dicono che i divari distruzione
Spiega avrebbero soltanto questo in Svezia ad esempio il sei per cento dei divari di retribuzione in Italia al nove per cento
Possiamo dire che questi dati guardano al titolo di studio dovremmo avere dei dati con delle siamo più specifica guardano le competenze e così via possiamo dire che magari non prendono tutta la realtà benissimo possiamo dire dire di rendere molto però alla fine
Le disuguaglianze di remunerazione sono così poco collegate all'istruzione sicuramente c'è qualche cos'altro c'è una base sicuramente quei dirà abbiamo come dire un campanello d'allarme per dirci beh non è soltanto il puzzone quello che è il potere quello che conta infatti il tipo di contratto è visto come un elemento fondamentale
Quindi primo punto primo contributo a quella persona
E quella chi si occupa di contrasto le disuguaglianze dovrebbe prendere come lezioni importante da giorni ricordiamo il contratto di lavoro a una dimensione di potere
Secondo punto finora portato all'attenzione essenzialmente sul reddito medico del lavoro non si limitano evidentemente al reddito concernono più complessivo trattamento dei lavoratori e di nuovo Giugni anche su questo secondo me ci porta dei con contributo importante quando quindi cito lui ci ricorda l'importanza e la difesa della libertà di opinione divieto di indagini sulle convinzioni personali dei lavori tutela della dignità della riservatezza
Divieto di comportamenti discriminatori e così via
E questo non mi sembra assolutamente importante si è di fronte ma lo sviluppo delle nuove tecnologie pensiamo ai poteri nascosti tra gli algoritmi possono avvenire
E sì a quanto le nuove tecnologie possano favorire il controllo dei laboratori e quindi anche a dispetto alloggi mi sembra che questa indicazione su indicazione assolutamente importante senza dimenticare poi e l'astuzia e guardiamo alle indagini empiriche pure Centi sulla struttura dell'impresa nel nostro Paese quello che noi vediamo vediamo ancora in larga misura strutture molto autoritarie dove questa attenzione la dignità della Persotti lavoratore
Non è così presi in considerazione
Ultimo punto ultimo contributo dà lezione di Giugni quella nel parlato già Giuliano Amato di sottolineare l'importanza della pratica diretta nella contrattazione nell'impresa
Anche per la garanzia di un trattamento dignitoso tornando a giugno e quello vorrei citare la nostra tesi che la creazione di un clima di rispetto della dignità e libertà del lavoratore non può derivare soltanto da una dichiarazione di questi principi anche quando ad essa come nel nostro caso si accompagnino adeguate sanzioni
Al contrario la sanzione più efficace riposa nella capacità di contestazione e di innovazione del sindacato
E perciò occorre che il sindacato sia presente nell'azienda dunque l'importanza della partecipazione diretta del sindacato contano le norme sì certamente ma la maggiore diciamo tutela dipende dall'autorganizzazione a sempre in una prospettiva però di attenzioni alle ragioni degli altri no influenza ad una prospettiva democratica Fabiani anche dei web mi sembra che fosse abbastanza forte dalle per letture che ho fatto e di nuovo anche questa attenzione ai l'importanza della partecipazione diretta mi sembra oggi un punto importante
Quando noi ci troviamo di fronte a rischi di ulteriori indebolimento
Della contrattazione collettiva oppure a proposte di tutela del salario minimo per via soltanto normativa che sicuramente possono avere una base qui non mi fogli ad entrare in questioni delle quali no no ha competenza però mi sembra mi sembrerebbe importante ricordare come ci ricordava Giugni che accanto alla tutela normativa c'è bisogno anche di un'attenzione maggiore alla contrattazione
Certamente come ricordava Giuliano Amato e mi avvio a concludere il mondo attuale profondamente diverso da quella finemente lontani anni Sessanta
Abbiamo una diminuzione fortissima dei lavoratori impiegati nelle grandi imprese abbiamo tutti poi vincoli a cui ho fatto riferimento prima poste da globalizzazione finanziarizzazione e così via
Però vorrei soltanto ricordare due cose la prima e che molti di questi vincoli non sono caduti dal cielo
Questi vincoli sono in gran parte il frutto di politica la globalizzazione è stata fatta attraverso politiche le scelte tecnologiche riguardano politiche
La grande aumento della concentrazione dei mercati è stata fatta perché l'Antitrust non in particolare l'antitrust americano non è più l'Antitrust di tempi di Roosevelt ma si comporta in armi ha un atteggiamento molto diverso nei confronti delle concentrazioni e così via
E quindi se
Questi ciò questi vincoli sono anche il prodotto dell'azione umana l'azione umana potrebbe quanto meno aumentarli e comunque a me sembra che al cuore del riformismo usa anche la parola riformismo
C'è una come dire a un commitment un impegno molto forte a coniugare una visione ideale esigente
Però anche a riconoscere quelle che sono ivi incluso il quotidiano e quindi accanto alla visione esigente cercare di utilizzare tutte le possibilità quindi tutti i margini di manovra che nel quotidiano ci sono
Per cercare comunque di prendere quella visione ideale un pochettino più a atteggiamenti attuare quanto meno a parti di quelle visioni del dell'ideale
E questa attuazione secondo me questa dedizione a prendere sul serio una visione ideale cercare nella pratica i margini per poterla farla vivere
Sì manifesti in due direzioni una relazione positiva un'azione positiva ma tanto possiamo anche fare con quello che venne chiamato Polistil non farsi Poli si rifaccia a non fare
Non è che il non fare come una retorica che è andata diffondendosi nel nostro Paese sia sempre soltanto conservatorismo non fare anche non fare non è Niki anche impedire azioni che ci allontanano da quell'ambizione e quindi penso che e in questa prospettiva secondo me il pensiero diciamo come persone che si è avvicinata al pensiero di Giugni
A con un interesse al contrasto delle disuguaglianze a me sembra che questi tre contributi concertato velocemente di mettere in evidenza che hanno a che fare con il riconoscimento della dimensione di potere nel contratto di lavoro
O la tutela delle più complessiva dignità dei lavoratori
E quella centralità della partecipazione dei lavoratori come riflesso della pari dignità e come strumento di tutela del compenso dei diritti dei lavoratori hanno ancora moltissimo per dirci grazie
Ecco abbiamo raggiunto l'obiettivo di agganciare ieri e oggi abbiamo la fortuna di questo numero monografico di Mondo operaio che ma non sono monocratico ma cosa ospita molti scritti su Giugni che appena uscito la fortuna di avere Luigi Covatta con noi
Che ci illustrerà contenuti e forse anche il suo
Personale rapporto di amicizia di collaborazione con Giugni
Averne dato la parola grazie soprattutto per avere organizzato
Quell'anno
Della seconda metà del secolo scorso è stato un ruolo
Fra i più significativi anche perché contrariamente
A quanto facevamo
Noi
Non direttamente impegnati
Sui temi del conflitto industriale
Che quindi poteva hanno ragionare di Repubbliche mai realizzate sentiero altre
Prospettive
E Gino per la vocazione che aveva seguito
Dove a mordere
Nella realtà politico sociale
Di un Paese che viveva
Per la sua
Terza rivoluzione industriale
Io però specialmente sentendo gli interventi di stasera
E penso
Che il suo insegnamento dalla sua pratica
Sarebbero preziosi adesso che c'è la quarta
Rivoluzione industriale
Elena canaglia
Ricordava prima come
In assenza
Di correttivi sociali come lo statuto dei lavoratori ed altre
Nell'impresa
Della seconda metà del secolo scorso prevalenza dello rapporti gerarchici
Oggi noi ci troviamo in molti settori poi c'è
Tutto quel settore in sondato riguarda il controllo in via algoritmo sul quale non mi avventuro perché
Scusandomi Convair non lo conosco
Però
Sicuramente in alcuni comparti produttivi
Il rapporto gerarchico
E io sorretto
VCM prevede per esempio
La valorizzazione dei team
Di produzione
Peccato
Che quel sindacato
Al quale
Gino e ovviamente non solo lui
Attorno al quale avevano costruito una legislazione di sostegno
Questi temi non li compra
Così come è un peccato
Che nella cultura
Del sindacalista collettivo
Gino venga ricordato
Per l'unico articolo dello statuto
Che ha dovuto subire in Parlamento l'articolo diciotto
E non per gli altri
Per l'unico articolo in cui in Parlamento è andato sotto ed apre
Giuliano Amato
Ha ricordato
Il ruolo che ebbe
La concertazione
In una transizione drammatica del nostro sistema politico
Oltre che del nostro sistema
Economico sociale
A quanto o doloroso
Mi pare che siamo alla vigilia di altre transizioni non so se altrettanto traumatiche
Non vedo
E non è colpa della disintermediazione
Non vedo
I protagonisti di una nuova concertazione
Che sarebbe necessaria e non solo
Sul Tirreno della politica industriale ma anche su altri
Terre
Io
Collino ho avuto
è un doppio
Un rapporto diretto tra l'altro ho avuto il privilegio
Di succede agli
Nell'ultima nostra legislatura alla presidenza della Commissione lavoro del Senato quando lui è andato dal Governo con Ciampi
Ma Lippi esce
Ricordare il ruolo che a distanza
Ha avuto
Nella mia formazione politica
Partendo da lontano da quella mille novecentosessantasei
In cui il partito
Quello che lui chiamava il carrozzone dell'università sindacale
Un carrozzone che se ci pensiamo bene
In fondo ha deragliato solo nell'ottantaquattro
E che ha rappresentato un punto di riferimento significativo per l'evoluzione
Del nostro sistema politico specialmente a sinistra
Valorizzando
La cultura della CISL tanto da renderla palla Tabili Lea anche da parte
Dalla cultura marxista
E poi mi piace ricordare
Che quando
Dopo
La fine
Della Repubblica nella quale siamo cresciuti
E la fine
Del partito nel quale abbiamo milita no
Quel suo pamphlet
In cui si parlava dell'eredità difficile del socialismo per me è stato l'unico motivo per ricominciare a
Pensare
Alla politica e alla cultura politica e magari sarà stato anche
Il l'incentivo a per riprendere le pubblicazioni
Della rivista sulla quale lui Giuliano Ruffolo Francesco forze stantia oltre
Ai grandi maestri come Bobbio
Abbiamo
Riteniamo
Hanno un loro soprattutto costruito una parte importante
Della nostra coltura Politi
Purtroppo
Non abbiamo i mezzi per fare grandi tirature quindi non siamo in grado di
Distribuire questo numero questo fascicolo della rivista tutti presenti però volendo se può
Trovare il modo di averlo grazie
Abbiamo abbiamo chiuso con una piccola concessione ad una pubblicità è importante perché questa rivista è stata davvero molto significativa nella storia del diritto del lavoro
Ricordo i grandioso dibattito sulla democrazia industriale negli anni settanta miliziani ottanta e quindi grazie a Luigi Covatta per averci per avere rimesso in piedi anche questo dibattito così importante sarebbe una rivista storica e io mi avvio a chiudere questo incontro ringraziando molto i relatori a questo tavolo perché siamo davvero fornito penso quello che volevamo tutti avere cioè un ricordo molto caldo molto vivo di Gino Giugni venendo da prospettive molto diverse come era nell'auspicio dell'organizzazione di questo pomeriggio perché Elena ha fatto questo sforzo che ho apprezzato molto di agganciare un pensiero di Giugni alloggi e davvero questi sono temi che interessano il giurista del lavoro oggi il potere la dignità e la partecipazione sono ancora progetti aperti che non dobbiamo abbandonare la simmetria del contratto
Tale anche nelle piattaforme digitali forse ancora di più
E Giuliano ci ha ha ricordato come l'intermediazione dei corpi sociali
E davvero delle parti sociali in particolare e un po'una linfa del nostro Paese e l'abbiamo abbiamo coltivata questa intermediazione l'abbiamo vista nei suoi momenti migliori e quindi mi sembrava di cogliere questo auspicio che non non si perda questa tradizione che questa tradizione dipende anche però dalle stesse parti sociali rivitalizzarla e poi le parole di Paolo Grossi che io vorrei usare come parole
Di chiusura di questo pomeriggio perché Paolo ha parlato di coraggio ha parlato anche di un uomo solitario
Noi suoi allievi sappiamo bene che sanitario non era e che ci faceva trascorreva i periodi meravigliosi a Bari e poi dopo in via Livenza dove si svolgevano le riunioni della rivista in grande allegria è in grande compagnia ma la solitudine di cui parlava Paolo la solitudine accademica del giovane Giugni che era in effetti etico come tu hai detto isolato
E addirittura ostacolato
Nella sua carriera accademica da una dottrina quasi ostile oserei dire per fortuna queste ostilità si sono un po'attenuate in una disciplina che continua ad essere molto litigiosa ma forse non più con quei cara quelle caratteristiche quindi Paolo grazie per aver usato la parola coraggio riferita Giugni e per aver usato anche questa bella espressione che è una testimonianza da salvataggio che Paolo Grossi con la sua autorevolezza affida alle giovani generazioni ed è un po'quello che intendevamo fare anche noi oggi e spero che questo sia l'intento condiviso da questo pubblico così attento e così paziente che ringrazio molto Care Center venuta per aver condiviso questo momento di ricordo di Gino Giugni grazie
Talvolta