La situazione in Medio Oriente e in Libia: intervista al viceministro per gli Affari esteri, Marina Sereni

Radio radicale siamo con Marina Sereni e viceministro degli esteri per parlare del difficile intricata situazione internazionale che si è venuta a creare sia in Iraq nei rapporti bilaterali tra Stati Uniti
E Iran e sia in il piatto lo abbiamo visto in queste ore una una furibonda battaglia intorno a Sirte ieri il Consiglio di sicurezza ha svolto una riunione a porte chiuse
Che cosa cioè poi qualcuno ha parlato addirittura di Terza guerra mondiale allora è preoccupata
Sì preoccupati assolutamente sì perché stiamo parlando di un'area molto carica di tensioni
Voglio solo ricordare a me stessa prima di tutto che quella è l'area nella quale abbiamo faticato molto adduca a sconfiggere dai esce sul Tirreno sia in Iraq che in Siria
Quindi stiamo parlando di un'area che è già stata attraversata ed è attraversata ormai da anni da conflitti molto molto densi di violenza e che po'può essere come dire il detonatore di una instabilità più generale nell'aria del Medioriente
E del Mediterraneo qui per questo abbiamo detto sempre in ogni occasione a tutti i nostri interlocutori che noi siamo dalla parte di chi chiederà de Scaglia esce una di chi chiede di non aumentare le ragioni di conflitto
E di scontro in questo caso specifico di scontro tra gli Stati Uniti e l'Iran ovviamente prima di tutto
Dopodiché appunto non basta dire dei escalation e bisogna anche cercare di interloquire con gli attori sul territorio e per questa ragione noi siamo dalla parte di Gran Bretagna Francia
In Germania che in queste ore hanno fatto un appello molto forte all'Iran perché non abbandoni
L'accordo sul nucleare
è un accordo che noi abbiamo ritenuto importante che ancora importante
Non abbiamo condiviso la scelta dell'amministratore di l'amministrazione Tramp di abbandonare
L'accordo con l'Iraq sul nucleare e noi pensiamo che si debba fare di tutto di tenere aperto un filo di dialogo per fare di tutto perché quell'accordo possa essere salvato
Senta lei è preoccupato di questo unilateralismo della Casa Bianca che abbiamo visto nell'attentato nel nell'attentato contro il generale sulle mani
Le è giusto al coro diciamo consultarsi tra alleati prima che accadano cose di questo genere
Sì noi pensiamo che sia giusto riflettere insieme tra le anti sulle nuove minacce che si trova ad affrontare la NATO e sulle ragioni per stare insieme ci sono minacce antiche penso al terrorismo che ormai è una minaccia tra virgolette antica in questo caso la coalizione anti Dasha andava oltre i confini dell'alleanza atlantica i distruggere quella là quell'ampiezza e negativo perché noi non abbiamo definitivamente sconfitto il terrorismo di matrice islamica
E quindi pensiamo che uno dei terreni sui quali ragionare con gli americani e come recuperare una sostanziale unità con tutti gli attori della coalizione anti dai Jacques però comprendevano l'Iran che però comprendevano i curdi
E quindi noi abbiamo bisogno di avere una riflessione su questo l'altro tema eh
Che l'Occidente si trova di fronte a nuovi attori che si chiamano Russia che si chiamano Cina che si chiama l'Iran che siano Turchia che hanno una nuova assertività
Come reagiamo
Uno Europa e e Stati Uniti possono scegliere strade di vari canti penso di no penso che Europa e Stati Uniti
Possano essere più forti entrambi se si rinsalda non le radici di amicizia all'interno dell'alleanza atlantica in generale
Nell'Occidente penso anche per esempio che dopo la Break It la NATO e l'unica sede nella quale abbiamo strutturalmente la Gran Bretagna e quindi è importante anche per questo rinsaldare
Le ragioni d'essere dell'Alleanza atlantica ma questo significa aprire sempre attenzione ad un confronto a delle scelte quando si fanno delle scelte così importanti
Che possono avere delle conseguenze anche per i propri alleati sarebbe bene che sarebbe utile confrontarsi prima
Ecco sulla Libia ci sono state molte critica la nostra politica estere pure Di Maio o qualche un paio di settimane fa ha incontrato sia a staccarsi Francia ha fatto una cosa
Che diciamo ha cercato un po'di riaprire il dialogo si poteva fare qualche cosa di più oppure la la situazione ha aperto strade a interventi diciamo che fino a qualche settimana fa erano inimmaginabili
Ma intanto diciamo che l'Italia ha perso di vista la Libia sotto sotto Salvini diciamo in quella fase del governo italiano nella quale l'unica preoccupazione sono stati immigrazione
Noi abbiamo dimenticato gli aspetti economici sociali politici
Della Libia e abbiamo in qualche misura indebolito la nostra posizione sul terreno poi paghiamo una divisione europea
Perché non è un mistero che l'Italia e la Francia abbiano avuto come dire punti di vista diversi comuni in parte competitivi in questa vicenda libica oggi si dimostra che se l'Europa si divide
L'Europa non pesa e Pessano altri attori altri protagonisti nella fattispecie in questo momento la Russia la Turchia
Però il governo italiano sta cercando di recuperare oggi c'è un vertice a Bruxelles e c'è stato un vertice a Bruxelles
Tra i principali Paesi europei coinvolti nel processo di Berlino è stato un vertice importante perché ha ribadito una posizione unitaria dell'Europa che non era scontata
Che dice che non esiste una soluzione militare
Non esistono soluzione militare accettabile per la Libia
E adesso il nostro ministro sta partendo per Istanbul domani sarà al Cairo dopo domani sarai in Algeria stiamo cioè riprendendo in mano il dossier della Libia
Anche per conto dell'Europa cioè non lo facciamo solo per conto dell'Italia siamo più forti perché abbiamo in questo momento riuscì siamo riusciti a conquistare una posizione abbastanza unitaria dell'Europa che certo appare essere più debole di chi sostiene le ragioni del conflitto non perché cioè in questo momento c'è una guerra ci sono delle degli scontri ma noi sappiamo una cosa che è abbastanza banale la voglio dire così disse di attori Esterni smettessero di sostenere il governo
Di serraggio il governo il il generale Haftar nel loro conflitto armato il conflitto armato si fermerebbe
Noi siamo tra quelli quei Paesi che riconoscono il Governo di accordo nazionale che quello riconosciuto dalle Nazioni Unite il tema è riprendere un dialogo sotto egida Nazioni Unite questa è la posizione che penso finalmente sia davvero condivisa da tutta l'Europa ed è importante perché proseguire nel conflitto può apparire come dire più efficace sul Tirreno ma produrrebbe una catastrofe dal punto di vista umanitario
Una città come Tripoli nessuno è in grado a star può entrare a Tripoli ma non può tenere Tripoli
E quindi noi siamo preoccupati di fermare la guerra prima che sia troppo tardi ultima questione lei e il ministro il viceministro degli Esteri nel ministro della difesa però abbiamo visto una psicosi che
Cioè Istat uniti ritirano non ritirano le proprie truppe la Germania non c'è il ritiro noi di riti istintivo Sri dislocati amo le nostre truppe
Se noi noi siamo quello l'ho detto e lo ridico siamo in Iraq per sostenere un processo di stabilizzazione su richiesta delle autorità irachene
Stiamo addestrando le forze di sicurezza irachene
E in questo momento il grosso del nostro contingente Haider ville cioè nel Kurdistan
Nel nord del Paese le truppe che sono a Baghdad sono confermate a Baghdad c'è solo un piccolo gruppo di nostri uomini che abbiamo deciso di spostare fisicamente in un'altra situazione perché laddove si trovavano in questo momento erano sottoposti a dei possibili attacchi era una base americana e quindi poco poco sicura
Detto ciò e ovvio che le missioni militari a cui di cui l'Italia fa parte
In primis quella del Libano ovviamente dove abbiamo quasi mille uomini e soprattutto abbiamo il comando generale della missione UNIFIL sono fondamentali per poter invitare in contanti Gio
Nella fattispecie in Libano significa evitare uno scontro diretto tra Israele ed hezbollah in questo momento nel frangente in cui finì diciamo ci troviamo dopo uccisione di sull'Armenia è una funzione essenziale e quindi noi pensiamo che sia nostro dovere rimanere e continuare a fare la nostra la nostra parte
La ringrazio come sempre ringrazio il viceministro degli Esteri Marina Sereni
Grazie